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Il globo sulle monete romane


SporaN27

Risposte migliori

Cito dal Libro Secondo della Naturalis Historia di Plinio il Vecchio: "Il mondo, e tutta questa realtà che, con un altro nome, piace anche chiamare cielo, nella cui curvatura si raccoglie ogni vita, è giusto reputarlo una divinità, eterna, sconfinata, senza origine nè morte. [...] Che vi siano nella volta delle figure incise, di animali e di ogni genere di cose, e che il mondo non sia, come vediamo nelle uova di uccello, un corpo ininterrottamente liscio e scivoloso,idea che studiosi molto importanti hanno sostenuto, è indicato da anologie terrene. [...] Il cielo lo abbiamo chiamato così a somiglianza di un oggetto cesellato, come argomenta Marco Varrone". (Einaudi Editore, ed. "I Millenni").

E' vero che le sfere armillari propongono l'antica visione cosmologica che è presente anche in Platone, ma sulle monete ritengo che si sia raffigurato il pianeta terrestre e la compattezza della superficie delle rappresentazioni, nell'ottica di Plinio, ritengo possa essere un elemento a favore di tale attribuzione. Una raffigurazione grafica del cielo avrebbe previsto delle allusioni zodiacali.

Il signore del cielo inoltre, nel mondo Classico, è Giove e non penso probabile che lo si sarebbe potuto addizionare simbolicamente a divinità altre o addirittura al potere degli Imperatori romani.

Il simbolo, poi, è stato "ereditato" in epoche davvero prossime a quelle del paganesimo e non penso che sarebbe stato adottato il simbolo di un globo crucigero partendo da un simbolo allusivo al cielo.

Enrico

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Secondo me questo che dici è una visione "a posteriori" cioè di noi moderni che sappiamo che il mondo è sferico, al tempo dei romani quella era la rappresentazione dell'idea tolemaica del mondo un punto centrale (la terra) e varie sfere che trasportavano i pianeti (fra cui metteva anche il sole e la luna) il tutto fasciato dalla sfera più esterna quella detta delle stelle fisse che inglobava tutto il meccanismo.

Ma anche le stelle fisse non sono mai sempre così fisse, infatti stanno su una sfera che si muove dov'è rappresentato lo zodiaco, sono dunque un cielo in movimento.

Non so cosa potesse capire il popolo, ma con tutte le rappresentazioni che c'erano nelle imperiali questa non era certo la più difficile da capire.

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Secondo me questo che dici è una visione "a posteriori" cioè di noi moderni che sappiamo che il mondo è sferico

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Anche i romani ritenevano che il mondo fosse sferico e in un mio precedente intervento ho indicato il Link di una discussione in cui si è trattato l'argomento e dove ho avuto modo di riportare degli altri passi di Plinio che provano tale conoscenza.

Temo che noi moderni siamo più propensi a sottovalutare le intuizioni degli antichi.

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Continuo a non essere d'accordo, un conto è Plinio che ha ereditato il pensiero greco in tutte le sue forme e gli aspetti, altro conto è il cittadino medio romano che vedeva sorgere e tramontare il sole e poi la luna, il marinaio che si orientava grazie alle costellazioni, per costoro non era difficile pensare che questo globo celeste pieno di luci fosse una sfera che conglobava il mondo e tutti i pianeti che orbitavano sempre facendo lo stesso arco nel cielo delle stelle fisse, era più logico pensare, per un romano, che una sfera trasparente accompagnasse questo andare e venire di un pianeta con questa puntualità, ci doveva essere per forza qualcosa che lo trasportava, fosse pure il carro di Apollo.

Tante sono state le intuizioni durante il periodo ellenistico, ma quella che ha resistito per secoli è stata quella tolemaica, io penso che fosse per il semplice motivo che non era una speculazione teorica ma legata a ciò che pareva una regola naturale facilmente comprensibile, insomma: un dato di fatto.

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Continuo a non essere d'accordo, un conto è Plinio che ha ereditato il pensiero greco in tutte le sue forme e gli aspetti, altro conto è il cittadino medio romano che vedeva sorgere e tramontare il sole e poi la luna, il marinaio che si orientava grazie alle costellazioni, per costoro non era difficile pensare che questo globo celeste pieno di luci fosse una sfera che conglobava il mondo e tutti i pianeti che orbitavano sempre facendo lo stesso arco nel cielo delle stelle fisse, era più logico pensare, per un romano, che una sfera trasparente accompagnasse questo andare e venire di un pianeta con questa puntualità, ci doveva essere per forza qualcosa che lo trasportava, fosse pure il carro di Apollo.

Tante sono state le intuizioni durante il periodo ellenistico, ma quella che ha resistito per secoli è stata quella tolemaica, io penso che fosse per il semplice motivo che non era una speculazione teorica ma legata a ciò che pareva una regola naturale facilmente comprensibile, insomma: un dato di fatto.

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Nessuno mette in discussione la teoria Tolemaica che è un dato di fatto, ma dobbiamo tenere presente che la sfera di cui si sta discutendo è un simbolo che è stato apposto su oggetti ben precisi: le monete.

