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IGNORED

OBOLI CHE PASSIONE!


Risposte migliori

Questione di … Stile… : Varianti della mia litra preferita di Naxos …

Di questa litra da me postata il 30 agosto 2009 qui, post 233 … http://www.lamoneta....post__p__514909

Naxos - 12 mm - Litra c. 420-403, AR 0.80 g. Cahn 145. Ex A.D.M. collection.

post-6487-1260723861,88_thumb.jpg

Numa numa scrisse (post 234 http://www.lamoneta....post__p__514998) che :

"Proviene da una vendita NAC del 2003. E' classificata dal Campana al numero 29 e assegnata al periodo 415-403 aC. Non rarissima ha un ritratto del dio abbastanza inconsueto."

Sempre il carissimo Numa numa aveva aggiunto nel post 243 (http://www.lamoneta....post__p__515500 ) :

"Il problema e'che molte case d'asta [… omissis…] non utilizzano ancora il Campana che ha introdotto numerosi inediti e varianti rispetto all'eccezionale ma non piu' aggiornato lavoro meticolosissimo del Cahn."

Ecco il mio Dionysos (:air_kiss:) su un altro esemplare di litra proveniente dalla stessa asta (Archivio Acsearch.info)

post-6487-1260724180,82_thumb.jpg

[Continua ...]

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Confrontate ora l'ammaliante profilo di Dionysos sulle litrae del post precedente ....

con quello presente su quest'altra litra, classificata nei cataloghi online Kahn 145cf :

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Quanta rigidità nel tratteggiarne chioma e barba, che occhio enorme ma spento … e l'intreccio della corona di foglie e fiori d'edera più che incorniciare il volto pare gravare su di esso… :unsure:

Anche la lettera N dell'etnico N - A, ben definita sulle litre precedenti, pare qui diversa … E' solo una mia impressione ??? :unknw:

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L'ultimo N - A sulla destra si riferisce all'etnico presente su un altro esemplare (a mio avviso più gradevole ...) di questa stessa litra postato da Mimmo Carini qui (post 240): http://www.lamoneta....post__p__515331

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Che ne pensate??? Ho forse preso un ... GRANCHIO ... ????? :huh:^_^:rofl:

(Eh.... di stile in stile, da Akragas e il suo granchione su cui tornerò in seguito ..., son finita per tornare a est, alla dionisiaca Naxos ... :P)

Valeria

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Tu non prendi mai granchi cara Valeria, se non quelli sulle "litre" di Agrigento.. :D

che sono sicuro ti pacerebbe prendere in ogni caso.

I due etnici da te messi a confronto sono effettivamente diversi.

Posto che un'opera pur scrupolosissima come quella del Cahn può non aver registrato varianti di conio minori,

è possibile, e forse piu probabile, che tali litre siano comparse dopo l'opera del Cahn.

Diversi sono infatti soprattutto nelle piccole e piccolissime frazioni le varianti e anche le tipologie che non erano

presenti nell'opera del Cahn. Mentre il Campana le riporta anche se si limita ai tipi principali e non a tutte le varianti di conio.

Vi è infine un'ultima ipotesi che però non vorrei prendere in considerazione, ovvero che alcune tipologie siano dei falsi.

Ma per eventualmente avvalorare tale (brutta) ipoetsi occorerebbe un esame approfondito e ravvicinato delle frazioni

in questione.

numa numa

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.

I due etnici da te messi a confronto sono effettivamente diversi.

Posto che un'opera pur scrupolosissima come quella del Cahn può non aver registrato varianti di conio minori,

è possibile, e forse piu probabile, che tali litre siano comparse dopo l'opera del Cahn.

Diversi sono infatti soprattutto nelle piccole e piccolissime frazioni le varianti e anche le tipologie che non erano

presenti nell'opera del Cahn. Mentre il Campana le riporta anche se si limita ai tipi principali e non a tutte le varianti di conio.

Vi è infine un'ultima ipotesi che però non vorrei prendere in considerazione, ovvero che alcune tipologie siano dei falsi.

