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Denari di Lucca


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A Lucca ad esempio, trattavano non solo le monete straniere traducendole in monete del luogo, ma anche, ampiamente, l’oro e l’argento, sia lavorati in fogli e in filo sia in forma di lingotti. E mentre l’oro e l’argento in filo venivano venduti, sempre a Lucca, ai locali tessitori di seta, che se ne servivano per impreziosire le stoffe, l’oro e l’argento in verga venivano spesso ceduti alla Zecca: così in qualche misura i cambiatores finivano con l’essere fornitori della Zecca. Inoltre, uno degli aspetti più interessanti richiamato di recente nell’analisi della vita bancaria lucchese è che i cambiatores praticavano già sul finire del Duecento il deposito vincolato. Il deposito a termine consentiva al cambiatore di accrescere il suo giro di capitali e di ridurre la riserva di cassa. La tecnica era di prendere a prestito a lungo termine e di prestare a breve. Si trattava ovviamente di prestiti che si possono definire al consumo, e non solo perché il livello del prestito era modesto, ma perché in genere vi si ricorreva per soddisfare esigenze immediate. Quando veniva praticato a favore dei contadini, costoro se ne servivano per comprare sementi o arnesi, restituendo quanto ricevuto al momento del raccolto.

STORIA DELLA BANCA E DELLA BORSA

Una Rivoluzione Bancaria e Finanziaria

di Luigi De Rosa

C'è poi questo riferimento ma non sono riuscito a poter leggere tutto lo scritto

I n questo luogo, per tutto il medioevo, è infatti attestata l'escavazione di diverse miniere di ferro e, soprattutto, di argento. Importanza rilevante aveva quest'ultimo per la zecca di Lucca, dove già alla fine dell'VIII secolo......

De strata francigena, Volume 6

Centro studi Romei

Modificato da scacchi
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Sicuramente è vero che i mercanti ebrei erano fondamentali per mantenere aperte le vie di comunicazione/commercio (di beni di lusso, essenzialmente) tra l'occidente e il mondo bizantino/islamico, in un periodo in cui queste erano di fatto interdette ai cristiani, per stato di ostilità o rischio di scomunica, e ciò era fonte di grandi guadagni per gli stessi ebrei (che per un certo periodo furono di fatto gli unici negotiatores di professione dell'occidente medievale) e per le città in cui operavano, nonché spesso di persecuzioni generate più che dal pregiudizio religioso, dalla voglia di mettere le mani sulle ricchezze in questione. Non vorrei però che si corresse il rischio di applicare ai fatti di un certo periodo storico le spiegazioni adatte per un altro periodo. In altre parole, mi riesce difficile credere a questo strapotere della finanza nel X-XI secolo... se stessimo parlando del XIII nulla da eccepire, ma in un'epoca così alta è anche difficile parlare di finanza in senso stretto... D'altra parte lo stesso Matzke dice che il commercio verso Lucca di argento del Rammelsberg (che è la montagna presso la città di Goslar dove c'erano le miniere, quindi stiamo parlando sempre della stessa cosa) non è "documentabile" (o non è documentato, direi io, che è una cosa diversa...) quindi mi sembra che siamo in accordo con quanto già scritto da Spufford. In altre parole, mi sembra che il traffico diretto di argento, inteso come merce commerciabile di cui la zecca di Lucca si approvvigionava di proposito tramite la rete dei mercanti ebrei, possa essere stato un fattore che ha contribuito al successo della zecca, ma forse non il più rilevante. Io vedrei più importante, insieme ad altri fattori, il movimento di argento come mezzo per equilibrare la bilancia dei pagamenti, che era certamente favorevole al commercio lucchese in generale, e comunque ho la sensazione che l'amico di dabbene avesse qualche pregiudizio ;)

Comunque come sempre bravo Mario che ha trovato il modo di ridare linfa a questa discussione "monstre" :)

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Non credo che Lucca abbia mai avuto problemi di approvigionamento di argento. Non dimentichiamo le Colline metallifere, la Sardegna tramite Pisa e le grandi quantità di materiale fornito da Roma.

Per il resto complimenti a Capitan Uncino (V.Amm.) e a MBJ per le frustate.alla ciurma :D . Oltre agli illustri utenti dabbene, sonia e scacchi per i loro interventi.

