Vai al contenuto
IGNORED

asse di Atri


chiaracat

Risposte migliori

Comunque, per chi volesse dare il proprio costruttivo parere sulla questione:

- saper ricavare le percentuali dai grafici delle analisi all'XRF

- riuscire a capire dove si trovino ora gli altri due possibili esemplari, quello dell'asta di Basilea del 1970 e quello della collezione Magnaguti, per poter stabilire con certezza il numero delle monete con caratteristiche simili e quindi riflettere sui loro rapporti

Credo che siano le due considerazioni sulle quali sarebbe utile sapere di più. Grazie comunque per tutti i pareri intelligenti finora espressi.

Cara Chiara,

grazie per il tuo garbo e la tua ottima pazienza (messa a dura prova).

Fossi in te procederei su due strade.

La prima e' un'esegesi piu' approfondita degli esemplari in questione.

1.Le fonti migliori sono quelle gia' citate : Haeberlin, Thurlow Vecchi e Campana che offron quanto

di meglio e piu' completo esista nell'analisi degli esemplari di Hatri noti (attenzione cio' non significa che ognuno abbia fornito delle prove conclusive su "tutti" gli esemplari esaminati, anzi, dubbi ne persistono ancora per darti un'idea dell'insidiosita' della materia.

2. Reperirei i cataloghi originali (con le foto) degli esemplari citati (Santamaria e MuM). La collezione Magnaguti e' stata descritta in XII volumi editi da Santamaria. Le monete dei Ginzaga non furono vendute e sono finite nella collezione acquisita dalla Banca Agricola Mantovana esposte tuttora a Mantova (vale sicuramente la pena visitarla :D ). Tutte le altre monete furono vendute all'asta, quindi anche l'asse che e' possibile sia stato anche rimesso successivamente sul mercato.

Sia libri che cataloghi, se non li possiedi, li pupoi trovare presso qualche buona biblioteca di arte antica (Firenze, Milano, Bologna, Roma, Napoli, Padova, etc. per darti un'idea).

Completata questa fase avresti sicuramente le idee piu' chiare in merito agli esemplari citati in questa discussione.

La seconda strada e' quella di esaminare il pezzo da te citato a fianco di un esemplare autentico (ad esempio presso l'archeologico di Firenze, magari sotto la guida di Catalli o di qualche suo assistente che potrebbe rivelarne contrasti o affinita' tipologiche , di stile, caratteristiche di fusione per permettere un'analisi piu' approfondita ai fini di detrminarne l'autenticita'.

Esiste infine la terza strada che e' quella di un'analisi metallografica di dettaglio ma che potrebbe essere quasi superflua (e non e' detto sia conclusiva di per se stessa, tranne in casi di flasi pacchiani) se la fase 1 e soprattutto la fase 2 vengono condotte con professionalita' e conoscenza.

Buon lavoro!

numa numa

Link al commento
Condividi su altri siti


  • Risposte 178
  • Iniziato
  • Ultima Risposta

Utenti più attivi in questa discussione

  • chiaracat

    58

  • numa numa

    24

  • legionario

    22

  • gianoprora

    22

Utenti più attivi in questa discussione

Immagini inviate

Moderiamoci per favore ed evitiamo sterili polemiche. L'argomento è stimolante ed interessa molte eprsone.

Caius,abbi pazienza,ma le persone a cui l'argomento interessa culturalmente e numismaticamente siamo tutti meno che chiara,a cui interessa di più trovare consensi che opinioni.

Per cui,ben vengano le disquisizioni in materia ,ma sempre condotte sul filo della coerenza e informazione,e soprattutto con mente aperta. Di "furbetti" non ne sento il bisogno,tanto più se presumono di pooter parlare solo perché hanno la lingua in bocca ma senza la buona grazia almeno di informarsi un pochino prima di dare sulla voce a chi non la pensa come loro ,nella più beata ignoranza della materia.