Ma per eventualmente avvalorare tale (brutta) ipoetsi occorerebbe un esame approfondito e ravvicinato delle frazioni

in questione.

numa numa

IL PROBLEMA DEI FALSI NELLA MONETAZIONE ANTICA DELLA SICILIA

BREVE CENNO ----------------------------------------------------------------------------

Ebbene, occorre evidenziare alla luce di quanto sopra ipotizzato da Numa...il problema dei falsi nelle coniazioni antiche e...della Sicilia in particolare. I primi grandi collezionisti della monetazione siciliana sono stati i siciliani stessi: principi, nobili, ricchi proprietari, notabili...ecc. ma anche persone di non elevato lignaggio o rilevanza sociale. Questi ultimi si accontentavano delle monete di piccole dimensioni come quelle in esame in questa discussione perchè. ovviamente, meno costose da reperire.

Ad un certo punto, dagli anni settanta del secolo scorso...proprio alcune di queste persone - di non eccessiva disponibilità - ebbero l'idea di passare alle clonazioni e alle falsificazioni tout court.

Proprio in quanto, mai costoro avrebbero potuto collezionare i tesori monetali della Sicilia antica, maggiore fu la motivazione per ricorrere a degli escamotage. (Se così vogliamo definire...).

Con i proventi del traffico di tali copie...furono anche trovati, cercati, acquistati degli originali...per arricchire i lotti di copie...con qualche buona moneta autentica...o anche per la soddisfazione di conservare (non dico per collezionare) le monete destinate ad altre tasche.

Così...con l'inventiva e la perizia artigiana di questi artefici del nuovo nell'antico...ai falsi accumulatisi nei secoli...si sono aggiunti i falsi del XX secolo che, ad un certo punto, hanno raggiunto un grado di imitazione molto elevato.

Per concludere...si giunse ad affermare che...nessuna moneta poteva essere considerata autentica apriori, argento o bronzo siciliano che fosse, se non opportunamente indagata e valutata.

E per la verità...c'è chi giura non sia sufficiente.

Per gettare acqua sul fuoco...è, per coverso, possibile affermare che, alcune monete hanno caratteristiche tali (stile, metallo, coniazione, consunzione, patine) da essere sicuramente autentiche.

Il problema sorge in altri pezzi che, per altre caratteristiche, convincono meno...lasciando l'estimatore e lo studioso in quella famosa zona grigia del non è ma potrebbe essere, che troppe persone ha ingannato o continua ad ingannare...atteso che grigia è spesso anche la natura dell'uomo...e nall'ambiguità è fatale cadere nell'errore.

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Dopo aver viaggiato insieme a NUma e a Medusa, partendo dalla foce del fiume Himera...verso l'interno della Sicilia...ed ancora più avanti sino a scendere verso sud...sino ai campi Geloi...nel percorso inverso, dobbiamo tornare ad Himera...perchè più agevole e sicura è tale via.

Già intravedo il pianoro della città che dal fiume prende il nome: Himera appunto, circondata di mura...in alto sul mare...con il suo porto alla foce...ricco di passaggi e di merci.

I Cartaginesi premono da ovest...ma ancora non osano sferrare l'offensiva...memori della sconfitta subita dai Sicelioti sotto le mura della città...nella pianura che costeggia il Mar Tirreno.

Orsù amici, la notte è scesa...mettiamo il campo in attesa che sorga Espero, tu dolce Medusa, accudisci il desco...e tu Numa...ravviva il fuoco...io attingo il vino dall'orcio...che non potremo essere sobri in questa veglia......quando la luce del mattino ci consentirà di varcare la porta est (quella più sicura) della città.

Prima però cambieremo valuta...le litre argentee di Gela e Kimissa...volgeremo con quelle di Himera...per trarre maggior profitto degli scambi e dalle merci.

:)

P.S.

Archiloco - lirico greco del VII sec. a.C.

Fr. 4 W.

Forza, passa con la coppa fra i banchi della nave veloce e togli i tappi dell’orcio concavo, attingi il vino rosso completamente ( letteralmente sarebbe “fino alla feccia”) , infatti in questa veglia non potremo rimanere sobri.[/i]

Ovviamente l'elemento visionario mi ha preso la mano, mai Numa si accamperebbe sotto il sito di Himera...se non in un Resort a cinque stelle...ancor di meno Medusa lo farebbe...mentre io giro con l'orcio del vino poi...nemmeno a palarne :D, Vorrete quindi perdonarmi e concedermi questa umile licenza...pseudo letteraria...in preda alla febbre per oboli, litre ed antiche meravigliose città della Sicilia antica.

