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IGNORED

OBOLI CHE PASSIONE!


Risposte migliori

So che Piakos alla prossima ripulitura cancellerà questo post...

Questa me l'ero persa...unsure.gif

Io ero rimasto alla trasformazione in articolo della discussione vagliando i messaggi al momento della stesura, con successivo post nella sezione articoli...

Dunque tutto ciò che sfora verrà cancellato? Ditemelo perché almeno eviterò di postare i miei, seppur poverissimi, contributi alla discussione (che vanno sempre O.T.) :D

Mirko :)

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Sempre sulle tracce delle misteriose figurazioni che appaiono sulle monete postate da Acraf nella sua relazione relativa a STIELA, ed alle comparazioni dal medesimo fatte relative ai tetradrammi di Selinunte e ad una litra di Leontini continuiamo su:

APOLLO ARCHEGETES

a Selinunte.

Figlio di Zeus e della dea Leto (che sollevava il cuore degli uomini dal dolore) e gemello di Artemide. Apollo è considerata la divinità solare per eccellenza, dio di tutte le cose belle, musica, arte, poesia ed inoltre guidava e proteggeva le muse, i viandanti ed i marinai. Era considerato il profeta di Zeus per le sue facoltà divinatorie. Come dio solare portava anche il nome di Febo. I Dori sin dai tempi più antichi celebravano nel nome di Apollo la loro unità, forse un Apollo guerriero.

Ma l'Apollo di Selinunte è assai probabilmente quello ionico (anche gli Ioni rinnovavano periodicamente a Delo la loro unità nel culto di Apollo), come è documentato da una delle metope più antiche della polis, quella dove il dio è accompagnato (Triade delfica) da Leto e da Artemide,che erano al suo fianco quando oltrepassò l'Egeo e conquistò Delfi, seguendolo fino in Sicilia'. Tale metopa e le dediche ad Apollo rinvenute intorno al tempio C permettono di affermare che questo tempio era dedicato ad Apollo Archegetes, cioè protettore della città. La presenza dell'àdyton nel tempio C può appunto significare non il culto dell'Apollo guerriero, cicladico ma dell'Apollo pitico , cioè oracolare, in seguito all'estensione dell'influenza delfica nel mondo coloniale ed ai vaticini riferiti dall'oracolo agli ecisti che si recavano a chiedere lumi sull'ubicazione delle future Colonie. Il culto di Apollo assunse cosi una funzione prevalentemente oracolare, esigendo appunto un tempio ad àdyton., Quindi l'Apollo Archegetes, costruttore di città e protettore delle colonie, regnava sull'acropoli (tempio C). Sentiti risultano i legami etico-religiosi di Selinunte col santuario pitico; tant'è che fra i sottoscrittori del tempio di Apollo in Delfi appare, ancora per l'anno 363 a.C., una Aiskhùlis selinuntina per due dramme.

Considerato quanto sopra le immagini del febo che sacrifica su un altare presente sui tetradrammi di Selinunte potrebbero acquisire nuovo significato ed iniziare a concretizzare la possibilità di una certa identificazione. ;)

Apollo Archegetes a RHEGION,

questo non era solamente il dio dei selinuntini, nello spazio delle colonie greche della Sicilia e dello stretto...anche la dirimpettaia (rispetto alle polis Calcidesi della costa orientale) Reghion al riguardo rivela certe evidenze.

Ed infatti, ecco qui sotto una bella foto di Apollo (Archegete) in riposo...da notare che la figura del dio è, nella moneta, circondata da una corona di alloro. ;)

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Infatti il racconto di Strabone (VI 1, 6) sulla fondazione di Rhegion dimostra che Artemide, alla quale i Messeni dovevano la loro salvezza, ed Apollo, l'archegete dei Calcidesi, erano per i coloni gli ecisti divini della città ed i protettori del loro destino. Concordi le fontiper cui il culto di Apollo a Reggio risalirebbe al tempo in cui un gruppo numeroso di calcidesi fondarono la città su indicazione dell'oracolo di Delfi.

All'una o all'altra divinità (Apollo ed Artemide) o ad entrambe poteva essere dedicata la festa in occasione della quale una nave da Messana solcava lo stretto per portare a Regio un coro di trentacinque giovani e di cui ci dà notizia Pausania (V,25,2-3) per l' occasione del naufragio di quella nave durante una improvvisa tempesta .La festa durava circa due mesi ed era fondata sulla centralità del culto di Apollo, nella vita della polis reggina.

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Alla fine del V secolo risalgono i tetradrammi Rhegini che per la prima volta presentano l'effigie della testa laureata ;) di Apollo. Nel IV -III secolo, oltre a questi tipi monetali, la fortuna del culto di Apollo è testimoniata dalle monete che recano la lira e soprattutto il nome stesso, Foibiva (Foibìa), che la città assunse sotto la tirannide di Dionisio II. Per un'epoca successiva (IV-II sec. a. C.) i bolli APOLLONOS e ERA APOLLONOS (Apollonos e Iera Apollonos) attestano l'attività del santuario in città.

A KATANE

Anche a Katane Tucidide ricorda il culto di Apollo Archegete (Thuc. 6,3,1) e molte monete di Katane (grandi ed anche piccolissime... insistono con il volto di Apollo coronato d'alloro ;)

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A LEONTINI

come di menticare i meravigliosi tetradrammi di questa Polis...sempre con Apollo con le tempie circondate da una corona di alloro ;)...

