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Inviato

Alvito, nei primi documenti consultabili, risultava facente parte della Badia di Cassino per passare poi successivamente ai conti d’Aquino che vi eressero un castello; un discendente di questa casata, il conte Adenolfo, prese in moglie un’appartenente alla famiglia Cantelmo, casata francese giunta in Italia unitamente a Carlo I d’Angiò, ma nel 1349 un tremendo terremoto sconvolse la vallata e il conte Adenolfo perse la vita nel crollo del castello e i Cantelmo, in particolare tale Ristasio (?) si affrettò a ricostruire il castello ed ad ottenerlo in feudo. Inizia così la signoria dei Cantelmo nella valle di Comino che con il tempo si espanderà anche ad altre cittadine della zona. Ultimo dei Cantelmo fu Pier Giampaolo, duca di Sora ed Alvito il quale prese parte alla ribellione dei Baroni contro il re Ferdinando I d’Aragona, ma quest’ultimo riuscì a sconfiggerli e si vendicò ferocemente dei ribelli. Pier Giampaolo cacciato dal feudo si rifugiò in Francia e nel 1495, in età avanzata, seguì Carlo VIII re di Francia nella sua discesa in Italia alla conquista del Regno di Napoli. Occupato il regno, il re restituì il feudo al Cantelmo e gli concesse di battere moneta a suo nome. Va sottolineato che durante la rivolta dei baroni Pier Giampaolo Cantelmo, arbitrariamente, aveva già coniato dei bolognini nella città di Sora, ma ora, con la concessione del re si conieranno, sempre nella città di Sora dei cavalli in rame. Ora nasce il dilemma, mentre si è certi dell’attività della zecca di Sora (anche se qualcuno contesta anche questo), nasce il dubbio sulla reale esistenza di una zecca nella città di Alvito, infatti molti testi riportano coniati in questa cittadina dei cavalli del tutto simili a quelli coniati a Sora, tranne che in una parte della legenda. Infatti i cavalli di Sora riportano la legenda

PE I PA CA SO ALB DVX (Petrus Joannes Paolus Cantelmus Sorae Albetique Dux) LINK

e quelli di Alvito

PE I PA CA ALB SO DVX (Petrus Joannes Paolus Cantelmus Albetique Sorae Dux) LINK

Mentre il dritto della moneta rimane identico per entrambe le monete e riporta il nome del re Carlo VIII e i tre gigli di Francia. Quindi in pratica si è ritenuto che Alvito avesse battuto moneta solo perché nella legenda di questi cavalli il suo nome (Albetique) era anteposto a quello di Sora (Sorae). Ora io non mi sento di affermare che ciò non sia vero, ma in assenza di documentazione, una semplice variante nella legenda la trovo poco credibile per l’assegnazione ad una zecca. Da evidenziare poi che, mentre i cavalli di Sora sono abbastanza reperibili sul mercato, quelli di Alvito sono conosciuti in pochissimi esemplari quindi perché, se vi fosse stata una zecca ad Alvito, coniare così pochi esemplari? Trovo più plausibile che il cavallo con la legenda “incriminata” sia una variante della zecca di Sora e che quando nella zecca si sono accorti dell’errore, considerando comunque la maggiore importanza della città di Sora rispetto a quella di Alvito ( e quindi maggior prestigio per il duca), abbiano provveduto alla correzione della legenda e non è da escludersi che abbiano anche cercato di eliminare i tondelli con la legenda “di Alvito”, ma che qualcuno di questi si sia “salvato” e giunto fino a noi.


Inviato

ciao,

ipotesi interessante da non sottovalutare, anche se in contrasto con la bibliografia ufficiale (CNI,Cagiati, etc.).

Con le monete, specie per il medioevo, in mancanza di documentazione locale dell'epoca, è legittimo porsi delle domande e formulare ipotesi.

Attendiamo sviluppi :rolleyes:

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Inviato
ciao,

ipotesi interessante da non sottovalutare, anche se in contrasto con la bibliografia ufficiale (CNI,Cagiati, etc.).

Con le monete, specie per il medioevo, in mancanza di documentazione locale dell'epoca, è legittimo porsi delle domande e formulare ipotesi.

Attendiamo sviluppi :rolleyes:

Tengo a precisare che non sono io il primo e l'unico a sostenere questa teoria. Lo stesso Mario Rasile nel suo libro sui cavalli coniati nel regno di Napoli accenna alla probabilità che il cavallo coniato ad Alvito sia in effetti una variante di quello di Sora. Per quanto riguarda il Cagiati ed il CNI non hanno prove documentali in merito all'esistenza o meno della zecca, ma si sono rifatti a studi precedenti, ma anche quest'ultimi si sono basati solo sulla legenda, cioè attribuire alla zecca di Alvito quei rarissimi cavalli con ALB che precede SO. Io sono alla ricerca di qualche notizia in più, se viene fuori qualcosa sono il primo ad essere felice di essere smentito e di attribuire una zecca a questa piccola cittadina.


Inviato

Anche seco0ndo me si tratta di una rara variante delle emissioni ascrivibili alla zecca di Sora.


Inviato

Lo stesso Mario Rasile nel suo libro sui cavalli coniati nel regno di Napoli

Discussione molto interessante per me, anche se come al solito non ha avuto molto seguito fra studiosi e collezionisti. A quale libro ti riferisci in particolare?


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