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Risposte migliori

Inviato

Con quest’ultimo contributo vorrei accomiatarmi dalla parte attiva del Forum.

Questi tre anni e mezzo di permanenza sono stati per me assai ricchi di spunti, scambi, iniziative e soprattutto contatti e idee.

Non so se la media di quasi due messaggi e mezzo al giorno sia buona, potrà però testimoniare una certa assiduità di interventi, cercando però soprattutto di mantenere una certa qualità , a mio avviso importante per costruire un dibattito di buon livello per il Forum .

Incuriosire e interessare chi si avvicina alla storia e allo studio delle monete deve essere una delle priorità di un forum di scambio come questo.

Considero il Forum un’ottima iniziativa, offrendosi quale “medio” nuovo e innovativo quale il web, imprescindibile nel panorama dell’offerta sociale/culturale, in ambito numismatico, oggi disponibile. Nel panorama "affollato" di tali interlocutori possiamo annoverare:

Il panorama dell’ambito numismatico è oggi assai complesso e variegato:

le Istituzioni (Associazioni internazionali e nazionali),

l’Accademia (dipartimenti Universitari),

il Mercato (dalle case d’asta più blasonate, agli innumerevoli operatori commerciali, ai mercatini regionali),

i Circoli (istituzioni storiche a carattere cittadino e regionale che formano il “collante” raggruppando schiere di appassionati e dando vita a numerose attività sia culturali che pratiche),

le Riviste (sia gli organi istituzionali delle associazioni più importanti come la Royal Numismatics Society Review, la Revue Numismatique, oppure la nostrana Rivista Italiana di Numismatica; sia le riviste commerciali come Cronaca Numismatica, Panorama, Monete Antiche , etc.)

i Convegni (quelli commerciali intendo che permettono a moltissimi appassionati di incontrarsi e scambiare

E infine I Fora (e aggiungerei anche i Blogs ?) ultimi solo perche più il “medio” più recente, espressione molto rilevante del “social networking” che possono considerarsi un vero e proprio circolo “virtuale” , aggregando appassionati, mettendoli in comunicazione, ma anche fornendo notizie utili, informazioni pratiche, svolgendo un prezioso lavoro di aggiornamento, etc. e anche dando vita, esattamente al pari dei Circoli , a iniziative culturali, pubblicistiche, associative nonché collaborazioni.

Agli Amministratori l'arduo ma stimolante compito di far si che il Forum possa essere all'altezza del suo ruolo, senza disperdersi nello sforzo di travalicare ambiti, ma mantenga la sua funzione aggregante e anche formatrice di schiere di appassionati. Solo cosi, identificandosi chiaramente, potrà farsi riconoscere come interlocutore valido dagli altri attori della scena numismatica la cui vocazione e il cui ambito sono chiari e riconoscibili e pertanto rispettato da tutti..

Diversamente dai Circoli, i Fora hanno una capacità di “reach” , attraverso il medio del web, estremamente più potente ed immediata, potendo diffondere l’informazione in modo istantaneo e raggiungendo tutti coloro che si collegano al portale. Tale capacità di “raggiungere” gli associati e di diffondere in “tempo reale” l’informazione è una delle doti più evidenti dei Fora che se utilmente impiegata può portare ottimi benefici.

I Circoli , più limitati nella loro realtà e portata , offrono invece in compenso l’importante elemento “umano” di scambio, socializzazione, iniziativa, etc.

Ho trovato molto interessante, ad esempio, notare come nei Fora nati come strumento eminentemente virtuale, si senta ad un certo punto l’esigenza, assolutamente giusta e plausibile, di complementare lo scambio interattivo sul web con degli eventi “reali”, quali le visite a musei, partecipazioni a convegni e addirittura la fondazione di un Circolo vero e proprio, molte di queste iniziative opera della bravissima e instancabile Giovanna.

Un sociologo potrebbe leggerci chissà quant’altro ancora… :D

Viene molto a proposito una recente discussione in cui diversi utenti testimoniano della forte “dipendenza” dal forum. Mi ci riconosco anch’io in pieno !

Personalmente però, soprattutto per limiti di tempo imposti dal lavoro e altre attività, mi fermerò un momento, non potendo assicurare nel prosieguo la medesima capacità di attenzione e non volendo banalizzare i miei apporti. Continuerò a seguire il Forum ma riterrò un approccio più passivo.

Un sentito grazie a tutti gli utenti che hanno seguito con benevolenza i miei post, anche quelli più noiosi e tediosi :P e con i quali ho avuto scambi piacevoli e proficui, con alcuni di loro sono e continuerò a restare in contatto (avendo avviato anche alcune interessanti collaborazioni). Auguro agli Amministratori del Forum una buona prosecuzione della loro strada verso la crescita e l’arricchimento culturale del Forum., è una bella responsabilità ma sono certo ne saranno capaci.

Il mio non è un addio, piuttosto un arrivederci. Resterò in contatto e se si presenterà l’occasione magari mi riservo di farci scappare qualche contributo.

A tutti Buona continuazione !

numa numa


Inviato

Cosa posso dire in risposta al tuo post?

Sono completamente ammutolita :o :huh: , e questo è tutto dire da una chiacchierona come me, sei riuscito a lasciarmi senza parole... :( :(

Nemmeno mio marito ci è mai riuscito, guarda un po' cosa sei riuscito a combinare. :rolleyes:

Non ho più parole per esprimere il mio dispiacere per la tua lontananza futura dal Forum, spero che tu riesca davvero a farti vivo almeno ogni tanto per regalarci qualche intervento.

Posso solo augurarti buon lavoro, sperando di rileggerti presto e ringraziandoti per le belle parole che mi hai dedicato.

Ti saluto con un "Arrivederci", so che sarà così, lo spero, lo voglio, deve essere solo un arrivederci.

A presto, Patrizia :)

Awards

Inviato

Mi sento di complimentarmi con numa-numa per questo bellissimo intervento,che per caso ho letto adesso,ma forse perchè in una discussione che non tutti leggono ai più è scappato,tranne l'intervento precedente di Giovanna;che dire,dici cose tutte condivisibili,da esperto e quasi da sociologo,sopprattutto sul passaggio che il forum è uno strumento che ha capacità potenti di intercettare i più in tempi reali e avere altrettante risposte in pari tempo;nel contempo,cosa che avverto io,per completare poi il tutto è importante anche l'esigenza di socializzazione e di scambio umano di conoscenze che può arrivare in un secondo tempo;complimenti ancora e spero comunque di leggerti quanto prima,

Cordialmente,Mario


  • 4 settimane dopo...
Inviato

Su su bando alle nostalgie…, è ora di togliere i teli al nostro salotto buono e accomodarci: altre storie ci attendono! E se il menù sarà allettante …., son certa Numa numa non lesinerà di sedere con noi, tra un impegno e l'altro, a deliziarci con gli sviluppi delle sue ricerche ... :rolleyes:

Grattugia e Ciceone

Orsù, per porgere l' "Arrivederci" a Numa e il "Benvenuto" a Dabbene nel nostro Simposio, che ne dite, gentili Amici, se alla maniera euboica Vi preparassi un corroborante ciceone??? Piakos, passami la coppa di Nestore!

