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Inviato

Nigra sum sed formosa

SACRO E BELLEZZA DELL’ETIOPIA CRISTIANA

Venezia, Ca' Foscari, 13 marzo - 10 maggio 2009

http://www.nigrasum.org/index.php

E' la prima grande mostra che l'Italia dedichi all'arte più che millenaria dell'Etiopia. Ad ospitarla non poteva che essere Venezia che già nel ' 400 instaurò con il regno che dominava il Corno d'Africa legami economici, religiosi e culturali molto stretti.

Il titolo della mostra "Nigra sum sed formosa" rinvia al celebre versetto del Cantico dei Cantici interpretato in relazione alla regina di Saba. E' stato scelto per ricordare l'antichità dell'esperienza religiosa biblica e cristiana in terra etiopica. Qui sussiste ancora oggi una sorta di chiesa delle Origini, degli Apostoli, che ha saputo conservare, nei riti e nelle rappresentazioni artistiche, lo spirito della prima età evangelica. Un unicum cui non è estraneo il fatto che l'Etiopia cristiana sia venuta rapidamente a trovarsi circondata da popoli islamici. Il forte radicamento di una tradizione cristiana nell'impero del Leone coincise dunque con l'affermazione di una identità etnica, linguistica e culturale, che in buona misura, pur attraverso molte fasi critiche, è giunta sino a noi.

L'esposizione si presenta come un organico e affascinante racconto, imperniato su riconoscibili personaggi: la Regina di Saba; il Re Lâlibalâ (sec. XII-XIII), da cui prende nome la città santa costruita sulle montagne del Lasta, la "Nuova Gerusalemme" a beneficio dei pellegrini Etiopi, impediti a recarsi in Terra Santa dalla presenza islamica, al modo in cui nell'Europa medievale si realizzavano le varie copie del Santo Sepolcro; il re Zar’a Yâ‘qob, sotto di cui, nel XV secolo, il Paese si aprì decisamente alle presenze occidentali; il pittore veneziano Nicolò Brancaleon, detto Marqorêwos (Mercurio), documentato alla corte dei re Eskender e Lebna Dengel fra XV e XVI secolo.

A Ca' Foscari saranno in mostra materiali di straordinaria importanza storica ed artistica, testimonianze preziose e per la più parte inedite: icone, croci, rotoli magici, codici miniati, incisioni, capolavori cartografici, come il Mappamondo di Fra Mauro, rari libri di modelli. A concederle, spesso per la prima volta, sono raccolte private e pubblici musei, nazionali e internazionali. Ad affiancare questi eccezionali reperti originali numerosi contributi a visualizzazione multimediale (musiche, filmati, fotografie opportunamente trattate...) della civiltà religiosa e della grandezza estetica dell'impero del Leone.

Valeria

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Inviato

Interessante la sezione della mostra dedicata alle famosissime Croci di Lalibela

http://www.nigrasum.org/index.php?croci

La croce è il simbolo principe del Cristianesimo. In Etiopia essa assume un valore e un’importanza particolare ed è presente in ogni momento della vita religiosa e della quotidianità dei cristiani etiopici; essa è in tutti i sensi il collante di questo popolo, riunendo sotto di sé ogni uomo e ogni donna, siano questi laici o ecclesiastici, giovani o vecchi, secondo diverse forme e modalità.

PECCATO "non" siano presenti in mostra (almeno non ne leggo traccia…) anche le monete della dinastia Axumita coniate in Etiopia, dove compare appunto il simbolo della croce…. :unsure:

A questo proposito mi permetto qui di citare l’intervento di numa numa a commento di un bellissimo argento di Hataz, imperatore axumita del VI secolo.

"Ho potuto approfondire che in effetti uno dei primi usi della croce (in questo caso anche di tipo patente) in effetti fu proprio quello intrapreso nelle loro emissioni monetarie da parte dei sovrani axumiti che da pagani si convertirono al cristianesimo nel IV sec. AD.

Dopo la conversione del sovrano Ezanas, avvenuta nel 330 infatti la croce diviene simbolo correntemente usato al rovescio nelle emissioni di questi sovrani.

Inoltre , al contrario degli imperatori romani d'Oriente ove il simbolo della croce compare non solo piu' tardi (a partire da poco prima del V secolo) ma inoltre almeno all'inizio non occupa quella posizione centrale concessagli nelle emissioni axumite.

Riporto un argento di Hataz, imperatore axumita del VI secolo ove la croce al rovescio indica la posizione centrale occupata da questo simbolo presso i sovrani etiopi.

Axum fu la seconda nazione, in ordine di tempo, dopo gli Armeni, ad adottare la religione cristiana quale religione di Stato, ma i primi in assoluto ad utilizzare il simbolo della croce sulle monete. - numa numa"

Questo e altri interventi estremamente interessanti sul simbolismo della croce si trovano qui:

- di rob, 21 novembre 2008: Il simbolo della croce nella numismatica Dalla tarda antichità al medioevo, e oltre...

http://www.lamoneta.it/index.php?showtopic=37424

- di paleologo, 4 settembre 2008: La croce patente sulle monete medievali, origine? significato?

http://www.lamoneta.it/index.php?showtopic...=axum&st=15

- di gpittini qui, 12 mag 2008: AXUM

http://www.lamoneta.it/index.php?showtopic=31766&hl=axum

Mi scuso per le altre discussioni sul tema delle croci axumite che mi siano (... sicuramente :P ) sfuggite...

Valeria


Inviato

Le Croci di Lalibela

Il simbolo della croce in Etiopia connota tutti gli elementi del rito: lo troviamo tatuato sulla fronte o appeso al collo dei catecumeni (croci pettorali), sui bastoni del pellegrini (le croci astili), nelle mani dei sacerdoti e dei diaconi (croci manuali). nei particolari architettonici nelle pitture murali e nelle piante delle chiese. A questo proposito è celeberrima la pianta a croce greca di Bet Giorgis - la Casa di San Giorgio, a Lalibela.

Lalibela: Chiese scavate nel tufo vulcanico

A Lalibela - la città santa costruita sulle montagne del Lasta e conosciuta come la "Petra d'Africa" - si trova il gruppo più spettacolare di chiese rupestri fatte erigere dal re Lâlibalâ (da cui la città prende nome) nel XII-XIII sec.

Le chiese sono state interamente scavate e intagliate nel tufo vulcanico. Effusioni basaltiche hanno infatti plasmato durante le ere geologiche la maggior parte dei territori settentrionali dell'altipiano etiope. Oggi appaiono quali traps, strati spettacolari di colate laviche spessi centinaia di metri.

Qui , immagini delle chiese rupestri, delle croci e della folla colorata di preti, eremiti e pellegrini intorno:

http://www.swisseduc.ch/stromboli/perm/erta/church-it.html

Valeria


Inviato

Medusa,

sei un pozzo di scienza.

E l'acqua che se ne trae è dissetante...leggera...annulla il tempo andato.

Complimenti ancora.


Inviato

Grazie, medusa, per la segnalazione e per il puntuale e graditissimo approfondimento :) .

Hai già avuto modo di visitare l'esposizione ?


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