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Prendendo spunto dal libro "Silla, l'ultimo dittatore dell'Antica Roma" di G. Antonelli, apro una discussione relativa a questo controverso personaggio che, con il suo operato, diede il via al definitivo tracollo dell'istituzione repubblicana.

Lo storico Appiano dice che le risorse assegnate a Silla per sostenere la campagna contro Mitridate VI Eupatore consistevano in 9.000 libbre d'oro ed è Svetonio a riferirci che una libbra d'oro equivaleva a 1.000 denari (per un totale di 9 milioni di denari).

Diverse fonti antiche ci dicono che Silla mosse verso Atene alla testa di circa 30.000 uomini, suddivisi in cinque legioni, un contingente di cavalleria ed uno di ausiliari.

Supponendo che lo stanziamento prevedesse la copertura delle spese per un anno il costo medio di un legionario potrebbe essere pari a 300 denari all'anno (9 milioni diviso 30.000) e quindi di circa 8/10 di denario al giorno (300 diviso 365). Valendo il denario 4 sesterzi, il costo medio di un soldato poteva quindi essere di 3,3 sesterzi al giorno.

Partendo da questi dati, l'autore del testo prima citato, al fine di comprendere se le risorse economiche messe a disposizione fossero sufficienti al fine di sostenere le spese dell'intera campagna, effettua alcune comparazioni sfruttando alcune informazioni estrapolate dall'editto di Diocleziano. Considerando le varie svalutazioni e facendo un'ipotesi ottimistica, l'Antonelli ipotizza che lo stipendio (2 sesterzi al giorno) di un bracciante/pastore/muratore/spurgacloache (ovvero di quei lavoratori il cui salario era equiparabile a quello di un semplice legionario) dei tempi di Diocleziano fosse doppio rispetto a quello di un soldato del I secolo a.C., concludendo che il il costo giornaliero di un legionario di Silla era di circa 1 sesterzio al giorno.

Paragonando questo stipendio giornaliero con il dato precedentemente ricavato, che ipotizzava uno stanziamento volto a coprire i costi per un solo anno di guerra e pari a 3,3 sesterzi al giorno per soldato, si ricava che le risorse a disposizione di Silla erano sufficienti a sostenere una campagna della durata di poco più di 3 anni.

Questo è quando riportato dall'autore del libro prima citato… personalmente alcune parti di questa stima mi hanno fatto storcere un po' il naso. Lasciando perdere il numero di giorni dell'anno ai tempi di Silla, il convertire denari in sesterzi e viceversa (in questo periodo) ed il chiamare in causa l'editto di Diocleziano sono scelte che poco mi convincono.

Partendo dalle famose 9.000 libbre d'oro si potrebbero utilizzare altri dati in nostro possesso decisamente più vicini al periodo in esame… vogliamo tentare? :)

Questo protagonista della storia della Repubblica, tra le altre cose, rivoluzionò i rapporti tra generale ed esercito, agì senza mezze misure anche "violando l'inviolabile"… farsi un'idea, anche approssimativa, sulle risorse messe a sua disposizione per la campagna mitridatica potrebbe essere un ottimo punto di partenza per un discorso più approfondito ;).

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Inviato
Partendo dalle famose 9.000 libbre d'oro si potrebbero utilizzare altri dati in nostro possesso decisamente più vicini al periodo in esame… vogliamo tentare? :)

Anch'io lascerei perdere paragoni difficili con l'editto di Diocleziano.

Analogamente non citerei quanto desumibile da Polibio sulla paga dei soldati, visto che comunque relativa a periodo precedente a quello richiamato dal ns. Rapax, oltre che quantificata in "oboli" e "dracme", con conseguente difficoltà di "conversione" di valuta.

La fonte storica certa più prossima non resterebbe che quella relativa alla riforma di Cesare, che tra il 51 e 50 a.C. raddoppiò la paga del legionario, portandola da 5 a 10 assi al giorno, ovvero 225 denari annui.

Ciò vorrebbe dire che nel periodo immediatamente precedente (e credo quindi che in questo ci stia tranquillamente la riforma mariana e le guerre mitridatiche) la paga base del legionario semplice doveva essere sui 112,5 denari annui (più o meno...qualche autore cita 120 denari ....arrotondamento :D ?).