"In questa la donna pari alle dee preparò ad essi la bevanda con vino di Pramnos,

grattandoci sopra formaggio caprino con bronzea grattugia,

vi sparse sopra bianca farina …

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… e l'invitò a bere, poi ch'ebbe mischiato l'insieme……

Essi bevevano e cacciarono via la sete bruciante,

poi si scambiavano tra di loro con piacere qualche parola….".

(Iliade, passo riferito a Nestore - XI, 637-639).

Dall'inizio del IX secolo a.C., così bevevano il loro vino gli aristocratici in Eubea, a Lefkandi, e così pure gli Euboici di Pithecusa, come dimostrano le grattuge di bronzo rinvenute in associazione a vasi da vino nei corredi funerari di guerrieri….

L'interrelazione e l'intreccio dei traffici mediterranei sono lo sfondo e il veicolo di diffusione di questi modelli culturali greci anche in Sicilia così come in Etruria e in Sardegna…

Ma dato che ci troviamo nella chora catanese, per il nostro Kykeon (mistura) meglio mescere gli inebrianti vini dell'Etna da questo stupendo Cratere (V sec. a.C. : Perseus mostra a Polidette, re dell'isola di Serifo, la testa di Medusa :blum: – Museo del Castello Ursino, Catania).

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E visto che "La voce prende coraggio vicino al cratere" (Pindaro, Nemea IX, 49),

mentre Voi bevete… inizio io a raccontare ...

Continua…

Valeria

Per un approfondimento:

- Alfonso Mele "Grattugia e ciceone" – in "Edward Herring, Irene Lemos, Fulvia Lo Schiavo, Lucia Vagnetti, Ruth Whitehouse & John Wilkins (eds) Across Frontiers. Papers in honour of David Ridgway and Francesca R. Serra Ridgway Specialist Studies on the Mediterranean 6. ISBN 1 873415 29 X - 2006"

- Il greco, il barbaro e la ceramica attica - Di Filippo Giudice,Rosalba Panvini

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Inviato (modificato)

Di grattugia (turoknestis) in Grattugia (scilicet Catane): tra paretimologia, storia e letteratura

Le origini del nome: per Plutarco, il suo nome deriverebbe da katane (cioè grattugia), per riferimento alle asperità del territorio lavico su cui sorge, od anche …. (omissis)

Eccovi una bronzea grattugia dall'euboica Lefkandi

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MONETAZIONE - PARTE TERZA - Periodo dell'arte finissima 430-403aC

Dopo la rivincita di Siracusa sul re dei siculi Ducezio, nel 451, si aprì per la città dorica un periodo di forte espansione, culminato nella guerra con le colonie calcidesi del 431aC . Messana, Mile, Himera e Gela erano schierate a fianco della potente siracusa contro le colonie calcidesi (Katana, Naxos, Leontini, cui si era alleata anche Kamarina). Gli Ateniesi furono chiamati ben presto a dare man forte alle colonie calcidesi contro Siracusa, il cui tiranno Dionigi il vecchio però riuscì a prendere, con l'inganno di Archesilao che aprì le porte della città, Katana, che venne distrutta (403aC) … (omissis)

A partire dal 403 a.C. Dionigi il vecchio cancella l'autonomia di Aitna, Katane e Naxos, espugnandole l'una dopo l'altra... La Chora Katanese cade sotto il controllo dei Campani e vi rimane almeno fino a dopo il 357 a.C.

Nel 352 aC fu occupata per breve tempo dall'uccisore di Dione, Callippo: narra Plutarco (Dion, 58, 2) come in quell'occasione Callippo - che era stato nel frattempo estromesso da Siracusa - abbia esclamato che perduta una città (Siracusa, appunto), aveva preso "una grattugia" (in greco: turoknestis).

L.A. Post in "Catane, the Cheese-grater in Aristophanes' Wasps" (Am. Journ. Philol., 53, 1932) mostrò per primo che nella commedia di Aristofane "Le Vespe" (422 a.C.) - una fonte molto importante sulle lotte interne ad Atene nell'età della prima spedizione ateniese in Sicilia - parlando della grattugia per il formaggio (chiamata a deporre in tribunale come testimone, vv. 936 sgg.) si alludeva alla città etnea: scilicet Catane, appunto, in base a Plutarco (Dion, 58, 2).

Si noti che nessun autore antico affermava che katane fosse il nome siculo della grattugia; il gioco di parole potrebbe semplicemente fondarsi sulla disposizione urbanistica della città (così già Post, art. cit) o su fatti a noi ignoti….

Per approfondire il contesto, interessantissimi questi due saggi:

- Silvio Cataldi "I processi agli strateghi ateniesi della prima spedizione in Sicilia e la politica cleoniana" in "Processi e politica nel mondo antico" a cura di Marta Sordi.

- G. Manganaro - "La Monetazione di Katane dal V al I sec. a. C., pag 312

Valeria

(continua….)

Modificato da medusa
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Inviato

Katane e la leggenda dei Fratelli Pii: uno sguardo sull'ultima monetazione della città (dopo il 210 a.C.): Parte Prima

L'etimologia resta comunque oscura: secondo altre interpretazioni, il nome deriverebbe dall'apposizione del prefisso greco katà- al nome del vulcano Etna (Aitnè, dal greco) (in modo che ne risulti "nei pressi di" o "appoggiata" all'Etna).

Oltre alla presunta etimologia citata da Piakos, il forte legame di Katane con il Vulcano si può leggere sia nella geomorfologia del suo territorio, plasmato dal susseguirsi delle imprevedibili vicende eruttive dell'Etna, sia nella iconografia espressa sulle sue monete (a partire dal Sileno effigiato sulle litre argentee, fino ai Fratelli Pii dei bronzi dell'ultima monetazione).

Ricostruzione dell'antica linea di costa

Il tratto costiero ionico compreso tra Catania e Naxos ha rivestito un ruolo primario come attestano le fonti letterarie (Tucidide, Strabone) e i dati archeologici.

