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IGNORED

La crisi del III secolo e l’inizio della decadenza


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Caro Piakos,

interessantissima e acuta la tua sintesi della storia di Roma.

Tuttavia non sono tanto d'accordo con la tua contrapposizione tra Roma e l'Impero. La grandezza di Roma è stata fin dal suo inizio, anche se non senza contrasti, la sua capacità di assimilare le popolazioni conquistate. Da Caracalla in poi tutti i cittadini liberi dell'impero potevano dire: Civis Romanus Sum. L'impero era Roma perchè Roma non era solo una città ma un modello di governo, una lingua, una cultura, un'architettura e un diritto, imposto certo ma poi accettato. Non si può paragonare la Roma di Augusto con quella di Diocleziano semplicemente perchè erano passati tre secoli. In una società dinamica come quella romana è un periodo veramente lungo.

GLORIA ROMANORUM è scritto sulle monete del IV secolo. E non ci si riferiva soltanto ai cittadini dell'Urbe.

Ciao.


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Cari amici.

Non è possibile contestare la Romanità.

Non ne avevo alcuna intenzione.

Dal solco di Romolo al motto: Gloria Romanorum...inciso nei conii delle monete dei Romaioi di Costantinopoli...troppe cose sono accadute.

Infine orde di strani uomini incolti e barbari...ammantati di pelli e con elmi cornuti, armati essi di asce...si sono materializzati dentro l'impero...dopo aver prostiuito le loro donne alle guardie di Roma sui confini, per varcare in armi, non visti, i fiumi di frontiera.

L'hanno devastato...come accade nei film di John Carpenter...o di Romero...dove strani esseri che sbucano dalle tenebre...portano tenebra...come ancora nel 1200 facevano i tumen (traduzione: tenebre), i corpi di cavalieri d'assalto di 10.000 zombies in cui era suddiviso l'esercito mongolo. L'ultima orda a ragiungere e devastare l'occidente.

L'orrore schianta la parte occidentale dell'impero.

Troppo facile prendere spunto...per gli anglosassoni e gli americani...ed i loro cineasti.

Gli zombies di Romero e le sagome notturne e scure di Carpenter...sono, come furono i barbari nel basso impero, gli incubi incisi e perpetuati nel nostro DNA, sono l'alterità ignota delle tenebre...pronte ad azzerare il nostro benessere e le nostre vite...troppo spesso date per scontate. Niente è scontato...te ne accorgi solo quando lo perdi. Chiedete alla popolazione di Roma...quando Alarico fu alle viste...andate ad intervistarla. :)

La cultura anglosassone studia Roma e la sua storia da sempre...senza sosta e senza fine...come in uno stato ipnotico di ammirazione.

Ma la storia si ripete...gli orrori continuano.

Tutto è già accaduto? Ci si potrebbe domandare se accadrà di nuovo.

E non c'è difesa quando tutto crolla e l'alterità sopraggiunge.

L'unica luce ancora accesa sulla tenebra, quella di Costantinopoli...si fa anch'essa tenebra....Giustiniano chiude le utlime scuole di Filosofia di Atene. La fine è così un fatto definitivamente compiuto...i fantasmi che impensierivano la sensibilità di Giuliano (detto l'Apostata)...si materializzano e prendono il sopravvento...anche tra chi dovrebbe difendere ad oltranza e perpetuare il pensiero...cioè la ricchezza primigenia dell'occidente, dai pensatori presocratici sino a Roma.

La Chiesa vince in nome del Cristo...chiude il sapere nei propri conventi...lo addomestica e lo censura, i testi più illuminati finiscono nella segreta della torre...come ci racconta il dotto Umberto Eco con "In nome della rosa".

Si dovrà attendere un Rinascimento...per circa 800 anni e intanto molto, troppo...è andato perduto. Sapete quanto sono lunghi 800 anni? Sono lunghi come 16 vite...riflettete, se vi sembra breve o lunga la nostra.

Chiedo scusa per questo colpo di Zoom, vagamente visionario,...ho iniziato dalla fine.

