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Buongiorno a tutti gli esperti di questo settore particolarmente misterioso e affascinante. Ultimamente la mia passione di appassionato di questo mondo mi ha spinto per una banalissima curiosità (consultazione di cataloghi ) ad effettuare delle ricerche dei pezzi dichiarati dai vari cataloghi : UNICi - RARISSIM - MAI APPARSI SUL MERCATO. Riassumendo in breve : mi sono incuriosito su una postilla presente sul Montenegro relativa alle 20 lire oro Carlo Alberto . Vengono riportate svariate annate con zecche Genova Torino (genova 1833 - torino 1836 - genova e torino 1837 - genova 1839 - torino 1841 -genova e torino 1843 -) con postilla MAI APPARSE SUL MERCATO e tiratura dichiarata. Mi sono preso la briga di provare a ricercare notizie in merito ma non sono venuto a capo di niente. Come può una moneta con tiratura tro i 20.000 e i 50.000 pezzi non essere mai apparsa sul mercato? Esiste la possibilità di verificare notizie tramite le relative zecche? Forse la mia ricerca sembrerà stupida e maniacale ma mi ha fortemente incuriosito. Certo di una vostra collaborazione im merito ringrazio anticipatamente.
Ambrogio
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Interessante, il Gigante non cita nessuna delle monete che hai detto. E' probabile che il Montenegro le abbia riprese da qualche fonte poi rivelatasi errata.
Il Pagani le riporta citando come fonte Dotti e Rolla: le monete decimali coniate in Italia da Napoleone Console a Vittorio Emanuele III, 1927 Modificato da micheleavanzo
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Si anch'io ho notato che il Pagani parla di queste monete e addiritura su di un catalogo vecchio (bobba 1970 acquistato in un mercatino) le monete in questione vengono già riportate con la stessa dicitura e con tiratura già conteggiata, non credo quindi che siano storie non credi? Purtroppo come già dicevo non saprei dove ricercare per risalire alla storia di queste monete.
Ambrogio
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  • ADMIN
Staff
La tiratura è quella dei decreti. Non è pero' detto che i decreti siano stati rispettati o magari hanno coniato monete in quell'anno ma utilizzando conii di anni precedenti
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[color=blue]Purtroppo quì si cade nella Storia che diventa commercio.
Cioè mi spiego.
Secondo alcuni le monete hanno una quotazione [u][color=red]solo[/color][/u] se sono state presenti almeno una volta sul mercato o se qualche privato dichiara con prova di averne.
Ora anche se sui decreti sono riportate se non si vedeno non esistono. :angry:
Spero che ci sia qualche privato che se la ride alla grande. ;)
Inoltre,non riportarle, per me è un grosso errore,perche s'induce allo sbaglio nel caso,raro ma non impossibile, uno venga in possesso di una di queste monete, crederà di avere un falso e non è detto,come possono pensare altri,che la porterebbe a periziare per forza,potrebbe benissimo disfarsene ad oro fuso senza perdere troppo tempo o lasciarla in un cassetto per altri cent'anni ancora,facendo rimanere nell'ignoranza i numismatici.
Per diritto di storia per me andrebbero riportate,anche se con riserva.
Spero abbiate capito il mio punto di vista.
Ciao[/color]
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Sono d'accordo ma il Pagani riporta l'esistenza di queste monete e sicuramente la sua dichiarazione è sicuramente fonte di qualche dato certo o sbaglio? Come è possibile che fonti quali il Pagani pubblichino dati non corrispondenti al vero?
Ambrogio
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I dati sono veri perché riportati nei relativi decreti.Il fatto che non esistano queste monete, come ha detto anche incuso, può essere spiegato in 2 modi:
1. Le monete dichiarate sono state effettivamente coniate ma con data differente (più probabile)
2. Le monete non sono mai state coniate
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Il post di Incuso riassume ove stia in parte l'enigma: il Pagani (mi riferisco al "Monete Italiane dall'invasione napoleonica ai giorni nostri, 1796-1961", successivo al "Pagani" citato), come altri Autori, si rifa' (implicitamente) alle tirature previste dai decreti, senza ciò presupporre per forza di cose la battitura di esemplari in un determinato anno con il millesimo dell'anno effettivamente in corso. Ignoro quale sia allo stato attuale il testo piu' attendibile in questo senso, vale a dire chi abbia svolto e pubblicato in tempi recentissimi un sistematico lavoro scremando le tirature dei decreti dai pezzi effettivamente confermati, eventualmente tentando di stabilire i quantitativi realmente esistenti indagandone i passaggi sul mercato e le presenze nelle pubbliche raccolte.
Presumo un approccio serio possa essere quello del Simonetti - Luigi Simonetti - Monete italiane medioevali e moderne - CASA SAVOIA - Volume II, parte II, pag. 290 #7, dove si riportano le tirature (anche date non postate in questa sede) e la presenza o meno sul CNI, senza ulteriori considerazioni ove vi sia mancanza di dati "scientificamente certi".

Dario Ferro
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