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IGNORED

OBOLI CHE PASSIONE!


Risposte migliori

Allora, eccoci qua, un pò in ritardo dovuto alle cure del lavoro, ma l'importante è esserci...

Dove eravamo rimasti, ah sì : le popolazioni della Sicilia antica :

Sicani

I Sicani erano una popolazione autoctona (?) di origine non indo-europea localizzata in prevalenza nella Sicilia occidentale, mentre i Siculi occupavano la parte orientale (fino all'arrivo dei greci nel VII secolo), e gli Elimi la regione nord-occidentale.

Elimi

le origini di questa popolazione sono a tutt'oggi sconosciute. Di probabile origine non greca, (troiana-frigia ?) , si mescolarono con genti autoctone.

La leggenda narra che il principe Elimo, dopo la distruzione di Troia , trovò rifugio in Sicilia,, sbarcando a Trapani. Due cittò vennero fondate che presero nome Egesta (poi Segesta) ed Elima.

Storica la rivalità con Selinunte, città di origine greca, fonte di molte guerre tra le due città.

Sicelioti

sono definiti sicelioti gli abitanti delle poleis siciliane di origine greca, chiamati così dagli antichi Greci.

I sicelioti furono dapprima presenti nelle coste orientali e meridionali dell'isola (città principali erano Akragas e Siracusa), lasciando gli altri popoli nell'entroterra. In seguito (e fino alla conquista romana) colonizzarono quasi interamente la costa siciliana.

Secondo Ermocrate, i sicelioti si definivano :"né Dori, né Joni, ma Siculi"; fatto abbastanza sorprendente data lo loro origine che richiama una commistione del popolo siceliota con le altre popolazioni native siciliane.

Siculi

I siculi erano un popolo di origine indo-europea che proveniva dall'Italia, insediandosi in Sicilia circa 300 anni prima che arrivassero i greci.

Sconfissero in battaglia i Sicanio e ne presero il posto nei territori da loro lasciati liberi a seguito delle eruzioni dell'Etna. I Siculi scacciarono i Sicani verso le parti meridionali e occidentali dell'isola, arrivando a dare di fatto il nome della terra che avevano conquistato-

Racconta Tucidide che si deve proprio ad un re siculo, di nome Italo (rimasto nella terra di provenineza), il nome del nostro Paese.

meglio tardi che mai..

numa numa

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Ottimo Numa.

Conciso e sapiente.

Ben fatto.

Per Nightfly:

la litra di Catana che hai postato è rara...almeno un R3.

Riprende il rovescio col toro cornupeta, tipico del periodo in altre monete della Sicilia antica...che vedremo di volta in volta che visiteremo i Siti.

Se ne potrebbe parlare...ma, sotto le mura di Kephaloidion... siamo un po' lontani da Katane,

Forse, per non disegnare delle macchie di leopardo (geograficamnete), è opportuno proseguire il nostro viaggio con qualche ordine.

Arriveremo ed entreremo anche a Katane.

Avanti così...nella costa tirrenica, con i mikrà in tasca, in giro per la Sicilia antica.

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KEPHALOIDION

(Odierna Cefalù)

................

Carissimi Amici … mi distraggo un secondo ... :shok: e …. Zzzac …. avete superato veloci quota 10.000 !!!! :air_kiss:

Congratulazioni a "papà" Piakos che ha "generato" questa bellissima discussione :give_rose: e a tutti Voi che l'avete nutrita con amore facendola crescere post dopo post ... :clapping:: alziamo i kantharos con Dionysos di Kephaloidion e brindiamo con un buon ... Prosecco Veneto !!! :blum:

post-6487-1258043796,35_thumb.jpg

Valeria

................

P.S.

Le foto provengono dal mio archivio, sono state da me scattate nel corso del mio ultimo viaggio in Sicilia...sulle tracce dei Siculi e dei Sicelioti...nonchè degli Elimi, come successivamente vedremo.

Dei Sicani...nessuna traccia...rinvenni in loco.

PS: ... E adesso, carissimo Piakos, dovrai proprio organizzare un tour della Sicilia per tutti noi … sulle tracce dei nostri amatissimi oboletti…!!! (Magari non disdegnando pure eventuali dracmette o tetradrammi dovessero mai capitarci a tiro…. ): a quota 20.000 post... partiamo????? :angel:

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KEPHALOIDION

(Odierna Cefalù)

post-11590-1257822499,93_thumb.jpg

Per iniziare posto la foto dell'altra litra in argento indicata da Nightfly ("Il notturno") e che può fare bella mostra di se in questa discussione.

L'etnico, meglio leggibile nella moneta da me su postata è:

ERAKLEIOTAN KEPHALOIDION

post-11590-1257655540,51_thumb.jpg

post-11590-1257655583,52_thumb.jpg

Il sito esiste già in epoca preistorica, testimoni: due grotte rinvenute sul lato settentrionale del promontorio su cui sorse la città.

