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Risposte migliori

Inviato

Buona sera a tutti.

Girovagando sui cataloghi del nostro sito, notavo che lo scudo riportato nel titolo di questa discussione è indicato come comune.

http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-PIOVIIP2/9

mentre sia il Gigante 2010 (pag. 406 nr.27) che il Montenegro 2010 (pag. 399 nr. 94) lo riportano come raro.

Qual'è il motivo di questa sostanziale difformità?

Saluti e grazie in anticipo per la risposta.

Michele


Inviato

Ciao Bizerba.

Posseggo lo scudo da te indicato...piuttosto belloccio.

All'epoca dell'acquisizione avevo iniziato a comprare papali, convinto ed affascinato, da pochi mesi.

Me lo fecero pagare...abbastanza.

Naturalmente obiettai che pur essendo una bella moneta...il periodo tardo della numismatica pontificia non faceva faville.

Mi risposero: ma questo è raro! Ed aprirono il Gigante.

Non so se questa mia esperienza... può sembrarti già una risposta.

;)


Inviato

Non passa un po' troppo spesso in asta per essere veramente una moneta veramente rara? Sulla scheda ci ho sicuramente messo le mani ma non ricordo se l'ho fatta ex novo o mi solo limitato a integrarla, quindi sinceramente non so dirti se la rarità C l'ho inserita io. In genere per le schede che ho compilato da zero sono sempre partito con la rarità indicata dai cataloghi e l'ho modificata solo su segnalazioni specifiche, questo potrebbe essere uno di quei casi.

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Inviato

Non passa un po' troppo spesso in asta per essere veramente una moneta veramente rara?

Secondo me sì... passaggi d'asta abbastanza frequenti, sarà opinione personale ma una moneta rara è un'altra cosa...;)

Ciao, RCAMIL.

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Inviato

Buon giorno a tutti e grazie per le risposte.

Sono consapevole della scarsa importanza che assume il grado di rarità riportato dai cataloghi; però, giacchè esso viene indicato tanto varrebbe provare a farlo con un minimo di attendibilità

Nel caso della scudo della discussione confesso di non condividere la valutazione di rarità C assegnata alla moneta.

Intanto se è vero che la stessa compare abbastanza di frequente in asta, tale presenza non è certamente così ricorrente come altre monete pure classificate "comuni".

Inoltre. alla stregua del metro di giudizio utilizzato per lo scudo di Pio VII, dovrenmmo allora retrocedere di rarità anche una moneta cone, ad esempio, il 5 lire 1911 di V.E.III, che il nostro catalogo, così come i cataloghi principali, riportano come rara.

http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE3/30

Lo scudone dell'11 infatti è sempre presente in tutte le aste del Regno d'Italia, è sempre (anche in più esemplari) negli stocks di tutti i commercianti numismatici e si trova costantemente anche su Ebay (in questo momento ve ne sono ben 10 esemplari in vendita).

Però credo che definirlo C sarebbe un azzardo............... B)

Saluti.

Michele


Inviato

Ho controllato come avevo classificato il mio scudo 1815: NC (la verità sta in mezzo ? :rolleyes:).

Il paragone con il 5 lire 1911 non è a mio parere molto calzante, altra epoca, altra monetazione, altra tematica, altra platea di interessati, magari l'offerta non soddisfa la domanda nonostante sia ampia e variegata...;)

Ciao, RCAMIL.

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Inviato (modificato)

Ciao Roberto.

Però, scusa, il grado di rarità di una moneta non è dato (almeno secondo l'opinione comunemente accolta) dalla frequenza con cui la stessa è presente sul mercato?.

Il potenziale bacino d'utenza di una certa moneta non dovrebbe incidere sul dato oggettivo della presenza sul mercato del tondello,

Altrimenti, per valutare la rarità, dovremmo introdurre un' ulteriore relazione che si basa sulla frequenza delle apparizioni della moneta sul mercato in rapporto al bacino d'utenza che la moneta può vantare.

Ma direi che così facendo rischieremmo di complicare concettualmente le cose............e un dato come quello della rarità non lo merita di certo. B)

Saluti.

Michele

Modificato da bizerba62

Inviato

Mi trovo d'accordo con Rcamil, il grado di rarità di una moneta è dato anche dal numero di persone che collezionano e perciò ricercano un dato esemplare.

Facciamo un esempio due monete una da 10000 pezzi e una da 500pz. coniati.

Se i collezionisti che cercano però la moneta con 10000pz. coniati sono 20000 è normale che la metà di essi rimangano senza e sarà molto difficile che chi la possiede se ne liberi perciò sarà difficile reperirla, al contempo per la moneta da 500 pz. esistono 200 collezionisti interessati(vuoi per tipologia, settore ecc...) è abbastanza facile che tutti i collezionisti posseggano quella moneta e nessuno la ricerchi e ci sarebbe un esubero di circa 300 pz. e a questo punto nonostante la tiratura rari non sarebbero. Naturalmente anche se passate in asta in percentuale superiore la prima delle 2 monete sarebbe sicuramente più rara della seconda.

Il mio è un esempio estremizzato che però può rendere l'idea del mio pensiero.

Ciao Uragano


Inviato

Ciao.

"Mi trovo d'accordo con Rcamil, il grado di rarità di una moneta è dato anche dal numero di persone che collezionano e perciò ricercano un dato esemplare."

Mah. a me sembra invece esattamente l'opposto.

Trovo che, rimanendo all'esempio, lo scudo di Pio VII dovrebbe essere considerato molto più raro del 5 lire del 1911.

Se una moneta compare 5 volte all'anno sul mercato, la sua rarità è la stessa se ad essere interessati sono 100 collezionisti o solo 10.

Sempre 5 volte è apparsa.

Il numero dei potenziali interessati non cambia la rarità del pezzo ma solo il prezzo di mercato della moneta.

Infatti è evidente che se quella moneta apparsa cinque volte in un anno è contesa da 100 collezionisti, in linea di principio il suo prezzo di mercato tenderà a salire molto più di un'altra moneta apparsa sempre 5 volte ma che interessa solo a 10 persone.

Continuo dunque a non capire perchè lo scudone dell'11 dovrebbe essere più raro dello scudo di Pio VII solo perchè il primo, che è dappertutto sempre presente, ha un parco di potenziali interessati molto più ampio.

Posso capire che questo motivo ne faccia salire il prezzo ma non capisco perchè dovrebbe influire sulla sua rarità.

M.


Inviato (modificato)

Se ci basiamo solo sui passaggi in asta quest'anno il 5 lire del 1901 di Vittorio Emanuele III è passato già 4 volte questo non vuol dire che è meno raro dello scudo del 1815 di PIO VII.

Seconde me la rarità è data anche dal rapporto tra domanda e offerta( a prescindere dal valore economico)

Altrimenti la rarità si baserebbe solo sui pezzi coniati e/o reperibili e secondo me non è così

Un discorso diverso potrebbe essere fatto sulla rarità di determinate monete in una conservazione specifica, per tornare ad un discorso recente sul testone del 1802 e 1803 di PIO VII dai passaggi in asta si evince che la loro rarità è R3 per le conservazioni MB R4 per le BB R5 per le SPL e R6 o uniche o introvabili per il FDC

Ciao Uragano

Modificato da uragano

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