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Risposte migliori

Inviato

Grazie Fra, ma la tua spiegazione era chiara in questo senso; l'imprecisione è stata mia, sorry ...

Una precisazione poi me ne torno nell'angolo a leggervi......

E mica vorrai fuggire subito così?? Il nostro vino è forse meno soave di quello della Cilicia Trachea???;) :D :lol:

Grazie ancora e auguri!!!

Valeria


Inviato

Grazie Fra, ma la tua spiegazione era chiara in questo senso; l'imprecisione è stata mia, sorry ...

Una precisazione poi me ne torno nell'angolo a leggervi......

E mica vorrai fuggire subito così?? Il nostro vino è forse meno soave di quello della Cilicia Trachea???;) :D :lol:

Grazie ancora e auguri!!!

Valeria

E sorry de che ? :D

No il vino qui è ottimo, anche se preferisco quello di Chios... l'Ariousios ;)

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Inviato

Mi complimento vivamente con fra casellame per la notevole competenza mostrata nel suo settore delle monete della Cilicia, molto belle sia dal punto di vista artistico che da quello più propriamente numismatico, come il problema delle contromarche.

Colgo l'occasione per avvisare che anche in Sicilia sono state apposte molte contromarche, anche se quasi esclusivamente sul bronzo, che sono oggetto di numerosi studi specialmente di Giovanni Santelli, da solo o in associazione con Alberto Campana, sulla rivista "Monete Antiche".

Non vorrei divagare, ma pure questo specifico settore, ancora poco noto in numismatica, meriterebbe in futuro di essere oggetto di una specifica discussione.

Alcuni lavori di Santelli, meno quelli più recenti, ancora coperti da copyright, sono disponibili e scaricabili nel seguente sito:

http://www.webalice.it/giovanni.santelli


Inviato

Grazie Fra, ma la tua spiegazione era chiara in questo senso; l'imprecisione è stata mia, sorry ...

Una precisazione poi me ne torno nell'angolo a leggervi......

E mica vorrai fuggire subito così?? Il nostro vino è forse meno soave di quello della Cilicia Trachea???;) :D :lol:

Grazie ancora e auguri!!!

Valeria

No il vino qui è ottimo, anche se preferisco quello di Chios... l'Ariousios ;)

Io, invece, potrei suggerire un trebbiano d'abruzzo...di gran sapore e struttura, roba da far resuscitre i trapassati!

Oddio...suona 14 gradi! :blink:

Però...rende più squisito l'agnello...cotto in bianco, ovviamente.

L'agnello arrosto era uno dei piatti preferiti da Odisseo...e dai suoi compagni...quindi siamo in tema, in qualche modo.

Lo mangiavano anche mentre sacrificavano all'Archegete! ;)

Mi associo ad Acrtaf ed a Medusa per i complimenti al competente Fra....spero interverrà più spesso.

Tanto per annoiarvi...spero, a breve, di concludere il discorso sopra iniziato su Selinunte. Ci stiamo studiando un pochino sopra...tanto per dare spessore a qualche idea.


Inviato (modificato)

A proposito di vini, l'ottimo roth aveva pubblicato sul suo sito un eccellente lavoro. Vi chiedo, nell'ambito degli oboli delle zecche siciliane c'è un riferimento ad uva, vino ed anfore ? Ad esempio come sulle monete si Chios od alcune emissioni civiche della Cilicia (senza dimenticare il grappolo d'uva presente in molte emissioni karaniche).

post-1677-0-85351200-1294215087_thumb.jp

PS: la mia memoria non è buonissima quindi chiedo scusa se si è già trattato l'argomento :unsure:

PS2: come non detto... basta vedere pag. 10-11 ma non mi sembra si sia approfondito l'argomento, o è una mia sensazione errata ? :P

Modificato da fra crasellame
Awards

Inviato

A proposito di vini, l'ottimo roth aveva pubblicato sul suo sito un eccellente lavoro.....

... infatti, ;), già avevo avuto modo di scrivere (23 maggio 2010, post 572), inseguendo il binomio Viticoltura e metallurgia quali attività centrali per l'aristocrazia euboica, tra Tirreno, Ionio ed Egeo... :

(...) Per una ammaliante carrellata di monete che alludono al Vino, ricordo le pagine del nostro grande Roth37 : http://www.roth37.it...onetazione.html

Vi chiedo, nell'ambito degli oboli delle zecche siciliane c'è un riferimento ad uva, vino ed anfore ? (....)

PS2: come non detto... basta vedere pag. 10-11 ma non mi sembra si sia approfondito l'argomento, o è una mia sensazione errata ? :P

Su Naxos abbiamo postato una profusione di mikrà, attraverso i quali - che in questo dimostrano di non essere da meno dei magnificenti nominali maggiori - si può cogliere un'evoluzione stilistica che, da forme dal sapore squisitamente arcaico, evolve in direzione di una maggiore dolcezza di chiara influenza ionica (come è già stato qui dibattuto)...

