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Ancora dalla stessa asta lotto 429 indicato come Bernocchi 332 , si dovrebbe trattare di B2079

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Lo stile generale della moneta, la forma dei fiori del giglio e dei pendenti, lo stile delle legende, la figura del santo, la foggia del mantello.. lasciano pochi dubbi. Il simbolo della stella a otto punte è uno di quelli presenti nella lista dei segni che non ha trovato riscontro nella ricerca del Bernocchi.

Le indicazioni relative alla classificazione proposte sono una mia interpretazione, con tutti i limiti del caso.


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Per quanto riguarda la presenza nell’elenco dei fiorini di questo tipo di segni non riscontrati dal Bernocchi provo a proporre possibili giustificazioni:

I fiorini venivano coniati per conto dei mercanti che li utilizzavano per i loro commerci, nel mediterraneo come nei paesi europei, gran parte delle monete non restava a Firenze e l’oro ripartiva subito dopo essere stato coniato.

Nel primo periodo di coniazione il fiorino d’oro ( primi anni ) non era particolarmente amato a Firenze e in centro Italia in generale, per questo i primi fiorini hanno avuto scarsa diffusione locale. Ho trovato questa affermazione in un articolo pubblicato nel 2006 da Robert Kool che descrive una campagna di ricerca subacquea nel porto di Acra che si è svolta in due fasi negli anni 1993 e 1994. Nella parte di inquadramento generale oltre a parlare della diffusione del fiorino nell’area del medio oriente e richiamare il ripostiglio di Aleppo scoperto a metà degli anni 50 del 1900, riporta una affermazione attribuita a un cronista fiorentino, citando il testo di Robert Sabatino Lopez “Back to gold, 1252”(che non ho ancora trovato), Piero Pieri nel 1305 riporta come il fiorino fosse impopolare nella città stessa di Firenze “non c’è virtualmente nessuno che lo vuole” (libera traduzione dall’inglese) dallo stesso articolo si parla di una registrazione relativa al pagamento delle decime nel 1275. (Di questo cronista non ho trovato traccia in rete)

Il fiorino era considerato a nord delle alpi più una merce ( oro fino da riconiare ) che non una moneta, potrebbe essere plausibile pensare che interi lotti di fiorini siano stati trasformati in altre monete. Questa affermazione viene riportata nello stesso articolo e attribuita a Peter Spufford (Money and its use in medieval Europe).

Ciascuna di queste motivazioni potrebbe dare una spiegazione della sparizione di alcune tipologie.

Chiudo con una possibile motivazione, banale e che non vuole essere presuntuosa, di alcuni di questi segni si conoscono monete di tipologie successive, potrebbero essere le uniche esistenti, la svista da attribuire al redattore della lista originale.

Il testo dell’articolo di Robert Kool, A Thirteenth Century Hoard of Gold Florins from Acre, è in rete posso fornire il link in PM (è del 2006)

Mi scuso se cito articoli che non ho letto, ma mi riprometto di colmare la lacuna a breve.

Se qualcuno avesse notizie dell’articolo del Lopez, del ritrovamento di Aleppo o del testo dello Spufford, le notizie sarebbero gradite.

Cordialità

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Ho controllato il testo di Spufford, e credo che il passaggio in questione sia questo: pg.277

Since a higher value was set on gold in England than on the continent, it made sense for Italian merchants to import florins into England. An inquiry in 1314 revealed that the king's Geonese banker, Antonio Pessagne, had passed on 50,000 Florentine florins in England, and ten years later the leading Florentine business houses, the Bardi and the Peruzzi, had florins available at their London branches with which to repay deposits of £2,000 sterling...

[...]

...Edward [iII of England] borrowed over 1.1/2 million florins from Florentine bankers, particularly the Bardi and Peruzzi, and much of this was conveyed in gold from Florence [...]

Traduco:

Dato che l'oro aveva un valore più elevato in Inghilterra che sul continente, aveva senso per i mercanti italiani importare fiorini in Inghilterra. Un'inchiesta del 1314 rivelò che il banchiere del re, il genovese Antonio Pessagne, aveva importato 50.000 fiorini di Firenze in Inghilterra, e dieci anni più tardi le principali banche fiorentine, i Bardi ed i Peruzzi, avevano presso le loro filiali di Londra disponibilità di fiorini tali da rifondere depositi per 2.000 lire sterline

[...]

