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Risposte migliori

Inviato

Mio padre, che per sbarcare il lunario faceva lo psichiatra, diceva un po' sardonicamente della mia e altrui passione numismatica che questa probabilmente nasceva da un senso di insicurezza di fondo.

Franco invece, un mio amico grande collezionista di pipe in radica, ascrive la passione del collezionare ad un desiderio irrisolto per l'infinito.

Ricordo di aver letto qualche anno fa che la propensione che tutti noi abbiamo a collezionare oggetti - chi più chi meno - è una vestigia del nostro passato di raccoglitori cacciatori, quando per sopravvivere nelle pianure del neolitico passavamo ore infinite a cercare e raccogliere semi commestibili.

Voi cosa ne pensate in merito?


Inviato

buongiorno, premesso che non siamo tutti uguali, concordo con la diagnosi.

Chi di noi da bambino non ha collezionato figurine? Personalmente oltre alle monete ho altre mini collezioni di cartoline, francobolli, libri... B)

Awards

Inviato

vorrei riportare un sunto di un articolo presente sul web, molto interessante. Invito chiunque a leggerne il testo integrale riportato a fine pagina:

Il collezionista distribuisce con estrema pacatezza il privilegio di ammirare la propria collezione, ancor meno quello di toccarne gli oggetti.Pretesto per evadere, per possedere, per esprimersi, per compensare, per comunicare, condividere, distrarsi, istruire o istruirsi, collezionare è un modo per essere se stessi, in un mondo assolutamente proprio e segreto. Attività compensativa positiva il collezionismo può essere una medicina, un fattore di riequilibrio, spesso rivelatrice della personalità del collezionista e della sua storia interiore. Nelle famiglie celebri il collezionismo è una malattia ereditaria, la "collectiomania".

per il giovane collezionista la rarità è un veicolo di affermazione sociale, per il collezionista maturo una collezione è solo l'ultima e silenziosa conferma di se stesso, delle proprie competenze e delle proprie capacità. Il collezionista maturo evita di mettersi in mostra, non parla delle proprie conquiste, se ne compiace ancor meno.

Collezionare è sfidare il tempo, è ridare vita alle passioni umane, ai momenti e ai movimenti artistici, sociali e storici che hanno concepito e prodotto in un lasso di tempo limitato un determinato oggetto; ogni oggetto è, infatti, "vittima" della propria evoluzione e delle tenebre della memoria

il collezionista è prima di tutto un raccoglitore di tesori del mondo e la collezione deve rispondere a quattro criteri. Prima di tutto l' oggetto da collezione deve essere testimone della propria epoca, ne deve emanare tutto lo spirito; poi deve corrispondere a un concetto di equilibrio e di "harmonia", avere in sé un' architettura che ne faccia un tutto razionale, qualsiasi sia la sua "scala". L'oggetto da collezione deve poi avere un "carattere" che gli conferisca singolarità o rarità e deve infine riflettere una certa "qualità di esecuzione", in funzione della ricchezza dei materiali impiegati o della finezza artigianale del lavoro. Alcuni collezionisti non sono né "ammassatori", né scientifici, né d'epoca, né di serie: amano semplicemente pochi pezzi ma di estrema e assoluta qualità.

[Fonte http://www.collezionare.com/Database%5Ccol...LEZIONISTA?Open ]


Inviato

Di estremo interesse il quesito e ne seguirò volentiere l'evoluzione, il personale contributo che posso dare va nel senso che, al di la degli altri mille e più oggetti che sono motivo del collezionare, per chi vede la storia un pò come la favola dell'umanità: le armi, gli oggetti d'uso; gli abiti, i gioielli forse sono la traccia da seguire ma fra questi la moneta rappresenta il bene che ha accompagnato l'uomo per oltre metà del suo percorso evolutivo e ci giunge dal lontano passato integra o quasi nella sua forma, forse poco rimaneggiata, presenta inoltre nelle immagini che ci propone, tutti i risvolti prima citati sul modo di offendere e difendersi, sul costume, sulle acconciature, sulle vesti, sui gioielli e sopratutto sul modo di proporsi nei confronti con la parte più intima dell'anima: il credo religioso buon ultimo occupa spazi che consentono una raccolta anche di proporzioni ampie, per questo l'ho scelta come traccia

Rarità, metallo prezioso, qualità sono certamente motivo di accrescimento di un valore che comunque dovrebb'essere prima di tutto storico e di documentazione.

