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Guest utente3487
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Lo sapevate che il Decreto del Prodittatore del 17 agosto 1860 nr.159 dava disposizioni per l'unificazione del sistema monetario della Sicilia con quello dell'Italia ed ordinava coniazioni nella zecca di Palermo? E che lo stesso decreto dava disposizioni per l'emissione delle nuove monete di bronzo e per il ritiro delle antiche monete di rame?

Sappiamo poi che non se n'è fatto niente...

  • 1 mese dopo...
Inviato

RITENEVO CHE L'ULTIMO ATTO DELLA ZECCA DI PALERMO FOSSE STATO NEL 1836 CON LA SFORTUNATA SERIE DEI GRANI SICILIANI, E' INTERESSANTE SAPERE CHE CON I GARIBALDINI IN SICILIA SI PENSO' DI "RESUSCITARE" LA NOSTRA ZECCA, CREDO DI CAPIRE ANCHE IL PERCHE' (FINANZIARE LA SPEDIZIONE DEI MILLE ?).

CIAO


Inviato

RITENEVO CHE L'ULTIMO ATTO DELLA ZECCA DI PALERMO FOSSE STATO NEL 1836 CON LA SFORTUNATA SERIE DEI GRANI SICILIANI, E' INTERESSANTE SAPERE CHE CON I GARIBALDINI IN SICILIA SI PENSO' DI "RESUSCITARE" LA NOSTRA ZECCA, CREDO DI CAPIRE ANCHE IL PERCHE' (FINANZIARE LA SPEDIZIONE DEI MILLE ?).

CIAO

Riguardo alla straordinaria serie Siciliana del 1835/36, quest'ultima fu approntata per sopperire alle infinite monete, tagliate e corrose circolanti in Sicilia.

La coniazione fu disposta da Luogotenente Generale dei Reali Domini al di la del Faro., Leopoldo di Borbone conte di Siracusa ( chi si rivede il Principe di Saleno....) Approvate tranquillamente da Ferdinando II.

Le monete opera dell'incisore Bartolomeo Costanzo, riportano al dritto la comune legenda con il nome e i titoli del Sovrano secondo la vecchia formula "REX SICILIARUM", anziché la nuova " REX VTRIVSQUE SICILIAE".

Ferdinando II, che prima non aveva notato la differenza, sempre attento nei confronti del fratello Leopoldo ( sospettato di ambire al trono di Sicilia), notò in questo particolare una brutta manovra giocatatogli dal fratello e così, predispose l'immediato ritiro delle monete coniate, e la correzione della leggenda in base alle norme vigenti.

Per quanto la zecca di Napoli avesse predisposto di predisporre i nuovi modelli e trasmetterli a Palermo, dai quali l'incisore Bartolomeo Costanzo avrebbe dovuto trarre i nuovi conii, la coniazione rimase per sempre bloccata!!!!sad.gifsad.gif

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Inviato

Quando leggo gli interventi di Eracle mi rendo conto che la numismatica non è solo "collezionare monete". Ottimo il suo tentativo di rivitalizzare questa discussione, ormai latente..........

Vicenda storica molto interessante, un intervento di alto livello sulla monetazione "sicula". Spero ci siano ulteriori apporti.


  • ADMIN
Staff
Inviato

Vicenda storica molto interessante, un intervento di alto livello sulla monetazione "sicula". Spero ci siano ulteriori apporti.

Condivido le riflessioni, mi sono permesso di adattare le note di Eracle per il nostro catalogo:

http://numismatica-italiana.lamoneta.it/riepilogo/W-FD2P

10Grani_1836_26989.jpg10Grani_1836_26990.jpg


Inviato

scusate ma mentre la coniazione di monete non e` mai avvenuta a palermo cosa e` successo al ritiro di monete?

mi sembra strano che non siano state ritirate , le sicilane sono abbastanza rare, in piu` sappiamo che le monete napoletane sono state ritirate , per esempio le piastre da 120 grana sono state usate per coniarci le 5 lire a napoli.

mi sa che la zecca e` stata riaperta per ritirare le monete

ciao


  • ADMIN
Staff
Inviato

Penso che il ritiro non sia stato così subitaneo visto che dei 10 grana ci sono sia il 1835 e il 1836.