Edoardo III d'Inghilterra prese in prestito 1,5 milioni di fiorini da banchieri fiorentini, in particolare dai Bardi e dai Peruzzi, e molti di questi furono consegnati in oro da Firenze [...]

Considerando che, sempre secondo Spufford, Firenze arrivò a coniare 400.000 fiorini all'anno negli anni buoni, si tratta di quantità molto rilevanti d'oro che da Firenze partono per l'Europa del nord-ovest.


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Buon Giorno,

Riprendo con la descrizione dei particolari che determinano l’appartenenza a questo tipo. Il Bernocchi non è molto prolisso nella descrizione, indica la differenza rispetto alle tipologie precedenti,legata alla presenza del punto sul vertice del giglio e alla particolare forma della lettera R, al diritto mentre per quanto riguarda il rovescio parla in generale di figura meno arcaica. In effetti un cambio stilistico nella figura del Santo rispetto ai tipi precedenti è evidente. La presenza del punto in luogo della spina, (o di un vertice privo di entrambi, come abbiamo avuto modo di vedere), consente agevolmente di discriminare rispetto ai tipi precedenti, può risultare meno agevole trovare un criterio così evidente per stabilire una discontinuità con i tipi successivi.

Descrizione tratta dal Volume III del CNF: Fiorini Tipo IV

Diritto: Il giglio di Firenze come precedente, ma ma terminante in alto con globetto.

Rovescio: Il santo Giovanni come precedente, ma di forma meno arcaica.

Le caratteristiche della Legenda sono:

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Dei fiorini di quarto tipo non conosciamo in generale i maestri di zecca, a esclusione del primo semestre 1300, fiorini B918-922, signori della zecca per l’oro Geri di Cardinale e Sennuccio di Albizzo del Bene e del successivo secondo semestre, fiorini B923-931, signori della zecca per l’oro Ricco di Lapo di Arrigo e Vanni della Maestra. Sono contemporaneamente gli unici conosciuti e datati e gli ultimi prima di quelli elencati successivamente per il secondo semestre 1303 già di quinto tipo.

Per chiarire quanto vorrei spiegare, anticipo la descrizione delle differenze tra il tipo IV e il successivo tipo V.

Descrizione tratta dal Volume III del CNF: Fiorini di tipo V

Diritto: Il giglio di Firenze come precedente, ma la forma dei fiori è più grossolana ed i due pendenti sono più divaricati.

Rovescio: Il santo Giovanni come precedente, ma con mantello di foggia più grossolana.

Le caratteristiche della Legenda sono:

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Aggiungo per maggiore chiarezza due esempi di pendenti, il primo poco divaricato e il secondo molto divaricato.

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Si tratta di B229 per il fiorino di quarto tipo e di B995 per il fiorino di quinto tipo.

Chiaramente trattandosi di un esempio, sono stati scelti due esemplari che rispondono pienamente alla descrizione. Esistono infinite varianti nella posizione dei pendenti, fino a fiorini di quarto tipo larghi e corrispondentemente fiorini di quinto tipo stretti, è un carattere che è certamente valido come dato medio, le eccezioni però non mancano. Il secondo particolare, evidenziato nell’ellisse, è riferito alla forma della lettera R, è un particolare “affidabile” che considerato eventualmente in modo congiunto con altri criteri consente di confermare una classificazione.

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Anche il rovescio ha caratteristiche generalmente individuali con facilità, che si mantengono abbastanza costanti nel tempo.

Posto anche in questo caso un paio di esempi:

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Si tratta di B243 (tre piccoli frutti) e B267 (martello)

Fino a questo punto, non emergono problemi di sorta, come sempre esistono molteplici casi non proprio canonici che si prestano a interpretazioni diverse.

Mi sento in dovere di manifestare alcune perplessità, non certo riguardo alla classificazione, sono stati stabiliti dei criteri, le monete in base a questi criteri vengono classificate. Il problema che mi pongo e di tipo diverso, mi chiedo se sia adeguata allo scopo una classificazione, pur legittima e coerente, che sembra non tenere nel dovuto conto la lista dei settantadue segni allegata al libro di zecca, lungi da me l’idea di mettere in discussione il lavoro del CNF , mi mancano sia le conoscenze che i titoli anche solo per iniziare, vorrei solo illustrare alcuni punti.

