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Risposte migliori

Inviato

Ho estrapolato dal catalogo Gigante 2009 una lista di incisori e modellisti del Regno D' Italia ; vi vorrei proporre di attribuire a ciascun artista le monete create a differenza dei manuali cartacei dove l' ordine e' solitamente per valore facciale (crescente o decrescente), data e tipo.

Oltre ad un elenco per autore , sarebbe simpatico secondo me ,inserire anche una immagine per ogni tipologia onde avere con un solo un colpo d' occhio tutta la sua produzione ; volendo per le foto si potrebbe ricorrere a quelle presenti sul Catalogo LaMoneta o aggiungere quelle della propria collezione

Infine sarebbe possibile indire un sondaggio fra noi utenti per stabilire i migliori artisti del Regno D'Italia.

Cosa ne dite ?

Qualcuno ha voglia di iniziare con un primo autore a sua scelta ?

Incisori :

Angelo Cappuccio , Giuseppe Ferraris , Pietro Giampaoli , Evaristo Luigi Giorgi , Luigi Gori , Attilio Silvio Motti , Filippo Speranza , Maurizio Veglia

Modellisti:

Leonardo Bistolfi , Egidio Boninsegna , Renato Brozzi ,Davide Calandra , Pietro Canonica , Giannino Castiglioni , Augusto Mistruzzi , Publio Morbiducci , Attilio Silvio Motti , Giuseppe Romagnoli , Filippo Speranza , Domenico Trentacoste.


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Idea intelligente.

In parte è possibile tramite i cataloghi. Infatti partendo da questa pagina

http://numismatica-italiana.lamoneta.it/zecchieri/

e cliccando sul nome, si apre una pagina con l'elenco. Purtroppo è una cosa che è stata introdotta solo a catalogo già avviato e quindi le sezioni come Regno e Repubblica sono sguarnite dei dai :cry:


Inviato

ottimo esercizio Piergi00

visto che nessuno comincia ci provo io

Luigi Giorgi-------------------------Domenico Trentacoste

Ed ora qualche informazione sulla vita del Giorgi

L’infanzia

Luigi Giorgi nacque a Lucca nel 1848. Il padre Paolo era un abile argentiere e cesellatore che ben presto, però, a causa di difficoltà economiche emigrò in Brasile dove lavorò a Rio de Janeiro e San Paolo avendo come protettore - si dice - nientemeno che l’imperatore Don Pedro II de Alcantara. Ben presto, tuttavia, il padre cessò di dare notizie di sè e Luigi crebbe allevato dalla madre, assieme ad altri tre figli.

Ancora in fasce, Luigi contrasse il vaiolo che lo ridusse quasi alla cecità; sempre in tenera età, poi, subì un secondo incidente, quanto meno curioso sia per gli effetti che ebbe sul piccolo che per i protagonisti. Si trovava infatti, il bambino, in braccio alla madre quando il conducente d’un calesse di passaggio, schioc-cando la frusta, colpì il bimbo al volto cusandogli la perdita dell’occhio sinistro. L’uomo alla guida del calesse era il padre di Giacomo Puccini, la cui involontaria responsabilità nella menomazione subita dal Giorgi verrà taciuta anche a distanza di decenni.

Nell’inverno del 1855-1856, infine, un’epidemia di colera causò al

piccolo anche la perdita della madre.

Luigi e i fratelli furono così affidati, per interessamento di uno zio paterno, frate e

teologo, alla Pia Casa di Beneficenza di Lucca dove Luigi frequentò la Scuola di Mutuo Insegnamento e apprese i primi rudimenti del mestiere di ombrellaio, che in seguito esercitò in San Michele.

La giovinezza

Durante gli anni presso la Pia Casa, il giovane Giorgi manifestò una notevole attitudine per la musica - tanto che apprese con facilità vari strumenti - e per il disegno - passione che invce riuscì a coltivare solo dopo i diciassette anni, quando si ritirò dall’Istituto per andare a vivere con la sorella maggiore.

Frequentò quindi l’Accademia di Belle Arti ed iniziò a lavorare presso l’argentiere Panelli dove - si narra - il suo primo lavoro ad essere notato fu una piccola tabacchiera sul coperchio della quale il giovane aveva finemente cesellato una mosca.

Nel 1866 fece di tutto per essere arruolato tra i volontari garibaldini, ma non venne accettato per la mancanza dell’occhio. Nello stesso periodo conobbe Cesira Fannucchi con la quale, nonostante la minore età e l’assenza del consenso dei genitori, si sposò di lì a poco.

Lasciata la bottega del Panelli, il giovane artista lucchese aprì un laboratorio in proprio rimanendo a Lucca ad eserictare la professione di incisore, cesellatore e orafo-argentiere fino al 1882 realizzando gioielli, ostensori, matrici sigillari per conto di istituzioni pubbliche e privati nonchè i primi coni per medaglie.

E proprio quest’ultimo tipo di opere lo avrebbe portato, negli anni seguenti, ad una sempre maggiore notorietà artistica e all’incarico più prestigioso della sua carriera, quello di capo incisore presso la Regia Zecca di Roma e di primo direttore-docente della Scuola dell’Arte della Medaglia.

Firenze e la maturità

Nel 1882, Giorgi venne chiamato a Firenze per collaborare alle onoranze in occasione della morte di Giuseppe Garibaldi; nel capoluogo toscano, che per breve tempo era stato anche capitale del giovane Regno d’Italia, l’artista potè così perfezionare la propria tecnica incisoria e realizzare i coni per numerose medaglie commemorative che furono assai apprezzate.

Per anni, Luigi Giorgi ebbe studio e laboratorio sul Lungarno Serristori, dove produsse i modelli e i coni per decine di emissioni commemorative. Tra queste ricordiamo quelle per la visita della Regina Vittoria d’Inghilterra a Firenze, per il completamento della facciata di Santa Maria del Fiore, altre dedicate a Francesco Ferrucci, Paolo Toscanelli e Amerigo Vespucci, Dante ALigiheri, Giuseppe Verdi ed alcune, infine, realizzate in occasione di esposizioni e fiere. Nel frattempo, Giorgi continuò ad esercitare anche le attività di incisore di sigilli (ne realizzò, fra gli altri, per il Municipio di Firenze, per la Provincia e per moltissimi committenti privati) e di orafo,

realizzando gioelli e cifre anche per conto di membri della Casa reale, come quella coronata per la Regina Margherita.

Roma: la Regia Zecca

La vasta produzione realizzata tra il XIX e l’inizio del XX secolo fece di Luigi Giorgi uno degli incisori più noti del Regno d’Italia al pun-to che, nel 1906, concorrendo al posto di Capo Incisore della Regia Zecca con una celebre incisione della modellina romana Graziella - realizzata in appena venti giorni, a fronte di un mese a disposizione - sbaragliò i concorrenti ricevendo le congratulazioni di artisti affermati come quel Domenico Trentacoste con il quale avrebbe, in seguito, collaborato nell’incisione dei coni per la serie di monete del 50°del Regno (1911). http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE3/44

Inaugurata la Scuola dell’Arte della Medaglia nel 1907, Giorgi ne divenne apprezzato docente. Di lui si ricordano l’assiduità e la presenza sul posto di lavoro, che non vennero meno neppure durante la malattia, e la scrupolosità con la quale seguiva personalmente le procedure di realizzazione dei materiali creatori e la coniazione.

L’apice della sua carriera fu quando, tra il 1909 ed il 1910, ebbe l’incarico di realizzare modelli e coni per le monete della Somalia Italiana, http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-SOM/0 che presentò di persona al Re il quale ne rimase impressionato. Oltre che per Vittorio Emanuele III Giorgi realizzò anche coni per la Cina e per i papi Leone XII e Pio X; da quest’ultimo, in particolare, ricevette una speciale dedica che ancora oggi si conserva tra i materiali artistici del grande incisore.Luigi Giorgi morì a Roma, il 24 agosto del 1912, per un attacco di cuore.

Immagini prese dal catalogo Lamoneta

testi presi dal museo della zecca di Lucca

Sergio

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Inviato

Renato Brozzi

Autore del modello del diritto del famoso 10 centesimi Ape coniato fra il 1919 e il 1937

L' autore del rovescio e dell' incisione della moneta e' invece Attilio Silvio Motti

http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE3/9

Alcune note biografiche tratte dal sito del circolo Fotografico Renato Brozzi

http://www.cfbrozzi.it

Renato Brozzi nacque a Traversetolo il 7 agosto 1885, giovanissimo apprese il mestiere di cesellatore in una fonderia di bronzi.

In seguito lavorò per un antiquario, quindi frequentò, diplomandosi in soli tre anni, l'istituto di Belle Arti di Parma.

Ebbe come maestri Daniele De Strobel e Cecrope Barilli.

Durante questo tirocinio apprese la difficile tecnica dello sbalzo.

Nel 1907 si trasferì a Roma, dove visse con la famiglia per oltre 50 anni, per frequentare la Scuola d'Arte della Medaglia presso la Zecca. L'amicizia con Amedeo Bocchi contribuì ad affinare la sensibilità ed il gusto dell'artista.

