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Leonardo Bistolfi

Iniziò ad esporre nel 1895 alla I Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, alla quale negli anni seguenti, fu costantemente presente, e che nel 1905 gli dedica un’ampia retrospettiva, la prima riguardante uno scultore italiano.La sua opera più famosa "La morte e la Vita", fu esposta all’ XI Biennale Veneziana nel 1914. Altrettanto importante il monumento al pittore Segantini. L’ultima opera da lui eseguita, fu il "Monumento a Carducci" a Bologna.
Riconosciuto come il maggiore scultore del Simbolismo italiano, Bistolfi ebbe con Genova e la Liguria un rapporto molto intenso: la sua attività e la sua partecipazione, per un periodo di oltre venti anni, alle vicende culturali liguri hanno dato un sostanziale apporto al processo di adeguamento della scultura allo stile e ai contenuti della nuova arte.
Nonostante avesse raggiunto una discreta notorietà già dagli inizi degli anni Novanta, solo al volgere del secolo Bistolfi entrò in contatto con l’ambiente artistico e con la committenza genovese che, tra il 1899 e il 1902, affidò allo scultore la realizzazione di due monumenti funebri a Staglieno: la Tomba Bauer, completata nel 1904, e la Tomba Tito Orsini, collocata nel 1906.
Le due opere, emblematiche della nuova concezione simbolista della morte, oscillante tra inconfessate pulsioni religiose e laica "religione" del mistero, trovarono ampia eco nella scultura funeraria ligure per tutto il primo quarto del XX secolo e oltre. Morì a La Loggia (Torino) il 2 settembre 1933.
Nella monetazione del Regno d’Italia, è ricordato nei modelli della moneta da 20 Centesimi "Libertà librata"


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