Inviato

ma

io escluderei l emissione del 1835-1836 perche` non mi pare abbia circolato e sono tutti R4

quello che vorrei sapere e conoscere e` questo

che monete circolavano nel periodo post napoleonico in sicilia ?

mi pare quelle del regno delle 2 sicilie piu` probabilmente quelle rimaste dal regno di sicilia pre 1800

se esiste un decreto per riaprire la zecca di palermo con fuzioni di coniazioni e ritiro e facile che qualche ritiro sia stato effettuato

sarebbe interessante sapere se e` vero e cosa

ciao


Inviato (modificato)

Nel periodo c'era una circolazione "promiscua" di monete battute a Palermo dal 1700 in poi, di monete Napoletane (molti i carlini di Ferdinando IV ritrovati da me nei mercatini isolani), di colonnati spagnoli (le pezze da otto real e le loro partizioni), ed anche l'oro spagnolo in forma di dobloni e quant'altro. Se desideri un quadro completo della situazione puoi acquistare a pochi euro un trattatello ottocentesco scritto da tale Giacomo Majorca, intitolato "Numismatica Sicula".

Per quanto concerne i pezzi del 1835/36 io penso che alcune monete abbiano avuto circolazione, però le autorità fecero in modo di ritirarle.

Credo così perchè ci rimane anche qualche pezzo con evidenti segni di circolazione.

Modificato da 2006augustod

Inviato

scusa ma non si puo scaricare da google books o in formato digitale ?

comunque le monete spagnole erano diffuse in tutto il mondo , come i dollari o gli euro di oggi , nord e sud america , spagna , olanda , inghilterra , portogallo , cina , filippine , tutti avevano queste monete in circolazione.

pero non spiega i ritiri dalla circolazione del 1860

ciao


Inviato

Questa misteriosa Monetazione, nacque già sotto un fitto velo di mistero.

di fatti parrebbe, che non vi sia alcuna traccia di disposizione per tali coni, nella raccolta delle leggi e dei decreti.

Esiste solo un ordinanza del 23 Maggio 1833 ( riapertura zecca di Palermo) emanata dal Luogotenente Generale Leopoldo di Borbone!!!!!!

Sembrerebbe addirittura che fu disposta anche la coniazione, di monete d'argento da Tari 1 , 2 , 6 , 12, ma rimase solo una buona intenzione!!!!!! :blink:

Comunque qualche tondello di rame circolò, prima di essere ritirato, la riprova è stata la presenza di qualche grano addirittura bucato passato in asta.


Inviato

Questa serie venne donata alle cariche più in vista del Regno, custodita in un bel cofanetto con lo stemma borbonico - all'asta Spahr venne aggiudicato un cofanetto (contenente tutta la serie in FDC), per la somma per allora molto rilevante, di 40.000.000 di lire.

Io mi accontenterei del cofanetto, :ph34r: !


Inviato

scusa ma non si puo scaricare da google books o in formato digitale ?

comunque le monete spagnole erano diffuse in tutto il mondo , come i dollari o gli euro di oggi , nord e sud america , spagna , olanda , inghilterra , portogallo , cina , filippine , tutti avevano queste monete in circolazione.

pero non spiega i ritiri dalla circolazione del 1860

ciao

Dobbiamo fare una distinzione : i grani Siciliani del 1836 vennero ritirati immediatamente e distrutti, ne rimane qualcuno che ebbe circolazione e quelli in FDC dati nei cofanetti.

Altra cosa fu il ritiro della moneta Borbonica che avvenne a partire dal 1862; dal 1860 al 1862 i pagamenti vennero fatti con la moneta antica e con la nuova (Sistema monetario Francese/Italiano): Il Decreto del 1860 aveva però imposto l' obbligo di nominarle nelle contrattazioni con entrambi i sistemi (Borbonico e Francese), che poi diventò obbligo di nominarle solo col nuovo sistema.


