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Il collezionista e antiquario di arte antica Edoardo Almagià dopo molti anni di attività a New York decide di tornare in Italia riportando nel proprio Paese una collezione colà certosinamente raccolta, composta di pezzi archeologici italici, preziosa per i suoi approfondimenti tematici, al fine di metterla a disposizione del pubblico e degli studiosi.

Annunzia questo suo intendimento in un convegno parlamentare sul mercato dei beni culturali a palazzo San Macuto nel novembre 2002.

Un furente funzionario del Ministero per i beni e le attività culturali, colà presente, lo insulta pubblicamente (dandogli del ricettatore e del ladro); segue denunzia alla procura della Repubblica di Roma, « per aver ricevuto oggetti non identificati da persone sconosciute ».

Avviso di garanzia, diverse perquisizioni: difficile credere che la collezione tornerà a casa, in Italia.

Conclusione: ci si astenga in futuro dal riportare in Italia beni di italica provenienza reperiti all'estero e i musei stranieri si astengano dal prestare all'Italia opere di provenienza italica, anche se uscite in tempi remoti.

( tratto da http://www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getlaw&id=341 )


Inviato
Il collezionista e antiquario di arte antica Edoardo Almagià dopo molti anni di attività a New York decide di tornare in Italia riportando nel proprio Paese una collezione colà certosinamente raccolta, composta di pezzi archeologici italici, preziosa per i suoi approfondimenti tematici, al fine di metterla a disposizione del pubblico e degli studiosi.

Annunzia questo suo intendimento in un convegno parlamentare sul mercato dei beni culturali a palazzo San Macuto nel novembre 2002.

Un furente funzionario del Ministero per i beni e le attività culturali, colà presente, lo insulta pubblicamente (dandogli del ricettatore e del ladro); segue denunzia alla procura della Repubblica di Roma, « per aver ricevuto oggetti non identificati da persone sconosciute ».

Avviso di garanzia, diverse perquisizioni: difficile credere che la collezione tornerà a casa, in Italia.

Conclusione: ci si astenga in futuro dal riportare in Italia beni di italica provenienza reperiti all'estero e i musei stranieri si astengano dal prestare all'Italia opere di provenienza italica, anche se uscite in tempi remoti.

( tratto da

http://www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getlaw&id=341 )

ciao, questi fatti mi lasciano sempre pensare e ripensare a quanto sia complicato vivere in questo paese.....

Non conosco la vicenda di questo antiquario nello specifico, però leggendo la tua discussione mi viene spontaneo anche chiedere se tutta la collezione messa insieme dopo tanti anni di ricerche e acquisti sia completamente lecita ....(magari alcuni pezzi sono stati acquistati........) . Non penso comunque che il signore funzionario pubblico (che ovviamnte ha sbagliato insultando il signore..), abbia preso questi fatti come una cosa personale. Credo che se ha presentato una denuncia "POSSANO" esserci gli estremi per farlo....no???

Saranno poi i vari avvocati del noto collezionista a far chiarezza....

ciaooo

sku


Inviato

ciaoo, certo che ne faceva girare di euro............

sku


Inviato
Il collezionista e antiquario di arte antica Edoardo Almagià dopo molti anni di attività a New York decide di tornare in Italia riportando nel proprio Paese una collezione colà certosinamente raccolta, composta di pezzi archeologici italici, preziosa per i suoi approfondimenti tematici, al fine di metterla a disposizione del pubblico e degli studiosi.

Annunzia questo suo intendimento in un convegno parlamentare sul mercato dei beni culturali a palazzo San Macuto nel novembre 2002.

Un furente funzionario del Ministero per i beni e le attività culturali, colà presente, lo insulta pubblicamente (dandogli del ricettatore e del ladro); segue denunzia alla procura della Repubblica di Roma, « per aver ricevuto oggetti non identificati da persone sconosciute ».

Avviso di garanzia, diverse perquisizioni: difficile credere che la collezione tornerà a casa, in Italia.