Negli anni novanta è stato elaborata una cartografia tematica incentrata sulla ricostruzione dell'antica linea di costa in modo da poter meglio impostare alcuni problemi topografici come quello della localizzazione del porto di Catania in età arcaica e classica. (Fonte: Dall'Alcantara agli Iblei. La ricerca archeologica in provincia di Catania. A cura di Francesco Privitera e Umberto Spiga)

In effetti è oggi molto arduo localizzare l'antico approdo, dato che proprio la costa si è totalmente trasformata a causa dell'attività vulcanica dell'Etna. Tuttavia alla luce dei più recenti studi geologici e topografici si ritiene che il porto principale si trovasse nella zona occupata ora dalla Villa Pacini mentre quello di S.Giovanni li Cuti sia uno secondario sorto successivamente a supporto del più antico.

In età romana Katane è comunque una città di grande importanza nel contesto mediterraneo, come testimonia Cicerone, e dotata di tre scali (Pacini, S.Giovanni li Cuti ed Ognina), dove confluiva un'articolata rete stradale che collegava il retroterra etneo con la costa formando un funzionale sistema per lo sbarco delle merci e per il loro trasporto….

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Osservate sulla carta la localizzazione del Lago di Nìcito: distrutto durante l'eruzione del 1669, ne resta oggi solo il nome in zona S.Euplio, in una delle traverse di V. Dottor Consoli, via Lago di Nicito, appunto. Alla sua creazione, sbarrando il fiume Amenano, contribuirono le lave di un'altra catastrofica eruzione, avvenuta nel 693 a.C.

Quest'eruzione determinò la distruzione dell'antica Katàne. Le lave, provenienti da fratture eruttive poste a nord-est di Mascalucia (area attualmente occupata dall'apparato eruttivo di Mompilieri, cono secondario posto a Sud-ovest di Nicolosi), procedendo in direzione Sud, giunsero sino in città: circondarono la collinetta di Cifali, formarono le alture di Catania (Bastione degli infetti, S. Marta, Monastero dei Benedettini, Fortino vecchio, Cappuccini, S. Agata al carcere, via Crociferi, Gesuiti, Terme dell'indirizzo)

Valeria

(continua)

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Inviato

La leggenda dei Fratelli Pii: uno sguardo sull'ultima monetazione della città (dopo il 210 a.C.): Parte Seconda

Descritta da Tucidide e Strabone, la catastrofica eruzione avvenuta nel 693 a.C., ha attraversato la storia come la lava dei Fratelli Pii, Anfinomo e Anapia, che trassero in salvo i genitori paralitici portandoli sulle spalle attraverso la lava che per miracolo si ritirava al loro passaggio. I fratelli Pii furono ritenuti semidei, cantati dai poeti e riprodotti sulle monete.

Curioso...

... che un bronzetto della serie dei "Fratelli Pii", come questo che vi voglio mostrare, sia stato rinvenuto nella lontana Delo, grande emporio internazionale del frumento, probabilmente portato appresso da un marinaio straniero…. :rolleyes: (Fonte: G.Manganaro "Per una Storia della Chora Katanaia", nota 96).

Nel corso del I secolo a.C., Katane registrò infatti una ripresa sociale e un certo movimento commerciale attraverso il porto.

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KATANE dopo il 214 aC. 4,6 g. - 18 mm. Esemplare Lanz Numismatik.

Nella seconda metà del II secolo a.C. avevano avuto luogo frequenti eruzioni vulcaniche: nel 141, nel 135 e nel 122: durante quest'ultimo episodio eruttivo, a Catania crollarono i tetti di numerosi edifici per l'enorme pioggia di pomici e ceneri, il cui volume è stato recentemente stimato in 1km cubo! (Coltelli et al., 1998).

Tornando al nostro bronzetto...

Sul R/ compaiono i Fratelli Pii che, "sudantes venerando pondere" (Claudiano), trasportano ciascuno un genitore sulle spalle: il padre a destra si volge ad indicare il flusso lavico che sta per travolgerli mentre la madre è ritratta con le braccia alzate in un gesto di supplica. A dispetto della fattura della moneta e delle dimensioni, certo non si può negare che la scena emani un certo pathos…

Etnico sopra, in senso orario.

Al D/ compare Dioniso cinto da una corona di edera e legenda LASIO: si tratta di una epiclesi locale del dio, non altrimenti attestata, che sembrerebbe esaltarne l'aspetto selvatico, designandolo come Λασιος ,"il Villoso" o "il Fronzuto". (Fonte: In Ima Tartara. Preistoria e leggenda delle grotte etnee. A cura di Francesco Privitera e Vincenzo La Rosa, pag.157)

Nota la presenza del Monogramma – una caratteristica delle ultime serie catanesi mediante cui sono indicati i curatori della zecca, responsabili delle emissioni cittadine – sciolto dal Manganaro in SOSI.

A proposito di questa serie bronzea (II gruppo, n.9, con monogramma 4), lo studioso osserva che per l'indicazione del nome con patronimico, per cui si ottiene SOSI(s) Lasio(u) - il patronimico già in Bechtel, anche nome di un Satiro, forse premessa per la scelta del tipo dionisiaco - richiama a confronto l'emissione bronzea di Akragas con "Asklapos Sosios – CΩCΙΟC ΑCΚΛΑΠΟC."

Qui, un esemplare simile a quello citato dal Manganaro: Akragas, dopo il 210 aC: testa di Persephone/ Asklepios.

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Valeria

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Inviato

Questo bronzo mi sembra assai simile all'esemplare n. 114 raffigurato sulla Tavola XI in "La Monetazione di Katana dal V al I secolo a.C."- G. Manganaro. Li ho posti a confronto in questa immagine (di mia elaborazione):

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Per il dritto, il Manganaro suggerisce di confrontare il profilo di Dioniso con quello sui denari coniati nel 78. Che alluda a questo???

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L'ultima monetazione di Katane, interessante per la varietà dei tipi e anche per la testimonianza di culti cittadini (come avviene normalmente per le emissioni in bronzo specie dall'epoca ellenistica alla imperiale) si inscrive all'inizio del I secolo a.C. La città era nel novero delle civitates decumane, quale risulta sotto Verre, ma tale condizione giuridica non impedì alla stessa di battere moneta bronzea a proprio nome. Ciò si sarà verificato in conseguenza della Lex Plautia Papiria del 90 a.C., la quale sancì la riduzione semiunciale dell'aes (un asse pesava perciò appena 13 gr circa, con la "polverizzazione" dei sottomultipli) e indusse alla interruzione dello stesso, creando un vuoto specie nei piccoli mercati di una provincia come la Sicilia.