Noi sappiamo quale valenza avessero le monete nell'Impero Romano: esse erano un mezzo di propaganda del potere temporale ed il vettore che permetteva di conoscere ed osservare il volto dell'Imperatore in tutto le sterminato territorio dell'Impero. Esse non erano nè investite di valenze trascendenti nè di estetica "bucolica"; in esse si utilizzavano anche le allegorie religiose per portare fondatezza al potere temporale.

Paul Zanker in "Augusto e il potere delle immagini, Bollati Boringhieri Ed." scrive circa la raffigurazione, su un denario di Augusto, della Vittoria seduta su globo: "La Vittoria invece, a differenza di altre monete più antiche, non ha un atteggiamento aggressivo ma siede rilassata sul globo e con le mani in grembo. L'Impero è ormai in mane sicure" (pg. 240). Questa è una delle tante citazioni che potrei riportare a sostegno di tale tesi.

Che senso avrebbe, infatti, produrre un rimando al cielo? Io non vedo nessi e dal punto di vista della comunicazione a cui il mezzo è destinato non avrebbe un senso logico ed un'utilità pratica. Noi sappiamo quanto i Romani fossero pragmatici e razionali e quanto la religione pagana fosse poco trascendente e celeste.

Un amico, in privato, con grande spirito di osservazione mi ha fatto notare attentamente anche la raffigurazione del rovescio dell'asse di Vespasiano proposto da Centurioneamico

http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...cID=306&Lot=262

L'aquila raffigura il potere di Roma e che senso avrebbe apporlo al di sopra dei cieli? Enrico

Modificato da minerva
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Terra, terra! Ai Romani quello interessava, il possesso della terra, il dominio, la "roba". Se poi "la terra" era tutto il mondo, tanto meglio! Del regno dei cieli nun je ne poteva fregà de meno ;)

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Come ho già scritto sopra, non sottovalutiamo le dimensioni degli elementi riportati sulle monete. Molto spesso le diverse dimensioni danno la possibilità di distinguere l'imperatore dalla divinità e questo accadeva sicuramente all'inizio dell'impero. Sovente si propagandava la benevolenza degli dei ritraendoli, in dimensioni superiori o al massimo uguali, accanto all'imperatore o nell'atto di porgergli un globo, duque il potere sul mondo.

Ma prendendo sempre in considerazione la teoria del globo celeste è da chiedersi se realmente i romani davano tanta importanza allo studio degli astri e del movimento dei pianeti così come facevano ad esempio i babilonesi o gli egizi. Ad esempio per i babilonesi esistevano sacerdoti con l'esclusiva funzione di osservare il cielo perchè dai movimenti dei pianeti dipendeva la sorte del loro popolo; ogni singolo evento celeste influenzava la vita del regno babilonese, tutti potevano essere buoni o cattivi presagi da interpretare correttamente pena talvolta la morte del sacerdote. Gli egizi sappiamo bene che conoscevano perfettamente il cielo tanto da orientare templi e piramidi con le costellazioni mantenendo una precisione assoluta. Se visitate Agrigento, la Valle dei Templi, vi accorgerete che tutti sono orientati verso est (direzione del sole nascente), tutte le divinità dovevano guardare in quella direzione. E se invece guardiamo una pianta dei fori romani ci accorgiamo che i templi non hanno un orientamento specifico (se sbaglio affermando ciò correggetemi) o almeno non un orientamento astrologico.

Dunque che importanza i romani davano realmente all'osservazione del cielo?

Perchè ad esempio non furono coniate monete per commemorare la cometa che probabilmente nel 6 a.C. nel mese di Aprile, tracciò i cieli e che verosimilmente è la stessa identificata come la Stella Cometa che guidò i re Magi da Oriente verso il nascituro Gesù? Un evento di tali proporzioni non poteva passare inosservato. Sulle monete romani talvolta compaiono comete (Augusto vede in essa il Divo Giulio) ma queste non sono mai strettamente legate ad avvistamenti fatti in cielo, perchè?

Se il globo celeste fosse stato ritenuto tanto importante perchè patria degli Dei e quindi separato dalla Terra, per quale ragione la sua raffigurazione è sempre così ridotta rispetto all'Imperatore? Perchè talvolta il globo è ai piedi o sotto al sedere della divinità o sotto alle zampe dell'aquila?

Perchè in quel denario di Domizia il figlio seduto sul globo gioca con 7 stelle esterne ad esso?

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Inserisco una valida citazione scovata da antvwala:

SYMBOLISM OF THE SPHERE

by Michael R. Molnar

Celator, June 1998

The title for this article is taken from a book by Otto J. Brendel, a great art historian, who showed that archeological monuments could support literary evidence to yield new perspectives and insight to the meaning of ancient symbols. His essay on the meaning of the sphere that appears on ancient coinage and artwork stands as one of the great pieces of classical scholarship. Using this work along with other sources, I hope to explain further some of the questions raised in Michael Marotta’s recent article (The Celator Feb. 1998 p. 18.) about this fascinating subject, namely the symbolism of the the sphere.

