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IGNORED

VITTORIO EMANUELE RE ELETTO zecca di Firenze 1860: Governo Provvisorio Toscano o Regno di Sardegna?


Risposte migliori

Inviato

Buongiorno a tutti,

vorrei sottoporre agli esperti di monetazione contemporanea i seguenti quesiti ai quali, da perfetto ignorante in materia, non mi so dare risposta:

- le monete a nome di VITTORIO EMANUELE RE ELETTO della zecca di Firenze con millesimo 1860, da quale autorità furono emesse? Il decreto di emissione è del 29 settembre 1859 ed è firmato dal Governo Provvisorio di Toscana. Tuttavia il 15 marzo 1860 l'oramai ex Granducato di Toscana entrò ufficialmente a far parte del Regno di Sardegna come Regie Provincie di Toscana. Quindi da questo momento l'autorità emittente non dovrebbe più essere il Governo Provvisorio, ma il re di Sardegna. O c'è qualcosa che mi sfugge?

- e lo stesso discorso dovrebbe valere per le monete da 5, 2 e 1 centesimo le quali, pur recando il millesimo 1859 furono coniate l'anno successivo (Carboneri 1915, pp. 900-901, tabella D). Ma quando? e da chi?, perché anche in questo caso se furono coniate entro il 15 marzo 1860 furono emesse dal Governo Provvisorio, ma dopo questa data no.

- e infine: che simbolo è quello che si trova al rovescio degli esemplari da 50 centesimi di Firenze, nel giro in basso, tra la scritta FIRENZE e 1860. Il "Pagani 1962" non ne accenna nemmeno; secondo il catalogo "Montenegro 2003" (l'unico di questo tipo che posseggo) lo definisce "giglio", ma a me sembrerebbe più un'ancora.

Qualcuno mi può aiutare?

Grazie anticipate, Teofrasto


Inviato

Domanda interessante . . . provo a guardare se trovo qualcosa anche io . . .

Intanto puoi postare una foto del giglio di cui parli ? Io purtroppo non possiedo l'esemplare e dai cataloghi non si vede molto bn

Saluti

Marco


Inviato

- e infine: che simbolo è quello che si trova al rovescio degli esemplari da 50 centesimi di Firenze, nel giro in basso, tra la scritta FIRENZE e 1860. Il "Pagani 1962" non ne accenna nemmeno; secondo il catalogo "Montenegro 2003" (l'unico di questo tipo che posseggo) lo definisce "giglio", ma a me sembrerebbe più un'ancora.

Qualcuno mi può aiutare?

Grazie anticipate, Teofrasto

Il catalogo del forum indica che è un vomere:Collegamento

Sull'argomento puoi anche vedere il catalogo "Gigante 2010" che smentisce la tesi che sia un giglio.

Il vomere è presente anche sulle monete da 50 cent. 1861 coniate a Firenze del Regno d'Italia.


Inviato

Ho controllato sul CNI e sul "Simonetti": su entrambi il simbolo è dato come "giglio".

In compenso, ho visto la scheda e le immagini che sono nel catalogo "Stati Preunitari". Il curatore, che credo sia Incuso, definisce l'oggetto in questione "vomere" ed effettivamente sembrerebbe proprio esserlo. Complimenti!

Teofrasto


Inviato

- e infine: che simbolo è quello che si trova al rovescio degli esemplari da 50 centesimi di Firenze, nel giro in basso, tra la scritta FIRENZE e 1860. Il "Pagani 1962" non ne accenna nemmeno; secondo il catalogo "Montenegro 2003" (l'unico di questo tipo che posseggo) lo definisce "giglio", ma a me sembrerebbe più un'ancora.

Qualcuno mi può aiutare?

Grazie anticipate, Teofrasto

Il catalogo del forum indica che è un vomere:Collegamento

Sull'argomento puoi anche vedere il catalogo "Gigante 2010" che smentisce la tesi che sia un giglio.

Il vomere è presente anche sulle monete da 50 cent. 1861 coniate a Firenze del Regno d'Italia.

Grazie Littore, stavo scrivendo il mio commento e non mi sono accorto del tuo intervento.

Grazie ancora, Teofrasto


Inviato (modificato)

Per quel che riguarda la storia puoi consultare la voce di wikipedia:Governo Provvisorio Toscano

Il plebiscito si tenne l'11 e il 12 marzo 1860, mentre i decreti di emissione per le monete sono del 1859.

L'autorità emittente dovrebbe essere quindi il Governo Provvisorio.