A fronteggiare la crisi provvederanno emissioni in bronzo ascrivibili a magistrati romani operanti nella provincia, spesso designati con sigle e alcune città con le loro zecche, come Siracusa, Agyrion, gli Hispani di Morgantina, i Leontinoi, Katane. Di quest'ultima si possono annoverare 16 emissioni, distribuite in quattro gruppi dal Manganaro.

Il bronzetto con Dioniso/Fratelli Pii (emissione N. 9 del II gruppo) privo di segni di valore (che compaiono solo nelle emissioni del I gruppo) sarebbe da ritenersi un semisses, assumendo un valore ponderale dell'as ridotto rispetto a quello semiunciario (gr 13 circa).

In ogni caso la collocazione delle 16 emissioni di bronzo catanesi, che il Manganaro suggerisce siano da includere nel cinquantennio 90-40 a.C., continuano a costituire un problema aperto…..

(Fonte: G. Manganaro - "La Monetazione di Katane dal V al I sec. a. C.")

Avete notizia di tesi più recenti???

Continua ...

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Inviato

Le due statue dei Fratelli Pii Anfinomo e Anapia, erette nell'agorà cittadina, sono ormai il simbolo di Katane tanto che compaiono ai lati di Nettuno anche su un denario di Sesto Pompeo del 43-40 a.C. Secondo il Manganaro tale scelta implicherebbe il controllo pompeiano di Katane.

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Nel marzo del 44 a.C. vi fu una disastrosa eruzione che causò distruzione e caduta di ceneri su Katane. Vi sono buone ragioni per ritenere che Sesto Pompeo stesso abbia assistito a quell'eruzione. Narra Appiano che l'Etna fece orrendi fremiti e lunghi muggiti e che i fuochi vomitati dai crateri sommitali con il loro splendore atterrirono l'esercito accampato tra Milazzo e Capo Peloro ….

Più tardi intorno al 20 d.C., un Pius Frater comparirà come contromarca pure su logori sesterzi e dupondi di Augusto.

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Su questo dupondio di Augusto: (esemplare 144 gr 14,93, Tavola XIV in G. Manganaro - "La Monetazione di Katane dal V al I sec. a. C.") compaiono addirittura due contromarche con l'effige di un Pius Frater col genitore sulle spalle.

Valeria

(continua... :rolleyes:)

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Inviato
... In ogni caso la collocazione delle 16 emissioni di bronzo catanesi, che il Manganaro suggerisce siano da includere nel cinquantennio 90-40 a.C., continuano a costituire un problema aperto…

(Fonte: G. Manganaro - "La Monetazione di Katane dal V al I sec. a. C.")

Avete notizia di tesi più recenti???

Continua ...

Quoto me stessa, scusate... :rolleyes:, ma ho trovato molto interessante il confronto tra la tesi del Manganaro (1992) e quella più recente (1999) esposta da Alberto Campana nell'esaustivo articolo pubblicato su Panorama Numismatico n. 129: "Il Chalkous a Katane" .

Ve ne propongo alcuni passi, sempre in riferimento al mio bronzetto dei Fratelli Pii (vedi post precedenti).

Nell'articolo del Manganaro (1992) a cui ho fatto riferimento, non risultavano riportati i pesi.

Ne "Il Chalkous a Katane", invece, Alberto Campana propone una risistemazione delle emissioni bronzee catanesi che tiene conto sia della tipologia adottata che della drastica e progressiva riduzione ponderale, riconoscendo otto serie distribuite in "due gruppi di emissioni, rispettivamente di piede sestantale e di piede unciale, declinante fino al semiunciale."

Riguardo al periodo di emissione, il Campana si esprime a favore della tesi avanzata nel 1995 da M.Caccamo Caltabiano che in "La monetazione in Sicilia negli anni della II guerra punica fra tradizione locale ed esperienza romana" attribuisce le emissioni catanesi ad anni risalenti alla guerra annibalica. Ricordo che il Manganaro le collocava invece nel periodo 90-40 a.C.

Il bronzo dei Fratelli Pii da me postato (4,6 g) viene classificato al numero 17 (Peso 9,26 – 3,95 g., con media 5,7 g) nella serie n.8, facente parte del II Gruppo insieme alle serie 6 e 7, tutte caratterizzate dall'assenza di segni di valore e dalla presenza di monogrammi, nonché ispirate ai culti di Serapide ed Iside o a quello di Dioniso.

Dovrebbe trattarsi dell'ultima serie coniata da Katana, alla fine del II secolo o all'inizio del I sec. a.C. al tempo della riduzione semiunciale ufficiale del 90 a.C. in seguito alla Lex Plautia Papiria.

Il Campana sottolinea come lo stile appaia più tardivo e stilizzato, e lo stesso peso più ridotto. E continua ipotizzando che la doppia raffigurazione (due pilei oppure due fratelli) che le accomuna stia forse ad indicare che sono ora semisses, ma di piede semiunciale (teorico di 6,82 g. dal quale togliere un aggio - tassa di coniazione - di circa 15%).

Conferma inoltre la cessazione della produzione monetaria della zecca di Katane nel I secolo a.C.

Valeria

ps: in attesa che Piakos torni dalle vacanze e riprenda la sua acuta analisi inerente la nascita della monetazione di Katane, mi permetto di continuare a presentarvi alcuni bronzi che ne testimoniano invece la fase finale ... Inizio e fine ... Alfa e Omega ... : in fondo, anche il nostro amato Eraclito ci ricorda come

"Comune è sulla circonferenza l'inizio e la fine" ;)

(fr. 34)

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Inviato (modificato)

( .. .. ... ..)

PS

nel suo saggio il Manganaro fa riferimento anche ad un articolo del Lazzarini (Due nuovi piccoli nominali d'argento, RIN 1997 pp74-84) che riporta nientemeno che una nostra vecchia conoscenza : la tellina ! Ho recuperato l'articolo ed è interessante rilevare che il listino in cui comparve tale frazione mette nella descrizione : schinieri, per analogia , dice il Lazzarini, con un altro tipo di oboli attribuito ad Himera.

Il Lazzarini corregge l'errata attribuzione e identifica invece la rappresentazione con la famosa tellina, (Donax Trunculus) ed illustra anche altri diversi esempi di rappresentazioni di molluschi su divisionali greche del V/IV secolo.