Un insediamento pre-ellenico ci ha lasciato la cinta muraria di tipo megalitico della fine del V secolo a.C., che ancora circonda il centro storico ed è in gran parte ancora conservata: a nordovest e a nord la cinta dà direttamente sul mare, dove anticamente doveva sussistere una spiaggia ampia, importante per la vita dell'antica città. A Nordest, oltre il promontorio, si apre il porto che anticamente doveva essere una classica baia "panormos", parola con la quale si indicavano i porti naturali che si insinuavano con forma oblunga e tondeggiante nella terraferma. Tipica quella della Palermo punica.

Contemporaneo alla cinta muraria è un "tempio di Diana": santuario costituito da un edificio megalitico, coperto con lastroni di pietra di tipo dolmenico che ospita una precedente cisterna più antica (IX secolo a.C.).

Nel IV secolo a.C. i Greci diedero al centro indigeno il nome di Κεφαλοίδιον (Kefaloidion), dal greco Kefa o kefalé, ovvero "testa, capo"; riferito al suo promontorio.

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Il sito di probabile origine Sicana e poi Sicula, frequentato già dai Fenici e dalla marina commerciale minoica, micenea e poi greca, deve aver conosciuto una dominazione punica già dalla distruzione di Imera fino alla fine del IV secolo, è infatti probabile che le monete puniche con la leggenda Ras Melquart indicassero il sito di Kephaloidion.

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La città vide sempre una frequentazione ed uno stanziamento di genti di stirpe greca, probabilmente a prevalente valenza Calcidese attesa la vicinanza con Himera e Thermae.

A questo proposito (Ras Melquart => Kephaloidion), una puntualizzazione arriva dalla Manfredi nel suo saggio presente in "Los cartagineses y la monetización del Mediterráneo occidental" .

post-6487-1258046332,21_thumb.jpg

Qui, Kephaloidion in relazione agli altri centri di occupazione punica. In Rosso, le città di cui si è già parlato lungo questa discussione....

post-6487-1258046694,63_thumb.jpg

Valeria

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......................

Dal punto di vista commerciale la strategia era in genere quella di inserire nelle città sicule un nucleo di greci che si occupava delle acquisizioni o delle transazioni di merci e prodotti, ma è probabile che la maggior parte di questi furono costretti ad abbandonare la città durante il dominio punico.

In tale ottica una tesi suggestiva suggerisce cha la litra in argento, su da me postata, con l'epigrafe Herakleiotan Kephaloidion (cioè i seguaci di Ercole di Cafaledio) sia stata coniata dai fuoriusciti Greci che in un altro sito attendevano ed operavano per riconquistare la città.

Herakleiotan ek Kephaloidion ...

Una tesi contraria a questa riportata da Piakos (e sostenuta da de Miro e dalla Sordi) è stata avanzata dalla Consolo Langher in un suo saggio pubblicato nella rivista Kokalos 7 (qualcuno ha questa rivista???).

Riporto un assaggio della tesi dell'autrice presente online in "Timoleon and the Revival of Greek Sicily: 344-317 B.C. - R. J. A. Talbert"

Parte 1 (per motivi di leggibilità, devo dividerlo in due immagini ...):

post-6487-1258047310,19_thumb.jpg

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2 Parte:

post-6487-1258047849,57_thumb.jpg

Erakleiotan.... chi erano mai, allora, questi misteriosi Eraclioti ??

Valeria

PS1:

Il culto di Eracle era collegato al commercio del sale ...

(Cf. G. TRAINA, Sale e saline nel Mediterraneo antico; N. MUROLO, Le Salinae Herculeae di Pompei. Produzione del sale e culto di Ercole nella Campania antica)

... prima di continuare sulle tracce di Eracle lungo la costa settentrionale della Sicilia ...., tra fenomeni vulcanici, sale e allume ...

... torniamo indietro ad ammirare il bellissimo Ercole in lotta col Leone Nemeo ... di Andrea PD ... (post #395) da Herakleia in Lucania ...

Nei cataloghi Online ho persino trovato l'ipotesi che fa derivare gli Heraclioti pure da questo centro, sacro ad Eracle e Demetra...... :P

PS2: Grazie AndreaPD e COMPLIMENTI per il tuo gioiellino ...:wub:

PS3: ... and Last but NOT least ... un carissimo saluto a Nightfly e Cori !!! :give_rose:

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Qui un triobolo di Kephaloidion - 400-350: Eracle / toro e legenda Ek Kefaloi Hraklei

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... Giusto TRE OBOLI è il prezzo che un avventore si trova a contestare all'oste per il Tonno salato gustato ad una cena sociale ….

