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IGNORED

L.Marcius Philippus.


gpittini

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DE GREGE EPICURI

Anche su questo denario di L.Marcius Philippus ho dei quesiti "storici", anzi genealogici. Credo di aver letto da qualche parte che il monetiere proclamava una qualche colleganza con Filippo il Macedone; o era solo ammirazione, o apprezzamento? E di quale Filippo si trattava? Non penso Filippo 2°, morto più di due secoli prima. Del resto, la conquista romana della Macedonia non si colloca nella prima metà del 2° secolo a.C.?

Al D., il ritratto porta in effetti un copricapo macedone; vi è anche ROMA in monogramma, fatto decisamente insolito. Ed anche una bella "PHI". Al R., cavaliere a dx, sotto al quale: L PHILIPPUS, e ancora più sotto -X-, che ho appreso significare: 16 (assi per un denario).

Ecco il mio esemplare, che pesa 3,9 g.

post-4948-1242242193_thumb.jpg

Modificato da gpittini
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Al D/ testa maschile a destra; con elmo macedone ornato da due corna di capro su cui poggia il diadema, con paragnatidi ed ampio sottogola, e lunghi nastri.

Il tipo di elmo e la lettera Φ sono gli elementi che hanno portato a identificare la testa come quella di Filippo V di Macedonia, e quindi un’allusione al cognomen del magistrato.

E’ vero però che nessuna rassomiglianza si può vedere tra questo ritratto romano e quello dei tetradrammi macedoni coniati da Filippo V. Questi, come il figlio Perseo, ci appare sulle monete con barba e baffi; nella moneta romana invece abbiamo un ritratto quasi giovanile e imberbe e con lungo naso.

Il Bernareggi (in “Eventi e personaggi sul denario della Repubblica Romana”) non vede per quale motivo Roma dovesse riprodurre nelle sue monete il ritratto di un sovrano con cui aveva intrattenuto relazioni spesso ostili. Crede piuttosto che riproducendo un ritratto verosimile di razza macedone e conferendogli gli attributi regali, il monetario abbia inteso mettere in luce la funzione di esperti in questioni macedoni che i suoi antenati (la gens Marcia), da quasi un secolo, andavano svolgendo nell’ambito della politica estera romana.

Al rovescio l’epigrafe alla base ci dà il nome del monetario ma al tempo stesso potrebbe designare anche il cavaliere.

Il Mommsen vuole riconoscervi nella statua quella di Q. Marcius Tremulus, eretta nel Foro davanti al tempio di Castore e Polluce per le sue vittorie sugli Ernici nel 306 a.C.

Il Babelon pensa a Q. Marcius Philippus, vincitore di Perseo.

Il Crawford vedendo un ramo di alloro nella mano del cavaliere (il Babelon e il Grueber non specificano di che ramo si tratti) identifica quest’ultimo, come il Mommsen, a Q. Marcius Tremulus.

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