Manganaro riconferma l'attribuzione del tipo alla tellina , già peraltro da lui sancita nella famosa pubblicazione (dai mikrà..etc.) e infine ripresa e confermata nel recente articolo a firma di Campana-Santelli. Chi se lo immaginava che un mollusco cosi piccolo, facesse scorrere tanto inchiostro ? :D

Ma mica penserai che sia finita qui sul versante telline??? Altre piste aspettano di essere esplorate... :rolleyes:

Anche Katane ha la sua tellina ?

"L'assenza dell'etnico, ovviamente, ha favorito il fiorire di diverse attribuzioni, che hanno visto coinvolte, di volta a volta, Camarina, Catane, Cuma e Himera. (....)

(… …) Per Camarina e Catane, invece, non si conosce il motivo delle ipotesi, che potrebbero essere dipese, forse, da qualche notizia su luoghi, al momento ancora sconosciuti, dove il tipo sarebbe stato rinvenuto." Fonte: "L'enigma delle "telline" di A. Campana e G. Santelli (pag. 3, Monete Antiche numero 51, Maggio-Giugno 2010)

Se di possibile attribuzione a Kamarina, Cuma, Messana e Himera si è già ampiamente dibattuto, non avevamo però trovato alcun nesso per attribuirla, seppur ipoteticamente, a Katane….. Ecco cosa scrive il Manganaro in Dall'Obolo alla Litra e il problema del "Damareteion":

"L'attribuzione a Kamarina purtroppo deve restare incerta: per ipotesi non si potrebbe escludere Katane (88) ."

E in nota 88, come esempio, precisa che sul R/ a sin. del fulmine alato di una litra di Katane si rileva una tellina chiusa (definita "Bogentasche (?)" in "Griechische Munzen aus der Sammlung eines Kunstfreundes, Bank Leu Munzen und Medaillen, 28 Maggio 1974, n. 86).

Non ho il catalogo di quell'Asta prestigiosa… , magari se qualcuno tra Voi invece lo avesse sottomano, sarebbe davvero interessante verificare!

Cercando in rete, ho trovato una litra passata in asta recentemente - Gerhard Hirsch Nachfolger, Auction 267, lotto 66, Maggio 2010 – che sembrerebbe corrispondere alla descrizione del Manganaro….. Si tratta di una litra di Katane (0,66g.) classificata RRR.

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Al D/ il profilo di Sileno a sin. Al R/ il fulmine alato con a sinistra sembrerebbe proprio esserci raffigurata una tellina chiusa!!! Ma come per l'esemplare Leu viene qui descritta come "Beizeichen Bogentasche (?)". Mi pare di capire che significhi "faretra" …

Che ne pensate????

Valeria

Modificato da medusa
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Inviato (modificato)

Effettivamente quel termine sta a significare faretra (o comunque qualcosa che ha a che fare con l'arco).....però, seguendo il puro consiglio del mio occhio devo dirti che anche per me è una delle famigerate telline....

Approfitto per ringraziarti per i recenti gradevolissimi interventi....:)

Modificato da Mirko8710
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Inviato

Non per essere pignolo :P ma in effetti "faretra" è l'astuccio per custodire le frecce (in tedesco "Köcher") mentre "Bogentasche" è la custodia per l'arco, la forma peraltro può essere molto simile. Qui si vedono parecchi esempi di Bogentasche con l'arco infilato dentro, in particolare sulle dracme di Rodi:

http://www.coinarchi...s=0&results=100

In questa pagina compare anche (almeno per ora...) l'esemplare di Hirsch segnalato da Medusa, dove l'identificazione del segno di controllo (Beizeichen) come una Bogentasche è in effetti data come dubbia.


Inviato

Non per essere pignolo :P ma in effetti "faretra" è l'astuccio per custodire le frecce (in tedesco "Köcher") mentre "Bogentasche" è la custodia per l'arco, la forma peraltro può essere molto simile. Qui si vedono parecchi esempi di Bogentasche con l'arco infilato dentro, in particolare sulle dracme di Rodi:

http://www.coinarchi...s=0&results=100

In questa pagina compare anche (almeno per ora...) l'esemplare di Hirsch segnalato da Medusa, dove l'identificazione del segno di controllo (Beizeichen) come una Bogentasche è in effetti data come dubbia.

E dove sarebbe la pignoleria? Anzi ti dico grazie perché non ero riuscito a tradurre perfettamente la parola. :-)

Andando oltre si nota come negli altri esemplari postati in esempio il porta arco sia molto meglio definito, mentre nella moneta di katane sembra proprio una tellina.

Ti scoccia ripostare ke immagini in allegato (alcune) così da non perderle? :-D

Awards

Inviato

Nella mia ignoranza, sembra anche a me una tellina

Ti scoccia ripostare ke immagini in allegato (alcune) così da non perderle? :-D

Sto scappando, lascio a te onori e oneri :)


Inviato

Sto scappando, lascio a te onori e oneri :)

:D Ok, posto le meglio visibili.

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Awards

Inviato

Salve amici, è un piacere incontrarvi in questo salotto estivo.

Un carissimo saluto a todos ed alla inesauribile Medusa in particolare, spero che nessuno si offenderà per questo privilegio concesso a Valeria.

Confermo che la mia assenza è dovuta al periodo estivo che, in fuga dal caldo cittadino e dall'aria irrespirabile, mi ha portato fuori dall' usuale routine e anche dai migliori interessi. Staccare la spina...come noto...qualche volta è un bene.

Chiudo qui questa parentesi e conto di tornare pienamente operativo alla ripresa settembrina.

Cose da dire sulla monetazione di Katane ce ne sono ancora...ancor più (a iosa...) sulle frazioni della Sicilia, il nostro viaggio sarà ancora lungo...intanto Valeria, come sempre, sta operando al meglio.

Un carissimo saluto.


Inviato

Sull'ultima monetazione bronzea di Katane, oltre ai simbolici Pii Fratres di cui vi ho già parlato, compaiono riferimenti ai culti cittadini in onore sia di divinità tradizionali – quali Apollo, Poseidone, Demetra, Dioniso e il suo tiaso, Hermes, il fiume Amenanos, Afrodite, i Dioscuri - come pure di divinità egizie (Zeus Ammone, Serapide, Iside). Questi culti di origine egizia, penetrati a Catania attraverso il porto, testimonierebbero il persistere di stretti rapporti tra la Sicilia e l'Egitto tolemaico.

Qui vi voglio presentare un delizioso bronzetto con Demetra, divinità strettamente connessa alla chora Katanaia e all'Etna…. A riprova di questo, concorrono le evidenze numismatiche ed archeologiche, nonché i molteplici riferimenti letterari e mitici.

1. Demetra tra chora Katanaia ed Etna. Il documento numismatico: il Chalkous Serapis bifronte/Demetra

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L'esemplare che vi propongo pesa 11,83g. e proviene dalla David Freedman Collection.