Ciaoooo

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Diciamo che io mi riferivo al periodo della partenza del denaro di Lucca alla prima fase al X-XI secolo, Montieri e Iglesias arrivano dopo,in quel periodo da dove arriva il metallo ? Se arriva da Goslar dalla Germania,ricordiamo cos'era Goslar in quell'epoca,non era una città qualsiasi,sede della residenza Imperiale, diventa dimora stabile di Enrico II e come tutte le città imperiali accresce di ricchezza e commerci per la presenza della corte e di tutti quelli che gravitavano intorno, quindi anche mercanti che poi all'epoca praticavano anche l'usura e ogni acquisto importante non era semplice; ma non era solo dimora imperiale ma diventa la regione principale per le risorse metallurgiche nel periodo specifico,tra l'altro i germanici insegneranno e divulgheranno il mestiere di minatori nel tempo.

Quindi un mix per l'epoca esplosivo Corte imperiale e miniere, le più importanti dell'epoca ; ma fu così ? O il metallo arrivava magari in modo non ufficiale dalla vicina Sardegna come dice Cordero di San Quintino ? Di certo molte fonti scritte sull'argomento non ci sono e a volte bisogna come fa Matzke fare delle ipotesi almeno per il periodo alto-medievale.

Per rispondere anche a Monbalda direi che è Lucca caput di una zona in grossa espansione e crescita per i commerci e i traffici che si svilupperanno ,una zona su cui poter fare una scommessa vincente, una zona collegata con la via francigena e con un porto , quello di Pisa,che diventerà fondamentale per i trasporti marittimi ; nel XII secolo poi con lo sfruttamento di Montieri avrà la vicinanza di approvvigionamento dell'argento.

Modificato da dabbene
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Personalmente continuo a rimanere sulle mie :) . Nel X sec. non vedo necessità di grandi quantità di metallo pezioso e tutti sappiamo perchè. Nell'XI sec. le cose cambiano specialmente in base alla necessità di moneta che alla fine del secolo necessita per la I Crociata. Le miniere di Montieri, appartenenti al Vescovo di Volterra, sono già attive da molto, anche se sotto forma privata. Populonia e Massa, idem. Aggiungiamo la Versilia, almeno già alla fine del XI secolo.Quali documenti scritti testimoniano l'arrivo del metallo argentifero dal Nord Europa?Come dice Mario, invece, le miniere sarde vengono sfruttate da Lucca, tramite Pisa e Genova, dal XIII sec., credo. Comunque se avete bibliografia recente sull'argomento, mi piacerebbe approfondire ;)

Cari saluti a tutti

PS Chiaramente non voglio fare il negazionista ad oltranza. Sono d'accordo con molte delle vostre considerazioni. Via francigena e bolsone (ma dal XII sec.), come dice paleologo, sono fonti di approvigionamento importanti.

Modificato da adolfos
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In effetti il fenomeno riguarda più che altro L'Etruria meridionale ma credo che anche Lucca possa averne trovato giovamento. Se così non fosse chiedo venia :D

Potere e attività' minerarie nella Toscana altomedievale.

R. FRANCOVICH, R. FARINELLI

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Curiusu sugnu, ma forse ho capito cosa intendi. Dammi comunque il riferimento :)

In ogni caso dobbiamo tenere presente che il vero boom della moneta lucchese non è precedente al XII secolo. Per i quanto riguarda i ritrovamenti di circolante di età ottoniana, sia da ripostigli che da scavo, la moneta di Pavia (città scelta e sostenuta dagli Ottoni come sede della zecca palatina) è molto più frequente della moneta di Lucca all'interno della stessa Toscana (Alessia Rovelli, AIIN 55, 2009). Questo non per squalificare l'importanza della zecca di Lucca, ma per dire che forse le motivazioni di un certo fenomeno non sunt multiplicanda praeter necessitatem perché quello che sappiamo potrebbe bastare alla bisogna ;)

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Parole sante! Ma parlarne tra amici come se si trovassero con le gambe sotto a un tavolo davanti ad un buon bicchiere di vino è una goduria. E poi da cosa, nasce cosa ;)

