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IGNORED

Ci hanno sequestrato le monete!


alessadry

Risposte migliori

"...credo sia abbastanza chiara la distinzione che effettua tra gli oggetti di interesse culturale (ovvero tutto ciò che ha più di 50 anni) ed i beni culturali, ovvero gli stessi di prima ma con l'aggiunta della "notifica...."

Ciao Alberto,

tutta questa "chiarezza", francamente non ce la vedo.

Al MIBAC (Ufficio legislazione) parlano addirittura di "cose d'arte"........anzichè di beni culturali.......vedi Tu se è chiaro.

Saluti.

Michele

Le leggi si interpretano, non si applicano. Così un mio amico ama riassumere la situazione legislativa italiana, e quella inerente la numismatica non fa eccezione.

Espongo il mio personale punto di vista:

"sono altresì beni culturali, quando sia intervenuta la dichiarazione prevista dall'art. 13.....(ovvero la notifica)"

Parte II (Beni Culturali), titolo I, capo I, Art. 10.3

Ritengo quindi che, in mancanza di detta dichiarazione, non si possa parlare di BENI CULTURALI, ma tutt'al più di beni di INTERESSE CULTURALE.

Questa distinzione appare "evidente" anche in altri punti del Codice:

Art. 95 ESPORTAZIONE DI BENI CULTURALI

e

Art. 174 Uscite o esportazioni illecite "Chiunque trasferisce all'estero cose DI INTERESSE artistico, storico....(omissis) senza attestato di libera circolazione....".

Difatti per le cose di interesse numismatico si può ottenere l'attestato di libera circolazione, per i BENI CULTURALI no.

Saluti

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"Le leggi si interpretano, non si applicano. Così un mio amico ama riassumere la situazione legislativa italiana, e quella inerente la numismatica non fa eccezione".

Certamente, prima di essere applicata (ad un caso concreto), la legge va sempre interpretata.

Che però la legge non si applichi mai questo è smentito dai fatti ed è sotto gli occhi di tutti quotiidianamente.

Altro discorso è se si applichi bene o male, ma questo è un altro problema.

" sono altresì beni culturali, quando sia intervenuta la dichiarazione prevista dall'art. 13.....(ovvero la notifica)"

Parte II (Beni Culturali), titolo I, capo I, Art. 10.3"

Qui concordo, anche se poi l'interpretazione che una parte della magistratura offre di questo comma (quando è chiamata ad applicarlo ai casi concreti......) è nel senso di una "presunzione di culturalità" di certi beni.

E qui torniamo ad affrontare un argomento ripetutamente discusso e che credo, per il bene di tutti, non sia il caso di riaprire di nuovo qui.

Sta di fatto che lassù, al MIBAC, qualcuno dimostra di non pensarla come noi... e non si tratta , purtroppo, di un dissenso trascurabile.

Quando poi il Legislatore ha provato a chiarire cosa si dovesse intendere per bene culturale, è stato costretto a cambiare rotta repentinamente, allora si può anche capire perchè in un ufficio doganale, di fronte ad una collezione di monete in entrata, qualcuno possa anche essere disorientato.

M..

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Quando poi il Legislatore ha provato a chiarire cosa si dovesse intendere per bene culturale, è stato costretto a cambiare rotta repentinamente, allora si può anche capire perchè in un ufficio doganale, di fronte ad una collezione di monete in entrata, qualcuno possa anche essere disorientato.

L'unica cosa su cui penso siamo tutti d'accordo è il fatto che alla dogana abbiano solamente fatto il loro dovere e mi sembra di capire anche in modo molto 'collaborativo'. E' la mancanza di chiarezza dai 'piani alti' che preoccupa...

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"Stiamo vedendo se è possibile applicare l'istituto della "Temporanea importazione"

Ma la richiesta di importazione temporanea è stata avanzata subito dopo le operazioni doganali?

Secondo il parere del MIBAC (si veda quanto riportato a pagina 7, ultimo capoverso e a pagina 8), una richiesta tardiva non potrebbe essere autorizzata.

M

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"Stiamo vedendo se è possibile applicare l'istituto della "Temporanea importazione"

Ma la richiesta di importazione temporanea è stata avanzata subito dopo le operazioni doganali?

Secondo il parere del MIBAC (si veda quanto riportato a pagina 7, ultimo capoverso e a pagina 8), una richiesta tardiva non potrebbe essere autorizzata.

M

Le monete sono ancora in deposito alla Dogana quindi i tempi della richiesta potrebbero non essere così vincolanti. E poi, mi pare di capire, elledi sta ancora esplorando la fattibilità di questa soluzione, cosa che probabilmente implica anche un'interpretazione non troppo restrittiva dell'avverbio 'tempestivamente'.. :)

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  • 3 settimane dopo...