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HIMERA

Ecco, il sole è già alto...e abbiamo varcato la porta est della città di Himera...questo è ciò che è possibile vedere:

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La foto è stata scattata verso occidente, dal pianoro dell'antica città...siamo nella zona dedicata al sacro e quelli che vedete in poco alzato sono i resti del perimetro dei templi ivi eretti alle divinità. I templi erano circondati da un recinto sacro: il Temenos. Sullo sfondo l'azzurro del mar Tirreno.

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Quest' altra foto è stata scattata dallo stesso punto ma verso est. E' visibile la scarpata ed il ciglio della collina ove sorgeva la città antica, sotto è la piana ove fu combattuta la famosa battaglia con i Cartaginesi...vinta dai Greci, che fermò l'avanzata punica nello stesso giorno...racconta la tradizione, in cui i Greci continentali vinsero a Salamina contro i persiani: nel 480 a.C. con gli eserciti di Siracusa e di Akragas. Per celebrare la vittoria venne costruito un tempio il cui basamento è tutt'oggi visibile.

Sullo sfondo la costa nord della Sicilia...prima Thermai (Termini Imerese)...poi Kephaloidion (Cfalù)...verso Solous (Solunto).

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E questa è la prima delle monete che io e Numa abbiamo ottenuto dai Cambiavalute...dopo una lunga trattativa...prima di entrare in città.

naturalmente è una mia piccola invenzione...sul genere Troisi e Benigni:

Chi siete?

Ma quanti siete?

Dove andate?

Una litra!

:D

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Diritto: Coq.

Peso: gr. 0,82

Rarità: R3

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Rovescio:

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Testa di Apollo? Di stile arcaico, prossimo alla transizione nel classico.

Momento stilisticamente molto interessante.

In questa piccola incisione non c'è nè sicano nè siculo...ma pura coniazione Siceliota...Calcide!

A prevalenza Calcidese erano coloni che fondarono Himera...provenienti da Zancle, ma questa è l'altra storia che indagheremo nei prossimi post.

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Dopo aver viaggiato insieme a NUma e a Medusa, partendo dalla foce del fiume Himera...verso l'interno della Sicilia...ed ancora più avanti sino a scendere verso sud...sino ai campi Geloi...nel percorso inverso, dobbiamo tornare ad Himera...perchè più agevole e sicura è tale via.

Già intravedo il pianoro della città che dal fiume prende il nome: Himera appunto, circondata di mura...in alto sul mare...con il suo porto alla foce...ricco di passaggi e di merci.

I Cartaginesi premono da ovest...ma ancora non osano sferrare l'offensiva...memori della sconfitta subita dai Sicelioti sotto le mura della città...nella pianura che costeggia il Mar Tirreno.

Orsù amici, la notte è scesa...mettiamo il campo in attesa che sorga Espero, tu dolce Medusa, accudisci il desco...e tu Numa...ravviva il fuoco...io attingo il vino dall'orcio...che non potremo essere sobri in questa veglia......quando la luce del mattino ci consentirà di varcare la porta est (quella più sicura) della città.

Prima però cambieremo valuta...le litre argentee di Gela e Kimissa...volgeremo con quelle di Himera...per trarre maggior profitto degli scambi e dalle merci.

:)

P.S.

Archiloco - lirico greco del VII sec. a.C.

Fr. 4 W.

Forza, passa con la coppa fra i banchi della nave veloce e togli i tappi dell'orcio concavo, attingi il vino rosso completamente ( letteralmente sarebbe "fino alla feccia") , infatti in questa veglia non potremo rimanere sobri.[/i]

Ovviamente l'elemento visionario mi ha preso la mano, mai Numa si accamperebbe sotto il sito di Himera...se non in un Resort a cinque stelle...ancor di meno Medusa lo farebbe...mentre io giro con l'orcio del vino poi...nemmeno a palarne :D, Vorrete quindi perdonarmi e concedermi questa umile licenza...pseudo letteraria...in preda alla febbre per oboli, litre ed antiche meravigliose città della Sicilia antica.

> tu dolce Medusa, accudisci il desco ..

E che DESCO, carissimi compagni di Sympòsion (syn + pìnein, bere insieme…) imbandisco per Voi con prezioso vasellame greco… :rolleyes:: il kermatistes stesso (il cambiavalute) me lo ha raccomandato! Afferma sia appartenuto al ceto più agiato degli Imeresi, quello di stirpe calcidese, ovvero l'aristocrazia della colonia rispetto ai dorici....

