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IGNORED

20 lire Rep. Subalpina


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"Anche a me risulta sfogliando i prezziari una maggior rarita' dell' anno 9 'A

Sul nostro catalogo leggo invece R2 per l ' anno 9 A' e per l ' anno 10 A'

Qualche esperto di questa monetazione ha una idea in merito".

Avevo già notato anch'io questa catalogazione e, ovviamente, io sono tutto meno che esperto.

Però sono abbastanza certo di quello che dico. Non è, d'altronde, un caso se il Gigante attribuisce a questo marengo un valore maggiore di quello con il 9 A'.

P.S. Se riesco, vado a vedere i passaggi in asta che mi ero a suo tempo annotato.

Modificato da tuttonero
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P.S. Se riesco, vado a vedere i passaggi in asta che mi ero a suo tempo annotato.

In base ai passaggi d'Asta (italia/sanmarino) queste monete sembrano meno rare di quello che sono!

Approfondiamo bene il discorso, avrò bisogno delle info che ne derivano, grazie :)

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In base ai passaggi d'Asta (italia/sanmarino) queste monete sembrano meno rare di quello che sono!

Approfondiamo bene il discorso, avrò bisogno delle info che ne derivano, grazie

Sul discorso dell'attendibilità dei passaggi in asta di una moneta Maregno mi aveva già esposto il suo punto di vista, che è non solo rispettabile, ma anche logico e sensato.

Purtroppo però questi passaggi rappresentano l'unico dato numerico di cui dispongo.

Io credo, comunque, che un certo qual rilievo, quanto meno da un punto di vista statistico, ce l'abbiano.

Vediamo allora questi dati.

Premetto che per mancanza di tempo ho annotato le monete vendute nelle sole aste Varesi, Inasta e Nomisma e nel Catalogo Alex e che il periodo esaminato va dagli inizi del 2008 ad oggi.

Salvo errori od omissioni abbiamo i seguenti passaggi:

AN 9 'A: 2 volte

AN 9 A': 14 volte

AN 10 'A: 7 volte

AN 10 A': 5 volte.

Come vedete, tra queste monete, comunque tutte rare, l'AN 9 'A è decisamente quello messo all'asta con minor frequenza.

A voi i commenti.

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In base ai passaggi d'Asta (italia/sanmarino) queste monete sembrano meno rare di quello che sono!

Approfondiamo bene il discorso, avrò bisogno delle info che ne derivano, grazie

Sul discorso dell'attendibilità dei passaggi in asta di una moneta Maregno mi aveva già esposto il suo punto di vista, che è non solo rispettabile, ma anche logico e sensato.

Purtroppo però questi passaggi rappresentano l'unico dato numerico di cui dispongo.

Io credo, comunque, che un certo qual rilievo, quanto meno da un punto di vista statistico, ce l'abbiano.

Vediamo allora questi dati.

Premetto che per mancanza di tempo ho annotato le monete vendute nelle sole aste Varesi, Inasta e Nomisma e nel Catalogo Alex e che il periodo esaminato va dagli inizi del 2008 ad oggi.

Salvo errori od omissioni abbiamo i seguenti passaggi:

AN 9 'A: 2 volte

AN 9 A': 14 volte

AN 10 'A: 7 volte

AN 10 A': 5 volte.

Come vedete, tra queste monete, comunque tutte rare, l'AN 9 'A è decisamente quello messo all'asta con minor frequenza.

A voi i commenti.

dai dati sopra riportati emerge che la variante con 'A (nell'anno 9) é senza dubbio più rara di quella con A', mentre non vi é grande differenza tra le medesime varianti per l'anno decimo.

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"dai dati sopra riportati emerge che la variante con 'A (nell'anno 9) é senza dubbio più rara di quella con A', mentre non vi é grande differenza tra le medesime varianti per l'anno decimo."

Esattamente.

Per la cronaca, una delle due monete AN 9 'A è stata messa in vendita proprio da Lei, sig. Varesi.

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Guest utente3487

Sicuramente tra le monete più studiate e ricercate del XIX secolo, anche se a lungo, quasi per un secolo, si pensò che la moneta fosse stata coniata in Francia, a Parigi. Non sembrando vero che il primato spettasse all'Italia, o meglio al Piemonte di aver dato origine alla moneta in oro decimale per eccellenza.

G. Carboneri in uno studio del 1915 pone in fortissimo dubbio questa credenza, anzi con grande lucidità ne smonta ogni ragione, basandosi sui documenti presenti nell’archivio di Stato di Torino, e quanto presente, invece a Parigi, anche se sarebbe bastata l'attenta lettura di un decreto del 22 ventoso anno 9 Repubblicano (13 marzo 1801). Il documento è redatto in un periodo della Nostra storia dove l’influenza francese era totale ed assoluta, almeno in Piemonte: <Considerando che, mentre deve la Zecca coniare una quantità di monete d’oro, ogni ragion vuole, che vi sia impressa l'impronta repubblicana, e che tali monete abbiano nello stesso tempo un rapporto determinato colla moneta, che è la misura dei valori nella Francia; che nel far battere la moneta da 20 franchi, la quale rappresenti l’Italia liberata a Marenco, mentre riempie le accennate viste, il Governo soddisfa ad uno dei più sacri suoi doveri, quello di contrassegnare la riconoscenza nazionale alla Repubblica Francese, al Primo Console ed alle generose armate, che sotto ai di lui ordini combatterono per la libertà dell' Italia qui è tutto detto: 20 Franchi denominato MARENCO coniato a Torino. Il decreto a firma Carlo Bossi (Presidente del Ministero Straordinario del Governo Francese in Piemonte). < 1- verrà coniata nella Zecca Nazionale una moneta in oro del peso di denari 5.0.19 ed al titolo di 21.14 corrispondente in peso di Francia a grammi 6,41507 e titolo di 0.9 colla tolleranza di un grano e coll’impronto disegnato appiè del presente decreto.

2- Questa moneta porterà in nome di Marenco, e sarà ricevuta tante nelle Casse Nazionali, quanto nell’eseguimento dei contratti fra particolari per lire sedici, soldi diciassette, denari sei di Piemonte. >

Ed ancora da quanto riportato dal Dewaminn : "Le Piémonte fut de nouveau et définitivement occupé en 1800 (victoire de Marengo, 14 juin 1800), et l'on frappa à Turin des pièces de 20 francs, qui portent la légende: L'Italie délivrée à Marenco (je ne sais pourquoi Marenco au liu de Marengo) et une jolie téte de femme casquée, et de pieces de 5 francs à la legende GAULE SUBALPINE; sur le revers des unes et des autres on lit: ERIDANIA pays baigné pae le Po, que les Latins appelaient Eridanus. Ces belles pièces, que rappellent les merveilleuses frappes de l'antiquité, sont des oeuvres du Graveur Lavy, dignes de la patrie des arts>

Rimane sempre il perchè di “Marenco” , il tutto nasce, dall'incisore dei conii Amedeo Lavy, che nella dizione della legenda, sostiuice il luogo della battaglia con quello di un cognome assai comune in Piemonte, come l'inversione nel parlare quotidiano è frequente. Il decreto di emissione è stato scritto su modello del Lavy.

Anche per questa moneta, preparatevi ad un altra "notiziola" proveniente da documento ufficiale....

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