Oltre ai grappoli, kantharos e profili di Dioniso sulle litrae e sui tetras di Naxos, limitandoci ai soli mikrà…., ri-proporrei qui le due serie di Galaria. Gli esemplari che vi propongo provengono entrambi dalla Ex ADM Collection ….

(Immagini Cortesia acsearch.info)

post-6487-0-34575900-1294240917_thumb.jp

post-6487-0-55418300-1294240927_thumb.jp

Sulle affinità tipologica e stilistica -già segnalate da Jenkins e Manganaro- delle litrai argentee della 1a serie (databile intorno al 460 a. C.) con emissioni di Katane-Aitna e di Camarina, nonché della 2a serie (posteriore di circa una generazione) con monete di Naxos, vi rimando indietro ai miei post 98, 99 e 100 (16 Luglio 2009).

Altri contributi tra vino e mikrà sicelioti?


Inviato

Sorge spontanea una domanda... ma allora Naxos produceva del buon vino ? :rolleyes:

Frà non mi toccare Naxos, l mia zecca siceliota preferita ;)

la piu antica colonia siciliana produceva dell'ottimo vino..

In alcuni post più indietro nella discussione potrai trovare

diversi litrae e frazioni per farti un'idea del livello di eccellenza

delle incisioni raggiunte dagli artisti nassi, come giustamente

sottolineato da Valeria.

La simblogi del Kantharos e quella della rappresentazione di Dioniso

(ma non il grappolo, cito a memoria e spero di ricordare bene) sono

state riprese altresi dalla monetazione dell'omonima isola delle Cicladi,

che però emise moneta molto piu tardi rispetto alla colonia siciliana.

Il simbolo del grappolo, il kantharos (da solo o in rappresentazioni composite

(come negli stateri della zecca di Mende) e ovviamente Dioniso sono state

mutuate da diverse zecche del mondo greco.


Inviato (modificato)

Sorge spontanea una domanda... ma allora Naxos produceva del buon vino ? :rolleyes:

Frà non mi toccare Naxos, l mia zecca siceliota preferita ;)

la piu antica colonia siciliana produceva dell'ottimo vino..

In alcuni post più indietro nella discussione potrai trovare

diversi litrae e frazioni per farti un'idea del livello di eccellenza

delle incisioni raggiunte dagli artisti nassi, come giustamente

sottolineato da Valeria.

La simblogi del Kantharos e quella della rappresentazione di Dioniso

(ma non il grappolo, cito a memoria e spero di ricordare bene) sono

state riprese altresi dalla monetazione dell'omonima isola delle Cicladi,

che però emise moneta molto piu tardi rispetto alla colonia siciliana.

Il simbolo del grappolo, il kantharos (da solo o in rappresentazioni composite

(come negli stateri della zecca di Mende) e ovviamente Dioniso sono state

mutuate da diverse zecche del mondo greco.

Eggià..., per evocare il nostro Numa numa è sufficiente pronunciare .... *Naxos* ...!!! :P :lol:

Ma come dargli torto?? :rolleyes:

No il vino qui è ottimo, anche se preferisco quello di Chios... l'Ariousios ;)

Onore alle enigmatiche, inebrianti ;)… Sfingi di Chios …

Qui, uno stupefacente statere in elettro, attribuito a Chios (?). L'immagine della moneta è copyright del "Münzkabinett, Staatliche Museen zu Berlin, 18203117")

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A confronto, lo statere della 1a serie della Naxos cicladica, il cui vino era particolarmente amato da Archiloco di Paros (il più antico poeta lirico, VII sec a.C.) tanto da paragonarlo al nettare degli dei

ς Διωνσοι νακτος καλν ξρξαι μλος

οδα διθραμβον ονωι συγκεραυνωθες φρνας.

"So intonare il bel canto di Dioniso signore, il ditirambo

quando sono folgorato nell'anima dal vino." . Fr. 120 West

Lo statere di Naxos (12,43g), datato 530-490 a.C., testimonia gli inizi della monetazione nella Naxos cicladica. Il kantharos, i grappoli d'uva e la foglia d'edera alludono al culto di Dioniso.

L'immagine della moneta è copyright del Münzkabinett, Staatliche Museen zu Berlin.

Ana Vico Belmonte, Universidad Autónoma de Madrid, lo porrebbe in riferimento con la celebrazione della vittoria ottenuta sui Persiani nel 500 aC.:

"En relación con las monedas que reflejan en sus tipos victorias militares y lo que sería su celebración, debemos darle un significado muy similar, el de un mensaje publicitario parejo al que creemos ver en el caso anterior: enaltecer la posición de la poleis35. Una pieza que nos sirve de modelo es una tetradracma de Naxos, (en este caso en las islas Cícladas), que tiene en su anverso un kantharos con una hoja de parra encima y dos racimos a los lados, en referencia a la celebración de la victoria obtenida ante los persas en el 500 a.C." - EL VINO EN LA MONEDA GRIEGA: BUSCANDO INTERPRETACIÓN Y SIGNIFICADO A SU ICONOGRAFÍA. Grazie ad OKT per la segnalazione di questa monografia!

