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OBOLI CHE PASSIONE!


Risposte migliori

Cara Medusa, non ti posso confermare che il famoso tetradramma di Aitna sia stato coniato dopo la morte di Gerone come vorrebbe il Boheringer, anzi, personalmente ritengo più verosimile l’ipotesi contraria sostenuta dal Rizzo in cui si ipotizza che la splendida moneta sia stata coniata da Gerone quando, ripopolata la città con genti doriche, introdusse ad Aitna il nuovo culto di Zeus al posto di quello di Apollo, fondando il tempio di Zeus Aitnos ( Pind. Olymp., VI 162).

Ricordiamo che dopo la morte del tiranno ( 476 a.C. secondo Rizzo )in breve tempo Duketios, principe dei siculi, prese le armi e ricacciò i dori concedendogli di trasferirsi ad Inessa, ai fianchi meridionali dell’Etna e ribatezzata Aetna continuando ad attribuirne la fondazione a Gelone( Strab. VI, 2,3)

Ebbene, io vedo nel periodo subito successivo la morte di Gerone un tempo buio in cui i problemi e le necessità da affrontare, sia per la vecchia Aitna ripopolata dagli abitanti originari, sia in Inessa-Aitna,

non rendessero particolarmente favorevole lo sviluppo elle arti nelle sue manifestazioni più raffinate,

lele

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Cara Medusa, non ti posso confermare che il famoso tetradramma di Aitna sia stato coniato dopo la morte di Gerone come vorrebbe il Boheringer, anzi, personalmente ritengo più verosimile l’ipotesi contraria sostenuta dal Rizzo in cui si ipotizza che la splendida moneta sia stata coniata da Gerone quando, ripopolata la città con genti doriche, introdusse ad Aitna il nuovo culto di Zeus al posto di quello di Apollo, fondando il tempio di Zeus Aitnos ( Pind. Olymp., VI 162).

Ricordiamo che dopo la morte del tiranno ( 476 a.C. secondo Rizzo )in breve tempo Duketios, principe dei siculi, prese le armi e ricacciò i dori concedendogli di trasferirsi ad Inessa, ai fianchi meridionali dell’Etna e ribatezzata Aetna continuando ad attribuirne la fondazione a Gelone( Strab. VI, 2,3)

Ebbene, io vedo nel periodo subito successivo la morte di Gerone un tempo buio in cui i problemi e le necessità da affrontare, sia per la vecchia Aitna ripopolata dagli abitanti originari, sia in Inessa-Aitna,

non rendessero particolarmente favorevole lo sviluppo elle arti nelle sue manifestazioni più raffinate,

lele

Grazie Daniele per il tuo prezioso contributo ! !! :rolleyes:

…e allora a commento della prima parte della tua risposta ....

rilancio l'ipotesi del Rizzo… e torno all’ Aitna Hieroniana

Hierone e l’enfasi sull’elemento dorico

******************************

Tra le grandi misure di trasferimento di cittadini decise da Hierone di Siracusa negli anni intorno al 476 a.C. conta anche l’eliminazione di Katane/Catania (sorta grazie ai Calcidiesi nel 729 a.C., la città si estendeva dalle pendici dell’Etna quasi fino a Messina), la cui popolazione fu deportata a Leontini, per fondare al suo posto la nuova città dorica di Aitna (ripopolata con coloni di stirpe dorica provenienti da Siracusa, dal Peloponneso e da altri centri sicelioti).

La deportazione dei Calcidiesi di Catania e Naxos a Leontini sembra rientrasse nel duplice piano di Hierone che prevedeva da un lato il desiderio di fondare una nuova città dorica, Aitna, e quindi di guadagnare per sé lo status di “ecista”, dall’altro la necessità di mantenere sotto stretta vigilanza le colonie Ioniche, ostacolandone qualsiasi alleanza con Anaxilas, il tiranno di Rhegion.

Aitna: la logica del nome

*********************

In Pindaro (Pitica I, 29-32) la logica di nominare la città Aitna nasce in onore di “Zeus del Monte Etna – Zeus Aitnaios/Aetnaeus”, piuttosto che come richiamo topografico al vulcano Etna, sulle cui pendici essa sorgeva….

Il culto di Zeus Aetnaeus era infatti già importante nell’area quando Hierone decise di conferirgli ulteriore impulso rendendolo il culto principale di Aitna.