  • 2 settimane dopo...
Inviato

Ritengo utile segnalare questo studio di Roberto Volpes del 1960 apparso sul Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano, sulla monetazione siciliana, leggetelo perchè è molto interessante.

http://www.ilportaledelsud.org/bcnn1961_2.pdf

  • Mi piace 1

Inviato (modificato)

Ritengo utile segnalare questo studio di Roberto Volpes del 1960 apparso sul Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano, sulla monetazione siciliana, leggetelo perchè è molto interessante.

http://www.ilportaledelsud.org/bcnn1961_2.pdf

interessante ed istruttivo,se fossero stati coniati questi tondelli................... :rolleyes: :rolleyes: :rolleyes:

Diciamo che le premesse e le buone intenzioni ci sono state, poi gli eventi ed i tempi della burocrazia hanno fatto la loro parte, peccato avremmo potuto ammirare qualcosa di veramente unico, raro e originale!!!! :( :(

Un doveroso ringraziamento a Francesco per questi splendidi studi, che arricchiscono ed avvicinano maggiormente tutti gli appassionati di questa affascinante monetazione.

Modificato da eracle62

Inviato (modificato)

Nonostante la Sicilia vivesse per sedici mesi con un governo indipendente, a capo del quale pose Ruggero Settimo, non fù in grado di fare rinascere la zecca di Palermo, abbandonata da più di un decennio.

L'esercito borbonico riprese con la violenza il pieno controllo dell'isola il 15 maggio 1849, Palermo subì il fuoco dei cannoni dell'esercito borbonico, vi furono ingenti perdite tra i civili.

I tempi erano maturi, la rivoluzione si propagò a Milano e a Parigi.

Si versò molto sangue per conquistare l'indipendenza.......in tutta Italia, è questo fù "normale", era la rivoluzione, non si può parlare di stragi.

Di stragi vere ve ne furono dopo.............molto spesso dimenticate................ve ne segnalo una che avvenne a Palermo nel 44, ad opera di un plotone di militari dell'Esercito italiano, dell'Italia del Sud, appartenenti al 139° fanteria della Divisione "Sabaudia",ecco in breve:

La mattina del 19 ottobre 1944, a Palermo, una manifestazione di impiegati, esasperati dalla fame, confluì in via Maqueda il corso principale della città in direzione della prefettura da poco riconsegnata dagli Alleati all' Italia. Dai fianchi della strada dove sorgono i quartieri popolari si unirono al corteo centinaia di persone che divenne imponente. Chiedeva pane. La tensione era molto alta le condizioni di assoluta povertà in cui vivevano i palermitani aveva esasperato gli animi, le idee indipendentiste avevano preso piede in città e le invettive contro gli affamatori italiani vennero declamati a gran voce. In prefettura temendo che la manifestazione si trasformasse in sommossa ordinò l'intervento dei militari della divisione Sabauda a protezione del palazzo. Giunti nei pressi della prefettura i manifestanti disarmati si videro fronteggiati dai militi, la rabbia montò ma non ebbe modo di esprimersi, dal retro di un camion dei soldati, senza alcun preavviso, venne lanciata una bomba a mano sulla folla e i militari armati di moschetti aprirono il fuoco. Falciarono soprattutto giovani e ragazzi che si trovavano in prima fila altre due bombe vennero lanciate una di queste ferì 9 soldati.

La città venne totalmente militarizzata e in serata si dovettero chiamare i vigili del fuoco per lavare il sangue dalle strade. Il primo bilancio ufficiale fu di 16 morti 104 feriti. Una successiva inchiesta del CLN palermitano, tuttaltro che esaustiva, portò il numero dei morti a 30 ma la cifra esatta dell'eccidio non si saprà mai, in molti morirono negli ospedali e nelle proprie case.

Una stima credibile parla di 90 morti e 180 feriti. Nessun processo, nessuna inchiesta giudiziaria è stata fatta e questa vicenda senza colpevoli è stata inghiottita in un buco nero della Storia da cui non è più riemersa.

Fu la prima strage nell'Italia liberata dal fascismo

Modificato da 2006augustod

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Augusto, conosci i film "BRONTE, CRONACA DI UN MASSACRO" e "LI CHIAMARONO BRIGANTI"? Beh, quelle furono invece le prime di una serie di stragi comandate dai piemontesi nei confronti di siciliani e meridionali che furono sottratti (con mille promesse) alla sovranità borbonica per poi farli ritrovare più poveri di prima. Vicende davvero tristi.