E' il commediografo greco Alexis di Thurium (circa 356 aC) - che alcuni vogliono zio di Menandro di Siracusa – a raccontarci lo sfogo di un avventore che si rifiuta di pagare la sua quota di una cena sociale se l'oste non gli giustifica la spesa piatto per piatto…. ^_^

Ecco allora comparire il prezzo di alcuni piatti di pesce:

cozze 7 oboli ; ricci 1 obolo; grongo 10 oboli e, appunto,

quel tonno salato fatto pagare ben 3 oboli, il doppio del suo prezzo reale… ;)

L'oste inoltre ci informa di aver pagato il pesce arrosto una dracma…

Chissà a quale commedia avrà invece fatto riferimento la scena immortalata su questo

Cratere di produzione siceliota coevo del nostro triobolo…. (IV secolo a.C.!).

- Museo Mandralisca di Cefalù

post-6487-1258065863,47_thumb.jpg

Nota la MONETINA in mano al compratore

davanti al banco del venditore di TONNO …. !!!!

Il nostro obolo ???? :blum:

Valeria

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Il passaggio di Ercole in in Sicilia,:

studiato dalla Jourdain Annequin ,riguarda con varie vicende: Erice , Imera , Agirio e Siracusa . Erice è il luogo dello scontro tra l'eroe greco e l'eroe eponimo, re degli Elimi. Costui sarebbe stato figlio di Posidone o di Afrodite, il cui culto in questa zona risaliva a tempi antichissimi. La lotta segue un furto di buoi e a taluni studiosi , a causa il ritorno della simbologia del numero tre e per alcune somiglianze tra i caratteri dei due avversari di Eracle, è apparso una sorta di ripetizione dello scontro con il tricorpore Gerione, avvenuta nell'isola di Erythia.

Una connessione con Gerione appare anche ad Agirio, dove, secondo Diodoro, per la prima volta Eracle avrebbe ricevuto onori divini e il suo culto associato a quello dell'eroe sconfitto e derubato. Tale notizia potrebbe implicare una sorta di accostamento e fusione di elementi locali ed elementi greci, nel quadro della situazione stabilitasi più tardi in epoca coloniale .

Il caso di Siracusa è più semplice, essendo ad essa legato l'ennesimo mito etiologico che vede protagonista l'eroe greco. Secondo il racconto di Diodoro, infatti, Eracle avrebbe sacrificato alle due dee Demetra e Kore presso la fonte Cyane. In onore delle due dee avrebbe istituito delle festività rituali. Questa notizia appare chiaramente costruita a posteriori dai Greci della colonizzazione per legittimare il possedimento e il dominio della 'chora' (territorio) siracusana di fronte alle possibili pretese delle genti locali.

Le azioni svolte da Eracle in Occidente sono da riferire al prevalente valore culturale che la tradizione greca aveva voluto identificare con l'eroe. Eracle si pone come il simbolo della grecità, quindi con la civiltà e la stessa cultura. L'eroe divino riveste il valore di un'egida: reca il progresso tra la barbarie e, quindi, legittima l'inevitabilità del dominio da parte di una cultura superiore su tutte le culture inferiori, cioè non greche. Gli stessi scontri con gli eroi locali non sono altro che il riflesso mitico dei contatti tra Greci e non Greci nelle nuove terre conquistate .

Fonte: Angela Tortora - Università di Napoli

In tale ottica:

"ERAKLEIOTAN EK KEPHALOIDION"

ben si può ritenere che gli Eracleioti, di cui alle epigrafi delle monete su postate, costituivano congragazioni di persone di stirpe greca che, sotto l'egida del Dio/Eroe, si ponevano come custodi e difensori della stripe e operavano culturalmente e fattivamente per la tutela e la conservazione del potere e delle tradizioni greche nell'isola siceliota.

Probabilmete in ogni sito ove i Greci operavano , vivevano e commerciavano, erano operativi gli Eracleioti. Peraltro le effigi monetali che raffigurano Eracle rano numerose, anche in altri Siti a prevalenza o forte inflenza Siceliota, specificamente nel IV e III sec. a.C., quando il timore di decadenza, sconfitte e saccheggi si fecero sempre più consistenti.

Sommessamente ritengo che, oltre ad altri collegamenti e simoboli, in tali valori è incentrata la valenza eracleiota nella Sicilia del IV e del III secolo.

Per emulazione e propaganda i Cartaginesi tentarono di plagiare tale impostazione per il tramite della loro divinità Melquart ( eponima), già assimilata ad Eracle. Di qui le coniazioni delle note monete (prevalenti i tetradrammi) la leggenda punica con la raffigurazione dell'eroe, coronato con la pelle leonina e la leggenda Melquart, di cui posto due immagini:

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Fonte: Coin archives.

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Posto di seguito una serie di immagini relative a litre argentee coniate da altre zecche siceliote, oltre kephaloidion e che recano l'effige di Eracle.

ecco la prima:

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Cu fu?

