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Risposte migliori

Inviato

E’ noto che in tempi passati era “consuetudine”, in particolare nelle aree meridionali della nostra penisola, tosare le monete per cercare di avere un guadagno extra dal metallo così ricavato. Cioè in pratica si “limavano” le monete prendendo quel po’ di metallo e sperando che poi la moneta venisse accettata per il suo valore nominale. Tale pratica era vietata e le sanzioni previste per chi l’attuava arrivavano anche alla pena di morte. Ciò nonostante oggi è quasi impossibile trovare una moneta in argento napoletana senza segni di tale attività. All’epoca le accuse erano rivolte quasi sempre al popolo che veniva indicato come principale responsabile di tale frode e malcostume, ma io ritengo che i veri fautori della tosatura siano da ritenere coloro che maneggiavano una gran quantità di monete e che quindi il prelievo di una piccola parte di metallo da una moneta era giustificato dalla quantità di monete a disposizione dove poter attuare la tosatura. Il popolo in tutto questo, a mio avviso era ulteriormente vittima in quanto spesso si vedeva costretto ad accettare monete tosate, mentre non se le vedeva accettate al valore nominale quando effettuava pagamenti (in particolare nel pagamento delle tasse). In aggiunta c’è da dire che il fenomeno era talmente diffuso che si arrivò a tosare anche le monete di rame, nonostante si preferisse tosare quelle in argento.

Questo piccolo preambolo per mostrare gli effetti estremi che la tosatura poteva avere sulle monete.

La prima moneta che posto è un coronato emesso a nome di Ferdinando I d'Aragona per la zecca dell'Aquila ed è affiancato da un esemplare "intonso" proveniente da un'asta NAC.


Inviato

Come si potrà notare la tosatura in questo caso, come nei seguenti, ha raggiunto limiti incredibili.

La seconda è sempre un coronato di Ferdinando I d'Aragona per la zecca di Napoli. Anche in questo caso affiancato da un esemplare intonso proveniente da asta NAC.


Inviato

Topic interessante. Grazie.

Tale fenomeno, ovviamente, era diffuso anche all'estero. Basi pensare che Newton, divenuto "guardiano" della zecca reale, fece introdurre la zigrinatura sul contorno, introducendo la godronatura, nel processo di coniazione, proprio per ostacolare le tosature.


Inviato

Per ultimo un carlino a nome di Alfonso I d'Aragona anch'egli affiancato, per mostrare la differenza, da un esemplare intonso proveniente da asta NAC.

La domanda che a questo punto può sorgere è se le monete ridotte in questo stato venissero ancora accettate per il loro valore nominale, la risposta naturalmente è negativa, cmq ciò non toglie che queste monete non vennero tolte dalla circolazione, ma continuarono a svolgere il loro "dovere" ma a valore in pratica dimezzato. Infatti, a mio avviso, le monete che avevavo raggiunto un limite di tosatura tale da non venire più accette nelle transazioni quotidiane, erano sottoposte ad un ultimo "trattamento" che ne dimezzava il valore e ne favoriva quindi nuovamente la circolazione. Da segnalare anche che spesso erano "valutate" a peso, ma ritengo ciò possibile solo in presenza di grosse transazioni, mentre nella quoditanietà erano semplicemente accettate a valore dimezzato.

Spero che l'argomento sia stato chiaro ed interessante e che qualsiasi ulteriore informazione è gradita.


Inviato

Sto leggendo i capitoli dedicati allo svilimento della moneta nel tardo mediovo dell'ottimo "The use of money in medieval Europe" di Peter Spufford: la tosatura era vietata per l'ovvio motivo che si trattava di un vero e proprio furto, che danneggiava la reputazione della moneta e della zecca che le produceva.

Nei sec. XIV e XV però ci furono però motivi quasi fisiologici che portarono alla tosatura sistematica delle monete d'argento. Fu un periodo piuttosto turbolento di accrescimento e consolidamento di stati regionali (in alcuni casi nazionali) forti, fenomeno che portò ad uno stato di guerra più o meno permanente in Europa. Si pensi alla guerra dei Cent'anni, ma anche alla turbolenza endemica fra le varie signorie italiane. La guerra costava cara ai sovrani e signori vari, che dovettero ricorrere a prestiti ed incrementi della tassazione per pagare le truppe: il diritto di zecca era perlopiù considerato privilegio personale del sovrano, che poteva quindi cambiare la propria moneta a piacimento. Molti furono i sovrani che cedettero alla tentazione (o alla neccessità) di svalutare la moneta, talvolta in maniera anche pesante.