Fino al 14 febbraio 1861 la Toscana mantenne un'ampia autonomia amminiostrativa e penso che sia per questo che esistono monete datate 1861, data in cui la Toscana era già stata annessa.

Modificato da Littore

Inviato

Ma il problema è proprio questo: dopo la promulgazione del risultato del plebiscito e la dichiarazione ufficiale di annessione al Regno di Sardegna il 15 marzo 1860, l'autorità emittente delle monete non poteva essere più il Governo Provvisorio di Toscana per il semplice motivo che evidentemente non esisteva più nessun Governo Provvisorio. Io credo che da questo momento in poi, nonostante la dicitura RE ELETTO, le monete siano da ritenere a tutti gli effetti monete del Regno di Sardegna. Certo, la Toscana continuò a godere per un certo periodo di ampia autonomia, ma era comunque diventata una provincia del Regno di Sardegna.

Sarebbe interessante sapere quale funzionario firmò le ordinanze di emissione delle monete coniate dopo i l15 marzo 1860 e di quale ufficio, istituto o ministero faceva parte.

Cordialità, Teofrasto

  • Mi piace 1

Inviato

Concordo pienamente con te: dopo il plebiscito la Toscana venne annessa al Regno di Sardegna e l'autorità emittente delle monete coniate a Firenze non può che essere quest'ultimo (non so comunque con quale decreto venne autorizzata l'emissione del 1861).

I coni rimangono comunque li stessi perche era inutile approntarne di nuovi con l'unificazione dell'Italia alle porte.

Tuttavia mi sorge una domanda: perchè coniare monete con millesimo 1861 del tipo Re Eletto (che peraltro sono molto rare e non se ne conosce la tiratura) quando già esistevano le monete del Regno di Sardegna?

Saluti.

  • Mi piace 1

Inviato (modificato)

Salve

Le prime furono Bologna ed Firenze (1859) ad accettare il sistema decimale italiano ed dunque coniarono le prime monete in nome di V.E. II, le prime in onore al futuro Re d'Italia.

Cmq sulla baia ho trovato Un Regio Decreto del 1861 dove riporto uno stralcio:

Veduti:

omissis

Il Regio Decreto 20 ottobre 1861 con il quale viene stabilito che le fabbricazioni delle monete dovrà in tutte le Zecche dello Stato essere eseguità ad appalto;

omissis

E' istituito una commissione permanente delle Monete presso il Ministro di Agricoltura Industria e Artigianato.

Dunque si pressuppone che forse tali coni non siano stati dati in appalto alle suddette zecche ma che abbiano goduto di una libertà propria, tenendo conto del sistema decimale iitaliano.

Ora bisogna sapere in che data la zecca di Firenze fu chiusa definitivamente con un Regio Decreto del 1861, ma sinceramente non ne conosco la data.

Modificato da sgtred

Inviato

Ciao Sgtred,

grazie per il tuo aiuto. Quello che dici è vero. La zecca di Firenze fu chiusa nella prima metà del 1861 e dunque le monete fiorentine con questo millesimo ( da 2 lire e da 50 cent.) devono essere state coniate in questi pochi mesi. Questo giustificherebbe la loro rarità.

Ma se la data di chiusura è certa, quella di apertura non lo è affatto. Siamo sicuri che le monete con millesimo 1859 siano state coniate tra il 29 settembre 1859 (data dell'ordinanza del Governo Provvisorio Toscano) e il 31 dicembre dello stesso anno? Oppure, come per le monete da 5, 2 e 1 centesimo furono anch'esse battute l'anno successivo? E soprattutto, e ribadisco ancora una volta la domanda iniziale, da chi? Da quel Governo Provvisorio decaduto dalla sua funzione il 15 marzo del 1860 oppure dai funzionari del Regno di Sardegna?

Spero che questa ricerca dell'autorità emittente non sembri solamente un problema di lana caprina, perché credo sia molto importante capire esattamente quando e da chi certe monete furono emesse, soprattutto per una monetazione come questa, emessa tutto sommato "poco tempo fa".

Senza contare le implicazioni storiche che questo fatto comporta: infatti, un conto è se queste monete furono poste in essere da un Governo Toscano che, come dice il nome stesso, si sentiva ed era "Provvisorio", un altro se fu il governo del Regno sardo-piemontese a volerle. In questo secondo caso, e qui si pone la domanda di Littore, perché inneggiare ad un "re eletto" e non AL re?