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Nota: tutte le foto dei tetradrammi (seconda metà del V sevolo a.C.) postati in questo intervento sono tratte da Coinarchives tramite collegamento internet.

(continua...)

Post nota e fuori contesto: uno legge e dice: a Piakòs! Ma perchè stai a perde tempo co' sta' roba. Belle ste' monete ma che c'entrano con Stiela e con gli interventi sopra postati in proposito?

E io doco: c'entra...altrochè se c'entra! Seguite gli occhiolini e poi sveleremo l'arcano.

Ahò! E che pensate che io ciò tempo da perde!??

:D

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Una precisazione. Per quanto riguarda il primo tetradramma di Rhegion (Reggio), la figura seduta viene identificata con Giocasto, il mitico fondatore della città (Kraay pag. 219).

Anche in questo caso la resa plastica della figura seduta è eccezionale (altri conii della stessa moneta sono molto più brutti).

Magnifica anche la solennità del volto di Apollo sul tetradramma di Lentini.

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APOLLO ARCHEGETES

Un importante contributo del forum è quello di fornire non solo spunti di discussione, ma anche di avanzare nuove proposte che permettano di cogliere diverse prospettive rispetto a quelle già avanzate in precedenza.

Ringrazio l’amico Piakos per avere attirato l’attenzione su una possibile nuova attribuzione alla nota figura di giovane nudo sacrificante con ramo di pianta davanti a un altare.

Finora TUTTI i numismatici avevano ritenuto di ravvisare in tale personaggio un dio fluviale, ovviamente collegato al fiume che passa vicino alla città responsabile all’emissione.

Io avevo posto il problema dell’identificazione in quanto in fondo avevo alcune perplessità. Prima di tutto non era poi così intuibile fosse un dio fluviale, come ad esempio il toro androprosopo marciante o nuotante, che costituisce sempre la personificazione di un dio fluviale, derivata dal dio Acheloo.

E’ vero che per Selinunte il veccho Schwabacher aveva ritenuto di ravvisare in alcuni conii dei cornetti sulla fronte, tipico attributo di dio fluviale, ma sinceramente io personalmente non sono riuscito a trovarli. Sarei lieto se qualcuno li scopre….

Vista la nota storia di Empedocle con salvataggio della popolazione selinuntina da pestilenze e considerando che tale personaggio compare per la prima volta su monete proprio a Selinunte, avevo ritenuto poter identificarlo come un dio fluviale “salvifico” e interpretando la pianta sorretta in mano come un salice alba.

Piakos, con la sua buona competenza, suggerisce invece che possa essere una statua di Apollo Archegetes, ossia “colui che guida la fondazione della colonia” e quindi patrono delle colonie greche oltremare. Infatti prende spunto dalla nota testimonianza di Tucidide (6, 3, 2), per la quale è possibile stabilire che nel 734-735 a.C. coloni calcidesi guidati da Teocle fondarono Naxos, costruendo un altare dedicato ad Apollo Archegetas sulla spiaggia non lontano dal luogo di approdo, forse sulla riva destra del torrente Santa Venera e vicino alla sua foce. Pochi anni dopo, nel 730-729 a.C. un contingente di uomini guidati da Teocle partì da Naxos, scendendo lungo la costa orientale della Sicilia, per fondare anche Leontinoi e Catana.

Tale culto di Apollo Archegetes deriva direttamente da quello di Delo (quello di Delfi è posteriore, non prima del VI secolo a.C.).

Il sito dedicato ad Apollo a Naxos è stato identificato e scavato, ma non sono state trovate tracce dell’altare né della probabile statua posta vicino. Secondo gli archeologi e in base a tradizioni, la statua di Apollo Archegetes dovrebbe essere di dimensioni relativamente ridotte, circa la metà delle misure umane.

Purtroppo non si sa nulla della sua originaria iconografia, anche se si suppone che fosse come quella rappresentata sui famosi stateri di Caulonia. Allego uno del periodo successivo a quello degli incusi, in quanto al rovescio reca il noto cervo con a destra un ramoscello che assomiglia molto al ramo tenuto dal giovine nudo sacrificante a Selinunte:

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Appare evidente che il ramo in questione sia quello di alloro, pianta sacra ad Apollo e che comunque è considerata anch’essa una pianta medicinale. Infatti la sua azione farmacologia è per le foglie, antisettica, assorbente, carminativa, diaforetica, espettorante, stimolante, mentre per le bacche è antalgico-topica, antinevralgica, lenitiva.

E’ molto interessante l’ipotesi di Piakos che il personaggio sacrificante possa essere appunto la statua di Apollo Archegetes che veniva posto vicino all’altare a lui dedicato fin dal tempo della fondazione della colonia e sicuramente presente a Naxos, la prima colonia greca fondata in Sicilia.

Richiamo l’attenzione che la principale review su questo culto a Naxos è:

Brugnone, A. (1980), Annotazioni sull’Apollo Archegete di Nasso, in «Philias charin. Miscellanea in onore di E. Manni», Roma 1980, pp. 279-291.

Spero di riuscire a trovare tale articolo in qualche biblioteca dopo Natale, per maggiori informazioni.

Appare interessante il collegamento con Leontinoi, che reca lo stesso tipo e che fu, come già detto, fondata da Nassii pochi anni dopo.

Selinunte invece fu fondata intorno al 650 a.C. da coloni greci provenienti da Megara Iblea e quindi di probabile stirpe dorica e non calcidese.

