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le monete ci parlano


danielealberti

Risposte migliori

Studiando i dettagli di alcuni tetradrammi siracusani e avvalendomi dell’apporto di alcuni testi mi sono reso conto che le famose quadrighe impresse sulle quadrighe siciliane presentano alcuni difetti di costruzione ed in alcuni casi sono raffigurate in modo errato.

E’ necessario però iniziare con una piccola parentesi, perché tali raffigurazioni furono utilizzate in così larga scala nelle splendide monete della Sicilia? Il fatto non può essere messo in relazione con le vittorie riportate dai fieri tiranni siciliane nelle gare olimpiche, le prime quadrighe raffigurate infatti non sono agonistiche in quanto manca la piccola figura della Nike ad incoronare auriga o cavalli, la classe dominante , i gomoroi, fece incidere la quadriga sulle monete come simbolo di prestigio ed in onore della tradizione nella cavalleria che portava loro vittorie onore, pregio, solo in seguito con le vittorie di Gelone nelle gare olimpiche nel 488 a.C.la presenza della Nike attribuì alla rappresentazione un significato agonistico, cioè ricordava l’evento grazie alla personificazione della Vittoria che incoronava il vincitore.

Su queste date ci sarebbe da approfondire in quanto Gelon divenne tiranno di Siracusa solamente nel 485 a.C. e perciò la quadriga agonistica dovrebbe avere un significato retroattivo, mentre è più logico dedurre che la prima quadriga agonistica possa essere attiribuita ad un potente signore della città. ( Rizzo- L’arte delle monete nella Sicilia antica)

Queste prime rappresentazioni di quadrighe sulle monete siracusane erano eseguite in stile ancora molto arcaico, i cavalli erano tozzi e mal proporzionati, la figura dell’auriga era sproporzionata e troneggiava l’intera raffigurazione, per rappresentare la quadriga questi incisori rappresentarono solamente il primo ed il terzo cavallo individuabili per la diversa posizione della testa mentre il secondo e quarto animale erano indicati alla presenza della duplicazione delle linee di profilo degli animali visibili.

Continua lele

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Nei tetradrammi di Siracusa più arcaici la rappresentazione è vista di profilo, l’auriga è rappresentato vestito del caratteristico chitone talare ed appare un po’ curvo verso l’alta sponda anteriore (antjx) mentre regge le redini.

La quadriga rappresentata è del tipo elladico, il carro era collegato agli animali mediante un tirante ( timone) che partendo dalla base saliva centralmente tra gli animali mentre una correggia di cuoio legava la punta del timone con l’antjx.

I cavalli erano collegati al carro mediante una larga fascia di cuoio che passava tra collo e petto, questo tipo di collegamento premeva direttamente sulla trachea degli animali rendendo difficoltoso il respiro, limitandone notevolmente le capacità di traino e di resistenza. I Greci si rendevano conto della fatica che facevano i cavalli , ma non capendone appieno il motivo si limitavano a rendere i carri il più leggeri possibile

Nelle foto, un particolare di una statua ove si nota come venivano imbrigliati i cavalli ed un bassorilievo con la rappresentazione della quadriga.

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A me le quadrighe arcaiche piacciono! Non le trovo nè tozze nè sproporzionate. Diciamo che sono espresse in stile arcaico, certamente stilisticamente meno perfetto, ma a mio avviso più affascinante. Per quanto riguarda il tipo di quadriga, non credo che siano da interpretare come agonistiche solo le quadrighe incoronate dalla vittoria. Classico esempio di una quadriga agonistica è quella rappresentata su un tetradramma coniato a Gela dove il cocchiere ha la testa volta all'indietro per controllare dove si trovano gli avversari. Quello che voglio dire è che questa quadriga mi sembra perfettamente uguale a quelle dove la vittoria è assente. Faccio presente che le gare di carri appassionavano i greci e poi i romani e i bizantini più di quanto noi lo siamo per la Formula uno. Il tifo era più da stadio di calcio. Poi il cocchiere è quasi sempre rappresentato in abiti civili e non militari, a differenza del bassorilievo. Infine, se non mi sbaglio, i carri da guerra erano più grandi, poichè prevedevano un eqipaggio di due guerrieri.

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Piacciono molto pure a me le quadrighe arcaiche siracusane, i fortissimi rilievi, l’esaltazione della muscolatura e quella che io chiamo sproporzione, espediente che serve per mettere in risalto i particolari che più si vogliono far cogliere, danno profondità alla cena rendendola esteticamente gradevole. Permettimi di dissentire riguardo alle tue affermazioni sulle proporzioni, sono proprio i canoni stilistici del primo acerbo arcaismo che riportano a cavalli tozzi, zampe muscolose e spesso teste troppo grandi rispetto al corpo, era una tecnica voluta che serviva per mettere in risalto la potenza degli animali in un periodo storico dove forza e coraggio erano sicuramente molto graditi, il risultato però è che i cavalli rappresentati sembrerebbero di razza afflinger (spero di aver scritto giusto) invece dei fieri destrieri tessalli che sappiamo fossero utilizzati. Analizza inoltre l’auriga, nelle quadrighe più arcaiche di tutta la Sicilia essi appaiono spesso più alti dei cavalli in un carro che a volta sembra stargli stretto. Tanto per farti un esempio evidente (e non in tutte le quadrighe arcaiche le sproporzioni sono così evidenti) in una rarissima ma famosa quadriga di Aitna l’auriga incoronato dalla nike sembra addirittura un gigante rispetto ai cavalli, nel celebre decadramma Demarreteion la quadriga rappresentata, pur essendo stilisticamente molto innovativa risultando fin troppo evoluta rispetto i tetradrammi di pochi anni precedenti, presenta un auriga sproporzionato in quanto le sue gambe sono troppo lunghe ( come le pance dei cavalli a mio avviso)

