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Inviato

In un articolo di L. N. Castellana all'interno di un vecchio numero di CN del '981 si parla dei Governi provvisori Preunitari: inerente al Governo provvisorio Toscano si legge della presa di potere del Ricasoli, nei confronti del dimissionario Boncompagni, conte Carlo.

In un catalogo Varesi2 si legge a pagina 37, lotto 134, in nota al Ruspone da 3 zecchini del 1859: "Fedele nel tipo a quelle dei Medici, dei Borbone e dei Lorena, venne subito chiamata 'Ruspone Ricasoli'".

Mi sorge spontanea una domanda, per quanto banale possa essere:

effettivamente questo tipo è stato coniato sotto il Governo del Boncompagni, come lascia intravedere il Castellana nel suo scritto?

E da qui la seconda domanda: perchè 'Ruspone Ricasoli' e non 'Ruspone Boncompagni'?

Insomma: quando è stato coniata questa moneta? Prima o dopo il 1° agosto 1859?

________________

1n.96 - aprile 1998

2 Varesi 40 - 19 marzo 2003

saluti,

N.

Grazie Talpa!


  • 2 mesi dopo...
Inviato

IL MARZOCCO

Simbolo di forza, di coraggio e di sovranità, il leone s'impone come il soggetto più diffuso nell'araldica medievale. In Italia il simbolo del leone è proprio in particolare di Venezia (il leone alato, attributo dell'evangelista Marco, divenuto patrono della città dopo che, nell'828, le sue spoglie furono avventurosamente portate a Venezia dall'Egitto). Per le virtù che al leone venivano attribuite anche il Comune di Firenze, che un emblema già l'aveva (lo stemma comunale del giglio), lo accolse tra le figure dell'araldica pubblica. Intorno al 1260 l'effigie del leone, in colori e fogge diverse, incominciò infatti a campeggiare nelle insegne di molte compagnie armate e il leone si conquistò così il ruolo di simbolo del popolo fiorentino in armi. Dopo la sconfitta di Montaperti Guittone compiange il leone lacerato e ridotto all'impotenza (<< ch'eo li veo / tratto l'onghie e li denti e lo valore>>), lamentando allegoricamente la città vinta e caduta nuovamente in mano ai ghibellini. Quando nel 1333 una disastrosa inondazione dell'Arno divelse e trascinò via una statua romana di Marte che si trovava presso Ponte Vecchio, si pensò di sostituirla con un'altra che come quella dell'antico dio pagano della guerra continuasse a rappresentare l'orgoglioso e combattivo spirito dei Fiorentini: venne allora scelto l'ormai familiare leone, che, quale simbolico successore di Marte, ricevette il nome di "Marzocco". Un altro Marzocco fu posto anche davanti al Palazzo della Signoria (sede della vita politica della Repubblica fiorentina) come fiero difensore delle libertà civiche: da quel momento entrò a pieno titolo nell'iconografia ufficiale del Comune. Donatello, all'inizio del secolo successivo, ne scolpì uno la cui posa si è affermata come la classica immagine del Marzocco: accosciato, in atteggiamento quieto ma vigile, regge con una zampa lo stemma gigliato di Firenze.

saluti,

N.

____

Tratto da "la letteratura" di Baldi, Giusso, Razetti e Zaccaria. Vol. I. Varese 2006. PAG. 200.


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