Tuttavia si sa per certo che a Selinunte fu dedicato un intero tempio ad Apollo Archegetes, con il relativo altare, il cosiddetto tempio C.

Infatti il culto di Apollo Archegetes non appare essere esclusivo delle genti calcidesi, ma anche di altre stirpi greche, divenendo una delle divinità più venerate in tutto il mondo greco. Perfino al tempo del dorico Timoleonte, nel IV secolo, si sentì la necessità di dedicare a Tauromenion alcune emissioni bronzee a questa divinità, solo che lo stile ovviamente risente del suo tempo, con capelli lunghi al posto dei capelli corti di un secolo prima.

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Resta ovviamente da spiegare i motivi della necessità di rappresentare nella seconda metà del V secolo a.C. a Selinunte, Leontinoi e Stiela una simile raffigurazione di Apollo Archegetes nudo, sacrificante e con ramo di alloro.

A quel tempo Selinunte era alleata di Siracusa, mentre Naxos e Leontini erano strette fin dal 434-433 a.C. (al tempo della guerra del Peloponneso) da un accordo di alleanza con Atene, grande nemica di Siracusa.

Stiela sicuramente ricadeva nell’area di influenza di Naxos e probabilmente aveva accolto un importante insediamento di Nassii, che si erano inoltrati verso l’ìnterno dell’isola, lungo la valle dell’Alcantara e quindi inizialmente doveva essersi allineata alla politica filoateniese di Naxos.

Ma perché ha copiato, assieme a Leontinoi, il personaggio sacrificante che era già apparso pochi anni prima e ancora in corso a Selinunte, nel campo politico avverso?

Posso capire la seconda serie di Stiela, che è posteriore e con segni di dorizzazione (STIA) e quindi presumibilmente battuta subito dopo il 413 a.C., quando ormai passò sotto l’influenza della dorica Siracusa, che infatti pochi anni dopo darà il colpo mortale a Naxos.

Ma la prima serie, con il personaggio nudo sacrificante, dovrebbe risalire intorno al 430 a.C. quando appunto non c’era ancora la forma dorica dell’etnico e quindi era ancora sotto influenza “calcidese”, eppure ha copiato una tipologia della nemica Selinunte.

Sono curioso di conoscere l’opinione di Piakos, nel corso del suo excursus, su questa “discrasia” storica.

Modificato da acraf
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Una precisazione. Per quanto riguarda il primo tetradramma di Rhegion (Reggio), la figura seduta viene identificata con Giocasto, il mitico fondatore della città (Kraay pag. 219).

Anche in questo caso la resa plastica della figura seduta è eccezionale (altri conii della stessa moneta sono molto più brutti).

Magnifica anche la solennità del volto di Apollo sul tetradramma di Lentini.

La precisazione di Arka è utile.

Posso aggiungere, senza fare nomi di Case d'asta e di Autori (cosa sempre antipatica ove si sia in disaccordo...) che oltre al probabile equivoco di Giocasto...probabilmente dovuta alla identificazione della corona di foglie attigua al bordo e che circonda la figura seduta (che in molti esemplari manca o è scarsamente leggibile per il flan ridotto di alcune monete). Ove siano identificate foglie d'ulivo o d'alloro.

Ad esempio o per converso, capita di leggere in alcune diescizioni monetali di tetradrammi della Sicilia antica raffiguranti Apollo che la corona d'alloro viene indicata come d'ulivo. (?).

Per quanto riguarda l'identificazione di Apollo Archegete, ho pregato la cortesia della divina Medusa di postare per mio conto alcuni documenti iconografici (che avevo già inviatoa Valeria e che dovrebbero avvalorare l'identificazione. Io ho problemi con il mio computer.

Dopo che verranno postate le nuove immagini...proseguiremo l'excursus.

Ringrazio inoltre l'onniscente amico Acraf per le ottime ulteriori precisazioni che arricchisccono la discussione stimolando nuove risposte.

Grazie Valeria.

Con l'occasione porgo a tutti gli amici del forum ed a tutti gli utenti i migliori auguri per le feste ormai incombenti e per il nuovo anno!

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Per quanto riguarda l'identificazione di Apollo Archegete, ho pregato la cortesia della divina Medusa di postare per mio conto alcuni documenti iconografici (che avevo già inviatoa Valeria e che dovrebbero avvalorare l'identificazione. Io ho problemi con il mio computer.

Dopo che verranno postate le nuove immagini...proseguiremo l'excursus.

Ringrazio inoltre l'onniscente amico Acraf per le ottime ulteriori precisazioni che arricchisccono la discussione stimolando nuove risposte.

Grazie Valeria.

O Capitano! Mio Capitano! Ecco le tue immagini in arrivo ...:P

Iniziamo con due testimonianze offerte dalla pittura vascolare.

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1 - APOLLON - Museo Nazionale Archeologico di Taranto. Cratere del Pittore della Nascita (di Dioniso) - ca 405-385 aC. Il dio è mostrato sotto le sembianze del dio di Delphi, con ramo e corona d'alloro, mentre di fronte a Zeus profetizza il destino del Dioniso-bambino appena nato.

2 - APOLLON e DAPHNE o MARPESSA - Hydria, ca 450 aC (British Museum)

Per razionalizzare lo spazio, anche due famosi Apolli marmorei ...

