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eh è una moneta non comune, peccato per la conservazione (ma cmq è difficile trovarne in ottime condizioni)...magari la scansione non rende bene... <_<...complimenti.... ;) ...ti posso chiedere quanto hai speso??? :)

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vero rende molto meglio.... bella.....

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Davvero una bellissimo moneta! :)

Il trono credo rappresenti il "Seggio Pericoloso" del ciclo arturiano, riservato solo a colui che, puro di cuore, avrebbe ritrovato il Graal e fatale a chiunque altro vi si fosse seduto. La rosetta mi sembra un chiaro riferimento a Dio.

Questa interpretazione è davvero suggestiva: difficile trovare una migliore chiave di lettura di quei tempi travagliati in cui il trono di Napoli vacillava sotto la minaccia di discesa di carlo VIII.

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Davvero una bellissimo moneta! :)

Il trono credo rappresenti il "Seggio Pericoloso" del ciclo arturiano, riservato solo a colui che, puro di cuore, avrebbe ritrovato il Graal e fatale a chiunque altro vi si fosse seduto. La rosetta mi sembra un chiaro riferimento a Dio.

Questa interpretazione è davvero suggestiva: difficile trovare una migliore chiave di lettura di quei tempi travagliati in cui il trono di Napoli vacillava sotto la minaccia di discesa di carlo VIII.

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Grazie Orlando10 per l'ottima analisi di un simbolo davvero difficile! :)

La presenza dell'ermellino al dritto della moneta rinforza la simbologia del rovescio in quanto l'animale dalla pelliccia candida è simbolo della purezza e della regalità tanto che era usata per adornare i mantelli di papi ed imperatori.

Enrico

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Ci sono delle notizie che vogliono che questo tipo di moneta sia stata coniata per la celebrazione di un ordine cavalleresco, quello di San Michele Arcangelo, voluto da Ferdinando d'Aragona dopo la cacciata degli Angioini dal Regno, che aveva come insegna appunto l'ermellino (simbolo di purezza) e l'impresa DECORUM che appare nel cartiglio sopra la moneta.

Vi posto un link da Google Books che parla della zecca dell'Aquila che riporta questa versione:

http://books.google.it/books?id=4lkRAAAAYA...num=3&ct=result

Sul trono effettivamente non so niente, ma l'ipotesi di Orlando è decisamente intrigante.

ciao

Modificato da Frenkminem
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Scriverò di certo una cosa risaputa e per molti scontata, ma è anche da ricordare che il trono ardente è uno dei simboli araldici di Alfonso I d'Aragona insieme al fascio di miglio, il nodo ed il libro aperto.

Complimenti per la moneta, è davvero molto bella ed interessante! Enrico

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Grazie a tutti per i commenti a questo thread magari un po' egocentrico da parte mia...cmq molte notizie interessanti che sviluppano ancora di più il mio ego :D

PS per Giovenale, sarà difficile, penso, trovarne un'altra, la danno come R3 (forse esagerando chissà :rolleyes: ) per il momento mi godo questa ;)

per Minerva - Grazie della notizia non ne sapevo niente, però è interessante questa relazione tra Alfonso, quindi la cultura iberica, e il ciclo arturiano. Anche se il '400 è pervaso dalla cultura cavalleresca, insomma quella che farà dare di matto all'ibericissimo Don Chisciotte all'inizio del '600.

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Le imprese araldiche di Alfonso I (trono ardente, fascio di miglio, nodo e libro aperto) sono persino visibili nel vestibolo di ingresso del Maschio Angioino, dipinte accanto allo suo stemma.

Per quanto riguarda le monete, il trono ardente compare (almeno) anche nel mezzo carlino di Ferdinando II che resse il regno per pochi mesi in seguito all'abdicazione del padre Alfonso II.

Spesso queste imprese araldiche sono di difficile intrepretazione!