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La terza:

post-11590-1258145356,9_thumb.jpg

Dite la vostra.

Rompo il ghiaccio io, partendo da questa litra di Longane già postata da Mirkoct il 26 Giugno …. http://www.lamoneta....post__p__495828

post-6487-1258309460,28_thumb.jpg

La città sicula di Longane non è menzionata da alcuna fonte storica e la sua esistenza è attestata solo da:

- 2 litre d'argento datate dal Jenkins al periodo dal 424 al 415 a.C., quasi lo stesso dei tetradrammi di Kamarina e corrispondente al periodo di massimo splendore di Longane.

- nonchè da un caduceo di bronzo, ora al British Museum, recante inciso sullo stelo l'iscrizione ΛΟΝΓΕΝΑΙΟΣ EMI HMOΣ[iOΣ], che significherebbe "sono [l'araldo] pubblico longanese".

La litra postata da Mirkoct e pure questo esemplare da acsearch.info

post-6487-1258309673,23_thumb.jpg

si riferirebbero entrambe al tipo di :

Litra n. 2 -AR (0,70-0,53 g.).- emessa da Longane e caratterizzata al D/: Testa giovanile di Eracle a destra, con spoglia leonina; davanti ΛΟΓΓANAION, retrogrado; bordo di puntini. R/: Testa del dio fluviale Longanos a destra, con capelli smossi e con piccolo corno sulla fronte; bordo di puntini.

La testa di Longanos a destra presenta almeno in un conio uno stile un poco più pesante e la capigliatura è diversa rispetto alla precedente litra n.1, sempre con ciocche di capelli cadenti in basso, e risulta ripresa da altre monete in bronzo di Gela .

Nella Litra n. 1 - AR (0,73-0,56 g.) - la testa del dio fluviale è invece volta a sinistra e presenta uno stile leggermente più raffinato e, come già osservato dal Jenkins, ricorda assai da vicino la testa del dio fluviale Gelas per il particolare trattamento della capigliatura, coi capelli un poco spettinati e rivolti in alto.

L'Eracle di Longane su ambedue le litre presenta uno stile crudo e piuttosto provinciale. È merito della Consolo Langher avere evidenziato come questo tipo possa trovare il più stretto riferimento, solo tipologico e non anche stilistico, alla testa di Eracle che ricorre sui tetradrammi di Kamarina, evolvendosi da forme iniziali più severe e realistiche verso una rappresentazione più raffinata e idealizzata nel corso del periodo 425-405 a.C.

Questa affinità tipologica confermerebbe l'esistenza di stretti rapporti di natura politica e militare che intercorsero tra Kamarina e il mondo siculo settentrionale, già attestati da fonti storiche. Ad esempio Tucidide narra che, al tempo del primo conflitto tra Siracusa e Atene, Kamarina e i Siculi settentrionali si allinearono insieme dalla parte delle città calcidesi e di Atene contro la tradizionale nemica Siracusa. A questo proposito è interessante osservare che un esemplare della litra n. 1, ora giacente presso il Museo nazionale di Siracusa , fu rinvenuto proprio a Kamarina e quindi ben lontano dalla propria ristretta area cittadina.

La datazione delle due litre

Come già sottolineato da Jenkins, le due litre risultano tra loro contemporanee per la presenza di un conio del diritto in comune. La loro datazione più probabile, che il Jenkins si limita a fissare genericamente al "late fifth century BC", sembra essere quella che va dal 424 al 415, ossia in un periodo in cui le città sicule godettero di una certa autonomia, che fu loro riconosciuta dal Congresso di Gela (424 a.C.) e che fu poi perduta con la seconda invasione ateniese e con il conseguente predominio siracusano. È interessante osservare che il Congresso di Gela, che pose fine al primo conflitto tra Siracusa e Atene, fu organizzata da Gela e da Kamarina, ossia dalle due città le cui monete risultano in parte copiate dalla piccola città sicula di Longane.

Il nome

Davanti alla testa di Eracle si legge l'etnico, in direzione retrograda (che denoterebbe una influenza della cultura sicula), ΛΟΓΓANAION, con una lettera Γ al posto di una N.

Circa il problema dell'esatto nome della città si deve rilevare che il nome iscritto sul caduceo già menzionato all'inizio presenta alcune difformità (in pratica ΛΟNΓENE al posto di ΛΟΓΓANE). Tuttavia secondo Jenkins questo documento è di data anteriore rispetto alle monete e il nome può essere cambiato in Longane (o Loggane) analogamente al cambiamento osservato sulle monete di Messana, da Messene al dorico Messana, un evento che può essere fatto risalire circa alla meta del V secolo a.C.

(Fonte: articolo online "Le emissioni monetali di Longane" di Giacomo Gugliandolo: il "nostro" :rolleyes:ggugliandolo ???)