:D

Non è possibile contestare la Romanità...e non avevo alcuna intenzione di farlo cari amici.

Non è nemmeno il caso di elencare cosa è stata e cosa è la Romanità...è molto...è tanto.

E' il patrimonio della civiltà occidentale...in parte originale di Roma...in parte raccolto e tramandato da Roma e per suo tramite.

Il mio discorso era diverso e tendeva ad evidenziare altro.

Roma come Città Stato...si sviluppa lentamente ma costantemente...sino a diventare talmente potente che ancora oggi non ci si capacita di come sia potuto accadere.

Alessandro a trent'anni aveva conquistato il mondo! A proposito...voi a trent'anni cosa avevate combinato? :D

Gengis khan e i suoi immediati discendenti superarorono Alessandro per numero di Km2 accaparrati.

Tutto questo è stato effimero.

Roma ha avuto molto più tempo storico.

Ma come Città Stato che si fece Impero...è finita con Commodo come sopra ho evidenziato. Ed è stato uno dei paradossi della storia che proprio Marco Aurelio, il più grande tra i servitori di Roma abbia derogato al saggio principio della cooptazione del migliore nella successione tramite l'adozione. Proprio Marco, uomo eccezionale e parco, stoico per definizione ed elezione, consentì che un mostro salisse sullo scranno del comando.

Uno dice: e allora? perchè Caligola, Nerone, Domiziano ecc. cosa erano?

Dei mostri...certo.

Ma in tempi diversi...quando la città stato (padrona effettiva e non nominale dell'impero) era ancora vigorosa e in grado di dominare o strumentalilzzare la soldataglia.

Il patrimonio della romanità è rimasto integro anche quando Roma è diventata un logo, ha avuto ancora dei sussulti...dei guizzi.

Ha consciuto imperatori in grado di celebrare i fasti...in grado di servire la romanità come Aureliano, in pieno terzo secolo.

Ma la Roma dei padri fondatori...dei Senatori, dei molti eroi, dei grandi oratori, poeti, scrittori, filosofi...la Città eterna forte e dominante...abdica politicamente e militarmente all'Impero...già con Settimio Severo, che ben poco aveva in comune e da spartire con Roma stessa.

Anzi, diciamola tutta...probabilmente non l'amava.

Uno dice: ma allora cos'è l'Impero Romano se non è la Città di Roma.

Per certi versi lImpero è la prima multinazionale della storia, con un logo affermato e temuto, con un patrimonio, con molti soci, con un consiglio d'amministrazione piuttosto disomogeno, labile e discontinuo...che elegge, conferma o licenzia (elimina) il Presidente...alla prima occasione.

La Romanità è, per converso, il vero patrimonio di quella entità sovranazionale, un tesoro talmente solido e ben strutturato...senza eguali...infallibile.

P.S.

Il mistero della grandezza e del primato (secolare) della Chiesa di Roma sorto dalla rovina dell' Impero.

Poche parole.

Il Senato rappresentava la nobiltà di Roma e i nobili delle provincie che, all'uopo, dovevano essere imbevuti di Romanità.

Ad un certo punto tutti i medesimi si accorsero che: mala tempora currunt.

Che fare?

Prima i più duttili...nel tempo anche gli irriducibili (dopo la sconfitta del senatore nominato Imperatore, Flavio Eugenio, sul Frigido contro Teodosio)...poco a poco entrarono nella Curia.

Dal Senato di Roma al Senato di Pietro.

Alcuni furono Pii...altri meno, qualcuno per nulla.

Ma dovevano perpetuare il loro potere e la loro ricchezza...con il pretesto (giusto e verosimile) di perpepetuare la Romanità...fuori dal paganesimo.

Quindi bruciarono i templi pagani degni di satana...e ne acquisirono i tesori...fusero il bronzo...statue, tegole, porte, ornamenti, monete. Quanti capolavori inestimabili entrarono nelle fucine?

Abbatterono tutto e scardinarono pietre e colonne e marmi per creare dapprima basiliche grate al popolo di Roma...per ingrazirsi la plebe di Roma. Con consacrazioni, cortei e celebrazioni ove venivano effettuati donativi al popolo, come da tradizione antica.