Le doti eccezionali di Brozzi attirarono l'attenzione di Gabriele D'Annunzio. Dal 1920 divenne infatti scultore ed orafo personale dell'insigne letterato, di cui adornò la dimora di Gargnasco a Gardone e realizzò diverse opere da donare agli amici.

Famosissimi: la Coppa del Benaco, i Piatti francescani, la Coppa del liutaio, la Testuggine Cheli, la Vittoria Navale collocata sulla nave Puglia, la cui scultura gemella adorna il Municipio di Traversetolo.

Vinse numerosi premi. Il primo nel 1908 dell'Accademia di Brera per il cesello. Alcune targhe esposte alla Biennale di Milano vennero poi acquistate per la Galleria d'Arte Moderna del Castello Sforzesco e dal Museo artistico-industriale di Roma.

Anche Re Vittorio Emanuele III ne acquistò varie.

Premiato sempre con medaglie d'oro, partecipò a mostre internazionali in tutto il mondo.

Eseguì opere monumentali per cittá italiane ed estere. Nel periodo Liberty e Decò del tempo la produzione di Brozzi vanta un posto di notevole rilievo.

Si spense a Traversetolo il 21 giugno 1963.

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Inviato (modificato)

io rendo omaggio al grande Filippo Speranza.

Filippo Speranza

la vita

nato a S. Martino al Cimino (Roma) il 29 gennaio 1839.

Grazie all'aiuto del fratello, studiò all'Istituto San Michele di Roma, dimostrando di essere portato per il disegno e l'incisione.

nel 1861 fu ammesso alla zecca Pontificia.

All'età di soli 24 anni entrava nella zecca Pontificia di Roma, ove firmava la sua prima moneta nel 2 lire e mezzo di Pio IX coniato nel 1867.

Dotato di grande abilità di bulinista, possedeva inoltre buone doti di compositore e ottenne buoni risultati, nonostante non fosse mai sorretto dai suoi direttori.

la sua bravura gli permise di operare anche con macchinari obsoleti e rudimentali.

Lasciò nel campo della medaglistica un nutrito e prezioso lavoro, arricchendo il gabinetto medaglistico della R.Z. di una svariata collezione di punzoni.

Morì il 7 dicembre 1903 a soli 55 anni di età, quando ricopriva l'incarico di Capo-Incisore.

produzione

è suo l'insolito taglio da 2,5 lire dello Stato Pontificio.

Ecco la nota del catalogo:

Inconsueta moneta da 2 lire e 1/2 che non trova riscontro nelle monetazioni decimali in Italia. Peraltro è l'unico conio prodotto da Filippo Speranza [...]

si forma nella Zecca Pontificia, che dopo il 1870 diventerà la Zecca del neonato Regno d'Italia.

curò l'intera produzione delle monete di U.I.

produsse anche la serie delle monete per l'Eritrea di Umberto I.

stranamente sotto il collo del Sovrano, al D/, dei 50 centesimi non compare 'SPERANZA' come per le monete di taglio maggiore; tuttavia si pensa ancora di attribuirlo a lui, nonostante non ci sia il suo nome.

(come per i 50 centesimi dell'Eritrea, anche i 50 centesimi ordinari non riportano il nome dello Speranza, nemmeno una sua sigla; cosi come il 20 centesimi.)

V.E.III

Nel settembre del 1900 l'incisore della Zecca Cav. Speranza, dovendo allestire o nuovi tipi di monete, si reca a Napoli per assistere alla ripresa fotografica di Suà Maesta il Re Vittorio Emanuele III.

al ritorno dal suo viaggio si mette all'opera e nel febbraio del 1901 ha già allestito i relativi punzoni. Dietro autorizzazione del R. D. del 7 marzo 1901 vengono preparati 10 esemplari 'di presentazione' [della moneta da 5 lire 1901 'aquila araldica] destinati alle più alte cariche. [...] Il lavoro dello Speranza incontrò pieno gradimento, ma la moneta non entrò mai in circolazione a causa dell'UML [...].

Gran parte della battitura viene fusa ad eccezione di 114 esemplari [ah... i 114 (?) originali... ].

[...]

questa moneta tuttavia non piacque al Re, che la considerava troppo austera e fredda.

da questa moneta 'campione' vennero poi desunte le monete di taglio maggiore e minore (100, 20 lire in oro; 2, 1 lira in Ag, 25 centesimi in Nichelio)

era allo studio anche una moneta da 50 lire, e si legge su un Decreto del 1905 (citofonare a Sesino per maggiori info :P ) di una moneta-progetto-prova (per altro mai battuta a quanto pare) da 50 centesimi (non so se battuta in base a disegni dello Speranza)

lo Speranza coniò anche gli uno e due centesimi 'valore' di VEIII, ed anche i 5 centesimi (campione).

bibliografia

Varesi 32 - Collez. D'Incerti

prove - varianti - errori - falsi nelle monete dei Savoia

Numismatica It.

saluti,

N.

(mi scuso se ho commesso qualche errore... perdonatemi)

P.S. noto un po' di confusione nel catalogo alla voce "Filippo Speranza".

P.P.S. non sono entrato nello specifico di prove e progetti, solo qualche cenno.

saluti,

N.

Modificato da niko
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Inviato

Continuo Con Egidio Boninsegna che secondo me e' l'autore dei modelli di alcune tra le moete piu'belle del periodo di Vittorio Emanuele Terzo,solo per citare qualche esempio la famigerata serie aratrice,ed inoltre essendo un profondo appassionato di prove e progetti come non citare i modelli della serie 1903 i quali nello specifico furono presentati e premiati al concorso di firenze del 1902 bandito dalla Società Italiana per L'arte Pubblica "per modelli di coni della nuova monetazione italiana".

Ed ora un'po' di storia dell'artista:

Egidio Boninsegna nacque a Milano il 22 Agosto 1868. Ultimo figlio di una famiglia numerosa, condusse l'infanzia e l'adolescenza presso la casa dei genitori. Da giovanissimo cominciò a contribuire al sostegno della famiglia aiutando il padre che esercitava il mestiere di panettiere nel negozio sito in corso S. Gottardo 22. Ultimate le scuole elementari, dopo aver conseguito l'attestato di avviamento al lavoro, si iscrisse all'Associazione di Mutuo Soccorso di Milano, e iniziò a lavorare a tempo pieno nel negozio del padre. Spinto dall'interesse verso l'arte si iscrisse ai corsi serali, tenuti presso la Scuola d'Arte Applicata alle Industrie, promossi dal Comune di Milano. Durante lo svolgimento degli studi, all'età di soli 17 anni, ottenne un primo riconoscimento per l'impegno svolto nei corsi di disegno ornamentale e modellazione, materie molto ricercate nel settore dell'artigianato artistico che proprio in quegli anni viveva un momento di grande fervore.

Al termine degli studi iniziò un periodo di apprendistato come incisore presso il laboratorio di medaglie della ditta Johnson ed ebbe il privilegio di collaborare con Angelo Cappuccio. Nel 1887 si iscrisse alla scuola serale della Reale Accademia di Belle Arti dove completò il periodo di formazione artistica ottenendo, durante l'intero biennio scolastico, numerosi premi ed encomi. Nel 1892, grazie ai meriti scolastici ottenuti, è iscritto d'ufficio al corso speciale di scultura diretto da Enrico Butti. Il 15 luglio 1894, a conclusione degli studi, la commissione accademica delle Belle Arti gli conferì, come menzione onorevole per i risultati raggiunti, la medaglia d'argento. Nel 1895, a soli 27 anni, si iscrisse al bando di concorso per tutte le discipline artistiche delle Regie Accademie d'Italia istituito dal Ministero della Pubblica Istruzione. Il 12 gennaio 1896 il consiglio accademico delle Belle Arti di Milano gli comunicò l'accettazione della sua candidatura invitandolo a recarsi a Roma per sostenere la prova di selezione di scultura. Dopo aver sostenuto la selezione, a causa della morte del padre, fece ritorno a Milano e qui vi rimase aiutando la madre nel sostentamento della famiglia. Qualche mese più tardi gli fu comunicato l'ammissione all'esame finale del concorso e pertanto dovette recarsi nuovamente a Roma. Il 30 novembre 1896 il ministro della pubblica istruzione emana il decreto di conferimento allo scultore Egidio Boninsegna della Pensione artistica per la durata di quattro anni a decorrere dal 1 gennaio 1897. Inizierà quindi un periodo di perfezionamento artistico e di studio che lo vedrà coinvolto sia in Italia (Napoli, Firenze, Palermo, Taormina, Siracusa, Messina) che all'estero (Parigi, Bruges e Bruxelles) e che si terminerà, con una serie di esami conclusivi, a Roma nel 1901. Durante i suoi viaggi conobbe gli artisti più celebri e frequentò gli studi più quotati dell'epoca. Ritornato in Italia è costretto a provvedere con difficoltà alla conduzione della famiglia che nel frattempo era stata colpita da numerosi lutti. In quel periodo inizia un attività autonoma eseguendo lavori di scultura che ottennero, attraverso varie esposizioni, grande successo di estimatori e di pubblico. Oltre alla realizzazione di numerose opere di monumenti funebri commissionati da privati, la sua attività artistica si concentra nell'esecuzione di una gran quantità di medaglie celebrative e onorarie. Nel 1909 abbandona lo studio di via Giotto e si trasferisce in un edificio appositamente realizzato, nel quartiere magenta, dove eseguirà la maggior parte delle sue opere in marmo. Dal 1915 è membro della commissione artistica della Galleria d'Arte Moderna di Milano. Nel 1917 sposa Brunetta Conti originaria di Prato e l'anno successivo nasce il suo primogenito Pierluigi. Nel ottobre del 1922, a causa di una meningite fulminante, muore il suo secondogenito Daniele. Negli anni successivi l'instancabile passione ma soprattutto il grande talento artistico gli regalarono ancora premi e riconoscimenti e la sua attività si interruppe solo il 28 luglio del 1958 quando morì nella sua casa-studio di via Quarnero a Milano.