Valeria

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Il fiume Longanos rappresenterebbe l'attuale fiume Termini - sulle cui rive si svolse nel 269 a.C. la battaglia fra i Siracusani e i Mamertini, vinta dai Siracusani.

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Le indagini condotte dall'ing. D. Ryolo di Maria con l'archeologo L.Bernabò Brea hanno portato ad identificare Longane sul monte Ciappa, delimitato dalla valle del fiume Termini a est e dal torrente brancolino, affluente del fiume Mazzarrà, a ovest, non lontano da Rodi e da Milici. Qui infatti i due studiosi rinvennero una cinta muraria e scarse tracce di antichi edifici (costituenti forse l'acropoli).

E adesso, mostraci il rovescio della TUA (come sempre... ) ammaliante litra, carissimo Piakos: Longanos, è a DESTRA o a SINISTRA ??? :P

Valeria

Modificato da medusa
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Il fiume Longanos rappresenterebbe l'attuale fiume Termini - sulle cui rive si svolse nel 269 a.C. la battaglia fra i Siracusani e i Mamertini, vinta dai Siracusani.

post-6487-1258310328,03_thumb.jpg

Le indagini condotte dall'ing. D. Ryolo di Maria con l'archeologo L.Bernabò Brea hanno portato ad identificare Longane sul monte Ciappa, delimitato dalla valle del fiume Termini a est e dal torrente brancolino, affluente del fiume Mazzarrà, a ovest, non lontano da Rodi e da Milici. Qui infatti i due studiosi rinvennero una cinta muraria e scarse tracce di antichi edifici (costituenti forse l'acropoli).

E adesso, mostraci il rovescio della TUA (come sempre... ) ammaliante litra, carissimo Piakos: Longanos, è a DESTRA o a SINISTRA ??? :P

Valeria

A destra, cara medusa.

post-11590-1258312096,65_thumb.jpg

E' opportuno ricordare all'utenza e agli altri amici che trattasi di una litra molto rara, normalmente era classificata come R5. Anche negli ultimi tempi non credo che il loro numero sia cambiato, non ne ho viste di nuove transitare in asta.

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A destra, cara medusa.

post-11590-1258312096,65_thumb.jpg

E' opportuno ricordare all'utenza e agli altri amici che trattasi di una litra molto rara, normalmente era classificata come R5. Anche negli ultimi tempi non credo che il loro numero sia cambiato, non ne ho viste di nuove transitare in asta.

Resto sempre sorpreso dalle classificazioni di rarità di questi splendidi nominali.

Pur essendo esemplari infrequenti o, a volte anche assai rari, trovo che a causa della mancanza di u n testo di riferimento loro dedicato, a volte la loro rarità si esageri un pochino. In altre monetazioni un'interpretazione restrittiva del grado R5 vuole dire 2-3 esemplari noti.

In questo caso ne abbiamo già un 5-6, ma probabimente se andiamo a spulciare pazientemente cataloghi, Sylloge e corpora di esemplari ne affiorerebbe qualcun altro, se poi andassimo a fare un controllo nei myusei pubblici, notoriamente non pubblicati (in special modo i siciliani, allora la cosa potrebbe addirittura divenire affollata. :P

Scherzi a parte, sono monetine deliziose che una volta in più ci permettono di gustare in pochi mm. quadrati la maestria dei finissimi incisori siciliani..

numa numa

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Hai ben ragione Numa nelle tue eccezioni afferenti i supposti gradi di rarità.

Fatto è che, in carenza, come tu osservavi, di una letteratura aggiornata, le rarità restano quelle...e, probabilmente, è anche comodo che sia così...tutti sembrerebbero essere contenti.

In ogni caso occorre ribadire che, la maggior parte delle frazioni classificate come particolarmente rare...tali restano. Anche se le declassiamo da R5 a R4..poco cambia commercialmente, atteso che oggi - a differenza che sino a q.che anno fa - 3.000 o 4.000 euro per una litra argentea rarissima...non li caccia fuori nessuno, anche se le frazioni in questo momento si vendono bene...nessuno però fa follie.

I mikrà interessano molti, hanno più mercato di ieri, ma a prezzi umani.

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Posto di seguito una serie di immagini relative a litre argentee coniate da altre zecche siceliote, oltre kephaloidion e che recano l'effige di Eracle.

ecco la prima:

post-11590-1258145070,93_thumb.jpg

Cu fu?

per quanto concerne questa prima foto da me postata, profilo di Ercole, sono in dovere di denunciare che non trattasi di litra argentea della Sicilia antica ma di un diobolo dei Heraclea, città greca della Magna grecia, sorta sul sito dell'antica Siris...distrutta da una colaizione di polis capeggiata da Sibari.

databile tra il 433 - 398 a.C. , pesa 0,98 gr.

Confesso di averla postata a mò di trabocchetto..per vivacizzare la discussione...pensando ad una rivolta generale di parte degli amici del Forum, esperti di tale monetazione.

