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IGNORED

monetina di arpi


legioprimigenia

Risposte migliori

La diatriba in questione è piuttosto complessa, ma in realtà è stata affrontata da diversi esperti e in particolare ringrazio uno di loro che qualche tempo fa ebbe la pazienza di esaminare la questione e di spiegarmela per filo e per segno.

La disamina richiederebbe di avere sottomano di chi legge tutti i testi di riferimento per poter confrontare le varie emissioni e "gli errori" che furono fatti.

Mi limito a elencarvi un sunto e le relative conclusioni del magnifico studio di colui che mi illustrò la situazione.

In realtà il monogramma PAR, per questa emissione con testa di Zeus a sinistra e cavallo al galoppo a sinistra, non esiste ed è stato interpretato male nei decenni.

Tutti gli elementi esaminati avvalorano questa tesi, salvo pensare a quanto siano simili gli stili e i soggetti per le due zecche, particolare che per altro ha portato fuori strada diversi studiosi nei vari testi di riferimento.

La SNG Cop, si occupa di queste emissioni pubblicando quattro esemplari, inserendo il n.611 sotto Arpi e gli altri tre (n.565, 566, 567) sotto Panormos con formula dubitativa, specificando che provengono da località sconosciuta.

La divisione può sembrare inspiegabile perchè i 4 esemplari sono identici.

In realtà l’esemplare n. 611 deve essere stato ritrovato nel territorio di Arpi con la conseguente interpretazione del monogramma PA.

Mentre negli altri 3 in cattive condizioni vede un monogramma PAR che in realtà non esiste.

Una di queste tre tra l’altro , la 565 è l’unica con testa a destra, particolare molto importante.

La SNG ANS attribuisce a Panormos i suoi 2 unici esemplari 578 e 579.

Calciati riporta l’esemplare SNG ANS n.578 (CNS, vol I, pag.340 n.61) attribuendolo di conseguenza a Panormos.

Tutti gli altri autori o Syllogi attribuiscono queste emissioni a Panormos ad eccezione di Lindgren e Italo Vecchi che sono per Arpi.

A fare molte chiarezza è proprio il già citato Dott. Aldo Siciliano, che riporta uno studio con 550 esemplari divisi, per il bronzo, in 7 gruppi per un totale di 24 emissioni.

In particolare al gruppo D riporta le 3 emissioni che si riferiscono alla tipologia in questione:

Serie 1:

- D_Testa di Zeus barbata e laureata a sinistra.

- R_AΡΠΑ (tra le zampe) Cavallo libero impennato N.esemplari esaminati 2, peso medio gr 4,07.

Serie 2:

- D_Testa di Zeus barbata e laureata a sinistra.

- R_Monogramma ΠΑ (tra le zampe) Cavallo libero impennato e sopra astro a otto raggi. N.esemplari esaminati 39, peso medio gr 3,17.

Serie 3:

- D_Testa di Zeus barbata e laureata a sinistra e dietro fulmine.

- R_Monogramma ΠΑ (tra le zampe) Cavallo libero impennato e sopra fulmine. N.esemplari esaminati 1, peso gr 3,11.

In tutti questi esemplari (sicuramente ritrovati ad Arpi, come citato dall’illustre accademico Dott. Siciliano), le varianti sono molte, dall’etnico ARPA al monogramma PA, dall’astro a tot raggi al fulmine, ma nessuna di esse ha la testa di Zeus verso destra…Un particolare molto importante, sfuggito a diversi studiosi prima.

Tornando alla situazione bibliografica quindi, solo Lindgren, Vecchi, alcune ditte numismatiche e soprattutto il Dott. Aldo Siciliano, idicano questa emissione come appartenente a Siciliano.

Molto importante, anche il lavoro di Anna Rita Parente, che “di recente” ha potuto elaborare e realizzare, uno degli studi che personalmente reputo tra i migliori se non il migliore, riguardante la monetazione antica dell’odierna Puglia, la SNG France 6,1 ITALIE Etrurie-Calabre, Parigi 2003.

Tutti gli studiosi quindi, ad eccezione di Arslan e in parte come si è visto la SNG Cop., sono concordi nel leggere il monogramma come PA e non come PAR.

In conseguenza ai più recenti studi dell’autorevole Siciliano e di Anna Rita Parente, tale emissione risulta attribuibile a Arpi, come normalmente risulta dai recenti cataloghi d’asta.

L’equivoco nello scomporre il monogramma in questione come PAR ipotizzato dalla SNG Cop. e da altri studiosi, nasce molto probabilmente dalle modeste conservazioni degli esemplari noti (e volumi alla mano, potete constatare), che non consentono di scorgere i particolari, in certi casi anche storpiandone l’interpretazione a causa dell’usura.

Questo monogramma infatti, presenta l’asta superiore della P molto lunga, sporgente e con l’estremità leggermente rigonfie, che in scarse conservazioni può portare a un rigonfiamento tale da apparire come un piccolo occhiello di R…ed ecco svelato l’errore poi ripetuto nei decenni e nelle interpretazioni che indussero a pensare a Panormos, come visibile dalle immagini postate da Arthas.

Appurato che questa emissione con monogramma è composta solo da due lettere P e A possiamo ritrovarlo in tre varianti:

1) Lettera A perfettamente centrata sotto la P;

2) Lettera A disassata verso destra rispetto al centro P con la sua gamba verticale destra attaccata alla gamba destra della P, con la A inclinata verso sinistra. (Ben visibile nella SNG Cop 611).

3) Lettera A centrata sotto la P, con stanghetta centrale angolata al centro verso il basso. (Ben visibile nella SNG France 1256).

