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...agli inizi della monetazione italica


danielealberti

Risposte migliori

Al convegno numismatico di Vicenza era presente un'esposizione di monete italiche fuse.

Gli organizzatori, il sig. Mauro Benci, Gabriele Sintoni, Alessandro Vanni con la collaborazione del Dott. Fiorenzo Catalli, hanno inoltre pubblicato un'interessante fascicolo dove viene narrata la storia di questi "dinosauri", fascicolo che è a disposizione degli utenti del forum su richiesta.

Rigrazio tutti gli organizzatori per l'eccellente lavoro e per il permesso concesso di pubblicare le fotografie dei pezzi esposti di cui riporto le identificazioni riportate

Daniele Alberti

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ed ecco il primo pezzo esposto

Aes Signatum, IV/III sec a.C. gr. 840,70, dimensioni 95 x 65 cm

D: segni a spina di pesce convergenti al centro

R: segni a spina di pesce convergenti al centro

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Asse librale

serie: Apollo/Apollo 280/245 a.C gr. 303,5, diametro 56 mm

D: testa di Apollo verso destra

R: testa di Apollo verso sinistra

Thurlow-Vecchi n. 8

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Asse librale

serie: Giano bifronte/Prora 245/240 a.C gr. 241,2, diametro 67 mm

D: testa di Giano bifronte

R: prora di nave verso destra

Thurlow-Vecchi n. 51

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Etruria, zecche incerte

Asse

serie: ruota/cratere 240/225 a.C gr. 193,75 diametro 66 mm

D: ruota a sei raggi

R: cratere con sopra lettera M

Thurlow-Vecchi n. 101

post-618-1226350267_thumb.jpg

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Etruria, zecche incerte

Asse

serie: ruota/bipenne 240/225 a.C gr. 181,85 diametro 67 mm

D: ruota a sei raggi

R: bipenne, a sinistra segno di valore, a destra V

Thurlow-Vecchi n. 106

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Etruria, Val di Chiana ( Clusium)

Asse

serie: dell'Augore 289/216 a.C gr. 199,41, diametro 70 mm

D: testa maschile pilata di fronte

R: coltello ed ascia, a sinistra segno di valore, al centro un globetto, a destra un crescente lunare

Thurlow-Vecchi n. 133

Collezione Museo Archeologico di Firenze

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Dato che il fascicolo me lo sono procurato a Vicenza,aspettate che Daniele abbia finito di pubblicare anche le altre e vedrete che roba! Chiaramente per quelli appassionati del genere.

Pubblichi anche le altre,vero Daniele?

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Etruria, Val di Chiana ( Clusium)

Asse

serie: dell'Augore 289/216 a.C gr. 199,41, diametro 70 mm

D: testa maschile pilata di fronte

R: coltello ed ascia, a sinistra segno di valore, al centro un globetto, a destra un crescente lunare

Thurlow-Vecchi n. 133

Collezione Museo Archeologico di Firenze

Complimenti Daniele, belle foto e interessantissime monete.

Questa in particolare e' una serie super rara, cosiddetta dell'Augure, ovvero i sacerdoti e indovini agli ordini del Pontifex Maximus [sacerdoti del re Numa - mio antenato :lol: ], e al rovescio gli attributi sacrificali .

Di questa tipologia, descritta nell'opera dei padri Marchi e Tessieri (Aes Grave dell'ex-Museo Kirkeriano), ne esiste la serie completa conservata al Museo Nazionale Romano (proveniente appunto dal museo kirkeriano). Non conoscevo questo esemplare di Firenze, mentre recentemente, con mia grande sorpresa ne ho visto un terzo esemplare nella collezione del Museo di Copenaghen, titolare di una delle piu' complete e belle collezioni di monete greche (pubblicata in ben 42 fascicoli nella Sylloge Nummorum Graecorum). Non so se il British o la Bibliotheque Nationale di Parigi abbiano esemplari di questa emissione, ma ne dubiterei vista l'eccezionale rarita'.

numa numa

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ed ecco il primo pezzo esposto

Aes Signatum, IV/III sec a.C. gr. 840,70, dimensioni 95 x 65 cm

D: segni a spina di pesce convergenti al centro

R: segni a spina di pesce convergenti al centro

non sembra cosi grande

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ed ecco il primo pezzo esposto

Aes Signatum, IV/III sec a.C. gr. 840,70, dimensioni 95 x 65 cm

D: segni a spina di pesce convergenti al centro

R: segni a spina di pesce convergenti al centro

non sembra cosi grande

Ovviamente il nostro amico intendeva millimetri..

numa numa

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Etruria, Val di Chiana ( Clusium)

Asse

serie: dell'Augore 289/216 a.C gr. 199,41, diametro 70 mm

D: testa maschile pilata di fronte

R: coltello ed ascia, a sinistra segno di valore, al centro un globetto, a destra un crescente lunare

Thurlow-Vecchi n. 133

Collezione Museo Archeologico di Firenze

Complimenti Daniele, belle foto e interessantissime monete.