Grazie Mikkandrea per l'opportunità e buona serata Cesare Augusto


Inviato

All'inizio era un'accumulazione divertente, ma poco intrigante. Poi, quando ho cominciato a legare collezionismo con la storia e con l'arte la cosa si fece più interessante. Ora è come se vivessi una fantastica avventura, scoprendo ogni giorno qualcosa di nuovo e interessante. Gnecchi aveva pienamente ragione: il collezionista non si annoia mai.


Inviato

credo che il collezionare sia, nell'ultimo luogo, una manifestazione materiale del desiderio innato all'uomo di poter vivere per sempre - infatti, la persona che intraprende seriamente una collezione agisce proprio come se la sua attività di collezionista non terminerà mai...


Inviato

posso allargare il discorso? con chi riuscite a condividere la vostra passione?


Guest carledo49
Inviato

La Numismatica, sebbene sia una scienza che studia le monete da un punto di vista storico ed economico, è soprattutto una forma d'arte che si esprime in solitudine, difficilmente la si condivide con qualcuno.

Il collezionismo in senso lato, invece, è una forma ancestrale di raccolta che trae la sua origine appunto da antiche abitudini millenarie dei nostri avi.

Carlo

Inviato

In effetti io la condivido praticamente solo col forum, specie nella sezione Catalogo fotografico..

I familiari sono coinvolti di riflesso, magari mi mostrano una divisionale euro mai vista.

Awards

Inviato

Wayne Sayles parla di "escapism", necessità di fuggire dallo stress e dalle responsabilità della vita quotidiana. Vi immaginate cosa sarebbe la vita senza una finestra di riposo/studio/contemplazione degli amati nummi? Solo grane, correre dietro al alvoro e ai problemi. Ci siamo trovati una valvola di sfogo sana che ci accresce culturalmente, direi che siamo fortunati.

Quanto alla tendenza a collezionare è solo una forma più evoluta della propensione ad accumulare oggetti potenzialmente utili dell'uomo primitivo. Hanno trovato sepolture neolitiche entro cui sono raccolti conchiglie, sassolini, pezzi d'osso ed altri oggetti interpretati come gli averi del defunto, una sorta di collezione di cose preziose.


Inviato

Per quel che mi riguarda, sono un po' come una gazza: m'attrae ciò che luccica. E se mi si spiasse mentre me ne sto bello rilassato nel mio studiolo ad osservare ora con un occhio ora coll'altro le mie monetine, probabilmente penserebbero a me come ad una gazza intenta alla conta del suo bottino.

Un semino dietro l'altro, una casella dietro l'altra nel mio monetiere, chissà dove mi porterà questo mio collezionare?

Mi affascinano tutte le definizioni fin qui proposte, e cioè collezionare per sfidare il tempo, come percorso di formazione, come atto artistico e momento di evasione dalle "cure" dell'esistenza.

Per me all'inizio, trascinato un po' di malavoglia in una bottega numismatica da un compagno di liceo, fu un'agnizione: le monetine mi dissero "collezionaci!", io risposi di sì :rolleyes:


Inviato (modificato)
vorrei riportare un sunto di un articolo presente sul web, molto interessante. Invito chiunque a leggerne il testo integrale riportato a fine pagina:

per il giovane collezionista la rarità è un veicolo di affermazione sociale, per il collezionista maturo una collezione è solo l'ultima e silenziosa conferma di se stesso, delle proprie competenze e delle proprie capacità. Il collezionista maturo evita di mettersi in mostra, non parla delle proprie conquiste, se ne compiace ancor meno.

[Fonte http://www.collezionare.com/Database%5Ccol...LEZIONISTA?Open ]

Gli economisti hanno definito il collezionismo, come un bene posizionale. Concetto introdotto da Fred Hirsch nel 1976

Il prof. (economista) Guido Candela dell'università di Bologna, scrive:

"Il concetto di bene posizionale, nell’analisi dei comportamenti del consumatore, riguarda quei beni

che hanno connotazioni di status per cui l’utilità dei soggetti nel consumo di questi beni è sempre

riferita alla quantità consumata dagli altri individui. In questo senso il concetto di bene posizionale

può essere utilizzato come connotazione degli oggetti del «collezionismo»"

Ecco cosa dicono gli psicologi sul tema:

I "beni posizionali", nel concetto sviluppato da Fred Hirsch nel 1976, sono quei beni che, in una società ad alto tenore di vita, i consumatori cercano di acquistare allo scopo di migliorare il proprio status reddituale relativo. (19)

