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Inviato

Stavo guardando, qualche minuto fa la trasmissione del figlio di Piero Angela (il giovane che gesticola come un americano), dedicata alla Colonna Traiana.

E ho sentito, per l'ennesima volta, un'affermazione che non mi convince e cioè che i monumenti antichi erano tutti dipinti a colori vivaci.

A parte il fatto che solo alcuni di essi mostrano tracce di colore, esse potrebbero benissimo essere successive e risalire ad epoche in cui il colorismo, tipico dell'arte barbarica, ricoprì anche ciò che restava del plasticismo classico.

Forse noi oggi, dominati e colonizzati da culture di ascendenza barbarica e dal Cristianesimo che le ha veicolate, non possiamo più intendere pienamente il plasticismo, che dal colore viene appunto annullato, e siamo quindi indotti a credere a tali barbare teorie.

Ma la domanda, di carattere pratico e logico che io pongo a tutti i sostenitori della tesi coloristica è questa: perchè avrebbero dovuto spendere così tanto per procurarsi il marmo pentelico o quello pario, con la sua luminosita quasi salina che cattura la luce e sostanzia le forme, per poi ricoprirlo di colore?

Penso che i Greci soprattutto, così attenti da sempre al valore del denaro, non lo avrebbero mai fatto!


Inviato

Quella dei monumenti colorati è una teoria più che universalmente accettata, probabilmente la scelta per il tipo di marmo non dipende dalla lucentezza e dal valore estetico ma dalla compattezza e omogeneità del materiale che, quasi privo di venature, limita al massimo la probabilità di danneggiamento durante la lavorazione, consentendo di realizzare dettagli minuti... e questo valeva il costo superiore.

A parte il fatto che solo alcuni di essi mostrano tracce di colore, esse potrebbero benissimo essere successive e risalire ad epoche in cui il colorismo, tipico dell'arte barbarica, ricoprì anche ciò che restava del plasticismo classico.

Forse noi oggi, dominati e colonizzati da culture di ascendenza barbarica e dal Cristianesimo che le ha veicolate, non possiamo più intendere pienamente il plasticismo, che dal colore viene appunto annullato, e siamo quindi indotti a credere a tali barbare teorie.

Non sono per niente d'accordo con questa tua considerazione; prima di tutto dubito che i barbari si siano presi la briga di colorare i resti dei monumenti e le statue della civiltà classica, quindi le tracce di colore che si trovano oggi non possono che essere coeve alla realizzazione dell'opera stessa, in più proprio il fatto che tu stesso non riesca ad accettare l'immagine dei monumenti classici colorati (anch'io trovo questa visione sgradevole... e non siamo i soli), dimostra che la nostra percezione del plasticismo è tutt'altro che sopita, anzi la maggior parte delle statue e dei monumenti che vediamo nelle nostre città sono stati realizzati dal rinascimento in poi, quando riesumate statue classiche dagli scavi, si recuperavano le forme della tradizione antica ma senza colore, proprio perchè oramai perduto, esaltando così il materiale anche per le sue caratteristiche estetiche e valorizzando la percezione plastica delle figure che per noi è diventata tanto normale, da farci storcere il naso all'idea di monumenti colorati.


Inviato
Quella dei monumenti colorati è una teoria più che universalmente accettata, probabilmente la scelta per il tipo di marmo non dipende dalla lucentezza e dal valore estetico ma dalla compattezza e omogeneità del materiale che, quasi privo di venature, limita al massimo la probabilità di danneggiamento durante la lavorazione, consentendo di realizzare dettagli minuti... e questo valeva il costo superiore.

Che una teoria sia universalmente accettata non è per me una motivazione ad accettarla, anzi, forse mi succede il contrario (ma questo non è un argomento, me ne rendo conto).

Ma per quel che riguarda la scelta del marmo, che spesso giungeva da molto lontano e con perigliosi trasporti marittimi, continuo ad essere scettico: anche il legno si presta a lavorazioni minute, la terracotta ancor di più, e poi le colonne del Partenone non presentano certo dettagli minuti...

Sono disposto a cambiare idea, ma i due argomenti che mi hai proposto (e te lo dico con simpatia sincera e senza alcun intento polemico) non sono ancora sufficienti a convincermi.


Inviato
Che una teoria sia universalmente accettata non è per me una motivazione ad accettarla, anzi, forse mi succede il contrario (ma questo non è un argomento, me ne rendo conto).

:D Non è un argomento, ma capita anche a me. Ed anch'io non sono così convinto di questa teoria.


Inviato

Non c'era bisogno di specificare la simpatia e la mancanza di intento polemico... non avevo dubbi in merito.

Oltre a ribadire che personalmente ho faticato ad accettare l'immagine dei templi greci tutti pacchianamente colorati, anch'io talvolta resto scettico di fronte alle "teorie universalmente riconosciute"... tuttavia a volte sono talmente ben argomentate che non si può che accettrarle (magari è un esempio estremo, ma ti sogneresti mai di mettere in dubbio che la terra gira intorno al sole?).