Biografia

www.boninsegna.org

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Sfruttando il lavoro gia' presente sul catalogo Lamoneta posto una succinta

biografia di :

Giuseppe Romagnoli (14 dicembre 1872--1966) è stato un prolifico scultore,

medaglista e incisore della zecca italiana.

Studia presso il Collegio Artistico Venturoli di Bologna e successivamente ottiene il pensionato artistico Angiolini nel quadriennio 1892-96. Dal 1897 inizia ad ottenere i primi riconoscimenti come artista iniziando a partecipare assiduamente alle Esposizioni Biennali d'arte della città di Venezia.

Nel campo della medaglistica devono essere ricordate le straordinarie medaglie eseguite per l'Istituto Internazionale d'Agricoltura, per il "Bimillenario di Virgilio", per la "Mostra Augustea della Romanità", per il "Ventennale della Rivoluzione Fascista", per l'Inaugurazione" del Comune e della Provincia di Littoria e del Comune di Sabaudia.

Infatti oltre alla scultura, il Romagnoli ha dedicato la sua attività quasi esclusivamente alla medaglistica. Inoltre, sono suoi pressoché tutti i modelli per le monete del Regno d'Italia (dal 1918), dell'Impero (dal 1936) e della Repubblica Italiana.

Ecco qualche link con monete della serie impero

http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE3/42

http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE3/36

http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE3/35

http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE3/22

http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE3/6

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Come richiestomi da Piergi aggiungo alla lista degli incisori e modellisti anche una breve biografia che sono riuscito a trovare di Attilio Silvio Motti:

Attilio Silvio Motti Nato ad Alessandria nel 1867, morto a Roma nel 1935. Incisore, medaglista, acquarellista, xilografo. Diplomatoall'Accademia di Belle Arti di Nizza. Capo incisore della Zecca italiana per ben 22 anni, dal 1913 alla morte. Accademicodi S. Luca; insegnante di incisione alla Scuola dell'Arte della Medaglia; membro della Commissione Permanente TecnicoArtistico Monetaria. Autore, tra l'altro, della medaglia ricordo della Conciliazione tra lo Stato Italiano e la Chiesa. Legò ilsuo nome a tutta la monetazione eseguita dalla Zecca, anche per conto di Stati esteri, nel periodo in cui diresse il reparto d'incisione dello stabilimento.

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TRENTACOSTE DOMENICO

Palermo 1859-Firenze 1933

Domenico Trentacoste,nato a Palermo il 20 Settembre 1859, è morto il 18 Marzo 1933 a Firenze.

(ho trovato diverse date di nascita: 1856, 1859, 1866)

Realizzo i modelli della serie "Cinquantenario del Regno d'Italia 1861-1911"

Figlio di un fabbro, ma di famiglia baronale decaduta, studiò dapprima a Palermo, sotto la guida di Delisi e Costantino. Dopo un breve soggiorno a Napoli nel 1878, si trasferì a Firenze per completare gli studi, qui si innamorò dei Quattrocentisti, di Donatello e Michelangelo, in particolare. Nel 1880 fu ancora a Palermo dove, per l’arco di trionfo apprestato per la visita del re Umberto I, plasma in gesso una grande Minerva seduta; coi soldi guadagnati, andò a Parigi, e qui strinse amicizia con lo scultore Antonio Giovanni Lanzirotti; l’anno successivo espose al Salon una testa di vecchio . Fu chiamato a Londra dal pittore Edwin Long, espose Cecilia alla Accademy, dove ottenne un vivo successo di pubblico. A Parigi eseguì anche una serie di sculture a soggetto idillico o mitologico e a destinazione decorativa. Tra il 1887 e il 1889 plasma due busti di donna, Pia dei Tolomei e Cecilia, che lo consacrarono scultore di forme leggiadre, di attitudine classica, allo stesso tempo capace di rivelare l’espressione psicologica. Nel 1895, rientrò in Italia da Parigi dopo un soggiorno di quindici anni, espose alla Prima Biennale di Venezia l’impegnativa La diseredata, La derelitta in marmo e la testa in marmo di Ofelia, già esposta nel 1893 a Parigi e nel 1894 a Vienna. L’anno successivo partecipò all’Esposizione Internazionale di Firenze, ancora con Ofelia; partecipò all’Esposizione di Torino col marmo Alla fonte; nel 1897, alla III Esposizione Triennale di Brera, mostrò un gesso per monumento e ripropose Ofelia. Due anni più tardi, alla III Biennale di Venezia espose due marmi, La figlia di Niobe e Ritratto; nel 1901 fu membro della giuria della Biennale veneziana, dove figurò con Ritratto, Testa di vecchio, Il ciccaiuolo, Bustino di bimba, L’aurora infranta. Nel 1903, alla stessa rassegna inviò i bronzi Caino, Seminatore, Pompeo Molmenti e la targhetta in gesso dedicata all’attrice Emma Gramatica. Per lunghi anni fu insegnante all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Nel 1904 aderì all’Associazione Arte Toscana. Dal 1908 è membro della Commissione comunale di belle arti di Firenze. Nel 1909 espose alla Società Leonardo da Vinci di Firenze. Nel 1910, partecipò alla Biennale di Venezia con i marmi Sorriso infantile, Madre con bambino e nudo di donna e il bronzo Testa. Nel 1911 eseguì Per grazia di Dio, Per volontà della Nazione. L’anno successivo con il Cristo morto fu nuovamente alla Biennale di Venezia, dove apparirà, per l’ultima volta, nel 1922 col bronzo Il Vescovo Geremia Bonomelli. A marzo del 1920 tenne una mostra personale alla Galleria Pesaro di Milano; due anni più tardi, partecipò alla Fiorentina Primaverile e nel 1925 partecipò alla II Biennale di Monza. Un anno prima della scomparsa fu nominato Accademico d’Italia.

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MORBIDUCCI PUBLIO

Ha eseguito i modelli del Buono da 2 lire

1889

Nasce a Roma il 28 agosto in via G. Belli in Prati, da Luigi Morbiducci e Anna Maria Polizzi. Viene battezzato in S. Maria in Traspontina. Il padre, operaio meccanico, ha una officina dove vengono realizzate, tra l'altro, parti del ponte dell’Industria e eliche di aerei fatte a mano. Erede di una discreta fortuna lasciategli dal padre e consistente in una piccola flotta di pescherecci, Luigi dilapida ben presto ogni sostanza, lasciando quasi nell'indigenza la famiglia; il peso del sostentamento materiale e morale grava sulla moglie Anna Maria, che lavora in una tipografia. Anna Maria è figlia di un siciliano, emigrato a Roma dopo aver ucciso lo zio tutore; rifugiatosi entro le mura vaticane lavora come ciabattino e manifesta forti simpatie carbonare.

Di temperamento fiero, impegnata politicamente nelle lotte sindacali (fu anche arrestata dopo un comizio), Anna Maria è la figura di riferimento per i tre figli Augusto, Publio e Angela.

1899

Breve soggiorno in Sardegna per raggiungere il padre che si era allontanato dalla famiglia. Di questo periodo rimane il ricordo della scena di compianto di un gruppo di prefiche e familiari intorno ad un morto, osservata con il fratello Augusto da un buco nel pavimento della casa in cui abitavano. Tornato a Roma frequenta le scuole, senza riuscire a finirle per mancanza di mezzi.

1900

Viene avviato al lavoro e mandato presso un carrozzaio violento, prepotente e volgare. Questa esperienza, come riporta Ferri (1935), lo turba e lo disgusta.

1902

Studia come può da autodidatta. Prende la licenza elementare presso la Scuola di via Montebello. La madre lo manda a lezioni di francese da un collega della tipografia.

1904

Breve esperienza di lavoro presso un pittore dei cosiddetti "arazzi", tele dipinte come fossero arazzi. Secondo quanto riporta Ferri (1935) l'esperienza fu positiva, sia sotto il piano umano (il pittore di arazzi prese a benvolere Morbiducci quindicenne), sia per l'apprendimento dei primi elementi dell'arte pittorica. A quest’anno si data un acquerello che rappresenta la cucina della casa in via Pagliara, dove viveva con il padre. La notizia si ricava dalla scritta autografa del nipote Angelo, datata 1923, sul retro del dipinto.

