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Titus Quinctius


gpittini

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DE GREGE EPICURI

Sono sempre privo del Babelon, ed i cataloghi d'asta dicono poco o nulla. Il denario di Titus Quinctius è del 112 a.C. ed è classificato come RRC 297/1, il mio esemplare pesa 3,8 g. Questa moneta è quasi un circo equestre: al D. c'è Ercole, visto da dietro di 3/4, con un nodoso randello sulle spalle.

Al R. c'è un cavallerizzo ("desultor"), con due cavalli (allo scopo di saltare dall'uno all'altro). Al di sotto c'è un grosso ratto, volto verso sinistra. Sopra al cavallerizzo: R e un punto. Dovrebbero esservi anche le lettere TI Q; e in incuso DSS; questo però nella mia moneta non si vede.

Sarei molto curioso di capire se vi sono dei nessi fra questi elementi così eterogenei!

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La datazione del denario in oggetto al 112-111 a.C. è quella di RRC (297/1), mentre il BMCRR (566-569) propone il 93-92 a.C. L'identificazione del monetario è incerta. E' stato proposto di completare le lettere TI Q (Titus Quinctius) con Trogus in base alla presenza del topo in quanto "rodere" in greco si dice trogein. L'emissione in genere riporta anche l'indicazione dell'autorizzazione del Senato (DDS = de senatus sententia)

Il collegamento tra la rappresentazione dei giochi e la figura di Ercole appare invece meno chiaro.

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molto bellla, patina stupenda , quasi iridescente, anche se non so darti una risposta sulla moneta ,ti dico complimenti, hai delle monete veramente belle nella tua collezione, di tutti i tipi e epoche,

sei un grande!!

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Mi getto in una libera interpretazione sul senso del diritto erculeo. La moneta venne battuta nel 112 avanti Cristo. In quello stesso anno Roma iniziò la ben nota campagna militare contro il re della Numidia Giugurta. La figura di Ercole nella romanità classica è sempre stata interpretata come allusiva della vittoria (in riferimento alle vicende di Caco, quando Ercole arrivò a Roma all'alba dei tempi e lo sconfisse), dunque tale rappresentazione numismatica può avere un semplice senso beneaugurante per l'imminenza del conflitto bellico. Ma vi è un altro elemento che si dovrebbe sempre tenere a debita considerazione. Ed è quello relativo a quando la moneta venne effettivamente battuta, cioè in quale mese o stagione dell'anno. Questo dato, ahinoi, non lo potremmo mai sapere, ma sarebbe di non relativa importanza ai fini di una precisa classificazione dell'iconografia delle monete. I romani erano, come risaputo, estremamente attenti al calendario, alle festività ricorrenti, alle divinità da onorare nei vari momenti dell'anno e a tutti i complessi elementi ritualistici collegati a ciò. I ludi annuali dedicati ad Ercole cadevano il 12 di agosto. Potrebbe non essere insensato proporre che questo denario venisse battuto nell'imminenza di tale importante festività, e che il magistrato, per onorarla e per ingraziare il favore del dio, decidesse di celebrarlo in tale modo. Spesso di fronte a difficoltà interpretative dell'iconografia di denari repubblicani si tiene poco conto di questo aspetto - quello diciamo così ritualistico - che invece permeava totalmente la società di quel tempo: ogni atto e ogni gesto quotidiano era a suo modo "religioso" e compiuto coi dovuti crismi (si legga a tal proposito l'ottimo "La religione a Roma" di John Scheid, per i tipi di Laterza, prezzo 10 euro).

Il rovescio invece è molto più chiaro: è riferito alla celebrazione dei Ludi Apollinari duranti i quali, come si vede nella scena, i cavallerizzi si esibivano in queste funamboliche e ginniche manifestazioni. Questi vennero istituiti durante la Seconda Guerra Punica a scopo propiziatorio, quando Roma temeva fortemente la possibilità della sconfitta, e si tenevano a scadenza quasi annuale (ma non per forza sempre). Questa festa durava 8 giorni e si teneva dall'8 al 13 luglio, dunque non troppo tempo prima rispetto ai ludi di Ercole. L'organizzazione di tale manifestazione richiedeva un imponente sforzo economico, più spesso sostenuto da famiglie che per proprio lustro le finanziavano anche interamente. E' molto probabile che quell'anno a promuoverle fosse la gens Quinctia, magari lo stesso magistrato o un famigliare.

In conclusione abbiamo quindi alcuni elementi di forte analogia: l'imminenza della campagna militare contro Giugurta e la vicinanza temporale (un paio di mesi) di due ludi - ad Apollo e ad Ercole - il cui senso simbolico principale era, guarda a caso, quello della vittoria bellica.

Modificato da deadhead
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DE GREGE EPICURI

Il tutto è molto interessante ed anche avvincente; certo, il calendario per i romani era importantissimo, ma credo che per pochissime monete si possa avere un'idea della stagione in cui sono state emesse. Sto leggendo un corso di Storia Romana, tenuto dal prof. Paolo Baldacci nel 1986/87 alla Statale di Milano: ASPETTI RELIGIOSI DELL'IDEOLOGIA POLITICO-SOCIALE ROMANA NELLO SCONTRO COL CRISTIANESIMO (DA TIBERIO A COSTANTINO). Tutta la prima parte in realtà tratta della religiosità arcaica e della sua evoluzione in età repubblicana; sono arrivato alla repressione dei culti bacchico-dionisiaci nel 186 a.C., che fu durissima. In effetti, si parla continuamente di Libri Sibillini, di ludi stagionali, feste accompagnate da divieti, ecc.

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