Dopo la devastazione dell'isola da parte dei Persiani nel 490 a.C., Naxos non conierà più monete fino a dopo la caduta di Atene nel 404 a.C. In questa 2a serie comparirà sui didrammi il ritratto di Dioniso con al R/ ancora il kantharos....

Modificato da medusa

Inviato

Ecco il didramma di Naxos egea - III secolo aC.

post-6487-0-24227800-1294350183_thumb.jp

(continua)


Inviato (modificato)

Una precisazione poi me ne torno nell'angolo a leggervi......

E mica vorrai fuggire subito così?? Il nostro vino è forse meno soave di quello della Cilicia Trachea???;) :D :lol:

No il vino qui è ottimo, anche se preferisco quello di Chios... l'Ariousios ;)

Certo, per i greci dell'Egeo il migliore oltre al vino di Naxos, era anche quello di Thasos, di Chios e di Lesbos …

"Prendendo del Thasos o del Chio o un vecchio Lesbo, che distilla nettare..."

Euboulos: Fr. 124 Kock : Athenaios 28 f. = Salviat 1986, 161

... ma allora Naxos produceva del buon vino ? :rolleyes:

Come nell'antichità era celebre l'isola egea di "Naxos, la fertile fra le isole" (Erodoto), così divenne la sua colonia siceliota, la "nostra" Naxos.... Plinio il Vecchio, buon conoscitore dei vini, nel libro XIV della Naturalis Historia parla dei vari vini d'Italia e d'oltremare conosciuti dai tempi più remoti. Scrive pure sulla coltivazione della vite nel territorio di Naxos e sul famoso Tauromenitanum vinum, il suo preferito... Questo vino, oggi perduto, affluiva con frequenza anche a Pompei. Sempre attraverso Plinio sappiamo che la "eugenia vitis di Taormina" venne trapiantata anche sui colli Albani nel Lazio. Ecco un bellissimo grappolo di questo vitigno :P sul rovescio del bronzo di Tauromenion con al D/ il nostro Apollo Archeghetes … (già commentato da Acraf e Piakos).

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Proseguo il mio tributo a Naxos e al suo vino, con un collage dove compaiono una dracma e una litra arcaica di Naxos con etnico NAX-ION retrogrado, entrambe datate 530/520-510 a.C. (rispettivamente, n.1b e n.2 in CNAI di A. Campana): siamo di fronte al vero e proprio Incipit della monetazione greca in Sicilia…!!!

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A destra nell'immagine, le monete sono riportate anche in scala. Immagini delle monete: Cortesia e Copyright: Münzkabinett, Staatliche Museen zu Berlin.

Lo stile appare squisitamente arcaico: notate il sorriso sfuggente di Dioniso, l'occhio allungato, la barba appuntita e fluente, i lunghi e riccioluti capelli…. Sul R/ compare il tipo del grappolo d'uva che inneggia a Dioniso e alla fecondità del vulcanico suolo di Naxos.

"L'inizio della monetazione a Naxos" comunque – come ci ricordava in precedenza Numa numa - :

(…) … sembra essere stimolato non tanto dalle attività vinicole, pur ricche della zona, quanto dall'attività dei traffici portuali. I tipi del vino potrebbero essere l'espressione dei ceti abbienti della città specializzati nella produzione dell'uva e del vino.

Ci sarebbe davvero da sbizzarrirsi inseguendo gli effluvi di Dioniso ....

Valeria

Modificato da medusa
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Inviato

Ecco il didramma di Naxos egea - III secolo aC.

post-6487-0-24227800-1294350183_thumb.jp

(continua)

come mi conosci bene Valeria :)

era proprio il dioniso che stavo per postare, per evidenziare le differenze , profondissime, di stile (ma anche di epoca) tra la colonia cicladica e quella siceliota..

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Inviato

que tiene en su anverso un kantharos con una hoja de parra encima y dos racimos a los lados, en referencia a la celebración de la victoria obtenida ante los persas en el 500 a.C." - EL VINO EN LA MONEDA GRIEGA: BUSCANDO INTERPRETACIÓN Y SIGNIFICADO A SU ICONOGRAFÍA. Grazie ad OKT per la segnalazione di questa monografia!

Di nulla, Valeria, e grazie per il riconoscimento, ma non ho fatto fatica!

Infatti le monete e il vino sono due dei miei tre principali interessi!

:rolleyes:


Inviato

Il vino e le monete nel mondo greco antico...

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Non sfuggirà che in questa moneta la figura seduta al diritto (Baal - Ammon) tiene sia la spiga che il grappolo.Nel mondo dell'antico Mediterraneo la vite, l'ulivo ed i cereali erano basilari per il soddisfacimento del bisogno alimentare...unitamente all'allevamento degli ovini e di alcuni volatili. Nel mondo greco delle epoche alte e ancora nel perido arcaico Ii vino era sopratutto un alimento...oltre che, per i vitigni più pregiati...un piacere nel simposio. Il vino dava forza a chi lavorava nei campi oltre che energia e coraggio a chi andava per mare.Il vino rendeva l'oblio...aiutava nel dolore e nelle contrarietà della vita...soccorreva nel dispensare la pietas.

