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Un'emissione di Geta a Neocaesarea nel Ponto


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Neocaesarea (oggi Niksar) fu metropoli del Ponto Polemoniaco e successivamente del Pontus Mediterraneus. Dal punto di vista geografico era situata nelle zone interne della provincia romana della Bitinia e Ponto (in alto a destra nella cartina).

Fu Pompeo ad iniziare l’annessione delle diverse regioni del Ponto alla preesistente provincia della Bitinia, lasciata in eredità a Roma da Nicomede nel 74 a.C. Il processo che iniziò nel 64 a.C. si concluse solo molti anni dopo, nell’ottobre del 64 d.C. con l’annessione anche del Ponto Polemoniaco. A partire da questa data si conta l’inizio dell’era locale e le emissioni provinciali di Neocaesarea sono datate in accordo. Le legende di rovescio del tipo KOIN PONT ci ricordano che Neocaesarea era anche la capitale del Koinon del Ponto (formato dal precedente Koinon guidato da Amasia e l’annessione del Ponto Polemoniaco).

Sebbene Bitinia e Ponto formassero un’unica provincia, gestita da un unico governatore, esse mantennero una certo grado di autonomia amministrativa; le varie zecche iniziarono a coniare monete in tempi diversi. Neocaesarea iniziò ad emettere monete solo sotto Traiano.

La città di Neocaesarea è menzionata dagli storici antichi per la prima volta da Plinio (Hist. Nat. VI, 2). Strabone riferisce la presenza a Neocaesarea di un tempio dedicato a Men Farnace.

Il nome di Neocaesarea in epoca preromana non è ancora noto con certezza, ma è opinione comune che essa coincidesse con l’antica Cabira, nella valle del Lycus, dove Mitridate prima, e Polemone poi, avevano un proprio palazzo regale.

Sotto il controllo di Cneo Pompeo il suo nome da Cabira divenne Diospolis e successivamente, durante il regno della regina Pitodori, vedova di Polemone, cambiò il nome in Sebaste. Non è noto quando la città assunse definitivamente il nome di Neocaesarea.

Le monete di Neocaesarea sono datate in era locale che, come detto inizia nel 64 d.C. Essi comprendono sia emissioni autonome, che con ritratto imperiale da Traiano a Gallieno. Il nome della città è al genitivo.

La città ha avuto una importanza nel Ponto nel periodo Severo; numerosi incisori hanno raffigurato la facciata di un tempio tetrastilo con capitelli corinzi. In alcuni esemplari, all’interno del tempio, compare un altare oppure il busto o la statua su piedistallo di una divinità radiata. E’ probabile che la popolazione di Neocaesarea risentì notevolmente della influenza con le popolazioni iraniane, assimilando il mito di Ma, divinità al contempo maschile e femminile, la Magna Mater del Ponto associata con quella di Zeus. E’ probabile quindi che il tempio che compare anche su questo AE 31 di Geta sia da identificare come il santuario di Ma.

Bibliografia

M. J. Price and B. L. Trell, Coins and Their Cities

W. Wroth, Catalogue of the Greek coins in the British Museum, Pontos, Paphlagonia, Bithynia and the Kingdom of Bosporus

W.H. Waddington, Recueil General des Monnaies Grecques d’Asie Mineure, Pont et Paphlagonie (Tome Pemier)

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Geta

Æ 31 (Neocaesarea in Ponto)

D/ L CEPTI GETAC KAIC, testa nuda di Geta a destra

R/ KOIN PO NEOKAIC MHTPO ET PMR (in esergo), facciata di tempio tetrastilo con capitelli corinzi; frontone triangolare con globo

Emessa l’anno 146 (PMR) dell’era del Ponto = 209/210 d.C.

BMC 9, RG 28

AE, 31 mm 15.52 g

ex Gerhard Rodhe (Vcoins)


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