Il libro di zecca è un documento ufficiale, redatto da un notaio, per le registrazioni effettuate dopo il 1317 dovrebbe essere la versione ufficiale delle informazioni relative alle cariche e alle altre notizie riportate, il controllo sull’attività di produzione di monete e sulla repressione dei falsari doveva essere stringente, un valore documentale simile, forse leggermente minore, dobbiamo attribuirlo anche al periodo precedente per il quale la compilazione del registro è frutto di una ricostruzione. Generalmente i notai tendono a essere precisi.

Esistono, classificati nei tipi dal V al XX , oltre che per il tipo IV e per i precedenti molti segni di signori di zecca sconosciuti, se posso pensare esistano in qualche caso segni non registrati perché introdotti come “prove” aggiunte e dimenticati, troppi segni orfani devono trovare una collocazione diversa.

Così come abbiamo potuto trovare alcune monete anomale per le quali si è ipotizzata una parentela con i primi tre tipi, è possibile che le monete di tipo successivo al quarto abbiano visto la luce e siano state in parte contemporanee a queste. Resto del parere che a ogni tipo siano da imparentare uno o più incisori, tenderei a escludere che un incisore possa aver inciso coni attribuibili a tipi diversi, con maggiore probabilità il passaggio deve aver generato tipologie intermedie imprecisate.

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Nell’articolo di Robert Kool, precedentemente citato, erano presenti alcune tavole fotografiche descrittive delle monete elencate, in particolare erano presenti gli ingrandimenti di tutti i segni di zecca riscontrati.

Due di questi segni, non attribuiti a segni conosciuti, tra loro simili, indicati genericamente come poppy (papavero) mi hanno fatto pensare a una interpretazione diversa.

Allego copia delle immagini (sono in B/N e sono tratte da un documento pdf)

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Entrambe le monete dovrebbero essere di quarto tipo (per quello che è possibile vedere)

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I segni presentano usura, ricordano un gattino accucciato di spalle, esiste un segno che a mio parere è compatibile, (tutto è opinabile):

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Non esiste infatti il segno del gatto, mentre il segno presenta una radichetta, una forma arrotondata e una parte superiore che potrebbero essere compatibili con il segno elencato nel libro di zecca.

Se la attribuzione del segno fosse corretta avremmo contemporaneamente ridotto il numero dei segni orfani della lista e individuato una finestra temporale dove collocarlo.

Nel medesimo articolo viene proposto un limite superiore alla datazione delle monete in ragione delle vicende storiche che hanno coinvolto il sito. Tale data è il 1291, data della caduta della città sotto l’impero ottomano. Tra le monete ritrovate e studiate è presente anche un fiorino B543 serie XX anni 1252-1421.

Il fiorino in questione rientrerebbe a fianco di quelli di tipo IV tra quelli della seconda metà del XIII secolo.

Il tema è a mio parere meritevole di attenzione. Ho parlato poco fiorini di quarto tipo, che mi interessano in particolare, si potrà rimediare, mi premeva chiarire l’idea di come le tipologie si siano probabilmente intrecciate e sovrapposte in questo periodo.

Potrei anche aver interpretato male.

Indico un link per l’articolo di Robert Kool che è molto interessante e aiuta a comprendere alcuni dei concetti espressi.

http://83.149.77.24:8080/bibliotheek_2/e-bibliotheek/16453.pdf

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cordialità


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Buon giorno,

Con riferimento all’articolo citato, un appunto riguardante il fiorino indicato al numero 25 della lista, il segno viene descritto come “Trifoglio con gambo” e viene classificato come B340. L’appunto riguarda la classificazione, se è vero il fatto che il Bernocchi non elenca tra le varianti del segno immediatamente successivo, un diverso trifoglio con gambo, la variante di legenda senza punteggiatura, il trifoglio sulla moneta è simile ai successivi B341-344. Ultima annotazione a riguardo, nella lista dei settantadue segni, esistono due simboli compatibili con il trifoglio e sono indicati al numero nove e al numero sessantanove. La rappresentazione è probabilmente convenzionale.

Il Bernocchi elenca quattro diversi trifogli con gambo tra i segni di maestri di zecca sconosciuti. (un altro paio di segni viene denominato in modo diverso ma ha caratteristiche vicine)

Allego un estratto del Vol II

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Illustro ora con un paio di esempi cosa volessi intendere quando parlavo di tipologie intrecciate e sovrapposte.

