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Risposte migliori

Inviato

Nella sezione preunitarie si parla di monete sfregiate per motivi politici: credo che sia un argomento che merita l'apertura di una discussione a parte.

Quando la moneta diventa uno strumento di espressione delle posizioni politiche, sociali, religiose. Vediamo quante ne riusciamo a trovare...

Comincio con il rovescio dei 30 soldi di Milano di Francesco II: in questo esemplare del 1800, come del resto accade spesso e volentieri, il piccolo scudetto con le insegne di casa d'Austria posto al centro del grande scudo con lo stemma di Milano è sfregiato per disprezzo del protagonista della prima restaurazione austro-russa...

30soldiij8.jpg


Inviato (modificato)

scusate, non conosco benissimo questa monetazione ma come fate a distinguere sfregi da eventuali graffi di conio? nel caso delle due monete appena postate più che manomissioni postume i segni sulle monete a me sembrano il risultato di uno strumento meccanico

Modificato da Fid

Inviato (modificato)

Anche io non sono esperto di questa monetazione ma secondo me il 30 soldi ha semplicemente dei graffi di conio, non è il primo esemplare che vedo con questa caratteristica mentre il marengo di Giulio è solo molto usurato

Modificato da Arthas

Inviato

Allora, i graffi di Arthas sono in una posizione ben diversa rispetto a quelli dell'esemplare postato da me. Nel caso di molti esemplari da 30 soldi anche in letteratura si parla di graffi di spregio. Ora non ho tempo e modo di verificare, ma lo farò stasera.


Inviato

Anch'io ho questo Carlo II stranamente graffiata al centro dello stemma.

Non avevo mai pensato che i graffi potessero essere sintomo di una protesta, però guardandoli meglio effettivamente non mi sembrano soltanto usura, perchè la moneta (almeno in questa faccia) è perfettamente leggibile...pare proprio un deliberato intervento umano.

post-9670-1219924746_thumb.jpg


Inviato (modificato)

a me sembrano tutti dei semplicissimi e comunissimi graffi di conio :rolleyes:

Modificato da Fid

Inviato

Anche a me i graffi sul 30 soldi paiono di conio, se guardate bene anche sul bordo della moneta si intravvede il proseguimento di tali graffi. Questi difetti erano presenti abbastanza spesso sulle monete del ducato di Milano/Mantova, anche sui crocioni/Kronenthaler se ne trovano in abbondanza.


Inviato

..ed anche sulla monetazione napoletana


Inviato

Pur nella differenza di posizioni nei singoli casi, ditemi se in sè la discussione ha una sua validità, altrimenti è meglio chiuderla qui...


Inviato

Il tema degli sfregi sulle monete è molto particolare e, sebbene non conosco la monetazione postata da Fratelupo, posso sicuramente citare gli sfregi che compaiono sulle monete romane, più o meno per la stessa ragione motivata da Fratelupo; le cosiddette Damnatio Memoriae, praticate in genere con profonde incisioni sul volto dell'imperatore tanto odiato.

Nel caso della moneta in questione però vorrei avanzare un'ipotesi tratta sempre da una pratica in voga nella Roma repubblicana, vale a dire la coniazione "al marco". Da un determinato quantitativo di metallo di argento si dovevano ottenere un prestabilito numero di monete. Per far questo, quando i tondelli, ancor prima di essere coniati, risultavano in numero inferiore a quello teorico, se ne asportava una piccola quantità di materiale al fine di ottenere così il numero mancante di tondelli.

I tondelli mutilati sulla superficie dalle sgorbie, continuavano a presentarne, anche dopo la coniazione, gli inconfondibili segni.

Anche nel caso della moneta in esame e delle altre postate, mi sembra che i graffi potessero essere già presenti sul tondello prima della coniazione. Vi chiedo, è plausibile questa teoria? Vi risulta che questo tipo di monete fossero coniate "al marco"?


  • ADMIN
Staff
Inviato

Fra, è uno spunto interessante e non chiuderei la discussione.


Inviato

se non sbaglio nella coniazione al marco "i graffi di aggiustamento" venivano fatti dopo la coniazione ;)


Inviato
Anche nel caso della moneta in esame e delle altre postate, mi sembra che i graffi potessero essere già presenti sul tondello prima della coniazione. Vi chiedo, è plausibile questa teoria? Vi risulta che questo tipo di monete fossero coniate "al marco"?