Inviato

All'amico Augusto dedico questa bella immagine. Si tratta della medaglia in bronzo coniata nella zecca di Palermo per la rivoluzione siciliana del 1848 e dedicata a Ruggiero Settimo. Uomo dal grande spessore politico e appartenente ad una potente e nobile famiglia siciliana. Ora devo scappare, domani darò qualche mia considerazione storico politica sul personaggio.

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Inviato

mi siano consentite un paio di osservazioni.

L'esercito borbonico riprese con la violenza il pieno controllo dell'isola

semmai, "l'esercito borbonico riprese ciò che con violenza fu sottratto al controllo del potere legitttimo e precostituito ovvero quello delle due Sicilie".

Si versò molto sangue per conquistare l'indipendenza.......in tutta Italia, è questo fù "normale", era la rivoluzione, non si può parlare di stragi.

- l'indipendenza: e da chi ? e per quale insostenibile ragione ? sarei curioso di ascoltarne qualcuna ...

- è "normale" spargere sangue per la nobile causa de "l'indipendenza" ma poi sarebbe inaccettabile cercare di mantenere l'integrità del Regno con l'uso dei reparti REGOLARI in forze allo stato Duosiciliano.

- "era la rivoluzione": ma quale rivoluzione ?? la Rivoluzione, quella vera che nasce dal Popolo vuole una sola guerra, quella delle coscienze e non ci fu alcun moto dell'animo se non un piano cinico che parlava inglese e che trovò nella monarchia sabauda (questa si che la potremo definire "monachia rivoluzionaria") il giusto sponsor per attuare in Italia la svolta liberale, massonica, settaria e carbonara ai danni di uno stato cattolico, neutrale e progredito.

- "non si può parlare di stragi": Bronte per mano di Bixio, Casalduni e Pontegandolfo opera dei Bersaglieri.

Su Lombroso e Fenestrelle meglio glissare, per ora, visto che le celebrazioni del 150° sono appena cominciate e non mancheranno situazioni migliori per informare la collettività delle migliori pagine della storia risorgimentale di cui andare fieri.


Inviato

Mauro, sono pienamente d'accordo con te. Hai centrato perfettamente il punto. Non aggiungo altro, ho letto bene il tuo intervento di carattere storico e vedo che in poche righe hai espresso un pensiero molto vicino alla realtà.

Volevo portare ora l'attenzione sulla medaglia da me postata. Essa è presente nel D'Auria al numero 215 nel quale è dedicata una pagina intera a questo personaggio, sebbene non facesse parte della serie di medaglie borboniche (chiamiamola anti-borbonica) è stata comunque inserita dall'autore nel suo volume a titolo di importante testimonianza storica. Ruggiero Settimo fu un uomo dal rigore morale assoluto, rispettoso e di nobile famiglia, fu ammiraglio della flotta borbonica, sarebbe impossibile parlare della sua vita in poche pagine. Purtroppo, per colpa dell'entusiasmo iniziale dei separatisti siciliani venne trascinato nel 1848 nel ruolo di presidente del governo separatista siciliano, con la riconquista della Sicilia fu esiliato a Malta ed accolto con gli onori di capo di stato. Morì nel 1864.

Moltissimo è stato scritto su questo travagliato periodo storico e come al solito, sempre ad uso e consumo degli storici sbagliati, leggendo anche le pagine di wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Ruggero_Settimo ci si rende conto della cattiva ed ingiustificata fama di cui gode il buon Ferdinando II. Molti parlano di assedio, bombardamento e stragi di donne e bambini, Ferdinando II venne dipinto dall'inglese Gladstone come "negazione di Dio" .............. ma Gladstone fu a conoscenza delle stragi efferate commesse dagli inglesi nelle loro colonie? E' chiaro che la riconquista fu sanguinosa, cosa pretendevano i separatisti, che i Borbone andassero a bussare alle porte di Messina e Catania con un mazzo di fiori?

