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Inviato
Una idea ce l'avrei.
Ma non so, bisognerebbe pensarci meglio.

La butto là: e se fosse stata l'ultima mascalzonata del Casati e dei suoi, che si sarebbero fatti restituire non in carta straccia, ma in ottimo argento (già monetato con gli standard piemontesi e magari a cura della zecca stessa di Torino) i loro crediti personali con il Governo Provvisorio, quando le cose cominciavano a buttare male e si prospettava per loro una fuga in Piemonte?

Magari persino peggio.
Finora gli storici hanno sempre dato tutta la colpa della capitolazione di Milano a Carlo Alberto, che avrebbe nell'agosto 1848 "reso" la città all'Austria contro la volotà del Popolo e senza consultare il Governo Provvisorio, senza tentare di difenderla e anzi facendo in modo che non potesse difendersi da sola (probabilmente per un accordo segreto con l'Austria di ritorno allo status quo ante).
Forse invece stiamo mettendo le mani sulla "prova" che i vertici del Governo Provvisorio stavano orchestrando questa faccenda già nelle settimane precedenti.

Si tratterebbe di una enorme tangente versata da Carlo Alberto con beneplacito dell'Austria ai vertici del Governo Provvisorio per avere mano libera nel definire un armistizio che di fatto tradiva completamente le aspettative dei Lombardi.

Mazzini e Cattaneo stanno sobbalzando nella tomba.

Inviato
Dietrologia spudorata... non mollate qui mi raccomando! :D

Apropos Lucio, scoperto nulla sulle copie dello scudo con le scritte in "alfabeto misterioso"?

Inviato
[quote name='Paleologo' date='29 luglio 2005, 18:08']Dietrologia spudorata... :D
[right][post="49851"]<{POST_SNAPBACK}>[/post][/right][/quote]

Temo che ci sarebbero elementi. Solo avere la pazienza di metterli insieme.

Da un certo momento in poi la condotta militare piemontese assume molto più le caratteristiche di una ritirata organizzata che non di una disfatta.
In oltre è sfacciato il comportamento di Carlo Alberto tendente a lasciare la città di Milano intatta nelle mani degli Austriaci (contrastando per esempio la volontà della popolazione di incendiare i sobborghi e allagare le campagne per tentare una resistenza).
In realtà Piemontesi e Austriaci avevano un nemico in comune: la Francia della Seconda Repubblica; proprio quella Francia alla quale erano incessantemente rivolti gli appelli dei patrioti lombardi.
Evidentemente sia Austriaci che Piemontesi anteponevano alla loro rivalità il comune terrore di un intervento francese in Lombardia.

Non sono sicuro di come siano andate le cose, ma credo che l'intuizione dell'amico "Picchio" potrebbe portare ad una nuovissima luce su quel periodo storico.

Inviato
Caro Lucio,
ora sono io a dirLe di .... prendere fiato. Lei ha una visione politica molto chiara e logica, frutto di anni di studio e di una sviscerata passione per il monento storico.
Mi limito ad una semplicissima considerazione. Uno stato politico forte ed autonomo nel cuore della Padania non poteva essere visto di buon occhio ne da Carlo Alberto ne tanto meno dall'Austria ma solo che da i Francesi. Nulla veniva loro in tasca ma era elemento sufficiente ad impedire sia la restaurazione del Lombardo Veneto, sia la crazione di uno Stato Piemontese allargato che avrebbe inevitabilmente diminuito l'eventuale influenza transalpina nella Penisola.
Quindi che i naturali alleati vossero i Francesi è gioco forza.