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Credo di sì.

Il tondello poteva essere limato nel caso eccedesse nel peso e i segni si ritrovano sui rilevi, mentre scompaiono nei campi grazie alla maggiore pressione del conio.

Anche nel momento di espulsione della moneta dopo la coniazione potevano prodursi dei graffi su di essa.

Aggiungo anche il link della discussione citata da fratelupo in modo che si possano avere qui già due notevoli esempi di monete sfregiate per motivi politici.

Monete sfregiate


Inviato

spesso gli "sfregi" venivano fatti anche per controllare il tipo di metallo il fenomeno e frequantissimo in quel periodo sopratuttto nelle Patrone tedesche mi pare di riconoscere proprio questa partica nelle monete postate...

Alessandro

Awards

Inviato

Ciao a tutti, monete che furono vittime di opere di "sfregio" più che altro mirate alla satira politica, sono gli argenti dell'ultimo periodo di regno di papa Pio IX.

A partire del 1867 infatti si trovano molti esemplari in cui il pontefice è trasformato da papa a carbonaro o giacobino, e persino in un Bismarck pelato e baffuto :rolleyes: .

Nel tempo ho trovato immagini di esemplari di qualsiasi taglio, dal 5 soldi al 5 lire e con diversi "stili", dalla semplicissima rozza incisione fino alla finissima opera di bulino.

Tema assai ricorrente la pipa, quasi onnipresente, come in questo 2 lire:

2lirepioixaxxii1867ritotd1.jpg

Di altre monete similari, ma da 2 lire e mezza, avevo parlato in questa discussione:

http://www.lamoneta.it/index.php?showtopic=1020

Ciao, RCAMIL.


Inviato (modificato)

Torno ai 30 soldi di Milano presentati in apertura di discussione, citando Fabio Gigante: "È facilmente riscontrabile in queste monete la parziale o totale obliterazione, oppure lo sfregio, dello stemma austriaco posto nel centro del rovescio. Questo ad evidenziare il malumore popolare verso gli austriaci e la crescente voglia di libertà nei territori lombardi." (Gigante, 2007).

Al di là del caso dell'esemplare postato, si tratta di un aspetto che interessa questo tipo di monetazione.

Modificato da Fratelupo

Inviato (modificato)
Allora, i graffi di Arthas sono in una posizione ben diversa rispetto a quelli dell'esemplare postato da me. Nel caso di molti esemplari da 30 soldi anche in letteratura si parla di graffi di spregio. Ora non ho tempo e modo di verificare, ma lo farò stasera.

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è vero che l'ipotesi dei graffi di sfregio compare in letteratura, il Gigante riprende la nota sui 30 soldi dal Crippa. Quindi un'ipotesi assolutamente autorevole, tuttavia anche io propenderei, nella mia umile opinione ovviamente, per i graffi di conio. Infatti sono presenti in tutte le monete da 30 soldi o quasi, molto simili tra loro, solo più o meno evidenti. Si trovano in quasi tutte le monete del periodo anche in altri stati preunitari, come evidenziato in precedenza. Credo che i graffi di sfregio sarebbero stati fatti ogni volta con strumenti diversi o con mani diverse non credete?

Modificato da Michele2198

  • ADMIN
Staff
Inviato

Anche se si ipotizzasse che gli sfregi venissero fatti in zecca, cosa che spiegherebbe la loro omogeneità, coniare le monete e poi sfregiarle non è mica un lavoro da poco. Si fa prima a sfregiare il conio.


Inviato
Anche se si ipotizzasse che gli sfregi venissero fatti in zecca, cosa che spiegherebbe la loro omogeneità, coniare le monete e poi sfregiarle non è mica un lavoro da poco. Si fa prima a sfregiare il conio.

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già ma credo che l'ipotesi degli sfregiatori all'interno della zecca sia ancora meno plausibile. In questo caso le autorità si sarebbero accorte che venivano coniate monete sfregiate, e non credo che l'avrebbero presa molto bene. Il colpevole o i colpevoli sarebbero stati subito identificati.


Inviato

Gli aggiustamenti del peso operati dalla zecca erano un'operazione diffusissima nel periodo, non saprei se la definizione di "graffi di conio" sia corretta (in quanto operata manualmente dopo la coniazione). Nella maggior parte degli esempi che ho visto e' presente sul rovescio, forse per rispetto all'immagine del sovrano, ma non mancano esempi anche con il dritto "sfregiato".

