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Inviato

Il mio consiglio é di paragonarlo al tempo di lavoro/uomo per ottenere un altro valore immutato e quindi rapportabile ai giorni nostri.

Il problema è quel valore immutato, allora probabilmente un Kg di pane costava molto ed incideva sullo stipendio, oggi non è più vero. Anche il tenore di vita è diverso.

Io invece continuo a basarmi sul fatto che chi fa davvero economia sotto il sedere ha ancora i vecchi lingottazzi gialli, senza i quali nessuno lo prenderebbe nemmeno in considerazione.

Se così fosse, il valore di 100 auro oggi si sarebbe più che dimezzato rispetto a 4-5 anni fa.

10 euro/grammo -> 25 (o quello che è) euro/grammo


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Ciao Toto.

"Ciao Michele, le risposte, non la risposta... Le possibili risposte possono essere ovviamente moltissime. Vorrei citarne una non mia, ma dell'amico Ramossen:"

Per carità, non volevo avere l'esclusiva della risposta corretta.

Mi è solo sembrato più pratico prospettare la domanda come ho scritto sopra, anzichè tentare di rispondere a quella originaria, che mi pare, così come posta, più "insidiosa".

Anzi, per essere ancora più chiari, rimetto in questa discussione una tabella relativa alle retribuzioni annuali del personale delle zecche del Regno d'Italia, nell'anno 1882 (quindi siamo molto vicini al 1875), da cui può evincersi quali fossero gli stipendi lordi dei dipendenti delle zecche del Regno d'Italia.

L'avevo inserita in una discussione di qualche giorno fa (15.1.2010) dal titolo "Le zecche di Umberto".

Eccola di seguito:

http://i46.tinypic.com/xfc469.jpg

In effetti, esaminando le suddette retribuzioni, che costituiscono un dato concreto, la somma di 100 lire appare abbastanza modesta se rapportata ad uno stipendio mensile.

Saluti.

Michele

Ciao Toto.

...

Eccola di seguito:

http://i46.tinypic.com/xfc469.jpg

In effetti, esaminando le suddette retribuzioni, che costituiscono un dato concreto, la somma di 100 lire appare abbastanza modesta se rapportata ad uno stipendio mensile.

Saluti.

Michele

Caro Michele,

io penso proprio che siano stipendi annui (e non mensili...). Perché è un bilancio (annuale appunto...). Ma anche perché è un dato certo che un insegnante di ginnasio guadagnava 1800 lire annue.

Torna quindi uno stipendio di inseviente inferiore a 100 lire/mese (85 lire/mese per 13 mensilità, lorde per di più...) e con tutte le altre valutazioni fatte in precedenza.

Un salutone,

Non penso che fossero degli stipendi normali, non credo proprio che l'operaio in zecca guadagnasse come l'operaio in fabbrica (per quelle che c'erano). Il tenore di vita, a parità di professione è molto diverso da allora.


Inviato (modificato)

Ciao ragazzi.

Ma scusate, rimanendo su un terreno piano e scevro da condizionamenti economico-politici, tra vedere e non vedere non è meglio limitarsi ad effettuare una semplice comparazione tra lo stipendio del portiere della zecca nel 1882, che era di 1.100 lire all'anno lordi e quello attuale dell'usciere (sempre della zecca) che, ipotizzo prudentemente, sarà di circa 30.000,00 euro annui lordi?

A parità di incarichi, le retribuzioni dovrebbero equivalersi nel tempo, o no?

Definire uno stipendio di 100 lire al mese nel 1882 come "gramo" o "sufficiente" o "soddisfacente" è assegnare un giudizio di valore (come direbbero i filosofi del diritto) ma non di validità, che dipende da molte variabili (se il portiere era single e magari anche "bamboccione" perchè viveva con i genitori, allora 100 lire al mese potevano essere un discreto stipendio, se invece aveva una famiglia a carico e doveva pagare l'affitto, allora poteva essere modesto ecc).

Certo, una cosa si può dire con certezza: 100 lire al mese nel 1875 non erano un grande stipendio.

M.

Modificato da bizerba62

Inviato

...

Il tenore di vita, a parità di professione è molto diverso da allora.

Ciao @LZP@,

su quanto ho quotato qui sopra sono perfettamente d'accordo, tanto vero che preferisco giudicare il tenore di vita (anch'esso peraltro variabile più di ora tra Grande città, Cittadina, Paese, Contado...) dal contesto sociale e dall'entità del reddito.

...

Non penso che fossero degli stipendi normali.