1906

Vista la sua inclinazione per il disegno si iscrive su pressioni della madre all'Istituto di Belle Arti e al Museo Artistico Industriale. Non riesce a compiere gli studi, così come lui stesso scrive nel suo curriculum, per mancanza di mezzi. Tra i suoi ricordi di questo periodo quello di aver spesse volte saltato la colazione per acquistare, con i soldi che gli dava la madre, matite e pennelli.

1909

Dai documenti allegati nel 1911 alla domanda per la borsa di studio alla scuola d’Arte della Medaglia risulta che è iscritto al primo corso della scuola di decorazione in Plastica presso il Museo Artistico Industriale; gli viene assegnato il premio Castellani. Presso l’Istituto di Belle Arti vince il concorso per il diploma dell’Istituto.

1910

A ventuno anni, secondo quanto afferma l'articolo de "Il Patto Nazionale" (1925) vincendo le più amare lotte, aiutato in questo da uno dei suoi più cari maestri: Duilio Cambellotti - abbraccia definitivamente la carriera artistica.

Vince il secondo premio al concorso bandito in occasione delle Celebrazioni del Cinquantenario del 1911 e riservato ai medaglisti italiani per una medaglia commemorativa. Gli viene affidata l’esecuzione del rovescio (il dritto è realizzato dal vincitore del primo premio Colucci).

1911-1914

Risiede in via Candia 89.

Il 6 novembre del 1911 viene ammesso per concorso alla scuola della Medaglia e ottiene una borsa di studio di 2.400 lire per il biennio 1912-1914. Frequenta la scuola negli anni scolastici 1912-13 e 1913-14. Ottiene una ulteriore borsa per il perfezionamento per gli anni 1914-15.

Riceve nel 1911 la menzione onorevole al concorso Originali dell’Accademia Nazionale di San Luca riservato a giovani studenti in pittura e che ha per tema Gli scaricatori del porto. La prova è documentata da una foto conservata presso l’Archivio Morbiducci.

Ricorda in questi anni le difficoltà di conoscere le opere degli altri artisti, soprattutto stranieri. Raccoglie grandi quantità di riproduzioni a stampa creando a poco a poco un suo personale museo di immagini, prevalentemente classiche

"Impara i segreti della tecnica e si dedica al disegno del nudo e alla composizione" (A. Bellini, 1964). Il suo modo di disegnare non piaceva a Romagnoli, direttore della Scuola, che minacciava di togliergli la borsa. Ciò nonostante è lo stesso Romagnoli a inviarlo con una lettera di presentazione da Zanelli.

1915

Chiamato al servizio di leva, viene presto esonerato per motivi di salute (soffre di un'ernia manifestatasi per lo sforzo fatto durante il trasporto di una cassetta di rifornimenti). Presta servizio per un breve periodo in una fabbrica d'armi sulla via Flaminia, soggetto per un quadro realizzato nel 1915.

Frequenta lo studio di Zanelli, che ricorderà poi con simpatia per il suo carattere burbero. Collabora all'esecuzione del fregio per l'Altare della Patria e ad altri grandi monumenti dell’artista. Suoi compagni nello studio sono Biggi, Melandri, Bentivoglio e Bellini. "Publio era un diavolo, risolveva tutto lui", ricorda Bellini. Rimane nello studio fino al 1923.

Ritrae nei quadri di questo periodo i nipoti, figli del fratello Augusto: Angelo (12 aprile 1905), Livio (1 ottobre 1909), Ariana (19 giugno 1915), Achille (24 aprile 1912).

Il suo studio è in Via Andrea Doria 56, una bottega in basso, di fronte alla casa dove abita con la famiglia del fratello Augusto. Secondo la testimonianza del nipote Livio, frequenta oltre al pittore bergamasco Vittorio Manini, venuto a Roma per pochi mesi, anche Silvio Silva, suo compagno alla Scuola d’Arte della Medaglia e un altro artista, Antonelli.

Di particolare importanza l’amicizia con il pittore Manini, insieme al quale si dedica ad una comune ricerca pittorica sul colore e la forma, con una serie di dipinti dedicati dai due artisti ai medesimi soggetti (principalmente i nipoti). Le sperimentazioni pittoriche vengono bruscamente stroncate da Cambellotti, che lo sconsiglia di continuare.

In questo periodo si iscrive anche al Partito Socialista Romano, naturale sbocco delle sue inclinazioni politiche motivate dalla sua stessa estrazione sociale, dalla tradizione familiare e dalla partecipazione al clima culturale del socialismo umanitario.

Espone alla Secessione Romana nella Sala VIII - Sala Internazionale – sezione scultura, le due maschere Mio fratello Augusto e Il pittore S. Silva.

1917

Realizza il busto di Fabio Filzi al Pincio. Il "periodo buio" della guerra, come lui stesso lo definisce, lo spinge a ripensare alla sua produzione e ad approfondire lo studio della tradizione e dei maestri del passato.

1918

Inizia le prime esperienze nel campo della xilografia, fabbricando da solo diversi arnesi.

1920

Esce su "Emporium" l’articolo monografico di Ettore Cozzani.

Lo stesso Cozzani, direttore de "L’Eroica", lo invita a realizzare una serie di xilo sulla riviera ligure per la rivista milanese. Morbiducci risponde che non ha mai visto la riviera ligure ed è poco pratico di xilo. Per l'insistenza di Cozzani inizia una collaborazione che durerà per diversi anni.

1921

Realizza al Gianicolo i busti di Paolo Narducci, Augusto Valenziani e l’anno successivo quello di Raffaele Cadorna.

Raccontava di essersi lanciato da solo, armato di un bastone contro un gruppo di fascisti a Porta Metronia e di essere uscito malconcio dallo scontro.

Espone alla Prima Biennale Romana alcune sculture (Nella famiglia, Armonie, Ritratti) oltre ad alcune xilografie per I racconti delle Cinque Terre di E. Cozzani nella mostra speciale dell'incisione ordinata da Adolfo De Carolis. Realizza le illustrazioni per Le strade nascoste di Cozzani e per I salmi dell’anima di M. Caecilia.

1922

Partecipa al concorso bandito dal Comune di Brescia per un monumento rappresentante la Deposizione di Nostro Signore Gesù Cristo dalla Croce, vinto da E. Luppi. Del bozzetto resta la documentazione fotografica dell'insieme e di un interessante frammento di studio per la testa della Maddalena. Tra le altre partecipazioni a concorsi ufficiali si ricorda quella per il Monumento ai Caduti dell'Università di Pisa, ugualmente documentata da una serie di fotografie presso l'Archivio Morbiducci.

Vince il terzo premio al concorso per la Medaglia Interalleata della Vittoria.

1923

Vince il concorso per la moneta da L. 2 per il Regno d'Italia rielaborando il rovescio con la prima raffigurazione del fascio littorio e quello per la medaglia per i Volontari di Guerra.

Partecipa alla I Biennale delle Arti Decorative di Monza (Villa Reale) e riceve il Diploma di Medaglia d'Argento e la Medaglia d'Argento della Camera di Commercio di Bergamo. Espone nella Sezione Romana, nella sala da studio progettata e ordinata da Cambellotti, una mensola con vaso di rame sbalzato e alcune placchette.

Partecipa al Concorso per il Monumento ai Caduti in Terni.

È presente alla Seconda Biennale Romana nella sezione del bianco e nero dedicata al gruppo de "L'Eroica" e ordinata da Cozzani, dove espone tra l'altro alcune xilografie per il volume di C. Ravasio I Paesi del Cielo. Per l’attività grafica si ricordano anche le illustrazioni per le copertine di "Emporium" e di "Le Arti Decorative".

1924

Insegna presso il R. Istituto Nazionale d'Istruzione Professionale in Roma come insegnante incaricato di plastica ornamentale.

Vince il terzo premio al concorso internazionale per il monumento a Don Brun de Zabala a Montevideo.

Partecipa al "Concorso Nazionale per Cinque Fontane da erigersi in Roma", presentando un progetto per la fontana in piazza dei Quiriti e uno per quella di piazza Mastrogiorgio (premiato). Quest’ultimo sarà poi rielaborato per la fontana in piazza del Viminale (1931).

Viene invitato a partecipare alla Mostra Internazionale di Medaglie Moderne organizzata dall'American Numismatic Society di New York tramite il Ministero degli Affari Esteri. Il curatore della mostra Ugo Ojetti ha modo di conoscere ed apprezzare in questa occasione i lavori di Morbiducci. Espone tre placchette Ritratto di bimba in piedi e Ritratto di bimba del 1915 e Bimbo che ride del 1917 oltre alle medaglie per Erminia Fuà Fusinato e quella per i volontari di guerra.

Inizia la sua collaborazione alla rivista "L’Eroica" realizzando tra l’altro alcune copertine. La collaborazione continuerà fino a tutto il 1928 con temi relativi alla Maternità, l’Offerta, e varie rappresentazioni di modelli classici della Vittoria. Illustra i volumi editi da "L’Eroica" di M. De’ Gaslini, Bivacchi sulle carovaniere e di V. Locchi, Elegie del sereno.

1925

Continua l’insegnamento presso il R. Istituto Nazionale d'Istruzione Professionale come incaricato di plastica.