Possiamo ritenere una quadriga agonistica quando un elemento dell’insieme ce ne fornisce una prova, nello specifico è la Nike che incorona cavalli od auriga che ci danno la certezza che quella scena commemori una vittoria olimpica. In mancanza di un segno distintivo, che potrebbe anche essere altro, una corona di ulivo ad esempio, una leggenda ecc…, non possiamo essere certi del significato di tale immagine. Ora sapendo che i coloni giunti nelle nostre terre furono accaniti competitori nei giochi panellenici, hai ragione nel ritenere che le raffigurazioni che i gamoroi fecero incidere sulle loro tetradracme fossero da mettere in relazione agli agoni sportivi, ma purtroppo non ne abbiamo nessuna prova concreta, nessuno storico ci ha lasciato documentazioni in merito e nessun elemento visivo sulla moneta ci porta a questa conclusione. Senza nessun elemento certo non ritengo corretto classificare queste prime quadrige come agonistiche.

lele

Foto: 1)Demarreteion ed 2)arcaica di Siracusa: libro "Die Griechische Munze " di P.R Franke-M. Hirmer

3)Aitna: libro "Uomo e cavallo sulla moneta greca" di Giorgio Giocosa

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  • 2 settimane dopo...

Una piccola svista:

Ora valutiamo un attimo la posizione delle zampe dei cavalli aggiogati alle quadrighe, la posizione delle zampe determinano il passo di questi, le quattro zampe dei cavalli possono essere distinte in: due anteriori e due posteriori od anche due dal lato sinistro e due dal lato destro. Osserviamo la posizione delle zampe del cavallo raffigurato

L’animale procede muovendo contemporaneamente in avanti le zampe dello stesso lato, anteriore e posteriore destro alternato ad anteriore e posteriore a sinistro.

Questo però non è un passo naturale del cavallo, in questo modo procedono cammelli, giraffe ed orsi ma i cavalli devono imparare questo passo che permetteva loro di procedere in un andatura veloce molto riposante per il cavaliere che procedeva sempre senza sella.

Era appunto un’andatura veloce che non poteva essere eseguita al passo in quanto i possenti cavalli risentivano troppo dello spostamento laterale del baricentro e procedevano in modo sgraziato e faticoso. Se proseguivano velocemente però lo scarto del baricentro veniva compensato ed annullato dalla velocità permettendo all’animale di procedere senza grandi sussulti. Questa andatura si chiama passo dell’ambio, veniva usata dai cavalieri peri i lunghi viaggi ed era sempre imposta al cavallo. In una quadriga i cavalli non erano assoggettati a nessun passo e procedevano come meglio conveniva loro e cioè muovendo alternativamente zampa posteriore destra con zampa anteriore sinistra, era infatti irrazionale far proseguire quattro cavalli aggiogati con un’andatura imposta dove il minimo scarto avrebbe causato deviazioni dei cavalli.

La posizione delle zampe dei cavalli raffigurata in molte quadrighe siracusane risulta errata in quanto i cavalli al passo non potevano utilizzare l’ambio

Daniele

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Nella prima moneta effettivamente le gambe dell'auriga sono sproporzionate, ma lo sono ahche quelle dei cavalli. Non così nel tetradramma arcaico. Qui le proporzioni sono già più aderenti alla realtà. Se l'auriga scende dal carro, la sua statura diventa subito più consona all'altezza dei cavalli (a proposito moneta fantastica!). Invece il tetradramma di Aitna non mi piace.

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  • 1 anno dopo...

E' una brutta copia del decadramma di Demarrate.

Ho eliminato i messaggi di identificazione sulle monete di Leonardi da vinci che non centravano nulla in questa discussione. come già detto da Vincenzo posta eventuali richieste nella sezione identificazione.

Daniele,

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E' una brutta copia del decadramma di Demarrate.

Ho eliminato i messaggi di identificazione sulle monete di Leonardi da vinci che non centravano nulla in questa discussione. come già detto da Vincenzo posta eventuali richieste nella sezione identificazione.

Daniele,

cosiddetto Demareteion

La moneta è attribuita al periodo di Gelone (485-478 a.C.) e prende il nome viene da Demarete, la moglie di Gelone.

Secondo alcuni autori (Head, Boheringer) la moneta fu coniata dopo la vittoria sui Cartaginesi nella battaglia di Imera.

Secondo Diodoro Siculo le motivazioni della dedica alla moglie sarebbero da ricercare nell'intervento della donna a favore dei prigionieri cartaginesi che sarebbero stati liberati grazie a lei e che per gratitudine avrebbero avrebbero regalato alla città cento talenti d'oro.

In realtà quest'interpretazione è stata recentemente messa in discussione e oggi non si è più cosi sicuri che ci si possa

riferire ancora a Demarete. Il nome però aggiunge ancora più fascino al pezzo ed è largamente rimasto riferendosi a questa

coniazione.

Posto un esemplare autentico per referenza (ex coll. Moretti).

numa numa

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