Così non è stato, La cosa è probabilmente passata inosservata, il mio trabocchetto non ha avuto esito.

A questo punto, per non trarre in inganno qualche utente, debbo rettificare e svelare il gioco.

Grazie comunque a tutti per l'assidua lettura di questa discussione.

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  • 2 settimane dopo...

Allora, eccoci qua, un pò in ritardo dovuto alle cure del lavoro, ma l'importante è esserci...

Dove eravamo rimasti, ah sì : le popolazioni della Sicilia antica :

Sicani

I Sicani erano una popolazione autoctona (?) di origine non indo-europea localizzata in prevalenza nella Sicilia occidentale, mentre i Siculi occupavano la parte orientale (fino all'arrivo dei greci nel VII secolo), e gli Elimi la regione nord-occidentale.

Elimi

le origini di questa popolazione sono a tutt'oggi sconosciute. Di probabile origine non greca, (troiana-frigia ?) , si mescolarono con genti autoctone.

La leggenda narra che il principe Elimo, dopo la distruzione di Troia , trovò rifugio in Sicilia,, sbarcando a Trapani. Due cittò vennero fondate che presero nome Egesta (poi Segesta) ed Elima.

Storica la rivalità con Selinunte, città di origine greca, fonte di molte guerre tra le due città.

Sicelioti

sono definiti sicelioti gli abitanti delle poleis siciliane di origine greca, chiamati così dagli antichi Greci.

I sicelioti furono dapprima presenti nelle coste orientali e meridionali dell'isola (città principali erano Akragas e Siracusa), lasciando gli altri popoli nell'entroterra. In seguito (e fino alla conquista romana) colonizzarono quasi interamente la costa siciliana.

Secondo Ermocrate, i sicelioti si definivano :"né Dori, né Joni, ma Siculi"; fatto abbastanza sorprendente data lo loro origine che richiama una commistione del popolo siceliota con le altre popolazioni native siciliane.

Siculi

I siculi erano un popolo di origine indo-europea che proveniva dall'Italia, insediandosi in Sicilia circa 300 anni prima che arrivassero i greci.

Sconfissero in battaglia i Sicanio e ne presero il posto nei territori da loro lasciati liberi a seguito delle eruzioni dell'Etna. I Siculi scacciarono i Sicani verso le parti meridionali e occidentali dell'isola, arrivando a dare di fatto il nome della terra che avevano conquistato-

Racconta Tucidide che si deve proprio ad un re siculo, di nome Italo (rimasto nella terra di provenineza), il nome del nostro Paese.

meglio tardi che mai..

numa numa

Ottimo Numa.

Conciso e sapiente.

Ben fatto.

Per Nightfly:

la litra di Catana che hai postato è rara...almeno un R3.

Riprende il rovescio col toro cornupeta, tipico del periodo in altre monete della Sicilia antica...che vedremo di volta in volta che visiteremo i Siti.

Se ne potrebbe parlare...ma, sotto le mura di Kephaloidion... siamo un po' lontani da Katane,

Forse, per non disegnare delle macchie di leopardo (geograficamnete), è opportuno proseguire il nostro viaggio con qualche ordine.

Arriveremo ed entreremo anche a Katane.

Avanti così...nella costa tirrenica, con i mikrà in tasca, in giro per la Sicilia antica.

Lasciando momentaneamente da parte Heracle ...., sull'onda delle suggestioni "ethniche" postate da Numa numa faccio mio l'invito di Piakos a procedere lungo la costa tirrenica...:

Himera! Ancora, MA .... a modo mio ... :P

Valeria

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Navigando da Himera verso i centri indigeni dell'antica Sikanìa, alla ricerca dell'elusiva Kimissa ...

Parte I - I fiumi Salso-Himera e Platani-Halykòs quali vie di penetrazione della Grecità nell'area Sicana.

Nel VI secolo l'espansione agrigentina si estende lungo tutto il fiume Salso-Himera tanto da rappresentare una minaccia persino per la città di Himera, sul Tirreno. Le pretese di Falaride - tiranno di Akragas - sono sufficientemente evidenti, qualunque sia l'interpretazione che si possa dare al noto aneddoto secondo cui gli Himeresi, dopo un apologo del poeta Stesicoro, avrebbero rifiutato di eleggerlo a loro tiranno…

La vicenda: Gli Imeresi erano in guerra con città vicine e, mancando di un condottiero, offrirono l'incarico a Falaride, tiranno di Agrigento. Questi accettò, a condizione che gli si consentisse di arruolare una guardia del corpo, formata da elementi stranieri. Stesicoro, comprendendo che l'intento di Falaride era quello di soggiogare Imera, intervenendo nell'assemblea cittadina, raccontò il seguente apologo: Una volta il cavallo (Himera), che era libero al pari di altri animali, venuto in guerra con il cervo e non riuscendo a vincerlo da solo, chiese aiuto all'uomo (Falaride), il quale si dichiarò disponibile a patto che il cavallo si lasciasse imbrigliare. Il cavallo vinse, concluse Stesicoro, ma restò imbrigliato e soggetto all'uomo per sempre.