Al dritto compare Serapis bifronte, con polos e tre monogrammi riferibili ai curatori della zecca cittadina. In Serapide (quale figura sincretica corrispondente all'Osiride egizio e a Hades greco/Plutone romano), oltre all'originale connotazione di divinità ctonia, ritroviamo anche l'espressione della prosperità; entrambi questi attributi ne rafforzano il legame con Demetra, dea delle messi e madre della Signora degli Inferi Persephone.

E proprio Demetra compare sul rovescio del nostro bronzetto, con due spighe e una lunga torcia; intorno, l'etnico. Riferimenti: SNG ANS 1302; Calciati III pg. 101, 14.

L'immagine, cortesia acsearch.info, è stata da me elaborata con l'aggiunta dei monogrammi sciolti dal Manganaro rispettivamente in Eryou (5) ed Ephedios (6) a sinistra, Litheus (7) in orizzontale a destra.

Il Manganaro in "La monetazione di Katane dal V al I sec. a.C." (Catania antica. Atti Convegno della SISAC, a cura di Br. Gentili, Catania 1992) lo pone al n. 11 del III gruppo, e su base tipologica lo classifica un as, in analogia alle emissioni dei questori in Sicilia dove sul D/ compare il bifronte per indicare il valore di Asse.

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Ecco la definizione di chalkous di M.Caccamo Caltabiano: "… nel sistema ponderale greco indicava l'ottava parte dell'obolo e in quello siciliano corrisponde all'oncia, dodicesima parte della litra. Ben lontana ormai da quella di g. 108 del V sec. a.C., nel III sec. a.C. la litra ha subito numerose riduzioni analoghe a quelle dell'asse romano."

Anche Alberto Campana nel suo articolo "Il Chalkous a Rhegium" (PN n. 120) sottolinea come la crisi monetaria innestata dalla guerra annibalica abbia determinato diversi aggiustamenti metrologici, attraverso frequenti svalutazioni, sia nella moneta greco-siceliota, sia in quella romana. Una conseguenza fu che anche il chalkous finì con l'identificarsi con l'uncia romana in ambiente greco.

Gli sviluppi apportati da A. Campana.

Nell'articolo "Il Chalkous a Katane" (Panorama Numismatico n. 129, 1999) lo studioso ribadisce come Katane sia stata assoggettata al dominio romano e solo indirettamente coinvolta in vicende belliche contro Annibale. In particolare riporta una testimonianza poco nota di Livio (27,8,19) secondo cui nel 209 a.C. tutto il frumento che i Romani riuscivano a requisire in Sicilia veniva inviato a Roma oppure trasportato a Katane per rifornire gli eserciti che si apprestavano ad operare a Taranto. Da questa testimonianza si potrebbe dedurre che in quegli anni Katane doveva avere raggiunto una notevole importanza strategica nello smistamento di vettovaglie presso le truppe di occupazione romana.

Riguardo alle 16 emissioni bronzee di Katane, propone inoltre una risistemazione basata sia sulla tipologia adottata che sulla progressiva riduzione ponderale. In particolare colloca il bronzo di Serapis bifronte/Demetra di cui stiamo discutendo (ricordo che l'esemplare da me postato pesa 11,83 g) al numero 10 (peso 13,34-5,90 g., con media di circa 9,0 g) nella serie n.6, facente parte del II Gruppo insieme alle serie 7 e 8, tutte caratterizzate dall'assenza di segni di valore e dalla presenza di monogrammi, nonché ispirate ai culti di Serapide ed Iside o a quello di Dioniso (vedi indietro il bronzo Dioniso/Fratelli Pii).

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Riguardo alla loro metrologia, il Campana la definisce incerta: "probabilmente sono semissi unciali, emessi dopo la fine della guerra annibalica, all'inizio del II secolo a.C., quando grazie alla ricostruzione postbellica il piede bronzeo fu di fatto stabilizzato al livello unciale."

(continua)

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Inviato

La collocazione delle 16 emissioni bronzee dell'ultima monetazione di Katane, un problema aperto: alcuni accenni in tre saggi disponibili online

Il Manganaro aggiunge inoltre che secondo un criterio ponderale questa emissione potrebbe risalire al primo posto. Tuttavia a porre questa emissione n. 11, e pure la n. 14 del III/IV Gr., tra quelle più recenti, concorrerebbe il rinvenimento di 4 esemplari di Katane (due assai logori con Testa gianiforme/Demetra - n.11, III Gr., e due leggibili con Zeus Ammone/Iside Dikaiosyne - n.14, IV Gr.) nel ripostiglio di Megara Iblea (1949), databile per un esemplare poco circolato del Municipium Hennae intorno al 40-36 a.C., negli anni di Sesto Pompeo.

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Fonte: La prima (metà V sec. a.C.) e l'ultima (44-36 a.C.) emissione degli Hennaioi in gloria di Demetra di G.Manganaro, 2007.

Interessante la nota 39 dove il Manganaro, pur ribadendo come problema aperto la collocazione delle 16 emissioni bronzee dell'ultima monetazione di Katane, confuta, giudicandola troppo alta, la cronologia presentata da M. Casabona ("Le monete di Catana ellenistica fra Roma e le influenze orientali", 1999) e aggiunge che a suo modesto avviso una "distribuzione delle emissioni di Katane in 3 Periodi ed entro ognuno di essi in fasi, a partire dal 216/215 – 206, 205/200 – 187, 187–170 a.C. circa, resta solo un auspicio: bisogna attendere e ricercare sicuri puntelli."

M. Caccamo Caltabiano a questo proposito scrive invece (in nota 46, "Dalla moneta locale alla provinciale? La Sicilia occidentale sotto il dominio romano"): "Tale cronologia risulta dall'analisi puntuale delle serie catanee condotta dalla mia allieva M. CASABONA, Le monete di Catana ellenistica fra Roma e le influenze orientali, RIN, C, 1999, 1-34 che discute la cronologia proposta da G. MANGANARO, La monetazione di Katane dal V al I sec. a. C., in «Catania antica. Atti del Convegno S.I.S.A.C., Catania 1992», a cura di B. Gentili, Pisa-Roma 1996, 303-321, 314-315, basata ancora sull'attribuzione delle serie bronzee di norma semionciale posteriormente alla legge Plautia Papiria degli anni della guerra sociale, supra, n. 9. Coincide invece, con quanto già sostenuto da MANGANARO, ibid., 313-314, la nostra opinione di interpretare quali assi le serie romano-siciliane con testa di Giano al diritto."