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E il Tempio C di Selinunte post-6487-0-58847200-1293123788_thumb.jp

Modificato da medusa
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A SN: APOLLON e Leto - Museo Archeologico Etrusco di Firenze. Hydria attribuita al Pittore di Midia, ca 450 - 400 aC

A DS: APOLLON e Marsia - Musée du Louvre. Cratere di età classica, attribuito al Pittore Pothos.

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Riporto affiancate per un agevole confronto le litre di Stiela e di Leontini, su cui appunto, secondo l'ipotesi di Piakos, nella figura divina sacrificante - con phiale e ramo d'alloro - si potrebbe ravvisare proprio Apollo Archegetes ...

post-6487-0-70262900-1293126526_thumb.jp

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E sempre per agevolare il confronto con le immagini di Piakos..., completo con un collage di due tetradrammi di Selinunte dove la divinità offerente brandisce un ramo di ... :rolleyes: ;)..seguite l'occhilino....:)

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Valeria

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Carissimi Medusa e Piakos, vi ringrazio per l'utile riscontro iconografico, che conferma la "coesistenza" del dio Apollo con il ramo di alloro.

E' assai probabile che Stiela e Leontinoi, due città di origine calcidese e più precisamente da coloni calcidesi scesi da Naxos, possano volere rappresentare il dio Apollo. Se si tiene conto che in quegli anni, intorno al 430 a.C., ci fu l'alleanza dei calcidesi Naxos, Leontinoi e forse anche Stiela con Atene, è possibile che le due ultime città abbiano voluto ribadire la comune derivazione da Naxos attraverso il noto mito della fondazione sulla spiaggia con l'altare dedicato ad Apollo Archegetes.

Sorprende solo l'assenza di un simile tipo a Naxos.

Adesso vorrei evidenziare che a Selinunte il simile personaggio sacrificante era SICURAMENTE un dio fluviale, almeno nei primi tetradrammi, quelli del primo gruppo di Schwabacher (con biga trainata dai gemelli Artemide e Apollo). Infatti in alcuni conii si nota molto bene il corno fluviale. Riporto alcune immagini:

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(continua)

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Quello che sorprende e credo che non sia mai stato abbastanza evidenziato nei vari studi è che nei successivi tetradrammi di Selinunte, in particolare nei gruppi 2, 3 e 4 di Schwabacher, scompaiono i corni fluviali e il giovane sacrificante appare sempre con capo nudo, come nel seguente esempio:

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Quindi a un certo momento, forse poco prima del 430 a.C., a Selinunte il giovine sacrificante perde i vecchi connotati del dio fluviale munito di corna e appunto si avvicina ai tipi raffigurati a Leontinoi e a Stiela (che, ricordiamo, non mostrano mai i corni).

Può essere stata una semplice evoluzione stilistica, ma, bene conoscendo l'amore dei greci per i dettagli, è possibile che nel frattempo a Selinunte il vecchio culto del dio fluviale sia stato assimilato a quello di Apollo, forse proprio Archegetes visto che a lui era dedicato il tempio C, che però era anche il più antico dei famosi templi selinuntini, risalendo alla metà del VI secolo a.C.

Quello che ancora non riesco a comprendere bene è perché città di origine e schieramento diversi, come Selinunte da una parte e Leontinoi e Stiela dall'altra, abbiano sentito il bisogno di adottare una tipologia così affine e in comune.....

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A complicare il quadro, c'è da notare una forte somiglianza iconografica e stilistica tra un emidramma di Naxos, coniato poco prima della sua distruzione del 403 a.C., dove al diritto è raffigurata una testa identificata con sicurezza essere del dio fluviale Assino (indicato dalla leggenda intorno la testa):

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e quella della litra della seconda serie di Stiela:

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Siamo sicuri anche in questo caso di essere di fronte per Stiela a una testa di Apollo o ancora di un dio fluviale locale?

La presenza di una pianta forse acquatica rende assai verosimile che nella seconda serie a Stiela fu usata una testa di dio fluviale (senza corna!), in questo caso sul modello del dio Assino, che corrispondeva all'attuale Alcantara, che focia a sud di Capo Schisò, quindi vicino a Naxos, e che probabilmente scorreva vicino anche a Stiela.

Nota: non si deve confondere Assino con il fiume Assinaros, famoso per la disfatta dell'esercito ateniese nel 413 a.C. (Tucidide, VII, 80) e che corrisponde all'attuale fiume di Noto o Falconara. Il fiume Assinòs era quello che Tucidide chiamava Akesines (Tucidide IV, 25, 8).

Modificato da acraf
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Carissimo amico Acraf...colgo i tuoi interessanti spunti...che peraltro si pongono quale interessantissima palestra che può essere di riferimento per gli altri amici che ci seguono o per eventuali visitatori di questo Sito.

Come rammenterai, in altre occasione di incontro, abbiamo entrambi convenuto sul fatto che in ogni disciplina è utile ed a volte determinante la "visione d'insieme" (la specializzazione non può prescindere dal contesto storico, culturale e artistico di riferimento).

Abbiamo al riguardo argomentato che, a volte, tale visione può essere carente anche tra super specialisti che, nelle loro monografie zeppe di riferimenti e di note (c.d. approccio scientifico) poi omettono il contesto dell'oggetto di studio per dimenticanza o per relativa cognizione. Così può capitare che diventa problematico ciò che può essere sufficientemente semplice (non semplicistico...;)).

