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1 minuto fa, eliodoro dice:

il libro postato dico...dove ha letto che è originale..ad occhio esperto si legge bene Forni editore

Non ha compreso, io parlavo di Ferraro, quello sulle monete di Gaeta ;)

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2 ore fa, avv.cesaredeletteris dice:

Ovvio, essendo una anastatica. Ma l'originale resta l'originale. È la stessa differenza che passa tra un riconio e una moneta autentica :D

Ma in questo caso non direi - se posso..

nel senso che l’originale sembra gia’ un’anastatica?

personalmente adoro i libri e pur essendo piu’ numismatico che bibliofilo non posso resistere al fascino di una bella edizione, una bella stampa, una bella legatura, delle tavole superbe

qui non c’e’ neanche uno di questi elementi . L’originale sembra gia’ nato come anastatica e al di la’ di avere il feticcio del volume primigenio da un punto di vista bibliofilo non vi e’ alcuna concessione .   

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24 minuti fa, numa numa dice:

Ma in questo caso non direi - se posso..

nel senso che l’originale sembra gia’ un’anastatica?

personalmente adoro i libri e pur essendo piu’ numismatico che bibliofilo non posso resistere al fascino di una bella edizione, una bella stampa, una bella legatura, delle tavole superbe

qui non c’e’ neanche uno di questi elementi . L’originale sembra gia’ nato come anastatica e al di la’ di avere il feticcio del volume primigenio da un punto di vista bibliofilo non vi e’ alcuna concessione .   

La differenza e nell'edizione, quella originale e unica è del 1915, questo dal punto di vista bibliografico è un dato fondamentale. Le anastatiche sono repliche, copie, utili a chi vuole leggere l'opera, ma prive di ogni valore bibliografico, storico e collezionistico. Se così non fosse tutti si accontenterebbero delle repliche e non si spiegherebbe come mai ad esempio l'opera di Ferraro si vende alle aste anche per 200 euro mentre la copia anastatica si paga 20 euro. Vale l'esempio già fatto dei riconi, meglio possedere una moneta autentica con la sua eredità storica o una sua replica moderna? Ecco perché cerco le edizioni originali, a parte il fatto che alcune ristampe sono brutte, ma quello estetico è un altro discorso...

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1 ora fa, avv.cesaredeletteris dice:

La differenza e nell'edizione, quella originale e unica è del 1915, questo dal punto di vista bibliografico è un dato fondamentale. Le anastatiche sono repliche, copie, utili a chi vuole leggere l'opera, ma prive di ogni valore bibliografico, storico e collezionistico. Se così non fosse tutti si accontenterebbero delle repliche e non si spiegherebbe come mai ad esempio l'opera di Ferraro si vende alle aste anche per 200 euro mentre la copia anastatica si paga 20 euro. Vale l'esempio già fatto dei riconi, meglio possedere una moneta autentica con la sua eredità storica o una sua replica moderna? Ecco perché cerco le edizioni originali, a parte il fatto che alcune ristampe sono brutte, ma quello estetico è un altro discorso...

Non e’ stato compreso il punto che facevo - ci sono originali ed originali - non importa..

auguri per la ricerca ?

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3 ore fa, avv.cesaredeletteris dice:

La differenza e nell'edizione, quella originale e unica è del 1915, questo dal punto di vista bibliografico è un dato fondamentale. Le anastatiche sono repliche, copie, utili a chi vuole leggere l'opera, ma prive di ogni valore bibliografico, storico e collezionistico. Se così non fosse tutti si accontenterebbero delle repliche e non si spiegherebbe come mai ad esempio l'opera di Ferraro si vende alle aste anche per 200 euro mentre la copia anastatica si paga 20 euro. Vale l'esempio già fatto dei riconi, meglio possedere una moneta autentica con la sua eredità storica o una sua replica moderna? Ecco perché cerco le edizioni originali, a parte il fatto che alcune ristampe sono brutte, ma quello estetico è un altro discorso...

Io pur essendo un bibliofilo non condivido questa impostazione, le ristampe hanno un loro valore bibliografico e collezionistico, non sono semplici copie ma prodotti editoriali distinti, in alcuni casi presentano dei pregi materiali per la fattura della carta e rilegatura, non poche volte possono assumere carattere di rarità o presentare elementi testuali aggiuntivi (prefazioni, introduzioni) di notevole interesse scientifico, vi sono poi ristampe fondamentali che permettono il possesso e la consultazione in formato tradizionale di opere estremamente difficili a reperirsi, un esempio classico in merito è la grande opera del Rizzo sulle monete della Sicilia greca, quando la si trova in originale è spesso in condizioni piuttosto vissute ed a prezzi proibitivi, l'unico modo alternativo per averla senza svenarsi è ricorrere alla ristampa Forni che nonostante la differenza qualitativa rispetto all'originale pure spunta prezzi non proprio per tutti. L'ideale a mio avviso è di possedere gli originali insieme alle varie ristampe in modo da ricreare in biblioteca la storia bibliografica dell'opera, chiaro che la mia è un'impostazione particolare che si basa su un criterio bibliografico e privilegia la coerenza scientifica di una biblioteca rispetto al possesso di singoli pezzi di pregio...io stesso l'ho applicata solo per alcune opere di riferimento come lo Spahr e il Sabatier sulle monete bizantine.