Fate posto sulla kline: Dionysos stesso è giunto a noi con Menadi e Satiro ……

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> Forza, passa con la coppa …

Orsù, libiamo un sorso di vino non annacquato al grido di agathoù daìmonos ! (o di un più prosaico … Cin cin ! :D:P).

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La preziosa coppa dipinta che vi porgo mi si dice rappresenti un genere molto in voga qui ad Himera, tanto da essere imitato dalla produzione locale (seppure con pannello privo di decorazione o con decorazione a gocce) e trovare ampia diffusione oltre che nella colonia anche nei centri indigeni e punici della sicilia centro settentrionale …

> Orsù amici, la notte è scesa...

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Medusa :lazy:

PS:

L'espansione della produttività artigianale imerese nell'ambito della produzione coroplastica va messa in stretto rapporto con la ricolonizzazione dorica del 476 aC e con il ruolo preponderante che Agrigento assunse ad Himera dopo il 480 a.C., tanto da poter supporre che con i coloni – alcuni pure di alto lignaggio come il cretese Ergotele, vincitore ad Olimpia e due volte a Delfi - si siano trasferiti pure gruppi di artigiani o intere botteghe di coroplasti…

Fonti:

- Agrigento e la Sicilia greca - Di Lorenzo Braccesi, Ernesto De Miro

- Il Greco, il barbaro e la ceramica attica: Volume 3. Di Filippo Giudice, Rosalba Panvini

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Di Galli e Granchi ... nella Himera agrigentina

Quando i tiranni di Gela prima e di Siracusa poi estesero il loro dominio sulle città calcidesi della Sicilia nord-orientale, Himera fu l'unica città calcidese di Sicilia che, per un certo tempo, rimase indipendente: Zancle stessa era stata presa da Ippocrate e sottoposta al controllo diretto di un governatore, Scite, originario di Cos.

Anaxilas (Anassilao), tiranno di Reggio, strinse allora alleanza con Terillos, tiranno di Himera e quando nel 483/ 482 a.c. Terone di Agrigento s'impadronì della città, Terillos sollecitò l'aiuto dei Cartaginesi: l'inevitabile scontro fra i Dori di Siracusa, Gela e Akragas da una parte e i Cartaginesi dall'altra ebbe luogo nella pianura di Himera. I Cartaginesi subirono allora la loro prima grave disfatta nel Mediterraneo (480 a.c.).

Secondo Erodoto (ma anche Tucidide e Diodoro) nel 475 a.C. Terone, dopo aver provocato la distruzione dell' elemento calcidese, in Himera impoverita demograficamente avrebbe operato un sinecismo, immettendovi come cittadini coloni di stirpe Dorica e soprattutto Coi (coloni dall'isola di Cos avevano partecipato anche alla fondazione di Akragas) e forse anche Cretesi.

La quasi contemporanea deportazione dei Calcidesi di Naxos e Katane parrebbe riflettere un impegno comune degli Emmenidi (Terone e la sua stirpe) e dei Dinomenidi per annientare in Sicilia il ghénos chalkidikòn sostituendolo con coloni dorici.

G. Manganaro sottolinea come proprio alla presenza di queste varie etnie si debbano:

- la "crasi" linguistica tra calcidese e dorico rilevata per Himera da Tucidide

- nonchè l'accoglimento del sema del granchio, che è agrigentino, ma ancor prima coo, sul R/ di una ricca emissione imerese di didrammi che deve essersi prolungata oltre il 472 aC. (fine della tirannide degli Emmenidi) almeno fino al 461 a.C.

Ecco una carrellata di Granchi da Kos…..

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E un didramma di Himera.

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Interessanti le osservazioni riportate da A. Stazio in "Moneta, economia e società." (Agrigento e la Sicilia greca. A cura di Lorenzo Braccesi e di Ernesto De Miro) :

Stupisce rilevare come in questo periodo (480-472 aC) le emissioni della zecca di Akragas cessino mentre la monetazione di Himera subisca una sostanziale e significativa modificazione:

- Ad Himera viene abbandonato il sistema calcidese (fondato su una dramma di g. 5.70 in analogia con le altre colonie euboiche calcidesi siciliane Naxos e Zancle, e d'Italia Reggio e Cuma) e adottato il sistema che era stato di Agrigento (didrammo euboico-attico o secondo una diversa ipotesi euboico/corinzio di g. 8,70 circa)

- il volume di produzione della zecca risulta piuttosto consistente suggerendo che la moneta di Himera sia servita anche per Akragas.