Veniamo al dunque.

L'altare di Apollo Archeghetes non apparteneva ( e nella storia del mondo greco tutt'oggi non appartiene...) a Naxos e nemmeno all'ethnos Calcidese.

Non a caso è sorto fuori dalle mura del sito...probabilmente sulla spiaggia, a simboleggiare l'appartenza del culto di Apollo (Archegete) a tutte le genti greche...come valore condiviso.

Apollo delfico si pone come mediatore tra Giove e gli uomini e parlava a Delfi tramite le Pizie, cioè a tutti i Greci a prescindere dall'ethnos.

Quando Apollo, specificamente, parla all'ecista che guiderà un gruppo di persone disposte a mettersi in gioco ed a correre l'avventura di una fondazione...lo stesso Apollo si fa Archegete per mettere la spedizione sotto protezione e per guidarla verso il successo, preservandola da ogni maleficio o disavventura.

Quando i Calcidesi dell'ecista Teocle calpestano la spiaggia di Capo Schisò...(Naxos) per primi in Sicilia come Coloni fondatori...sanno di dovere tale successo all'Archegete. Costruiscono l'altare e sacrificano...ma lasciano poi questo fuori dal confine sacro della città...e quindi innalzano un simulacro. Quell'altare e quel simulacro appartengono in quel momento a tutte le stirpi greche senza distinzione. A riprova il fatto che nelle molteplici conquiste e distruzioni che Naxos dovette subire...l'altare e l'immagine dell'Archegete restarono immuni...tanto che le fonti citano lo stesso Augusto (il princeps...) in ammirazione e culto davanti all'altare in quanto debitore ad Apollo, considerandosi suo stesso figlio...come Alessandro si considerò figlio di Giove Ammone.

Uno si alza e dice: Piakos! Tu che irridi alle note ed alle citazioni...dove le hai lette codeste cose?

Io rispondo: queste cose stanno scritte dappertutto in quanto fanno parte di quella materia che si chiama storia antica e se non si conoscono e/o non si rammentano...vuol dire che la storia del mondo antico...quella greca e del mediterraneo, nello specifico, la si conosce pochino.

Esempio: L'altare di Apollo Archegetes ove i teoroi (ambasciatori di ritorno in patria) che si recavano ad interrogare l'oracolo di Delfi sacrificavano prima di partire dalla Sicilia. (Tucidide).

Anche: il celebre progetto Apollo, che, negli anni sessanta, portò l'uomo sulla luna , deve il suo nome proprio al dio greco, in quanto protettore delle colonie e dei pionieri. Così la stessa NASA volle dedicare il progetto.

Altra problematica potrebbe essere quella di non saper collegare...o vedere il contesto, pur conoscendolo.

E qui entra forse in gioco un pizzico di sensibilità o di sviscerato amore (leggi passione!) per l'argomento...che non sempre debbono necessariamente pervadere lo specialista o il ricercatore più distaccato.

Nel prosieguo riprenderemo i questi tecnici posti dall'illustre Acraf che necessitano invece un approfondimento tecnico più specifico.

(Continua...)

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Condivido pienamente con Piakos sull'opportunità di agevolare i vari punti di vista su un determinato argomento, in base alle proprie conoscenze e informazioni, proprio per poter poi arrivare a una migliore visione d'insieme.

Grazie per le utili precisazioni sull'altare di Apollo e attendo ulteriori contributi.

Colgo l'occasione per inviare a tutti i pazienti partecipanti a questa sezione i più sentiti auguri di BUONE FESTE.

Acraf

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Nascite e Rinascite

Nel giorno del Santo Natale, desidero unirmi a Piakos e Acraf nel porgere a Voi tutti Amici frequentatori di questo nostro appassionato salotto numismatico i miei più sinceri Auguri di Buone Feste!

Scrive Lucrezio nel "De rerum Natura" :

"Infine noi tutti veniamo da un seme celeste; a tutti è Padre comune il Cielo …"

E per non andare fuori tema..., visto che di Templi e di Dei si va discettando…

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... Vi dedico il Cielo sovrastante il Tempio della Concordia di Akragas, testimone dell'occultazione di Venere da parte della Luna! … e Giove, accanto, resta a guardare …

Valeria

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Sotto l'egida di Apollo....

L'approccio scientifico dell'ottimo Acraf porta il medesimo ad interrogarsi:

1) sui motivi per cui polis della Sicilia antica, di stirpe opposta (calcidese o dorica) e dagli interessi geopolitici contrastanti, possano aver adottato emblemi o figure di Apollo nelle loro coniazioni.In questo momento della discussione sono in gioco: Selinunte (dorica...ed alleata di Siracusa) con i suoi tetradrammi ed una didracma, inoltre Stiela ( possibili profughi da Naxos), Leontini (di stirpe ionica, cioè Calcidese...)

2) Si interroga, inoltre ed a giusta ragione, sul fatto che le prime emissioni dei tetradrammi di Selinunte mostrano il giovane sacrificante con il corno tipico delle divinità fluviali...che poi scompare nel sacrificante delle emissioni successive.

3) Si chiede inoltre il perchè Naxos, che ha innalzato l'altare ed il simulacro dell'Archegete non abbia tratto ciò a motivo delle proprie celeberrime coniazioni.

4) Infine Acraf si interroga sulla similitudine di due coniazioni Stiela/Naxos...dove è evidente nella seconda il contesto fluviale.