Avevo avuto modo di studiare un fiorino “a cavallo” tra il quarto tipo e il successivo, nulla di particolarmente “anomalo” solo qualche caratteristica non perfettamente definita ai fini della determinazione del tipo. Descriverò la moneta nel seguito. Qualche sera fa ho notato scorrendo l’ultimo catalogo InAsta sa, il lotto 867, un fiorino abbastanza normale di quarto tipo classificato come B335 Torricella. La caratteristica della lettera R della legenda al diritto è quella corretta per il tipo, i pendenti si presentano piuttosto divaricati, anche questo rientra nei limiti come l’aspetto generale della moneta. Da qualche tempo osservo con particolare attenzione i fiorini al fine di cercare di classificarne i coni, il rovescio della moneta indicata non mi era nuovo, ho infatti classificato un paio di fiorini con il medesimo conio dei quali ho ripescato le immagini, il primo presenta una pesante doppia battitura e servirebbe più lavoro a dimostrare che si tratta dello stesso conio rispetto alla utilità che ne trarrei, anche perché il secondo , identico al primo per entrambe le facce crea meno problemi in merito. I rovesci delle due monete sono stati coniati a poca distanza (intesa come numero di monete ) tra loro alla luce dell’usura dei coni, i diritti presentano invece una differenza importante nella forma della gamba della R, mentre restano invariate le altre caratteristiche generali.

Evidenzio alcuni dei particolari analizzati nel confronto, inoltre le monete si sovrappongono perfettamente.

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A sinistra il rovescio del fiorino InAsta lotto 867

Se il particolare della R nel fiorino InAsta rientra ancora nei canoni del tipo IV l’esempio indicato è quanto meno anomalo. Le dimensioni della gamba della R sono molto maggiori di quelle di tipo IV e vicine a quelle del tipo successivo.

L’aspetto generale di alcune monete che sono probabilmente da datare a fine 1200 perde le caratteristiche di precisione e di stile dei fiorini più “classici” e scivola, con un generale scadimento della qualità, verso i fiorini di inizio 1300. Si intuisce la mano di più incisori, attivi forse contemporaneamente, che hanno prodotto risultati di qualità non sempre adeguata.

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Asta InAsta numero 34 lotto 867

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una delle due monete descritte

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dovrebbe essere evidente la differenza.

Mi scuso per la qualità delle mie immagini, per praticità lavoro con scansioni invece che con immagini fotografiche. Dalle scansioni si possono agevolmente rilevare misure senza essere costretti a calcoli complicati per tener conto di focali e distanze.

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Il secondo esempio riguarda due fiorini coniati nel secondo semestre del 1300, indicati come fiorini di IV tipo, ( nella classificazione del CNF ), anche in questo caso la gamba della R si è allungata, i pendenti allargati e l’aspetto generale è più rozzo. A dire il vero non ho ancora avuto modo di vedere un fiorino con questo segno inequivocabilmente di IV tipo, ma non faccio testo. Si tratta di due B927 con lo stesso diritto e due diversi rovesci. Allego l’immagine di uno dei due, sono evidenziati i particolari rilevanti al fine di determinarne il tipo.

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Ritengo che non sia azzardato pensare a un processo di graduale passaggio tra i tipi dovuto a più motivi che hanno concorso. I motivi più probabili sono un paio tra loro concomitanti, un possibile cambio generazionale e le conseguenze della contrazione delle produzione che tocca il minimo nel 1294 a causa degli elevati costi di coniazione, la riduzione dei compensi riduce i margini operativi e costringe probabilmente a risparmiare anche sugli incisori a scapito della qualità.

L’ipotesi che alcuni segni siano stati riutilizzati a distanza di tempo, fatta per giustificare monete di tipologie diverse con il medesimo segno, meriterebbe di essere riconsiderata, almeno in qualche caso.

cordialità

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  • 2 settimane dopo...
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Buon Giorno

Il tipo V ai fini della classificazione presenta ancora un certo numero di segni per i quali non sono noti i signori della zecca relativi, la incertezza relativa ai nomi e ai semestri specifici non impedisce di collocare temporalmente la maggior parte dei fiorini negli anni a cavallo del 1300.

Un discorso a parte verrà fatto per il tipo XX che raccoglie fiorini descritti e segnalati ma non classificati in altre tipologie perché non direttamente o sufficientemente studiati dal Bernocchi.

Nel caso specifico del tipo V , per i periodi dei quali abbiamo notizie e registrazioni, che copre i semestri tra il secondo del 1303 e il secondo del 1310 compresi, complessivamente quindi quindici semestri, conosciamo i nomi dei signori della zecca relativi a tutti i semestri, conosciamo tutti i segni, unica particolarità per il secondo semestre 1309, viene descritto il segno di zecca (due pannocchie di grano con gambo) ma non sono descritti e classificati fiorini con questo segno.

