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Shqipëria, il Paese delle Aquile


petronius arbiter

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Vent'anni di storia della cartamoneta albanese, dal 1926, quando iniziarono le emissioni del Paese delle Aquile (in albanese Shqipëria), sotto controllo italiano, al 1945, con la prima cartamoneta dell'Albania indipendente.

Un necessario antefatto è la guerra balcanica del 1912, durante la quale truppe serbe, montenegrine e greche occuparono l'Albania. L'italia, per evitare lo smembramento del paese, decise di intervenire, inviando un corpo di spedizione che il 28 dicembre 1914 occupava Valona.
Con lo scoppio della prima guerra mondiale scesero in campo anche Austria e Germania, ma le truppe italiane, appoggiate da quelle francesi, misero in atto un'offensiva che portò alla completa liberazione del paese. Nel 1920 l'Italia patrocinò l'ammissione dell'Albania nella Società delle Nazioni, sancendo di fatto la sua influenza sul paese.

Nel gennaio 1925 Ahmed Zogu (foto) venne nominato Presidente della Repubblica Albanese, che lo stesso Zogu trasformò in monarchia (con a capo se stesso :rolleyes:) nel settembre 1928.

Intanto, con il Trattato di Tirana del 1926, fu riconosciuta all'Italia la protezione politica, economica e militare dell'Albania.

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Giorni con maggiore attività

Il 15 marzo 1925 si erano riuniti a Milano il ministro degli Esteri e delle Finanze albanese, Mufid Bey Libonova, e Mario Alberti, in rappresentanza di un gruppo di investitori italiani, con l'intento di costituire una banca centrale albanese. Venne in breve tempo stipulata una convenzione con la quale il gruppo italiano si impegnava a fondare, entro 90 giorni, la Banca Nazionale d'Albania (Banka Kombëtare e Shqipnis) e a dotarla di un capitale di 12.500.000 franchi oro.

L'assemblea costituente della banca si tenne a Roma il 2 settembre 1925, e il gruppo guidato dal Credito Italiano sottoscrisse la maggioranza del capitale. In realtà sembra che tanto le partecipazioni italiane, che quelle di numerose personalità albanesi, fossero detenute dagli intestatari (in pratica, dei prestanome) per conto dell'Istituto Italiano Cambi, cioè, in sostanza, del governo italiano.

La Banca Nazionale d'Albania emise nel febbraio 1926 la banconota da 20 franchi oro, nel marzo quella da 5 franchi oro che vedete in foto (da Ron Wise) e, nel giugno dello stesso anno, il taglio da 100 franchi oro.

Tutti i biglietti del 1926, bilingue, sono firmati da Mario Alberti, Presidente della banca, e da Amedeo Gambino, Consigliere Segretario.

petronius :)

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La Banca Nazionale d'Albania emise....nel giugno dello stesso anno, il taglio da 100 franchi oro.

Eccolo qua (ancora da Ron Wise).

Nel ritratto Ahmed Zogu, ancora "solo" Presidente della Repubblica, in filigrana Scanderbeg, eroe nazionale albanese, e in basso, il ponte Gomsiqe.

petronius :)

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piacevole ed interessante come sempre. :good:

l'inizio ("vent'anni di storia della cartamoneta albanese") fa presupporre che ci sarà un seguito, vero?

anche perché io proprio oggi ho visto ad un mercatino i 20 franchi albanesi del 1939 ed avrei voluto sapere qualcosa (magari anche una quotazione approssimativa), è una bella banconota che riprende (è quasi identica) le 100 lire capranesi, e proprio per questo magari potrei farci un pensierino (anche se io colleziono quasi totalmente italiane, ma questa praticamente è come se lo fosse).

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l'inizio ("vent'anni di storia della cartamoneta albanese") fa presupporre che ci sarà un seguito, vero?

anche perché io proprio oggi ho visto ad un mercatino i 20 franchi albanesi del 1939 ed avrei voluto sapere qualcosa (magari anche una quotazione approssimativa), è una bella banconota che riprende (è quasi identica) le 100 lire capranesi, e proprio per questo magari potrei farci un pensierino

Certo che c'è un seguito, devo arrivare al 1945, hai voglia :lol:

Nel frattempo, 20 franchi del 1939 li trovi in BB a 10 euro o poco più, in SPL tra i 20 e i 25.

petronius :)

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Nell'ottobre del 1926 entrò in circolazione anche la banconota da 1 franco oro, pari a 5 lek, prodotta dalla ditta Richter & C. di Napoli.