First of all, the the sphere or orb that adorns so many Roman coins has roots in religion and philosophy. The Greeks believed that the universe was divine. Moreover, it was spherical as evident from the apparent shape of the starry sky. The Stoics, in particular, believed that the cosmos controlled all events by a divine fire that was “reason” (logos). Each person’s soul was a small flame from the cosmic fire that revealed itself as a divine force, namely Fate. And the Sun and stars manifested that fire. Thus, the orb representing the living, divine universe was held sacred which justifies its representation on coins.

The evidence that the orb depicted on so many coins was the cosmos and not the Earth is revealed first of all by stars and astronomical markings. Close inspection of the orbs sometimes shows not a smooth ball, but bands or hatch marks. On small orbs there appears a letter “X,” but on larger orbs, it is recognized as crossed bands that represent the intersection of the allimportant zodiac and the celestial equator. The system of circles that the Greeks marked on the celestial the sphere is described in the Phaenomena of Aratus, Pliny’s Natural History, and Manilius’Astronomica. The “X” is called the equinoctial cross which represents the spring and autumnal equinoxes (where the Sun crosses the celestial equator). It signified the belief in cosmic cycles of birth, death, and rebirth. (The Timaeus of Plato referred to this symbol as a celestial Greek letter “chi.”)

The sestertius of Antoninus Pius in Marotta’s article is a poor specimen. But I happen to have a better example (fig. 1: Antonino Pio, denaro, Italia) that shows that the globe cannot be the Earth. The cornucopia in Italia’s hand represents the abundance of the country. Her scepter symbolizes the authority of Italia, probably due to her greatest city, Rome. But the globe has stars and the equinoctial cross. Thus, Italia presiding on the cosmic orb signifies the greatness and immensity of her power. We will return to the power of the orb later, but for now we will focus on the orb’s circles.

When a Greek astronomer explained the parts of a celestial globe to his pupils, he used a “radix” or staff to point to the equator, ecliptic (zodiac), constellations, etc. Urania, the muse of astronomy, is often depicted as pointing the radix to a celestial globe on a tripod, which signifies her power over the workings of the cosmos. I have seen some of the Republican denarii of Pomponius Musa (Craw. 410/  showing Urania pointing her radix to a globe that has a tiny equinoctial cross. This also reveals the incredible skill and attention for detail by a master celator.

Of course, most orbs do not show the equinoctial cross or even stars. Most are smooth, but a few others show a grid that looks like the circles of latitude and longitude of earth globes. Those orbs that look remarkably like a modern geographic globe are found most commonly on denarii struck by Juba II (SNG Cop. 587) and by Vespasian (RIC 117). On those coins Capricorn, the source of Augustus Caesar’s imperial destiny, holds the grid-marked orb. But, the sky, too, had a grid system laid out by Greek astronomers which was used to locate stars and planets on the celestial the sphere. We know that the orbs, smooth or with grids, are celestial spheres because of how they are employed in the iconography.

The orb is commonly portrayed as being offered by Sol or Jupiter to the emperor. (Capricorn also offers it to the person born under its control.) Often, the emperor already possess the orb, and holds it outright for everyone to see. A fine example of this is shown in Marotta’s article. The significance of these scenes lies in the meaning of the “cosmocrator” the world holder or better interpreted as the world ruler. And here “world” is the ancient meaning, namely cosmos, not the modern meaning for Earth. The cosmocrator has deep religious and political meanings. Sol, Mithras, and Jupiter were world rulers because they controlled the workings of the universe and bestowed kingships. Their power was signified by the celestial orb. Thus, an emperor who received the orb from them was blessed as a cosmocrator which gave him the religious and political power to rule everything. Receiving the orb was another metaphor for power possessed by the emperora common theme on Roman coinage.

Nevertheless, as Marotta mused, there is excellent evidence that Greek and Roman scholars knew that the Earth was round, which raises the question whether a round Earth was depicted on coins. However, there was no universal agreement that the Earth was unquestionably round. That is, Ptolemy, Pliny, Seneca, and many others claimed that the Earth is “sensibly” round, but they tell us that the majority of common folk did not accept what navigators and scholars deduced from observation and studies. So, we should not jump to the conclusion that the round Earth was widely accepted as it is nowadays.

In any case, could a spherical Earth be depicted on a coin by the intelligentsia? From the above arguments, we are left with not many examples, if any. Virtually all the orbs on Roman coins are the celestial the sphere the sacred source of power of the cosmocrator. But in my opinion there is one coin that depicts the round Earth. (There may be others, but I prefer this example.) I maintain that the inscriptions using the phrase orbis terrarum (circle of lands) allude to a round Earth. And there is one particular coin that supports this idea.

The coin is RIC 594, a sestertius of Hadrian. The reverse is “RESTITVTORI  ORBIS TERRARVM S C. Hadrian standing left, holding roll in left hand, extending right hand to raise towered woman, kneeling left, holding globe.” The coin commemorates Hadrian’s cancellation of debts which made him “restorer of the earth” because this act greatly benefited the empire’s economy. The coin, in my opinion, is likely an example of a round Earth because a celestial orb would not be called orbis terrarum. Also, I do not see an equinoctial cross or stars on this large globe that would easily show such celestial devices. Thus, I believe that this is a good candidate for the depiction of a round Earth.