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Supporter

Curiusu sugnu, ma forse ho capito cosa intendi. Dammi comunque il riferimento :)

In ogni caso dobbiamo tenere presente che il vero boom della moneta lucchese non è precedente al XII secolo. Per i quanto riguarda i ritrovamenti di circolante di età ottoniana, sia da ripostigli che da scavo, la moneta di Pavia (città scelta e sostenuta dagli Ottoni come sede della zecca palatina) è molto più frequente della moneta di Lucca all'interno della stessa Toscana (Alessia Rovelli, AIIN 55, 2009). Questo non per squalificare l'importanza della zecca di Lucca, ma per dire che forse le motivazioni di un certo fenomeno non sunt multiplicanda praeter necessitatem perché quello che sappiamo potrebbe bastare alla bisogna ;)

Un conto è l'età ottoniana...un conto è il secolo XI. Dai dati che ho raccolto in occasione di un seminario ed anche dalle varianti di conio dei denari di Lucca tra la metà e lo scorcio dell'XI secolo attestati pure in questa discussione, ad esempio, ho la netta impressione che l'ascesa del denaro lucchese anche in quantità prodotte sia cominciata prima, abbia visto la I crociata come catalizzatore e volano, per poi avere un vero e proprio boom tra primo e secondo quarto del XII secolo, piuttosto che alla metà/seconda metà del XII come mi pare che invece dica, da ultimo, Rovelli nel suo ultimo contributo apparso su "Archeologia Medievale".

Ma presto scriverò un saggio appositamente centrato sul tema, documentando in dettaglio queste ipotesi e ...vi farò sapere :)

Per quanto riguarda le miniere anche in quel caso va vista la differenza tra X, XI e XII; inoltre va considerata non solo la quantità di metalli necessaria alle coniazioni, ma anche il tipo di flusso che non poteva essere troppo inconstante, ed i costi del loro approvvigionamento e di lavorazione, sia per il minerale, che per il metallo in barre e/o per le monete o altri oggetti già alligati, che dovevano ovviamente essere convenienti rispetto alla produzione (volumi richiesti, guadagni) ...ma ora non mi posso dilungare molto, e mi ripropongo di tornarci sopra più avanti.

un saluto a tutt* MB

Modificato da monbalda
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Però quello che scrivi non smentisce il fatto che l'XI secolo sia stato per la maggior parte un periodo di scarsezza di moneta circolante, giusto? D'altra parte questo andamento tornerebbe con la dinamica temporale della produzione mineraria e anche col fatto che, tendenzialmente, ora in misura maggiore ora minore, l'argento alla fine se ne partiva per il Levante in cambio di beni di importazione, e se non veniva rimpiazzato da metallo fresco la circolazione monetaria ne soffriva pesantemente...

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Anche Spoleto imitava il denaro di Lucca ?

Leggendo " Numismatica e tecnologia " di Angelo Finetti l'autore a un certo punto si chiede quali fossero i motivi della distruzione di Spoleto da parte di Federico I Barbarossa nel 1155.

Il cronista Ottone di Frisinga riferisce che gli Spoletini pagarono il fodro dovuto all'Imperatore con moneta falsa battuta nella città, cosa che fa fa pensare, dice il Finetti, che anche lì sia stato coniato il denaro lucchese che tra l'altro in quel momento era dominante in quel territorio.

Che ne pensate ? Dobbiamo aggiungere anche Spoleto tra le città che imitavano o falsificavano il denaro lucchese ?

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Effettivamente la zecca di Spoleto necessita ancora di approfonditi studi. Un poco di luce l'ha portata Panvini Rosati nel lontano 1970. Ultimamente lo ignoro.

Nell'area in questione il circolante principale di XII sec. è proprio il denaro lucchese. Quindi una sua imitazione è altamente probabile. Se poi aggiungiamo Ottone di Frisinga con le sue cronache la cosa dovrebbe essere ragionevolmente sicura. A mio parere, come anche proposto nel nostro modesto articolo online, Spoleto è senz'altro da annoverare tra i Comuni che falsificavano il lucensis nel XII sec.

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Supporter

Ahhh, ma allora lo fate apposta?! visto che sapete che in questo periodo non posso intervenire .... praticamente quasi mai unsure.gif!