Aitna / Aitnaion … Aietòs : una riflessione para-etimologica…

************************************************

Eschilo nelle “Aitnae” (il suo contributo alle feste di fondazione), con riferimento alla simbologia di Zeus Aetnaeus, tanto cara a Hierone, suggerisce una interessante connessione para-etimologica tra Aitna / Aitnaion (dei cittadini di Aitna) e Aietòs (Aquila)

Ricordiamo l’antitesi che esiste tra le due tradizionali epifanie di Zeus (aquila-aietòs oltre che serpente-drakon) che compare in altre stupende monete… (Akragas, Motya..… )

Hierone e Zeus Aitnaios : tra Mito e Propaganda politica

******************************************

La Pitica I di Pindaro fu eseguita ad Aitna nel corso di una solenne cerimonia pubblica in celebrazione della recente fondazione della città (476/475 a.C) e dei successi militari di Ierone (la grande vittoria ad Himera contro i Cartaginesi nel 480) nonchè agonali (vittoria nel 470 a.C. nella corsa delle quadrighe a Delfí, dove il tiranno si fece proclamare vincitore con la qualifica di Etneo, e non di Siracusano …).

Il culto di Zeus Aitnàios è riportato da Pindaro quale strumento ideale per una propaganda informata al parallelismo Zeus / Hierone quale pacificatore supremo dei conflitti politici e militari.

(Vedi stralcio in allegato da: “Esiodo e l'Occidente - Di Andrea Debiasi”)

Il poeta infatti costruisce una versione del mito del gigante Tifone che unifica due tradizioni relative all’area siculo campana, teatro delle imprese recenti di Ierone : la fondazione di Aitna e la vittoria sugli Etruschi a Cuma.

Geografia mitica e realtà storica vengono dunque a coincidere: il gigante Tifone giace schiacciato sotto la regione vulcanica che ha il suo epicentro meridionale in Sicilia, nell’Etna e quello settentrionale nell’area che comprende il Vesuvio, i Campi Flegrei e le isole antistanti Cuma.

Il vivido quadro scritto da Pindaro si scompone in immagini di grande intensità che vedono in Tifone il paradigma del disordine e dell’ingiustizia che minaccia il giusto ordinamento divino, preparando il parallelismo con le forze etrusche che avevano minacciato l’equilibrio del Mediterraneo ed erano state fermate da Ierone….

“... Ma ora la Sicilia tutta grava sul suo torace irsuto.

E lo trattiene giù la

colonna del Cielo,

l' Etna nevosa

nutrice perenne di fulgida neve...

... dalle cui profonde viscere

Tifone vomita in superficie

flussi purissimi d'orrido fuoco … “

Aitna: la Città ... e il Vulcano ! :P

******************************

Evidenze archeologiche suggeriscono che la città dovette venire ricostruita letteralmente dalle fondamenta; non si spiegherebbe altrimenti il motivo per cui le celebrazioni della fondazione della nuova Aitna abbiano avuto luogo solo verso il 470 a.C.

Con la rifondazione ieroniana, Aitna e Naxos sarebbero state entrambe dotate del territorio di nuova suddivisione delle chorai delle più antiche città.

Gli interventi nelle strutture della vecchia polis furono profondi e crearono una tabula rasa, che con la nuova fondazione dette il via ad una forma urbanistica del tutto nuova…

I presupposti di tale operazione potrebbero essere stati forniti, come pure nel caso di Naxos, da un’eruzione dell’Etna.

(Fonte Google Books: Città e monumenti dei greci d'Occidente - Di Dieter Mertens)

Anche se Diodoro Siculo (XI, 49, 1-2) non vi fa riferimento, ne troviamo comunque una duplice testimonianza in due fonti autorevoli:

- nel Marmor Parium (FGrHist 239 A 52), una cronaca del 264/3 a.C che accenna ad una eruzione all’Etna nel 479-478 a-C.

(in allegato il frammento)

- mentre secondo Tucidide (III 116) l’eruzione ebbe luogo nel 476-75, dunque all’epoca della fondazione di Aitna.

La lieve discrepanza nella data può anche spiegarsi con il permanere, dopo l’eruzione principale, di fenomeni di vulcanismo dagli effetti non meno spettacolari (non dimentichiamo che l’Etna è un vulcano attivo…..)

Valeria

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Ah Medusa che "ricche" notizie che mi dai.

No non ho questo saggio e ,mi interesserebbe davvero molto.

Sai come fare per procurarsene una copia, altrimenti dammi i riferimenti della

raccolta che li contiene e cerchero'di procurarmelo.

Grazie!!!

numa numa

Caro Numa numa,

- questo è il testo :

Guy Michael Hedreen,

Silens in Attic Black-figure Painting: Myth and Performance.

Ann Arbor: University of Michigan Press, 1992.

Pp. x + 219; pl. 1-46. ISBN 0-472-10295-8.

- questo il link su Google books :

http://books.google.it/books?id=D1PeIwsz1T...yrs&f=false

Oltre al saggio sui "Silens of Naxos", devono essere interessantissimi anche quelli su Ariadne ed Efesto... :rolleyes:

Online a quanto vedo ... non è facile da reperire... :unsure:

Forse scrivendo alla University of Michigan Press ????

Mi chiedevo anche se fossero acquistabili le singole monografie in formato PDF e online, come si fa per gli articoli in genere ...