There is one important side bar to this discussion. Now we can better appreciate why the globus cruciger appeared on coinage of late antiquity. This is the globe crowned with a Christian cross. The cosmic orb of the Greeks and Romans was indeed a pagan symbol; thus, it had to make way for a Christian symbol. But the cosmic orb could not be abandoned because it had important political symbolism the power of an emperor. The solution was to remove the equinoctial cross, and supplant that pagan symbol with a Christian one. Placed in the hand of the emperor, the orb with a Christian cross was now sanctified by Christ. Thus, Christ ruled the cosmos, and became the source of power for an emperor.

So, we can see that, although the Earth was regarded as spherical, this was not as important as acknowledging the power of the spherical cosmos.

  

Bibliography:

Otto J. Brendel Symbolism of the the Sphere Leiden: E. J. Brill, 1977.

D. B. Gain The Aratus ascribed to Germanicus Caesar London: Athlone, 1976.

David Ulansey Origins of the Mithraic Mysteries New York: Oxford, 1989.

Manilius Astronomica.

Plato Timaeus.

Pliny Natural History.

Seneca Natural Questions. 

Leggendo questo articolo apprendo intanto che esistono rappresentazioni del globo con i pallini anche prima di Costantino, esattamente vi è un esempio sotto Antonino con Italia seduta su un globo tracciato da linee trasversali e pallini.

http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...cID=257&Lot=674

E' certamente lecito chiedersi a questo punto cosa raffiguri esattamente quel globo e non è errata l'affermazione dell'autore dell'articolo che vede nella raffigurazione la Dea Italia che domina sull'intero Universo, cielo e terra messi insieme.

Poi l'autore però cita un sesterzio di Adriano dove la legenda dice RESTITVTOR ORBIS TERRARVM, una figura con mantello e cappello inginocchiata ai piedi di Adriano con globo in grembo e mano sinistra tesa verso l'imperatore(liscio). http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...ucID=37&Lot=476

In questo caso il termine TERRARVM è inequivocabilmente riferito alla Terra, dunque, come spiega l'autore stesso, vi doveva pur essere una certa convinzione del fatto che la Terra fosse rotonda.

Ma aggiungerei un'osservazione, la figura (talvolta turrita) inginocchiata, non consegna il globo ad Adriano ma lo stringe a se, gli porge invece la mano sinistra. Dunque chi è la figura inginocchiata? Sappiamo che spesso le personificazioni delle città erano mostrate come donne turrite (vedi la stessa raffigurazione di ITALIA sopra) e poi vorrei aggiungere l'esempio di un denario di Vespasiano: http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...ucID=49&Lot=407

qui al rovescio è il busto di una figura femminile turrita e legenda PACI ORB. TERR. AVG. quindi la personificazione della Terra appare talvolta come una donna con la testa turrita che, nell'esemplare di Adriano, regge il suo emblema, il globo.

Ma la raffigurazione è inginocchiata ad Adriano, questo perchè la Terra continua ad essere ritenuta non una divinità, bensì un immenso territorio su cui mantenere il potere di Roma.

Su un aureo di Valeriano http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...cID=283&Lot=657

ritroviamo una raffigurazione simile con la donna turrita inginocchiata all'imperatore. In questo caso sembrerebbe che l'imperatore (RESTITVTOR ORBIS) stia restituendo il globo (emblema della Terra) alla donna dunque non riceve il potere (che già possiede) ma ha ristabilito la pace e la serenità sul mondo, tale restituzione è rappresentata proprio dal gesto dell'imperatore definito in questo caso "restauratore del mondo". Non è riportato il termine TERRARVM ma la raffigurazione della donna ci riporta al sesterzio di Adriano precedentemente citato come quest'altro antoniniano di Valeriano: http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...cID=137&Lot=873

C'è un'altro sesterzio di adriano molto significativo:

http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...ucID=26&Lot=404

Qui al rovescio è la legenda LOCVPLETATORI ORBIS TERRARVM , dunque colui che ha arricchito il mondo terrestre, non compare il globo ma soltanto l'imperatore sul podio alto e accanto la Liberalitas che versa il contenuto di una cornucopia su due cittadini.

Ma c'è un bellissimo esempio di Costantino che rimette nuovamente tutto in discussione:

http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...cID=264&Lot=511

al rovescio Costantino seduto e incoronato da una Vittoria, regge una fascia su cui sono i segni zodiacali e legenda: RECTOR TOTIVS ORBIS (governatore di tutto il mondo), non compare il globo. E' dunque possibile che i romani intendessero per mondo il pianeta Terra e tutto il cielo contemporaneamente con pianeti e stelle come dalla citazione di Minerva?