Per sdrammatizzare vi racconto un episodio che ci fa capire come c'è sempre chi sta peggio di noi. Un collega qualche anno fa lavorava al CERN di Ginevra, che è a cavallo sul confine tra Francia e Svizzera. Prima di andare al lavoro, comprò in Francia una bottiglia di vino per la cena. Alla frontiera con la Svizzera, lo fermarono e gli chiesero di pagare il dazio, cosa che fece regolarmente. Alla sera, tornando in Francia con la sua bottiglia di vino, fu fermato nuovamente alla frontiera, e gli fecero pagare per la seconda volta il dazio per l'importazione del vino (francese) in Francia :) Più o meno come la famosa scena di Troisi e Benigni alla frontiera: "Dove andate? Cosa trasportate? Un fiorino!"

Sono un pò titubante per quanto concerne la storia raccontata ...io vivo sul versante Francese del Confine Franco-Svizzero di Ginevra, e, oltre ad avere molti amici italiani (e non solo) che lavorano al Cern lavorando in Consolato ho sott'occhio la legislazione sia svizzera, che francese (che - oggi - comunitaria) - (vero è che tra uno degli ingressi principali del CERN e la frontiera, ci sono forse 300 metri...)

mettendo caso che quanto raccontato sia accaduto prima del dicembre scorso (data di ingresso nello spazio Comune Europeo per quando riguarda le persone fisiche della Confederazione Elvetica) ma che NULLA ha comunque cambiato per quanto riguarda lo sdoganamento delle merci....)

OGNI CITTADINO DI UNO STATO MEMBRO DELLA UE (o C.E.E. quando l'UE NON Esisteva o FRANCIA, o STRANIERO RESIDENTE In FRANCIA ) e, per il principio della reciprocità della Confederazione Elvetica, HA DIRITTO DI ACQUISTARE PAGANDO IL DAZIO ALLA FONTE un quantitativo Prestabilito di Spiriti o Tabacchi, gravati da Tassa Speciale Vigente nelle 2 rispettive nazioni PAGANDO SOLTANTO UNA VOLTA IL DAZIO STABILITO (stante ovviamente una TABELLA con i quantitativi di sdoganamento LEGALI)

ciò vuol dire in pratica che, SE ACQUISTA UNA DISTILLERIA (o una TABACCHERIA!!!) in Francia e la porta in Svizzera, pagherà i Dazi all'ingresso (e gli verrà rilasciata ricevuta per la quale verrà sancita l'IMPOSIZIONE della merce per il paese di ACQUISTO ed il Paese di Destinazione (valida ovviamente secondo il principio del VICEVERSA) PER IL QUANTITATIVO ECCEDENTE I QUANTITATIVI PRESTABILITI, relativi all'Imposizione UNICA delle merci.

ciò vuol dire che se compra a DISTILLERIA, una o due bottiglie (dipende cosa acquista) saranno gravate da imposta SOLO Francese (ammesso che le acquisti in Francia - valido comunque anche per il principio del Viceversa) tutto i resto della Distilleria, verrà TASSATO (ovviamente se dichiarato in dogana) e verrà SDOGANATO RILASCIANDO UNA RICEVUTA che STABILIRA' l'avvenuto pagamento dei DAZI.

(sarebbe legae chiedere i dazi di RIENTRO, soltanto se il prodotto acquistato, fosse LAVORATO e TRASFORMATO in qualcosa di diverso e reimmesso sul mercato di provenienza dopo detta lavorazione...(dubito che una bottiglia di vino la si possa lavorare...)

E' quindi una LEGGENDA METROPOLITANA quella raccontata dal Tuo amico, per il semplice fatto che UNA BOTTIGLIA DI VINO (a meno che NON SIA DI VALORE STORICO-ARTISTICO...) NON ECCEDE i quantitativi stabiliti. (l'ultimo cambiamento dei contingenti di libera circolazione è appunto datato 12 dicembre 2008)

prima vigevano leggi vecchie del 1992...che però erano abbastanza LASCHE...

Io OGNI GIORNO Varco il Confine tra Ginevra e La Francia (la prossima volta lo farò tra una mezz'oretta...) e ogni volta, in Frontiera TROVO UN BEL CARTELLo con scritto:

- DICHIARARE I QUANTITATIVI ECCEDENTI DI (segue lista) ovviamente relativi a bevande alcoliche o sigarette...

