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L'uso delle monete come Ex-Voto


Risposte migliori

Inviato

Da sempre l’uomo si rivolge a Dio per chiedere una grazia per se stesso o per una persona cara; in cambio lascia un effetto personale o del denaro in dono al santuario che ospita la dimora terrena del dio.

Dai numerosi ritrovamenti archeologici, fatti prevalentemente al centro e sud Italia, è chiaro che la tradizione dell’ex-voto nacque proprio in queste zone della nostra penisola.

In principio si associava alla divinità un corso d’acqua; nelle sue vicinanze si costruiva un modesto altare dove i fedeli potessero raccogliersi in preghiera e lasciare il loro ex-voto.

Ben presto gli umili altari furono sostituiti da fastosi templi ed il culto dell’ex-voto assunse caratteristiche fortemente commerciali. Intorno ai santuari fiorirono perciò dei veri e propri mercati di oggetti da donare alla divinità.

Vedi l'articolo allegato per affrontare l'argomento in maniera più generale:

GLI EX-VOTO, gli oggetti fittili con sembianze umane, i poliviscerali, gli animali, le piante e le monete.

L’ UTILIZZO DELLA MONETA COME EX-VOTO

Gli ex-voto dovevano essere deposti all’interno del santuario, in prossimità dell’altare dedicato alla divinità. Questi diventavano proprietà della divinità e, per tale motivo, sacri ed intoccabili.

I sacerdoti del tempio periodicamente dovevano fare posto ai nuovi ex-voto, vuotando i vecchi che, non potendo essere distrutti o riadoperati, erano interrati in gallerie, anfratti o fosse nascoste adiacenti al santuario; tali cavità sono denominate “favisse”.

Nelle favisse gli archeologi trovano ancora oggi numerose monete votive.

Ciò significa che la moneta era spesso utilizzata anche come ex-voto per chiedere protezione agli dei.

La prevalenza numerica delle monete rinvenute è in metallo vile (raramente in argento) a testimoniare la natura sociale più umile degli uomini che ricorrevano a tale pratica.

La donazione di denaro poteva avere luogo in due modi differenti: come tutti gli altri ex-voto, le monete erano depositate nei pressi di un altare all’interno del santuario o nello specchio d’acqua sacro attribuito alla divinità, dunque di sua esclusiva proprietà e perciò inviolabili; ma vi erano anche le offerte per i sacerdoti che con esse provvedevano al mantenimento del luogo di culto, a fare erigere nuove statue divine o altro.

Vi erano delle apposite urne, ubicate all’interno del tempio, vuotate del loro contenuto monetale solo in occasioni particolari. Alcune tra queste urne sono state trovate dagli archeologi ancora piene dell’intero prezioso contenuto.

E’ probabile che la donazione della moneta alla divinità fosse esclusivamente un atto simbolico non legato al suo valore, pertanto non è da escludere che per tale scopo fossero utilizzate monete oramai fuori corso perché troppo consunte, oppure monete frazionate intenzionalmente. Quest’ultima categoria è piuttosto presente e, sebbene sarebbe emerso che nei territori della Gallia la frammentazione fosse un atto religioso riconducibile forse agli ex-voto, è più probabile che le monete, spezzate per ottenere “moneta spicciola” in periodi in cui essa scarseggiava come ad esempio verso la fine della repubblica, fossero semplicemente utilizzate al posto dei nominali più piccoli. Non sappiamo se e come fosse stabilita la somma da donare; non abbiamo traccia dell’esistenza di un ipotetico prezziario, dunque possiamo solo ipotizzare che la o le monete donate potevano dipendere semplicemente dalle possibilità economiche del fedele di turno oppure che esistesse un importo prestabilito in funzione della grazia richiesta. A tal proposito ho provato a cercare, fra i vari dati dei ritrovamenti in ambito votivo, monete falsificate in antichità, ma i dati relativi alle monete in fossa sono molto superficiali e si limitano a pochi numeri e alla natura del metallo, perciò non mi è stato possibile considerarne l’eventuale ruolo fraudolento in questo particolare ambito religioso.

IL PARTICOLARE CASO DI UN ASSE DI TRAIANO

In compenso ho avuto la possibilità di osservare un asse di Traiano molto consunto con una curiosa particolarità: al dritto è stata ben incisa una corona radiata tanto che, la moneta, ad una prima rapida occhiata, potrebbe essere scambiata per un dupondio. Tale falsificazione, sicuramente praticata in antico (moneta e incisione presentano un forte strato di incrostazione piuttosto eterogeneo), era stata pensata per ingannare la normale utenza negli scambi commerciali di tutti i giorni, oppure serviva a ingannare la divinità, pagando così, per una grazia del valore di un dupondio, una moneta del valore di un asse? Quella moneta poteva certamente essere ingannevole in mezzo ad un buon numero di dupondii veri, ma una volta isolata era impossibile non individuarne la vera natura. Le ipotesi che posso avanzare sono essenzialmente tre:

1. Il fedele ha utilizzato la moneta, appositamente falsificata, per ottenere, al costo di un asse, una grazia del valore di due assi (un dupondio);

2. Il fedele, a sua volta precedentemente truffato ricevendo in pagamento quella moneta rivelatasi poi falsa e quindi rifiutata dal mercato, se ne è volutamente sbarazzato donandola alla divinità essendo, il dono monetale, puramente simbolico;

3. La moneta, ritariffata (a rialzo) per continuare a circolare in un mercato oramai povero di monetato, era universalmente accettata dall’utenza e, di conseguenza, anche dalla divinità.