“Il mondo e tutta questa realtà che, con un altro nome, piace anche chiamare cielo, nella cui curvatura si raccoglie ogni vita, è giusto reputarlo una divinità, eterna, sconfinata, senza origine né morte” (dal libro secondo della Historia Naturalis)".

Se così fosse non è possibile che il globo raffigurasse: talvolta solo la Terra in maniera più esemplificativa, talvolta l'intero mondo comprensivo di Terra e Cielo con relative stelle incastonate (fra queste anche Sole e luna)?

Dunque non due globi distinti e separati l'uno con il significato di Terra, l'altro con il significato di Cielo, ma un unico globo che li racchiudesse entrambi?

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Aggiungo un'altra curiosa moneta coloniale coniata sotto Tiberio:

http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...cID=181&Lot=688

Qui sono raffigurati il DIVO augusto e la DIVA GIULIA AVGVSTA (Livia), Augusto ha il sole sulla testa, Livia la luna.

Al rovescio è la legenda IVLIA AVGVSTA GENETRIX ORBIS con globo sotto al collo

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Centurione hai fatto una disamina precisa e messo in rilievo vari aspetti inetressanti sia numismatici che culturali.

Ma se ritorniamo a Paleologo è vero che i romani erano interessati alla terra tanto è vero che esiste un solo (importante) trattato romano di astrologia ed è l'Astronomicon di Manilio, che è una descrizione sommaria della visione orientale-babilonese sul tema.

Gli stessi greci non erano interessati al trascendente più di tanto, al confronto con le culture con cui sono venuti in contatto, se si toglie certi testi giunti dall'oriente ellenistico come il Phaenomena di Arato o il De Sphera di Teucro (personaggio d'origine orientale, forse persiano) detto appunto "il babilonese".

Soltanto con l'arrivo delle tre religioni misteriosofiche orientali: Iside, il mitraismo assiro e il cristianesimo, i romani sono contagiati dal trascendente, monumenti come i vari mitrei che si trovano in città (ed anche fuori penso a Sutri e a Vulci) lo testimoniano, la Villa dei Misteri di Pompei e l'Asino d'oro di Apuleio ci fanno vedere la forte influenza del culto di Iside a Roma (per non parlare delle varie piramidi costruite sulle consolari delle quali è rimasta soltanto quella di Cestio). Sul cristianesimo la storia è più lunga ma la simbologia riferita ad un evento comunque misterioso come l'arrivo di un profeta che tende a distinguere fra cielo e terra e dare all'elemento celeste più importanza di quello terrestre, era quanto di più lontano può esserci dall'idea romana della religione tanto che questi divinizzavano gli Imperatori.

Costantino, in quella bellissima moneta postata da centurione, tiene una mano sopra la sfera del cielo delle stelle fisse è interessante vedere come ci si avvia verso la visione orientale e greco-tolemaica del rapporto tra il sovrano e la sfera celeste che si concluderà con l'affermazione del cristianesimo (direi imposizione dall'alto) con la scomparsa (talvolta violenta) delle religioni preesistenti e sulle monete si cominciano a vedere le sfere sormontate dalla croce.

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Perchè ad esempio non furono coniate monete per commemorare la cometa che probabilmente nel 6 a.C. nel mese di Aprile, tracciò i cieli e che verosimilmente è la stessa identificata come la Stella Cometa che guidò i re Magi da Oriente verso il nascituro Gesù? Un evento di tali proporzioni non poteva passare inosservato. Sulle monete romani talvolta compaiono comete (Augusto vede in essa il Divo Giulio) ma queste non sono mai strettamente legate ad avvistamenti fatti in cielo, perchè?

:) salve ragazzi.. come al solito quando le monete e lo spazio si incontrano l'argomento mi affascina e dico la mia...

il dubbio sulla "stella cometa", non è ancora oggi risolto ma esistono svariate ipotesi in merito:

Quando si parla dell'Adorazione dei Magi, ci si riferisce alla stella in Oriente; una cometa luminosissima? una congiunzione planetaria? una supernova? Erode chiede ai Magi quando la stella era loro apparsa non essendo stata vista da lui personalmente.

1) l'ipotesi più probabile è sostenuta da Michael R. Molnar (Rutgers, University), in un articolo pubblicato sulla rivista statunitense "Sky e Telescope" (Gennaio 1992), intitolato: "The coins of Antioch" ( le monete di Antiochia).

Molnar, ricostruisce gli eventi astronomici dell'epoca con l'ausilio del calcolatore elettronico e con l'uso di coniare monete all'accadimento di questi eventi, egli conclude che tenendo presente che il censo di Cesare Augusto fu indetto probabilmente per l'anno 8 a.c. (calendario Giuliano) e che Erode morì il 4 a.c., prende a riferimento un evento astronomico che si verificò fra questi anni.

Il 20 Marzo del 6 a.c., un minuto dopo il tramonto del Sole, alle ore 18 e 26 ora locale di Gerusalemme, si verificò un'occultazione lunare di Giove molto particolare in quanto la Luna e Giove erano prossimi al tramonto, mentre Giove e Marte si trovavano nella costellazione dell'Ariete, con Marte distante 7,6 ° dalla Luna. Giove riapparse alle 18 e 31, alle 18 e 36 Giove e la Luna tramontarono e nel cielo rimase Marte.