Tornando al nostrio discorso, è vero che il legno si presta quanto il marmo ad essere scolpito, infatti ai primordi dell'architettura greca i templi erano realizzati proprio in legno e le stesse scanalature delle colonne potrebbero essere un richiamo alla corteccia dell'albero; il motivo per cui ad un certo punto si è assistito a quel che viene definita la "pietrificazione del tempio" è banale... i templi dedicati agli dei erano fatti per durare e il legno non è certo il materiale più adatto...

Anche la terracotta è stata usata nell'architettura greca; i templi della Magna Grecia e della Sicilia erano generalmente realizzati in tufo, che era la pietra locale (in quel caso l'importazione di marmo era davvero costosa e scomoda), e presentano decorazioni in materiale fittile, l'utilizzo dei due materiali rende bene l'idea dell'esigenza di certe caratteristiche, non a caso si usava appunto il tufo, per le strutture portanti e la terracotta per le decorazioni, ovviamente era un ripiego, rispetto all'utilizzo del marmo che sembrava fatto apposta. Il tufo infatti, poroso e irregolare, veniva stuccato e successivamente dipinto a colori vivaci, lo stesso valeva per le decorazioni in terracotta. Avrebbero potuto benissimo pitturarli di bianco ad imitazione del marmo se davvero fosse stato quello l'effetto desiderato... esattamente come accadde molti secoli dopo nelle chiese e nelle ville... hai presente i marmorini, quegli intonaci lisci e dipinti con i colori e le venature dei marmi?

La policromia dell'arte greca è attestata anche da certe statue bronzee, per esempio i bronzi di Riace, (ma nn sono gli unici), hanno le labbra in rame i denti d'argento, le cornee in avorio e l'iride in pasta vitrea, mentre il bronzo imitava già sufficientemente bene il colore naturale della pelle.

Un'ultima considerazione, il marmo pentelico proveniva dall'omonimo monte che dista una ventina di km da Atene... certo per quell'epoca anche pochi km erano una distanza problematica ma le caratteristiche del materiale ne giustificavano comunque l'utilizzo; inoltre non escluderei la possibilità che si attribuisse a certi materiali un valore simbolico (magari il legame al territorio o una determinata provenienza o anche solo sfoggio di ricchezza) comunque svincolato dal valore estetico.


Inviato

salve a tutti

vorrei porvi il mio parere sui dubbi espressi in merito alla colorazione dei marmi:

in epoca arcaica, gli edifici, sia pubblici che privati, erano prima in legno e mattoni, e venivano colorati superficialmente, con il graduale passaggio ai materiali più resistenti (tufo e marmo) si continuò a colorare le superfici. i marmi colorati provenivano da paesi lontani e importati in quantità modeste servivano per oggetti più piccoli e pregiati, sculture, mosaici ecc. E' in età imperiale che i romani dispongono di grandi quantità di marmi provenienti da tutto il bacino mediterraneo, trasportavano colonne e blocchi via mare come noi facciamo oggi con i "cargo"; è sicuramente segno di estrema ricchezza costruire case e monumenti con marmi policromi, tantochè se andate a Pompei, ci sono case decorate con marmi dipinti sui muri, per chi non poteva permettersi quelli veri. Nel caso della colonna Traiana, è evidente il motivo comunicativo e propagandistico dei suoi bassorilievi, infatti se cerchiamo di "leggere" la storia scolpita, adesso, abbiamo dei seri problemi a vedere i dettagli, vista l'altezza della colonna, ma colorata è unaltro discorso, diventa più facile individuare le scene. Anche considerando che era situata all'interno di un edificio, in uno stretto cortile e si poteva osservare bene anche ad una certa altezza.

Io penso inoltre che gli antichi avevano dei gusti pacchiani e che fossero convinti della bellezza di un marmo dipinto; basta vedere certi oggetti discutibili che arredavano le loro case e che ora si trovano nei musei..

C.


Inviato

da dubbioso sono stato convinto dalle vostre argomentazioni. ma si sa che colori usavano e perchè tanta era la cura nella scelta del marmo e tanto poco resistenti erano al confronto i colori? forse perchè di meglio non c'era?


Inviato
Io penso inoltre che gli antichi avevano dei gusti pacchiani e che fossero convinti della bellezza di un marmo dipinto; basta vedere certi oggetti discutibili che arredavano le loro case e che ora si trovano nei musei..

In effetti è un argomento plausibile :(


Inviato

la risposta è tecnica:

il colore del marmo è stabile ed è uguale anche nella massa della materia lavorata.

il colore è uno strato superficiale sottilissimo e "incollato" artificialmente alla superficie.

la struttura pittorica più resistente che si conosca è l'affresco e l'encausto. due tecniche simili,

le uniche tecniche pittoriche che resistono anche millenni, se in ambiente protetto perchè avviene una

reazione chimica che cristallizza il colore con l'intonaco sottostante. questa tecnica comporta il

fatto che la durata dipende dalla stabilità e conservazione dell'intonaco. sui marmi o qualsiasi altra superficie

non è possibile adottare tecniche simili, quindi il colore rimane "appoggiato" quindi deteriorabile.


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