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Mastro Adamo,Dante,Inferno e Paradiso


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Scrive l' Anonimo Cronista Fiorentino:

Mastro Adamo fu tirato in Casentino nel castello di Romena al tempo che i conti di quello stavano male col comune di Firenze.Mastro Adamo riduttosi con loro,costoro il misono in sul salto, e feciongli battere fiorini sotto il conio del comune di Firenze, ch'erano buoni di peso ma non di lega,però ch'egli erano di 21 carati dov'elli debbono essere di 24,sì che tre carati v'avea dentro di rame o d'altro metallo....Di questi fiorini se ne spesono assai.Ora ,nel fine,venendo un dì il mastro Adamo a Firenze spendendo di questi fiorini,furono conosciuti essendo falsati. Fu preso e ivi fu arso.

Dante ,(Inferno XXX 73 e segg.) gli fa dire:

"Ivi e Romena,là dov'io falsai

la lega suggellata dal Battista

perch'io il corpo su arso lasciai"

non per sua scelta,ma per ordine dei conti Guidi di Romena che :

"m'indussero a batter li fiorini

ch'avevan tre carati di mondiglia"

Pover'uomo ! oggi al massimo avrebbe preso una multa, o tra processi di primo e secondo grado,ricorso in Cassazione ecc, sarebbe finita con la prescrizione ,e non luogo a procedere.

Ma andiamo avanti..... Paradiso XIX (Contro i malvagi reggitori d'Europa"

"li si vedrà il duol che sovra Senna

induce,falseggiando la moneta.."

(Filippo il Bello 1285/1314 che non contento di aver confiscato i beni dei Templari ché accusò di eresia ,e sterminò, fece battere moneta svalutata per pagare la guerra di Fiandra)

e infine :

"...................e quel di Rascia

che male ha visto il conio di Vinegia"

(Stefan Uros II di Serbia,Croazia e Dalmazia 1276/ 1321 che contraffece il ducato d'oro ed il grosso d'argento veneziani.)

Spero di non avervi annoiati......

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  • 3 settimane dopo...

Mi era sfuggita questa discussione, uno spunto veramente niente male!

Conoscevo la citazione dei grossi serbi (di cui sono felice possessore di qualche esemplare) da parte di Dante, ma non avevo presente che fosse inserita nel contesto di una serie di falsari di moneta!

Le pene per i falsari furono sempre molto severe, spesso come minimo era previsto il taglio della mano destra per chi si limitava solo a tosare le monete, figuriamoci crearne di false!

In tempi medievali la moneta grossa circolava principalmente in base alla fiducia che la gente riponeva nella sua bontà: falsi di lega o peso scadente mettevano a serio repentaglio la sua reputazione, cosa che la zecca emittente non poteva in alcun modo permettersi. Ovvio che la pena per i falsari fosse la massima possibile, anche se c'è da dire che nemmeno il rischio di morire non è mai stato un freno sufficiente all'avidità...

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  • 7 mesi dopo...

Buona Sera

Ho ritrovato questa discussione, della quale conservavo memoria, ma che non riuscivo a localizzare, chiedendo aiuto al suo autore che ringrazio per la cortese e sollecita disponibilità. Il motivo che mi ha indotto a farlo è stata la visione di un paio di fiorini, per i quali un sommario controllo del peso specifico (i controlli non hanno avuto la precisione che avrei voluto ma il titolo delle monete dovrebbe essere compreso tra i venti e i ventidue carati) ha confermato i dubbi riguardo alla genuinità emersi dalla analisi stilistica. Entrambe le monete sono per peso e diametro nei limiti canonici, il dubbio legato all’aspetto è stato accentuato da uno spessore leggermente maggiorato delle monete. Almeno una delle due monete ha caratteristiche che la rendono compatibile con l’ultimo quarto del milleduecento.

Ho pensato a questa discussione, a Maestro Adamo e al Fiorino di Romena

La domanda che mi sono posto è la seguente: è possibile arrivare a una descrizione di questo falso fiorino? La risposta che mi sono dato è negativa in mancanza di riferimenti precisi in merito nei documenti ufficiali, in ogni caso si potrebbe cercare se possibile qualche ulteriore notizia.