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La tipologia successiva, viene introdotta a partire dal primo semestre 1311, nella descrizione delle caratteristiche che consentono di differenziarla dalle precedenti, vengono indicati il bottone che fissa il mantello e il globetto alla base della croce che si presentano scavati invece che pieni, come nel tipo precedente, oltre alla precisazione che la foggia del mantello risulta ancora più grossolana.

Come era già successo nei precedenti passaggi di tipo anche in questo caso la transizione non è netta, la caratteristica del bottone e del globetto scavati si presenta anche prima di questa data, non sempre è possibile stabilire se la presenza dei particolari scavati sia da attribuire a una precisa realizzazione dei coni in questo senso a delle mancanze di metallo, a una procedura di coniazione grossolana e imprecisa oppure a una somma di queste possibilità. La foggia grossolana della forma del mantello e in generale la scarsa qualità generale dell’incisione sono una costante del periodo per la quale è difficile definire una graduatoria di riferimento.

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Esempio di fiorino di tipo V Bernocchi 361 (signori della zecca sconosciuti, aratro)

non è possibile stabilire le caratteristiche del bottone che chiude il mantello a causa della mancanza di metallo mentre il globetto alla base della croce è quanto meno “strano”

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Esempio di fiorino di tipo V Bernocchi 986 (secondo semestre 1307, pettine)

In questo caso sono evidenti sia il bottone del mantello che il globetto alla base della croce scavati

(in relazione a questo segno, in conseguenza della classificazione proposta per un fiorino nella prossima asta Chaponnière & Hess-Divo del 18-19 maggio 2010, mi è sorto un dubbio….)

Non sempre è possibile verificare e riscontrare la presenza delle caratteristiche che abbiamo elencato, ho avuto modo di vedere fiorini mancanti del bottone o del globetto, monete dove le mancanze di metallo o la debolezza di conio non consentono di apprezzare i particolari, in generale credo che anche prescindendo dall’effettivo riscontro delle caratteristiche, un esame complessivo della moneta con la individuazione del segno di zecca e dello “stile” generale ne determina il periodo di coniazione (tranne qualche caso particolare)

La possibilità di avere il riferimento determinato dal libro di zecca semplifica le operazioni di classificazione, la eventuale sovrapposizione stilistica tra tipologie contigue è generalmente superabile con l’ausilio dei segni di zecca.

Il tipo VI copre il periodo tra il primo semestre del 1311 e il primo semestre 1315 compresi, sono complessivamente nove semestri, non conosciamo i nomi dei signori della zecca per il primo semestre 1312 e non conosciamo di conseguenza il segno relativo. Ricordiamo che le registrazioni sistematiche iniziano nel 1317 gli anni precedenti sono frutto di ricostruzioni.

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Esempio di fiorino di tipo VI Bernocchi 1116 (secondo semestre 1313 , staffa)

Ultima nota che riguarda i fiorini ultimi illustrati (molti di quelli da me visti di questo periodo) le ciocche di pelo sulle spalle e le ciocche di capelli sono molto diversi sui due lati della figura, sulla spalla destra sembrano realizzati con un punzone, lo stesso usato anche per le ciocche di capelli sullo stesso lato, mentre sul lato sinistro gli stessi particolari ricordano i fiorini di quarto tipo

cordialità

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  • 2 settimane dopo...
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Buona sera,

Prima di illustrare le caratteristiche dei tipi successivi ritengo doveroso premettere alcune note per altro precedentemente accennate. Alcuni dei caratteri distintivi dei vari tipi si prestano ad essere interpretati e quindi non sono riferimenti assoluti, la descrizione della forma della base del mantello che si pareggia è da intendere, se ho ben capito, come raddrizzamento del bordo inferiore prima curvo. Il lembo inferiore è punteggiato invece che frangiato in conseguenza della riduzione della lunghezza delle frange (questa è la conclusione a cui sono arrivato).

L’incisione è più o meno rozza anche se confrontiamo coni diversi della stessa emissione, di conseguenza, a mio modesto parere, risulta essere un riferimento labile.

Chiaramente nella selezione delle immagini da allegare si sono privilegiate quelle che rispondevano maggiormente alla descrizione tra le disponibili, la normalità è meno comune di quanto si creda.