Ma, a differenza delle altre, circolò solo per un brevissimo periodo, cosa che la rende oggi estremamente rara.

Sui motivi di questa breve circolazione, riporto la testimonianza di un cassiere della Banca Nazionale d'Albania, raccolta da Guido Crapanzano negli anni '60 e da lui citata in Soldi d'Italia:

"Poco dopo l'entrata in circolazione, qualcuno fece notare al Presidente Zogu che sulla banconota era raffigurata l'aquila romana, emblema del fascismo, tale e quale a quella coniata sulle 5 lire italiane del 1926. Zogu ne fu contrariato e diede disposizioni affinchè il biglietto venisse ritirato e tolto dalla circolazione."

A confronto il biglietto da 1 franco (da Ron Wise) e il 5 lire "aquilotto" (da Coin Archives).

Giudicate voi B)

petronius :)

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....con il Trattato di Tirana del 1926, fu riconosciuta all'Italia la protezione politica, economica e militare dell'Albania.

L'economia albanese, malgrado il carattere prevalentemente agricolo, non era in grado di soddisfare il fabbisogno alimentare interno, così l'Italia si vide costretta a inviare aiuti per assicurare i mezzi di sostentamento alla popolazione. Questo fece dell'Albania una mera appendice economica dell'Italia, col solo risultato di di costituire un gravame per il Tesoro, senza quei vantaggi che il fascismo aveva sperato.

Nella primavera del 1938, Galeazzo Ciano propose segretamente una nuova politica: a titolo di compenso per avere lasciato a Hitler mano libera in Austria, l'Italia doveva annettersi l'Albania, e trasformare l'Adriatico in una sorta di mare interno....un piano particolareggiato fu approntato nel febbraio 1939, proprio mentre re Zogu dava palesi segni di ostilità nei confronti dell'Italia, malgrado gli aiuti ricevuti.

In particolare, aveva fatto incarcerare gli albanesi che riteneva colpevoli di amicizia verso il nostro paese, rilasciandoli solo dopo una secca protesta del governo italiano, dichiarando poi di voler stipulare un più forte patto di alleanza. Mentre le sue proposte erano allo studio, chiese improvvisamente l'invio di truppe italiane in Albania, ottenendo un netto rifiuto, poichè si pensava che la richiesta celasse l'intenzione di tentare un'avventura contro la Jugoslavia.

Alla fine, fallito ogni tentativo di intesa, le truppe italiane arrivarono davvero, sbarcando, il 7 aprile 1939, a Durazzo, Valona e Santi Quaranta.

In due soli giorni l'intera Albania fu occupata, senza incontrare resistenza, mentre re Zogu riparava in Grecia, portando con sè quanto più denaro e beni mobili poteva <_<

petronius :)

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Il 12 aprile 1939, un'assemblea costituente, riunita a Tirana e formata dalle personalità più influenti del paese, offriva a Vittorio Emanuele III la corona di re d'Albania.

In campo monetario, il Comando Militare italiano, il 7 aprile aveva ordinato la sovrastampa del biglietto da 100 franchi oro (vedi foto post n. 4) con un'aquila bicefala nera, a coprire il ritratto di re Zogu: l'operazione ebbe termine il 12 aprile e, nello stesso tempo, venivano dichiarati fuori corso i biglietti privi di sovrastampa.

Questo ha fatto sì che le banconote non sovrastampate siano oggi particolarmente rare, ma anche quelle con sovrastampa non sfigurano.

Ciò in quanto, durante il lungo regime di Enver Hoxha, chiunque fosse stato trovato in possesso di un biglietto da 100 franchi oro, con o senza sovrastampa, rischiava anni di carcere, in considerazione del fatto che, trattandosi della prima moneta in circolazione dopo l'occupazione italiana, i possessori erano sospettati di aver avuto connivenze col nemico <_<

Nella foto (l'ultima dal sito di Ron Wise, poi utilizzerò quelle della mia collezione :D) il biglietto da 100 franchi oro con la sovrastampa dell'aquila bicefala.

petronius B)

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Il 20 aprile 1939 veniva stipulata una convenzione economico-doganale-valutaria tra l'Italia e l'Albania.