- riguardo alla tipologia stupisce che Agrigento invece che imporre una sua moneta (o una moneta a suo nome) abbia sui didrammi non solo mantenuto in posizione preminente al D/ il tipo imerese del gallo (con l'etnico di Himera) ma addirittura relegato il tipo agrigentino del granchio sul rovescio (e senza etnico) rinunciando apparentemente a questo prestigioso strumento di sostegno e propagazione della propria immagine di città vincitrice …..

- ad Himera fu riservato il compito di coniare moneta per precise esigenze di mercato dato che questa moneta era evidentemente destinata a diffondersi in un ambiente, quello del Mar Tirreno, nuovo per Agrigento, ma assai familiare a Himera….

Un riflesso di tale situazione potrebbe scorgersi in un'emissione di Cuma-Kymai, databile in questa stessa epoca: si tratta di un curioso didramma di Kymai, 475 aC circa (Paris, Cabinet des Medailles)con al D/ Athena con elmo corinzio e legenda KVME KVMAION, al R/ Granchio che stringe tra le chele un Mitilo, simbolo di Kymai.

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Di questa strana raffigurazione A. Stazio riporta alcune interpretazioni:

a) Secondo C.M. Kraay potrebbe rappresentare l'atto ostile del garnchio che cerca di ghermire il mitilo, o più probabilmente potrebbe indicare sostegno, cioè aiuto del primo (Akragas) al secondo (Kymai): da questa seconda interpretazione deriva l'ipotesi di alleanza tra le due città nella guerra contro gli Etruschi culminata nella battaglia navale di Cuma del 474 aC.

B) Secondo N.K. Rutter si son volute ricercare le cause della scelta in influenze piuttosto di motivi artistico-tipologici in un clima di contatti e influssi campani a Himera all'inizio del V sec. a.C.

c) A. Stazio, considerato che la scelta tipologica nella moneta antica riveste un significato normalmente politico, vedrebbe un'allusione a un collegamento di Cuma non direttamente/esclusivamente con Agrigento quanto con la Himera agrigentina di cui la monetazione ci rende testimonianza…

Del resto la comune origine calcidese di Cuma e di Himera, nonché la comune adozione del sistema monetale, calcidese prima e attico-siracusano poi, giustificano l'ipotesi di collegamenti ed influssi reciproci.

La morte nel 472 a.C. di Trasideo, figlio del potente Terone, sancisce la fine del rapporto Akragas- Himera.

Valeria

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Ottimo cara Medusa.

Capacità descrittiva: superba.

Padronanza della materia: superba.

Creatività e analisi numismatica: eccezionale.

Capacità di alleggerire e divulgare una materia specialistica e non facile: sublime.

In piena umiltà, non posso che limitarmi a postare, sulla traccia da te segnata nel collegari i dorici Coi (dell'isola di Cos) alla città di Himera, un mikrà (piccola moneta) coniata in quell'isola nei tempi antichi.

Il tema è appunto. il granchio! A testimoniare la validità del collegamento appunto evidenziato da Medusa tra la monetazione di:

C O S ********* A K R A G A S ********** H I M E R A....e nel prevalere dell'elemento nazionalistico Dorico...dopo l'allontanamento dei fondatori calcidesi di Himera.

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Trattasi di un emiobolo coniato nell'isola dorica di COS, del peso di gr. 0,42, tra la fine del Vi e l'inizio del V secolo a.C.

lo stile non è ovviamente identico, a quello della corrispondente frazione di Akragas che posto di seguito:

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Ma tanto è...il granchio sta su Cos e sta nell'obolo di Akragas...ed il collegamento storico ed iconografico richiamato da Medusa è pienamente plausibile.

Tuttavia la diferenza di stile tra le due figurazioni è altrettanto evidente e non solo perchè i periodi della coniazione sono differenti...più tardo è infatti il granchio akragantino.

Stile essenziale e qasi compendiario nell'emiobolo di Cos.

Stile pienamente naturalistico e ricco di particolari nell'obolo di Agrigento.

Scarno ma efficace il primo.