Mario ha lanciato un altro spunto interessante, su un aspetto però ancora tutto da verificare, leggendo con attenzione e stando attenti a quanto dicono le fonti scritte, che in questo caso bisogna notar bene sono fonti cronistiche (in genere quelle che più rappresentano e rispecchiano le volontà degli estensori) e di parte imperiale (l'opera fu scritta per volere del Barbarossa), ma soprattutto verificando (o almeno tentando di farlo) sulle fonti materiali, in questo caso le monete, se si può trovare una forma di riscontro a tali attestazioni.

Quindi, per chi vuol leggere il testo direttamente, anche se in latino medievale eccolo qua, al capitulum XXXV: http://thelatinlibra...freising/2.html .

Anche perchè lì si dicono ad esempio altre cose interessanti: a) che per quanto riguarda la somma dovuta all'imperatore, gli abitanti di Spoleto peccarono partim defraudando, partim falsa moneta dando... che cosa si poteva intendere in questo caso per defraudando ?: b) che in realtà vi furono anche altri motivi che suscitarono l'attacco dell'Imperatore, importanti plus...quam de fraudatione pecunie.

Sempre a questo proposito è poi interessante, anche se da leggere con qualche accorgimento rispetto alla lettura del dato documentario sulle monete attestate, perchè scritto da uno storico non della moneta, ma esperto in fonti archivistiche, il contributo di Attilio De Luca, La circolazione monetaria nel territorio di Spoleto nel secolo XII, in Paleographica diplomatica et archivistica. Studi in onore di Giulio Battelli (Storia e letteratura), Roma 1979, pp. 183-209, che ora dovrebbe trovare con tutto il resto del volume anche in rete nel formato google books, in questo caso con dei salti di pagina (scusate ma non faccio proprio in tempo a verificare il link).

Quando posso vi seguo e vi leggo sempre con piacere

buona prosecuzione

un saluto a tutt* MB

Modificato da monbalda
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Grazie del tuo intervento Monbalda che ci fa riflettere,per quanto possibile,ulteriormente ; molto sta nella frase in latino, in parte defraudare , in parte con moneta falsa : allora defraudare come termine indica " togliere a qualcuno con la frode " , ma anche " privare ingiustamente qualcuno ", quindi l'imperatore si sentiva defraudato per altro oltre alla produzione di monete false.

La storia ci indica che i Duchi di Spoleto tentarono in quel periodo di conquistare la corona imperiale, il Barbarossa se ne accorse e distrusse poi Spoleto nel 1155, questa potrebbe essere la spiegazione del defrudare,il Barbarossa si sentì in difficoltà col rischio di perdere il suo potere, ma rimarrebbe comunque la produzione di monete false, forse a questo punto meno importante,ma probabilmente ci fu.

E allora si potrebbe sempre col condizionale dire che se Spoleto produsse moneta falsa in quel frangente,questo potrebbe dire che era abituata gia' a coniarla, che la cosa era già consolidata, questo se seguiamo il testo del cronista, poi ci vorrebbe effettivamente anche qualche riscontro di tipo monetario.

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Supporter

Rispondo ad un paio di questioni brevemente e fornisco il link che ora ho trovato.

Ecco il link al contributo di De Luca (passate alla seconda pagina, perchè l'incipit manca...): Mio collegamento

Invece per quanto riguarda il defraudare, se si legge il testo si capisce bene che è riferito alle 800 libbre dovute all'Imperatore per il fodro, allo stesso modo della moneta falsa: Dupliciter enim peccaverant, cum DCCC librarum facti essent obnoxii, partim defraudando, partim falsam monetam dando. Quindi il mio era un invito a riflettere su cosa volesse dire questo "defraudare" in fatto di un pagamento (avevano consegnato una somma inferiore, magari in parte in libbre o marchi d'argento a peso vista la somma assai elevata? o altro..?), così come il fatto che avessero dato moneta falsa: secondo voi con i denari di Lucca dei tipi della metà del XII secolo e le relative imitazioni già esistenti - almeno le pisane - poteva essere possibile accorgersi - diciamo con una certa facilità ed evidenza - che alcune di queste su un numero elevato (almeno 192000 teoricamente per tutta la cifra) erano false ? E se sì, non potevano essere monete false, ma prodotte altrove, o ancora un altro tipo di moneta, visto che in nessun punto del testo si dice che erano state coniate in città ?