Restituisce la tessera del Partito Socialista ("il partito non era serio"). Nel '21 è per la scissione comunista di Livorno; il nipote Achille ricordava che andava in giro con un distintivo comunista.

Realizza la medaglia per i volontari di guerra 1915-18.

Su " Il Patto Nazionale. Organo dell'Unione Mazziniana" il 15 marzo esce l'articolo Un artista romano. Publio Morbiducci, con la riproduzione di alcune xilografie. Si annuncia che Morbiducci sta lavorando alla tessera dei collaboratori e amici del giornale.

Vince il concorso, bandito dalla società Leonardo da Vinci, per la Medaglia di celebrazione della Rinascita della Università di Firenze.

Partecipa alla Terza Biennale Romana nella sezione delle Medaglie moderne italiane, curata da Ugo Ojetti.

Per l’attività grafica si ricordano le xilo per i volumi de "L’Eroica Editrice" di A. Patroni, La conquista dei ghiacciai, e di V. E. Bravetta, La corona del Re.

1926

Vince in marzo il concorso per il Monumento ai Caduti di Benevento, bandito dal Comune di Benevento nel 1925. Le dimensioni dell’opera da realizzare lo spingono a trasferirsi nello studio di Via Bodoni 83, a Testaccio, dove rimarrà fino alla fine dell’attività. Realizza il progetto con l’architetto Italo Mancini, iniziando una collaborazione professionale che proseguirà con altri successivi lavori.

E’ presente alla XCII Esposizione della Società Amatori e Cultori nella sezione Lazio, sala d’Arte sacra, con una via Crucis in terracotta. Realizza le xilografie che illustrano il volume di M. De’ Gaslini, Piccolo amore beduino, "L’Eroica Editrice".

1927

Ancora intensa l’attività di disegni e studi per i monumenti.

Lo appassiona in genere qualunque tema e applica la capacità tecnica a qualsiasi cosa, la statua, la lampada, l'illustrazione, il cartello. Specialmente nei primi tempi, ma anche in seguito, segue personalmente tutte le fasi del lavoro, dal bozzetto fino alle esecuzioni finali in marmo o in bronzo (molto importante in quest'ultima fase la collaborazione con il futuro cognato De Marchis)

Partecipa alla XCIII Esposizione Amatori e Cultori con tre xilografie nella sezione Gruppo Romano Incisori e Artisti e tre piccoli bronzi nella Sala Internazionale (Lo spino, Il nido e La Freccia). E’ assieme ad Italo Mancini tra gli artisti che partecipano al concorso per il Monumento al Finanziere in Roma. Esiste la documentazione fotografica di numerosi bozzetti.

Realizza per "L’Eroica Editrice" le xilo del catalogo Exposition Internationale de Fonderie Italia.

1928

Di particolare rilievo in questo periodo la collaborazione con l’architetto Cesare Bazzani, probabilmente conosciuto grazie alla frequentazione di Italo Mancini. Realizza una delle statue dell’attico sul prospetto principale del Ministero della Pubblica Istruzione, La Geografia, nonché la lampada pensile per l’atrio dell’edificio. Per la chiesa degli Angeli ad Assisi esegue, sempre per Bazzani, il gruppo di coronamento con angeli e stemma.

Prosegue l’attività di medaglista con numerose commissioni: medaglia per la ricorrenza del I Decennale della guerra 1915-18; medaglia per l'inaugurazione della Via del Mare.

Viene invitato dalla Stato Libero d'Irlanda a partecipare come artista italiano al Concorso Internazionale per la moneta dello Stato. Presenta dieci modelli in gesso con la raffigurazione di vari animali sul rovescio e dell’arpa, simbolo dello Stato irlandese, sul dritto.

Realizza le due porte di bronzo per il Salone delle Adunanze della Casa Madre dei Mutilati di Roma con formelle raffiguranti la Vittoria e motivi di Guerra e di Fede.

Partecipa alla XCIV Mostra della Società degli Amatori e Cultori nella sezione dell’artigianato con fregi decorativi per un portale collocato nell’atrio, realizzato su disegno di I. Mancini , eseguito da C. Antonucci e dalla comunità degli artieri dello stucco, ceramiche di Saltelli. Nelle salette laterali presenta sculture decorative e, nella sezione Arte della Medaglia, una serie di medaglie. Vengono presentati nella stessa sezione dell’artigianato, inoltre, alcuni cuscini di Anna Maria Pastrovich su disegno di Morbiducci.

1929

Gli viene affidata la realizzazione del Monumento ai Caduti del Sommergibile Sebastiano Veniero per il cimitero di Roma dopo lo svolgimento del concorso di primo grado.

Conosce Mario De Marchis che lavora nella fonderia Cardarelli e Ridolfi in via Tordinona 31. Contento di come il giovane De Marchis ritocca le cere delle medaglie, stringe con lui una amicizia duratura, fondamentale anche per la sua professione.

Espone alla I Sindacale Fascista del Lazio (Il nido).

Vince il concorso fra gli artisti italiani residenti in Roma per Dieci Fontanelle Artistiche (bandito l'11 luglio 1928) con il bozzetto per la realizzazione della fontana di piazza della Cancelleria.

Partecipa al concorso per il Monumento a Baccelli, vinto da Selva; al suo lavoro segnalato dalla Giuria viene assegnato un premio di L. 3000.

1930

Continua la sua formazione culturale da autodidatta, tenta di imparare il greco. Le sue preferenze letterarie sono per Dante, Foscolo e soprattutto Carducci Pascoli, Pirandello, il teatro di D'Annunzio, Maeterlink, gli autori russi Dostoevskij e Gorkij; da tutto ciò trae forti stimoli per il suo immaginario figurativo.

1931

Vince il concorso per il monumento al Bersagliere di Roma.

Realizza una grande rosta bronzea per la facciata della Chiesa di S. Antonio di Predappio Nuova, realizzata da C. Bazzani, e una via Crucis in terracotta.

Realizza la sistemazione di piazza del Viminale con la fontana e la serie di aquile sui colonnotti che recingono lo spazio verso il Ministero degli Interni.

Espone alla I Quadriennale un medagliere. Le opere sono acquistate dalla Galleria d'Arte Moderna Mussolini per L. 5000. È presente anche nella sezione del bianco e nero (Figura - Figura - Testa di donna).

Espone (ottobre - dicembre) alla I Mostra di Arte Coloniale (medagliere).

Realizza il busto di Vittorio Emanuele III, fuso dalla ditta Cardarelli e Ridolfi. Il busto fu acquistato in otto esemplari dalla Direzione Generale degli Italiani all'estero per destinarlo alle principali Scuole Italiane all'estero. In questo stesso periodo realizza anche il busto di Mussolini.

Lavora ad una serie di sculture decorative per i prospetti del Palazzo dell’ISTAT in via De Pretis a Roma.

1932

In questo periodo continua ad aiutare la famiglia del fratello Augusto e ad occuparsi dell’istruzione dei nipoti. Più tarda è la relazione con Caterina Tonon con cui vive per alcuni anni in una casa nei pressi della Stazione Ostiense, in via Bartolomeo Bossi n. 8. Caterina lo abbandona dopo qualche anno. Nella produzione rimangono come testimonianza un ritratto e la medaglia del bambino Carlo Tonon.

In questo stesso anno mentre lavora al Monumento al Bersagliere conosce un cugino di Rina Tonon, Cesare Covre, già esperto nella lavorazione delle vetrate artistiche presso lo stabilimento Sciarra di San Lorenzo. Da questo rapporto che durerà fino alla partenza di Covre per l’America inizia la collaborazione per la realizzazione di vetri incisi.

Collabora alla Mostra della Rivoluzione Fascista, inaugurata il 28 ottobre a Palazzo delle Esposizioni, realizzando la Sala per i Fasci Italiani all'Estero, insieme all'architetto Italo Mancini e al pittore Della Torre. La direzione dell'allestimento è del ministro Piero Parini, Direttore Generale degli Italiani all'Estero, ma non è improbabile che la partecipazione dell'artista ad una committenza ufficiale così prestigiosa che lo vede inserito in quello stuolo di artisti "tutti provenienti da scuole artistiche diverse, ma tutti fascisti", sia facilitata dai rapporti di collaborazione con Alessandro Melchiori, conosciuto per la realizzazione del Monumento al Bersagliere. La sala illustrava innanzitutto i due diversi momenti della presenza italiana all'estero, quello degli "emigranti" della vecchia Italia e quello degli "avanguardisti" dell'Italia Fascista. Nella decorazione delle pareti della sala era sintetizzata "con potente e moderna efficacia" l'attività degli Italiani all'estero. La sala era completata inoltre da un mappamondo in metallo cesellato da Livio Morbiducci, nipote di Publio.

Partecipa alla XVIII Biennale di Venezia con 10 medaglie e alla III Sindacale Fascista del Lazio con un ritratto del Re e una Madonna. Alla Biennale la medaglia Fecondità viene acquistata dalla Galleria d'Arte Moderna di Firenze per L. 255 e la medaglia S. Secondo di Asti dalla galleria d'Arte Moderna di Torino per L.150.

Realizza la medaglia ricordo per l'adunata di 15.000 cacciatori a Roma e quella per il 50° della prima colonia italiana.