Veniamo ora alla Sua ipotesi politica

[color="red"]La butto là: e se fosse stata l'ultima mascalzonata del Casati e dei suoi, che si sarebbero fatti restituire non in carta straccia, ma in ottimo argento (già monetato con gli standard piemontesi e magari a cura della zecca stessa di Torino) i loro crediti personali con il Governo Provvisorio, quando le cose cominciavano a buttare male e si prospettava per loro una fuga in Piemonte?[/color]

Lo ritengo improbabile una coniazione al fine di rendere un prestito, specifico ad una persona anche che fosse Gabrio Casati. Caspita dovevano essere veramente tutti, ma tutti d'accordo. L'importo della coniazione è di 600.000 lire. Non è una cifra importante. L'editto di coniazione se non sbaglio è del 27 maggio del 1848 ed il Governo cade il 6 Agosto.
La battaglia di Custoza è il 23 di luglio o giù di li.

Quindi Casati e C. prevedevano il futuro, ed hanno prodotto e ritirato le monete a giugno.
Queste monete hanno avuto una circolazione sul territorio abbastanza vasta che difficilmente un singolo gruppo di persone potrebbe avere generato.
Inoltre nel dicembre del 1852 viene promulgato l'editto di ritiro e demonetizzazione delle monete coniate durante i moti sia a milano sia a venezia. Presumo che se la circolazione non si fosse sviluppata principalmente all'interno di questo stato non ce ne sarebbe stato bisogno di un atto d'imperio che non avrebbe fatto altro che riattizzare la fiamma dell'indipendenza. Se il debito fosse stato pagato in piemonte e terminato nelle casse dell'erario piemontese o nelle tasche dell'ex podestà non avrebbe circolato in una maniera tale da originare fastidio alle maestranze austriache. Anche perchè se il fastidio fosse stato solo che politico avrebbero provveduto alla demonetizzazione e ritiro immediatamente e non avrebebro aspettato quattro anni per il decreto di emissione.

Si rivaluta quanto espresso da Lucio, e cioè una contunua emissione clandestina di questa moneta nel lomabrdo veneto. Da dove non lo so, a quali fini è facile intuirlo.

  • ADMIN
Staff
Inviato
[quote name='picchio' date='30 luglio 2005, 00:55']Si rivaluta quanto espresso da Lucio, e cioè una contunua emissione clandestina di questa moneta nel lomabrdo veneto. Da dove non lo so, a quali fini è facile intuirlo.[/quote]

Questa ipotesi però presuppone la creazione di nuovi conii (visto che si ipotizza che le varianti siano dovute a questo) e l'utilizzo di macchinari dello stesso livello della zecca di Milano. Non mi sembra una attività semplicissima.

M.

Inviato
Buonasera Incuso, meglio sarebbe Buonanotte, ma ci sono 35 gradi a Milano e prendere sonno non mi è facile.
Siamo nel campo delle ipotesi sia chiaro.
I conii possono esssere stati trasferiti con la caduta del Governo Provvisorio e poi eventualmente riadattati in una zona franca dagli austriaci ; comunque coniare con qualità nella seconda metà dell'ottocento era possibile in numerose zecche, non nel Canton Ticino ma in svizzera ce ne erano parecchie, a Brusselles hanno coniato di tutto a livelli notevoli. In Inghilterra c'erano zecche private in concorrenza con la zecca reale. In Francia poi più di quante non ce ne immaginiamo.

Il mio cruccio è il bordo rigato che mi manda in crisi. Si tratta di un elemento assolutamente innovativo nella monetazione dell'800. Perchè ? Quali macchinari doveva possedere una zecca per coniare il bordo rigato. Perchè non vengono impostati i soliti elementi decorativi o divinatori o di famiglia sul bordo delle monete del Governo Provvisorio ?

A riuscire a capire il perche, probabilmente si potrebbe fare un passo avanti nel campo delle ipotesi.

  • ADMIN
Staff
Inviato
Sì anche qui la temperatura non scherza ;)

Avevo visto l'accenno al bordo rigato ma non lo avevo capito subito. Ma è il primo bordo rigato in assoluto o piú semplicemente in Italia (di quel modulo e materiale visto che d'oro già c'erano)? E se vale la seconda, dove si producevano già monete con bordo rigato?

M.