Ultima annotazione di alcune tipologie non ho a disposizioni immagini, utilizzo riducendole quelle del Vol III del CNF, che sono in BN.

I nomi dei file immagine conservano il riferimento alla classificazione di provenienza anche se imprecisa (comunque la mia classificazione se diversa è un esercizio personale, senza pretese di alcun genere)

La descrizione delle tipologie è quella del Bernocchi

Descrizione tipo settimo dal 2° semestre 1315 fino a tutto 1325

Diritto: Il giglio di Firenze come precedente, ma la forma dei due fiori è più piccola.

Rovescio: Il santo Giovanni come precedente, ma il mantello comincia a pareggiarsi in basso. L’incisione è ancora più grossolana.

Le caratteristiche della legenda come precedente.

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Asta NAC 44 lotto 463 Bernocchi 1225 secondo semestre 1318 (classificazione ? )

Si potrebbe trattare di B 1223 per la forma della A al rovescio, se non consideriamo alto il punto che precede la S iniziale, altrimenti si dovrebbe trattare di una variante non classificata. Il tipo resta immutato.

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tipo ottavo dal 1326 al 1° semestre 1332

Diritto: Il giglio di Firenze come precedente.

Rovescio: Il santo Giovanni come precedente, ma il mantello è punteggiato in basso.

Le caratteristiche della legenda come precedente.

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Asta NAC 47 lotto 131 Bernocchi 1356 secondo semestre 1328 (classificazione imprecisa)

Per le caratteristiche delle legende più probabile B 1355 oppure B 1357 (escluderei B 1356 per la forma delle lettere) ma non cambia nulla in relazione al tipo

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Tipo nono dal 2° semestre 1332 al 1° semestre 1348

Diritto: Il giglio di Firenze come precedente, ma di forma più slanciata. I due pendenti sono meno divaricati.

Rovescio: Il santo Giovanni come precedente, ma il mantello punteggiato in basso è di forma più stretta con bottone scavato al centro; il globetto all’asta della croce è pieno.

Le caratteristiche della legenda come precedente.

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Asta NAC 50 lotto 57 Bernocchi 1455 secondo semestre 1337

in effetti il bottone scavato non è molto visibile (chiedo venia vedrò di rimediare)

vorrei far notare la forma della croce sia al diritto che al rovescio

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Tipo decimo dal 2° semestre 1348 fino al 1367

Diritto: Il giglio di Firenze come precedente, ma i due pendenti sono ancora meno divaricati. L’incisione è più fine.

Rovescio: Il santo Giovanni come precedente, ma il mantello è frangiato ai lati e in basso. L’incisione è più fine.

Le caratteristiche della legenda come precedente.

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Asta NAC 44 lotto 490 Bernocchi 1616 secondo semestre 1350

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Tipo undicesimo dal 1368 al 1379

Diritto: Il giglio di Firenze come precedente, ma i fiori sono più aperti.

Rovescio: Il santo Giovanni come precedente.

Le caratteristiche della legenda sono:

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Tavola XI C.N.F. Volume III (particolare)

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Asta Meister 06 lotto 695 Bernocchi 449 signori della zecca sconosciuti

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Tipo dodicesimo dal 1380 al 1394

Diritto: Il giglio di Firenze come precedente, ma i due fiori sono più piccoli ed hanno i globetti staccati. I due pendenti ed i caratteri della legenda sono più piccoli.

Rovescio: Il santo Giovanni come precedente, ma il mantello è liscio in basso con bottone pieno come il globetto all’asta della croce. La figura del santo è più sottile ed i caratteri della legenda sono più piccoli.

Le caratteristiche della legenda sono:

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Tavola XII C.N.F. Volume III (particolare)

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Asta NAC 44 lotto 492 Bernocchi 1919 primo semestre 1387

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Inviato

Tipo tredicesimo dal 1395 al 1408

Diritto: Il giglio di Firenze come precedente.

Rovescio: Il santo Giovanni come precedente, ma il mantello in basso è più rotondo e liscio.

Le caratteristiche della legenda come precedente.

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Asta NAC 44 lotto 493 Bernocchi 1985 secondo semestre 1399

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Asta NAC 44 lotto 498 Bernocchi 2264 primo semestre 1413 Classificazione imprecisa

Le caratteristiche più evidenti sono le frange sui lati del mantello che contrastano con la classificazione proposta e il globetto sulla “gamba” della P presente solo sul segno del I° sem 1400

in effetti Bernocchi 1997 primo semestre 1400

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