Idem ad ogni nuova elezione pontificia...cui seguiva il corteo da San Pietro al Laterano...con la coniazione della consacrazione...la plebe parteciapva in attesa fremente del lancio dei paramenti preziosi e delle monete, persino il carro e il tiro venivano predati dietro tolleranza.

Poi dagli abbattimenti sorsero torri e palazzi e ville, per le loro famiglie e chiese per i loro titoli cardinalizi e per le loro prebende...nonchè tombe di marmo o travertino per i loro clienti ed amici...o per chi aveva soldi per comprarle.

Persino ai nostri giorni ...tal Sig. De Pedis?

Stop.

Anche per questo cari amici, come non collezionare le bellissime medaglie e monete pontificie?...che, per alcuni aspetti, riprendono non solo la storia di Roma ma anche l'iconografia dei sesterzi e dei medaglioni romani, raccogliere le monete papali significa avere a cuore la romanità...da quando la cattedra di Pietro sostituì quella di Cesare.

:)

P.S.

temo che abbiamo superato il primo capitolo e anticipato il secondo...se non anche un terzo!

Crivoz...scusami.

:)


Inviato

Piakos, oportet che noi ci facciamo una bella chiaccherata sui valori della romanità... davanti a un buon bicchiere di vino ;)

auferre trucidare rapere falsis nominibus imperium

atque ubi solitudinem faciunt pacem appellant

Caro Paleologo...come potrei esprimermi in ameni conversari sulla Romanità...con un bizantino come te!? :D

Mistero!

Tu che hai chiuso le scuole di Filosofia di Atene...le ultime ancora aperte alla frequentazione ed alla speculazione...alla ricerca della verità?

Mistero fitto!

Comunque...potrei non negare tale opportunità :D ...ma non nel solo simposio.

A noi estimatori di Roma si addice la bettola...cara alla plebe, dove anche i senatori e le loro mogli si aggiravano sotto mentite spoglie...dove il mangiare è buono, la quotidianità prevale e la favella è loquace.

;)


Inviato
...E vedo la battaglia del fiume Frigido combattuta tra il 5 e il 6 settembre 394, nei pressi dell'attuale fiume Isonzo e che vide opporsi l'imperatore romano d'Oriente Teodosio I (culturalmente bizantino) a capo dell'esercito cristiano, ai soldati pagani guidati dall'imperatore romano d'Occidente, Flavio Eugenio (culturalmente Romano). La battaglia iniziò bene per i Romani...ehm, per i pagani ;) . Poi un vento freddissimo prese a spirare da nord est (la bora) e le frecce romane, ehm...pagane, tornarono indietro. In realtà...Teodosio pagò quasi a peso d'oro il tradimento del corpo di sodati che doveva prendere alle spalle l'esercito bizantino.

Vinse...ma perse la vita. Per il freddo (il frigido) prese una polmonite. La pagana Nέμεσις pensò bene di vendicarsi...

Grazie Piakos per avere dato spessore a questa battaglia che di solito viene ridimensionata nella sua portata. :D

Qualcuno sa indicarmi qualche dato più preciso circa la localizzazione del teatro della battaglia?

Ho trovato indicazioni generiche "presso l'Isonzo" ma in realtà dovrebbe trattarsi del Fiume Vipacco, affluente di sinistra dell'Isonzo stesso (scorre in Italia per circa 7 km, il resto nella vicina Slovenia), valle che funge da porta d'accesso verso la piana friulana e quindi Aquileia.

Un'altra indicazione segnala la battaglia "nelle vicinanze della città di Vipacco"(odierna Vipava, comune di circa 5500 abitanti). :blink:

Ciao e grazie sin d'ora

Illyricum

:)

LA BATTAGLIA DEL FRIGIDO

L'ANTEFATTO

Flavio Eugenio (345 circa 6 settembre 394) fu proclamato augusto d'Occidente in seguito alla morte in circostanze oscure di Valentiniano II, ma non essendo stato riconosciuto dal collega di quest'ultimo, Teodosio I, viene generalmente considerato un usurpatore del trono imperiale.