Inviato
Scusatemi , ma faccio fatica a seguire un filo del tutto logico -non solo per il caldo, ma anche perché contemporaneamente oltre che discutere su questo forum stiamo anche trattando alcuni argomenti attinenti in PVT con qualche amico.

Non me ne ero mai accorto prima, ma la faccenda della rigatura è interessantissima!

Nella coeva monetazione dello Stato Pontificio i pezzi in argento da 1 scudo hanno il bordo rigato!

NON VI SEMBRA ANCHE CHE CI SIA QUALCHE ANALOGIA STILISTICA FRA QUESTE EMISSIONI PONTIFICIE E QUELLE DEL GOVERNO PROVVISIRIO DI LOMBARDIA?

Vi ricordo che almeno nella primissima fase dell'insurrezione, Pio IX aveva fatto gran promesse di appoggio NON SOLO SPIRITUALE agli insorti lombardi.


Interessante.

Inviato
Come si fa, anzi come si faceva a metà XIX sec., a produrre un bordo rigato?

Qualcuno sa se fosse un procedimento particolarmente difficile?

Inviato
[quote name='picchio' date='30 luglio 2005, 00:55']L'editto di coniazione se non sbaglio è del 27 maggio del 1848 .
[right][post="49930"]<{POST_SNAPBACK}>[/post][/right][/quote]

E' proprio questa data che è -passatemi l'espressione- "puzzolente".

O questa moneta porta una jella tremenda (e come appassionato di numismatica mi rifiuto di pensarlo), oppure qualcuno deve spiegarmi come mai proprio da quel momento la campagna militare che andava benone si trasforma in una catastrofe.

E poi, non facciamo confusione, è evidente che se la nostra idea è giusta i dati delle tirature ufficiali non corrispondono alle coniazioni effettive (varianti comprese). E le varianti sono numismaticamente più rare perché finite prevalentemente all'estero e finite nel tempo rifuse, mentre i "pochi" pezzi ufficiali hanno circolato, anche se con una forte tendenza alla tesaurizzazione.

Inviato
Giusto per fare ancora più confusione :P vi posto una sintesi (a mia cura) del giudizio storico economico dei fatti dato a pochi mesi di distanza dagli eventi dal Carlo Cattaneo:

(le indicazioni delle pagine sono quelle dell'edizione di Brusselle del 1849)

[b]Carlo Cattaneo
Dell'Insurrezione di Milano nel 1848
(Ed. Brusselle 1849)


Cap. 7 “La politica di Carlo Alberto”
(pag. 85) "Carlo Alberto era mosso alla guerra da molte ragioni.
... Giungendo sino alla foce del Mincio, acquistava nelli stati di Milano, Parma e Modena quattro milioni d'abitandi; e raddoppiava, o poco meno il numero dei sudditi.
Voleva poi salvare in Italia la parte retrograda [la fazione conservatrice] ...
L'improvviso risurgere della repubblica francese apriva il campo ad un profondo rimutamento di tutta l'Europa. La corte di Torino doveva supplire all'officio che la vacillante Austria non poteva sostenere omai più, di proteggere e appuntellare le opinioni stantie [il vecchio regime] ...
(pag.99) ... volle ancora che ogni cosa la quale concernesse l'ordinamento dell'esercito fosse in sua propria mano; e perciò fece consegnare a suoi generali il portafoglio della guerra ...
(pag. 100) ... Ma per essere più certi dell'intento loro, i ministri di Carlo Alberto, avevano per convenzione col governo provvisorio intercetti i denari che dovevano sopperire alla fondazione del nostro esercito. ..."