Anche la datazione del I sec. a.C. dello standard semionciale basata sul tesoretto di Megara sembrerebbe messa in discussione dalle nuove proposte di cronologia del tesoretto stesso secondo le quali potrebbe essere di non molto posteriore agli inizi del II sec. a.C. o non più tardo della sua prima metà. (Vedi M.Caccamo Caltabiano, "La cronologia del municipium di Henna. Discordanza tra il dato numismatico e quello storiografico", citazione in nota 51 in questo articolo di C. Mangano).

Valeria

(continua)

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2. Demetra tra chora Katanaia ed Etna: l'evidenza archeologica ...

La Demetra effigiata sul R/ del bronzetto catanese da me postato qui sopra, potrebbe raffigurare il "signum … perantiquum", l'antichissimo simulacro di Demetra fatto trafugare in modo empio da Verre dal tempio ad essa dedicato (Cicerone, in Verr. 4,99-100). Il tempio era servito da nobili e virtuose sacerdotesse ed era inibito agli uomini: in esso infatti si tenevano cerimonie di tipo misterico riservate alle sole donne.

Il passo di Cicerone troverebbe conferma nel rinvenimento nel 1959, da parte di G. Rizza, di un ricco deposito votivo nella Piazza San Francesco a Catania, con ogni probabilità pertinente al Santuario di Demetra, localizzabile poco più a monte.

A questo riguardo esiste un rilievo frammentario della fine del V secolo aC, realizzato in marmo pentelico e recante un'iscrizione dedicatoria a Demeter e Kore: DAMATRI KAI KORAI (vedi in alto a sinistra sul rilievo). Il rilievo era stato rinvenuto da Libertini negli anni '30, tra le fondazioni del Palazzo in cui aveva allora sede la Banca d'Italia e in cui oggi si trova la Questura. In esso appaiono le due dee: Kore nell'atto di sollevare il lembo della veste, un peplo dorico con kolpos e apoptygma; Demetra mentre regge una lunga torcia che poggia a terra ...

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Ai piedi di Demetra si distingue chiaramente un rialzo del terreno – normalmente interpretato come un focolare o un piccolo altare – nel quale si può invece benissimo riconoscere grazie alla vistosa cavità centrale, l'indicazione sintetica del cratere del vulcano!

E' probabile che il rilievo sia stato realizzato ad Atene: l'immagine delle due divinità ricalca chiaramente i tipi statuari creati per il Santuario di Eleusi, sede dei celebri Misteri delle due Dee.

In occasione della spedizione in Sicilia del 415 a.C., Atene strinse alleanza con Catania contro la dorica Siracusa: il rilievo potrebbe essere quindi espressione del legame stretto in questa occasione tra le due città di stirpe ionica. E' facile pensare che lo scultore ateniese, ponendo sul rilievo destinato a Catania l'indicazione del cratere dell'Etna accanto all'immagine delle due dee eleusine, volesse celebrare l'alleanza tra Atene e Katane facendo leva, al di là della comunanza di stirpe, sull'appartenenza ad un'unica geografia sacra disegnata dalle divine peregrinazioni di Demetra.

Immagine del rilievo copyright e cortesia: "In Ima Tartara. Miti e Leggende delle Grotte dell'Etna, a cura dell'archeologo Francesco Privitera e del presidente del Centro di Archeologia cretese Vincenzo La Rosa."

Valeria

(continua)

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(………..) Osserviamo, in definitiva, che l'indirizzo della politica monetaria adottata dai tre tiranni, Ierone, Terone e Anassila nelle città calcidesi su cui si estende il loro potere : Naxos/Katane, Himera, Zankle; è rintracciabile oltre che nell'aspetto ponderale anche nella scelta dei tipi monetali.e , tramite questi, negli aspetti del mito che intervengono a definire l'identità religiosa dei Calcidesi in Sicilia.

Infine tali testimonianze le troviamo solidamente supportate da un robusto apparato letterario e poetico in particolare che sottende una fitta trama di miti e rimandi cultuali nei difficili anni delle tirannidi per mantenere vivo il ricordo del panorama sacro delle colonie calcidesi in questi difficili anni. Tra tutti si distingue il tebano Pindaro , profondo conoscitore delle antiche tradizioni dell'area euboico-beotica.

3. Demetra tra chora Katanaia ed Etna: Immagini dal Mito

3a) Il "Ratto di Persephone"

Secondo Igino (Fab. 5) Kore stava raccogliendo fiori su un prato dell'Etna quando fu rapita da Ade: l'Etna compare come uno dei varchi del Tartaro, in quanto mette in comunicazione l'oltretomba con il mondo dei vivi …

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Il modello mitico del "Ratto di Persephone", contradditorio in quanto localizza l'evento in Sicilia e non nell'Attica, si fissa proprio nel corso del V secolo ….

Diodoro (5, 4.) riporta per primo la tradizione secondo cui Demetra abbia dato inizio alle sue peregrinazioni, alla ricerca della amata figlia, accendendo le torce ai crateri dell'Etna… Narra Ovidio nelle Metamorfosi:

" Né l' Aurora,

quando arrivò con i suoi capelli rugiadosi ...

... né Vespero

la videro mai riposarsi.

Essa accese alle fiamme dell' Etna due torce di pino,

e tenendone una in ciascuna mano

vagò senza requie nella notte brinosa ....".

Ecco Demetra, tra i fuochi dell'Etna e le luci di Katane sullo sfondo …. (Foto Copyright e Cortesia Marco Fulle:

http//stromboli.net)

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"Alta giace l'Etna sul volto del grande Tifeo,

del cui igneo respiro brucia la terra.

Là accende a quel fuoco due pini per lampada,

donde viene l'uso odierno di tede nelle feste di Cerere…"

Ovidio, Fasti

(continua)

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3b) Aetna, essere divino e montagna

I greci non avevano un nome specifico per designare un vulcano. L'Etna era designata normalmente come una montagna (oros): celebrata da Pindaro per la sua straordinaria altezza quale Colonna del Cielo, e da Euripide quale "rupe che gronda fuoco, pyristaktos petra" per la sua attività eruttiva, mettendo in collegamento il Cielo con le profondità della Terra, Etna ha nei millenni perpetrato il paradosso di essere nel contempo Varco del Tartaro e appunto, Colonna del Cielo

Come altre montagne sacre del mondo greco anche Etna era considerata una divinità di un'epoca remota, eppure con una propria genealogia antecedente alla stirpe dei Titani e degli Olimpi: secondo Alcimus Aetna nasce direttamente da Cielo (Ouranos) e Terra (Ge).