Effettivamente, l'assieme dei quesiti potrebbe configurare un bel rompicapo. Peraltro, ad andare in fondo a tali quesiti, sarebbero in gioco nuove ipotesi sul contesto icnografico di alcune famose monete siceliote.

A mio modesto e sommesso avviso non è facile trovare soluzioni o ipotesi interessanti qualora si proceda con metodo squisitamente analitico e specialistico che, troppo spesso, si concentra esclusivamente sullo studio delle monete e sulle raffigurazioni in quanto tali. Ulteriore limite si pone ove si prendano le mosse esclusivamente da motivazioni di ordine politico, incentrate nell'ambito del teatro storico di stretto riferimento, nel nostro caso quello Siceliota (alleanze, stretto significato della simbologia, rivalità e contrasti...distruzioni, deportazioni ecc. ). Insisto nell'evidenziare che tali specifici contesti vadano ampliati...anche se, in eventuali pubblicazioni si dovesse spendere qualche mezza pagina per scrivere non solo di monete e stretti annessi, ma anche del contesto storico, artistico o geopolitico che ha coinvolto anche indirettamente le singole coniazioni.

Data la vastità dei quesitiposti da Acraf e la loro relativa complessità si rende opportuno procedere con risposte specifiche...che di seguito verranno date.

Una considerazione merita l'accresciuto contesto di questa discussione ove, con l'avvento di interlocutori di calibro e di evidente preparazione che varca la mera passione, il rapporto dialettico si è fatto particolarmente vivace, erudito e stimolante, entro un approccio che sembra varcare il limite del "dilettante evoluto".

Il tutto in un clima di reciproco rispetto e di serena correttezza.

Credo che per tale "piccolo prodigio dialettico" Acraf e Medusa possano meritare il plauso.

(continua....)

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... Vi dedico il Cielo sovrastante il Tempio della Concordia di Akragas, testimone dell'occultazione di Venere da parte della Luna! … e Giove, accanto, resta a guardare …

Valeria

... meno male che non si vedono le pale eoliche... sullo sfondo

Auguri a tutti anche da parte mia

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1) ...sui motivi per cui alcune polis della Sicilia antica, di stirpe opposta (calcidese o dorica) e dagli interessi geopolitici contrastanti, possano aver adottato emblemi o figure di Apollo nelle loro coniazioni.

Apollo nella monetazione e nei templi del mondo greco

Per i Greci la colonizzazione non significa solamente impadronirsi di terre che appartengono ad altri, significa piuttosto inventare delle nuove città. Fra il secolo VIII e il secolo VI la Grecia inventa continuamente nuove forme di città, in particolare nell'Italia meridionale e nella Magna Grecia...ma non solo. Sono dunque terre aperte all'azione di Apollo, alla sua azione di Dio che i Greci chiamano archegete, non solo è il dio fondatore delle colonie, ma è il dio che organizza lo spazio, che definisce il modo in cui gli uomini debbono vivere insieme...a prescindere dalle stirpi di riferimento, che siano ioniche, doriche o altre...

  • CIRENE (dorica), la sua fondazione (coloniale...da Thera) è antecedente di almeno un secolo a quella di Naxos in Sicilia. Fonti antiche riportano il ruolo fondamentale di Apollo nella deduzione della colonia anche con l'epiclesi di Archègeta. (Cfr. Herod. IV, 150 ss.; Callim., Inno ad Apollo 55 ss.; Pind., Pyt, V, v. 60, SEG., IX, 3, 11). La testimonianza di Pindaro denuncia l'antichità del culto. Un tempio è ivi dedicato al dio sin dal VII secolo a.C.
  • MEGARA NISEA (dorica) madre patria di Megara Iblea, e succesivamente, insieme a quest'ultima, di Selinunte. Apollo stesso avrebbe contribuito ad erigere le mura di Megara Nisea ed è probabile che le ragioni del culto del dio a Selinunte abbiano diretta ascendenza nei culti e nei riti della madre patria.

  • CROTONE (achea) : le immagini monetali con Apollo sono note e bellissime. .La leggenda vuole che Apollo, per bocca della pizia, ordinò al gobbo Miscello di perlustrare il tratto costiero compreso tra Krimisa (Sacra) ed il Promontorio Lacinio, e verificare il punto esatto della fondazione di una nuova e potente città. Un tempio era stato eretto al dio.