(per quelli scientifici, puoi acquistare solo i capitoli che ti interessano in formato digitale e via online.... Chissà se chiedendo direttamente al sito della University of Michigan Press ..... ???? ... )

Incuso e i suoi potenti mezzi... ci può forse aiutare???? :rolleyes:

Waiting ....

Valeria

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A proposito di Naxos.... una litra credo abbastanza rara e putroppo abbastanza "rovinata"

ciao

Mimmo

La tua litra , Mimmo, è coeva del bellissimo tetra Dioniso/Sileno postato in precedenza da Numa numa e risalente al periodo 461-430 a.C. che seguì il ritorno degli esuli di Naxos nella loro città.

Ma in questo trentennio oltre a tetradrammi e litre vengono coniate anche dracme sempre del tipo Dioniso/ Sileno.

Ve ne mostro una (immagine cortesia Magna Graecia Coins - private collection Pennisi) su cui compare uno dei profili di Dioniso per me più affascinanti in assoluto… :wub:

In allegato una panoramica dei tre nominali del periodo.

Dopo tutti questi mutamenti nella sua effige (quali ci stiamo gustando passeggiando virtualmente tra mikron kerma e sorelle maggiori...) come non credere nel ... Polimorfismo di Dionysos ???

Nonno lo definisce potente fanciullo in grado di trasformarsi continuamente.

Ione di Chio ne sintetizza la natura controversa descrivendolo come un indomito fanciullo dal volto taurino, giovane non-giovane…..

Certo è, però, che Dioniso rimane conturbante in ogni sua manifestazione…:

tutti invidiosi i mitografi che - alludendo al suo ibridismo in ambito sessuale - lo definivano invece...

“effeminato” ( Eschilo),

“falso uomo” (Polieno) ....

... “maschio – femmina” (Giovanni Lido) … :rolleyes:

Valeria

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NAXOS – Atto Finale ....

Non posso non postare per un confronto stilistico anche questa litra che amo particolarmente (Immagine cortesia Wildwinds) e che risale all’ultima produzione monetale di Naxos, databile tra il 420 e il 403 a.C., anno in cui la città subisce la totale distruzione come atto di rappresaglia da parte di Siracusa per l’alleanza offerta ad Atene nella guerra del Peloponneso….

Una curiosità: :rolleyes:

l’ironia della sorte ... vuole che la colonia di Naxos, fondata nel nome di Dioniso, venga poi distrutta nel 403 a.C da quel Dionisio I di Siracusa che si narra essersi fatto erigere una grande statua proprio nelle vesti di …Neos Dionysos….!!!

Presentandosi ai suoi contemporanei come “figlio di dio”, il tiranno avrebbe così inaugurato un esempio nel tempo assai imitato ….

Uno per tutti… Marcantonio… entrato ad Efeso (41 a.C.) in veste di Dioniso e incoronato di edera (come appare nel famoso cistoforo di Efeso) e preceduto da un perfetto corteggio dionisiaco con donne vestite da Baccanti e uomini vestiti da Satiri e Pan…

Valeria

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NAXOS – Atto Finale ....

Non posso non postare per un confronto stilistico anche questa litra che amo particolarmente (Immagine cortesia Wildwinds) e che risale all’ultima produzione monetale di Naxos, databile tra il 420 e il 403 a.C., anno in cui la città subisce la totale distruzione come atto di rappresaglia da parte di Siracusa per l’alleanza offerta ad Atene nella guerra del Peloponneso….

Una curiosità: :rolleyes:

l’ironia della sorte ... vuole che la colonia di Naxos, fondata nel nome di Dioniso, venga poi distrutta nel 403 a.C da quel Dionisio I di Siracusa che si narra essersi fatto erigere una grande statua proprio nelle vesti di …Neos Dionysos….!!!

Presentandosi ai suoi contemporanei come “figlio di dio”, il tiranno avrebbe così inaugurato un esempio nel tempo assai imitato ….

Uno per tutti… Marcantonio… entrato ad Efeso (41 a.C.) in veste di Dioniso e incoronato di edera (come appare nel famoso cistoforo di Efeso) e preceduto da un perfetto corteggio dionisiaco con donne vestite da Baccanti e uomini vestiti da Satiri e Pan…

Valeria

Cara Medusa hai postato una litra entrata nellamia piccolaraccolta (e successivamente uscita).

Proviene da una vendita NAC del 2003. E' classificata dalCampana al numero 29 e assegnata al periodo 415-403aC.Non rarissima ha un ritratto del dio abbastanza inconsueto.

Ma ancora piu' particolare e' l'ultima (forse) litra coniata a Naxos, classificata dal Campana al n. 30 che presenta una testa di Dioniso dai tratti molto effeminati, quasi femminili. Non ho purtroppo una foto ma so che fu venduta ad un'asta NAC del 2002. E' di gran lunga una delle piu' rare litrae di Naxos, non conosciuta neanche dal Cahn.

numa numa

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NAXOS – Atto Finale ....