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Siliqua di Eugenio RIC 0106d

Il 15 maggio 392 fu trovato impiccato l'imperatore d'Occidente Valentiniano II nella sua residenza a Vienne, nella Gallia. Il 22 agosto dello stesso anno Arbogaste, un franco che era riuscito a scalare la gerarchia militare fino alla carica di magister militum, con l'appoggio del Senato romano dichiarò imperatore d'occidente Flavio Eugenio, che era stato magister scrinii.

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Solido di valentiniano II RIC 090A al rovescio l'Imperatore e Teodosio I abbracciati.

Dopo alcune incertezze, l'imperatore d'oriente Teodosio I decise di non riconoscere il nuovo imperatore d'occidente, nominando al suo posto nel gennaio del 393 il proprio figlio di otto anni Onorio e optando quindi per la guerra.

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IL LUOGO DELLO SCONTRO

Di seguito una foto della valle del Frigido.

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L'avanzata di Teodosio attraverso la Pannonia e le Alpi Giulie non trovò resistenza, così l'esercito valicò le Alpi e cominciò la discesa lungo la valle del fiume Frigidus (un affluente del fiume Isonzo oggi chiamato fiume Vipacco) verso Aquileia. Fu in questa regione montagnosa, nelle vicinanze di Vipacco, Slovenia, che i due eserciti si scontrarono.

Una ipotizzata conseguenza di lunga durata dello scontro del 394 tra gli eserciti romani d'Oriente e d'Occidente fu che l'accesso alle piane della provincia Venetia et Histria rimase completamente sguarnito: a detta del poeta latino Claudio Claudiano, le torri e le mura delle Chiuse (Claustra Alpium Iuliarum),che erano una specie i vallo alpino costuito nel 270, furono demolite nel corso della battaglia e, difatti, non si ha più notizia né di un loro utilizzo né della presenza sulle Alpi orientali di truppe romane ai tempi delle discese di Alarico I in Italia.

Fu anche la prima battaglia dove fu rilevante l'arruolamento di intere bande di barbari e da allora la barbarizzazione dell'esercito romano fu massiccia. E fu deleteria.

Sul piano economico, la concentrazione degli eserciti nella Venetia et Histria orientale e lo scatenarsi nel 394 di alcune calamità naturali (terremoti e allagamenti) sortirono degli effetti così disastrosi da imporre al nuovo imperatore d'Occidente Flavio Onorio una relaxatio (condono) delle imposte annonarie nell'Italia del Nord.[

Mentre le sommosse dei barbari federati non erano nuove nei tumultosi anni del IV secolo, questa guerra tra Eugenio ed Onorio configurò una rivolta del paganesimo contro il Cristianesimo ed il risultato della battaglia decise il destino della cristianità nell'Impero romano d'Occidente. La battaglia è, come importanza, alla pari della battaglia di Ponte Milvio, dato che non fu soltanto una vittoria in una guerra civile, ma il quasi definitivo trionfo del cristianesimo.


Inviato (modificato)

[una ipotizzata conseguenza di lunga durata dello scontro del 394 tra gli eserciti romani d'Oriente e d'Occidente fu che l'accesso alle piane della provincia Venetia et Histria rimase completamente sguarnito: a detta del poeta latino Claudio Claudiano, le torri e le mura delle Chiuse (Claustra Alpium Iuliarum),che erano una specie i vallo alpino costuito nel 270, furono demolite nel corso della battaglia e, difatti, non si ha più notizia né di un loro utilizzo né della presenza sulle Alpi orientali di truppe romane ai tempi delle discese di Alarico I in Italia.

Mi permetto un piccolo "approfondimento" alle note del nostro piakos, relativamente al paragrafo sopra quotato e che mi pare derivi da Wikipedia.

Teodosio transitò attraverso il sistema dei Claustra Alpium Iuliarum dal valico di Ad Pirum (attuale Hrusica), dove ancora oggi sono visibili i resti delle fortificazioni.