  • CAULONIA (achea) : l'amico Acraf ha sopra postato l'immgine della moneta incusa con Apollo che brandisce l'alloro.
  • REGHION (calcidese e altre stirpi...) Famosi ed ambiti i tetradrammi con l'immagine di Apollo. Del culto di Apollo nella città abbiamo detto sopra.
  • KATANE (Calcidese); idem come per Reghion, stupende ed ambitissime le coniazioni con il volto di Apollo.
  • TAUROMENIO: Diodoro Siculo nel 14° libro attesta che i Siculi abitavano la rocca di Taormina, vivendo di agricoltura e di allevamenti di bestiame, già prima dello sbarco dei greci di Calcide. Ma negli anni della XVI Olimpiade (396 a.C.)i Nassioti in massa , minacciati da Dionisio, tiranno di Siracusa, si trasferirono a Tauromenion , spinti da Imilcone, condottiero dei Cartaginesi, alleato degli ionici. Diodoro sostiene che Andromaco, dopo l'eccidio di Naxos del 403 a.C., radunati i superstiti li convince ad attestarsi nel 358 a.C. sulle pendici del vicino colle "dalla forma di toro", e di conseguenza il nascente abitato prese il nome di Tauromenion, toponimo composto da Toro e dalla forma greca menein, che significa rimanere. Cluverio concorda con la versione di Diodoro. Strabone narra che Taormina abbia avuto origine dai Zanclei e dai Nassi. Ciò chiarirebbe in qualche modo l'affermazione di Plinio il quale afferma che Taormina in origine si chiamava Naxos. Ai fini del quesito posto da Acraf è utile evidenziare che, in epoca Timoleontea, Tauromenion conia i bronzi con l'effige di Apollo laureato e l'epigrafe Arkeghetes. Ciò a rimembrare le origini: l'altare e il simulacro eretti dai Nassii...Tale coniazione in bronzo, sopra postata da Acraf e da Medusa, viene emessa quando Tauromenio era non più una libera polis a prevalente ethnos Calcidese...ma ormai sotto l'egemonia Siracusana. Stando alle su espresse perplessità di Acraf...tale coniazione dovrebbe essere quindi incongruente. Questa stessa conianzione in bronzo in nome di ARCHEGHETES sta invece a dimostrare che il culto di Apollo e le relative effigi coniate, non hanno prevalente significato politico o d'alleanza...ma bensì religioso e storico.
  • SIRACUSA (dorica) : il tempio di Apollo fu edificato nell'isola di Ortigia dall'inizio del VI secolo a.C., ove, allora, si specchiava sulle acque del porto piccolo.E' UN TEMPIO PROTOARCAICO ED IL PIÙ ANTICO IN PIETRA ERETTO IN SICILIA.
  • CORINTO (dorica, madre patria di Siracusa) Il colonnato più antico che ci sia pervenuto in Grecia è rappresentato dalle sette colonne del tempio di Apollo a Corinto (metà del VI sec. a.C.).
  • HIERAPOLIS: (Ellenistica, fondata nel II sec. a.C. da Eumene II re di Pergamo, su un insediamento preesistente forse del IV secolo) il cui nome significa "città sacra", per gli antichi era stata fondata con l'intervento del dio Apollo che era anche la principale divinità della città...spesso identificato con Helios quale dio del sole e della luce (nel tipico sincretismo delle città greche di frontiera o mediorientali). Era famosa per le sue sacre sorgenti termali..La città ha avuto anche una significativa comunità ebraica ed è stato menzionata da Paolo nella Lettera ai Colossesi.
  • LEPTIS MAGNA: fuori dal mondo greco, (originariamente scalo/emporio fenicio con presenza di gente greca). Citiamo una scritta presente nel primo ordine della scena edificata nel teatro della città, rinnovato da Settimio Severo. In tale epigrafe si pone una dedica ad Apollo Archegete e all'imperatore...siamo alla fine del secondo secolo d.C. ed Apollo Archegete ha ancora culto e significato.
  • Concludiamo qui un elenco che potrebbe essere lunghissimo.

Se ne deduce che la presenza di templi, culti e monete, dedicate ad Apollo (spesso come Archegete) sono molteplici nel mondo greco antico, oltre che in Sicilia ed investono l'intero ethnos ellenico. Porsi domande sul perchè Apollo (anche sotto forma di offerente o di figura sacrificante a se medesimo...) sia effigiato in monete coniate da diversa stirpe o schieramento politico...non appare significativo...o quanto meno non appare d'ostacolo alle coniazioni od al culto del dio in ambienti diversi. Tale culto è un valore condiviso e non può porsi come emblema o figurazione distintiva nell'ambito geopolitico nella Sicilia antica ma è da riferire prevalentemente ai poteri del dio che si pone come mediatore tra il divino e l'umano, tramite la pizia delfica o come archegete edificatore e protettore di città e del bene comune o come mediatore e datore della guarigione e della salute ;), nonchè come dispensatore di avversità e di maleficio quando scocca le frecce con il proprio arco ;).

Da qui l'immensa fortuna del dio, riscontrabile (anche) nelle coniazioni che lo raffigurano e dove non avrebbero bandiera e politica, se non l'orgoglio di essere Elleni sotto la protezione del dio.

Eventuali e pur possibili motivazioni geopolitiche o nazionalistiche possono essere un riflesso e possono inneggiare e richiamare le ragioni (e i valori appunto condivisi...) dell'ethnos greco ma non contro polis elleniche. Semmai contro nazioni diverse ed avverse. Così i bronzi coniati da Tauromenio nella seconda metà del IV secolo, con il profilo di Apollo e l'epigrafe Archegetas sono un'affermazione di grecità nei confronti di Cartagine e delle mire egemoniche della città punica sui Sicelioti, egemonia che si poteva configurare solamente con una conquista della parte orientale dell'isola sobillando le Polis (calcidesi) contro Siracusa.;) Quindi cosa di meglio...contro il barbaro?

(continua...)

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... Vi dedico il Cielo sovrastante il Tempio della Concordia di Akragas, testimone dell'occultazione di Venere da parte della Luna! … e Giove, accanto, resta a guardare …

... meno male che non si vedono le pale eoliche... sullo sfondo

:ph34r:.... AH! Capisco ora perchè Venere correva veloce a nascondersi dietro alla Luna ... B)

Auguri a tutti anche da parte mia

Grazie, gentilissimo Carnesala!