Link al commento
Condividi su altri siti


Sperando che l'amico Numizmo abbia concluso con insulti e insinuazioni (forse la cartomanzia si adatta più a lui, che giudica le persone senza conoscere e sulla base del niente e non sa fare altro che ripetere "costruttivamente" e con una "mente tanto aperta" lo stesso ritornello da 5 pagine; forse dovrebbe IMPARARE ANCHE A LEGGERE perchè mi sembra di aver detto più che chiaramente che il pezzo non è mio nè c'è la minima possibilità che lo diventi e l'unico modo per cui la questione mi può riguardare personalmente è nella scelta che dovrò fare se includere o escludere la sua schedatura in un testo; detto questo, facendo di professione l'archeologa, il mio interesse E' STORICO e CULTURALE e lascio felicemente ad altri il tormendo di dannarsi sul destino e sul valore economico di quanto io mi limito a trovare), appresa la sua infallibile opinione al riguardo, RINGRAZIO Caiuspliniussecundus per aver ribadito quello su cui cerco di riportare l'attenzione da un po' di messaggi: ragionare di ciò che è utile ad avvicinarsi il più possibile ad un giudizio motivato da più elementi possibili, in un senso o nell'altro, se possibile discutendo tra persone civili.

Ti RINGRAZIO Numa Numa per aver chiarito in tre brevi punti le opzioni, effettivamente sì, penso che iniziare da uno di questi - e, in caso non si arrivi ad un dunque, procedere con gli altri - sia l'unica soluzione ragionevole. Per il punto 1 purtroppo, come anche io ho ritengo, effettivamente la certezza al 100% è un'utopia, ma puntualizzare la ricerca bibliografica è sempre utile, soprattutto per risolvere dubbi come l'esistenza di uno o più esemplari tanto simili.

Probabilmente l'opzione dell'analisi di persona da parte di un esperto sarà comunque necessaria alla fine, perchè è l'unica che possa avere l'autorità di sbilanciarsi, in mancanza di altri elementi eclatanti a favore di una o l'altra ipotesi. Purtroppo l'analisi all'XRF non si è per ora dimostrata molto utile (anche se farò il possibile per informarmi sul calcolo delle percentuali degli elementi, per chiarire ulteriormente anche questo punto), non essendo presenti termini di confronto, anche se potrebbe diventarlo un domani, nel caso si riuscisse ad arrivare ad un giudizio univoco di autenticità o falsità sul pezzo, come termine di confronto per gli altri esemplari, in un senso o nell'altro.

Link al commento
Condividi su altri siti


Scusate se insisto, ma ritengo che nel caso delle monete preromane e romane fuse la patina sia fondamentale. Capisco che la composizione chimica della moneta sia importante, ma la patina per me è indispensabile. E per patina intendo una patina formatasi nei secoli che aderisce al metallo in modo da essere un tutt'uno con la moneta e che presenta tutte le caratteristiche di una patina autentica.

Ribadendo sempre che le monete devono essere viste in mano e non in foto, non mi sembra che la moneta in questione presenti una patina impeccabile. Ovviamente questo non significa che la moneta non sia autentica, ma che necessita di una perizia ancor più accurata.

Link al commento
Condividi su altri siti


Non posso che essere pienamente in accordo con questo ultimo intervento, in me anzi trovi un patito della patina e del suo valore. Purtroppo però le patine vengono anche rifatte e questo necessita di analisi microscopiche accurate.

Link al commento
Condividi su altri siti


Purtroppo sulla patina non so davvero cosa dire... non sapendo quasi nulla sulla storia precedente della moneta, non ho idea se i suoi possessori avessero la coscienza di considerare la patina parte integrante della moneta stessa, piuttosto che il semplice desiderio di "veder brillare" un po' meglio la moneta o essere più visibile la sua immagine, come non so se la sua alterazione - non ho ancora capito se possa definirsi con una patina o senza o con una patina "compromessa" - possa imputarsi ad una pulitura, oppure, appunto, anche ad un suo rifacimento non particolarmente riuscito.

Link al commento
Condividi su altri siti


P.S. Anche se fossimo stati in presenza di due monete coniate,con queste similitudini di flan,e di difetti superficiali,la conclusione sarebbe stata,come lo è già stata tante volte ( si veda la discussione sulla moneta repubblicana in vendita da Tcalek) che ci troveremmo di fronte ad una clonazione. A maggior ragione per una realizzazione " one off".