1933

Da questo anno e fino all’anno scolastico 1936-37 è incaricato dell'insegnamento del corso di plastica presso la Scuola d'Arte dell'Istituto Romano di San Michele.

Si iscrive al P.N.F., secondo quanto risulta da una dichiarazione da lui presentata il 29/9/1945 per la domanda di incaricato alla cattedra di plastica ornamentale presso la Accademia di Belle Arti di Roma. Resta iscritto fino al 25 luglio 1943.

Lo studio è frequentato da Verginelli (l'unico suo allievo), da Mario Licata (Il saraceno), dal nipote Achille, poi architetto, e da Ciro Cicconcelli.

Realizza le medaglie per la VII Fiera di Tripoli per il I Decennale Fondazione Ministero dell’Aeronautica.

Partecipa al concorso di primo grado per il Monumento al Duca d’Aosta a Torino con un bozzetto realizzato insieme all’architetto Italo Mancini contrassegnato dal motto Ariete. Tra gli altri monumenti eseguiti in questo periodo si ricorda quello ai Caduti di Bosa.

Per l'architetto Bazzani realizza una statua in bronzo (L'Abbondanza) per il prospetto laterale del Palazzo del Consiglio Provinciale dell’Economia Corporativa, oggi Camera di Commercio.

Partecipa alla mostra internazionale di xilografia di Varsavia, facendo parte dei trentatré artisti italiani scelti dai commissari del Sindacato Fascista Belle Arti; è premiato assieme a Mario Delitala con la menzione onorevole.

Realizza l’illustrazione per il volumetto Mario Cantore di Maso Bisi.

1934

Realizza i quattro Evangelisti per la chiesa di Colleferro e numerosi pannelli in gesso relativi ai temi del lavoro contadino per allestimenti di mostre, in particolare per la Mostra dell’Agricoltura di Firenze. Soggetti analoghi saranno riproposti per la mostra di Lipsia del 1936.

Realizza inoltre il cofano portabandiera commissionato dal municipio di Asti per la bandiera del RCT Folgore.

Partecipa alla XIX Biennale di Venezia con sette medaglie e alla II Mostra Internazionale d’Arte Sacra di Roma (sezione ENAPI) con una Madonna con bambino.

Realizza una targa in bronzo rappresentante il Decreto di Fondazione dell'Ordine dei Cavalieri del Lavoro in Roma.

Partecipa al concorso per il monumento a Cristoforo Colombo, bandito dal Comune di Chiavari e vinto da Francesco Messina.

Risulta iscritto con tessera n. 26198 al Sindacato Interprovinciale Fascista Belle Arti.

1935

Allestisce il Padiglione della Bonifica del Monte alla V Fiera del Levante di Bari, modellando una statua del milite Forestale, e il Padiglione della Bonifica Integrale presso la IV Mostra Nazionale di Agricoltura di Bologna, per la quale risulta aver realizzato i "vigorosi bassorilievi" raffiguranti "le caratteristiche forme di vita rurale della montagna plasmata e radificata sulle particolari condizioni dell'ambiente fisico".

Inizia a lavorare al Monumento al Duca d'Aosta, dopo essere stato individuato dallo stesso Baroni (morto il 24 giugno) quale artista più adatto a completare la sua opera. Oltre alla realizzazione del monumento, inaugurato il 4 luglio 1937, studierà anche, tra il 1935 e il 1936, la nuova sistemazione del monumento in piazza Castello.

Realizza il pilo marmoreo porta antenna al confine italo - jugoslavo di Villa Caccia di Postumia, eretto a cura dell’Associazione Nazionale Combattenti.

Partecipa alla Mostra d'Arte Italiana dell'800 e '900 organizzata a Parigi, Jeu de Paume, con alcune medaglie.

Realizza un bozzetto documentato da foto d’archivio per il Monumento al Legionario a Fiume, partecipando al concorso indetto dalla Confederazione Fascista dei Professionisti ed Artisti per incarico del Comune di Fiume.

1936

Realizza la lapide ad Anna Morgan per il Cimitero del Verano.

Oltre al Monumento al Duca d'Aosta, lavora anche a due statue di Baroni per lo Stadio del Tennis. Prosegue la collaborazione con Bazzani: per la torre del Palazzo delle Poste a Viterbo, terminato il 21 aprile 1936, esegue una serie di formelle decorative con la raffigurazione dei segni zodiacali.

Realizza lo stemma papale sulle mura vaticane (Piazza del Risorgimento) su disegno dell’arch. Momo.

Partecipa alla VI Mostra del Sindacato Belle Arti del Lazio. Prima mostra Nazionale di Arte Sportiva con la medaglia per il C.O.N.I. e alla XX Biennale di Venezia con sei medaglie.

1937

Viene nominato membro della Accademia di San Luca.

Lavora ad una statua per la villa di Bazzani a Roma (L'Architettura).

Realizza per la villa "La Pellegrina" dell'On. Carlo Roncoroni una fontana nel bow window della terrazza con sculture.

Il 4 luglio si conclude con l’inaugurazione del Monumento al Duca d'Aosta l’impegno di questi anni per la realizzazione dell’opera di Baroni.

Per la Mostra della rivoluzione fascista riallestita presso la Galleria Nazionale d'Arte Moderna realizza i due gruppi plastici della facciata: La Rivolta a destra e La Vittoria a sinistra. I materiali della mostra trasferiti già nel 1934 vengono riallestiti nell'ala occidentale della Galleria Nazionale d'Arte Moderna, appositamente sistemata da Cesare Bazzani, cui si deve anche il disegno della facciata, che trasforma il corpo laterale. La mostra fu inaugurata il 23 settembre.

Realizza due trofei in occasione dei record aeronautici in altezza di Mario Pezzi e in velocità di Bruno Mussolini conseguiti presso l’aeroporto di Montecelio.

1938

Realizza le statue in marmo per il parterre del Palazzo del Governo a Forlì.

Esegue la statua di marmo (Discobolo in riposo) per lo Stadio dei Marmi a Roma; al tema dell’atletica sono dedicati a partire dagli anni Trenta una serie di disegni; resta inoltre la documentazione fotografica di gessi di figure di atleti e alcuni bozzetti de Lo Sciatore (Archivio Morbiducci). Non è improbabile che i vari studi siano stati realizzati per la partecipazione al consorso (1936) di opere da selezionare per le Olimpiadi di Berlino.

Serie di disegni per i costumi del film I Condottieri.

Partecipa alla mostra della medaglia organizzata alla Galleria di Roma dal Sindacato Belle Arti. In catalogo presentazione di A. Maraini.

Realizza con il nipote Achille una serie di lavori per l'allestimento della Mostra Autarchica del Minerale Italiano, padiglione del Salmarino. Dai pagamenti e dalle ricevute esistenti si evince che realizza il "bassorilievo-insegna" in gesso per l'ingresso del Padiglione e la realizzazione della scena della raccolta del sale con 15 figure di operai in cartapesta vestiti in stoffa e con gli attrezzi da lavoro. Per il Padiglione delle Armi progettato da De Renzi esegue Il Fante che dorme con la testa sullo zaino. La partecipazione di Morbiducci ottenne un riscontro ufficiale, con l’invito da parte di Mussolini al pranzo in onore dei produttori e artisti che avevano collaborato alla mostra. La presenza dell’artista, tuttavia, fu messa in dubbio fino all’ultimo per la sua storia personale di convivenza con "tale Tonon Elvira, nota comunista".

1939

Si sposa il 10 agosto con Nicoletta Olga De Marchis.

Partecipa alla III Quadriennale (Il Vincitore) e alla Esposizione Universale di New York (statua dell'Italia, bassorilievi di Roma e Venezia, scultura de Il Giovane vittorioso).

Realizza il grande fregio marmoreo per il Palazzo degli Uffici all'EUR (Roma attraverso i suoi monumenti). Per lo stesso edificio esegue l’aquila araldica su fascio littorio per il soffitto dell’atrio e il fascio littorio dell’atrio.

1940

Nasce il 2 luglio la figlia Anna Maria.

Nei primi mesi dell’anno gli viene commissionato uno dei gruppi in travertino di Dioscuri per il Palazzo della Civiltà Italiana all’EUR (l’altro gruppo sarà affidato ad Alberto Felci). L’esecuzione delle statue sarà sospesa per la guerra. Le sculture semidistrutte dai bombardamenti saranno terminate dall’artista nel 1956.

1941

Realizza il cofano portabandiera per l’incrociatore Scipione Africano, dedicato dagli ufficiali in congedo nel 1942, con due rilievi in bronzo raffiguranti La battaglia di Zama e L’imbarco a Canne. Le parti in legno del cofano sono costituite da parti di pino essiccato preso dal legno delle navi di Nemi.

1942

Esce un numero de L'Eroica, dedicato alla nuova produzione di xilografie, che ottiene un notevole successo.

Partecipa con una medaglia, un rilievo in bronzo (Battaglia) e un ritratto sempre in bronzo alla X Mostra del Sindacato Interprovinciale Fascista Belle Arti del Lazio.

1943

Partecipa alla IV Quadriennale (Cavallo, Cavallo, David).