Fatta questa premessa per chiarire il motivo del mio interesse, provo a esporre le poche e frammentarie notizie che sono riuscito a trovare:

ho trovato riferimenti a Paolino di Piero, cronista del quale non ho trovato (per ora) notizie dirette ma solo citazioni in opere di altri autori che presumo (spero) fosse contemporaneo agli avvenimenti. Riporto il frammento riguardante Maestro Adamo di detto cronista richiamato in un articolo di Guido Zaccagnini pubblicato sulla rivista “Giornale Storico della Letteratura Italiana” nel 1914 intitolato “Personaggi Danteschi in Bologna”

Maestro Adamo non era di Bologna, aveva soggiornato nella città per alcuni anni dopo essere passato da Brescia, prima di trasferirsi presso i Conti Guidi, tracce del suo soggiorno a Bologna emergono dagli archivi.

La sua origine secondo l’autore dell’articolo è del nord della Francia a quel tempo sotto il dominio inglese, esistono altre ipotesi, non sono in grado di esprimere pareri in merito.

Riporto una pagina della rivista:

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Alcuni spunti la famiglia Anchioni era di parte Ghibellina, se durante un incendio si nota che le monete recuperate sono false o sono particolarmente malfatte o si sa cosa cercare, il coinvolgimento dei Conti di Romena è legato a quel “dicesi” e per finire “lo spenditore” fu arso per uno che confessò, non perché trovato a spacciare Fiorini falsi (almeno questo si evince dal brano).

Non che voglia sovvertire l’ordine delle cose ma i Conti di Romena non erano propriamente in buoni rapporti con Firenze, non sarebbero certo venuti a discolparsi…

Cordialità

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Desidero ringraziare Ghezzi60 per aver ripescato nel deposito dei robivecchi in cui era finita questa discussione di molti mesi fà .

Quando la postai fui sorpreso dal fatto che non avesse attirato l'attenzione di nessuno. Nessun commento per 20 giorni. E dire che ci avevo perso del tempo per documentarmi.

Ora forse troverà miglior fortuna.

Dopo questo sfogo che vorrete ,spero,perdonarmi aggiungo:

Dalle note alla Divina Commedia ( Ed.La Nuova Italia -Firenze 1959 testo scolastico,appartenuto a mia moglie, che ancora conserviamo), a cura di Natalino Sapegno

" Magistro Adam de Anglia,familiare comitum de Romena, di cui parla un documento bolognese del 1277"

" Per quel che si può desumere da un passo della cronaca di Paolino Pieri sarebbe morto nel 1281"

Non ho altro per ora.

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Su Urosio II Milutino, re di rascia c'è questo interessante articolo che vi segnalo:

Chimienti, M., Scandali monetari ai tempi di Dante: Filippo IV il Bello e Urosio II Militino, in «Cronaca Numismatica», 44. 1993, pp. 37-39.

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Segnalo:

Ruotolo G., Falsi numismatici e falsari nella letteratura italiana, in «Notiziario dell'Accademia Italiana di Studi Numismatici», A. XIII, n. 24, aprile 2009, pp. 20-44

in cui pure si parla dell'episodio di Mastro Adamo e della "Cronaca" di Paolino di Pietro.

Dopo la citazione dello stesso frammento della "Cronaca" (... si trovarono in Firenze fiorini d'oro falsi in quantità per un fuoco che si accese in Borgo San Lorenzo in casa degli Anchioni. E dicesi che li faceva fare uno de' conti di Romena, e fusse preso un loro spenditore, il quale per cose che confessò fu arso) Ruotolo indica in nota:

E. Ripetti, Dizionario geografico, fisico, storico della Toscana, Firenze 1839-1843, vol. IV, 813.

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Buona sera,

Mi riprometto di trovare una copia della cronica di Paolino di Pietro per verificare quale delle due versioni riportate è quella del cronista.

.. e funne preso un lor spenditore, il quale, per uno che confessò, fu arso.

.. e fusse preso un loro spenditore, il quale per cose che confessò fu arso.