Pienamente godibile e artisticamente apprezzabile il secondo...che di dorico non ha pressocchè nulla.

Occorre precisare che Akragas non è una Polis dorica e nel V secolo gode di un regime democratico...sotto la guida del filosofo scienziato Empedocle...il quale ebbe a dire che:

« L'opulenza e lo splendore della città sono tali, gli akragantini costruiscono case e templi come se non dovessero morire mai e mangiano come se dovessero morire l'indomani. »

(Empedocle)

Incentrando il nostro discorso storico numismatico sulla effettiva vigenza della democrazia Agrigentina, dopo la lapidazione del Tiranno Falaride (che amava ascoltare i lamenti delle persone che faceva arrostire in un toro di bronzo), possiamo comprendere il perchè di una egemonia morbida di Akragas su Himera e delle coniazioni a simbologia mista del tipo postato da Medusa: Gallo/granchio...senza l'etnico egemone.

Comprendendo appieno, infine, la citazione di Empedocle sullo spirito dei propri concittadini è possibile comprendere la bellezza del granchio Akragantino...e degli stupendi tetra che i medesimi sicelioti di quella città fecero coniare...ma questa è un'altra storia, che ancora non ci compete e che racconteremo quando arriveremo - nel nostro viaggio - sotto le mura di Akragas.

Ora torniamo di nuovo a parlare di H I M E R A e delle sue monete.

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Possiamo rientrare nella POLIS A PREVALENZA CALCIDESE, arroccata sul pianoro innanzi al mare...in una posizine simile a quella di Akragas che volge però a sud verso l'africa, dove Himera si rivolge a nord...verso il mar Tirreno.

Il periodo è antecedente al 480 a.C. e domina ancora l'elemento etnico Calcidese.

Posto di nuovo la litra con l'effige di Apollo:

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E ribadisco ancora: questa è una moneta Calcidese, inizi del V secolo a.C.

Lo stile è sufficientemente essenziale...richiama i Kouroi attici e dorici del periodo. Notate che occhio ancora profilato e geometrico oltre all'accenno del sorriso, ma la stasi e la geometria di origine egizia sono qui gia superate. Il volto espressivo.

Non è un profilo rigido e pienamente arcaico...ma i capelli hanno ancora l'acconciatura tipica di quel periodo con le lunghe trecce.

Ecco: questa monetina, ben leggibile pur nelle ridotte dimensioni, non è siceliota, non è sicula, non è...insomma..provinciale anche nell'accezione migliore e non sminuente di questo termine...è solamente una M O N E T A G R E C A, per stile, cultura ed espressione.

Perchè i Calcidesi, signori dello stretto e delle Polis di Reghion e di Dankle...non fecero in tempo a provincializzarsi...rimasero commercianti, guerrieri, navigatori e pirati G R E C I, fino a quando dall'inizio del V secolo a seguire...non furono egemonizzati, deportati, cacciati...dalla potenza di Akragas, Gela e sopratutto dall'etnia a prevalenza dorica di Siracusa.

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Carissimo Piakos, grazie per aver postato questo piccolo gioiello che ignoravo del tutto … :wub:

Trovo che la testina al D/ sia davvero intrigante….:rolleyes:

.... Posto di nuovo la litra con l'effige di Apollo: post-11590-1261098353,94_thumb.jpg ...

"… Le tue profezie, signore Apollo lungisaettante, / non le compiere tutte …"

(Stesicoro di Himera)

Certo potrebbe trattarsi benissimo dell'Apollo archeghetes patrono dei coloni calcidesi di Sicilia…

... Lo stile è sufficientemente essenziale...richiama i Kouroi attici e ionici del periodo. ...

Già… Apollo quale prototipo di bellezza, è il Kouros per eccellenza...

Mi sto chiedendo :huh: tuttavia se per caso il nostro Apollo non indossi sul naso quella protezione che rimanda all'elmo corinzio …. E poi, non riesco a capire bene cosa indossi tra i capelli, non mi pare il solito nastro ….:unknw:?? ??? ??