SE SI POSSONO IMPORTARE FINO A 2 STECCHE DI SIGARETTE (oggi) UNA dal 1992 al 2008 - VOGLIAMO CHE NON SI POSSA importare UNA BOTTIGLIA DI VINO?...

Forse il Tuo amico che lavorava al CERN aveva LAVORATO TROPPO =) oppure era un'amante delle LEGGENDE METROPOLITANE (alcuni dei miei amici, là dentro, arrivano a fine turno che sembra abbiano corso la MILLE MIGLIA a piedi...=)

Saluti da Ginevra (ancora per una mezz'oretta....) poi saluti dalla Francia!..=)

S.B.

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Guest utente3487

Le monete sono ancora in deposito alla Dogana quindi i tempi della richiesta potrebbero non essere così vincolanti. E poi, mi pare di capire, elledi sta ancora esplorando la fattibilità di questa soluzione, cosa che probabilmente implica anche un'interpretazione non troppo restrittiva dell'avverbio 'tempestivamente'.. :)

Infatti è così :(

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Una cosa credo di avere capito: poichè si tratta anche di cittadini americani, si è provveduto ad operare un deposito forzato, in attesa del rientro in patria degli americani. Se si fosse trattato di semplici cittadini italiani, probabilmente avrebbero effettuato un sequestro, a torto o a ragione.

dipende come sono entrati nel Paese.

Se l'ingresso è stato fatto con Passaporto ITALIANO, anche se residenti all'estero, la NOSTRA REPUBBLICA LI RICONOSCE UNIVOCAMNETE come CITTADINI ITALIANI e quindi NON SOTTOPOSTI a TUTELA DIPLOMATICO-CONSOLARE.

E' altresì vero che, se come Residenza FISCALE indicano uno Stato Estero (extra Teritorio UE) si potranno considerare LEGALMENTE come cittadini Italiani (IN TRANSITO) - questo è probabilmente ciò che è accaduto - e pertanto, le tempistiche saranno ANCORA PIU' LUNGHE, visto che, NON dovendo sottostare ad eventuali principi sanciti dai rapporti Internazionali, il "fermo-sequestro sdoganamento della merce - o come dir si voglia) NON GODRA' DELLE PREROGATIVE DI SNELLEZZA DELLE PRATICHE CONSOLARI.

Lo dico sempre a chi viene a fare le pratiche per la doppia cittadinanza, che spesso, entrare in un paese come cittadini di un'altro, è PIU' FAVOREVOLE che entrarvi come cittadini del DETTO STATO.

(immagino che loro siano entrati in Italia come cittadini ITALIANI - ovviamente per questioni di visto, e siano partiti dagli USA come cittadini STATUNITENSI, per gli stessi motivi).

Forse, per essere più TUTELATI, avrebbero dovuto entrare come cittadini USA in ITALIA, ma avrebbero poi dovuto sottostare alle leggi sul Visto, dato che, per cittadini con cittadinanza doppia o Plurima, vale il "PRINCIPIO DI INGRESSO" NEL PAESE.

Solo in sede Giudiziaria e processuale, si può richiedere il MUTAMENTO DI STATUS...

Ma non conosca la legislazione in merito per sapere se ci sia la possibilità di arrivare ad una sentenza per lo "sdoganamento" delle monete (lì bisognerebbe che intervenisse un avvocato...io NON ho tai competenze...=)

S.B.

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Guest utente3487

avrebbero dovuto entrare come cittadini USA in ITALIA, ma avrebbero poi dovuto sottostare alle leggi sul Visto

Non c'è bisogno del Visto per i cittadini USA che arrivano in Italia...

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Forse il Tuo amico che lavorava al CERN aveva LAVORATO TROPPO =) oppure era un'amante delle LEGGENDE METROPOLITANE (alcuni dei miei amici, là dentro, arrivano a fine turno che sembra abbiano corso la MILLE MIGLIA a piedi...=)

Può darsi che avesse lavorato troppo, però ti assicuro che non è una leggenda metroplitana, la persona in questione mi raccontò la cosa nella sua immediatezza ed era anche piuttosto ****zzato. Si parla di un episodio successo 20/25 anni fa, in ogni caso. Da quanto mi dici, ora per fortuna le cose sono cambiate. Meglio così...

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avrebbero dovuto entrare come cittadini USA in ITALIA, ma avrebbero poi dovuto sottostare alle leggi sul Visto

Non c'è bisogno del Visto per i cittadini USA che arrivano in Italia...

c'è Bisogno del TIMBRO D'Ingresso che permette un soggiorno NON LAVORATIVO di 90 Giorni NON RINNOVABILI (questo intendevo - erroneamente - con il termine visto).

S.B.

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