La nobiltà di campagna viveva perlopiù di rendite terriere a denominazione fissa, e quindi regolarmente osteggiava fortemente i sovrani, mentre i fittavoli traevano vantaggio da questo svilimento, visto che pagava con moneta di minor valore effettivo (leggi: peso in argento) lo stesso nominale; nelle città invece capitava il contrario, ove l'artigiano pagava i propri operai con lo stesso ammontare nominale ma in realtà riusciva a speculare sul diverso effettivo.

Il risultato era che la nobiltà sottoponeva a forte pressione il sovrano perché reintroducesse moneta buona, eliminando quella svilita.

Queste considerazioni a parte, un altro risultato importante era che le monete di antico conio oppure straniere che rimanevano in circolazione avevano un valore effettivo aumentato rispetto alla nuova moneta svilita, pur magari avendo lo stesso nominale: molto naturalmente più di qualcuno ne approfittava per aggiustare il peso della moneta per arrivare ad un valore effettivo pari a quello della moneta nuova. Ho per esempio un grosso veneziano, moneta in argento praticamente puro, tosato a dimensioni del soldino del secondo tipo (o era il terzo? ah la memoria!) che era in argento .750 (mi pare). I trucioli erano ovviamente venduti a peso a qualche argentiere compiacente.


Supporter
Inviato

Ricordo di aver visto un disegno di una moneta (o un progetto di moneta?) napoletana con addirittura dei cerchi concentrici con valori nominali predeterminati, ovviamente decrescenti, a seconda del "livello di tosatura". Qualcuno è in grado di recuperare una foto?


Supporter
Inviato

Inviato

nel 1600 la tosatura raggiunse a napoli livelli allarmanti,i napoletani,stretti nella morsa della fame e della miseria,tosavano tutti i tipi di monete che maneggiavano,un po'meno l'oro per ovvi motivi ,addirittura alcuni personaggi divenuti abili in questa pratica furono chiamati i "secaturnese",il secaturnese effettuava precisi tagli o limature sulle monete cercando sempre di rispettare dei limiti in modo che quando la moneta veniva spesa non doveva far insospettire chi la riceveva in pagamento,la polvere di metallo che veniva asportata veniva trasformata in piccoli lingotti che in un secondo momento venivano venduti a peso.nel XVII° secolo si ebbe una riduzione drastica di questa pratica grazie all'uso,presso la zecca,del torchio a bilanciere,questo strumento permetteva la coniazione di tondelli piu'regolari e con diametri quasi uguali tra le monete di una determinata tipologia.

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Inviato
cmq ciò non toglie che queste monete non vennero tolte dalla circolazione, ma continuarono a svolgere il loro "dovere" ma a valore in pratica dimezzato.

Spero che l'argomento sia stato chiaro ed interessante e che qualsiasi ulteriore informazione è gradita.

Argomento molto interessante, grazie anche per le belle foto.

Hai qualche fonte da citare riguardo l'ipotesi di "valore dimezzato" delle monete così tosate ?

ciao,

M


Inviato
cmq ciò non toglie che queste monete non vennero tolte dalla circolazione, ma continuarono a svolgere il loro "dovere" ma a valore in pratica dimezzato.

Spero che l'argomento sia stato chiaro ed interessante e che qualsiasi ulteriore informazione è gradita.

Argomento molto interessante, grazie anche per le belle foto.

Hai qualche fonte da citare riguardo l'ipotesi di "valore dimezzato" delle monete così tosate ?

ciao,

M

La mia è una teoria, ma anche un dato di fatto. Nessuno avrebbe mai accettato una moneta così tosata per il suo valore nominale, poi pesando gli esemplari con una tosatura così marcata (tengo a precisare che sto parlando solo di quelli dove il pratica è stata tosata tutta la parte esterna della moneta) hanno un peso che è la metà o quasi degli esemplari originali. Inoltre è da tenere conto che mentre vi era una grande quantità di moneta circolante che riguardava carlini e coronati, lo stesso non si può dire per le loro metà (almeno confrontando i dati e le rarità degli stessi), quindi, sempre a mio parere questi esemplari così ridotti, continuavano a circolare ma a valore ridotto e, negli esemplari da me postati, a valore dimezzato.


Inviato

una domanda stupida, ma questa pratica si usa ancora o ormai in disuso?


Inviato
una domanda stupida, ma questa pratica si usa ancora o ormai in disuso?