Sia come sia, l'importanza di Aetna in miti dalle evidenti implicazioni politiche è dimostrata pure da altre genealogie posteriori ai Dinomeidi che le attribuiscono: secondo Silenus, il ruolo di figlia di Oceanus nonché di madre dei Palici avuti dall'unione con Efesto, secondo invece Demetrio di Callatis, il ruolo di figlia di Briareus e di sorella dunque di Sicanus…

E' in questa doppia veste, di essere divino e di montagna, che Aetna compare quale arbitro nella famosa disputa tramandata da Simonide tra :

- l'antichissima Demetra, il cui culto a carattere squisitamente matriarcale era stato sovrapposto dai coloni calcidesi a quello indigeno della Dea Madre dei Sicani e Siculi;

- Efesto, che sovrappostosi all'indigeno Adranos, entra in relazione con il vulcano Etna almeno agli inizi del V secolo a.C., come testimoniano Simonide, appunto, ma anche Eschilo (Prom. 365-367). Ma di Efesto, vi parlerò in altra occasione…. :rolleyes:

3c) Aetna, arbitro nella contesa tra Demetra ed Efesto

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Per illustrare questo tema, desidero riproporVi due litrae davvero eccezionali non solo per la rarità (la litra con Demetra, postata da Piakos, è di Henna, del V secolo aC ed è nota in soli tre esemplari; la litra con Efesto, più tarda, è stata postata da Numa numa ed è un unicum di Lipara …), ma soprattutto per il fascino assoluto che emanano … :wub:

... una fitta trama di miti e rimandi cultuali nei difficili anni delle tirannidi per mantenere vivo il ricordo del panorama sacro delle colonie calcidesi in questi difficili anni. Tra tutti si distingue il tebano Pindaro , profondo conoscitore delle antiche tradizioni dell'area euboico-beotica.

E' evidente come Pindaro e pure Eschilo, chiamati dai Dinomeidi a comporre opere che esaltassero e giustificassero la loro tirannide, abbiano in tali opere rimaneggiato miti e leggende preesistenti al dominio greco in Sicilia allo scopo di giustificarne la legittimità. Qui ne avevo fatto alcuni cenni, discutendo su Aitna…, e anche qui.

Simonide (PMG 552) pure ci tramanda della disputa tra Efesto e Demetra per il possesso della Sicilia risolta tramite l'intervento di Aetna. Tale racconto appare chiaramente mutuato dalla tradizione della contesa dell'Attica tra Athena e Poseidone

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E' ragionevole supporre che anche nel caso di Simonide il tema sia stato sviluppato in un poema commissionato da uno dei Dinomeidi, Gelone o lo stesso Hierone.

Infatti, ciò che emerge chiaramente sono le implicazioni politiche sottese all'inserimento di questo elemento locale in una struttura mitica del tutto nuova e che coinvolgeva anche divinità Olimpiche… Il messaggio veicolato dalla tradizione mitica secondo cui Aetna stessa – dal forte legame con la Sicilia nella sua doppia veste di essere divino e di montagna sacra - aveva assegnato il possesso di tutta l'isola ad una delle due divinità olimpiche contendenti, consisteva in una implicita legittimazione della dominazione greca in Sicilia…

Valeria

(ps: Fine! ;))

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Inviato

Non per essere pignolo :P ma in effetti "faretra" è l'astuccio per custodire le frecce (in tedesco "Köcher") mentre "Bogentasche" è la custodia per l'arco, la forma peraltro può essere molto simile. Qui si vedono parecchi esempi di Bogentasche con l'arco infilato dentro, in particolare sulle dracme di Rodi:

http://www.coinarchi...s=0&results=100

In questa pagina compare anche (almeno per ora...) l'esemplare di Hirsch segnalato da Medusa, dove l'identificazione del segno di controllo (Beizeichen) come una Bogentasche è in effetti data come dubbia.

E dove sarebbe la pignoleria? Anzi ti dico grazie perché non ero riuscito a tradurre perfettamente la parola. :-)

Andando oltre si nota come negli altri esemplari postati in esempio il porta arco sia molto meglio definito, mentre nella moneta di katane sembra proprio una tellina.

Ti scoccia ripostare ke immagini in allegato (alcune) così da non perderle? :-D

Salve,

mi consento questo veloce contributo sulle tracce dei testi quotati.

Archi?

Faretre?

E quant'altro?

Eccone un nuovo esempio sul tema a noi caro delle litre argentee.

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Trattasi del rovescio di una piccola moneta argentea (litra!?) ad oggi considerata molto rara.

Dovrebbe essere stata coniata da Solous.

A presto.


Inviato

Caro Piakos,

sono molto interessato a questa misteriosa litra con due globetti. E' possibile avere la foto anche del diritto (che dovrebbe recare una testina di efebo con HERMAS e caduceo) e magari anche il peso?

Grazie e ciao


  • 2 settimane dopo...
Inviato

Caro Acraf...ben lieto del tuo intervento...che auspico possa essere foriero di contributi e reciproca soddisfazione, nel comune interesse.

Confermo che il diritto della piccola moneta mostra una testina (con capello fluente e ciuffo... :D ) volta a sinistra...con scritta hermas e caduceo.

La foto del diritto reperita in archivio non è delle migliori...quindi non è opportuno postarla. il peso si avvicina a quello massimo della litra argentea...se non rammento male dovremmo essere sui 0,90 circa. Ma conosco un esemplare che, con le medesime immagini...pesa di meno.

Una moneta in qualche modo misteriosa e di grande fascino.

Ogni tuo contributo è auspicato e ben accetto...Acraf!

Mi riservo di cercare una immagine migliore...probabilmente sarà disponibile quando arriveremo a Solous.

Sai...il nostro è una specie di periplo della Sicilia antica...con qualche puntata all'interno dell'isola.

Il viaggio procede a "saltapicchio" per le varie suggestioni innescate dai testi degli interventi qui postati, che ci spingono a tornare indietro e poi di nuovo avanti...nella geografia dell'isola.

Gli argomenti sono molteplici e di immenso interesse...che sempre più si ravviva mano a mano che si procede.

Per il momento va bene così.

Avanti tutta! In ogni caso. ;)

Per il futuro ci si riserva di rielaborare la discussione e renderla, possibilmente, organica e dedicata ai grandi temi che le piccole monete introducono ed illustrano.

Questo quando si dovrà constatare che la discussione è giunta, più o meno, ad una sua naturale conclusione.

Ogni contributo utile verrà, con tutta probabilità, integrato nella pubblicazione, con il permesso dei vari autori dei contributi postati.


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