Bisogna specificare che gli astrologi dell'epoca erano dei bravi matematici e quindi potrebbero aver predetto l'evento astronomico, calcolando il periodo e le effemeridi dell'evento.

Il 17 Aprile dello stesso anno ci fu una nuova occultazione di Giove nell'Ariete. La seconda occultazione non fu visibile dalla Giudea in quanto avvenne poco dopo mezzogiorno ma gli astrologi potrebbero averla calcolata. La prova indiretta di calcoli astronomici su eventi non visibili è dimostrata da alcune monete romane dell'epoca, coniate nella zecca romana di Antiochia, che riportano figure di eventi astronomici non visibili in quelle zone. Tutto ciò potrebbe essere in accordo con i Vangeli e la seconda occultazione corrisponderebbe con la riapparizione della stella di Betlemme, dove nacque Gesù Cristo. Fra l'altro, l'ipotesi dell'occultazione "calcolata" è confermata dal fatto che Erode ed il popolo di Gerusalemme non erano a conoscenza dell'evento.

Un'altra ipotesi (virgolettata), formulata solo di recente, ma molto interessante, come lo è l'intero libro, deriva dal testo "Congiunzioni Giove Saturno e storia giudaico – cristiana” del'Ing. Giuseppe De Cesaris, editore Keybooks. L'autore dimostra astronomicamente che (dal testo a pagina 153): il nostro parere è che la chiamata di Gesù fu dovuta non solo e non tanto all'esperienza mistico - estatica sperimentata durante il battesimo da parte di Giovanni, quanto piuttosto alla scoperta di essere nato durante o verso la fine della davidica congiunzione tripla - durata nove mesi! - verificatesi nella costellazione dei Pesci dal 15 Aprile dell'anno di Roma 747 (7 avanti era cristiana) al 15 Gennaio dell'anno 748 (6 avanti l'era cristiana

dal sito www.aamt.it e

http://www.eclipse.net/~molnar/

;)

sono alla ricerca di questi testi e articoli e se qualcuno può aiutarmi glie ne sarò grato. spero di non essere uscito fuori tema.

Modificato da legioprimigenia
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Proseguendo con l'analisi delle monete ecco un bellissimo medaglione di Commodo dove l'imperatore al dritto comprare nelle sembianze di Giano Bifronte, al rovescio è TELLVS STABIL[iTA] sdraiata che tiene una mano su un grande globo stellato sopra al quale passano le 4 stagioni ciscuna con il proprio emblema; dietro una pianta di vite:

http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...cID=223&Lot=748

Secondo la descrizione fornita raffigurerebbe il nuovo anno, un anno simboleggiato prospero e pacifico.

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Perchè ad esempio non furono coniate monete per commemorare la cometa che probabilmente nel 6 a.C. nel mese di Aprile, tracciò i cieli e che verosimilmente è la stessa identificata come la Stella Cometa che guidò i re Magi da Oriente verso il nascituro Gesù? Un evento di tali proporzioni non poteva passare inosservato. Sulle monete romani talvolta compaiono comete (Augusto vede in essa il Divo Giulio) ma queste non sono mai strettamente legate ad avvistamenti fatti in cielo, perchè?

:) salve ragazzi.. come al solito quando le monete e lo spazio si incontrano l'argomento mi affascina e dico la mia...

il dubbio sulla "stella cometa", non è ancora oggi risolto ma esistono svariate ipotesi in merito:

Quando si parla dell'Adorazione dei Magi, ci si riferisce alla stella in Oriente; una cometa luminosissima? una congiunzione planetaria? una supernova? Erode chiede ai Magi quando la stella era loro apparsa non essendo stata vista da lui personalmente.

1) l'ipotesi più probabile è sostenuta da Michael R. Molnar (Rutgers, University), in un articolo pubblicato sulla rivista statunitense "Sky e Telescope" (Gennaio 1992), intitolato: "The coins of Antioch" ( le monete di Antiochia).

Molnar, ricostruisce gli eventi astronomici dell'epoca con l'ausilio del calcolatore elettronico e con l'uso di coniare monete all'accadimento di questi eventi, egli conclude che tenendo presente che il censo di Cesare Augusto fu indetto probabilmente per l'anno 8 a.c. (calendario Giuliano) e che Erode morì il 4 a.c., prende a riferimento un evento astronomico che si verificò fra questi anni.

Il 20 Marzo del 6 a.c., un minuto dopo il tramonto del Sole, alle ore 18 e 26 ora locale di Gerusalemme, si verificò un'occultazione lunare di Giove molto particolare in quanto la Luna e Giove erano prossimi al tramonto, mentre Giove e Marte si trovavano nella costellazione dell'Ariete, con Marte distante 7,6 ° dalla Luna. Giove riapparse alle 18 e 31, alle 18 e 36 Giove e la Luna tramontarono e nel cielo rimase Marte.

