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Risposte migliori

Inviato

Salve ragazzi è un paio di giorni che mi pongo diverse domande: Ma dopo l'eruzione del Vesuvio a Pompei cosa successe? Cioè i pochi sopravvissuti cosa fecero? emigrarono? Dopo quanto tempo si edificò nuovamente a Pompei e quindi quando venne nuovamente abitata? Sappiamo con certezza che i resti di Pompei furono scoperti a seguito di uno scavo indispensabile per portare le acque dal fiume Sarno alla fabbrica d'armi a Torre Annunziata intorno al 1600 da parte dell'architetto Domenico Fontana. Ma Prima del 1600 era nuovamente abitata?

Attendo risposte anche le più disparate cogliendo l'occasione per ringraziandovi anticipatamente

Walter


Inviato (modificato)

Beh, com'è noto la città di Pompei fu obliterata sotto 6 m di ceneri e...se ne persero praticamente le tracce per quindici secoli.

In pratica fino allo scavo del canale per portare le acque del Sarno a Torre Annunziata, come Tu menzioni, nel 1592 su decisione del reggente per la Campania per conto degli Aragona, Muzio Tuttavilla.

La città quindi scomparve con l'eruzione, non fu più riedificata.

Se, come credo, intendi viceversa cosa accadde a livello di frequentazione della zona, questa fu certamente interessata dalla presenza umana, seppure a livello marginale.

Nel 120 d.C., sotto Adriano, fu ripristinato l'assetto viario della zona ed il ritrovamento di reperti archeologici permette di attestare una significativa rioccupazione della zona stessa nel III, IV secolo d.c.

Ad esempio lucerne cristiane sono state rinvenute a Boscotrecase, sepolture post 79d.C. a Torre Annunziata, ville rustiche post 79 d.C. sono state scavate a San Sebastiano Vesuvio, a Scafati, presso l'attuale Pompei in contrada Messigno ed in altre località.

Ma, ovviamente, l'antico centro di Pompei rimase sigillato e dimenticato.

Sull'argomento so che esiste un capitolo intitolato "intorno al problema della rinascita di Pompei", a firma di G. Cerulli Irelli tratto dal testo "Neu Forschungen in Pompeji", che viene citato nello splendido libro : "la villa N. Popidi Narcissi Maioris" di Marisa de Spagnolis (dal quale ho tratto le poche informazioni di cui in precedenza), ma non ho mai avuto il piacere di leggerlo.

Modificato da Flavio

Inviato

Ehi Flavio grazie tantissime per la tua risposta molto esuriente era proprio quello che volevo sapere. Grazie tante ancora :)

Se qualcun altro ha qualcosa da aggiungere lo leggo volentieri. Ad esmepio se ci furono sopravvisuti, penso di si, e dove andarono.


Inviato
Se qualcun altro ha qualcosa da aggiungere lo leggo volentieri. Ad esmepio se ci furono sopravvisuti, penso di si, e dove andarono.

Superstiti certamente ce ne furono e presumibilmente anche numerosi (studi su recenti eruzioni di tipo pliniano attestano un ridotto numero di vittime in proporzione al totale della popolazione).

Su quello che sia stato il destino dei superstiti tuttavia non vi è notizia, presumibilmente transfughi in altre località e centri urbani.

Qualcuno ritornò per tentare il recupero dei propri averi, numerosi furono gli "sciacalli" che si diedero (con scavi e cunicoli) al saccheggio, nonostante la zona ove sorgeva la città fosse stata interdetta proprio per tentare la salvaguardia dei beni dei sopravvissuti.


Inviato

Grazie infinite Flavio adesso mi è tutto più chiaro.

Walter


Inviato

Da quel che so io (ma adesso non riesco ad essere più preciso) l'imperatore mandò un corpo di spedizione a prelevare le statue degli imperatori dal foro (che infatti mancano). per testimonianza di Plinio il giovane (credo) dopo l'eruzione gli apici degli edifici e dei tetti emergevano dalla coltre di lapilli. Penso che debba essere stato facile per i proprietari delle case localizzare la propria e cercare di recuperare qualcosa. Tra i "ladri" scavatori di cunicoli sicuramente ci sarà stato qualcuno che ladro non era e cercava magari di recuperare i suoi averi. A Pompei sono stati trovati circa 2000 scheletri, la città faceva circa 20000 abitanti, vuol dire che la maggior parte delle persone (saggiamente) è fuggita a gambe levate appena vista la malparata. detto inter nos: dev'essere stato uno spettacolo paurosissimo davvero, soprattutto per genti non preparate scientificamente ad una eruzione pliniana con tanto di nube ardente!


Inviato
Da quel che so io (ma adesso non riesco ad essere più preciso) l'imperatore mandò un corpo di spedizione a prelevare le statue degli imperatori dal foro (che infatti mancano).

Vero, ma anch'io non riesco a ritrovare la fonte.

Parrebbe anche che qualche statua già mancasse, rimossa a causa dei danneggiamenti subiti nel precedente disastroso terremoto che colpì la zona.

per testimonianza di Plinio il giovane (credo) dopo l'eruzione gli apici degli edifici e dei tetti emergevano dalla coltre di lapilli.