Durante la guerra torna a dedicarsi alla pittura con una serie di autoritratti, ritratti della moglie e dei familiari, paesaggi e qualche natura morta.

1945

Partecipa alla mostra di pitture e sculture alla Galleria La Gregoriana (2a Mostra di Arte Contemporanea della Democrazia Cristiana), dove espone alcuni bronzi (un Ritratto).

Il periodo del dopoguerra, nella situazione generale di smarrimento in cui si ritrovano gli artisti della sua generazione, segna comunque un momento di ripensamento sulla sua produzione, con la rielaborazione di un diverso linguaggio figurativo.

1946

Viene nominato il 7 giugno Accademico di merito residente dalla Accademia di San Luca.

Partecipa alla I mostra Biennale Mediterranea d'Arte di Palermo con alcune opere tra cui la xilografia Cantiere acquistata dall'ing. Saccà di Messina, per L. 1700.

1948

È eletto membro dell'Accademia Raffaello d'Urbino.

Partecipa al concorso per i bozzetti di due stazioni della Via Crucis bandito dal Ministero della Pubblica Istruzione / Direzione Generale Antichità e Belle Arti. Le opere presentate da Morbiducci vengono riconosciute tra quelle "particolarmente meritevoli di riconoscimento per l'impegno dimostrato nel perseguire i nobili fini proposti dal bando" e premiate con un contributo di L. 20.000. Le opere sono esposte in una mostra presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.

Vince il secondo premio al Concorso per la medaglia commemorativa del II Centenario degli scavi di Pompei.

Partecipa al concorso internazionale per le porte della basilica di San Pietro. È tra i dodici artisti invitati al concorso di secondo grado (1949).

Da una lettera di Cozzani conservata presso l’Archivio Morbiducci si capisce che l'artista passa un momento difficile, amareggiato da difficoltà economiche e professionali.

1949

Nel maggio partecipa alla seconda gara per le Porte della Basilica di San Pietro. La prova lo assorbe sia per la complessità del tema da trattare, sia per il clima di fervore e di polemiche che accompagna il concorso.

1950

È in commissione alla Biennale di Venezia. Cominciano a manifestarsi, dopo una violenta discussione a proposito degli inviti della mostra, i sintomi di una lunga malattia che lo porterà progressivamente alla paralisi della mano destra. Smette dopo poco di incidere xilografie. Realizza il Calamaio d'argento per il Dogma dell'Assunta.

Realizza il Monumento ad un ufficiale carrista a Sgurgola (Frosinone).

Nel settembre fa parte assieme a Casorati e Raffaele De Grada della Commisione per l'accettazione e la premiazione delle opere della III mostra Interprovinciale del Tirreno di Lucca (10 settembre - 1 ottobre).

E’ presente con la grafica alla mostra d'arte collettiva di iscritti e simpatizzanti D.C. organizzata nel maggio alla Sala del Beato Angelico.

Partecipa alla Esposizione Internazionale di Arte Sacra con una serie di medaglie.

Le opere di questo periodo sono caratterizzate dalle forme allungate, nella elaborazione di un personale classicismo. Ricorrenti i soggetti mitologici (Narciso, Eco) accanto a quelli religiosi, sia nelle medaglie che nella scultura.

1951

Partecipa come rappresentante CISL alle sedute della Commissione Esecutiva della Biennale.

È segretario nazionale del Sindacato Italiano Pittori Scultori Incisori aderente alla Federazione Italiana Sindacati Artisti e Professionisti (FISAP) e aggregato alla CISL. Si impegna in una battaglia per la presenza di un rappresentante nel Comitato per gli inviti alla VI Quadriennale.

1952

Terzo premio alla Mostra Internazionale della Medaglia a Madrid.

È invitato a partecipare con cinque medaglie di recente produzione alla mostra d'arte italiana moderna organizzata dalla Biennale di Venezia ad Atene nel mese di aprile 1953.

1953

Per la Pro Civitate Christiana di Assisi realizza il tema del Cristo Lavoratore (pannello in bronzo, due bozzetti di formella in cera e altorilievo in gesso).

Realizza il Grappolo e Il Covone per la mostra Internazionale dell'Agricoltura al Palazzo dei Congressi all'EUR e il Crocifisso in ceramica (eretto dallo scultore Assenza) per la chiesa del Crocifisso in via Bravetta commissionato da Don Angelo Valigiani.

Nel novembre partecipa al concorso per il Monumento a Pinocchio di Pescia progettato insieme al nipote Achille.

È nominato Consigliere del Pio Istituto Catel.

1954

XXVII Biennale di Venezia (espone alcune medaglie).

È invitato a partecipare al concorso per le targhe in ceramica distintive delle Case per Lavoratori indetto dalla Gestione INA-Casa. Vengono scelti tre motivi (scala porta; sole casa scala; motivo astratto quadrati bianchi e rettangoli). La realizzazione è affidata alla ditta Arcero di Roma

1955

Espone alla VII Quadriennale (cinque medaglie di soggetto religioso).

Partecipa con un'opera alla Mostra Internazionale d'Arte Contemporanea presso il Palazzo delle Esposizioni organizzata dall' U.N.A.C.

Partecipa alla Esposizione di Stoccolma. Il Gabinetto Reale delle Monete e Medaglie di Stoccolma acquista per l'Italia la medaglia Narcissus per L. 30.000.

Realizza l'Angelo del Giudizio per la cappella Ciraolo nel Cimitero del Verano.

1956

Porta a realizzazione i gruppi equestri dell’EUR bombardati durante la guerra (a sinistra era rimasto il solo cavallo, quello di destra era stato completamente distrutto).

Con decreto ministeriale del 14 aprile viene nominato, a seguito di designazione dell'Accademia Nazionale di San Luca, membro della Commissione giudicatrice del concorso per direttore della scuola d'arte della medaglia.

Realizza una placchetta con la testa d'Italia, due bassorilievi rappresentanti il tempio di Paestum e una allegoria di fabbriche per lo stabilimento Aristide Staderini.

Presenta la produzione pittorica del 1915 in una personale alla galleria La Gregoriana (giugno), assieme ad alcuni pezzi di scultura. La stampa nota qualche punto di contatto con i dipinti di Melli visti nell'aprile alla galleria la Medusa.

È presente alla VII Quadriennale di Roma con alcune medaglie di soggetto religioso.

1957

Realizza il pannello di Cristo lavoratore per don Giovanni Rossi che sarà conservato presso la Pro Civitate Christiana di Assisi.

Lavora al busto del Tenente Laurenzio commissionato dall'Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Mutilati dell'Aeronautica.

1958

Realizza su affidamento dell’Istituto Internazionale di Arte Liturgica il fonte battesimale con il gruppo Il Battesimo di Gesù (un altro esemplare è presso le Collezioni di Arte Moderna del Vaticano) e paliotto altare del SS. Sacramento per la Cattedrale di Manila; realizza anche la porticina del tabernacolo dello stesso altare del SS. Sacramento in ottone dorato, i quattro simboli del piedistallo del Fonte battesimale e quattro disegni realizzati a sbalzo sul coperchio del fonte battesimale.

Presenta alcuni bozzetti alla Commissione tecnico-artistico-monetaria per le nuove monete d'argento di L. 500, che pur non essendo prescelti per la realizzazione sono lo stesso apprezzati.

1959

Espone alla VIII Quadriennale (Narciso, Vox clamans, Pescatore). Invitato in un primo momento a partecipare come medaglista, partecipa a seguito di accordi con Bellonzi, con tre sculture.

1960

Realizza l’urna di bronzo del "Beato Angelo" nella cappella sotterranea del duomo a Gualdo Tadino.

Lavora al bozzetto della statua di S. Michele Arcangelo inizialmente voluta da un gruppo di bancari per la chiesa di S. Ignazio in Roma. Il bozzetto oggi presso la sede della Cassa Sovvenzioni e prestiti della Banca d’Italia fu realizzato da Morbiducci, l'ingrandimento da M. De Marchis.

Realizza una medaglia, e forse anche un ritratto, per Don Jesus Azqueta per il Collegio Santa Maria, Chivacoa, Venezuela.

È iscritto come socio artista d'Onore alla Associazione Incisori d'Italia (segretario generale Luigi Servolini).

Nel 1962 la xilografia Io sono la lampada soave, interpretazione allegorica del verso pascoliano, viene utilizzata dalle Poste Italiane per l’emissione dei due francobolli commemorativi di Giovanni Pascoli nel Cinquantenario della Morte.

1963

Muore a Roma il 31 marzo.

Due sue opere Gesù lavoratore e S. Giovannino sono esposte alla Sesta Mostra Biennale Italiana di Arte Sacra per la Casa, presso l'Angelicum di Milano.