Non posso non postare per un confronto stilistico anche questa litra che amo particolarmente (Immagine cortesia Wildwinds) e che risale all’ultima produzione monetale di Naxos, databile tra il 420 e il 403 a.C., anno in cui la città subisce la totale distruzione come atto di rappresaglia da parte di Siracusa per l’alleanza offerta ad Atene nella guerra del Peloponneso….

Cara Medusa hai postato una litra entrata nellamia piccolaraccolta (e successivamente uscita).

Proviene da una vendita NAC del 2003. E' classificata dalCampana al numero 29 e assegnata al periodo 415-403aC.Non rarissima ha un ritratto del dio abbastanza inconsueto.

Fabrizio!!! COMPLIMENTI!!! Ma.... come hai potuto lasciarla andare .... ???? :blink: :P

........... ...

Ma ancora piu' particolare e' l'ultima (forse) litra coniata a Naxos, classificata dal Campana al n. 30 che presenta una testa di Dioniso dai tratti molto effeminati, quasi femminili. Non ho purtroppo una foto ma so che fu venduta ad un'asta NAC del 2002. E' di gran lunga una delle piu' rare litrae di Naxos, non conosciuta neanche dal Cahn.

numa numa

Non è certo questa in quanto il riferimento è a Campana 27…, e NON 30….

Anche questa proviene da un'asta NAC - 2003 – Ex A.D.M. collection, Prezzo realizzato: 2200 CHF (~1658 USD)

Litra circa 415-403, AR 0.67 g. NAXIWN

Quello che mi ha colpito rispetto alle altre litrae del periodo che riportano al D/ Dioniso molto ringiovanito e imberbe (ma con al R/ il tralcio di vite con grappolo), qui al R/ compare Sileno, inginocchiato ma visto di profilo, che sembra proprio colto nell’atto di bere dal kantharos....; nota il tirso e a sinistra il tralcio d’edera che mi richiama il R/ dei due bellissimi tetra del 420-415 aC…

Immagine Courtesy: http://www.acsearch.info/record.html?id=95368

Adesso muoio di curiosità nei confronti della misteriosa NLL 30 (Naxos Last Litra :P) .........

Mi potresti riportare il riferimento al bellissimo testo del Campana che ne parla?????

Waiting .... :rolleyes:

Valeria

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Certo Medusa,

ecco il riferimento:

Alberto Campana, Corpus Nummorum Italiae Antiquae,

pubblicato su Panorama Numismatico

e' un ottimo compendio, molto schematico e pratico che affronta le monetazioni delle principali zecche dell'Italia antica, fornendo cenni storici, notizie sulla zecca e sulla monetazione e recensendo tutti i nominali consociuti, fornendo descrizione, pesi e collocazione degli esemplari noti per ciascun nominale.

Chiudono le schede un'agevole bibliografia e uno spoglio, utilissimo, di tutti i cataloghi e listini dai quali sono stati tratti gli esemplari ciitati nel lavoro.

L'unico neo e' che la pubblicazione e' rimasta purtroppo incompleta (ho tentato, piu' volte, di convincere l'ottimo autore a terminare e aggiornare la sua validissima opera) e di difficile reperibilita' (anche qui ho suggerito una ristampa per lo meno di quanto finora pubblicato).

In particolare per la zecca di Naxos il lavoro del Campana ha integrato il Cahn con diversi nominali e tipologie non conosciute ai tempi della famosa dissertazione del numismatico tedesco.

La litra che hai postato e', giustamente la Campana 27.Siamo sempre nell'ultima fase di coniazione della zecca, ma il Dioniso ha le fattezze classiche del giovinetto imberbe, e il Sileno (Campana lo descrive come Dioniso) al rovescio, inginocchiato e nell'atto di bere da una coppa e' ancora una raffigurazione che segue il tipi dello squisito emidramma con Assino al diritto (Campana 25).

No il Campana 30 riporta al diritto invece una figura molto effeminata di Dioniso, volta a dx., coronata con larghe foglie di edera. Al rovescio compare il grappolo d'uva con tralcio e foglie di vite , mentre l'etnico e' ridotto a due sole lettre : N A

Sconosciuta al Cahn, la moneta parrebbe (finora) essere unica. Il peso e' di 0.54gr. che farebbe pensare piuttosto ad un'emilitra...

numa numa

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Certo Medusa,

ecco il riferimento:

Alberto Campana, Corpus Nummorum Italiae Antiquae,

pubblicato su Panorama Numismatico

e' un ottimo compendio, molto schematico e pratico che affronta le monetazioni delle principali zecche dell'Italia antica, fornendo cenni storici, notizie sulla zecca e sulla monetazione e recensendo tutti i nominali consociuti, fornendo descrizione, pesi e collocazione degli esemplari noti per ciascun nominale.