Non che per colui che “fu arso” abbia molta importanza, ma esiste una differenza formale importante, nel primo caso lo spenditore (probabilmente persona in possesso di una o più monete false, o ancora persona accusata di aver speso monete false ) è chiamato in causa da una terza persona (che per evitare di finire al rogo incolpa Maestro Adamo) nel secondo caso la confessione è dello spenditore stesso (la definizione di spenditore è la stessa) i metodi di interrogatorio adottati garantivano quasi sempre una piena e esauriente confessione, a prescindere anche dalla colpevolezza.

Forse sono “vere” entrambe le versioni, Maestro Adamo accusato da un complice quale artefice della realizzazione dei falsi Fiorini, l’accusatore così ottiene salva la vita; catturato con qualche stratagemma, “interrogato” quindi condannato e sottoposto al supplizio. ( a esempio e per buona memoria...)

Cordialità

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  • 3 anni dopo...

Arrivo con molto ritardo in questa discussione ma voglio ugualmente ringraziare @@rorey36 per averla iniziata.

Ieri ho visitato un museo ed ho trovato questo fiorino.

La didascalia riporta testuale:

Fiorino della zecca di Firenze copia di quelli che Mastro Adamo, falsario, coniò nel castello di Romena in Casentino.

Secondo gli antichi commentari furono i conti Guidi ad istigarlo alla falsificazione di questa moneta che allora era molto pregiata. Caduto nelle mani della repubblica di Firenze, fu condannato ad essere arso vivo.

Questo personaggio familiare dei conti di Romena fu reso immortale da Dante in canto dell’Inferno:

Ivi è Romena, la dov’io falsai

La lega suggellata del Battista;

per ch’io il corpo su arso lasciai

(XXX, 73-75)

Quindi tutto torna?

Non mi pare. La sentenza fu eseguita nel 1281.

Il fiorino della fotografia, da quel poco che ho potuto leggere sul CNI, dovrebbe essere invece successivo al 1303 in quanto ha il segno di zecca (Monete con segni di maestri sconosciuti riferibili al periodo del fiorino stretto: forbice, oppure I° semestre 1321 Maestro di zecca Tano Baroncelli :segno forbice, io non so quale differenza c’è tra i due segni) quindi ho l’impressione che sia un fiorino “vero” e mi sembra singolare che espongano un esemplare “buono” come copia di quelli eseguiti del “famoso falsario” reso immortale da Dante.

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Modificato da dizzeta
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  • 3 settimane dopo...

Buon Giorno,

vedo solo ora che questa discussione ha avuto un aggiornamento.

Riguardo alla classificazione proposta si tratta effettivamente del Fiorino del primo semestre 1321

inconfondibile per lo stile.

Allego una immagine dall'asta NAC 44 di un altro esemplare dello stesso conio

Riguardo alla didascalia, quanto affermato nella prima riga è senza dubbio scorretto, in quanto il Fiorino

come moneta nulla ha da spartire con le sue falsificazioni, saranno al più queste ultime a prendere il Fiorino

come modello.

Cordialità

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  • 6 mesi dopo...

Ripesco dall'oblio nel quale era caduta questa discussione, vecchia di anni, perchè ho aggiunto alla collezione una monetina da poche decine di euro che vorrei mostrare.

Mi riferisco a

"...................e quel di Rascia
che male ha visto il conio di Vinegia"
(Stefan Uros II di Serbia,Croazia e Dalmazia 1276/ 1321 che contraffece il grosso d'argento veneziani.)

Paradiso XIX (Contro i malvagi reggitori d'Europa)

Questo è Stefan :

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e questa la moneta:

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la scritta dice S STEFAN UROSIUS e la moneta pesa 1,80 grammi mentre l'argento, così a occhio, sembra di bassa lega.

(contro i 2,15 del grosso veneziano) e la cosa non piacque ai Dogi.( Non dimentichiamo che la maggior parte della popolazione era analfabeta)

Così in un decreto il Maggior Consiglio (3 marzo 1282) prescrive a tutti gli esattori di " diligenter inquirere denarios regis Rassiae contrafactos nostris Venetis grossis... et... eos incidere... ; inoltre nel 1305 si tenne a Bologna un processo contro certi prestatori che introdussero nella città la moneta di Rascia acquistata con profitto del 40 per cento " expendendos dictos rascienses pro bonis venetis "

 

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