Se posti monete così, sviluppa pure il tuo ego, per me te lo concedo volentieri! :lol:

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è interessante questa relazione tra Alfonso, quindi la cultura iberica, e il ciclo arturiano. Anche se il '400 è pervaso dalla cultura cavalleresca, insomma quella che farà dare di matto all'ibericissimo Don Chisciotte all'inizio del '600.

379224[/snapback]

Nel XV secolo, la letteratura cavaleresca ed in particolare il ciclo arturiano erano molto presenti nella cultura europea anche grazie all'introduzione della stampa tipografica che rese più diffusa la presenza dei libri.

E' in questo secolo, infatti, che sir Thomas Malory scrisse con rinnovato vigore le gestà di Artù e la sua opera raggiunse una diffusione mai vista prima. Tutto ciò che rimandava alla vita ed alle gesta del leggendario re divenne una vera e propria moda. Enrico

Modificato da minerva
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Il trono in fiamme (seggio pericoloso), a mio avviso, sta a simboleggiare proprio il particolare periodo. In pochi anni si sono succeduti diversi Re su quel "trono" e non amichevolmente. La lotta tra Angioni ed Aragona, per il controllo del regno di Napoli era in pieno fermento. In particolare, la legenda al R IN DEXTERA TUA SALUS MEA DOMINE (Nella tua mano destra è la mia salvezza, Signore), simboleggia proprio l'invocazione di aiuto a Dio da parte dell'Aragonese (che alla fine sembra sia stata accolta :D ).

Una piccola nota, questi armellini, essendo stati coniati in un periodo di guerra, risultano coniati su tondelli con bassa percentuale d'argento e ciò ha causato malcontento nella popolazione.

Visto che è stato nominato, posto quello di Ferdinando II.

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Nel XV secolo, la letteratura cavaleresca ed in particolare il ciclo arturiano erano molto presenti nella cultura europea anche grazie all'introduzione della stampa tipografica che rese più diffusa la presenza dei libri.

E' in questo secolo, infatti, che sir Thomas Malory scrisse con rinnovato vigore le gestà di Artù e la sua opera raggiunse una diffusione mai vista prima. Tutto ciò che rimandava alla vita ed alle gesta del leggendario re divenne una vera e propria moda. Enrico

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Se facciamo un excursus della saga britannica, nelle raffinate corti dell'Italia del sud, troviamo un chiaro riferimento alla leggenda del re inglese molto più antica.

Nel 1165, in pieno splendore normanno, il monaco basiliano Pantaleone compone quello spaccato di cultura medievale che è il mosaico pavimentale della Cattedrale di Otranto.

Stranamente compare un personaggio a cavallo , che lo stesso Pantaleone, in un cartiglio, lo rivela essere:Rex Arturus.

Non soltanto ma poco più sotto compare un cavaliere in preghiera davanti ad un unicorno (che sappiamo essere una delle tante manifestazioni simboliche di Cristo come il pesce o il pellicano) personalmente ho sempre pensato che anche in questa immagine ci fosse un rimando alla saga britannica, ovvero il cavaliere "vergine" Parsifal che s'inginocchia in preghiera prima del cimento a tutti noto.

Naturalmente i simboli del mosaico che sono innumerevoli, hanno dato la stura a tutti i folli alla Dan Brown che ci hanno visto riferimenti ai soliti templari, il graal, lo gnosticismo etc. insomma un numero completo di "Focus" :lol:

cliccare per credere

http://digilander.libero.it/sabato/Maddale...dalenaEpis6.htm

vi posto la rappresentazione del rex arturus di Pantaleone

post-9670-1220448997_thumb.jpg

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Davvero interessante Frenk! Ciò avvalora secondo me quanto alcuni studiosi affermano, cioè che le storie legate ad Artù sono un patrimonio comune a più parti d'Europa provenenienti da una fonte comune: in Italia ne abbiamo un esempio importante anche nella chiesa di San Galvano, in Toscana, dedicata ad un cavaliere-santo vissuto nel XII secolo. Nella chiesa si trova ancora oggi una spada conficcata nella roccia...

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