Presumibilmente lo trovò già sguarnito (Arbogaste attendeva per l'appunto più a valle) e, forse, arrecò danni alle fortificazioni, pregiudicandone l'utilizzo successivo.

O forse no. Ad Pirum era già sguarnito all'epoca e così rimase successivamente, quando vi transitarono i Visigoti di Alarico, gli Unni e gli Ostrogoti, senza che questa parte dei Claustra costituisse ostacolo.

La battaglia del Frigido avvenne per l'appunto nella zona compresa tra le attuali città di Vipava ed AJdovčina.

Quest'ultima città, in origine nota come "mansio Fluvio Frigido", divenne nella tarda antichità un "castra" ed ancora oggi sono visibili i resti delle fortificazioni.

Il panegirico (de Probino et Olybrio consulibus) di Claudiano si riferisce non alla distruzione delle fortificazioni di Ad Pirum, ma bensì all'incendio e distruzione della cittadina fortificata di cui sopra : "fumano ancora le torri semidistrutte e le mura divelte...".

Dopo il Frigido, chiaramente il sistema dei Claustra si può considerare superato, almeno per il valico di Ad Pirum e per il distrutto Castra Fluvio Frigido.

Ciò tuttavia non significa che lutilizzo dei Claustra Alpium Iuliarum (chiaramente non limitati alle aree di cui sopra) sia del tutto venuto meno, come appare ricavabile da fonti storiche ed archeologiche.

Una curiosità. Presso il paesino di Vrpolje (non ricordo bene se si scrive così, perdonate) è stato, recentemente, eretto un monumento a forma di Tau, per Theodosius, riportante la data del Frigido nel punto (un cocuzzolo dominante sulla sottostante pianura della battaglia) in cui si narra che l'imperatore si pose in preghiera.

Se non siete mai stati in questi luoghi e vi appassiona il tardo impero, vi consiglio caldamente una gita.

Visitare i resti delle fortificazioni di Ad Pirum e di Castra Fluvio Frigido per me è stato molto emozionante.

Per raggiungere Ad Pirum vi raccomando la bicicletta oppure in moto (in ogni caso ed ancora più se non hanno allargato la strada, ricordo che con l'automobile fu un vero martirio) ed una sosta (gastronomica con possibilità di pernottamento) presso la tipica struttura ricettiva di Stara Posta, che comprende anche un piccolo ma curato museo legato alla storia e ritrovamenti della fortificazione del passo.

Modificato da Flavio

Inviato (modificato)

DE GREGE EPICURI

Per trovare i posti citati ho dovuto cercarli sulla carta. Dunque, Hrusica è circa a metà sulla Trieste-Fiume, un po' sulla sinistra, diciamo a 30 km da Trieste. Vrhpolje invece è vicinissima al confine (uscita di Pese), ma non mi è chiaro come ci si arriva; oppure è l'altra Vrhpolje, vicina a Vipava (Vipacco)? Credo più quest'ultima; quindi, sulla strada che da Nova Gorica porta a Razdrto...Io non ho la moto, e anche d'estate è un po' dura andarci in bici da Moggio Udinese, quindi ci andrò in auto. Credo però, come anche tu dici, che le Chiuse delle Alpi Giulie fossero numerose e con varie dislocazioni; ho sempre pensato che una fosse prossima all'attuale Chiusaforte: molte invasioni sono arrivate attraverso il valico di Tarvisio, che è molto basso. Tu che ne dici?

P.S. Mi correggo: ma questi sloveni perchè chiamano due posti con lo stesso nome? Vedo che la Selva di Piro o bosco di Hrusika è a N.E. rispetto all'ultima strada che ho citato, teoricamente non lontano da Vipava ma con strade pessime. Quindi, con la Trieste-Fiume non c'entra nulla.