In base a tale convenzione, il Regno d'Albania istituiva come propria moneta legale la "lira albanese" che, nei fatti, restò una moneta di conto, non essendo state prodotte nè monete nè banconote espresse in questa valuta. La lira albanese era parificata a quella italiana e il cambio nei confronti del franco albanese, per il quale veniva a cessare la parità aurea, era fissato in 6,25 lire. La convenzione stabiliva inoltre che per la coniazione delle proprie monete il Regno d'Albania doveva servirsi esclusivamente della Regia Zecca Italiana, e per la stampa delle banconote dell'Officina della Banca d'Italia.

Banca d'Italia che, su richiesta di Amedeo Gambino, Consigliere Delegato della Banca Nazionale d'Albania, si accinse a stampare banconote da 5, 20 e 100 franchi.

I primi ad essere approntati, nel maggio 1939, furono i biglietti da 5 franchi, che al retro portano l'aquila bicefala albanese, ma in filigrana nel tondo bianco, a testimonianza del cambio di sovranità, l'effigie di Vittorio Emanuele III.

petronius :)

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Seguirono, nel giugno successivo, i biglietti da 20 franchi, per realizzare i quali (così come quelli da 100 franchi del 1940) ci si avvalse dei clichés, opportunamente modificati, di alcune banconote italiane.

In particolare, questo biglietto riprende al fronte il disegno delle 100 lire "Roma elmata" modello Capranesi, mentre l'aquila romana del retro è sostituita da quella bicefala albanese. In filigrana, nel medaglione a sinistra Vittorio Emanuele III, in quello a destra l'eroe nazionale Scanderbeg.....par condicio :P

petronius B)

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Alla banconota da 20 franchi fece seguito, nel gennaio 1940, quella da 100 franchi, per la quale venne utilizzata la vignetta del fronte dei biglietti da 500 lire, modello Capranesi, con figura di mietitrice.

In filigrana il solo Vittorio Emanuele III....la par condicio era durata poco :rolleyes:

petronius B)

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Le banconote in franchi erano di taglio piuttosto elevato, per la circolazione monetaria spicciola fu dunque necessario fornire il paese di moneta metallica in lek (1 lek = 1,25 lire, 1 franco = 6,25 lire) e, successivamente, anche di biglietti cartacei di piccolo taglio.

Le monete, come voleva la convenzione del 20 aprile 1939, furono coniate dalla zecca di Roma, incominciando dai tagli più alti, 5 e 10 lek, che furono coniati in argento con data 1939-XVII: è da notare come l'argento non fosse più usato in Italia per le monete di circolazione dal 1937 (5 lire Fecondità).
Con data 1939-XVIII furono poi coniate monete in acmonital-nichelio da 0,20 - 0,50 - 1 e 2 lek: con la stessa data, e con date successive (1940-XVIII e 1941-XIX) saranno poi coniate monete in solo acmonital, stante la penuria di nichelio generata dalla guerra.
Infine, con data 1940-XVIII e 1941-XIX vennero coniate monete in bronzital da 0,05 e 0,10 lek.

Le monete da 0,20 a 10 lek portano al rovescio l'aquila bicefala albanese tra due fasci littori, quelle da 0,05 e 0,10 lek, un ramo di lauro.
Al dritto di tutte le monete, ritratto di Vittorio Emanuele III Re e Imperatore (in albanese MBRET E PER): per l'occasione il sovrano sfoggia ben due espressioni diverse....con elmetto e senza :rolleyes:

Nelle foto, una selezione di monete dalla mia collezione.

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Vedo che pochi scrivono, ma molti leggono :) siamo a 170 visite, che per una discussione storica sulla cartamoneta non è male: quindi vado avanti a raccontare, fidando che voi continuiate a leggere...e se qualcuno vuol anche scrivere è sempre il benvenuto ;)

per la circolazione monetaria spicciola fu dunque necessario fornire il paese....anche di biglietti cartacei di piccolo taglio.

Come già per le monete, ancora una volta il primo ad entrare in circolazione, nel luglio 1940, è il taglio più alto, quello da 10 lek, concepito per sostituire la moneta d'argento di pari valore (aspetta e spera che, col paese in guerra, ti danno indietro una moneta d'argento per un pezzo di carta :rolleyes:).

Al fronte del biglietto, in basso, la solita aquila bicefala albanese, nel tondo in filigrana il solito Vittorio Emanuele III; al retro, a sinistra, stemma albanese coronato, con ai lati due fasci littori, a destra testa di donna raffigurante l'Albania (finalmente una botta di vita :D)

petronius B)

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Nel gennaio 1941 arriva il biglietto da 2 lek, che al fronte riporta lo stemma albanese, al centro, e a destra la testa di Ercole.