Link al commento
Condividi su altri siti


Se la discussione per te finiva anche prima era meglio. Lasciando da parte il modo in cui ti sei inventato cose che io non ho mai detto - ripeto, impara a leggere - (come che le matrici DI LEGNO erano riutilizzabili), i soliti insulti, l'idea tutta tua che hai della professione di archeologo - che, ti dice: MAI ritrovati resti di matrice di terracotta degli aes grave di Atri e quindi non ci sono certezze assolute circa le matrici utilizzate (l'archeologia si basa sui fatti, non sulle generalizzazioni, perchè un luogo non equivale ad un altro luogo e lo scarto di pochi anni o pochi km soltanto può essere significativo) -, lasciando da parte il tuo modo di ragionare per assoluti che non contempla il rischio di contaminazioni e di errori statistici di certi tipi di analisi e che, pur ammettendo di non saper leggere gli spettri, pretende di paragonarne i risultati con la bronzistica del tempo (stiamo parlando di monetazione o di statuaria? ma non si era rimasti che analisi analoghe e quindi, una precisione percentuale al riguardo, non esistevano?)... lasciando stare tutto questo, grazie per il tuo parere. Sono certa che se ci sarà la possibilità di procedere con altre analisi o di far valutare a personaggi del calibro di Catalli il pezzo saranno senza dubbio impressionati dal tuo autorevole parere e lo terranno in gran conto. Ora, se non ti dispiace, come ti ho detto, preferisco ragionare con persone più civili riguardo a consigli utili e ad osservazioni costruttive, tenendo la mente ben aperta a TUTTE le ipotesi.

Link al commento
Condividi su altri siti


E mi domando anche: se sei così sicuro che la moneta sia falsa, che ti frega di continuare a leggere ancora questa discussione e di sprecar tempo a rispondere? Non hai davvero di meglio da fare? Mi dispiace molto per te nel caso.

Link al commento
Condividi su altri siti


E riguardo alla professione di archeologa... mai detto di essere specializzata in numismatica, i miei interessi vertono su ben altro (sai cosa è l'archeologia? per credere che una persona possa umanamente avere conoscenza approfondita di ogni sua area di interesse evidentemente non devi averne un'idea molto precisa); nell'evidenza che ti piace distorcere le parole della gente, non sto neppure a discutere del fatto che non ho precisato la mia professione per avvalorare le mie idee - non potendo per ciò che detto sopra -, ma semplicemente per sottolineare la natura del mio interesse. Hai detto bene prima, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. E detto questo trovati di meglio da fare - a meno che tu non sia un povero disoccupato - che perder tempo con dei cretini come quelli che, come me, si interessano di questa inutile e insignificante questione.

Link al commento
Condividi su altri siti


Evidentemente la tua cultura al riguardo dell'archeologia (e anche del resto magari) te la fai sui film. So benissimo quello che dico quando ripeto che in archeologia generalizzare (dalla statua alle monete, dal mondo etrusco e romano al contesto della colonia di Atri) è sempre un errore.

L'archeologia parte dai dati di fatto e dai ritrovamenti e, materialmente, nel contesto in analisi, ATRI (non Roma, non l'Etruria), non esistono nè analisi all'XRF su pezzi sicuramente autentici da confrontare con questo nè tantomeno matrici.

Sulle tecnologie universalmente applicate forse dovresti tener conto dei limiti della conoscenza umana, ma forse tu sei un gradino sopra tutti gli altri.

E ora, per l'ennesima volta, visto che hai dato la tua opinione e che ritieni chi contempla anche altre ipotesi un cretino e chi sta ancora a discuterne un cretino, torna tra le persone intelligenti e lascia in pace questa conversazione.

Link al commento
Condividi su altri siti


Spiace dover constatare che una persona preparata (anche se strettamente non numismatica) e di garbo che si e' rivolta al Forum con un quesito specifico cercando un conforto e opinioni tecniche debba essere soggetta ad un trattamento di questo tenore, addirittura sospettata di interessi commerciali oscuri e tacciata platealmente di ignoranza (tanto piu' grave avendo lei stessa ammesso di non essere una specialista nel campo numismatico).

Non capisco perche' lo staff tolleri che un simile atteggiamento possa continuare non solo a infastidire la persona direttamente coinvolta ma anche a disturbare la discussione che stava offrendo degli spunti interessanti.

Non e' la prima volta che lo staff mostra una tolleranza quasi infinita verso tali tipi di polemiche di livello personale mentre, diversamente, una solerzia prussiana se si affrontano argomenti di particolare sensibilita', intervenendo, modificando, riscrivendo la storia.

Un minimo di coerenza e di equidistanza non guasterebbero.

Chiara, da semplice, ma assiduo, utente di questo Forum, ti porgo le scuse per un trattamento che assolutamente non meriti. Spero che gli interventi degli utenti piu' propositivi, nonche' della parte valida e non polemica fatta da NUmizmo, ti siano stati di un qualche aiuto per inquadrare la questione.

numa numa

Link al commento
Condividi su altri siti


Che peccato, era un approfondimento interessante.