Concludendo il mio intervento desidero segnalare l'articolo di Danilo Maucieri riguardo la pubblicazione del documento originale riferito all'emissione della medaglia in questione http://www.ilportaledelsud.org/maucieri_danilo.htm . Grazie allla pubblicazione di questo decreto sappiamo che questa medaglia fu un'emissione ufficiale della zecca di Palermo e non un'emissione privata. La firma e la dedica dell'incisore Giuseppe Barone, sia al dritto che al rovescio, la rende ancor più interessante. Tempo fa molti numismatici credevano che detta medaglia fosse stata coniata a Palermo nel 1860 (come per la medaglia datata 1848 rif.Ricciardi 187 emessa dopo il 1860 durante la dittatura di Garibaldi), grazie a questo decreto sappiamo invece che rientra pienamente nel 1848. L'articolo di maucieri è stato pubblicato nel 2008, il D'Auria invece è uscito alla fine del 2006. Quest'ultimo, anche senza conoscere il decreto ufficiale la pubblicò lo stesso (e fece bene) perchè in base ad un'attenta analisi dei canoni stilistici dei rilievi, intuì che doveva per forza rientrare in quel periodo e non dopo il 1860. Si tratta di una medaglia dai rilievi impressionanti, la testa di Ruggero Settimo risalta dal tondello per diversi millimetri. Vi invito a consultare alcune medaglie siciliane pubblicate su Ilportaledelsud http://www.ilportaledelsud.org/medaglie_siciliane.htm (bello il dipinto olio su tela di Settimo conservato nel museo del Risorgimento di Palermo).


Inviato

Ecco la medaglia illustrata al n. 187 del Ricciardi. Segue immagine e didascalia.

Medaglia 1848. argento. Ø 32 mm. Coniata a Palermo. Per la rivoluzione siciliana del 1848 (opus: Giuseppe Barone) (Nastro di colore verde orlato a sinistra di rosso e a destra di bianco)

Al dr./ La Sicilia, stante con la spada nella destra, rivolta verso lo scudo dei Savoia, raggiante in alto. In fondo l’Etna in eruzione. Ai piedi della figura scudo con la Trinacria e cornucopia.

Al rov./ * INIZIO DEL RISORGIMENTO D’ITALIA, al centro SICILIA / 1848

(von Heyden 367, 368. Ricciardi 187. Brambilla 295)

In questa rara medaglia è raffigurato al dritto lo stemma di Savoia raggiante verso il quale è rivolta la Sicilia, ciò vuole simboleggiare l’offerta di annessione della Sicilia al Regno di Sardegna fatta a Carlo Alberto durante i moti del 1848.

Essa fu coniata con Decreto Luogotenenziale del 14-2-1861, n° 30, a firma del marchese Massimo Cordero di Montezemolo, fu istituita questa insegna”da distribuirsi a tutti coloro che faranno constatare…. Di aver preso importante parte sia politicamente, sia militarmente ai gloriosi fatti del 1848…. In Sicilia”.

La medaglia in argento fu assegnata ai componenti del Governo Provvisorio di Palermo e ai mutilati o feriti nei fatti d’arme, in bronzo per tutti gli altri. L’unica medaglia in oro fu conferita, con decreto luogotenenziale del 11-1-1862, n° 82, a Ruggiero Settimo.

La distinzione tra i due tipi è in sostanza nel conio del dritto, rimanendo invariato il rovescio; impossibile stabilire con certezza quale sia stato il primo in ordine cronologico, in ogni caso si tratta di esemplari sicuramente originali e conferiti in origine.

La differenza più evidente si rileva nell’inclinazione in senso antiorario dello scudo raggiantedi Savoia: nel tipo A i bracci orizzontali della Croce puntano sul viso della donna raffigurante la Sicilia, nel tipo B i bracci puntano invece sul suo seno scoperto.

Altre differenze si evidenziano nel profilo montuoso di sfondo e nel fumo uscente dell’Etna che nel tipo A punta a sinistra, rimanendo quasi verticale nel tipo B.

Fonte: Brambilla, le medaglie italiane negli ultimi 200 anni, Milano, 1985.

