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Inviato

Sul ns. catalogo, strutturato benissimo, presumo che la rarità, e il valore effettivo delle monete suddivise per anni viene dato dalla presenza di aste.

Nel senso che se ci sono aste a seguito vorrebbe dire che quella moneta di quell'anno ha un valore, mentre le altre, senza presenza di aste, sono senza valore.

Giusto?

http://numismatica-italiana.lamoneta.it/

Grazie,


Inviato (modificato)
Giusto?

Magari :rolleyes: vorrebbe dire che sono state prese in considerazione un numero tanto grande di risultati di aste da poter fornire una valutazione realistica dell'intero mercato numismatico. Invece più modestamente direi che dove esiste il dato delle aste si può ricavare una valutazione del prezzo; dove questo dato non esiste in alcuni casi questo può effettivamente significare che la tipologia non è appetibile per la vendita in asta pubblica (questo è vero in particolare per le monete comuni in conservazione meno che altissima), ma più spesso può voler dire più semplicemente che i compilatori del catalogo non hanno ancora fatto in tempo a compilare i risultati d'asta per quella particolare tipologia :(

Spero di essermi spiegato :)

P.S. Comunque tutte le monete, anche le più comuni, hanno un valore di mercato anche minimo, purché in conservazione abbastanza alta.

Modificato da Paleologo

Inviato

ahhhhh! questo è un giochino pericoloso allora! hehehe

non sottovaluterò le monete non in asta!

ma così mi è tutto più difficile....... ho un lavoro grandissimo da fare :(

p.s. si, guarda io non le butterei mai, ma vorrei orientarmi su quale aggiungere in album e quale no...... il problema è che della Repubblica ne ho veramente tante, e anche selezionando le più "preziose" avrei difficoltà a tenere in modo corretto le altre :-(


Inviato

e se prendessi in considerazione la tiratura? :unsure:


Inviato

e la richiesta del mercato? e sempre questa che fà il prezzo ;)

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Inviato

quindi una moneta oggi di poca importanza, potrebbe avere risvolti positivi in futuro? Questo non credevo succedesse in numismatica! Grazie!


  • ADMIN
Staff
Inviato
quindi una moneta oggi di poca importanza, potrebbe avere risvolti positivi in futuro? Questo non credevo succedesse in numismatica! Grazie!

Questo non succede quasi mai.


Inviato

mhhhh incuso lo sospettavo.... ma così mi si stanno confondendo le idee.... ufff! hehehe


  • ADMIN
Staff
Inviato

Il problema è che il valore di una moneta dipende da tantissimi fattori.

Sicuramente la richiesta del mercato è il piú importante. Una qualunque moneta del Regno ha un mercato potenziale notevole visto che il Regno è assai collezionato. Motivo per cui, alcuni pezzi raggiungono cifre considerevoli pur essendo per la maggior parte di facile reperibilità. Ovviamente rarità e reperibilità sono legate ma tuttavia R3 di qualche "oscura" zecca settecentesca ben diufficilmente raggiungono le stesse cifre di alcune monete "R" del Regno.

Lo stato di conservazione è, a mio avviso, il secondo parametro da prendere in considerazione. In questo caso dipende molto dalla moneta; quando è facilmente recuperabile in bello stato di conservazione la differenza tra BB e FDC è minore.

La tiratura è purtroppo un parametro troppo debole. Infatti, quando va bene, indica il numero di pezzi prodotti; ma quasi mai si conosce il numero di pezzi sopravvissuti. Per di piú, se solo si svolta secolo le tirature rappresentano solo una idea in quanto in molti casi sono derivate dal numero di pezzi previsti per quell'anno ma non è detto che sia stato rispettato, cosí come non è detto che il conio utilizzato riportasse quell'anno etc.

I passaggi in asta riportati sul nostro catalogo sono utilissimi per farsi una idea del valore di una moneta, ma questo vale solo per le monete che "passano" in asta. E nelle aste è ben piú facile trovare un 5 lire del 1914 che non un 10 centesimi del 1911. Quindi derivare le rarità dai passaggi sarebbe fuorviante.

Riguardo alle monete che hanno poca importanza oggi mi spiego meglio. Se una cosa oggi è facilmente reperibile probabilmente lo sarà anche domani. Certo, immagino che 1 centesimo 2002 di euro sarà un po' piú difficile da reperire tra un secolo che non oggi ma dubito che sarà mai una moneta apprezzata. Anzi il lungo periodo permetterà di far scoppiare quelle bolle speculative come l'euro del Vaticano. Questo non è detto che sia sempre vero in assoluto, in quanto il mercato è in buona parte influenzato dai prezzari e se domani la variante del centesimo 2002 con il secondo 2 storto verrà riportata da una qualche catalogo come importante; ecco che ci sarà un apprezzamente anche quando magari c'è passata tra le mani come resto uno zillione di volte (ovviamente tale variante non esiste, ho voluto solo fare un esempio molto simile al caso del 100 lire 1993 testa piccola).


Inviato

incuso, grazie veramente, ora ho le idee molto più chiare, ho capito quello che "valorizza" una moneta.

Quindi in conclusione possiamo dire che un moneta prodotta in un numero maggiore di esemplari, se più richiesta per via della tipologia della collezione, ha più possibilità di avere un valore maggiore rispetto a quella prodotta in un numero inferione di esemplari anche solamente per il fatto che è più "collezionata" se non erro...


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