Sono d'accordo anche su questo. E' un'impressione che mi viene da un altra testimonianza storica tratta da “Le condizioni economiche degli insegnanti“, di Gaetano Salvemini :
ho cominciato il mio insegnamento in Palermo nel 1895, con lo stipendio di L.1800 e insegnando per 18 ore settimanali nella seconda classe del ginnasio. Durante il primo anno dovevo rilasciare sullo stipendio il 25% di ritenuta straordinaria, e così la mia remunerazione mensile si riduceva a L. 116. Ne spendevo 30 per la stanza, non essendomi lecito andare a dormire in una stalla come il divin redentore; 75 lire erano assorbite da una pensione!
Non era rose e fiori quello stipendio annuale (gli insegnanti non hanno mai avuto stipendi da favola...) ed il Salvemini ce lo fa notare benissimo... Lo stipendio iniziale di professore di Ginnasio (non di Liceo, allora era ben diverso...) era uguale a quello di un saggiatore di seconda classe della regia zecca... Privilegi ce n'erano anche allora...

Ciao ragazzi.

...

Certo, una cosa si può dire con certezza: 100 lire al mese nel 1875 non erano un grande stipendio.

M.

Resto d'accordo anche su questo. Per lo meno nei termini in cui ci aveva chiesto Alixias all'apertura di questa discussione:

...

secondo voi il rapporto 100 lire - 1875 può essere 10.000 euro (circa) - 2010?

...

A presto!

A me sembra che la risposta gliel'abbiamo data in più modi ed univoca.

Un salutone a tutti,


Inviato

"A me sembra che la risposta gliel'abbiamo data in più modi ed univoca."

Già. Per quanto continui ad essere persuaso che questi "tentativi" di attualizzare il potere d'acquisto di una somma X del 1875 sia un esercizio alquanto "spericolato" e, in definitiva, a causa di tutte le variabili che andrebbero considerate, abbastanza inutile, giacchè destinato a rimanere sostanzialmente poco attendibile.

Però non prendetemi sul serio; l'unico esame di economia previsto nella mia facoltà di giurisprudenza (Economia politica), a suo tempo l'ho sostituito - volentieri - con l'esame di diritto urbanistico, e quindi come economista non ho difficoltà a definirmi piuttosto "rozzo"..........(e credo che dalle "teorie empiriche" che ho esposto fino a questo punto, ciò emerga con una certa evidenza......... B)

Noto peraltro che anche gli "economisti puri" intervenuti non sono propriamente in sintonia fra di loro.....................forse il motivo è dato dalle diverse scuole di pensiero di provenienza?........ :D

M.


Inviato

Per il calcolo dell'inflazione viene effettuata una media pesata, se i prezzi non sono contestabili, il paniere più o meno va bene, i pesi sono tutto un programma :ph34r: .

Il problema e' che il paniere cambia. L'Idrolitina e' entrata nel paniere negli anni '60 e ne uscita negli anni '80. Il Walkman ne ha fatto parte da meta anni '80 a pochi anni fa.

A parità di incarichi, le retribuzioni dovrebbero equivalersi nel tempo, o no?

Beh, no.


  • 1 mese dopo...
Inviato

Ciao a tutti, non credevo di suscitare una così vasta ed amplia discussione con la mia domanda.

Leggendo attentamente tutti voi, vorrei meglio farvi conoscere perchè io cercavo una risposta al valore delle 100 lire nel 1875. Si tratta di una ricerca storica nella quale proprio in quell'anno un comune della provincia di Lecce acquistò un terreno agricolo munito di pozzo per destinarlo ad uso di fiere. Dopo una lungo iter riuscì ad ottenere il decreto reale e con una cifra di 737,35 lire espropriò un terreno di circa 3.000 m2

Quello a cui cercavo risposta è proprio capire in rapporto ad oggi quanto grande fu lo sforzo economico di quella comunità!

A presto!


Inviato (modificato)

Ho trovato interessante la lettura di questa discussione come pure le opinioni espresse pur se a volte frammentarie contenenti tuttavia qualche verita'

Giusto per coloro che non sono esperti in questa materia vi posto sul tema alcune pagine divulgative e particolarmente leggibili da tutti , non occorre quindi una laurea :D

Sicuramente i colleghi economisti riconosceranno l' opera citata e l' autore .....

Buona lettura !!!

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Modificato da piergi00

Inviato

:rolleyes:

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Inviato

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Inviato

:rolleyes:


Inviato

:rolleyes:

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Inviato

Il Grande Economista Storico Carlo Maria Cipolla.

"Le avventure della Lira"

Un testo che tutti gli appassionati di Numismatica e Storia economica dovrebbero leggere o aver letto.

saluti

TIBERIVS


Inviato

Ciao Pier e TIBERIUS, vi ringrazio molto per il bel testo, molto ben leggibile (effettivamente), e per la citazione dell'autore. Grazie alle vostre citazioni, ho avuto modo di acquistare online quel testo che tutti gli appassionati di Numismatica e Storia economica dovrebbero leggere o aver letto.

"Queste circostanze hanno condizionato l'indagine", termina all'incirca quell'introduzione...