Conclusione: ci si astenga in futuro dal riportare in Italia beni di italica provenienza reperiti all'estero e i musei stranieri si astengano dal prestare all'Italia opere di provenienza italica, anche se uscite in tempi remoti.

( tratto da http://www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getlaw&id=341 )

Mi pare che manchi il buonsenso ed un po' di sano pragmatismo. A meno che non ci siano nella collezione di questo signore pezzi noti per essere stati rubati, è improbabile che riporti la sua collezione in Italia. Considerato tutto questo penso sia molto più sensato da parte del Ministero per i beni bla bla raggiungere un accordo privato, chessò, permettendo alla collezione di entrare in Italia in cambio della sua esposizione permanente in un museo intitolando la collezione ad imperitura memoria di colui che la creò, ovviamente il tutto dopo il decesso del collezionista (se egli dovesse così preferire)... o altre soluzioni del genere che alla fine permettano al popolo italiano di godere di questi oggetti, che altrimenti rimangono lì dove sono, in una cassaforte a New York. Purtroppo le posizioni di principio sono spesso fonte di mali maggiori del bene che intendono difendere.


Inviato

Certo però leggendo il link postato da Avgvstvs le cose appaiono in una luce completamente diversa.... ennesima dimostrazione che bisogna sempre sentire tutte le campane prima di potersi formare un'opinione su di un fatto, e anche potendolo fare non è semplice capire chi la racconta giusta.


Inviato
Certo però leggendo il link postato da Avgvstvs le cose appaiono in una luce completamente diversa.... ennesima dimostrazione che bisogna sempre sentire tutte le campane prima di potersi formare un'opinione su di un fatto, e anche potendolo fare non è semplice capire chi la racconta giusta.

Sono d'accordo: se come riportato nell'articolo i reperti sono di eclatante provenienza furtiva è giusto che lo Stato italiano usi tutte le vie legali e diplomatiche a disposizione per recuperare i reperti.

Torno però a quel che ho scritto prima ponendo la questione in via ipotetica: se io vivessi all'estero e avessi messo assieme una collezione interessante di pezzi italiani acquistati all'estero, nessuno dei quali di provenienza furtiva o di eclatante valore storico, ma di possesso illegale secondo la legge italiana, che interesse avrei a riportare questa collezione in Italia?

La mia domanda allora è questa: esistono casi di accordo fra lo Stato italiano e collezionisti che si trovavano in questa situazione?


Inviato

Sono rarissimi o praticamente inesistenti i casi di accordo.

Basti pensare all'annoso contenzioso, con lo scopo di raggiungere un accordo,

tra la famiglia Torlonia, proprietaria di un'eccellente collezione archeologica privata, della quale fanno parte le famose pitture della tomba Francois di Vulci (ovviamente vincolate).

Dopo decenni di confronto ancora non si e' riusciti a raggiungere un accordo economico tra lo Stato italiano e la famiglia che comunque vuole disfarsi della ollezione.

Quello che proponi Rob, e' assolutamente sensato, peccato solo che avresti dovuto scriverlo in inglese e pensare di essere in UK e non in Italia :lol:

altrimenti non funzionera' mai..

non cinismo ma solo dose di sano realismo

numa numa


Inviato
Sono rarissimi o praticamente inesistenti i casi di accordo.

Basti pensare all'annoso contenzioso, con lo scopo di raggiungere un accordo,

tra la famiglia Torlonia, proprietaria di un'eccellente collezione archeologica privata, della quale fanno parte le famose pitture della tomba Francois di Vulci (ovviamente vincolate).

Dopo decenni di confronto ancora non si e' riusciti a raggiungere un accordo economico tra lo Stato italiano e la famiglia che comunque vuole disfarsi della ollezione.

Quello che proponi Rob, e' assolutamente sensato, peccato solo che avresti dovuto scriverlo in inglese e pensare di essere in UK e non in Italia :lol:

altrimenti non funzionera' mai..

non cinismo ma solo dose di sano realismo

numa numa

...temevo di leggere questa risposta... :huh:


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