La diluizione dei messaggi che vengono infarciti di considerazioni poco 'numismatiche' rende quanto meno difficile la lettura e la possibilità di seguire un filo logico. Esprimo una richiesta molto egoistica: torniamo a parlar di monete?

Per Chiaracat, ribadisco e rinnovo quanto detto nel mio precedente intervento: è indispensabile avere il peso della moneta da te postata per restringere il campo delle ipotesi plausibili.

Già in fase di mia schedatura avevo dubbi sulla identità dei pezzi Magnaguti II e MuM 43, poi risolta considerandoli coincidenti. Ora qualche dubbio in più ce l'ho. La presenza di un terzo possibile esemplare pressochè identico, porta dritti verso la non autenticità dei pezzi.

Il primo pezzo, che è servito da modello, non si sa quale sia, ma non pare il 'tuo', per via dell'aspetto superficiale. Il pezzo della Magnaguti viene descritto con 'colorazione scura': brutta definizione che non coincide con una bella patina. Il pezzo della MuM è descritto, come ho già riportato, come colorazione verde scuro, ed il pezzo è indicato di conservazione 'superbe'. Effettivamente MuM ha sempre messo un po' di enfasi, ma l'esperienza di questi esperti è fuori discussione (vedasi la mitica 47 del 1972) e la descrizione è solitamente credibile. Non si sa dove sia quel pezzo MuM, ma forse ha qualche pregio di credibilità in più rispetto al pezzo Magnaguti. Le considerazioni stilistiche, comunque, mi portano a condannarli tutti e tre (e qui il parere è personale). Pertanto mi ritrovo d'accordo con Numizmo, che usa i toni che vuole ma che bisognerebbe leggere usando il cancellino: basterebbe eliminare l'80% delle frasi e conservare il restante 20% di considerazioni numismatiche, solitamnete condivisibili.

Ciao da Gianoprora

Link al commento
Condividi su altri siti


Ti ringrazio Numa Numa, purtroppo a volte sarebbe necessaria più pazienza di quella che si riesce ad avere; spero, come vedo anche Caiuspliniussecundus, che ora si possa continuare più tranquillamente.

Dunque, al di là delle polemiche, sulle analisi si sono fatte delle considerazioni effettivamente utili, come sulla presenza di zinco, le tracce di titanio e l'assenza di arsenico. Sono dati importanti direi, ma userei una giusta dose di cautela, perchè ogni tecnica diagnostica ha comunque i suoi limiti di precisione e di errore, oltre a non poter dare ragione di eventuali contaminazioni dell'oggetto in analisi. Nei prossimi giorni vorrei provare ad informarmi ulteriormente sullo spettro XRF, perchè certo sarebbe d'aiuto riuscire a tradurre il grafico in percentuali (anche se poi resterebbe la difficoltà di interpretazione per la mancanza di termini specifici di confronto); ad esempio per la presenza di stagno, sulla base del testo di Barello ("Archeologia della moneta"), l'indicazione della percentuale presente è abbastanza precisa, almeno in rapporto alla "categoria aes grave del III sec. a.C.", e dovrebbe essere compresa tra il 22 e il 25%.

Un argomento interessante era stato sollevato in ultimo sulla patina, di cui proprio non me ne intendo. In generale, lo stato della patina della moneta da me postata come potrebbe definirsi? Totalmente assente, parziale, alterato... ? Mentre quello della collezione Magnaguti (per avere un'idea)? E quello dell'asta di Basilea del 1970? A proposito di questo ultimo esemplare, se qualcuno potesse postarne un'immagine gli sarei davvero molto grata, perchè purtroppo ne stiamo discutendo, ma non ho avuto l'opportunità di vederlo neppure in foto.

Sempre riguardo alla patina, si era accennato ad una possibile analisi microscopica: si tratta di una analisi i cui risultati possono poi essere interpretati da terzi oppure è necessario l'occhio di un esperto già durante la stessa? E questo potrebbe aiutare a comprendere se la moneta sia stata "pulita" oppure se la sua "patina" (ammesso che si possa considerarla "presente", anche solo parzialmente) possa essere stata fatta ad arte?

Link al commento
Condividi su altri siti


Che peccato, era un approfondimento interessante.

La diluizione dei messaggi che vengono infarciti di considerazioni poco 'numismatiche' rende quanto meno difficile la lettura e la possibilità di seguire un filo logico. Esprimo una richiesta molto egoistica: torniamo a parlar di monete?

Per Chiaracat, ribadisco e rinnovo quanto detto nel mio precedente intervento: è indispensabile avere il peso della moneta da te postata per restringere il campo delle ipotesi plausibili.