Chiudono le schede un'agevole bibliografia e uno spoglio, utilissimo, di tutti i cataloghi e listini dai quali sono stati tratti gli esemplari ciitati nel lavoro.

L'unico neo e' che la pubblicazione e' rimasta purtroppo incompleta (ho tentato, piu' volte, di convincere l'ottimo autore a terminare e aggiornare la sua validissima opera) e di difficile reperibilita' (anche qui ho suggerito una ristampa per lo meno di quanto finora pubblicato).

Grazie infinite, Numa numa! Infatti… stavo giusto cercando come reperirlo….. Hai qualche suggerimento in proposito???

Mi interesserebbero molto anche le monografie su :

Galaria 60/gennaio 1993 ; Morgantina 61/febbraio 1993, 62/marzo 1993, (Primo volume)

Adranon 98/giugno 1996; Aitna-Inessa 99/luglio 1996; Entella 115/gennaio 1997, 116/febbraio 1997 ; Motya 135/novembre 1999, 139/marzo 2000, 140/aprile 2000. (Secondo volume)

E naturalmente … Naxos 145/ottobre 2000 (Terzo volume)… !

Mi continuo a chiedere come mai… in epoca di testi elettronici, non mettano in vendita anche copie digitali adeguatamente protette (of course…)… Sarebbe veloce l’acquisto…. E incentivata la diffusione… :rolleyes:

…… In particolare per la zecca di Naxos il lavoro del Campana ha integrato il Cahn con diversi nominali e tipologie non conosciute ai tempi della famosa dissertazione del numismatico tedesco.

La litra che hai postato e', giustamente la Campana 27.Siamo sempre nell'ultima fase di coniazione della zecca, ma il Dioniso ha le fattezze classiche del giovinetto imberbe, e il Sileno (Campana lo descrive come Dioniso) al rovescio, … … ….

Mi ero posta anch’io la stessa domanda… e cioè se non si trattasse invece di Dioniso stesso… : era infatti un po’ insolito come Sileno, in quanto imberbe e dai tratti spiccatamente giovanili … Del resto abbiamo parlato già di come l’iconografia di Satiri/Sileni vada via via sfumando nel tempo verso una immagine sempre più umanizzata…

.... …

La litra che hai postato e', giustamente la Campana 27.Siamo sempre nell'ultima fase di coniazione della zecca, ma il Dioniso ha le fattezze classiche del giovinetto imberbe, e il Sileno (Campana lo descrive come Dioniso) al rovescio, inginocchiato e nell'atto di bere da una coppa e' ancora una raffigurazione che segue il tipi dello squisito emidramma con Assino al diritto (Campana 25).

Alludi a questi emidrammi ???? Ne posto due coevi (413-404), che mi avevano già incuriosito per alcuni particolari interessanti…

Il primo emidramma riporterebbe la firma dell'incisore Prokles < P > alla base del collo del dio fluviale Assinos....

Il secondo emidramma presenta al D/ un ritratto mozzafiato del dio fluviale (adoro quel cornetto….) Assinos… Noto che il Sileno ebbro al R/ pare incoronato non di edera… bensì di apium selvatico… il selinon …, come del resto anche Assinos …

Il selinon del resto risulta in stretta connessione con i due culti principali della colonia di Naxos: i culti apollineo e dionisiaco

(Teocrito cita l’uso di corone di selinon nelle celebrazioni bacchiche).

…… No il Campana 30 riporta al diritto invece una figura molto effeminata di Dioniso, volta a dx., coronata con larghe foglie di edera. Al rovescio compare il grappolo d'uva con tralcio e foglie di vite , mentre l'etnico e' ridotto a due sole lettre : N A

Sconosciuta al Cahn, la moneta parrebbe (finora) essere unica. Il peso e' di 0.54gr. che farebbe pensare piuttosto ad un'emilitra...

numa numa

SEMPRE PIU’ CURIOSA di poterla ammirare ….. HELP !!!!!!!!!!!!!!!!!

Grazie ancora, gentilissimo Numa numa, per le tue interessantissime puntualizzazioni!!!

Valeria

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Di Sileno in Sileno …. riporto per confronto, altre due emissioni monetarie firmate dall’incisore Prokles che ha lavorato sia a Naxos (di cui si crede fosse nativo), sia a Katane…

- 2 Didrammi dell'ultimo periodo di Naxos dove al D/ Apollo Arkeghetes, il dio colonizzatore, sostituisce l’immagine di Dioniso

- Litra di Katane coeva … (415-404) con uno splendido ritratto di Sileno / Fulmine alato con due scudi…

Valeria

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.... qui la Litra di Katane coeva … (415-404) con uno splendido ritratto di Sileno firmato Prokles / Fulmine alato con due scudi…

Valeria

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Avete dei riferimenti per la litra che ho postato precedentemente? se non sbaglio e' riportata sul Cahn ma con la testa girata dall'altra parte, sul Campana?