Cercando una rappresentazione coroplastica in qualche modo simile, mi son imbattuta di nuovo in Akragas…. :blum: , in questa superba testa elmata in terracotta di Athena o di guerriero di "scuola acragantina": nella testa elmata è presente calato il nasale che rimanda all'elmo corinzio …

post-6487-1261176619,35_thumb.jpg post-6487-1261176633,05_thumb.jpg

Secondo l'interpretazione della figura fatta da Langlotz (1968) si tratterebbe di un guerriero con la lunga chioma che avrebbe potuto far parte di un gruppo di Gigantomachia, tema che, già presente a Selinunte (Tempio F), ritroviamo ricorrente in seguito ad Agrigento (tempio di Eracle) e in uno dei frontoni dell'Athenaion o Tempio della Vittoria a Himera (tutte creazioni nell'arco dei primi decenni del V secolo a.C.) (Fonte: Ernesto De Miro - Agrigento, Volume 1, Parte 2)

Qui, per un confronto, il secondo esemplare noto della tua litra, datato circa al 500-490 a.C., proveniente dalla A.D.M. Collection - NAC AG-.2004 (Immagine: acsearch-info). Stranamente però la testa al D/ viene descritta come "Female head" … ???? Referenze: Kraay 291. Mc Clean 2293.

Che ne pensate??? :blink:

post-6487-1261177053,01_thumb.jpg

Valeria

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Carissimo Piakos, grazie per aver postato questo piccolo gioiello che ignoravo del tutto … :wub:

Trovo che la testina al D/ sia davvero intrigante….:rolleyes:

"… Le tue profezie, signore Apollo lungisaettante, / non le compiere tutte …"

(Stesicoro di Himera)

Certo potrebbe trattarsi benissimo dell'Apollo archeghetes patrono dei coloni calcidesi di Sicilia…

Già… Apollo quale prototipo di bellezza, è il Kouros per eccellenza...

Mi sto chiedendo :huh: tuttavia se per caso il nostro Apollo non indossi sul naso quella protezione che rimanda all'elmo corinzio …. E poi, non riesco a capire bene cosa indossi tra i capelli, non mi pare il solito nastro ….:unknw:?? ??? ??

Cercando una rappresentazione coroplastica in qualche modo simile, mi son imbattuta di nuovo in Akragas…. :blum: , in questa superba testa elmata in terracotta di Athena o di guerriero di "scuola acragantina": nella testa elmata è presente calato il nasale che rimanda all'elmo corinzio …

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Secondo l'interpretazione della figura fatta da Langlotz (1968) si tratterebbe di un guerriero con la lunga chioma che avrebbe potuto far parte di un gruppo di Gigantomachia, tema che, già presente a Selinunte (Tempio F), ritroviamo ricorrente in seguito ad Agrigento (tempio di Eracle) e in uno dei frontoni dell'Athenaion o Tempio della Vittoria a Himera (tutte creazioni nell'arco dei primi decenni del V secolo a.C.) (Fonte: Ernesto De Miro - Agrigento, Volume 1, Parte 2)

Qui, per un confronto, il secondo esemplare noto della tua litra, datato circa al 500-490 a.C., proveniente dalla A.D.M. Collection - NAC AG-.2004 (Immagine: acsearch-info). Stranamente però la testa al D/ viene descritta come "Female head" … ???? Referenze: Kraay 291. Mc Clean 2293.

Che ne pensate??? :blink:

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Valeria

Sai Valeria Medusa:

- per quanto concerne l'attribuzione del female head, temo - sommessamente - che non ci abbiano capito gran che...hanno visto le trecce...e hanno tratto delle conclusioni affrettate. :D

- per cosa abbia nei capelli: purtroppo la consunzione in quel punto non ci permette di dipanare il mistero. :(

- per quanto concerne il nasale dell'elmo corinzio...temo non sia così. confronta la moneta proveniente dalla NAC: il naso è tutto suo. :rolleyes:

L'ipotesi dell'Apollo Calcidese...mi sembra invece palusibile e ben fondata.

:)

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Felice Ritorno alla LUCE … ! :drinks:

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Stiamo attraversando i giorni del Solstizio d'Inverno, l'evento astronomico che fin dai tempi più antichi ha sancito la Vittoria della Luce del giorno (personificata in Esiodo dalla dea Hemera) sulle tenebre della notte, veicolando altresì l'idea superiore di una catartica rigenerazione, nel senso di un rinnovato venire alla luce …. : una ri-NASCITA …

Non a caso il Santo Natale viene fatto cadere in questi giorni di fine anno …

E proprio della Vittoria della Luce del giornoημέρα - sulle tenebre è araldo il Gallo, emblema parlante o parasemon della nostra Himera. Anche il nome stesso di Himera, Ιμερα, sarebbe un arcaismo di ημερα (Plato, Cratyl. 74; Plutarch, De Pyth. Orac. Xii. L'ipotesi, confutata da Rizzo e da altri, è di Eckhel).