Tra le circostanze che rendono difficile e condizionano l'indagine ne vorrei citare una anch'io, perché la notai e perché è minimale rispetto a quelle che sono state citate così bene e a tante altre che si potrebbero ancora citare: nei dati sui consumi di una famiglia di 9 persone del 1860 si trova la spesa per il tabacco ma non si trova nessuna spesa per la carta igienica... Perché la carta igienica in rotoli non era stata ancora inventata... Vi posso tra l'altro assicurare che persino nel primi anni '50 erano "non pochi" quelli (anche di alcune famiglie "borghesi"...) che si pulivano con la carta di giornale (ricordo che venivano tagliate le pagine per ottenere fogli di dimensione "acconcia" da attaccare ad un chiodo)... Ed era già qualcosa... Perché molti non avevano carta di giornale da usare allo scopo... La carta igienica a rotoli era stata già inventata, ma non era usata da molti...

E' evidente quindi anche a me, che "il paniere" su grandi archi di tempo NON è un concetto ragionevole. Chi avrebbe il coraggio, oggi, di considerare un lusso eccessivo un po' di carta igienica? Quel tanto che basta e non un foglietto di più?...

Ed è anche per questo, forse, che le curve dell'inflazione rilevata (pubblicati dall'ISTAT fin dal 1861, vedi copertina allegata) sembrano NON bastare proprio a misurare quella percepita dalla gente. Soprattutto su scale di tempo di decenni.

Anche in questa discussione l'abbiamo incontrato questa difficoltà. Chi potrebbe sopravvivere oggi in una grande città con 120 euro/mese (come risulterebbe applicando le curve ISTAT tali quali sono)?

Certo è che, se anche oggi la carta igienica fosse considerata una "cosa da fantascienza", come ai tempi nei quali neanche esisteva, allora (perché no?) -in un modo che non c'è più- si potrebbe forse sopravvivere con 120 euro/mese in una grande città...

"Tali circostanze condizionano l'indagine." Sono d'accordo, ci mancherebbe che non fossi d'accordo... Però, anche con tutte queste debite premesse, un minimo di indagine secondo me si può e si deve tentare.

Nella pianura padana alla fine del Trecento una singola persona poteva pagarsi vitto, vestiario e alloggio con 30 lire/anno e con 50 lire/anno poteva vivere riccamente.
Questa è un'informazione preziosissima, secondo me. Che il grande economista storico Carlo Maria Cipolla ritiene essere una conclusione...

Grazie molte ancora.

Un salutone,

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Inviato (modificato)

Salve

Se può essere utile volevo riportare un commento e un po di dati riguardanti il periodo in esame,

(più precisamente riferiti al 1861 e non al 1875 come nel titolo della discussione, ma, penso che

in quattordici anni le cose non siano cambiate in modo notevole).

Il meccanismo stesso dell'industria che tende a uniformare le condizioni e i contratti di lavoro

per le medesime categorie, l'accentramento degli operai, la loro tendenza ad associarsi favoriscono,

dentro certi limiti, l'indagine statistica.

Il salario medio non si può, per mancanza di dati, stabilire con precisione.

Si conoscono dei minimi e dei massimi, riportando alcuni dati per il 1860-61:

Lire 1 al giorno operai di alcune cartiere lombarde

Da lire 1 a lire 1,5 giorno, i tessili (non specializzati) di alcune fabbriche lombarde e biellesi

inoltre percepivano questo stipendio (dai registri di alcune fabbriche) operai non specializzati

delle officine ferroviarie, nastrai e pellai di Milano, operai zolfiferi in Romagna.

Poi si trovano salari massimi (operai specializzati) di 2,86 Lire/g per le industrie tessili,

2,42 Lire/g industria edilizia, 2 Lire/g industria della carta, 3,39 Lire/g nelle miniere,

3,25 lire/g negli arsenali, 5,25 Lire/g nelle officine ferroviarie.

Generalmente in questo periodo per avere un'idea delle condizioni di vita della classe operaia

si prende il principale genere di consumo: il frumento.

nel 1862 il prezzo medio del frumento era di lire 28,52 al quintale.

(da Geisser e Magrini - contribuzione alla storia e statistica dei salari industriali - riforma sociale 1904).

Dagli Annali di Statistica Italiana - 1900 (pag551) si calcola che il consumo medio per abitante è stato

di Kg 128 annuali (è evidente che questo dato sarà superiore per le classi agiate e, inferiore

per gli operai, anche se di poco). E' evidente che per le classi operaie l'alimento fondamentale e,

in qualche caso quasi esclusivo era il pane.

Supponiamo un operaio tessile (1,30 Lire/g) erano neccessarie 22 giornate di lavoro per

acquistare un quintale di frumento, supponiamo con tre persone a carico, avrà dovuto lavorare

111 giorni (in un anno) per guadagnare il neccessario (145 lire) al solo fumento per la famiglia.

Modificato da oento

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