Approfitto e ve ne posto un'altra.....

Ciao

Mimmo

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Modificato da mimmocarini
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A proposito di Naxos.... una litra credo abbastanza rara e putroppo abbastanza "rovinata"

ciao

Mimmo

Hai ragione Mimmo, l'avevamo obliato.

Credo si tratti di una litra coniata nel periodo 461-430aC, ovvero appartenente alla fase post emissione del primo tetradramma di Naxos. E' descritta dal Campana al numero 9.

Esistono numerose varianti, tutte con la testa di Dioniso al diritto a dx.. La tua dovrebbe essere la variante "e" che riporta al rovescio solo due lettere dell'etnico sotto il grappolo, N A

puoi controllare se sul tuo esemplare fosse effettivamente cosi' ? dalla foto non si distingue chiaramente.

Il grappolo ' di forma larga e manca la corona di vite.

Esiste anche una litra simile con la testa a si. (Campana 11) e descritta da Cahn ai nn. 92-96

L'ultima litra da te postata e' invece la Campana 29, appartenente al periodo 415-403aC

numa numa

Modificato da numa numa
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Il problema e'che molte case d'asta ( sicuramente in questo caso la CNG) non utilizzano ancora il Campana che ha introdotto numerosi inediti e varianti rispetto all'eccezionale ma non piu' aggiornato lavoro meticolosissimo del Cahn.

Come gia' ti riportavo (e noto che nella descrizione della casa d'aste da te riportata, viene citata la stessa classificazione) esiste una litra con testa a sin. gia' nota a Cahn (nn. 92-96)= Campana 11

Quella da te riportata potrebbe essere una delle variante descritte dal Campana al n.9 (in particolare la "e") se si riuscisse a distinguere meglio i particolari non bene evidenti nella foto.

L'unica cosa che mi lascia perplesso e' il peso assai basso, forse si tratta di un'emilitra.

La moneta e' a mio avviso non rara in quanto riprende i tipi, assai comuni , del n. 9 del Campana, conosiuti in numerosi esemplari.

Se invece si potesse confermare emilitra sarebbe discretamente piu' rara.

numa numa

Appena posso, se riesco, provo a fare una foto migliore...nel frattempo se vi va, di litra in litra, ci possiamo spostare di pochissimo...da Naxos a Tauromenium.....

Ciao

Mimmo

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Ah! Bene!

Mimmocarini ha postato Tauromenium?

Ed allora questa che cosa è?

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:D

Nuovo metodo nel gioco culturale esoterico:

il rovescio verrà postato...dopo che qualcuno avrà vaticinato.

;)

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Yes..e no!

E' vero, è simile a quella che hai postato anche tu Mimmo.

Ma non è Messana.

E poi...che cose è, cosa raffigura e perchè?

Qui casca l'asino!

Dicite...dicite...

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La litra di mimmo e' una litra descritta dalla Caltabiano nella monetazione di Messana.

La scritta retrograda DAN potrebbe attribuirsi a Dankle (antico nome di Messana), ho detto potrebbe perche' il diritto, simile alle altre litre di Messana con il delfino in realta' non mostra il "solito"

il solito delfino (che, tra l'altro, normalemente e' rivolto a sinistra, ed e' riconoscibile dalla classica pinna dorsale). Qui la pinna e' assente, e quella che a prima vista parrebbe una foca e' stato identificato (con riserva oserei dire) lissodelphis borealis, ovvero lisso delfino boreale,

ovvero delfino del nord (cosa ci facesse un delfino del nord vicino a Zancle, e' un mistero :D ).

La litra, molto rara (quella, completa, di mimmo) proviene dalla celebre collezione AdM ed e' stata esitata dalla NAC nel 2001 (vendita 21 ) e succesivamente ancora nel 2005. Nel catalogo era descritta come unica (e quant erano gli "unici" della collezione AdM, grrr) ma come si sa su questi nominali l'unica certezza e' che nulla e' certo :lol:

numa numa

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Yes..e no!

E' vero, è simile a quella che hai postato anche tu Mimmo.

Ma non è Messana.

E poi...che cose è, cosa raffigura e perchè?

Qui casca l'asino!

Dicite...dicite...

E se fosse il Sirenide dugongo (Dugong dugong)????

La somiglianza è notevole...

Questi mammiferi erano un tempo molto diffusi nel Mar Mediterraneo - e quindi anche nell’area dello Stretto… - dove possono aver contribuito ad alimentare la leggenda delle Sirene (per alcuni loro particolari antropomorfi quali le ghiandole mammarie toraciche e l'abitudine di allattare i cuccioli reggendoli con gli arti anteriori brevi e a forma di palette provviste di cinque dita) come pure del mostro Scilla … (ma questa di Scilla… è un’altra storia… :P )

Gli arti posteriori sono assenti, la coda è appiattita orizzontalmente a formare una pinna. Il muso è smussato con bocca piccola e labbra carnose provviste di setole....