Insigni poeti ci hanno lasciato testimonianza con la magia della loro lirica...nel VII sec. a.C:

Archiloco :

Fr. 2 W.

Sul legno della nave la focaccia è impastata, sul legno della nave c'è il vino d'Ismaro, sul legno della nave bevo stando sdraiato.

Fr. 4 W.

Forza, passa con la coppa fra i banchi della nave veloce e togli i tappi dell'orcio concavo, attingi il vino rosso fino alla feccia, che non potremo rimanere sobri in questa veglia.

post-11590-0-99873000-1294631388_thumb.j Chios, tetrad. al rovescio nfora vinaria, dopo il 480 a.C.

Alceo:

Fr. 332 V.

Ora bisogna ubriacarsi e che ciascuno beva a forza, poiché è morto Marsilo.

Fr. 335 V.

Non bisogna abbandonare l'animo ai mali, infatti non si trae alcun giovamento affliggendosi, o Bicchis, il rimedio migliore è farci portare del vino ed ubriacarsi.

Fr. 338 V.

Zeus fa piovere dal cielo una grande tempesta, i corsi d'acqua sono gelati […], abbatti l'nverno, aggiungendo fuoco, versando senza risparmio vino dolce, avvolgendo una morbida fascia intorno alla tempia.

Fr. 346 V.

Beviamo; perché aspettiamo le lucerne? Il giorno è un dito; prendi le grandi coppe dorate, amico mio; infatti Dioniso, figlio di Semele e Zeus, diede il vino che fa dimenticare le pene. Versa mescolando una parte d'acqua e due di vino (con le coppe) piene fino all'orlo, una coppa spinga via l'altra.

Fr. 347 V.

Bagna i polmoni con il vino, infatti l'astro sta compiendo il suo giro, la stagione è insopportabile, ogni cosa ha sete per l'arsura, la cicala dalle foglie risuona dolcemente… fiorisce il cardo, ora le donne hanno avido il sesso e gli uomini senza forza il membro, poiché Sirio brucia le testa e le ginocchia.

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Paestum: lastra tombale dalla tomba del tuffatore, scena di simposio (gioco del Kottabos: consisteva nel lanciare dalla propria coppa il vino al personaggio sdraiato davanti...il quale doveva raccogliere la maggiore quantità di vino che proveniva dal retro...e così si continuava tra i commensali al comando del simposiarca. Perdeva chi rimaneva con la coppa vuota. (Nell'Italia meridionale il Simposio e l'arte del bere a giro...in comitiva, è rimasto nella cultura dell'Italia meridionale e anche centrale, con la pratica della Passatella...ove colui che comanda la bevuta dispone chi deve e non deve bere...sino a cercare l'ubriacatura di qualcuno e l'astinanza forzata dell'altro...in un gioco a volte anche crudele ed irridente.

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(Continua...)

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Inviato

C'erano città e siti che, fortunati e privilegiati dagli dei...godevano di molteplici frutti, nella moneta di Tarso su postata è evidente appunto che Baal - Ammon dona e dispensa sia la spiga che il grappolo.

Torniamo ora a monete attinenti al tema di questa discussione

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Naxos litra argentea, tra il 530 ed il 520 a.C. Ecco un'immagine del periodo noto, con riferimento alla Naxos Siceliota, come Calcidico. Una parte della letterettura afferente le descrizioni monetali in alcuni primari cataloghi d'asta, segnatemente d'oltre oceano, hanno cara questa attribuzione. Riscontrriamo in questa frazione lo stesso stile delle dramme arcaiche postate da Medusa poco sopra.

Il riferimento iconografico è al profilo di Dioniso al diritto della moneta ed al grappolo nel rovescio. Non ci sono spighe.

Ovviamente il riferimento figurativo monetale al grappolo o al kantharos...anzichè alla spiga (cfr. la spiga nelle coniazioni di Metaponto, sempre in epoca arcaica) o ad entrambe, può avere significato generico e teso ad accrescere l'invocazione di doni e fertilità.

Si può anche dedurre, tuttavia, che il frutto, raffigurato in ogni moneta, vogleva raffigurare la produzione agricola della Polis che coniava le specifiche monete.

Metaponto era famosa per la propria abbondante produzione ceralicola.

Tarso...era posta in luogo pianeggiante...ma nel contempo collinare (le montagne, il Tauro, non erano lontane). Probabile quindi iuna produzione abbondante di entrambi i prodotti nella città della Cilicia.

Naxos, per converso, di terra fertile ne aveva poca.

Dobbiamo dedurre che la vite meglio si prestasse al luogo, con buoni risultati, tanto da influenzare la monetazione.

