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IGNORED

1/4 tallero Guidobaldo Thun


Risposte migliori

Inviato

Mi rivolgo a voi per avere un parere su questa moneta, 1/4 di tallero del principe arcivescovo di Salisburgo Guidobaldo Thun.

I riflessi iridescenti sono dovuti alla plastica trasparente sulla scansione.

Grazie a tutti.

Prima il diritto...

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Inviato

...ora il rovescio.

post-7082-1228477272_thumb.jpg


Inviato

Splendida conservazione, in cui lo stemma appare leggibilissimo.

La faccia del santo è come al solito un po' imprecisa: colpa non della conservazione, ma quasi sicuramente del conio, decentrato quel tanto da far sembrare "più vera" la moneta (a mio parere, si capisce).

Forse a casa riesco a reperire altre notizie in merito. Nel frattempo ti chiedo - magari via mp - dove l'hai trovato.


Inviato

Molto bella fratelupo forse anche più che SPL, non deve esserti costata poco!


  • 2 settimane dopo...
Inviato

Grazie a tutti per gli interventi sulla moneta.

Guidobaldo Thun fu davvero un protagonista della sua epoca: nacque a Castelfondo il 16 dicembre 1616 e morì a Vienna il 1 giugno 1668, figlio di Giovanni Sigismondo e di Anna Barbara Thun; dal 1654 fu principe arcivescovo di Salisburgo e dal 1666 principe vescovo di Ratisbona. Dal 1662 fu presidente del banco ecclesiastico nel collegio dei principi elettori e ottenne il titolo di “Primate di Germania”. Nominato cardinale nel 1667 da papa Alessandro VII, nelle elezioni capitolari tridentine dell’anno successivo per un solo voto gli sfuggì la cattedra del principato vescovile di Trento, contesa al cugino Sigismondo Alfonso Thun: solo la morte improvvisa gli impedì di proseguire nella disputa. Una disputa che aveva dietro una vera e propria lotta tra il potere imperiale e l'Elettore di Baviera per il controllo dei principati ecclesiastici tra Austria e Germania meridionale, numerosi principati che gravitavano intorno alla sede metropolitana di Salisburgo: la Baviera per Guidobaldo, l'impero per suo cugino Sigismondo Alfonso, esponente della parte della famiglia Thun che era rimasta in Anaunia, mentre Guidobaldo era figlio di quel Giovanni Sigismondo artefice della linea boema.

Da qualche anno sto lavorando sugli archivi della famiglia Thun; sto ricostruendo la storia della famiglia tra Seicento e Settecento, ho pubblicato alcune biografie e altre le ho in lavorazione. Dalle carte di famiglia escono anche curiosi aneddoti e uno, riguardante Guidobaldo Thun, ve lo riporto come recentemente pubblicato:

"Ma a dimostrazione di quanta tensione portò la vicenda tra le due famiglie , ecco quanto testimonia da Salisburgo il giovane Sigismondo Ercole, un figlio di Cristoforo Riccardo [Thun] che si trovava alla corte del principe arcivescovo Guidobaldo. In una lettera al padre, datata 20 febbraio 1657, nel pieno dell’infuriare della disputa tra le due famiglie, egli racconta della disavventura patita a Salisburgo da Orazio d’Arsio: “Ma un altro paesano è stato qui cioè il signor conte Orazio d’Arsio qual avicinandosi alla tavola [di Guidobaldo], l’Ill.mo Principe lo fece menar via con gran vergogna [esclamando] - “mentre che ci sarò archivescovo non voglio lasciar mangiar meco niun di Arsio!-”

Peraltro, questo non è l’unico aneddoto che Sigismondo Ercole Thun ebbe modo di raccontare al padre dalla corte di Salisburgo: un altro in particolare riguarda da vicino proprio il nostro Carlo Cipriano [Thun], protagonista di un imbarazzante soggiorno a Salisburgo in visita al cugino Guidobaldo. “Si ritrovava quivi un pezo fa, - narra Sigismondo Ercole - il Conte Cypriano di Thun, quale ha fatto più vergogna che honore à tuti quanti, per cio che sua Altezza disse che era mato; essendo lui arivato nella hostaria, subito che sua Altezza lo sepe, lo fece chiamare à pranzo, ma lui escusandosi che haveva da mettere un habito novo; così fece sua Altezza tardivare il suo pranzo, venendo il Conte Cyprian con una gabana rosa et brage serate tuti li Cavalieri si messero a ridere, dove che sua Altezza grandamente andò in colera, et ancora quella medema notte li fece fare un habito nero di coroto, niente di meno li ha donato più che otto cento fiorini, ma ci credo che la più grande parte, habbia perso quivi giocando alle carte”.

Non era quindi una inutile raccomandazione quella che Sigismondo Ercole, avendo conosciuto l’indole dell’illustre arcivescovo, faceva al genitore in caso di una sua prossima visita a Salisburgo, pregandolo “di voler prendere seco più habiti che mai potrà, essendo che sua Altezza Rev.ma brama grandemente quando uno deli suoi parenti va vestito bene…”

Così celebro, spero dignitosamente, i miei primi 500 messaggi... :)


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