Potrebbe anche essere che gli addetti della zecca abbiano unito l'utile -in quanto a loro richiesto-, al "dilettevole", lo stemma centrale mi sembra infatti essere la parte piu' a rilievo su questa moneta, quindi la prima a subire gli effetti della limatura, ma in alcuni esempi sembra sfregiata in maniera quasi "chirurgica" (si vedano gli esempi del Catalogo).


Inviato (modificato)

I graffi di conio si formavano durante il procedimento per la produzione monetale molto più facilmente nella fase in cui la moneta veniva spostata dopo la coniazione tramite un estrattore.Molte monete coniate sul suolo italico presentano questi caratteristici graffi di natura meccanica associati da eventuali altre imperfezioni che ,come noterete in molte monete FDC, non incidono sulla conservazione ma sicuramente incidono sia sul prezzo sia sulla bellezza.A questo punto ci si può chiedere come riconoscere la differenza fra dei graffi di conio e dei graffi postumi (non è detto che siano "sfregi") anche in funzione del valore commerciale da attribuire alla moneta.La risposta va sicuramente trovata nell'osservazione complessiva di ogni singola monetazione capendo quali siano le caratteristiche di un graffio da macchinario caratterizzato il più delle volte da graffi tipici e facilmente individuabili (possiamo eventualmente approfondire questo aspetto)

p.s. escludo categoricamente che impiegati della zecca graffiassero appositamente le monete per deturparle, leggendo diversi decreti e norme penalistiche degli antichi stati italiani si può notare che certe manomissioni (in particolar modo le ruberie sulla quantità di fino) erano puniti severamente anche con la pena capitale

Modificato da Fid

Inviato (modificato)
Torno ai 30 soldi di Milano presentati in apertura di discussione, citando Fabio Gigante: "È facilmente riscontrabile in queste monete la parziale o totale obliterazione, oppure lo sfregio, dello stemma austriaco posto nel centro del rovescio. Questo ad evidenziare il malumore popolare verso gli austriaci e la crescente voglia di libertà nei territori lombardi." (Gigante, 2007).

Al di là del caso dell'esemplare postato, si tratta di un aspetto che interessa questo tipo di monetazione.

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L'ostilità all'Austria si manifestava in diversi modi e luoghi; mio padre (nato suddito della duplice monarchia) mi raccontava che a Capodistria, covo di irredentisti, i francobolli di Francesco Giuseppe venivano sempre incollati a testa in giù.

Molti poi tenevano in gabbie tricolori dei merli, dal momento che i colori dell'Impero austriaco erano il giallo e il nero.

Un gruppo di operai incaricati di pulire a fondo la scritta W L'ITALIA apparsa una notte sul muro del tribunale la pulì così a fondo da incidere il muro... :-)

Modificato da okt
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Inviato
I graffi di conio si formavano durante il procedimento per la produzione monetale molto più facilmente nella fase in cui la moneta veniva spostata dopo la coniazione tramite un estrattore.Molte monete coniate sul suolo italico presentano questi caratteristici graffi di natura meccanica associati da eventuali altre imperfezioni che ,come noterete in molte monete FDC, non incidono sulla conservazione ma sicuramente incidono sia sul prezzo sia sulla bellezza.A questo punto ci si può chiedere come riconoscere la differenza fra dei graffi di conio e dei graffi postumi (non è detto che siano "sfregi") anche in funzione del valore commerciale da attribuire alla moneta.La risposta va sicuramente trovata nell'osservazione complessiva di ogni singola monetazione capendo quali siano le caratteristiche di un graffio da macchinario caratterizzato il più delle volte da graffi tipici e facilmente individuabili (possiamo eventualmente approfondire questo aspetto)

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Eppure da piu' parti ho trovato riferimento ad aggiustamenti di peso (la parola tedesca per questi graffi e' proprio Justiert http://www.numispedia.de/Justierspur )

p.s. escludo categoricamente che impiegati della zecca graffiassero appositamente le monete per deturparle, leggendo diversi decreti e norme penalistiche degli antichi stati italiani si può notare che certe manomissioni (in particolar modo le ruberie sulla quantità di fino) erano puniti severamente anche con la pena capitale

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L'ipotesi e' che gli impiegati della zecca calcassero la mano su una situazione preesistente.


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