Delfino/Dugongo....

Con il delfino di Zankle, ci si trova a doversi confrontare con il dualismo Apollo-Dioniso, le due divinità principali dell'area dello Stretto....

Le due leggende fondamentali che riguardano i delfini sono tratte appunto la prima dal ciclo di Apollo, la seconda da quello di Dioniso. Se vi interesserà conoscerle, le posterò in seguito...

Il Dugongo richiama creature femminili chimeriche, teriomorfe, quali Sirene e Scilla ... Entrambe legate alla sfera dell'acqua e alla metamorfosi in pietra, simboleggiano gli ostacoli e i pericoli della navigazione in questo tratto di mare. Pertanto non risulta strano fossero anche oggetto di culto (si pensi ai molti santuari dedicati alle sirene...)

Le Sirene, inoltre, sono creature del corteggio di Dioniso...

Ma allora, se non è Dankle .... a quale centro viene attribuita questa deliziosa monetina???

Valeria

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La moneta con il sirenide di cui sopra è di Zancle...calcidese, o almeno così viene classificata unanimemente in letteratura.

Il sirenide simboleggia il mito dello stretto e i suoi misteri...già dominati dalla falce del porto calcidese. Successivamente il porto verrà raffigurato con la sua forma, che racchiude un delfino guizzante. La moneta ora postata è un raro emiobolo.

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Il sirenide è scomparso.

La posizione è consolidata.

Il porto è attivo, domina e scambia merci.

Il mito - ancora una volta - si allontana...si sposta verso occidente: Tartesso e le colonne d'Ercole.

Sia Numa che Medusa hanno apportato, come sempre in questa discussione, un illuminante contributo e Mimmo ha immediatamente individuato la moneta in discussione.

Numa, da grande esperto, ha rintracciato agevolmente i riferimenti letterari e commerciali con quella vendta della Nac, i cui titolari, peraltro, avevano particolarmente a cuore la piccola vetusta moneta che avevano studiato personalmente...tanto che desideravano tornasse in Italia. Così li abbiamo accontentati in piena legalità.

Medusa, ci ha nuovamente deliziati con la propria cultura specifica e con l'indiscutibile sensibilità che possiede. In più, dimostrando rara capacità, ha probabilmente individuato l'animale che guizza nella moneta da circa 2500 anni. Complimenti! Avviseremo la Nac e apriremo un piccolo dibattito scientifico numismatico.

Medusa, inoltre, dando fondo alla propria specifica cultura, richiama l'importanza dello stretto (oggi di Messina) nella storia, nel mito, nella navigazione e nell'esplorazione dell'antico occidente. Di tale importanza avevo in qualche modo vaticinato o vaneggiato (in senso letterario e, spero, non demenziale :D ) nel mio penultimo post n. 244...parafrasando le parole di Rutger Hauer nella splendida ed insuperata interpretazione del Replicante di Blade Runner.

Ma non sapete che io posterò cose che Voi umani...non potete nemmeno immaginare,

perchè io vidi Scilla brandire i suoi gorghi al largo dei bastioni della punta estrema...

dove Rhegion spezza la continuità della terraferma

e dove il termine Italia affonda le proprie radici nel mito e nella storia,

oltre che nel mare dello stretto.

Ed ho visto Cariddi ingoiare navi come come fossero fuscelli,

laddove il metallo ricurvo di Dankle balenava al cospetto di Elio e di Selene...

di giorno e di notte.

E tutto questo rimarrà nel tempo...

come le piccole monete che balenano tra la terra dopo ogni pioggia.

La navigazione verso occidente....Ulisse....

Poi lo stretto di Messina e i marinai calcidesi: l'inizio o la fine del mito?

Amici...che dire?

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Yes..e no!

E' vero, è simile a quella che hai postato anche tu Mimmo.

Ma non è Messana.

E poi...che cose è, cosa raffigura e perchè?

Qui casca l'asino!

Dicite...dicite...

E se fosse il Sirenide dugongo (Dugong dugong)????

La somiglianza è notevole...

Questi mammiferi erano un tempo molto diffusi nel Mar Mediterraneo - e quindi anche nell’area dello Stretto… - dove possono aver contribuito ad alimentare la leggenda delle Sirene (per alcuni loro particolari antropomorfi quali le ghiandole mammarie toraciche e l'abitudine di allattare i cuccioli reggendoli con gli arti anteriori brevi e a forma di palette provviste di cinque dita) come pure del mostro Scilla … (ma questa di Scilla… è un’altra storia… :P )

Gli arti posteriori sono assenti, la coda è appiattita orizzontalmente a formare una pinna. Il muso è smussato con bocca piccola e labbra carnose provviste di setole....

Delfino/Dugongo....