Ma su Himera, Falaride puntava anche dal Platani, l'antico Halykòs (salato) risalito per tutto il suo corso da Heraclea Minoa fino alle sorgenti dei suoi affluenti.

Qui, sulle alture a Nord di Heraclea Minoa, troviamo molti centri indigeni grecizzati e fortificati già prima della fine del VI secolo: oltre a S.Angelo Muxaro, Polizzello, Mussomeli, Monte Raffe (vedi sulla mappa, indicato dalla freccia), …

(Fonte EUGENIO MANNI. GRECI IN SICILIA FRA L'VIII E IL VI SECOLO)

post-6487-1259531924,6_thumb.jpg

(Continua)

Modificato da medusa
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Parte II - L'ubicazione dell'antica Kimissa. Un'ipotesi: Monte Raffe/Raffi (CL)

Il Manganaro propone di identificare l'antica Kimissa presso la località Raffi Rossi.

Non ho trovato traccia di questo toponimo in rete … (Chiedo aiuto :help: agli amici siciliani !!!)

Tuttavia leggo che il toponimo Raffe /Raffi deriva dal siciliano "Rafu", un arabismo il cui significato "cornu di timpa, pezzu di rocca o scoglu aspero" (pezzo di roccia, scoglio dirupato) mi pare rifletta assai bene la morfologia delle rupi calcaree della provincia nissena.

post-6487-1259532140,1_thumb.jpgLe "Raffe"

Anche i Sicani in antico abitavano in villaggi costruiti sulle colline nella migliore posizione strategica, a causa dei pirati; infatti, non erano stati sottomessi ad un'unica autorità regia, essendoci in ogni cittadina una persona che deteneva il potere.

Nel cuore della Sicania, in quell'area interna compresa fra i fiumi Salso (Himera) e il Platani (Halykos) e corrispondente al comprensorio di Mussomeli, si erge il Monte Raffe (o Raffi), sito assai interessante per l'incontro tra la civiltà indigena e quella greca. Qui si sono ritrovate molte monete dell'epoca greca e frammenti di vasi e lucerne.

I toponimi Raffi Rossi e Monte Raffe/i indicano lo stesso luogo??? :huh:

Le più antiche tracce di frequentazione del Monte Raffe risalgono all'età del Bronzo antico, a cui si attribuiscono le tombe a grotticella artificiale scavate nella roccia. Dell'insediamento indigeno ellenizzato, che occupò più tardi i fianchi e la sommità della montagna, rimangono oggi i resti di un abitato a terrazze - costruito all'interno di un muro di fortificazione - che risulta sia stato utilizzato senza soluzione di continuità tra il VI e il IV secolo a.C.

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Una piccola spianata accoglie i resti di un santuario dedicato a Demetra (con altare e banchina scavata nella roccia) da cui provengono numerose statuette votive (V-IV sec. a. C.).

Nell'area vi sono anche testimonianze dei Romani di cui fu uno dei principali granai.

Se siete curiosi, date un'occhiata a questo video dell'area archeologica di Monte Raffe: (Fonte Internet)

http://www.mussomeli...archeologia.htm

(Continua)

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Parte III: Il Mistero di Kimissa e delle sue monete "di Homonoia"

Salve a tutti,

per proseguire nella discussione sulle frazioni in argento della Sicilia e, specificamente sulle litre di maggiore rarità, posto la foto della litra di Kimissa, centro greco-siculo situato probabilmente nell'interno dell'isola, anche se l'ubicazione del sito è ancora oggetto di dibattito tra gli archeologi e gli studiosi, numismatici compresi. Trovo queste monete di immenso fascino anche in virtù del mistero legato ai siti dei centri che hanno coniato questi interessanti esemplari. Ciò anche a ulteriore riprova di quanto poco conosciamo della storia antica.

La litra di Kimissa è, come le precedenti da me postate, classificata R5 e raramente è reperibile nelle aste.

Una delle ultime, da me tracciate, è comparsa alla NAC qualche anno fa' (n.21 del 17.05.2001 lot. n. 84) ed era stimata 1.800 fr.sv., rimasta invenduta - a riprova che non sono più molti gli appassionati disposti a spendere per queste tipologie di grande rarità - è poi stata esitata in una successiva New York Sale ad un valore addirittura maggiore, rispetto alla precedente stima non realizzata. E questo a riprova della particolarità e della esclusività della cerchia numismatica presente nella grande mela, in occasione del relativo convegno e delle pedisseque aste.

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Piakos

Nel IV secolo si assiste ad una grande espansione dei culti di personificazioni rappresentanti entità politiche e concettuali in forma umana.