Modificato da gpittini

Inviato (modificato)

DE GREGE EPICURI

Per trovare i posti citati ho dovuto cercarli sulla carta. Dunque, Hrusica è circa a metà sulla Trieste-Fiume, un po' sulla sinistra, diciamo a 30 km da Trieste. Vrhpolje invece è vicinissima al confine (uscita di Pese), ma non mi è chiaro come ci si arriva; oppure è l'altra Vrhpolje, vicina a Vipava (Vipacco)? Credo più quest'ultima; quindi, sulla strada che da Nova Gorica porta a Razdrto...Io non ho la moto, e anche d'estate è un po' dura andarci in bici da Moggio Udinese, quindi ci andrò in auto. Credo però, come anche tu dici, che le Chiuse delle Alpi Giulie fossero numerose e con varie dislocazioni; ho sempre pensato che una fosse prossima all'attuale Chiusaforte: molte invasioni sono arrivate attraverso il valico di Tarvisio, che è molto basso. Tu che ne dici?

P.S. Mi correggo: ma questi sloveni perchè chiamano due posti con lo stesso nome? Vedo che la Selva di Piro o bosco di Hrusika è a N.E. rispetto all'ultima strada che ho citato, teoricamente non lontano da Vipava ma con strade pessime. Quindi, con la Trieste-Fiume non c'entra nulla.

Vrhpolje (ecco il nome :D ) è proprio il paesino presso Vipava.

Per Hrusjca (Ad Pirum) si parte da Ajdiussina verso Col e poi a seguire.

http://www.ars-cartae.com/claustra/claustra.htm

Il sistema dei Claustra Alpium Iuliarum orientativamente partiva da Fiume, raggiungeva Forum Iulii (Cividale) e terminava in Carinzia.

Chiusaforte certamente ne faceva parte.

Attraverso il valico del Tarvisio, leggendo Zosimo, si potrebbe presupporre anche il transito di Alarico nell'invasione del 408, quale possibile via alternativa rispetto all'altra ipotesi che è quella di Ad Pirum.

Aggiungo link dell'albergo-ristorante Stara Posta a Hrusica, con foto del mueso e del sito archeologico : http://www.gostilna-staraposta.com/

Modificato da Flavio

Inviato

Complimenti per le vostre preziose ed esaurienti delucidazioni amici.

Contribuiscono a rendere questa discussione ancora più interessante.

Sarebbe opportuno svilupparla ancora...gli argomenti relativi non mancano.

:)


Inviato

Grazie a tutti per gli interventi sulla Battaglia del Frigido! :D

Penso che vista la vicinanza... ascolterò il consiglio di Flavio

Se non siete mai stati in questi luoghi e vi appassiona il tardo impero, vi consiglio caldamente una gita.

Visitare i resti delle fortificazioni di Ad Pirum e di Castra Fluvio Frigido per me è stato molto emozionante.

e la zona sarà meta di una gita primaverile!

Ciao

Illyricum

:)

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Inviato

Ricostruzione di un tratto di mura con porta e resti murari, veduta a volo d'uccello di Castrum Ad Pirum (disegno).

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Inviato

Ed infine

La battaglia del Frigido avvenne per l'appunto nella zona compresa tra le attuali città di Vipava ed Ajdovščina.

Quest'ultima città, in origine nota come "mansio Fluvio Frigido", divenne nella tarda antichità un "castra" ed ancora oggi sono visibili i resti delle fortificazioni.

la torre del Castrum visibile ad Ajdovscina.

Ciao

Illyricum

:)

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Inviato (modificato)

Davvero interessante questa discussione fatta da off-topic annidati a vari livelli :lol: magari ce ne fossero di più!

A proposito di cavalleria leggera vs. fanteria pesante, chi mi sa spiegare perché i Romani fino a un certo punto presero dai Parti solo schiaffoni, mentre dal II secolo in poi le parti si invertirono (Ctesifonte fu più volte saccheggiata dai Romani) al punto che l'impero Partico si dissolse e gli subentrarono i Sasanidi (i quali, a loro volta, diedero a Romani più di qualche dispiacere, questa volta con la cavalleria pesante)?

Provo a dare una risposta sintetica a Paleologo, innescando l'ennesimo OT.