Da quando il valore nominale non è più legato al valore intrinseco del metallo, tale pratica ha perso senso.


Inviato
una domanda stupida, ma questa pratica si usa ancora o ormai in disuso?

Da quando il valore nominale non è più legato al valore intrinseco del metallo, tale pratica ha perso senso.

Questo è sicuramente giusto ma di fatto la pratica della tosatura venne abbandonata anche prima, da quando con la diffusione della coniazione a macchina fu possibile imprimere sul taglio delle monete un disegno, di solito in rilievo (un fregio, una scritta o quant'altro) che rendeva immediatamente riconoscibile la moneta tosata. La coniazione con presse a vite, a bilanciere, idrauliche ecc. e l'utilizzo di ghiere di contenimento con un disegno impresso si diffuse nella maggior parte delle officine monetarie tra la fine del cinquecento e la prima metà del seicento, anche se in molte zecche si continuò a coniare a martello ancora per parecchio, specialmente i nominali minori con poco o nessun contenuto di metallo prezioso.

Ciao, P. :)


Inviato

come gia detto era una domanda stupida, a proposito io qualche giorno fa ho comprato un aureo da 10 dollari usa del 1932, e nel contorno poi a casa ho visto che da una parte le stellette quasi non si vedono, mentre dall'altra si vedono bene anche se non sono molto marcate, per il resto nelle due facce ci sono solo piccolissimi segni, direi che è una moneta spl, potrebbero averla tosata 60/70 anni fa? quella volta si faceva ancora?


Inviato
potrebbero averla tosata 60/70 anni fa? quella volta si faceva ancora?

Mi sembra più probabile un difetto per debolezza di conio.


Inviato

sicuramente sara stato cosi, grazie paleologo


Inviato
come gia detto era una domanda stupida, a proposito io qualche giorno fa ho comprato un aureo da 10 dollari usa del 1932, e nel contorno poi a casa ho visto che da una parte le stellette quasi non si vedono, mentre dall'altra si vedono bene anche se non sono molto marcate, per il resto nelle due facce ci sono solo piccolissimi segni, direi che è una moneta spl, potrebbero averla tosata 60/70 anni fa? quella volta si faceva ancora?

Sarà banale, ma penso che non esistano domande stupide... al contrario delle risposte :D


Inviato

Il fenomeno della tosatura era comune a tutta l'Italia. La zecca di Venezia, per combattere tale fenomeno, iniziziò a mettere la perlinatura lungo il bordo delle monete. In effetti la popolazione, che sapeva benissimo il valore delle monete, non accettava soldini senza la perlinatura, ma non mi risulta che poi venissero scambiati a metà del valore. Questi venivano ritirati dalla zecca, ma non al valore nominale bensì al peso effettivo. Comunque chi veniva sorpreso a stonzare (termine usato ufficialmente) le monete rischiava la cecità o la morte, al pari dei falsificatori.


Inviato
come gia detto era una domanda stupida, a proposito io qualche giorno fa ho comprato un aureo da 10 dollari usa del 1932, e nel contorno poi a casa ho visto che da una parte le stellette quasi non si vedono, mentre dall'altra si vedono bene anche se non sono molto marcate, per il resto nelle due facce ci sono solo piccolissimi segni, direi che è una moneta spl, potrebbero averla tosata 60/70 anni fa? quella volta si faceva ancora?

Sarà banale, ma penso che non esistano domande stupide... al contrario delle risposte :D

Ovviamente non mi riferivo alle risposte, che hai ricevuto (fra l'altro anche da me :lol: )


  • 10 anni dopo...
Inviato

Buongiorno a tutti, meditavo di aprire una discussione sulla Tosatura delle Monete, dove ognuno di noi avrebbe postato le proprie  tosate, ovviamente stavo controllando se ci fosse già qualcosa di analogo,  infatti eccola, ho letto con piacere tutto d'un fiato i post che si sono via via aggiunti al post iniziale di Fratello @fedafa  la ritengo molto interessante. Mi dispiace solo che non siano fruibili le immagini postate a suo tempo, potremmo riprenderla però. ?

Magari questa sera o più tardi inizio con qualcuna delle mie. 

Saluti 

Alberto 

 


Inviato (modificato)
Il 16/6/2009 alle 09:25, Arka dice:

Questi venivano ritirati dalla zecca

Ma non a Napoli. Le monete tosate circolavano comunque, data l'enorme penuria di esse.

Modificato da demonetis

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