Oppure c'era dell'altro, ovvero notizie di una coniazione non autorizzata di cui l'Imperatore ed i suoi fideles sul suolo italico erano già a conoscenza?

Per verificare questa ipotesi sui materiali numismatici si potrebbe lavorare sui gruppi di denari "lucchesi" aventi certe caratteristiche ricorrenti, ma come dato di partenza sarebbe anche meglio (se non indispensabile) sapere quale siano la zona (Spoleto ed area umbra) ed i contesti della loro provenienza: meditate, gente, meditate...

Un'ultima cosa da ricordare, per mettere in evidenza il peso politico di certi argomenti e di determinate scelte nella politica imperiale di quegli anni, che poi si riflette anche sulla sfera economica e monetaria: anche Pisa aveva "falsificato" denari lucchesi, ma come vi ricorderete, visto che a Federico I servivano il suo porto e la sua flotta, non si beccò che una ramanzina...tra l'altro sempre per gli stessi motivi presto dimenticata e rimpiazzata dal privilegio imperiale che autorizzava i Pisani a coniare una propria moneta del tipo (conio) e della forma voluta...

Ora mi devo congedare davvero...per un altro poco di tempo

di nuovo saluti a tutt* MB

P.S. Per chi avesse difficoltà con l'intero testo in latino linkato: il motivo principale per cui secondo la cronaca l'imperatore si muove in armi contro la città sarebbe stata l'ingiusta detenzione del potente Guido Guerra della stirpe dei conti Guidi, che tornava come suo legato dal meridione della penisola...

Modificato da monbalda
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Secondo me l'aspetto politico è importante in questi casi dove tra l'altro è coinvolto il Barbarossa, ma anche gli aspetti di reciproca convenienza lo sono altrettanto, Pisa era importante per certi aspetti, Spoleto meno, e se Spoleto ebbe comportamenti scorretti verso l'imperatore fu ripagata con la distruzione della città, non ci fu pietà nè convenienze in questo caso.

Torniamo al testo, metà defraudati, metà falsificati,sul metà defraudati può essere tutto possibile anche se il metà falsi mi fa intuire che Spoleto fosse comunque avvezza e abituata a questa procedura, e può essere benissimo che l'imperatore sapesse e tacesse per opportunità,quando seppe poi dell'ingiusta detenzione del Conte Guerra, si ruppe ogni tatticismo e si mosse contro la città con la sua distruzione.

Diciamo che fu forse il pretesto di una situazione che stava per vari motivi degenerando.

Per i tipi monetali forse bisognerebbe guardare i ritrovamenti importanti di monete lucchesi in zona, cito per esempio quello di S.Cristina, Gubbio ( Perugia ) con le sue 934 monete recuperate di cui molte enriciane o eventuali altri nella zona umbra per vedere se hanno delle analogie tra di loro.

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Ho la netta sensazione che parlare con cognizione delle imitazioni dei denari lucchesi è impresa ardua :D . Almeno sino a quando non si troveranno monete con prerogative che diversificano il tipo base lucchese insieme ad analisi del metallo. Sappiamo che nell'area perugina il circolante è stato prima il pavese e poi il lucchese. Il ripostiglio citato da Mario ne è la riprova certa (oltre le documentazioni scritte). Ed effettivamente analizzando il catalogo di Cavicchi non si evidenziano particolarità fuori dalla norma. Le considerazioni di Monica sono importanti e ci fanno riflettere. Oltretutto il cronista del tempo potrebbe essere stato influenzato dalla parte politca a cui più si avvicinava ed il discorso dell'imitazione della moneta da parte di Spoleto un pretesto per attaccare la città.

Certamente devo cominciare ad usare più spesso il condizionale quando espongo le mie considerazioni :) .

Monica dove hai preso il riferimento 192.000? Curioso sono.

Cari saluti

Modificato da adolfos
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Supporter

caro Adolfo, vedo che hai colto il senso di alcune mie riflessioni.