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Interessante la piega che ha preso la discussione e molto pertinente l’intervento di Talpa che addirittura esprime un altro lato della questione ovvero la ricerca ‘fililogica’ che un testo puo’ esprimere attraverso le sue varie edizioni .

verissimo che esistono ristampe a volte piu’ preziose dell’originale. E’ il caso ad esempio - pre chi le conosce - delle efizioni Nummorum Auctiones di Lugano che ristamparono i cataloghi delle importantissime vendite Gnecchi (1976) . Della collezione Harberlin (1977) e della collezione di Monete papali di Othon Leonardos. Tutti questi volumi sono rilegati in pelle con sovracoperta di plastica stampati su carta di eccellente qualità con un’eccezionale nitidezza di stampa. Essi rappresentano sia un prezioso ausilio per bibliografico ( senza i difetti che sovente si riscontrano nei volumi originali - maxime i cataloghi - con copertone strappate, disegni di penna, lacerazioni etc) sia da un punto di vista bibliofilo per i materiali scelti.

in altri casi, sempre per seguire quanto espresso da Talpa la ristampa ha una maggiore completezza rispetto all’originale . La ristampa Forni di un repertorio fondamentale del Sambon contiene ad esempio 5 tavole inedite i.n piu’ rispetto all’originale che furono trovate solo in seguito e aggiunte appunto nella ristampa. In questo caso la ricostruzione filologica dell’opera imporrebbe di avere accanto all’originale la ristampa integrata con l’inedito. 
in altri casi ancora, soprattutto per volumi di repertorio la differenza tra originale e ristampa e’ davvero minima o poco significativa. Per il dizionario degli incisori opera di Leonard Forrer stampata originariamente all’inizio del 1900 in 6 volumi , la ristampa fatta da Spink in 8 volumi del 1979-81 e’ in pratica identica all’originale (un po’ come il Ferraro) ma ha anche il vantaggio di avere  due volumi in piu’ di indice e supplementi che sono un aiuto eccellente a chi utilizza il prezioso repertorio come strumento di ricerca. 
 

questi pochi esempi mostrano come paragonare le ristampe ai riconi  non sempre sia completamente pertinente..

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Non essendo un collezionista di libri, a me interessa il contenuto, non la tiratura, per cui il problema di prendere l'originale o la ristampa non me lo pongo. Non mi interessa la rarità o il suo valore collezionistico, lo devo leggere il libro, non tenerlo da parte. Se capisco la tesi dell'importanza dell'originale, non condivido la comparazione della ristampa con un riconio di una moneta che è semplice gadget, mente la ristampa contiene tutto ciò che interessa al lettore, meno molto spesso, se non quasi sempre, il valore collezionistico. Questa discussione nacque per mostrare libri in possesso agli altri utenti che, in tal modo, avrebbero potuto  chiedere informazioni o notizie sugli stessi, non, almeno credo, per una mera esibizione muscolare di rarità collezionistiche. 

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Chiaramente ognuno ha le sue idee. Io fui molto addolorato quando la Forni chiuse i battenti. Ho molte loro ristampe anastatiche di opere che ormai non avrei mai trovato in originale, se non a prezzi proibitivi che traghetterebbero la bibliofilia nella bibliomania.

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10 ore fa, talpa dice:

Io pur essendo un bibliofilo non condivido questa impostazione, le ristampe hanno un loro valore bibliografico e collezionistico, non sono semplici copie ma prodotti editoriali distinti, in alcuni casi presentano dei pregi materiali per la fattura della carta e rilegatura, non poche volte possono assumere carattere di rarità o presentare elementi testuali aggiuntivi (prefazioni, introduzioni) di notevole interesse scientifico, vi sono poi ristampe fondamentali che permettono il possesso e la consultazione in formato tradizionale di opere estremamente difficili a reperirsi, un esempio classico in merito è la grande opera del Rizzo sulle monete della Sicilia greca, quando la si trova in originale è spesso in condizioni piuttosto vissute ed a prezzi proibitivi, l'unico modo alternativo per averla senza svenarsi è ricorrere alla ristampa Forni che nonostante la differenza qualitativa rispetto all'originale pure spunta prezzi non proprio per tutti. L'ideale a mio avviso è di possedere gli originali insieme alle varie ristampe in modo da ricreare in biblioteca la storia bibliografica dell'opera, chiaro che la mia è un'impostazione particolare che si basa su un criterio bibliografico e privilegia la coerenza scientifica di una biblioteca rispetto al possesso di singoli pezzi di pregio...io stesso l'ho applicata solo per alcune opere di riferimento come lo Spahr e il Sabatier sulle monete bizantine.