Con il delfino di Zankle, ci si trova a doversi confrontare con il dualismo Apollo-Dioniso, le due divinità principali dell'area dello Stretto....

Le due leggende fondamentali che riguardano i delfini sono tratte appunto la prima dal ciclo di Apollo, la seconda da quello di Dioniso. Se vi interesserà conoscerle, le posterò in seguito...

Il Dugongo richiama creature femminili chimeriche, teriomorfe, quali Sirene e Scilla ... Entrambe legate alla sfera dell'acqua e alla metamorfosi in pietra, simboleggiano gli ostacoli e i pericoli della navigazione in questo tratto di mare. Pertanto non risulta strano fossero anche oggetto di culto (si pensi ai molti santuari dedicati alle sirene...)

Le Sirene, inoltre, sono creature del corteggio di Dioniso...

Ma allora, se non è Dankle .... a quale centro viene attribuita questa deliziosa monetina???

Valeria

Caspita Medusa, ottima intuizione (come al solito..).

In effetti la rassomiglianza con il dugongo (animale del quale ignoravo l'esistenza) e' impressionante.

Inoltre il dugongo era diffuso nel Mediterraneo 2000 anni fa, quindi e' assai piu' verosimile come animale del delfino boreale.

Veramente particolare questo animale che ha polmoni (!) invece delle branchie, un cervello assai sviluppato, e' un mammifero e puo' emettere suoni come le megattere.. Nulla di strano che potesse essere scambiato/identificato con le sirene di letteraria memoria.

A questo punto potremmo continuare con le celeberrime creature mitologiche che popolano i mari della bella Sicilia B)

numa numa

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Cominciamo allora con una dei due mostri che proteggevano lo stretto di Messina ..

numa numa

Eh, caro numa numa...., qui si parla delle mie adoratissime creature chimeriche, simbolo del lato oscuro del Femminile .... :rolleyes: :P :

Medusa, Scilla, Sirene, solo per citare alcuni esempi ....

Scilla (gr. Skúlle; lat. Scylla): “Guardiana” dello stretto di Messina e delle porte dell'Ade ...

sensuale fanciulla dal florido seno, ma dal cui ventre si protendono tre orrende teste di cane e una vistosa coda pisciforme.

In alto il Granchio, simbolo della città di Akragas, l’antica Agrigento.....

Sicilia – Akragas , Tetradramma d’argento, circa 410 a.C.

Il mito omerico - probabilmente già frutto di una rielaborazione di testimonianze orali precedenti - ci ha tramandato nell’Odissea questa immagine di Scilla:

" … Qui dentro abita Scilla che orribilmente latra: / la sua voce è come quella di cagna neonata,

ma lei è un mostro terribile; nessuno / sarebbe contento di incontrarla, nemmeno se fosse un dio a

doverla affrontare. / Ha dodici piedi tutti deformi, sei colli lunghissimi, e su ciascuno una testa

spaventosa, e dentro tre fila di denti, / fitti e serrati, pieni di nera morte. / Per metà sta rintanata

nella grotta profonda / e spinge fuori dalla tremenda voragine le teste, / e qui pesca, scrutando

intorno allo scoglio …". - Odissea

Gli autori successivi ad Omero specularono soprattutto sull'assonanza tra i termini greci Skylla (Scilla) / Skylax (cane), ricavandone una possibile etimologia del nome.

Sebbene la metafora canina sia servita ad Omero più per rendere la voce del mostro che per descriverne la morfologia, fu proprio questa ad ispirare gli autori successivi.

Scrive Ovidio nelle sue Metamorfosi - Libro I :

“Scilla, quel mostro rapace / che fra cani feroci riempie di latrati il mare di Sicilia … ”.

E ancora: “Qui si dirigono i Teucri e, sul far della notte, a forza di remi / e col mare a favore, la

flotta attracca sulle spiagge di Zancle. / La sponda destra è infestata da Scilla, la manca

dall'irrequieta / Cariddi: questa inghiotte e rivomita le navi travolte, / quell'altra ha un ventre nero

circondato di cani feroci, / ma viso di fanciulla e, se non sono tutte invenzioni le cose /che ci

tramandano i poeti, un giorno fu davvero una fanciulla. / Molti la chiesero in moglie, ma non c'era

chi lei non respingesse / e, carissima alle ninfe del mare, andava da loro a narrare / come eludesse

le profferte dei giovani innamorati …”

L'aspetto canino venne dunque ad assumere un ruolo centrale nella raffigurazione di Scilla quale ibrido mostruoso che minacciosa infuria:

avvenente fanciulla dal florido seno, ma dal cui ventre si protendono tre orrende teste di cane e coda serpentiforme, ove si voglia alludere al suo carattere infero, oppure pisciforme, ove invece si voglia sottolinearne il legame con il mare …

Ma Scilla compare in un'altro splendido tetradramma..... , di poco posteriore... :rolleyes:

Valeria

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