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Osserviamo quindi che negli esemplari più antichi della monetazione di naxos all'immagine di Dioniso, protettore delle coltivazioni e del vino, è associato un grappolo d'uva che richiama punto la ricchezza del suolo e i vigneti dai quali Naxos traeva il suo benessere. Successivamente il Sileno, simbolo della fecondità, prese frequentemente il posto del grappolo e rimase sempre presente sulle monete di Naxos, fino alla distruzione della città avvenuta nel 403 a.C. Ma la produzione di vino in questa zona continuò anche in periodo romano, come ben documentano alcune anfore rinvenute negli scavi di Pompei, sulle quali è impresso il bollo Tauromenium, la città appunto fondata nel 358 a. C. da Andromaco e dagli esuli di Naxos.

(continua...)

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Dobbiamo anche considerare che l'iconografia di una coniazione non era scelta per capriccio ma bensì densa di significati, il cui intreccio può rivelarsi complesso oggi che dobbiamo interpretarlo...a tanti secoli di distanza.

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Ma non solo Dioniso ed il grappolo sono tipici della monetazione di Naxos.

Nei suoi capolavori monetali è famosa l'immagine del sileno ebbro al rovescio.

Il Sileno, secondo la mitologia greca, era una divinità dei boschi e della natura selvaggia: figlio di Pan, aveva aspetto umano con coda e orecchie equine.Era costantemente ubriaco e trascorreva il tempo inseguendo le ninfe dei boschi con atteggiamenti osceni.Nella vecchiaia il Sileno allevò Dioniso, il dio del vino, ed entrò a far parte del suo corteo durante le feste e nelle vendemmie.

Possiamo quindi anche dedurre che, essendo stata fondata Naxos da Calcidesi e da gente della Naxos cicladica, in qualche modo questi ultimi ebbero decisione nelle tipologie di coniazione, segnatamente ove si rammenti il cantaro e la testa di Dioniso. La città, prima della distruzione ultima e definitiva del 403 a.C., per mano dorica cioè siracusana, aveva già conosciuto cedimenti e deportazioni, segnatamente nella prima metà del V secolo.

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E' fondamentale osservare che, tali deportazioni incisero maggiormente sull'elemento euboico (Calcidese) della popolazione, Ed era questo l'Ethnos che la potenza dorica, ben rappresentata e mediata nell'isola da Siracusa, intendeva piegare alla propria spinta egemonica. Probabilmente coloro che discendevano dall'ethnos cicladico, in qualche modo, ebbero a soffrire di meno...ed infatti il kantharos (tipico nella monetazione dell'isola di Naxos) e il Sileno (figura legata all'antica cultura dell'isola cicladica) furono ampiamente raffigurati. Il cantaro, specificamente, sia da solo in alcune frazioni che nella coppa che il Sileno porta alle labbra nei famosi rovesci monetali maggiori. Su questa linea può avere spessore l'ipotesi che tali figurazioni abbiano incontrato il favore delle famiglie dominanti...dopo che i maggiorenti di Stirpe Calcidese furono allontanati o cercarono altra fortuna tra Tauromenio e la valle dell'Alcantara.

post-11590-0-08975000-1294630621_thumb.j Tetrad. Naxos delle Cicladi. Simile alla successiva nell'impostazione del diritto. Rov. Cratere dove vino ed acqua venivano mischiati..anche con sostanza dolcificanti od aromatizzanti, in parti a volte canoniche altre volte a scelta del momento. Difficilmente tuttavia, si beveva vino puro in Grecia se non in momenti critici dove urgeva esaltazione e/o coraggio.

post-11590-0-26941500-1294631119_thumb.j Tetradr. Naxos siceliota. Rov. kantharos alle labbra del sileno.

A rafforzare l'ipotesi su espressa invito i lettori a notare che la comparazione stilistica dei due tetradrammi, il primo della Naxos cicladica 380 a.C. ma ce ne sono con datazione anteriore (Dioniso e cantaro) e la seconda della Naxos siceliota (dioniso e sileno) 420 a.C., mostra una impostazione analoga del Dioniso di profilo. Anche se con indubbie differenze di particolari e con resa qualitativa differente (più naturale, ricca e magistrale nel tetra siceliota, più schematica la resa nell'isola delle cicladi) l'impronta iconografica e l'idea dell'impostazione è la medesima.

Auspico che le differenze di resa e le similitudini di fondo, illustrate per la compiuta esegesi stilistica delle due monete, sia di semplice cognizione e tecnicamente digeribile, così da non dare adito ad incomprensioni.

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Dopo essermi inebriata della dotta messe di spunti poetici, iconografici e storici postati dal nostro simposiarca Piakos… :rolleyes: e condividendone l'assunto che

Dobbiamo anche considerare che l'iconografia di una coniazione non era scelta per capriccio ma bensì densa di significati, il cui intreccio può rivelarsi complesso oggi che dobbiamo interpretarlo...a tanti secoli di distanza.

desidero rilanciare alcuni degli interrogativi sui quali Acraf ci ha invitati a dibattere, sempre tra Stiela, Naxos siceliota e Naxos cicladica, Apollon Archegetes e … Dionysos!