Bisogna specificare che gli astrologi dell'epoca erano dei bravi matematici e quindi potrebbero aver predetto l'evento astronomico, calcolando il periodo e le effemeridi dell'evento.

Il 17 Aprile dello stesso anno ci fu una nuova occultazione di Giove nell'Ariete. La seconda occultazione non fu visibile dalla Giudea in quanto avvenne poco dopo mezzogiorno ma gli astrologi potrebbero averla calcolata. La prova indiretta di calcoli astronomici su eventi non visibili è dimostrata da alcune monete romane dell'epoca, coniate nella zecca romana di Antiochia, che riportano figure di eventi astronomici non visibili in quelle zone. Tutto ciò potrebbe essere in accordo con i Vangeli e la seconda occultazione corrisponderebbe con la riapparizione della stella di Betlemme, dove nacque Gesù Cristo. Fra l'altro, l'ipotesi dell'occultazione "calcolata" è confermata dal fatto che Erode ed il popolo di Gerusalemme non erano a conoscenza dell'evento.

Un'altra ipotesi (virgolettata), formulata solo di recente, ma molto interessante, come lo è l'intero libro, deriva dal testo "Congiunzioni Giove Saturno e storia giudaico – cristiana” del'Ing. Giuseppe De Cesaris, editore Keybooks. L'autore dimostra astronomicamente che (dal testo a pagina 153): il nostro parere è che la chiamata di Gesù fu dovuta non solo e non tanto all'esperienza mistico - estatica sperimentata durante il battesimo da parte di Giovanni, quanto piuttosto alla scoperta di essere nato durante o verso la fine della davidica congiunzione tripla - durata nove mesi! - verificatesi nella costellazione dei Pesci dal 15 Aprile dell'anno di Roma 747 (7 avanti era cristiana) al 15 Gennaio dell'anno 748 (6 avanti l'era cristiana

dal sito www.aamt.it e

http://www.eclipse.net/~molnar/

;)

sono alla ricerca di questi testi e articoli e se qualcuno può aiutarmi glie ne sarò grato. spero di non essere uscito fuori tema.

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Ti riferisci a queste monete?

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Visto che anche i più grandi esperti sembrano oscillare tra l'una e l'altra interpretazione, e considerato che comunque la simbologia dell'orbe si riferisce a un periodo in cui la filosofia greca era già ampiamente diffusa e fatta propria dalle classi dirigenti romane, perchè non pensare a un doppio livello simbolico? Per il volgo, l'orbe come simbolo del dominio di Roma su tutta la terra; per i colti e gli iniziati, l'orbe come attributo dell'imperatore "cosmocrator" e tutto il resto. Oppure erano gli stessi romani che oscillavano tra una interpretazione del simbolo e l'altra? In fondo anche per noi "mondo" nel linguaggio comune può significare tanto la terra che l'universo.

Ciao, P. :)

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:) beh si.. sono meglio indicate nel sito che ho riportato..  mi pare la stessa!!! :)

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Avevo già letto un'ottimo articolo su Monete Antiche del dicembre 2007; certo la teoria è molto intrigante....ma perchè le monete furono coniate solo nel periodo successivo che va dal 5 all'11 d.C. quando la stella fù avvistata il 6 a.C.?

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ma perchè le monete furono coniate solo nel periodo successivo che va dal 5 all'11 d.C. quando la stella fù avvistata il 6 a.C.?

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Questa è una domanda interessante, se non ho visto male, nel sito citato la prima moneta parte dal 5 AD ma l'ultima viene datata al 55 o 56 AD, quindi più di cinquantanni dopo l'evento biblico, forse si riferisce ad un successivo evento astrale?

Comunque il fatto che sia riportato il simbolo dell'ariete ha qualcosa a che fare con la presunta nascita di Gesù sotto quel segno?

Si sa, ormai per certo, che la data del 25 dicembre è stata "inventata" per ricondurre la nascita del figlio di Dio alle feste romane e assimilarla a quella di Mitra (nato appunto da una vergine il 25).

Ma per molto tempo si sono contati gli anni a partire dal 25 marzo, stile usato a Firenze e Venezia durante tutto il medioevo e rinascimento, quindi in pieno segno dell'Ariete.

Anche se questo computo è stato poi chiamato ab incarnatione facendo una conta a ritroso dal 25 dicembre per 9 mesi.

Modificato da Frenkminem
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ma perchè le monete furono coniate solo nel periodo successivo che va dal 5 all'11 d.C. quando la stella fù avvistata il 6 a.C.?

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Questa è una domanda interessante, se non ho visto male, nel sito citato la prima moneta parte dal 5 AD ma l'ultima viene datata al 55 o 56 AD, quindi più di cinquantanni dopo l'evento biblico, forse si riferisce ad un successivo evento astrale?

Comunque il fatto che sia riportato il simbolo dell'ariete ha qualcosa a che fare con la presunta nascita di Gesù sotto quel segno?

Si sa, ormai per certo, che la data del 25 dicembre è stata "inventata" per ricondurre la nascita del figlio di Dio alle feste romane e assimilarla a quella di Mitra (nato appunto da una vergine il 25).