Condivido l'idea che l'anastatica è un prodotto editoriale distinto, per questo si parla di "edizione" anastatica. Può avere un interesse perché riproduce un libro raro ma non potrà mai essere identico a quest'ultimo.

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41 minuti fa, Liutprand dice:

Chiaramente ognuno ha le sue idee. Io fui molto addolorato quando la Forni chiuse i battenti. Ho molte loro ristampe anastatiche di opere che ormai non avrei mai trovato in originale, se non a prezzi proibitivi che traghetterebbero la bibliofilia nella bibliomania.

La bibliomania come dice il vocabolario è patologica, compulsiva, e non si misura nella quantità di denaro che uno spende. A parte il fatto che tutte le forme di collezionismo hanno alla base una minima forma di compulsione, io non mi sento un bibliomane, perche so che tutto dipende da quanto spendo e da "come". L'importante è non andare oltre le proprie possibilità, come per le monete... Per me avere un'edizione originale in biblioteca è un piacere inpagabile, le ristampe le lascio con piacere a chi non si può permettere gli originali :D

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Se si collezionano libri è ovvio che si cerca l'originale. Se si collezionano monete (o le si studiano) ci si "accontenta" anche di una copia anastatica. 

Non esiste il giusto o sbagliato in questo caso. Ognuno segue la sua regola o passione. Io personalmente non spenderei mai 500 € per un testo se posso averne la copia anastatica a 20. Perchè a me quel libro serve aprirlo, leggerlo, studiarlo (qualcuno si accontenta anche solo di sfogliarlo) e domani tornare a riprenderlo, riaprirlo e rileggerlo di nuovo. Tutti passaggi che su un testo originale fanno venire i brividi ma i libri sono nati per questo. Nonostante tutto qualche testo originale lo possiedo e non nego che molti di loro sono pieni di sottolineature, appunti e note a margine. Sono i miei preferiti perchè significa che chi li ha avuti prima di me li ha usati e non messi su uno scaffale a raccogliere la polvere. A mio avviso è solo una questione di gusti e di esigenze e per fortuna ognuno è ancora libero di scegliere. 

Mia opinione ovviamente e, pur non condividendo alcuni paragoni letti, massimo rispetto per le opinioni altrui.

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1 ora fa, avv.cesaredeletteris dice:

La bibliomania come dice il vocabolario è patologica, compulsiva, e non si misura nella quantità di denaro che uno spende. A parte il fatto che tutte le forme di collezionismo hanno alla base una minima forma di compulsione, io non mi sento un bibliomane, perche so che tutto dipende da quanto spendo e da "come". L'importante è non andare oltre le proprie possibilità, come per le monete... Per me avere un'edizione originale in biblioteca è un piacere inpagabile, le ristampe le lascio con piacere a chi non si può permettere gli originali :D

Infatti, il mio post esordiva con "ognuno ha le sue idee", anche se non condivido per nulla la Sua ultima frase.

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1 ora fa, avv.cesaredeletteris dice:

La bibliomania come dice il vocabolario è patologica, compulsiva, e non si misura nella quantità di denaro che uno spende. A parte il fatto che tutte le forme di collezionismo hanno alla base una minima forma di compulsione, io non mi sento un bibliomane, perche so che tutto dipende da quanto spendo e da "come". L'importante è non andare oltre le proprie possibilità, come per le monete... Per me avere un'edizione originale in biblioteca è un piacere inpagabile, le ristampe le lascio con piacere a chi non si può permettere gli originali :D

Infatti i piu’ colti distinguono tra ‘bibliofilia’ ( amore per i libri) e ‘bibliomania’ ( ossessione per i libri) ?

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Buongiorno, da collezionista di libri (prevalentemente antichi), oltre che di monete, condivido in parte ciò che scrive fedafa.

Come collezionista di libri non posso accontentarmi di una copia, di una ristampa o di una edizione dozzinale ma sono sempre alla ricerca dell'originale (naturalmente compatibilmente con le mie finanze, proprio come accade quando decido di acquisire una nuova moneta).

Questo non significa che se tra i miei libri vi sono alcune cinquecentine mi astenga dal consultarle, dal leggerle integralmente o parzialmente, dallo sfogliarle periodicamente, dal sentire l'odore delle pagine (o la "puzza", per come la vede mia moglie). Lo faccio con tutti gli accorgimenti del caso. Proprio come faccio per le monete (che mai mi sognerei di chiudere in quelle algide bustine periziate con sigilli, ma sono gusti).