L'apparizione del culto di Homonoia, dea invocata come patrona della Concordia tra le città o tra le diverse componenti cittadine, viene definitivamente attestato in Grecia nel 330 aC sul cosiddetto "decreto sull'homonoia" per Mytilene. A documentarlo concorrono inoltre:

– una pittura vascolare su un pelike pugliese coevo (340-330) attribuito al pittore Darius;

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- le monete di Kimissa definite "di alleanza o di homonoia" raffiguranti al D/: Homonoia, personificazione della Concordia, con capelli fluenti e un ramoscello (mirto?) sulla benda frontale e, lungo il profilo, OMONOIA. Al R/: un altare con sopra due corna taurine e ai lati due palme (??) - KIMIS[s/AIWN].

Riporto qui la litra postata in precedenza da Piakos : post #35

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KIMISSA. Litra, circa 350-300 a.C. AR 0.79 g., 11 mm - Ex Dr. A. Moretti coll. and ex Numismatica Ars Classica AG, Zurich sale 21 (2001), 84.

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Per completezza posto anche:

Una stupenda emidramma (Fonte: acserach.info)…

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e una dracma - Circ. 320 a.C., 2.36 g - D. Alighieri Collection. (Fonte: Coinarchives.com) con un profilo femminile proveniente dall'area di Monte Raffe :rolleyes:.

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Leggo in Digital Historia Numorum che tali dracme richiamerebbero la vittoria sul fiume Crimiso e sarebbero state battute a Panormos (??:unsure:??) e "forse in diversi altri centri della Sicilia occidentale facenti parte della lega di Timoleonte".

Secondo A.J. Evans (On an Alliance Coin of Western Sicily, with the Altar of the Krimissos) la moneta ricorderebbe l'alleanza tra Segesta e Panormos e l'altare effigiato sul rovescio richiamerebbe un altare reale che probabilmente si ergeva sulle rive del Crimiso.

Qualcuno di voi ne sa di più???

Qui alcuni cenni sui centri sicani dell'età di Timoleonte.

La symmachia antipunica di Timoleonte :

I Sicani ancora sul finire del V secolo erano in grado di armare proprie truppe, autonomi e in grado di scegliersi il partner nella symmachia, anche se i continui cambiamenti di alleanze contribuirono certo ad assottigliare la loro capacità di resistere.

L'ultima grande illusione di recuperare la libertà l'avrebbero vissuta con Timoleonte, il corinzio invitato da una parte degli abitanti di Siracusa per combattere la tirannide di Dionisio II.

La crescita della potenza e della fama delle doti strategiche di Timoleonte spinse tutte le città greche della Sicilia a sottomettersi spontaneamente a Timoleonte; anche molte città dei Siculi, dei Sicani e delle altre popolazioni che facevano parte della sfera di influenza dei Cartaginesi strinsero con lui rapporti diplomatici, mirando a riconquistare finalmente uno spazio politico in grado di assicurare loro un ruolo ben preciso fra i due blocchi rappresentati dalle sfere di influenza punica e siracusana.

La symmachia antipunica che si configurò fra il 341 e il 340 a. C. intorno a Timoleonte era aperta a Siculi, Sicani, Elimi, Campani e fondata sull'autonomia e sulla libertà [essa riconosceva ai vari centri il diritto di monetare, e aveva deliberato di liberare la Sicilia dai Cartaginesi].

Diodoro riporta di una clausola del trattato di pace che fu sottoscritto dai Cartaginesi e da Timoleonte nel 339/8, dopo la battaglia del Crimiso: il trattato comportava che tutte le città fossero libere, che il fiume Alykos (Platani) fosse il confine tra le due sfere di influenza e che non fosse lecito ai Cartaginesi aiutare i tiranni che combattevano contro Siracusa. Secondo Plutarco i Punici si impegnarono a starsene nel territorio al di là dell'Alykos, a concedere a coloro che volevano trasferirsi dal loro territorio in quello di Siracusa di farlo liberamente, con i loro beni e le loro famiglie, a rinunciare all'alleanza con i tiranni.

La clausola riportata da Plutarco rivela, in accordo con le altre due clausole, comuni anche a Diodoro, che la zona ad oriente del Platani era "territorio di Siracusa", cosicché chi emigrava dal territorio cartaginese, passava a Siracusa. Al di fuori di questa non vi erano città "libere", cioè indipendenti in Sicilia.

Dopo il Crimiso il condottiero corinzio evita di ricordare le comunità indigene, sicane e sicule, che avevano partecipato al conflitto punico siracusano a fianco dei Siracusani : la grande illusioni degli ethne non greci di poter essere arbitri del proprio destino era definitivamente crollata.

Fonte: Pietrina Anello (Università di Palermo) - I Sicani nel IV secolo a.C.

Valeria

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