APOLLO ARCHEGETES

(….) Piakos, con la sua buona competenza, suggerisce invece che possa essere una statua di Apollo Archegetes, ossia "colui che guida la fondazione della colonia" e quindi patrono delle colonie greche oltremare. Infatti prende spunto dalla nota testimonianza di Tucidide (6, 3, 2), per la quale è possibile stabilire che nel 734-735 a.C. coloni calcidesi guidati da Teocle fondarono Naxos, costruendo un altare dedicato ad Apollo Archegetas sulla spiaggia non lontano dal luogo di approdo, forse sulla riva destra del torrente Santa Venera e vicino alla sua foce. Pochi anni dopo, nel 730-729 a.C. un contingente di uomini guidati da Teocle partì da Naxos, scendendo lungo la costa orientale della Sicilia, per fondare anche Leontinoi e Catana.

Tale culto di Apollo Archegetes deriva direttamente da quello di Delo (quello di Delfi è posteriore, non prima del VI secolo a.C.). (……)

Stiela sicuramente ricadeva nell'area di influenza di Naxos e probabilmente aveva accolto un importante insediamento di Nassii, che si erano inoltrati verso l'ìnterno dell'isola, lungo la valle dell'Alcantara e quindi inizialmente doveva essersi allineata alla politica filoateniese di Naxos..

Richiamo l'attenzione che la principale review su questo culto a Naxos è:

Brugnone, A. (1980), Annotazioni sull'Apollo Archegete di Nasso, in «Philias charin. Miscellanea in onore di E. Manni», Roma 1980, pp. 279-291. (……)

Il saggio della Brugnone viene citato anche da Margherita Guarducci nella sua monografia (pdf online) "Una nuova dea a Naxos in Sicilia e gli antichi legami fra la Naxos siceliota e l'omonima isola delle Cicladi". In precedenza ho già avuto occasione di citare S.N. Consolo Langher a proposito del ruolo di preminenza ricoperto nelle Cicladi dall'isola egea di Naxos a partire già dalla metà dell'VIII secolo. M. Guarducci ipotizza che il nome stesso della colonia calcidese in Sicilia, Naxos, sarebbe stato scelto proprio in virtù del prestigio di cui l'isola di Naxos godeva nell'anfizionia delia.

Ecco alcuni stralci del suo saggio. Per i consueti problemi di "peso..." li allego su più post (così chi non fosse interessato può… tirare innanzi ;))

1a parte: Partiamo dall'analisi delle fonti storiche e letterarie relative all'episodio della fondazione di Naxos siceliota: Ellanico e Tucidide (V sec. aC), Eforo (IV sec.aC, Appiano (II sec. d.C.)

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Inviato

Tale culto di Apollo Archegetes deriva direttamente da quello di Delo (quello di Delfi è posteriore, non prima del VI secolo a.C.).

2a parte: Infatti, qui M.Guarducci argomenta la tesi che l'Apollo Archegetes di Naxos sia proprio l'Apollo delio.

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3a parte: Qui cita il racconto nell'Inno omerico dell'Apollo delio come Archegetes che dirige la rotta della nave dei Cretesi sulla sponda di Krisa e ordina la costruzione dell'altare sul luogo di sbarco, con le stesse modalità quindi che abbiamo visto per Naxos… Riprende poi l'analisi sul nome stesso dato alla nuova colonia a riprova che l'Apollo Archegetes di Naxos sia proprio il dio di Delo….

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Modificato da medusa
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Inviato

4a e 5a parte: ... E prosegue suggerendo che per aver assegnato un nome non euboico (seppur ionico comunque) alla prima colonia greca in Sicilia, l'ecista calcidese Theokles doveva avere avuto una motivazione assai valida di carattere non tanto pratico… (numero più o meno elevato dei Nassi partecipanti alla spedizione) quanto piuttosto di ordine ideale… Ipotizza infatti che Naxos già nell'VII sec. avesse conseguito l'egemonia sul santuario di Apollo a Delo… Per cui conclude non sia difficile ammettere come i Calcidesi abbiano lasciato l'onore di chiamare Naxos la nuova colonia proprio ai Nassi sia in omaggio alla loro autorità di dominatori del santuario delio, sia per gratitudine verso l'Apollo che aveva felicemente guidato la spedizione…

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Inviato (modificato)

Piakos: citando Acraf ...

Si chiede inoltre il perchè Naxos, che ha innalzato l'altare ed il simulacro dell'Archegete non abbia tratto ciò a motivo delle proprie celeberrime coniazioni.

... e ancora, nel suo ultimo post rammentava ...

Possiamo quindi anche dedurre che, essendo stata fondata Naxos da Calcidesi e da gente della Naxos cicladica, in qualche modo questi ultimi ebbero decisione nelle tipologie di coniazione, segnatamente ove si rammenti il cantaro e la testa di Dioniso

Perché dunque Dioniso e non l'Apollo delfico sulle monete di Naxos siceliota??? :unsure:

Forse ..., perché anche Dionysos richiama .... APOLLO! :rolleyes:

Oltre all'ipotesi "pubblicitaria" dell'ottima produzione vinicola di Naxos e della sua commercializzazione attraverso il porto…, potremmo anche dire che i tipi che inneggiano al vino e alla sfera dionisiaca testimoniano antichi rituali che coinvolgono sia Apollo delio che Dioniso...