Non è quindi che il ns. Silla disponesse poi di tanto denaro, già per altro racimolato faticosamente come Appiano stesso ci ricorda.

Vado a memoria, ma mi pare che i soldi per pagare i legionari finirono ben prima della campagna e che si lasciò più che ampia libertà di saccheggio e bottino agli uomini.


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Flavio ha giustamente considerato un dato cronologicamente prossimo al periodo sillano e dunque più coerente.

Su tematiche di questo tipo non avrei potuto trovare qui sul forum un parere più autorevole e, già che ci sono, ne approfitto per sottolineare la competenza a dir poco invidiabile del nostro curatore della sezione storia ed archeologia e la sua grandissima disponibilità, grazie Flavio! :)

Una paga pari a 112,5 denari annui è dunque un dato vicino alla realtà... manca ora qualche altro pezzo del "puzzle"...

Il peso della libbra romana ci è noto, conosciamo il peso della moneta aurea coniata da Silla ed abbiamo un'idea sul rapporto aureo/denario in quel perido...

Flavio ha poi concluso il suo intervento con una considerazione decisamente pertinente ed acuta... sono certo che a breve arriveremo ad affrontare anche quelle tematiche specifiche, che risulatano decisamente importanti al fine di meglio conoscere fatti e misfatti che caratterizzarono le azioni del nostro "lampone infarinato" :D .

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Vado a memoria, ma mi pare che i soldi per pagare i legionari finirono ben prima della campagna e che si lasciò più che ampia libertà di saccheggio e bottino agli uomini.

Mi auto-quoto :D .

Cito, dal libro di J. Carcopino : "Silla" , edizioni Rusconi e recentemente Bompiani.

Di temperamento sensuale e di cultura raffinata Silla non aveva nulla della persona pia. Era troppo dedito ai piaceri per preoccuparsi degli dèi, e amava troppo la frequentazione dei filosofi greci per aderire al paganesimo del popolino. L’uomo che aveva salvato dal sacco di Atene i manoscritti di Aristotele e li aveva portati con sé come bottino insieme con le statue di Lisippo e le statuette grottesche canzonava le favole mitologiche, e invece di tremare si burlava dei fulmini di Zeus. Lo si vide durante la campagna di Grecia, nell’87 avanti Cristo. Poiché la cassa era vuota e la paga (stipendium) dei soldati non ammetteva ritardi né riduzioni, taglieggiò sistematicamente gli dèi cominciando da Delfi. Agli Anfizioni impose di consegnargli i tesori di Apollo e inviò loro un focese del suo seguito, un certo Cafi, che egli aveva incaricato della razzia, con le istruzioni supplementari di pesare per bene. Arrivato a Delfi, Cafi fu accolto dalle suppliche dei sacerdoti e, impietosito da quei lamenti, pianse con loro sulla crudeltà della missione che aveva accettato di compiere. Allora, alcuni di essi, avvertendo la sua debolezza, gli raccontarono per spaventarlo di avere appena udito risuonare in fondo al tempio la lira del dio. Cafi, sia che immaginasse di sentirla davvero, sia che desiderasse approfittare di quel pretesto per evitare un sacrilegio alla coscienza di Silla, gli scrisse per informarlo del miracolo. Ma a quella lettera pia egli « rispose scanzonatamente. "Mi stupisco" disse "o Cafi, come tu non comprenda come il canto sia un segno di gioia, e non di sdegno. Quindi ti ordino di portar via tutto con buon animo, poiché vedi che il dio è ben lieto di dare." ».

Che "personaggino" :P


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Il peso della libbra romana ci è noto, ...

327,168 g ... oppure 327,453 (Livio) ...oppure 326 grammi (solido di Costantino 1/72 libra circa 4,54 g) ... oppure 324 grammi (Bisanzio):D :D

conosciamo il peso della moneta aurea coniata da Silla ed abbiamo un'idea sul rapporto aureo/denario in quel perido...

1/30 di "libra" romana...ma quanti grammi ? 10,8 g come indicato in genere (allora 324 g per libbra).