Cap. 8 “Il Governo Provvisorio”
(pag.100-107) “Un articolo della convenzione medesima del 26 marzo che aveva chiamato ad ammaestrare il nostro esercito li officiali disimpiegati dal re, mise a nostro carico “ogni sussistenza dell'esercito”.
Inoltre, un decreto del 1 aprile, con insolito esempio, autorizzò senza verun confine tutti i comuni ad incontrare le spese che occorressero pel mantenimento delle truppe sì di stanza che di passaggi, a prender denaro a mutuo senza limitealla misura dell'interesse, e a requisire le derrate necessarie; bastava che le somministrazioni all'esercito del re fossero giustificate con ricevute dei capi; l'ammonto verrebbe poi rimborsato ai comuni dalla nazione.
...
Senza qui mentovare le ingenti somme che vennero contribuite dai municipii e dai comuni, costò direttamente al tesoro quella promessa, in quattro mesi, più di 15 milioni di lire correnti. Ora, il nostro incasso ordinarioessendo di 77 milioni incirca, non poteva nei suddetti quattro mesi riuscire se non da 25 a 26 milioni. ... E inoltre era da aspettarsi che pel turbamento generale dei traffichi e degli officii, inaridisse notabil porzione anco delle solite entrate ...
Solamente per l'interesse quadrimestrale del Monte dello Stato necessitava poco meno di tre millioni. ...

Ma ben più strano era che il governo provvisorio ... si studiasse di aggravare ancora più le pubbliche difficoltà, coll'abolire il tstatico, il lotto, il dazio della catena, il dazio di transito, l'esazione delle tasse arretrate, il bollo delli avvisi, e in gran parte il dazio del sale e del zucchero, il porto delle lettere, la tassa della caccia, il dazio di magazzino, il bollo della carta, e il dazio dei vini piemontesi, delle lane e di molte altre derrate ...
Qual era in ciò la mente dei membri del governo?
Avevano essi dichiarato il 29 marzo di voler “alleggerire il peso delle pubbliche imposte a favore delle classi men doviziose”. Pareva a tutta prima che volessero solamente accettar l'aura popolare, allettare a sè con quei vani ristori la moltitudine credula, sicché non avesse a prestare orecchio alli amici della libertà. Ma venne poi in chiaro che volevano proprio avviluppare i cittadini in una rete d' inestricabili angustie, per costringerli assolutamente a darsi sùbito al re.

... il governo, nel dì seguente, 27 marzo, aveva provveduto a rendere impossibile ogni considerevol prestito, dimandandone bensì uno di 24 milioni, ma soggiungendo che non intendeva pagare interessi. ... Gli dava poi la forma più infesta all'opinione del paese, ciè quella di una carta moneta. La suddivideva in minutissimi viglietti da venticinque lire ... accettava poi come denaro ogni maniera d'oggetti preziosi. Si vedevano le giovinette offrire un fermaglio, un monile; i vecchi una posata, un candeliere d'argento ... Si faceva dimandaredall'arcivescovo alle chiese, in via di prestito, una porzione dei sacri argenti.
...
Il decreto del 13 maggio impose d'un solo fiato un'anticipazione sul censo, una sovrimposta pure sul censo, una sulle arti e il commercio, una tassa sulle arti liberali, e una sui crediti ipotecarii . ...
[il governo] col decreto del 4 di giugno, trasformò le tasse del 13 maggio in un prestito fruttifero. ..."
[/b]

Quindi i notabili milanesi si erano attribuiti nel maggio 1848 un certo qual credito nei confronti dell'Erario (notare che per lo più le imposte che davano titolo a quei crediti erano da loro state corrisposte non in valuta ma in beni materiali, stimati forfettariamente). Ma questa sarebbe solo la parte "trasparente" dell'operazione, perché, come sappiamo, in qualche momento e in qualche luogo avvengono "strane" coniazioni "varianti" di questa moneta.

Inviato
37 gradi. Si bolle.

bordo rigato sulla monetazione papale presente ma rigatura più sottile (almeno lo scudo del 1847 che ho).

Appropriazione indebita, vessazione e concussione ?

Spero solo che il 5 lire non meni gramo altrimenti sono morto!

Intervento di bassimo profilo intellettuale ma con questo caldo è il massimo che riesco a dare.

Poi mi stampo gli interventi di Lucio e li rileggo con la dovuta attenzione.
Comunque un piacere la ricostruzione dei possibili eventi.