Si, erano ancora visibili.

A tal proposito non pochi affermano, basandosi pare su documenti e mappe medioevali, che erano e restarono a lungo ancora visibili e che anzi i resti sino al momento visibili furono sepolti definitivamente solo da una molto successiva eruzione (mi pare quella del 1631).

Insomma, ciò contrasterebbe con la normale considerazione dell'oblio della città nei secoli successivi all'eruzione e memoria della localizzazione solo per il riutilizzo nel medioevo di elementi cartografici e documentali romani.

Se consideriamo queste ipotesi, lo scavo del canale nel 1592 sarebbe in realtà avvenuto in perfetta conoscenza della localizzazione dei resti di Pompei.

Mah.... :blink:


Inviato (modificato)

Grazie Caius. Ma allora mi chiedo: la scoperta della città sommersa da lapilli non fu casuale? A meno che non ci fu un ulteriore eruzione che abbia coperto ciò che rimaneva in vista, ma molto prima del 1631, probabilmente un paio di secoli dopo l'eruzione del 79.

Io ho la fortuna di abitare ai piedi di un vulcano (Etna) sempre attivo anzi ultimamente da 6 mesi consecutivi emette lava e lapilli. E' vero che a volte ci riempie i tetti e le strade di terra vulcanica e lapilli, ma è anche vero che non viviamo la preoccupazione che vivono gli abitanti di Pompei e delle zone ai piedi del Vesuvio. Anche se da ricerche che ho fatto, ultimamente, ho visto che i sismologi hanno piazzato sul Vesuvio dei macchinari capaci di prevedere con un paio di giorni prima, un'eventuale esplosione con conseguente eruzione. Ma conosciamo l'imprevedibilità della natura.

Modificato da Arcano

Inviato
[insomma, ciò contrasterebbe con la normale considerazione dell'oblio della città nei secoli successivi all'eruzione e memoria della localizzazione solo per il riutilizzo nel medioevo di elementi cartografici e documentali romani.

Se consideriamo queste ipotesi, lo scavo del canale nel 1592 sarebbe in realtà avvenuto in perfetta conoscenza della localizzazione dei resti di Pompei.

Mah.... :blink:

Io sono del parere che la memoria dei luoghi non si perda mai. Semplicemente bisogna saperla cercare. Cosa vuoi che importasse a dei contadini campani del diciottesimo secolo della città romana sepolta dal Vesuvio? Ma se opportunamente interrogati, chissà quante leggende, superstizioni o aneddoti avrebbero riportato tutti convergenti sulla città sepolta. In proposito è eloquente il modo in cui Shleimann scoprì Troia. Fu condotto da un pastore vecchissimo, gli chiese "dov'è l'antica Troia?". L'omino alzò il abstone ed indicò una collinetta. "E' lì" ed era proprio lì.


Inviato
A Pompei sono stati trovati circa 2000 scheletri, la città faceva circa 20000 abitanti, vuol dire che la maggior parte delle persone (saggiamente) è fuggita a gambe levate appena vista la malparata.

In effetti sembra che a morire siano stati soprattutto (o forse solo) coloro che si attardarono per cercare di salvare anche i propri averi (denaro, gioielli, abiti, suppellettili e quant'altro).

Chi pensò soltanto a scappare ebbe tutto il tempo di farlo.

petronius :)


Inviato
Io sono del parere che la memoria dei luoghi non si perda mai. Semplicemente bisogna saperla cercare. Cosa vuoi che importasse a dei contadini campani del diciottesimo secolo della città romana sepolta dal Vesuvio? Ma se opportunamente interrogati, chissà quante leggende, superstizioni o aneddoti avrebbero riportato tutti convergenti sulla città sepolta. In proposito è eloquente il modo in cui Shleimann scoprì Troia. Fu condotto da un pastore vecchissimo, gli chiese "dov'è l'antica Troia?". L'omino alzò il abstone ed indicò una collinetta. "E' lì" ed era proprio lì.

Sono d'accordo caius, comunque oltre che nella coscienza popolare, il ricordo di località scomparse rimane anche negli scritti degli storici...penso ad un'altra città scomparsa citata - tra gli altri - da Tito Livio: Albalonga della quale sono scomparse le tracce e vari paesi dei Castelli romani si disputano la discendenza (Albano, Marino e soprattutto Castelgandolfo).

Altri posti sono stati spazzati via da elementi naturali, città sotto la sabbia del Sahara, la mitica Atlantide etc.

Non sono completamente d'accordo, invece, sul disinteresse dei contadini campani del XVIII secolo.

In primis perché ancora oggi in molte case della Pompei moderna sono conservati frammenti archeologici saltati fuori dalla costruzione di pozzi e comunque dalla nuova urbanizzazione pompeiana.

Poi il XVIII secolo, in Italia, sono stati venduti fior di pezzi archeologici soprattutto agli stranieri (spesso monete) ma questo commercio ha messo sul mercato molti falsi (dato che nel XVIII secolo Napoli era governata da Tanucci, grande amante dell'archeologia membro dell'Accademia Etrusca di Cortona e amico di Winckelmann maestro degli scavi della ritrovata Pompei romana, interdetta agli scavatori dilettanti).


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