Status relativo, non già assoluto. I vantaggi che ne conseguono, infatti, derivano dal trovarsi in cima alla piramide rispetto agli altri, cioè possedere un superiore status. Per esempio, posso comprare un'auto sportiva per migliorare il mio status reddituale assoluto, ma il mio status reddituale migliorerò solo quando altri individui non si possono permettere l'acquisto di quei l'automobile. Ne consegue che il valore d'un prodotto che solo pochi possono avere è incommensurabilmente maggiore di quando quel prodotto è disponibile per la maggioranza dei consumatori. (20)

In questo senso, l'utilità -o il vantaggio - che deriva dai beni posizionali non è strettamente determinata dalle preferenze individuali particolari, ma piuttosto viene determinata socialmente. E, in una società consumistica, tali beni diventano sempre più ambiti man mano che i bisogni fondamentali sono soddisfatti. (21)

Modificato da rino

Inviato
Gli economisti hanno definito il collezionismo, come un bene posizionale. Concetto introdotto da Fred Hirsch nel 1976

Il prof. (economista) Guido Candela dell'università di Bologna, scrive:

"Il concetto di bene posizionale, nell’analisi dei comportamenti del consumatore, riguarda quei beni

che hanno connotazioni di status per cui l’utilità dei soggetti nel consumo di questi beni è sempre

riferita alla quantità consumata dagli altri individui. In questo senso il concetto di bene posizionale

può essere utilizzato come connotazione degli oggetti del «collezionismo»"

Ecco cosa dicono gli psicologi sul tema:

I "beni posizionali", nel concetto sviluppato da Fred Hirsch nel 1976, sono quei beni che, in una società ad alto tenore di vita, i consumatori cercano di acquistare allo scopo di migliorare il proprio status reddituale relativo. (19)

Status relativo, non già assoluto. I vantaggi che ne conseguono, infatti, derivano dal trovarsi in cima alla piramide rispetto agli altri, cioè possedere un superiore status. Per esempio, posso comprare un'auto sportiva per migliorare il mio status reddituale assoluto, ma il mio status reddituale migliorerò solo quando altri individui non si possono permettere l'acquisto di quei l'automobile. Ne consegue che il valore d'un prodotto che solo pochi possono avere è incommensurabilmente maggiore di quando quel prodotto è disponibile per la maggioranza dei consumatori. (20)

In questo senso, l'utilità -o il vantaggio - che deriva dai beni posizionali non è strettamente determinata dalle preferenze individuali particolari, ma piuttosto viene determinata socialmente. E, in una società consumistica, tali beni diventano sempre più ambiti man mano che i bisogni fondamentali sono soddisfatti. (21)

E' ben vero però che una serietta di San Marino o un tappo di champagne con una certa fatica credo possano rientrare nella definizione di "bene posizionale", essendo entrambi comuni e facilmente reperibili sul mercato. Eppure ci sono centinaia di collezionisti che amano raccogliere oggetti non rari, in qualche modo privilegiando la "serialità" rispetto all'unicità dell'oggetto collezionato :unsure:


Inviato
E' ben vero però che una serietta di San Marino o un tappo di champagne con una certa fatica credo possano rientrare nella definizione di "bene posizionale", essendo entrambi comuni e facilmente reperibili sul mercato. Eppure ci sono centinaia di collezionisti che amano raccogliere oggetti non rari, in qualche modo privilegiando la "serialità" rispetto all'unicità dell'oggetto collezionato :unsure:

E infatti ho la sensazione che Mr. Hirsch abbia scritto una solenna mi...ata! O perlomeno che del collezionismo abbia colto solo un aspetto, quello più elitario o più legato alla moneta rara (e costosa) come "status symbol". Certo che se decidessi di collezionare solo monete dai 10000 euro in su sicuramente darei ragione al nostro professore (oltre ad accumulare parecchia frustrazione...) ma preferisco decisamente aderire al concetto di collezione numismatica come "macchina del tempo" che mi permette di entrare in relazione con persone vissute secoli fa, e per ottenere questo va bene anche una monetina da 5 euro :)


Inviato

Ritengo che anche un oggetto comune possa essere considerato bene posizionale in quanto la posizione sociale che riveste quel bene comune (esempio 10 lire 1949 BB) è debole rispetto all'oggetto raro (es. 10 lire 1947 FDC).