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Giannino Castiglioni

Nato a Milano il 4 Agosto 1884,e' stato uno scultore,pittore e medaglista italiano e questa e' la cosa che a noi interessa di piu'.Compiuti gli studi all’Accademia di Brera, si diploma nel 1906 e partecipa nello stesso anno all’Esposizione Internazionale di Milano con una propria scultura ed alcune medaglie. Si dedica quasi esclusivamente alla scultura e alla medaglistica, pur coltivando anche la pittura, soprattutto nei suoi ultimi anni. Lavora inizialmente come medaglista presso la fonderia Johnson,ll padre di Giannino Castiglioni, Giacomo,era allora Direttore dello Stabilimento Johnson ed è stato il primo medaglista a fare la lavorazione "vermeil" che veniva dalla Francia e Giannino che fin da giovanissimo aveva manifestato la sua attitudine all'arte, grazie a questo lavoro e' riuscito a sviluppare le sue grandi doti, come testimoniano il grande numero di opere una tra le piu' famose del periodo del regno e' il buono da 2 lire 1928 esposizione di Milano in un recente riconio del gettone da 20 centesimi la fonderia Johnson mise per iscritto nella confezione che l'autore del modello era proprio il Castiglioni anziche' Boninsegna cosa che pero' non e' confermata dall'unico documento dell'epoca esistente(citazione del catalogo Gigante). Sposa Livia Bolla e apre un proprio studio di scultura a Milano in Corso di Porta Nuova, via in cui è nato,e nella quale nasceranno i suoi figli: Livio (1911), Pier Giacomo (1913) ed Achille (1918) che si dedicheranno alla professione di architetto.

Scultore attivissimo, è autore, tra l'altro, della tomba di Pio XI nella Basilica Vaticana, della statua di Dante, all'Ambrosiana di Milano, di una delle porte bronzee del Duomo di Milano, della progettazione e realizzazione, con l'architetto G. Greppi, del Cimitero Monumentale degli Italiani sul Monte Grappa e del Sacrario Militare di Redipuglia. Molto noto nell'ambito milanese dove le sue opere scultoree risultano assai numerose. Tipico rappresentante del Liberty lombardo sia nelle medaglie che nelle placchette, ottenne lusinghieri risultati, specialmente nell'esecuzione dei ritratti. Sue opere sono conservate in collezioni pubbliche e private. È morto a Lierna (Como) nell'agosto del 1971.

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Biografia corta di Davide Calandra

Davide Calandra nacque a Villanova Solaro, ma presto si trasferì a Torino.

La famiglia era agiata e di consolidata cultura borghese, il padre era avvocato

erudito ed archeologo.

Scultore (ebanista) di impostazione verista, fratello di Edoardo Calandra

scrittore, autore de "La bufera".

Opere:

(1902) Monumento ad Amedeo di Savoia - parco del Valentino - Torino

Monumento a Umberto I - Roma

Montemignaio è gemellato con Villanova Solaro, il luogo natale dello scultore.

Durante le attività di scambio culturale tra paesi gemellati, nel 1988, il Comune di Montemignaio ha intitolato il Centro Culturale del paese all'artista.

Il Comune di Villanova Solaro ha donato una scultura di Davide Calandra

e l'opera è posta nel Centro Culturale di Montemignaio.

testo preso dal sito www.zoomedia.it

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Calandra Davide

scultore | Torino 1856/Torino 1915

Biografia

Nacque a Torino il 21 ottobre 1856 da Claudio Calandra, avvocato, ingegnere idraulico, famoso collezionista di armi antiche e appassionato di studi archeologici. Seguì da prima gli studi classici per poi indirizzarsi al mondo dell’arte. Dopo gli studi liceali, frequentò lo studio di Alfonso Balzico. Poi si iscrisse all’Accademia Albertina frequentando i corsi di Enrico Gamba e Odoardo Tabacchi. Si arruolò volontario nel Reggimento Savoia Cavalleria e divenne sottotenente del Reggimento Genova Cavalleria. Insieme al padre e al fratello Edoardo, noto scrittore, si occupò, nel 1878, dello scavo e della pubblicazione dei reperti archeologici della necropoli Longobarda di Testona (Moncalieri). La scoperta e lo studio delle tombe altomedievali germaniche influenzarono notevolmente tutta la sua produzione artistica, in cui sono presenti chiari elementi di gusto neomedievale. Esordì come autore con l’opera "Penelope" all’Esposizione a Torino del 1880. Fu membro della Giunta Superiore delle Belle Arti di Roma dal 1893 al 1912 e, nel 1912, fu nominato Presidente della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti. I suoi monumenti più noti sono il "Monumento a Giuseppe Garibaldi" a Parma (1893), il "Monumento al Principe Amedeo di Savoia Duca d’Aosta" a Torino (1902), il "Monumento a Giuseppe Zanardelli" a Brescia (1909), il "Monumento a Umberto I" a Roma (inaugurato postumo nel 1926 e terminato da Edoardo Rubino), il "Monumento al Generale Mitre a Buenos Aires" (realizzato con Edoardo Rubino e inaugurato postumo nel 1927). Si dedicò, inoltre, all’arte funebre e alla realizzazione di medaglie, busti e bronzi esposti nelle maggiori mostre torinesi e nazionali. Fu accademico nazionale dell’Accademia Albertina di Torino, dell’Istituto di Belle Arti di Bologna, membro onorario dell’Accademia di Brera. Morì a Torino l’8 settembre 1915 M.V.

P.S.: Informazioni tratte dal sito del Comune di Torino

http://www.comune.torino.it/oct/user.php?c...landra%20Davide

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  • 5 mesi dopo...
Guest utente3487
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cavalier VITI Giovanni, incisore della Regia Zecca nel 1924. Qualcuno ha notizie?

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cavalier VITI Giovanni, incisore della Regia Zecca nel 1924. Qualcuno ha notizie?

Viti G.M.

Attivo nel XX secolo. Il suo nome figura, abbinato anche a quello di Pio Tailetti, su alcune medaglie coniate nei primi decenni del '900 dalla Zecca di Stato, presso la quale certamente ha lavorato. Tra queste citiamo quelle per il Comando della Difesa Marittima di Grado, per la istituzione della flottiglia a Difesa del Garda, e per la direzione Generale delle Foreste.

incisori

saluti,

N.


Guest utente3487
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cavalier VITI Giovanni, incisore della Regia Zecca nel 1924. Qualcuno ha notizie?

Viti G.M.

Attivo nel XX secolo. Il suo nome figura, abbinato anche a quello di Pio Tailetti, su alcune medaglie coniate nei primi decenni del '900 dalla Zecca di Stato, presso la quale certamente ha lavorato. Tra queste citiamo quelle per il Comando della Difesa Marittima di Grado, per la istituzione della flottiglia a Difesa del Garda, e per la direzione Generale delle Foreste.

incisori

saluti,

N.

Grazie Niko. Quindi, detta alla Di Pietro, che ci azzecca con le lire 2 del 1908 lamina in piombo? Un furto d'altri tempi....

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cavalier VITI Giovanni, incisore della Regia Zecca nel 1924. Qualcuno ha notizie?

Viti G.M.

Attivo nel XX secolo. Il suo nome figura, abbinato anche a quello di Pio Tailetti, su alcune medaglie coniate nei primi decenni del '900 dalla Zecca di Stato, presso la quale certamente ha lavorato. Tra queste citiamo quelle per il Comando della Difesa Marittima di Grado, per la istituzione della flottiglia a Difesa del Garda, e per la direzione Generale delle Foreste.

incisori

saluti,

N.

Grazie Niko. Quindi, detta alla Di Pietro, che ci azzecca con le lire 2 del 1908 lamina in piombo? Un furto d'altri tempi....

Grazie a te, purtroppo ho trovato solamente questo - per ora -.

Cosa c'entrerebbe con le 2 lire 1908 in Pb?

[fino ad oggi non l'avevo mai sentito nominare :huh: ]

saluti,

N.


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Leonardo Bistolfi

Iniziò ad esporre nel 1895 alla I Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, alla quale negli anni seguenti, fu costantemente presente, e che nel 1905 gli dedica un’ampia retrospettiva, la prima riguardante uno scultore italiano.La sua opera più famosa "La morte e la Vita", fu esposta all’ XI Biennale Veneziana nel 1914. Altrettanto importante il monumento al pittore Segantini. L’ultima opera da lui eseguita, fu il "Monumento a Carducci" a Bologna.

Riconosciuto come il maggiore scultore del Simbolismo italiano, Bistolfi ebbe con Genova e la Liguria un rapporto molto intenso: la sua attività e la sua partecipazione, per un periodo di oltre venti anni, alle vicende culturali liguri hanno dato un sostanziale apporto al processo di adeguamento della scultura allo stile e ai contenuti della nuova arte.

Nonostante avesse raggiunto una discreta notorietà già dagli inizi degli anni Novanta, solo al volgere del secolo Bistolfi entrò in contatto con l’ambiente artistico e con la committenza genovese che, tra il 1899 e il 1902, affidò allo scultore la realizzazione di due monumenti funebri a Staglieno: la Tomba Bauer, completata nel 1904, e la Tomba Tito Orsini, collocata nel 1906.

Le due opere, emblematiche della nuova concezione simbolista della morte, oscillante tra inconfessate pulsioni religiose e laica "religione" del mistero, trovarono ampia eco nella scultura funeraria ligure per tutto il primo quarto del XX secolo e oltre. Morì a La Loggia (Torino) il 2 settembre 1933.

Nella monetazione del Regno d’Italia, è ricordato nei modelli della moneta da 20 Centesimi "Libertà librata"

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