Inviato
[quote name='incuso' date='30 luglio 2005, 01:53']Ma è il primo bordo rigato in assoluto o piú semplicemente in Italia (di quel modulo e materiale visto che d'oro già c'erano)? E se vale la seconda, dove si producevano già monete con bordo rigato?
[right][post="49942"]<{POST_SNAPBACK}>[/post][/right][/quote]

Rispondo in pubblico al richiamo per MP di Picchio:

Relativamente alla monetazione che meglio conosco, quella papale, andando a memoria, direi che le prime monete con il bordo rigato risalgono alla riforma monetaria di papa Clemente XII nel 1734-35, fino a quel momento non ricordo (e non credo di avere in collezione) nulla di rigato o anche semplicemente ornato.

Neanche a farlo apposta ho una foto di un giulio di Clemente XII, contorno compreso, con rigatura ben evidente.

Un saluto, RCAMIL ;)

Inviato
[color="blue"]Giusto per informazione.
Le varianti del 5 lire 1848 G.P.di Lombardia nel 2006 sono diventate 6 più la "normale" :D
By
fav.[/color]

Inviato
Rcamil,
visto il bordo del Corsini, personalmente e probabilmente a torto lo classifico come "lineette in rilievo" nel senso che la spaziatura non è regolare e fitta come competerebbe ad un rigato post rivoluzione. Questo bordo è una variazione decorativa, più che una vera rigatura, ma è una discussione di lana caprina. Sono andato a guardare i bordi delle monete del periodo insurrezionale 1848/1849 e Milano è l'unica del periodo a bordo rigato. Ancona con il baiocco del 1849 ha una pseudo rigatura in obliquo. tutte le altre a bordo liscio, compreso Roma.

Favaldar fa riferimento al Gigante ?
Ben vengano queste discussioni se servono a chiarire e far luce su alcune macchie oscure della numismatica, sicuramente non è citata la fonte.

Ho deciso che quest'anno i cataloghi non li acquisto, se me li regalano bene altrimenti amen.

Inviato
[quote name='picchio' date='30 luglio 2005, 23:21']Rcamil, visto il bordo del Corsini, personalmente e probabilmente a torto lo classifico come "lineette in rilievo" nel senso che la spaziatura non è regolare e fitta come competerebbe ad un rigato post rivoluzione. Questo bordo è una variazione decorativa, più che una vera rigatura, ma è una discussione di lana caprina.
[right][post="50109"]<{POST_SNAPBACK}>[/post][/right][/quote]

Si rischia di uscire dalla discussione originale, ma nel caso specifico con tutta probabilità la rigatura sul giulio è stata fatta post-coniazione (un pò come i contorni delle madonnine del 1797) da qui l'ondulazione del tondello.

L'idea che mi sono fatto è che possa trattarsi di un esperimento, essendo l'anno V (1734-1734) il primo anno post-riforma, con l'introduzione dele rigature, non tanto a scopo decorativo quato anti-tosatura ;)
Purtroppo monete simili per confronto non ne ho :(

Quanto alla rigatura dello scudo 1848, non l'ho vista ma comprendo che sia più regolare e quasi certamente ottenuta con delle ghiere (spesso divise in tre parti a 120°) al momento stesso della battitura, del resto l'800 è il secolo del'industrializzazione anche in campo numismatico ;)

Ciao, RCAMIL B)

Inviato
Insomma, la rigatura delle emissioni del Governo Provvisorio E' SIMILE o NON E' SIMILE a quella delle coeve monete dello Stato Pontificio?

E quanto allo stile delle incisioni di questi due differenti ambiti, VI PARE CI SIANO ANALOGIE?