Chi acquista un libro (antico o moderno che sia) per lasciarlo depositato su uno scaffale a raccogliere polvere per paura di sciuparlo (ignorando che così facendo il danno sarà maggiore di quello che potrebbe recare un contatto "umano") non è il collezionista ma l'arredatore.

E' vero, ci sono alcune edizioni originali che, per la loro estrema delicatezza (parliamo sempre di carta), si prestano poco al contatto: in questo caso una copia per uso studio diventa indispensabile come l'originale (ma non collezionabile, almeno per me).

Saluti.

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Ragazzi, bella discussioe, a tratti originale e divertente :D Personalmente condivido ciò che dice allek! Ricordo poi che tutti i "grandi" numismatici di tutti i tempi hanno posseduto e possiedono immense biblioteche e certo non di anastatiche o (peggio) di file su dvd... Ognuno si chieda il perché... :D

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59 minuti fa, avv.cesaredeletteris dice:

Ragazzi, bella discussioe, a tratti originale e divertente :D Personalmente condivido ciò che dice allek! Ricordo poi che tutti i "grandi" numismatici di tutti i tempi hanno posseduto e possiedono immense biblioteche e certo non di anastatiche o (peggio) di file su dvd... Ognuno si chieda il perché... :D

Non tutti i ‘grandi ‘ numismatici possiedevano

biblioteche immense pero’ e’ pur vero che Molti di loro avevano

biblioteche ben fornite. 
in anni recenti sono state vendite molte biblioteche e anche recentemente ne sono tate esitate alcune specialistiche molto

interessanti.  -Abbiamo

biblioteche di studiosi ( come quella del prof Berghaus) pochi testi bibliofili ma tantissimi libri specialistici

quella di grandi ditte: Munenzen und medaillen con un’infinità di testi, riviste e soprattutto cataloghi - una delle piu complete 

e infine biblioteche di bibliofili sopraffini - Allek la conoscera’ senz’altro - come la Bassoli dove il testo piu recente era il Corpus di VE III 

la biblioteca di quest’ultimo ad esempio aveva dei testi meravigliosi ma era molto

meno estesa rispetto a quanto si possa pensare ..

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53 minuti fa, avv.cesaredeletteris dice:

Ragazzi, bella discussioe, a tratti originale e divertente :D Personalmente condivido ciò che dice allek! Ricordo poi che tutti i "grandi" numismatici di tutti i tempi hanno posseduto e possiedono immense biblioteche e certo non di anastatiche o (peggio) di file su dvd... Ognuno si chieda il perché... :D

Naturalmente le impostazioni e i criteri seguiti in ogni tipo di collezionismo sono del tutto personali e anche la bibliofilia non fa eccezioni, nel mio caso, pur essendo sensibile ai pregi materiali ed estetici di una bella edizione, seguo un criterio che privilegi il valore scientifico del contenuto, vale a dire che tra un volume antico, uno bello editorialmente e uno moderno in semplice brossura ma con un contenuto di rilevanza scientifica superiore ai primi due esempi sceglierò quest' ultimo, la semplice antichità di un volume non è un elemento per me dirimente, le opere antiche o originali a cui sono interessato devono possedere il carattere di perdurante valore o utilità scientifica o essere stati comunque dei riferimenti centrali nella bibliografia sul tema, per fare degli esempi il Corpus fa parte di quelle opere che vorrei possedere anche in originale per il suo carattere di opera fondamentale negli studi di numismatica italiana. Riguardo alle biblioteche dei grandi numismatici non credo che questi disdegnino ristampe o fotocopie, in futuro abbonderanno anche le biblioteche digitali fatte di PDF, anch'io ne sto creando una specializzata in determinati ambiti e trovo il digitale di estrema praticità e utilità nella ricerca scientifica, i numismatici sono in primo luogo studiosi e le loro biblioteche hanno fini scientifici.

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  • 2 settimane dopo...
Questa mattina ho ricevuto questo volumetto : Costanzo Gazzera Delle zecche e di alcune rare monete degli antichi marchesi di Ceva d'Incisa e del Carretto. Discorsi quattro Torino Stamperia Reale 1833

2020-05-11-0002.jpg

2020-05-11-0004.jpg

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Il 11/5/2020 alle 10:15, piergi00 dice:
Questa mattina ho ricevuto questo volumetto : Costanzo Gazzera Delle zecche e di alcune rare monete degli antichi marchesi di Ceva d'Incisa e del Carretto. Discorsi quattro Torino Stamperia Reale 1833

2020-05-11-0002.jpg

2020-05-11-0004.jpg

Molto bello bravo Pier.

del Gazzera ho il suo rarissimo studio sulle monete di Desana ...

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