Infatti, anche nel contesto apollineo dell'oracolo delfico affiorano testimonianze di rituali che sanciscono il passaggio periodico di consegne tra Apollo delio e Dionysos. A sottolineare la strettissima contiguità delle due divinità che si spartiscono l'anno delfico e delio, Apollo la primavera e l'estate, Dioniso l'autunno e l'inverno, concorre la testimonianza offerta da questo stupendo cratere del Pittore di Kadmos (attivo circa dal 430 aC a fine secolo) che illustra il passaggio di consegne periodico tra Apollo e Dioniso, nell'isola di Delo…. Notate Apollo che accoglie Dioniso nell'isola di Delo, tra i due la Palma, simbolo di Delos che allude alla nascita di Apollo, e la Menade che posiziona un cuscino sul klismos, il sedile per l'intronizzazione di Dioniso…

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A. LOCCHI, DIPARTIMENTO DI STUDI STORICO-RELIGIOSI - UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI ROMA "LA SAPIENZA" in "LE CORNA DI DIONYSOS E IL POLITEISMO GRECO" scrive a questo proposito: "A Delphi si mostrava la tomba di Dionysos. Una intricata rete cultuale vedeva infatti accomunati Dionysos e Apollon all'ombra del Parnaso. Vorrei soffermarmi proprio sul rituale del 'risveglio' periodico del dio (..), di cui abbiamo notizia unicamente da un accenno di Plutarco, in genere informatore attendibile a proposito, in virtù della sua amicizia con Klea, iniziata ai misteri di Osiris ma soprattutto archegos delle Thyiades delfiche.

Ogni due anni le Thyiades (il cui nome viene ricollegato alla madre di Delphos, l'eroe eponimo della città, Thyia che, per prima, sarebbe stata sacerdotessa di Dionysos e avrebbe istituito il culto orgiastico in onore del dio: Paus. X 6,4) si muovevano, a passo di danza, dall'Attica alla volta di Delfi dove, unitesi alle donne del luogo, si inerpicavano sulle cime nevose del Parnaso, al di sopra delle nuvole – ricorda Pausania, X 4,3 e 32,7 –, per la celebrazione delle orge dionisiache.

Momento culminante degli orgia doveva essere, appunto, la cerimonia del risveglio di Dionysos Liknites contemporaneamente alla quale, secondo Plutarco, il collegio apollineo dei c.d. Hosioi celebrava una thysia segreta nel santuario di Apollon (Is. et Os. 35 = 365 A)."

Il liknos, o vaglio, il cui carattere agrario originario deriva dal mondo contadino in quanto serviva per dividere il grano dalla pula, nella liturgia dionisiaca (come pure nei Misteri di Demetra) diventa mezzo di iniziazione, simbolo di fecondità, di purificazione e di rinascita.

Non c'è dato sapere come avvenisse il risveglio del dio ... e cosa ci fosse riposto sul vaglio .... :rolleyes:

Un'idea ci viene suggerita da una scena del celeberrimo affresco pompeiano della Villa dei Misteri (II sec. aC) dove comparirebbe effigiato l'attimo dello svelamento del vaglio, con conseguente risveglio del Dio…

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Punto focale di questa pittura è una scena dionisiaca incentrata sul languido abbandonarsi di Dioniso all'abbraccio di una figura femminile :wub: interpretata come madre-sposa, Semele o Arianna…. Lo stesso languore lo ritrovo espresso al D/ di questo bronzo imperiale della ionica Smyrna…

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Modificato da medusa
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Inviato

E INFINE ... :P ... non possiamo dimenticare come Naxos sorgesse in prossimità dell'Etna, e quanto stretto fosse il nesso tra Dionysos e il Vulcano Etna, … I greci non avevano un nome specifico per designare un vulcano. L'Etna-Aitna era pertanto designata normalmente come una montagna (oros) e come altre montagne sacre del mondo greco era considerata una divinità di un'epoca remota, la cui genealogia precedeva la stirpe dei Titani e degli Olimpi: Aitna viene fatta nascere direttamente da Cielo (Ouranos) e Terra (Ge).

L'Etna appartiene a Dionysos:

- sia in quanto montagna, dato che proprio il monte è il luogo del rito bacchico dell'oreibasia, la processione notturna delirante e frenetica delle baccanti in onore di Dioniso…. (vedi il mio post precedente sui riti sulle cime nevose del Parnaso...)

- sia perché è un vulcano. Infatti, pur se non esiste in greco antico un vocabolo specifico per designare i vulcani, è però significativo che per nominarne la parte più distintiva, il cratere vulcanico, si faccia ricorso ad un termine della sfera dionisiaca, krater..., appunto: nome greco che deriva dal verbo kerànnymi, "mescolare", il krater, come ci ricordava Piakos, era il vaso di grandi dimensioni "dove vino ed acqua venivano mischiati..anche con sostanza dolcificanti od aromatizzanti, in parti a volte canoniche altre volte a scelta del momento. Difficilmente tuttavia, si beveva vino puro in Grecia se non in momenti critici dove urgeva esaltazione e/o coraggio."