Ma per molto tempo si sono contati gli anni a partire dal 25 marzo, stile usato a Firenze e Venezia durante tutto il medioevo e rinascimento, quindi in pieno segno dell'Ariete.

Anche se questo computo è stato poi chiamato ab incarnatione facendo una conta a ritroso dal 25 dicembre per 9 mesi.

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Veramente io sapevo che il 25 era la data natale del Sole invitto

Paolo

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[...] non è possibile che il globo raffigurasse: talvolta solo la Terra in maniera più esemplificativa,  talvolta l'intero mondo comprensivo di Terra e Cielo con relative stelle incastonate (fra queste anche Sole e luna)?

Dunque non due globi distinti e separati l'uno con il significato di Terra, l'altro con il significato di Cielo, ma un unico globo che li racchiudesse entrambi?

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Ringrazio Centurioneamico per l'interessante articolo che ha proposto e per la puntuale e bella analisi di vari tipi monetali. Sono completamente d'accordo con tale sua lettura e reputo corretto il doversi avvalere delle legende e dell'intero contesto figurativo delle monete per poter giungere ad un'interpretazione condivisibile dei simboli ed in particolare all'attribuzione dei significati del "globo".

La raffigurazione, in Età Classica, del cielo quale entità concava (Virgilio ed altri) reputo debba essere collegata a segni quali le stelle fisse, altro che alluda alle sfere celesti (dieci cieli) o allo Zodiaco.

Non è escluso poi che con una certa "orientalizzazione" del pensiero romano tradizionale, l'Imperatore possa aver ambìto ad estendere il suo potere anche al di sopra della Terra, ma l'idea di fondo che io considererei assiomatica dei Romani è quella di un cielo visto come simbolo di una dimensione remota ed inaccessibile all'uomo; esso è la dimora degli dei o coincide con la divinità stessa.

Il cielo è il luogo delle trame del Fato, degli eventi astrologici che influiscono attivamente sulle sorti umane e non sarebbe stato investito di tali elementi fatalistici se l'Imperatore ne avesse potute dominare le sorti.

(Cfr. Dizionario dei simboli e delle allegorie, Mondadori Ed. 2002; Enciclopedia dei simboli, Garzanti, 1999).

Già ai tempi di Cesare e Pompeo, di contro, i due romani palesarono l'idea di dominio sul mondo terrestre: a Cesare il dominio della terra d'Occidente e a Pompeo quella d'Oriente (Cfr. M., E., Consoli, I Germani nella visione militare e politica di Cesare e di Tacito, M. D'Auria Ed., 2008).

L'Impero Romano è limitato quindi all'orbe.

L'associazione del ritratto dell'Imperatore o dell'augusta consorte ad un astro, reputo debba essere letto come il favore che per tale umana figura la divinità associata a tale astro riserva.

Un'altra riflessione parte dal provare a non considerare la cognizione della sfericità della Terra che i Romani avevano. Essa è stata già dimostrata, ma volendola trascurare appositamente dovremmo guardare ad una terra intesa come disco o comunque circolare. Se così fosse, dovremmo fare i conti con le possibilità di espressione tecnica di una sfera in assenza di prospettiva che noi vedremmo sempre circolare ed indistinta rispetto ad una figura circolare e spessa.

Riporto degli esempi di raffigurazione di scudi militari:

http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...cID=309&Lot=325

http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...cID=309&Lot=375

http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...cID=309&Lot=439

Questo solo per evidenziare che comunque sarebbe stato fondamentale distinguere l'attribuzione di un simbolo già per i Romani e che anche noi dovremmo leggerlo solo alla luce del contesto generale della moneta e che di certo non vi è un modo unico e generalizzabile di raffigurazione.

Enrico

Modificato da minerva
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Ho apportato una correzione alla mia precedente interpretazione del denario coniato sotto Domiziano per commemorare la scomparsa prematura del figlio e futuro principe; il denario non raffigura quindi l'augurio di Aeternitas per il il futuro imperatore (come avevo scritto in precedenza) ma l'Aeternitas per l'ormai divinizzato bimbo morto prematuramente, come recita anche la legenda del dritto DIVVS CAESAR IMP DOMITIANI F.(ilius) ove è specificata la divinizzazione del figlio dell'imperatore Domiziano:

http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.php?LotID=210650&AucID=288&Lot=299

Denario per Domizia. Qui al rovescio ne è raffigurato il figlio divinizzato (morto) su un grande globo che gioca (o forse invoca la benevolenza degli Dei?) con sette stelle che gli ruotano attorno.

Alcuni studiosi definiscono questo globo come quello della volta celeste per la presenza delle stelle e quelle linee che si intersecano sul globo. Personalmente penso che le stelle raffigurano come sempre l’Aeternitas, e l’intera immagine invoca la benevolenza degli sul bimbo defunto che, divinizzato, ha lasciato la terra e si trova in cielo ove stanno le altre divinità (stelle), o queste sono forse da identificare negli antenati della famiglia Flavia?.

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