Inviato
[color="blue"][quote]Favaldar fa riferimento al Gigante ?[/quote]
Si,e finalmente con una sola descrizione in più, ha eliminato l'equivico delle basi.
Specificando Base e Sottobase.
Cioè la Base è quella della statua e la Sottobase è la linea che definisce l'esergo.
In molti confondevano le due "linee" quando si trattava di decidere tra spessa o fine.
By
fav.[/color]

Inviato
Lucio
è simile ma più fitta, io ho il 1847 per il paragone, quindi di un solo anno precedente. A Settembre voglio studiare bene, il meglio possibile i caratteri sulle leggende, tra il Governo Provvisorio e gli Scudi Papali.

Se per analogia intende la possibiltà che la moneta sia stata coniata a Roma, comnque non per la prima emissione.

A Milano comunque il bordo rigato è stato usato solo pee questa emissione.

Inviato
Una è l abase della figura muliebre e l'altra è la barra dell'esergo

Inviato
[quote name='picchio' date='31 luglio 2005, 20:02']      è simile ma più fitta, io ho il 1847 per il paragone, quindi di un solo anno precedente. A Settembre voglio studiare bene, il meglio possibile i caratteri sulle leggende, tra il Governo Provvisorio e gli Scudi Papali.

Se per analogia intende la possibiltà che la moneta sia stata coniata  a Roma, comnque non per la prima emissione.

A Milano comunque il bordo rigato è stato usato solo per questa emissione.
[right][post="50231"]<{POST_SNAPBACK}>[/post][/right][/quote]

Si tratta di monete oggettivamente differenti, a cominciare dal peso e dal diametro, inoltre non c'è bisogno di mettere in dubbio che la coniazione effettiva sia realmente avvenuta nelle zecche titolari (che quindi potevano benissimo essersi dotati di macchinari tecnologicamente simili, ma metricamente differenti).

Però colpisce che a Milano la rigatura viene introdotta per la prima volta, mentre era in uso in uno stato abbastanza "amico" non dico da coniargli le monete, ma magari da permettere che l'incisore pontificio lavorasse a predisporre questi conii e in generale al progetto di queste monete.
Mi chiedo sostanzialmente se il conio (il conio, non le monete) ufficialmente utilizzato dal Governo Provvisorio della Lombardia possa essere di produzione romana.

Attenzione qui sto parlando del conio ufficiale, quanto ai pasticci che sono quasi sicuramente avvenuti dopo, rimangono tante cose da chiarire (ma sapere qualcosa sull'incisore forse aiuterebbe, chissà magari il medesimo potrebbe poi aver lavorato per qualcun altro, erano tempi turbolenti e strani).

Intanto sarebbe carino valutare se la novità della rigatura del bordo e lo stile complessivo dell'incisione possano farci sospettare una realizzazione romana del conio ufficiale.

Inviato
[quote name='LUCIO' date='31 luglio 2005, 20:34']Però colpisce che a Milano la rigatura viene introdotta per la prima volta, mentre era in uso in uno stato abbastanza "amico" non dico da coniargli le monete, ma magari da permettere che l'incisore pontificio lavorasse a predisporre questi conii e in generale al progetto di queste monete.
Mi chiedo sostanzialmente se il conio (il conio, non le monete) ufficialmente utilizzato dal Governo Provvisorio della Lombardia possa essere di produzione romana.
[right][post="50236"]<{POST_SNAPBACK}>[/post][/right][/quote]

Nel periodo, a Roma l'incisore capo di papa Pio IX è Nicola Cerbara, difficile, se non impossibile che abbia lavorato per conto terzi, soprattutto mi resta assai difficile pensare che il buon papa Mastai-Ferretti consentisse ai suoi incisori di utilizzare risorse e macchinari per un Governo Provvisorio del nord, "amico" quanto si vuole :huh: .

Basti pensare poi che lo stesso Cerbara perderà il posto di lavoro per avere lavorato per la "concorrenza", ossia la Repubblica Romana dl 1849 <_< .

Ciao, RCAMIL B)

Inviato
Si tratta di monete oggettivamente differenti, a cominciare dal peso e dal diametro, inoltre non c'è bisogno di mettere in dubbio che la coniazione effettiva sia realmente avvenuta nelle zecche titolari (che quindi potevano benissimo essersi dotati di macchinari tecnologicamente simili, ma metricamente differenti).