Il Gallo è inoltre sacro a molte divinità, tra cui Asclepio (figlio del luminoso Apollo) che in quanto iatròs (medico) deve essere costantemente vigile e sollecito, come appunto è noto il gallo sia…

Ma come ricorda Platone nel Fedone, il trattato sull'immortalità dell'anima, il sacrificio del gallo alluderebbe anche ad una guarigione simbolica che trascende la morte. (Socrate prima di morire invita i suoi discepoli a sacrificare un gallo ad Asclepio in segno di riconoscenza per l'ottenuta guarigione dagli affanni della vita…)

Il Gallo è dunque legato ai riti di passaggio della vita dell'uomo (matrimonio, nascita, morte, …) come segno di purificazione, rinnovamento, RINASCITA … appunto …

E tra Galletti Vittoriosi e ri-NASCITE, infine …. ,

è a questa Vittoriosa Nike di Himera (triobolo, V sec. a.C.) che desidero affidare

il mio più sincero e affettuoso Augurio a Voi tutti per un Sereno Natale e un Felice 2010 !!!

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post-6487-1261512254,06_thumb.jpg

Valeria

Ps: il Cielo Stellato, gli Angeli e la strepitosa Cometa (in assoluto la prima raffigurazione astrofisica ... di una cometa, probabilmente la Halley !!!) provengono dagli affreschi di Giotto della Cappella degli Scrovegni, a Padova)

Modificato da medusa
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Come fare seguito allo stupendo posto di Medusa? :rolleyes:

Non posso competere e nemmeno uguagliare cotanta sapienza.

Sarò semplice ed umile.

Ecco di nuovo il gallo di Himera...

post-11590-1261527392,6_thumb.jpg

...che alla luce delle divulgazioni di Valeria...assume nuovo fascino e maggiore sapore...natalizio, scrifichiamolo ed imbandiamo il desco.

:P

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Per rimanere sul tema postato da valeria ecco a Voi la Nike di Himera in volo...su questa emidramma...

post-11590-1261527891,99_thumb.jpg

la quale...come fosse la Cometa Halley...dalla quale forse potrebbe aver ricevuto i Natali.....:

********************* A U G U R A **********************

********** A T U T T I * I * L A M O N E T I A N I ********

*************** B U O N * N A T A L E ***************

P. S.

[i]....e non litigate/hiamo.[/i]

:) ;) :D

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Carissimo Piakos

ho notato una cosa per me molto importante sul rovescio della piccola akragantina con il granchio (non riesco a postare la foto), nello specifico due simboli "IV" rovesciate.

Sai dirmi il loro significato ed il peso della piccolina?

Un affettuoso augurio di un felice Natale a TUTTI VOI.

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Domandina facile facile

a Piakos e a tutti i partecipanti.

Visto che si parla di litre, obioli e once, qual'è la frazione più piccola coniata in Sicilia

(o magna grecia) e di che peso stiamo parlando?

numa numa

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piccolissime opere d'arte, non riesco a capire come riuscissero a farle..............in sicilia sono sempre stati presenti,nel corso dei secoli, grandi incisori, anche sotto il dominio islamico vi erano incisori dotati di una vista superiore alla media, incidevano i loro microscopici versetti sui ,già piccoli ,robai

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......giusto???

io conosco l'hexas, caratterizzato da "due" globetti al rovescio (il peso dovrebbe essere attorno ai 0.10?).

Il trionkion che ha quattro globetti è comunque maggiore del tetras (tre globetti e gr. 0.15)

Dell'abilità degli incisori si è già parlato, della loro capacità manuale e percezione visiva anche.

Mi preme solo ribadire, visto che poco tempo fa si era aperta un'assai vivace discussione in merito)

che a tutt'oggi non è dimostrato che i popoli antichi conoscessero l'uso di lenti positive come ausilio visivo

il fatto che praticamente nessuna (e i pochio reperti simili sono tutti assai dubbi) ce ne sia pervenuta

da quei tempi suffraga tale congettura.

numa numa

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