Il vino poi veniva servito in un recipiente più piccolo, l'oinochoe, e infine bevuto direttamente nel kantharos

Ecco le tre principali ceramiche utilizzate nel simposio su una splendida dracma di Κόρκυρα, l'odierna Corfù. ... (300-229 a.C.) (Immagine Cortesia e Copyright: EL VINO EN LA MONEDA GRIEGA: BUSCANDO INTERPRETACIÓN Y SIGNIFICADO A SU ICONOGRAFÍA - ANA VICO BELMONTE, Universidad Autónoma de Madrid)

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A richiamare il paesaggio boscoso dell'Etna, ricordo infine l'epiclesi locale λάσιος (il Villoso, il Fronzuto) con cui veniva designato Dionysos nei bronzi dei Fratelli Pii dell'ultima monetazione di Katane… (Vedi il mio post 603 ). Fonte principale: Fabio Caruso, "Varco del Tartaro, colonna del Cielo. Immagini del mito e della leggenda nella regione etnea" in "IN IMA TARTARA. Preistoria e leggenda delle grotte etnee" a cura di Francesco Privitera e Vincenzo La Rosa.

E mentre io con le menadi mie compagne corro ad inerpicarmi sulle cime nevose dell'Etna .... ;) :P :lol: ...., abbiate Voi tutti una serena notte ...

Valeria


Inviato

Cara Medusa,

sicuramente nella mitologia greca c'è stata convergenza e integrazione tra due importanti divinità come Dioniso e Apollo, che hai già in buona parte illustrato e ti ringrazio.

Quando io scrivevo che non mi spiegavo come mai a Naxos non era mai stato commemorato Apollo io intendevo nella sua raffigurazione come Apollo sacrificante, come a Leontinoi.

Non è però nemmeno corretto dire che a Naxos non era mai stato raffigurato Apollo ma solo Dioniso.

Infatti su alcune importanti emissioni, di grandissimo pregio artistico e negli anni 415-403 a.C., fu raffigurata una bellissima testa di Apollo efebico, con la caratteristica testa coronata di alloro (quella di Dioniso è generamente coronata di vite o di edera), opera dell'ottimo incisore Prokles. Allego un bel didramma:

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La cosa interessante è che in quegli anni, 415-403 a.C., a Naxos furono adottati i tipi "Testa di Apollo/Sileno nudo e barbuto seduto" nei tetradrammi e didrammi, mentre nell'emidramma furono adottati "Testa del dio fluviale Assino/Sileno nudo e barbuto seduto" e nei nominali inferiori, dalla litra in giù compare al diritto soprattutto la testa di Dioniso, con la corona di edera.

Quindi a Naxos è esistita una sorta di "triangolazione" tra le divinità Apollo - fiume Assino - Dioniso, accomunati dal tipo del Sileno itifallico al rovescio. La scelta del Sileno si comprende se si tiene presente che Sileno era il satiro compagno e precettore di Dioniso e quindi generalmente associato al dio del vino. La sua natura lussuriosa bene si accostava alla sfenata gioia per il tanto desiderato ritorno alla patria e alla coltura delle pregiate vigne, dopo la cacciata di Ierone (infatti il famoso Sileno accovacciato di Naxos fa la sua prima comparsa sui tetradrammi dopo il 461 a.C. quando i Nasseni, che erano stati prima deportati da Ierone, poterono ritornare a Naxos grazie alla caduta del tiranni siracusani Deinomenidi).

Quindi nella città erano venerati non solo Dioniso, ma anche Apollo e il dio fluviale Assino (attuale Alcantara). Indubbiamente c'è stata una sorta di "sincretismo" tra le due ultime divinità, confermando ancora una volta la similitudine e la "sovrapposizione" tra Apollo e un locale dio fluviale all'interno di una più generale venerazione, nel caso di Naxos, verso Dioniso quale "protettore" della principale fonte di ricchezza economica di Naxos, il vino.

Forse pochi sanno, ma se uno riesce a contattare un serio enologo della zona scoprirà che vicino alla Valle dell'Alcantara esiste una tradizione autoctona di vigneti locali, risalenti al periodo greco (dai quali deriva ad esempio il nerello mascalese). Anzi, hanno trovato parecchio tempo fa, ed ora esposte in un agriturismo privato (che purtroppo non ricordo), delle enormi botti in terracotta, sicuramente provenienti da scambi commerciali. Quindi è confermata, vista anche la tradizione tuttora vigente, l'esistenza della cultura del vino, per altro più marcata in tempi remoti nelle zone di Naxos e Tauromenion.

Tra l'altro, un piccolo particolare interessante, quella era una zona piena di laghi e corsi fluviali, e i vecchi del luogo, confermano che una volta esistevano perfino i castori!!

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