Inviato
E' ben vero però che una serietta di San Marino o un tappo di champagne con una certa fatica credo possano rientrare nella definizione di "bene posizionale", essendo entrambi comuni e facilmente reperibili sul mercato. Eppure ci sono centinaia di collezionisti che amano raccogliere oggetti non rari, in qualche modo privilegiando la "serialità" rispetto all'unicità dell'oggetto collezionato :unsure:

E infatti ho la sensazione che Mr. Hirsch abbia scritto una solenna mi...ata! O perlomeno che del collezionismo abbia colto solo un aspetto, quello più elitario o più legato alla moneta rara (e costosa) come "status symbol". Certo che se decidessi di collezionare solo monete dai 10000 euro in su sicuramente darei ragione al nostro professore (oltre ad accumulare parecchia frustrazione...) ma preferisco decisamente aderire al concetto di collezione numismatica come "macchina del tempo" che mi permette di entrare in relazione con persone vissute secoli fa, e per ottenere questo va bene anche una monetina da 5 euro :)

Non si tratta di collezionare solo monete rare ma di avere all'interno della propria collezione, sia monete da 5 euro sia monete che altri o non tutti si possano permettere.


Inviato

Non riesco ad essere d'accordo sulla questione del bene di posizione per quanto riguarda il collezionismo numismatico. Soprattutto per la mancanza della riconoscibilità del valore dalla maggior parte delle persone. Una volta al bar guardavamo una moneta con un amico e la ragazza al banco si era incuriosita. Le abbiamo fatto vedere l'oggetto su cui discutevamo e lei dopo averlo girato tra le mani ci disse: Scusate, ma per me è solo un pezzo di metallo... Se avessimo avuto una Porsche forse le cose sarebbero state diverse!

Per me, e così per la maggioranza dei collezionisti seri che conosco, non è il possesso che conta, ma la conoscenza che porta ogni pezzo di storia che abbiamo tra le mani. Quelli che godono del solo possesso sono accumulatori, non collezionisti e ancor meno numismatici.


Inviato
Non riesco ad essere d'accordo sulla questione del bene di posizione per quanto riguarda il collezionismo numismatico. Soprattutto per la mancanza della riconoscibilità del valore dalla maggior parte delle persone. Una volta al bar guardavamo una moneta con un amico e la ragazza al banco si era incuriosita. Le abbiamo fatto vedere l'oggetto su cui discutevamo e lei dopo averlo girato tra le mani ci disse: Scusate, ma per me è solo un pezzo di metallo... Se avessimo avuto una Porsche forse le cose sarebbero state diverse!

Per me, e così per la maggioranza dei collezionisti seri che conosco, non è il possesso che conta, ma la conoscenza che porta ogni pezzo di storia che abbiamo tra le mani. Quelli che godono del solo possesso sono accumulatori, non collezionisti e ancor meno numismatici.

Questo è anche il mio pensiero. Non avrei saputo esprimerlo meglio.

saluti a tutti


Inviato

Ho capito Arka, condivido pienamente quanto tu hai detto.

Vorrei però discutere con voi su una cosa, come mai nelle aste molti collezionisti si contendono monete estremamente rari che fanno registrare aggiudicazioni a prezzi folli? Secondo voi ci sono motivazioni diverse a quella del bene posizionale?


Inviato

La battaglia per un pezzo raro credo che derivi da un bisogno che trovo naturale di completare il più possibile la propria collezione. E' ovvio che chi ha più possibilità economiche può riuscirci meglio. Ma nella numismatica i soldi, per fortuna, non sono tutto e così anche il collezionista con tasche meno capienti può trovare pezzi rari, magari sfuggiti a occhi più ricchi, ma meno esperti.

Per concludere il discorso sul bene posizionale, potrei essere d'accordo sul collezionista che compra un medaglione da 9 solidi o un multiplo di zecchino da 25. Mi sembra più difficile sostenerlo riguardo a una piccola moneta medioevale, magari anche bruttina, ma che per lui rappresenta un pezzo che cercava da tempo. Agli altri non fa alcun effetto.


Inviato

il bene posizionale non deve essere riferito alla collettività ma ai collezionisti stessi. Può essere anche riferito ad un solo individuo (es. stao sociale rispetto ad un amico)

Per quanto riguarda le case d'asta mi riferivo prevalentemente a quando si "accende" una lotta per aggiudicarsi quella determinata moneta che comporta forti variabilità nei prezzi di aggiudicazione delle monete.


Inviato (modificato)

Condivido la maggior parte delle idee esposte in questa discussione nel tentativo di valutare le principali "leve" che spingono l'uomo a collezionare...nel nostro caso le monete. Possiamo elencare: l'amore per la storia innanzitutto, quindi l'immenso fascino che emana dai nummi, l'aspetto elitario da non sottovalutare, l'estetica, il nostro dna di antichi raccoglitori, la sensibilità culturale, la storia dell'arte, il relax: la pressione che si abbassa quando guardiamo le nostre monete in un attimo di calma, il rimanere soli con i nostri piccoli tesori ecc. ecc.