Già in fase di mia schedatura avevo dubbi sulla identità dei pezzi Magnaguti II e MuM 43, poi risolta considerandoli coincidenti. Ora qualche dubbio in più ce l'ho. La presenza di un terzo possibile esemplare pressochè identico, porta dritti verso la non autenticità dei pezzi.

Il primo pezzo, che è servito da modello, non si sa quale sia, ma non pare il 'tuo', per via dell'aspetto superficiale. Il pezzo della Magnaguti viene descritto con 'colorazione scura': brutta definizione che non coincide con una bella patina. Il pezzo della MuM è descritto, come ho già riportato, come colorazione verde scuro, ed il pezzo è indicato di conservazione 'superbe'. Effettivamente MuM ha sempre messo un po' di enfasi, ma l'esperienza di questi esperti è fuori discussione (vedasi la mitica 47 del 1972) e la descrizione è solitamente credibile. Non si sa dove sia quel pezzo MuM, ma forse ha qualche pregio di credibilità in più rispetto al pezzo Magnaguti. Le considerazioni stilistiche, comunque, mi portano a condannarli tutti e tre (e qui il parere è personale). Pertanto mi ritrovo d'accordo con Numizmo, che usa i toni che vuole ma che bisognerebbe leggere usando il cancellino: basterebbe eliminare l'80% delle frasi e conservare il restante 20% di considerazioni numismatiche, solitamnete condivisibili.

Ciao da Gianoprora

Scusa Gioanprora,

vista la "condanna" degli esemplari delle aste Magnaguti e MM, come consideri l'esemplare venduto recentemente a NY (vedi link all'inizio della discussione) e quello di Baldwin ?

Grazie,

numa numa

Link al commento
Condividi su altri siti


Evidentemente stavamo scrivendo entrambi, ed in parte ti ho risposto per quel che riguarda le conservazioni dei due pezzi dei cataloghi citati.

Ho difficoltà a scannerizzare le immagini da MuM 43, ma probabilmente Legionario riesce a dare corso alla pubblicazione. Vedrai che è identico al tuo pezzo!

Per quel che si vede dalla tua foto, la mancanza di patina formata in più di 2000 anni è inequivocabile.

Cosa puoi dire del peso?

Ciao da Gianoprora.

Link al commento
Condividi su altri siti


Per Gianoprora: mi dispiace per il peso, grossa mancanza mia non essermelo segnato il momento in cui l'ho rilevato; purtroppo ora come ora non posso riportarlo, ma mi dovrebbe capitare prossimamente una nuova occasione di ripesare l'esemplare e certo lo inserirò in coda alla conversazione, sperando che possa essere utile.

Una domanda che sembrerà certo molto ingenua: quelli che io definirei i "danneggiamenti" della moneta (lungo i bordi del D/ e del R/ e accanto alla testa del cane), che costituiscono credo le differenze più macroscopiche (oltre alla patina) rispetto all'esemplare Magnaguti, possono essere imputabili al trascorso della moneta (in tempi antichi o moderni, a seconda che si tratti di un pezzo autentico o di un pezzo falso) o anche direttamente alla "bravura" e abilità di un falsario per aumentare la credibilità dell'esemplare?

Link al commento
Condividi su altri siti


Per Gianoprora: mi dispiace per il peso, grossa mancanza mia non essermelo segnato il momento in cui l'ho rilevato; purtroppo ora come ora non posso riportarlo, ma mi dovrebbe capitare prossimamente una nuova occasione di ripesare l'esemplare e certo lo inserirò in coda alla conversazione, sperando che possa essere utile.

Una domanda che sembrerà certo molto ingenua: quelli che io definirei i "danneggiamenti" della moneta (lungo i bordi del D/ e del R/ e accanto alla testa del cane), che costituiscono credo le differenze più macroscopiche (oltre alla patina) rispetto all'esemplare Magnaguti, possono essere imputabili al trascorso della moneta (in tempi antichi o moderni, a seconda che si tratti di un pezzo autentico o di un pezzo falso) o anche direttamente alla "bravura" e abilità di un falsario per aumentare la credibilità dell'esemplare?

Se il pezzo è il medesimo (il condizionale è d'obbligo, vista la presenza di ben 3 pezzi 'coincidenti'), le differenze sono da imputare in primo luogo al calco della collezione Magnaguti, che può aver subìto ritocchi rispetto all'originale. Se il tuo è una copia, tutto è possibile (interventi sul 'negativo' o successivi alla fusione).