Questa in particolare e' una serie super rara, cosiddetta dell'Augure, ovvero i sacerdoti e indovini agli ordini del Pontifex Maximus [sacerdoti del re Numa - mio antenato :lol: ], e al rovescio gli attributi sacrificali .

Di questa tipologia, descritta nell'opera dei padri Marchi e Tessieri (Aes Grave dell'ex-Museo Kirkeriano), ne esiste la serie completa conservata al Museo Nazionale Romano (proveniente appunto dal museo kirkeriano). Non conoscevo questo esemplare di Firenze, mentre recentemente, con mia grande sorpresa ne ho visto un terzo esemplare nella collezione del Museo di Copenaghen, titolare di una delle piu' complete e belle collezioni di monete greche (pubblicata in ben 42 fascicoli nella Sylloge Nummorum Graecorum). Non so se il British o la Bibliotheque Nationale di Parigi abbiano esemplari di questa emissione, ma ne dubiterei vista l'eccezionale rarita'.

numa numa

In effetti la serie, attribuita genericamente ad un centro in Val di Chiana, (forse Arezzo) è estremamente rara (qualcuno forse direbbe troppo rara...).

L'Haeberlin la censisce in 27 esemplari noti, dall'asse all'oncia con l'eccezione del triente. In particolare: 2 assi (uno della collezione Ferretti di Cortona -già pubblicato dal Garrucci- ed un altro, molto corroso, della collezione Gnecchi), 2 semissi, nessun triente, 4 quadranti, 2 sestanti e 15 oncie.

L'asse della collezione Ferretti dovrebbe essere quello di Firenze di cui alla foto postata da Daniele. Non ne sono sicuro al 100% (sono altresì sicuro che sia uscito dalla stessa matrice) in quanto alcuni particolari non collimano perfettamente (ma in cento anni potrebbero essere sopravvenuti dei restauri). Per esserne certi basterebbe dare un occhiata a SNG Firenze, cosa che però in questo momento mi è impossibile. L'altro esemplare, quello della collezione Gnecchi, è estremamente corroso, tant'è che l'Haeberlin lo esclude dal computo finalizzato alla ricostruzione del peso teorico, attuata su 26 monete e non su 27. Questo farà sì che in tutti i repertori successivi il "census", basato sull'opera dello studioso tedesco, venga erroneamente indicato in 26 esemplari e non 27.

Thurlow, a ben 70 anni di distanza dalla pubblicazione dell'Haeberlin, incrementa il numero degli esemplari noti a 28, aggiungendo un'oncia, il cui numero viene portato a 16. Pur non rappresentando assolutamente gli esemplari effettivamente noti, ciò è comunque indice dell'estrema scarsità.

Veniamo alla questione del metro ponderale. I due assi di cui sopra risultavano pesare rispettivamente 199,63 g. e 158,75 g. Come detto l'Haeberlin esclude il secondo dal computo a causa della pessima conservazione e giunge ad individuare un asse teorico di circa 204 gr.

Il Thomsen, nella sua magistrale opera sulla prima monetazione romana, tratta anche dei paralleli ponderali etruschi ed italici: tratta quindi anche della serie etrusca dell'"augure", erroneamente considerandola conosciuta in 26 esemplari e non 27, ed indicando un peso medio di soli 176,64 gr., in realtà riportando il peso medio dell'asse calcolato dall'Haeberlin sulla sola base dei pesi delle 15 once a lui note.

Questo farà sì che lo studioso danese situi l'emissione in un gruppo ponderale denominato "Umbro-Etrusco", caratterizzato da un peso dell'asse compreso tra i 150 e i 200 gr., ed ipotizzando che, qualora tale emissione avesse dovuto essere messa in relazione con l'aes grave romano, avrebbe trovato la propria corrispondenza nella riduzione semilibrale.

La questione può sembrare oziosa, ma non lo è: l'ipotesi dell'Haeberlin di fatto farebbe rientrare l'emissione nell'orbita della cosiddetta "libbra etrusca" (ca 212 gr.), mentre per l'altra al contrario saremmo di fatto in un pieno contesto di romanizzazione.