Teofrasto


Inviato

Ciao Teofraso,

Sicuramente tali coni furono una espressa volontà del Governo Provvisorio a partire dal 29 settembre 1959.

Ed l'incisore di tali coni della zecca di Firenze furono per il 2 Lire Giuseppe Ferraris (incisore durante il Regno di Sardegna ed successivamente x il Regno d'Italia) ed Luigi Gori incisore per la zecca di Firenze.

Ed questi coni sono differrenti sul D/ (vedasi il baffo) ed simili sul R/ simili.

Sicuramente i direttori delle zecche hanno raggiunto un'accordo comune.

In quanto alla dicitura "AL Re Eletto" logicamente non potevano coniarlo, all'epoca ancora non era il Re del Regno.

Questo è il mio pensiro.


Inviato

Buongiorno a tutti,

grazie per i vostri interventi, ma credo che il problema rimanga per il momento irrisolto.

Bisognerebbe poter controllare i decreti regi o governativi post 22 marzo 1860, relativi alla Toscana. Dal momento che Eugenio di Savoia-Carignano fu luogotenente del re e Bettino Ricasoli governatore generale, io credo che i documenti della zecca di Firenze portassero in calce le loro firme, piuttosto che quelle di Carlo Buoncompagni.

Qualcuno sa dirmi se sono stati pubblicati? Carboneri 1915 non li riporta o ne riporta solo pochi stralci.

PS Ricordo che stiamo parlando del Regno di Sardegna e non, ovviamente, del Regno d'Italia

Grazie, Teofrasto


  • 5 anni dopo...
Inviato

Ciao.
 
"grazie per i vostri interventi, ma credo che il problema rimanga per il momento irrisolto."

 

Discussione datata, ma se il problema è rimasto insoluto....proviamo a risolverlo.

 

E' corretto certamente dire per effetto del Decreto 22 marzo 1860 le Province della Toscana diventarono parte integrante del Regno di Sardegna.

 

C'è da capire pertanto, come mai le emissioni della zecca di Firenze, avvenute dopo tale data,  continuino a recare la legenda VITTORIO EMANUELE RE ELETTO e non una denominazione più congrua allo status giuridico assunto dalla Toscana in seguito all'annessione al Regno di Sardegna.

 

Dall'esame dei decreti del Regno di Sardegna pubblicati dopo il 22 marzo 1860 e fino alla costituzione del Regno d'Italia, riguardanti la Toscana, non si rinviene alcun provvedimento che modifichi le precedenti disposizioni monetarie.

 

Si colgono, al contrario, dei "segnali" che farebbero pensare alla volontà di mantenere le disposizioni fino ad allora vigenti in Toscana; in particolare, vorrei citare il Decreto 23 marzo 1860 con il quale si nomina il Principe Eugenio di Savoia-Carignano, Luogotenente di Vittorio Emanuele II in Toscana.

 

In questo Decreto si stabilisce (art. 2) di mantenere un centro amministrativo nella città di Firenze e (art. 8) che continueranno ad osservarsi in Toscana le Leggi ed i Regolamenti in vigore per quanto concerne la riscossione dell'Entrate e dei crediti di qualsivoglia natura spettanti alle Finanze dello Stato ed i pagamenti da farsi nelle Casse dello Stato.

 

Come già detto, nulla si riporta in merito alla monetazione ma esaminando il il Regio decreto 2 maggio 1861 n. 16 che stabilisce l'impronta delle nuove monete d'oro e d'argento del Regno d'Italia, notiamo che mentre all'art. 1 si stabilisce che le nuove monete d'oro e d'argento continueranno a riportare le impronte ed il contorno attualmente in uso, variando la legenda al dritto in VITTORIO EMANUELE II e sul rovescio REGNO D'ITALIA, l'art. 2 del suddetto Regio decreto dispone invece che: "Le varie leggende finora usate sono abolite".

 

Quest'ultima previsione conferma, indirettamente, che a seguito dell'annessione al Regno di Sardegna delle Province italiane non si intervenne sistematicamente per far variare le legende precedentemente stabilite dai Governi provvisori, tanto che l'abolizione di tali legende è disposta solo con il R.D. del 2 maggio 1861.

 

Ciò può quindi spiegare perché si batterono monete a Firenze anche dopo l'annessione della Toscana al Regno di Sardegna, con le legende stabilite dal Governo Provvisorio, il quale, peraltro, fin dal 29.9.1859, precisava di deliberare sempre: "regnando Vittorio Emanuele II".

 

Saluti.

M.

  • Mi piace 1

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