Valeria

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Condivido pienamente con Piakos sull'opportunità di agevolare i vari punti di vista su un determinato argomento, in base alle proprie conoscenze e informazioni, proprio per poter poi arrivare a una migliore visione d'insieme...

Data la vastità dei quesiti posti da Acraf e la loro relativa complessità si rende opportuno procedere con risposte specifiche....

Vorrei proporvi a questo proposito alcuni miei contributi, necessariamente... frammentari/frammentati :unknw: dati i molti fronti da indagare…, in attesa di trovare una sintesi finale più organica! Ma da qualche parte bisogna pur iniziare, no?? :rolleyes:

Apollon: che barba ...

In particolare mi riferisco alla litra Gorny & Mosch & BW Bank 2010, 46 (g. 0,56) del secondo conio delle litrae più antiche di Siela (STIELANAION), il cui D/ è caratterizzato da uno stile assai più accurato. Ricordo che Acraf ritiene "siano state emesse tra il 440 e il 430 a.C".

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La mia unica perplessità nel confermare l'attribuzione o meno ad Apollo della figura di offerente consisteva nel fatto che la divinità appariva palesemente barbata … (e pure baffuta!)…

Cercando possibili iconografie di Apollo barbato - sulla scia anche degli spunti presenti in "Ideal Types of Apollo" - The Cults of the Greek States, Lewis Richard Farnell - ho ritrovato alcuni documenti nella pittura vascolare arcaica. Ve li presento.

1. Anfora da Melos, Cicladi, 650 a.C.: un vaso dalla squisita decorazione geometrica …

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La scena: Artemide accoglie Apollo di ritorno a Delos dalla terra degli Iperborei, su un carro e accompagnato da due vergini Iperboree. Apollo guida i cavalli con il potere della sua musica divina, come testimonia la redine attaccata alla lira che il dio sta suonando…

Per i consueti limiti di spazio, posto la scena completa sul prossimo post …

Modificato da medusa
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Eccola. Notate la stupenda raffigurazione di Artemide cacciatrice ma anche Potnia Theron, Signora degli animali…

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2. Apollo barbato (a sinistra ) nella Contesa per il Tripode con Herakles.

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Questo skyphos appartiene ad un insieme di vasi detti calcidesi di officina magnogreca, il cui centro di produzione è ancora ignoto. Sul lato principale è raffigurata la contesa per il tripode delfico, che vede affrontarsi Eracle ed Apollo. Al centro una Erinni, parzialmente coperta dal grande tripode, simboleggia la lotta; a destra è Eracle, a sinistra Apollo, barbato, che tira vigorosamente il tripode afferrandolo per una delle maniglie. Due divinità assistono alla scena, Artemide, dietro al fratello, raffigurata con le ali secondo l'iconografia più antica, e Hermes con calzari alati, alle spalle dell'eroe. Il campo è decorato con delle rosette. (Immagine Cortesia e Copyright: Museo Archeologico di Napoli) Un Apollo Archegetes barbuto…., potrebbe pertanto avere un senso, pensando sempre a Stiela come centro connesso a Naxos calcidese, a sua volta connessa alla omonima isola cicladica di Naxos … Uno sguardo indietro alle comuni origini ioniche??

Ma questo aspetto lo indagherò più avanti, commentando le tesi offerte da Piakos e Acraf, per cui, e come sempre ....

continua .... :P

Valeria

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(……) E' molto interessante l'ipotesi di Piakos che il personaggio sacrificante possa essere appunto la statua di Apollo Archegetes che veniva posto vicino all'altare a lui dedicato fin dal tempo della fondazione della colonia e sicuramente presente a Naxos, la prima colonia greca fondata in Sicilia.

(……) Resta ovviamente da spiegare i motivi della necessità di rappresentare nella seconda metà del V secolo a.C. a Selinunte, Leontinoi e Stiela una simile raffigurazione di Apollo Archegetes nudo, sacrificante e con ramo di alloro...

Monica De Cesare in "Le statue in immagine: studi sulle raffigurazioni di statue nella pittura vascolare greca"- L'ERMA DI BRETSCHNEIDER– propone un interessante parallelo tra l'efebo di Selinunte e la statua di Apollo su colonna raffigurata sul vaso attribuito al Pittore dei Niobidi proveniente da Bologna (460-450 aC), raffigurante l'inseguimento di Elena da parte di Menelao presso il tempio di Apollo.

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Ecco il vaso da cui è tratto il particolare della statua di Apollo su colonna sopra un altare.

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L'immagine di Apollo con patera e ramoscello di alloro richiama fortemente l'efebo bronzeo di Castelvetrano, proveniente da Selinunte e per il quale risulta accettata l'attribuzione ad ambito locale o regionale. Aggiunge l'autrice che "se ammettiamo una derivazione attica più o meno diretta del bronzo selinuntiano ed un qualche rapporto tipologico delle due immagini da un comune prototipo scultoreo, ne risulterebbe un quadro di mobilità, permeabilità e circolazione figurativa, in cui la ceramica sembra svolgere un ruolo mediatore e di diffusore di temi mitologici e di un repertorio formale.

Si ricordano a questo proposito i rapporti tematici ed iconografici che si possono stabilire proprio tra i prodotti dell'officina del pittore dei Niobidi – un gruppo di pittori assai sensibile sia alle forme monumentali che alle esigenze tematiche dell'ambiente di destinazione dei suoi prodotti – e le metope del tempio E di Selinunte…"

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