Al retro, aquila albanese a sinistra e fasci littori nel riquadro a destra.

petronius :)

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Vedo che pochi scrivono, ma molti leggono :) siamo a 170 visite, che per una discussione storica sulla cartamoneta non è male: quindi vado avanti a raccontare, fidando che voi continuiate a leggere...e se qualcuno vuol anche scrivere è sempre il benvenuto ;)

e chi si azzarda a scrivere!!

cosa ci potrebbe essere da chiedere o tantomeno da aggiungere?

siamo tutti solo ansiosi di leggere il seguito!

ribadisco, molto interessante! :clapping:

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Ultima emissione italiana per il "paese delle Aquile" il biglietto da 5 lek del maggio 1942, in tutto simile, tranne che per colore e, ovviamente, valore, a quello da 10 lek.

Tutti questi biglietti furono stampati dalle Officine della Banca d'Italia, prima a Roma e poi a L'Aquila, dove rimase custodito tutto il materiale occorrente alla fabbricazione dei biglietti albanesi fino al settembre 1943, quando la Banca Nazionale d'Albania provvedette al suo ritiro.

Giusto in tempo, poichè le Officine dell'Aquila furono distrutte da un bombardamento Alleato l'8 dicembre 1943.

petronius B)

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Il 10 giugno 1940 l'Italia entra in guerra a fianco della Germania.

Mussolini, per non essere da meno di Hitler, visto che in Francia per le nostre truppe c'era stato ben poco da fare (avevano già pensato a tutto i tedeschi) decide di aprire un nuovo fronte nei Balcani, attaccando la Grecia; decisione quasi incomprensibile dal punto di vista politico, dal momento che il paese era retto dalla dittatura filo-fascista di Metaxas, e del tutto azzardata dal punto di vista militare, stante l'impreparazione del nostro esercito, più volte denunciata dai generali, che però non vanno oltre una generica protesta.

La data dell'attacco è fissata per il 26 ottobre 1940, poi sarà posticipata di due giorni, al 28.

Mussolini è convinto che "spezzeremo le reni alla Grecia" ma si sbaglia: il piccolo esercito greco non solo tiene testa alla nostra avanzata ma, nel giro di pochi giorni riesce a contrattaccare, respingendoci verso il confine albanese, dal quale eravamo partiti.

In questa offensiva l'intenzione italiana è di utilizzare l'Albania come testa di ponte per l'invasione, ma in breve essa diventa una prima linea con le retrovie a Bari e il mare di mezzo. E in mare saremmo ricacciati, se non fosse per l'eroismo della divisione alpina Julia che pur rimasta isolata e rischiando l’accerchiamento, senza viveri e con un quinto degli uomini morti o caduti nelle mani dei greci, riesce a ripiegare e a contenere l'offensiva greca sul vecchio confine, al ponte di Perati.

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Il 10 giugno 1940 l'Italia entra in guerra a fianco della Germania.

Mussolini, per non essere da meno di Hitler, visto che in Francia per le nostre truppe c'era stato ben poco da fare (avevano già pensato a tutto i tedeschi) decide di aprire un nuovo fronte nei Balcani, attaccando la Grecia; decisione quasi incomprensibile dal punto di vista politico, dal momento che il paese era retto dalla dittatura filo-fascista di Metaxas

Le intenzioni primarie erano dettate da calcoli di convenienza politico-strategica, nei confronti proprio dell'alleato tedesco. Dopo l'intervento, sostanzialmente fallito, contro la Francia (della quale non erano state neppure scalfite le difese alpine) ed il conseguente misero bottino (Mentone) era necessaria una dimostrazione di forza (e magari anche una piccola espansione). La Grecia sembrava l'obiettivo più naturale; avrebbe comportato l'espansione della colonia d'Albania (Epiro) e bilanciato il crescente influsso tedesco nei Balcani (per quanto alleati, si stava diventando sempre più subalterni) dopo l'ingresso di Romania e Jugoslavia nell'orbita della Germania. La Grecia, pur filofascista intratteneva tradizionali rapporti cordiali con la Gran Bretagna ed il suo territorio nazionale era garantito, proprio dal Regno Unito (non era, comunque, un caso unico; basti pensare al Portogallo).

Modificato da luke_idk
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