Il mio voleva essere sopratutto un invito, quando possibile, a verificare direttamente cosa dicono le fonti, siano esse scritte, archeologiche che prettamente numismatiche. Molto spesso ho visto citare cose menzionate da altri e replicarsi distorsioni di lettura di documenti anche importanti, e bisogna per ciò stare attenti. Anche in questo caso mi pare evidente che si parli di moneta falsa (sia stato vero, o forse sia stato un pretesto), ma che da nessuna parte vi sia scritto chiaramente che essa fosse stata coniata a Spoleto, anche se vi potrebbero essere considerazioni generali che hanno spinto degli autori a supporlo.

Capisco che per chi non si occupa di queste cose per mestiere magari non sia semplice, ma se vogliamo ragionare di monete medievali usando questi documenti, un poco bisogna sforzarsi. Così come di considerare sempre la natura del documento, ovvero chi e con quali intenzioni può averlo prodotto ed il tipo di attestazione della moneta che se ne fa (di conto, reale, vecchia etc..). E' questo anche il senso e lo spirito dell'Appendice con le citazioni dei documenti al mio studio su Pisa, ad esempio.

I rinvenimenti accertati e pubblicati di monete lucchesi in Umbria purtroppo non sono moltissimi, ed il mio richiamo alla meditazione ovviamente era non solo alla necessità di pubblicare maggiormente dati da contesti stratigrafici, ma anche del valore aggiunto che ha una moneta se se ne conosce anche la provenienza, almeno per certi ambiti cronologici, compreso quello che stiamo trattando in questo caso. Lo so: sono un poco ripetitiva, ma ogni tanto lasciatemelo dire :).

Per quanto riguarda il conteggio mi riferivo al valore e teorico di 800 libbre di conto: sappiamo infatti che ad una libbra equivalevano 240 denari (12 denari x 1 soldo => 20 soldi x 1 libbra), e quindi ho semplicemente moltiplicato 800 x 240, anche per farvi capire come la richiesta di Federico I fosse elevata, oltre che il tipo cifra di conto in denari di cui si stava parlando, con tutte le considerazioni del caso da fare.

Infine, visto che almeno in un paio di interventi i denari lucchesi penso proprio "spunteranno" fuori, vi segnalo anche qui questa iniziativa, che ho appena indicato in altra sezione del forum: http://www.lamoneta....post__p__903496

Saluti a tutt* MB

Modificato da monbalda
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Pungolato :D dalle riflessioni di Monica sono riuscito a vincere per qualche ora la mia innata pigrizia mentale (e fisica) ed ho rimesso mano ed attenzione su uno scritto di M. L. Ceccarelli Lemut "Esegesi delle Fonti Storico Medievali" anno accademico 2001-2002. Ebbene la studiosa scrive riguardo la "Gesta Friderici imperatoris" del Vescovo Ottone di Frisinga: " per quanto incompleta, essa è una monumentale raffigurazione dell'Imperatore tedesco come un campione incorruttibile e inesorabile dei diritti assoluti dell'Impero e della giustizia, che riporta l'ordine nel mondo politico schiacciando le aspirazioni autonomistiche degli esponenti delle nuove realtà politiche e sociali giudicati irragionevoli".

Dunque, in questo caso, quanto descritto dal cronista va interpretato ed analizzato in maniera soggettiva e non oggettiva.

Il problema per me sussiste, quando nella mente si vengono a creare modelli culturali base, come ad esempio in questo caso per quanto mi riguarda è rappresentato da Finetti (ma ho altri eroi in testa che influiscono sul mio modo di considerare la materia, vedi Pirenne), nel contestare o mettere in dubbio quanto coloro che sono i miei riferimenti espongono. Ma comunque tutto ciò non c'entra con la discussione, scusate.

Ringrazio Monica che tenta sempre di condurci ad una maggiore apertura mentale ;) .

Cari saluti

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Diciamo pure per concludere che anche le fonti vanno poi riverificate con occhio critico e sarebbe sempre auspicabile trovare sempre dei riscontri o da altri documenti, ripostigli, ecc. ; qualche volta anche la partenza di un ragionamento può vacillare col tempo e causare una catena difficile poi da sciogliere, anche questo è un insegnamento di metodo che stiamo piano,piano cercando e sottolineo cercando di apprendere.

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