L'esercito dei Parti si componeva di unaccurata, coordinata e ben proporzionata miscela di cavalleria leggera, estremamente mobile e munita di arco (del quale sapeva fare ottimo uso), integrata da cavalleria pesante catafratta, armata della nota e pesante lancia da impugnare a due mani.

Fino a quando nei ranghi dell'esercito romano brillò l'assenza di cavalleria leggera, la cavalleria pesante partica ebbe la piena facoltà di applicare la classica tattica di minacciare la carica, imponendo ai legionari romani lo schieramento di battaglia, che veniva a quel punto bersagliato pesantemente dagli arcieri a cavallo, i quali, con una tattica mordi e fuggi, massacravano i poveri legionari inquadrati fino a determinarne lo scioglimento dei ranghi, esponendoli così alla mortale carica dei catafratti.

La cavalleria pesante romana (non ancora catafratta, cito ad esempio i cavalieri galli di Crasso) non era in grado di arrecare pensiero agli arcieri parti che attaccavano e si ritiravano in velocità per poi attaccare nuovamente.

La situazione mutò quando i Romani integrarono le loro file con una valida cavalleria leggera, in grado di disperdere gli arcieri parti a cavallo, impedendo di fatto ai catafratti qualsiasi carica contro la fanteria schierata (carica che si sarebbe risolta in un suicidio per la cavalleria pesante).

Quando i Sasanidi rovesciarono i Parti (inizio III secolo), si determinò la presenza di un nuovo tipo di cavalleria catafratta, nel contempo dotata anche di arco (non è chiaro se ogni cavaliere catafratto fosse attrezzato con lancia ed arco oppure vi fossero due unità catafratte distinte nel tipo di armamento), tale da conglobare comunque in un'unica unità le caratteristiche tattiche e strategiche del precedente mix di cavalleria pesante/leggera dei Parti.

La cavalleria leggera romana non poteva dunque ingaggiare la cavalleria pesante sasanide che, di nuovo, al solo minacciare la carica obbligava la fanteria romana allo schieramento, provvedendo poi a subissarla di frecce, alternando cariche parziali e ritirate fintanto che la fanteria si disordinava e diveniva bersaglio inerme per la vera carica finale.

Insomma, i Parti prima dellintroduzione della cavalleria leggera romana (vedi Carre) e successivamente di nuovo i Sasanidi, erano in grado di seguire passo a passo lesercito romano, limitarne la logistica e lesplorazione, imporne a piacimento il dispendio fisico dello schieramento minacciando la carica e, dopo adeguato tormento, sbaragliare i legionari con cariche di cavallerie pesante in condizioni per loro favorevoli.

Dovremo arrivare al IV secolo (vedi le campagne di Galerio, Costanzo II e di Giuliano) per ritrovare un esercito romano nuovamente in grado di dare filo da torcere ai Sasanidi, integrando al meglio le azioni di fanteria pesante con quelle di fanteria leggera e di cavalleria pesante catafratta (copiata dal nemico) con cavalleria leggera da schermaglia.

Modificato da Flavio

Inviato

Ed infine

La battaglia del Frigido avvenne per l'appunto nella zona compresa tra le attuali città di Vipava ed Ajdovščina.

Quest'ultima città, in origine nota come "mansio Fluvio Frigido", divenne nella tarda antichità un "castra" ed ancora oggi sono visibili i resti delle fortificazioni.

la torre del Castrum visibile ad Ajdovscina.

Ciao

Illyricum

:)

Grazie Illyricum.

Integro con un link alla foto del citato "monumento a Tau" di Vrhpolje : http://www.vipavska-dolina.si/?jezik=ANG&id=79&oblika=KDEDISCINA&baza=1&vsebina=

Veramente avrei anche una foto personale, con il sottoscritto a fianco del monumento in atteggiamento "imperiale", ma ve la risparmio (poi i bambini si spaventano) :D :D :D


Inviato

Mi limito quindi alla foto della pianura della battaglia come si vede dal monumento (il colpo d'occhio di Teodosio).

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Inviato

Grazie a Flavio per la lectio :)


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