La questione in realtà è estremamente più complessa, considerando anche i legami con la parallela serie cosiddetta della "ruota", a sua volta caratterizzata da una specifica pondometria, interpreta vuoi come come una riduzione della libbra etrusca, vuoi come un adeguamento alla riduzione semilibrale romana.

Le ipotesi sono comunque ancora tutte sul tappeto...

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Quindi se il pezzo da me visionato presso il museo di Copenhagen fosse confermato come asse, sarebbe il terzo conosciuto (dopo quello di Roma (in mostra presso il MNR e, a mio avviso, non particolarmente corroso, e sicuramente proveniente dall'ex-collezione del museo Kirkeriano: quindi o si parla di un ulteriore esemplare della coll. Gnecchi oppure e' quello del Kirkeriano confluito nella Gnecchi :blink:

- nel week-end controllero' le provenienze sull'Haeberlin, Garrucci, Thomsen e Vecchi).

Aulisio, una curiosita', perche' dici "troppo" rara ? Non mirisulta questa emissione sia mai stata messa in dubbio rispetto all'autenticita'. Inoltre non so quanti esemplari siano mai passati per un'asta.

A sensazione direi poco o nulla , non ricordo di un solo esemplare , ma naturalmente occorrerebbe un controllo piu' rigoroso. Se ipotizzassimo che la serie fosse falsa, dovremmo ipotizzare un magnifico e fantasioso falsario che abbia prodotto esemplari subito finiti in collezioni pubbliche/musei e che da almeno oltre cento anni non siano piu' circolati sul mercato.

Diversamente, presi altri fusi presi di mira dai falsari , come la serie di Hatria , non solo abbiamo molti esemplari , pochi buoni e moltissimi falsi, ma inoltre che hanno "circolato" molto sul mercato numismatico

(obiettivo principe della moneta messa in circolo dai falsari).

numa numa

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Aulisio, una curiosita', perche' dici "troppo" rara ? Non mirisulta questa emissione sia mai stata messa in dubbio rispetto all'autenticita'.

Mi guardo bene dal farlo io. Non ne avrei nè gli elementi nè titolo.

La mia era solo un battuta (scevra da qualsiasi venatura ironica) che richiamava alcune opinioni espresse in altre discussioni sull'autenticità di pezzi particolarmente rari e/o isolati dello stesso periodo.

Qui, per quanto siamo di fronte ad una intera serie e non a pezzi isolati, è pur vero che le caratteristiche stilistiche molto originali tendono in qualche modo ad "isolarla" dal contesto, e forse di conseguenza potrebbe essere oggetto delle medesime riflessioni.

Tutto qua :)

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..[

Qui, per quanto siamo di fronte ad una intera serie e non a pezzi isolati, è pur vero che le caratteristiche stilistiche molto originali tendono in qualche modo ad "isolarla" dal contesto, e forse di conseguenza potrebbe essere oggetto delle medesime riflessioni.

Tutto qua :)

Concordo che le caratteristiche di questa emissioni sono molto originali (ritratto frontale, rappresentazione tipologica inconsueta ed arcaica; estrema rarita' della serie), per questo la trovo estremamente affascinante e venire a conoscenza ddell'esistenza di altri esemplari, parlo per me personalmente (Firenze, Copenhagen) stimola ad approfondire le ricerche..

numa numa

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..[

Qui, per quanto siamo di fronte ad una intera serie e non a pezzi isolati, è pur vero che le caratteristiche stilistiche molto originali tendono in qualche modo ad "isolarla" dal contesto, e forse di conseguenza potrebbe essere oggetto delle medesime riflessioni.

Tutto qua :)

Concordo che le caratteristiche di questa emissioni sono molto originali (ritratto frontale, rappresentazione tipologica inconsueta ed arcaica; estrema rarita' della serie), per questo la trovo estremamente affascinante e venire a conoscenza ddell'esistenza di altri esemplari, parlo per me personalmente (Firenze, Copenhagen) stimola ad approfondire le ricerche..

numa numa

Ho buttato un occhio sulle SNG: in Danimarca riportano solo un'oncia della serie dell'augure. In compenso c'è un bel semis a Parigi...

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Awards

Ho controllato il Sylloge Nummorum Graecorum Italia del Museo Archeologico Nazionale di Firenze – Volume II Etruria, e la moneta esposta a Vicenza è proprio quella conservata a Firenze.