Parli di dannegiamenti: vuoi dire che vi sono segni sui bordi che non appaiono sulla foto da te postata o ti riferisci a quel che vediamo tutti?. In questo secondo caso, vale la considerazione iniziale.

Ciao da Gianoprora.

Link al commento
Condividi su altri siti


Un'altra domanda ancora: ma per gli esemplari venduti alle aste non esiste un modo di rintracciarli? Cioè, colui che compra un esemplare ad un'asta è praticamente... anonimo?

Si, è anonimo.

Solo le case d'asta conoscono gli acquirenti.

So per notizia riferita, che una famosa casa d'aste vendette tutta la sua documentazione e particolare valore venne assegnato proprio alla documentazione relativa alla clientela ed alle assegnazioni avvenute nel tempo.

Partecipando ad un'asta vi è la possibilità di registrarsi privatamente gli acquirenti, con tutte le incertezze del caso (chi offre lo fa per se o per altri?).

Ciao da Gianoprora

Link al commento
Condividi su altri siti


Per i danneggiamenti mi riferisco a quello che si vede già in foto.

Sono piuttosto stupita della condizione di anonimato concessa dalle case d'asta: quindi un censimento realistico degli esemplari noti ad esempio della zecca di Atri è praticamente impossibile? Non esiste alcun controllo o alcuna legislazione che vigili almeno sugli spostamenti di pezzi di questo possibile valore?

Riguardo alle tecniche di falsificazione ho trovato su internet una quatrunx di Hatria stimata falsa (vedo che alla fine chi formula il giudizio rimanda anche al sito qui Lamoneta per un ulteriore conferma).

http://www.forumancientcoins.com/monetaromana/corrisp/a415/a415.html

A parte questo, che c'entra relativamente, ho addirittura letto che esiste una teoria che vuole che si tratti, in rapporto al nominale dell'asse della zecca di Atri, tutti di falsi. E' un'ipotesi fondata su quali considerazioni?

Rimane aperto il discorso sulle analisi microscopiche, per chiunque sappia gentilmente dare altre informazioni al riguardo.

Link al commento
Condividi su altri siti


Mi permetto di riportare un estratto da una conversazione su una quicuncia di Atri da questo forum, di Legionario (riguardo alla questione sull'effettiva esistenza di assi di Atri):

"A tale scopo ho chiesto al prof. Ing. Enzo Ponte di Torino, valente esperto di monetazione fusa italica, il conforto di un suo illuminato parere, che qui riassumo.

- L’asse di Hatria, mediamente il più pesante in assoluto tra tutti gli assi fusi, è di stile rozzo e primitivo che trova riscontro, in una certa misura, unicamente nelle monete fuse della vicina Vestini. Le monete dei Vestini, come pure quelle della vicina Carsioli, non hanno divisionali superiori noti. Questa considerazione ha fatto sorgere i primi sospetti sull’effettiva esistenza di divisionali superiori al quatrunx, anche per la monetazione atriana. Sono state attentamente controllate le fotografie riportate dall’Haeberlin: i dettagli dei tipi degli assi di Hatria sono diversi per ogni esemplare. Anche l’esame degli esemplari comparsi in aste o visionati in collezioni private conferma la grande varietà delle matrici di fusione, elemento alquanto strano se si considera l’esiguità del numero delle monete note a tutt’oggi. Non sono riuscito a trovare due esemplari attribuibili all’opera dello stesso incisore, come invece accade per altre serie o per altri tipi. Inoltre i pezzi che ho potuto visionare presentano patine non convincenti. Alcuni esperti hanno avanzato l’ipotesi di falsi ottocenteschi, prodotti in esemplari di volta in volta unici. Seri dubbi sono stati avanzati anche per il quincunx: la conchiglia, dalla quale esce la testa di Medusa, sarebbe frutto di una fantasia recente.-

Se qualcuno potesse spiegarmi cosa si intende con precisione per "i dettagli dei tipi degli assi di Hatria" che sono "diversi per ogni esemplare" (perchè immagino non si faccia riferimento esattamente alle caratteristiche simili che sembrano accumunare le due/tre monete di cui stiamo discutendo). Grazie!

Link al commento
Condividi su altri siti


Unisciti alla discussione

Puoi iniziare a scrivere subito, e completare la registrazione in un secondo momento. Se hai già un account, accedi al Forum con il tuo profilo utente..

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Only 75 emoji are allowed.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato..   Cancella editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...

×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.