Questo tipo di medaglia, come scritto nel Brambilla, è nota in più di una variante e venne coniata nel periodo post-borbonico, questo è il motivo per il quale è stata omessa da D'Auria nella sua opera. A tal proposito vi consiglio di dare un'occhiata a questo articolo. http://www.ilportaledelsud.org/medaglie_contro.htm Buona lettura

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Inviato (modificato)

Ci tengo a precisare che il termine rivoluzione è stato da me utilizzato senza nessuna connotazione di valore (quasi sempre la parola assume un significato positivo o latatamente romantico), lungi da me utilizzarla con questa accezione, non sono io a potere dare giudizi morali o politici, lo lascio fare ai filosofi ed agli storici.

Quindi il termine rivoluzione è stato da me utilizzato nel suo significato strettamente letterale, quale denominazione storica attribuita ai moti rivoluzionari borghesi che sconvolsero l’Europa nel 1848.

A qualcuno potrà non piacere, ma i primi moti furono quelli siciliani e vennero chiamati “rivoluzione indipendentista siciliana del 1848”, in quanto l'insurrezione siciliana portò l'isola all' indipendenza, è fù il prodromo della Primavera dei popoli, termine con il quale si identifica l'ondata di moti rivoluzionari borghesi che sconvolsero l'Europa nel 1848. Solo l'Inghilterra vittoriana, ne rimase indenne.

Ringrazio Francesco che ha saputo leggere tra le righe...........ha parlato dei fatti di Bronte e cioè delle prime stragi sabaude in Sicilia.

Io invece ho parlato dell'ultima strage sabauda in sicilia .............. la strage della rivolta del pane, avvenuta a Palermo nel 44.

Mi pare che su questo vi sia ampia condivisione da parte di entrambi.

Ho anche definito "normale" lo spargimento di sangue conseguente alle rivoluzioni del 48, mentre ho parlato di stragi per altri fatti........, resto perciò perplesso dall'intervento pur apprezzabile di mper quando afferma : "la Rivoluzione, quella vera che nasce dal Popolo vuole una sola guerra, quella delle coscienze e non ci fu alcun moto dell'animo se non un piano cinico che parlava inglese e che trovò nella monarchia sabauda...............".

Trovo che questa tesi del "complotto internazionale", sminuisca l'apporto dei siciliani, che avevano già le coscienze più che pronte per percorrere la strada dell'indipendenza.

Le coscienze dei siciliani erano già pronte, e lo furono anche le loro braccia quando si armarono a migliaia per supportare i mille soldati di Garibaldi (o qualcuno pensa che il sud italia venne conquistato con un esercito di soli mille uomini ?).

Modificato da 2006augustod

Inviato

Volevo segnalare che la medaglia di Ruggero Settimo è illustrata anche sul Ricciardi (del 1930) al numero 188 (cfr immagine allegata). Nell'esemplare illustrato in quest'opera manca al rovescio la firma dell'incisore. Secondo me è una cosa abbastanza misteriosa, va considerato che in quegli anni si riportavano riproduzioni fotografiche prese dai calchi e non dalle originali (il metallo scuro non rendeva forse l'immagine nitida), è probabile che nel copia e incolla del calco la firma sia stata cancellata (per errore?). Si tratta di una medaglia passata sotto i miei occhi in non più di tre esemplari. Se qualcuno di voi dovesse avere un esemplare in collezione con tale mancanza potrebbe postare un'immagine, sarebbe interessante sapere se ho ragione o mi sbaglio. Grazie

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  • 9 anni dopo...
Inviato

Interessanti le pagine di R. Giuffrida (La lunga crisi monetaria del Regno di Sicilia tra Settecento e Ottocento, pp. 44-46) dove l'autore narra con date, personaggi e leggi la nascita e l'epilogo della singolare monetazione di rame a nome di Ferdinando II. Personalmente molte informazioni a me erano sconociute.

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Rubo la foto a @nikita_ (spero che mi perdoni) per evidenziare come si presentava il cofanetto con le rare monete di presentazione coniate a Palermo nel 1836 a nome di Ferdinando II (v. post. 24), accompagnato da relativa documentazione.

Fonte: Bank Leu Zurigo 11 Marzo 1987, Monete della Sicilia e dell'Italia Meridionale - Asta monete collezione Spahr.

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