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IGNORED

Rame a peso nel basso impero?


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Inviato

Per l'occidente Roma è la città più importante, ma il livello di circolazione monetaria per il periodo preso in considerazione era buono anche nelle altre città come Mediolanum, Aquileia, Lugdunum, Treviri, ecc... Nella parte orientale dell'impero invece ritengo che la circolazione monetaria sia sempre stata superiore a quella occidentale.

Per quanto riguarda i ripostigli, questi aumentano molto in epoche difficili (guerre, invasioni, sconvolgimenti politici, ecc..) e quindi vanno sempre analizzati con le dovute cautele.


Inviato

I lavori di studio dell'area del Teatro di Balbo sono iniziati se non sbaglio nel 1981, quindi dovrebbe esserci già molto di pubblicato. Se qualcuno ha i riferimenti li cacci fuori!

[OT] Approfitto per consigliarvi nuovamente di non perdere una visita al museo se siete a Roma, soprattutto se vi interessa il contesto tardoantico/altomedievale e anche il periodo di Roma bizantina, ingiustamente passato sotto silenzio per ragioni di propaganda politico-religiosa, diciamo così. Da non perdere la visita guidata al percorso sotterraneo. [/OT] :)


Inviato

Aggiungo altri elementi interessanti alla complessa indagine sulle valutazioni a peso:

sempre dal codice teodosiano:

CTh.11.21.2

Impp. arcadius et honorius aa. hilario. aeris pretia, quae a provincialibus postulantur, ita exigi volumus, ut pro viginti quinque libris aeris solidus a possessore reddatur. dat. v kal. ian. mediolano arcadio iiii et honorio iii aa. conss. (396 dic. 28).

da una traduzione sommaria emerge che nel 396 ci vogliono ben 25 libbre di bronzo per ottenere un solido d'oro.

Il rescritto è interessante perchè qui ci si riferisce esplicitamente al bronzo valutato a peso (per la verità anche l'oro viene spesso valutato a peso)

Insomma la legge del 396 attesta che l'autorità aveva rinunciato a difendere il valore nominale della moneta divisionale (la maiorina o AE2 era stata appena messa fuori corso), ammetendo la valutazione del solido in libbre di bronzo.

Tutto questo discorso dei pagamenti a peso vale quindi nella mediazione dei rapporti fra stato e cittadini, infatti la richiesta del pagamento delle tasse in oro testimonia la sfiducia da parte dello stato nei confronti della moneta in bronzo. Di conseguenza I cittadini si affannano nella raccolta di quantitativi di bronzo sufficienti all' ottenimento di un solido aureo.

D'altra parte, data una certa stabilità dei prezzi al consumo (vedi il costo del lardo nell'arco di un secolo), appare evidente che la moneta enea soddisfi pienamente le esigenze degli scambi quotidiani...che potevano avvenire ancora con poche monete


  • 1 mese dopo...
Inviato
I lavori di studio dell'area del Teatro di Balbo sono iniziati se non sbaglio nel 1981, quindi dovrebbe esserci già molto di pubblicato. Se qualcuno ha i riferimenti li cacci fuori!

Mi rispondo da solo:

ROVELLI A., La "Crypta Balbi". I reperti numismatici. Appunti sulla circolazione a Roma nel Medioevo, in La moneta nei contesti archeologici. Esempi dagli scavi di Roma (Atti dell'incontro di studio, Roma 1986), Istituto Italiano di Numismatica, Roma 1989.

SAGUì L., ROVELLI A., Residualità, non residualità, continuità di circolazione. Alcuni esempi dalla "Crypta Balbi", in I materiali residui nello scavo archeologico (Atti della tavola rotonda, Roma 1996), a cura di F. Guidobaldi, C. Pavolini, Ph. Pergola, École Française de Roma, Roma 1998.

Referenze tratte da: FEDERICO BARELLO, Archeologia della moneta. Produzione e utilizzo nell'antichità, Carocci Editore, Roma 2006. Cito da questo libro (testo base per la maggior parte dei corsi universitari di nunismatica attivi in Italia) un passaggio interessante rispetto all'argomento di questa discussione (pp.144-5):

... è stato possibile ... dimostrare in modo convincente come la moneta romana in bronzo di IV-V secolo rinvenuta [nell'area della Crypta Balbi] in livelli del VII-VIII secolo, debba essere considerata come realmente in circolazione nel momento di formazione di questi strati (nello specifico, immondezzai), dal momento che manca una corrispondente presenza di residua ceramica coeva, risolvendo così un'annosa questione circa l'effettiva sopravvivenza, nella circolazione monetale di età bizantina a Roma, della moneta ènea basso-imperiale, inserita in uno stock ancora trimetallico e dunque, pienamente funzionale rispetto alle esigenze degli scambi quotidiani

Una ulteriore dimostrazione della piena monetarizzazione dell'economia romana (italiana?) in epoca bizantina, visto che questi nummetti evidentemente occupavano la fascia più bassa nella scala di potere d'acquisto del circolante? O anche una conferma che il Medioevo a Roma cominciò veramente solo con le conquiste arabe, che bloccarono i commerci a lungo raggio con il mediterraneo orientale e allentarono definitivamente i legami tra Roma e Bisanzio ?


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