[color="blue"]POSSIBILE[/color]

Però colpisce che a Milano la rigatura viene introdotta per la prima volta, mentre era in uso in uno stato abbastanza "amico" non dico da coniargli le monete, ma magari da permettere che l'incisore pontificio lavorasse a predisporre questi conii e in generale al progetto di queste monete.

[color="blue"]Ho l'impressione che quanto detto da RCAMIL si la cosa più probabile, inoltre cerchiamo di vedere la cosa come metà del 1800. CI sta di mezzo la difficoltà delle comunicazioni, di un viaggio a Roma - Milano - Roma ed un Papa (Re). Inoltre a Milano si era ben fieri della scuola delle belle arti e mai avrebbero richiesto a Roma un tutore, lo Stato Pontificio sarà anche stato amico ma certamente estero. Cerbara era impiegato alla Zecca di Roma, non era un libero professionista, inoltre mi permetterei di fare osservare che lo stile della figura muliebre non ha nulla a che vedere sia con le monete sia con le medaglie cui io sono a comoscenza firmate dal Cerbara. Nell'ottocento era già in uso la firma dell'incisore ma in queste emissioni provvisorie o rivoluzionari è messa sia per milano e sia mi pare per Venezia. [/color]

Mi chiedo sostanzialmente se il conio (il conio, non le monete) ufficialmente utilizzato dal Governo Provvisorio della Lombardia possa essere di produzione romana.

[color="red"]Per quanto sopra detto lo escluderei[/color]

Intanto sarebbe carino valutare se la novità della rigatura del bordo e lo stile complessivo dell'incisione possano farci sospettare una realizzazione romana del conio ufficiale

[color="red"]Questo va assolutamente approfondito e con i potento mezzi tecnologici a disposizione faemo del nostro meglio pepr capire chi [/color]

Inviato
[quote name='rcamil' date='31 luglio 2005, 20:46']Nel periodo, a Roma l'incisore capo di papa Pio IX è Nicola Cerbara, difficile, se non impossibile che abbia lavorato per conto terzi, soprattutto mi resta assai difficile pensare che il buon papa Mastai-Ferretti consentisse ai suoi incisori di utilizzare risorse e macchinari per un Governo Provvisorio del nord, "amico" quanto si vuole  Basti pensare poi che lo stesso Cerbara perderà il posto di lavoro per avere lavorato per la "concorrenza", ossia la Repubblica Romana dl 1849 
[right][post="50237"]<{POST_SNAPBACK}>[/post][/right][/quote]

Molto amico, vi assicuro: in quei mesi veramente molto molto amico.
Pio IX sostiene apertamente l'insurrezione di Milano.
Fa promettere tramite suoi emissari uomini e mezzi per sostenere gli insorti lombardi. Credo anzi (ma sarebbe da verificare), che si sia affrettato a mandare in aiuto un piccolo esercito, ma che lo abbia poi richiamato per contrasti con i Piemontesi e per l'occupazione austriaca di Bologna (guarda un po' tra l'altro anche a Bologna c'era una zecca pontificia!).

I proclami del "Comitato" e almeno nei primi tempi quelli del "Governo Provvisorio" iniziano sempre con l'acclamazione "Viva Pio IX".

In quelle settimane Pio IX sta cullando il sogno di farsi garante e capo morale (forse non solo) di una Italia federale.

L'anno dopo (parliamo della primavera del 1849) Cerbara (non so però che grado avesse avuto fino ad allora al servizio di Pio IX) non farà un lavoro particolarmente eccelso per la Repubblica Romana, evidentemente mancava la materia prima (l'argento).
E siamo poi sicuri che la sua "colpa" che gli attirò le ire del Papa, fossero i modesti servigi resi alla Repubblica Romana, e non magari qualche lavoretto sottobanco per qualcun'altro, che magari c'entra con le varianti della nostra moneta?

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