Sulla provenienza di questo pezzo di grande rarità, viene riportato:

-"Nel 1911 il Museo di Firenze acquistò la collezione di monete etrusche del conte Angelo Ferretti di Cortona, già appartenuta ad Agostino Castellani (di cui alcune monete, e proprio questo asse, furono pubblicate nell’opera di Raffaele Garrucci “Monete dell’Italia antica”). Si trattava di una raccolta di notevole interesse per la presenza di numerosi esemplari di aes grave dell’Etruria Settentrionale interna, e soprattutto, dell’asse della serie con strumenti di sacrificio. Questa moneta, di eccezionale rarità e conservazione, costituiva il pezzo più importante dell’intera raccolta, in quanto ne era conosciuto solo un altro esemplare in pessimo stato di conservazione appartenente alla collezione Gnecchi."-

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Ho controllato il Sylloge Nummorum Graecorum Italia del Museo Archeologico Nazionale di Firenze – Volume II Etruria, e la moneta esposta a Vicenza è proprio quella conservata a Firenze.

Sulla provenienza di questo pezzo di grande rarità, viene riportato:

-"Nel 1911 il Museo di Firenze acquistò la collezione di monete etrusche del conte Angelo Ferretti di Cortona, già appartenuta ad Agostino Castellani (di cui alcune monete, e proprio questo asse, furono pubblicate nell’opera di Raffaele Garrucci “Monete dell’Italia antica”). Si trattava di una raccolta di notevole interesse per la presenza di numerosi esemplari di aes grave dell’Etruria Settentrionale interna, e soprattutto, dell’asse della serie con strumenti di sacrificio. Questa moneta, di eccezionale rarità e conservazione, costituiva il pezzo più importante dell’intera raccolta, in quanto ne era conosciuto solo un altro esemplare in pessimo stato di conservazione appartenente alla collezione Gnecchi."-

Mi fa proprio piacere che a questa serie, ed in particolare all'asse, di estrema rarita' e fascino venga finalmente data l'importanza che merita rispetto alle altre serie fuse italiche che sono le sole di cui normalmente si parla. :)

Qualcuno ha verificato o puo' verificare se vi sono stati passaggi in aste passate di questa serie (non l'impossibile asse ma almeno delle piu' "terrene" once) ?

numa numa

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Da un’articolo di F.M Vanni “La serie etrusca dell’aruspice” pubblicato in “La moneta fusa nel mondo antico” SNI n. 4 – Milano 2004:

-"Una ricerca approfondita dei cataloghi d’asta e delle collezioni numismatiche nei musei ha permesso di aggiungere 32 esemplari ai 28 conosciuti dall’Haeberlin per un totale di 60 pezzi di questa serie. E’ stato possibile accertare l’esistenza del triente segnalato da Marchi – Tessieri, ritenuto inventato dall’Haeberlin (ne esistono altri due pezzi, oltre a quello segnalato nell’opera L’aes grave del Museo Kirkeriano tav: II n. 3). La ricerca ha inoltre consentito di aggiungere un'ulteriore moneta divisionale: la semuncia (un esemplare a Firenze e uno al Museo di Palazzo Massimo). La serie degli strumenti sacrificali è costituita quindi dalla sequenza completa dei nominali, dall’asse alla semuncia, recanti tutti la stessa tipologia ad eccezione della semuncia in cui manca il segno di valore e il crescente lunare (l’Haeberlin la ritenne un’oncia leggera)"-.

Dall’articolo di Vanni gli assi conosciuti sono 4:

Uno al museo di Firenze (gr. 199,63), uno del Museo Kircheriano, ex collezione Coltellini (gr. 158,75), uno della collezione Voltolina (gr. 161) e uno (di gr. 155) apparso in asta Naville – Ars Classica 16, collezione Spencer-Churchill 1933 lotto 1521

I passaggi d’asta delle monete di questa serie sono più rari delle monete........... appena quattro:

oltre all’asse, un quadrante in asta Sangiorgi 1896, un sestante in asta Helbing 1927 e l’ultimo, un’oncia in asta Sternberg 17 del 1986 lotto 440.

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Buongiorno signori, grazie per i complimenti, ma non ho fatto altro che riportarele fotgrafie e le classificazioni fatte dagli organizzatori, ogni plauso è per loro.

Ovviamente le misure sono espresse in mm, scusate l'inghippo.

Posterò anche le altre foto che mi hanno spedito ma purtroppo in questi giorni il tempo mi è nemico, lo farò al più preso possibile amici.

Per chi volesse il catalogo verrà distribuito al raduno di Verona o verrà da me spedito a chi ne farà richiesta tramite MP, non dimenticateVi l'indirizzo.

lele

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