In definitiva, esistono due emissioni distinte delle due città Arpi e Panormos:

- la prima divisa in due varianti ed attribuibili a Panormos caratterizzata da testa a destra e testa a sinistra con monogramma POR;

- la seconda in una sola variante attribuibile invece ad Arpi, caratterizzata da testa a sinistra e monogramma PA.

Credo sia meglio spostare la discussione nella sezione magno greca mi sembra molto interessante per finire nel calderone delle identificazioni.

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Sicuramente di Arpi!!

Il monogramma non rappresenta la scritta PAR, ma semplicemete A o forse A(P greco).

La tipologia è molto diffusa in territorio Dauno.

A Panormus, il tipo presenta il cavallo "al passo", mentre qui il cavallo è detto "libero".

Non è da escludere una provenienza originaria del tipo però dalle monete siciliane.

Per approfondimenti, Vi consiglio un buon libro:

GIACOSA G., Uomo e cavallo sulla moneta greca, Novara, 1973; non facile da acquistare, ma consultabile sicuramente presso la Biblioteca Nazionale di Roma.

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Premesso che non è mia intenzione tentare di contrastare le certezze oggi acquisite da parte di chi svolge un lavoro professionale nel settore e ha quindi condotto studi specifici sull'argomento, ma solo cercare di capire meglio, mi sia consentito continuare a porre qualche quesito e a scrivere qualche commento personale.

La disamina sullo stato dell’arte delle varie attribuzioni andrebbe letta in modo critico, ossia svincolandola da quelle attribuzioni “ricopiate” e non frutto di studio. Lindgren, che ad esempio Miglio81 cita, è un collezionista e non fa altro che riportare la fonte da lui utilizzata ossia l’SNG Cop. Non spiega (e non è atteso che lo faccia) il perché ha inserito l’esemplare della sua collezione tra le emissioni di Arpi. Probabilmente (o meglio sicuramente) avrà fatto una valutazione personale, ma non è dato conoscerla al lettore del suo catalogo. Non ne terrei conto nel decidere la paternità dell’emissione. Al contrario trovo strano che un Calciati abbia “ricopiato” in modo acritico l’attribuzione a Panormos dell'ANS (ma su questo non ho argomenti da opporre).

La tipologia del cavallo al galoppo con simboli è nota per Panormos in epoca punica; non sorprenderebbe l’uso anche in epoche successive.

Su nessun’altra emissione di Arpi l’etico è abbreviato in monogramma, ma sempre APΠANΩN, APΠANOY oppure APΠA. La lettura AΠ, per quanto scontata alla maggior parte di chi ha fin’ora partecipato alla discussione, non porta a mio avviso in modo così immediato ad Arpi. Provo a spiegarmi meglio: l’unica (prima ed ultima) volta che una emissione di Arpi è marcata con un monogramma (non per motivi di spazio), l’incisore decide di generare un monogramma orfano di una P o composto di due, al massimo tre lettere del chiaro riferimento alla zecca APΠA?

Forse AΠ o ΠA indicano qualcos’altro, ma vedo arduo avere la certezza che indichi ARPI.

E’ la sigla di un incisore di Arpi? Sarebbe l’unico caso (eccetto il nome di Altinius Dasius, non compaiono sigle di incisori).

E’ vero che l’incisore del monogramma di Panormos lo elabora generalmente in modo più completo (quasi si possono leggere tutte le lettere, in un modo o nell’altro), non solo ΠA, ma non sarebbe una lettura più logica una semplificazione del monogramma di Panormos (ΠA) che una cervellotica lettura di Arpi (AΠ)?

Al contrario, una informazione a mio avviso interessante, che meriterebbe di poter essere approfondita, è parzialmente contenuta nel lavoro “La monetazione di Arpi” di Aldo Siciliano sopra linkato, relativamente ai ritrovamenti; purtroppo nel testo non è esplicitato da dove provengano i dati dei 39+1 esemplari dei gruppi D2 e D3 e non è chiaro se rientrino nei ripostigli descritti (solo in qualche caso è descritta la tipologia dell’emissione); tuttavia se così fosse, la maggior parte delle emissioni di Arpi sono state ritrovate insieme a monete di zecche campane o lucane, nessuna di Panormos e diventerebbe arduo continuare a sostenere l’appartenenza alla zecca siciliana del tipo.

Sarebbe interessante poter accedere ai dati della tesi di specializzazione della Dott.ssa Maria Lauro (relatore il prof. Siciliano), da cui mi sembra di aver capito, sono tratte le informazioni ed al contempo conoscere i dati di eventuali (sottolineo eventuali) ritrovamenti del tipo in area siciliana (che ignoro).

Luigi

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  • 10 anni dopo...

Salve a tutti, ho ripreso in mano questa moneta che non sono mai riuscito a classificare. C'è un monogramma che mi fa pensare ad Arpi (assieme  agli altri simboli :freccia e grappolo d'uva). Cercando nel forum ho trovato questa interessante discussione che ho ripreso per due motivi, per conoscere eventuali sviluppi del confronto monogramma Arpi-Panormos e sentire pareri su questo monogramma che pur assomigliando a quello in discussione contiene elementi in più...non l'ho trovato da nessuna parte. La moneta pesa gr. 6,38 e ha un diametro di 19 mm. Allego anche il dritto che mi pare porti la testa diZeus, altro indizio che porterebbe ad Arpi anche se nella monetazione conosciuta di questa polis non ho trovato un tipo simile. C'è anche un'epigrafe in esergo al rovescio ma non riesco a decifrarla... forse NIWN? Qualche parere? Grazie in anticipo

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  • 2 settimane dopo...

conoscendo e confidando nelle competenze e conoscenze di tanti amici del forum speravo in qualche parere... un cordiale saluto 

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Modificato da joannes carolus
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