Aggiungo, per mera e cruda elencazione anche: possibili sfoghi d'egoismo e sussulti di individualità e sensibilità.

Inoltre non sottovaluterei una certa insoddisfazione ed una insicurezza di fondo o qualcosa di irrisolto, che spesso si cela nelle pieghe dell'animo dell'essere umano.

Al riguardo posso raccontarvi che in un periodo della mia vita (durato circa un anno) lavoravo in una struttura a carettere nazionale e fui trasferito, da un lavoro di "routine", ad un incarico di maggiore responsabilità da svolgere in un ambiente di Direzione (peraltro elitario e paludato). Non è il caso di farla lunga...ma quel nuovo lavoro non era di semplice approccio nè poteva essere improvvisato. Sicuramente poteva consentire forti accelerazioni di carriera. Infine, quel nuovo incarico, coronava le mie aspettative e combaciava con i miei studi e il mio bagaglio culturale.Tale cambiamento liberò in me, per un certo lasso di tempo, un costante quantitativo di adrenalina e comportò una certa distinzione in un ambiente dove, peraltro, lavorava molta gente.

In quell'anno non ho comprato monete e, fatto più eclatante, non ho sentito la necessità o la curiosità di cercarle.

Non so...ma in qualche modo è stato come quando si decide di smettere di fumare, senza necessità di buttare via il pacchetto... che può anche restare in tasca.

Dice: sei un ambizioso...eri un frustrato e ti sei sentito rinascere...la nuova attività ti aveva oberato e non avevi più tempo...eri talmente stanco che non ce la facevi nemmeno a tirare fuori le monete dai contenitori?

Rispondo:

- un semplice ambizioso frustrato avrebbe potuto continuare a collezionare proprio per maggiore distinzione e differenziazione, magari vantandosene con i paludati carrieristi, appoggiandosi sugli oggetti posizionali in collezione;

- chi corre e "spinge" la carretta ha spesso bisogno di compensare e rilassarsi;

- il tempo e le energie per godersi la numismatica, alle 11 di sera, sappiamo che lo si può sempre trovare, ma io mi guardavo un bel film e me andavo a letto.

E' invece più probabile che una persona sensibile e curiosa possegga dei talenti che debbono essere realizzati, stimolati e riconosciuti sia nell'ambiente quotidiano/lavorativo sia in quello privato; mentre il successo conseguito in una attività non gradita o a noi non affine è causa di stress, insoddisfazione di fondo e alienazione.

Da quanto sopra narrato deduco che, in uno stato di carenza - anche parziale - di soddisfazione, si rendono necessari degli elementi compensativi (come il collezionare). Tali dinamiche sono più incidenti ove alcuni aggregati esistenziali siano prevalenti (indulgenza nei confonti dei nostri aspetti caratteriali, presunzione, ambizione, competizione, egoismo, diffidenza, scarsa capacità di mettersi in gioco e di condividere). Tali aspetti trovano ulteriore enfatizzazione dove una società, come la nostra, sia incline a privilegiare dei disvalori, oltre la competizione ed il consumismo.

Ovviamente non vorrei essere frainteso. La presente "tiritera" non ha per oggetto la numismatica (scienza colta e meritoria) e tanto meno la voglia di raccogliere con intelligenza e misura alcune monete, ma alcuni aspetti più "spinti" del collezionismo che spesso può trascendere, confessiamocelo, in monomania.

Se siamo in grado di rendercene conto non è poca cosa.

Un caro saluto.

Piakos

Modificato da piakos

Inviato

buongiorno, varie sono le motivazioni alla radice del collezionare. Certamente anche la mancanza di soddisfazioni personali. Il collezionare può essere uno sfogo per quelle piccole frustrazioni che nascono dagli insuccessi nella vita, che magari non dipendono da noi. Due esempi classici:

- innamorarsi di una persona che è innamotata di un'altra e se la sposa.

- conseguire una laurea e poi ripiegare su una professione molto diversa.

Come diceva piakos, se nel corso della vita avvengono cambiamenti importanti (nascita di un figlio, cambio di lavoro, cambio di città etc.) possiamo essere portati ad accantonare il collezionismo. A volte è un taglio netto (recentemente uno degli iscritti ha dichiarato di voler vendere tutta la collezione), a volte è solo un parcheggio in attesa di ulteriori sviluppi (ricordo quanto ha scritto Elisaeuro per il cambio di scuola).

Insomma, è una passione che può avere alti e bassi, in tempi e modi diversi per ciascuno, così come ciascuno ha una diversa motivazione alla radice.

Awards

Inviato

esiste anche il fattore speculativo???


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