Su tematiche di questo tipo non avrei potuto trovare qui sul forum un parere più autorevole e, già che ci sono, ne approfitto per sottolineare la competenza a dir poco invidiabile del nostro curatore della sezione storia ed archeologia e la sua grandissima disponibilità, grazie Flavio!

E chi sarò mai...Mandrake :lol: :lol: :lol: ...Mandrake ??? ...Ma quanto sono "vecchio" ?!?


Inviato

aggiungendo come gia detto che tante volte lo stipendio alle legioni poteva essere elargito sotto forma di bottino di guerra- permesso di razzia oppure corrisposto in parte a fine campagna(quindi al rientro con bottini e onori in patria con parecchio tempo in + per recuperarlo)

Andre


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Inviato

Come giustamente riportato da Flavio, Silla fece battere aurei del peso di 10,8 g e quindi pari ad 1/30 di libbra (direi di tenerci sul “come indicato in genere”… ai fini del nostro discorso poco ci cambia viste le minime differenze).

Utilizzando questi parametri la somma stanziata per la campagna mitridatica corrisponderebbe a circa 270.000 / 272.000 aurei; considerando un rapporto aureo/denario di 1 a 25, Silla aveva a disposizione circa 6.750.000 / 6.820.000 denari.

Il mantenimento dei 30.000 uomini del suo esercito è quantificabile in circa 3.375.000 denari annui… tirando le somme i fondi disponibili potevano coprire una “trasferta armata” di circa 2 anni.

Visto che Mitridate VI non era certo un avversario di poco conto e che il teatro delle operazioni non era dei più semplici da gestire, lo stanziamento non fu particolarmente generoso, anzi…

Probabilmente, dopo la prima restaurazione, Silla avrebbe potuto pretendere di più; tuttavia i tempi non erano ancora maturi, la marcia su Roma aveva lasciato l’amaro in bocca anche a parecchi esponenti della nobilitas, il legame con il suo esercito non aveva ancora raggiunto quel livello di coesione assoluta che raggiunse in seguito… in pratica preferì non “tirare troppo la corda”, dando priorità all’imminente partenza verso il ricco oriente.

Mario, riformando l’esercito, portò sul campo non soldati ideologicamente coinvolti che combattevano per difendere il proprio appezzamento di terra ma dei nullatenenti, animati dalla sola prospettiva di ricevere un gratificazione economica fondamentale per la propria sopravvivenza.

Ironia della sorte, fu però Silla e non Mario a comprenderne e a sfruttarne le potenzialità; trascorse gli anni della sua giovinezza tra persone di quel livello sociale, non esitò ad unirsi a loro e a combattere con loro quando la retroguardia da lui comandata fu attaccata in Numidia, chiuse un occhio (…e forse anche due) quando, durante le guerra sociale, non punì nel modo previsto (decimazione) i soldati che lapidarono Albino, un ufficiale alle dipendenze di Silla stesso.

Vendendo al dunque, probabilmente Silla ben sapeva che i fondi messi a sua disposizione non sarebbero bastati… e probabilmente ben valutò e considerò il fatto che anche uno stanziamento doppio rispetto a quello effettivamente concesso non gli avrebbe consentito di poter gratificare i suoi soldati nel modo in cui avrebbe voluto…

Di certo non partì verso l’oriente convinto del fatto che la partita con i populares fosse da considerare ormai chiusa, durante la prima restaurazione, dei mariani fu eliminato qualche esponente di spicco, ma il loro fronte era ancora forte, momentaneamente in ombra ma forte…

Due parole ancora sul Carcopino ottimamente citato da Flavio… è un’opera sicuramente stupenda ma,a mio avviso, da prendere un po’ “con le molle”… l’atteggiamento “pro Silla” dell’autore è a volte sconcertante… personalmente ritengo l’operato di Silla condivisibile e giustificabile (considerando ovviamente il contesto storico e sociale in cui si manifestò) fino a prima delle proscrizioni… a quel punto si può dire che pugnalò al cuore la civiltà romana tutta. Non solo punì in modo esemplare i suoi oppositori ma si accanì, come nessuno mai prima di lui, anche contro un qualche cosa di intangibile ed al tempo stesso vera essenza dalla civiltà, il libero pensiero umano.

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