Basandomi su queste tre ipotesi giungo alla conclusione che nel caso del punto 1 il fedele non doveva assolutamente temere l’ira della divinità che certamente avrebbe riconosciuto la moneta falsa; dunque quale poteva essere il rapporto fra il credente e la divinità rappresentata da una fredda ed immobile statua?

Se invece guardiamo al punto 2 allora possiamo spiegarci tale gesto con il fatto che la donazione in denaro era del tutto simbolica e doveva dipendere esclusivamente dalle possibilità economiche del credente.

Infine il punto 3 ci dice che, come tante volte avvenne nella storia di Roma, la carenza di monetato porta ad operazioni di frazionamento per ottenere moneta spicciola, sia nella tarda repubblica sia nel bassissimo impero, oppure alla falsificazione autorizzata (vedi i sesterzi barbarici di ClaudioI).

Ovviamente queste sono solo ipotesi non avendo nessuna ulteriore testimonianza di monete simili ma spero che da questa discussione possano nascere ulteriori spunti.

PS: domani, se la ritrovo, posterò la foto dell'asse contaffatto di Traiano.

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Inviato

Molto interessante. Grazie per l'esposizione.


Inviato

Complimenti Francesco bellissima ed interessantissima esposizione.


Inviato

Complimenti anche da parte mia, discussione veramente interessante.

Un altro uso extra-monetale era l'offerta dell'obolo di Caronte, per cui una moneta (solitamente un dupondio o un asse) veniva posta nella bocca del defunto.

Allego il link ad una recente notizia di ritrovamento di una necropoli romana, in cui in diversi teschi è stato ritrovato l'obolo:

http://www.kataweb.it/multimedia/media/2342826/7

giampy


Inviato

Grazie Giampy per il link molto interessante. In effetti l'Ex-voto è solo un tipo di utilizzo extramonetale fra quelli che conosciamo e vorrei trattare insieme a voi ogni singolo aspetto di questo curioso e generalmente poco conosciuto aspetto degli usi monetali in antichità.

Fra questi vi è appunto il citato Obolo per Caronte, una o più monete deposte insieme al defunto, affinchè questi potesse pagare il suo ultimo viaggio verso l'aldilà; poi ancora la trasformazione delle monete in amuleti o oggetti ornamentali, e ancora l'utilizzo ludico e tanto altro...

Vorrei esaminare con voi, a mano a mano, ogni singolo aspetto di questi curiosi riutilizzi delle monete. :)


Inviato

mi associo ai complimenti per l'articolo, l'argomento è davvero molto interessante e vale la pena di essere approfondito.

Per caso conoscete casi in cui vi sono monete all'interno di stipi votive?

se vi interessa esistono altre immagini della necropoli scoperta e segnalata da giampy, vedete ad esempio queste monete e che conservazione...: http://www.repubblica.it/2006/08/gallerie/...be-roma/11.html


Inviato
Per caso conoscete casi in cui vi sono monete all'interno di stipi votive?

http://www.repubblica.it/2006/08/gallerie/...be-roma/11.html

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Credo che in ambito italico la più celebre della categoria sia la stipe di Vicarello, il cui contenuto è in parte esposto al Museo Nazionale Romano.

Se fai una ricerca sul forum con parola chiave "Vicarello" troverai alcune interessanti informazioni in merito.

Ciao, P. :)


Staff
Inviato

Grazie centurione, argomento davvero molto interessante! :)

...giusto per avere un'idea sui "numeri" di un singolo deposito votivo:

Deposito votivo di Carsoli

In questo caso si parla di "3.000 monete, 60 statuine di bronzo (Ercole, Marte, Diana, Minerva, animali vari), 20 teste in buono stato di conservazione, moltissimi vasetti di ceramica verniciata, oggetti di ferro ed altri numerosissimi frammenti di terracotta".

I numeri sono interessanti... l'incidenza del monetato in questi depositi può dare indizi molto utili, a livello socio-culturale e di circolazione nei vari periodi... anche se le problematiche in tal senso sono più di una.

Centurione, hai avuto modo di sfogliare uno dei volumi del "Corpus delle Stipi Votive d'Italia"?

So dell'esistenza di questa opera ma nulla di più... i prezzi dei vari volumi non sono molto abbordabili purtroppo.

Awards

Inviato

Per avere un quadro completo dei ritrovamenti votivi esiste il libro "Depositi votivi e culti dell'Italia antica dall'età arcaica a quella tardo-repubblicana. Atti del Convegno di Studi (Perugia, 1-4 giugno 2000)". (ed.2005) pp 752.

Raccoglie i contributi di 97 studiosi presentati all'omonimo comvegno, tenutosi a Perugia nel 2000. Qui sono descritti i principali ritrovamenti votivi effettuati in questi ultimi anni.

Purtroppo, per quanto riguarda le monete, sono presenti solo elenchi sommari e quantitativi, nessuna descrizione particolareggiata delle singole monete.

Non ho avuto modo di consultare il "Corpus delle Stipi Votive d'Italia" ma mi piacerebbe trovare qualche lavoro specifico sui depositi votivi numismatici che ne descriva meglio i particolari fonendo anche pesi, misure e conservazione.


Inviato
mi associo ai complimenti per l'articolo, l'argomento è davvero molto interessante e vale la pena di essere approfondito.

Per caso conoscete casi in cui vi sono monete all'interno di stipi votive?

se vi interessa esistono altre immagini della necropoli scoperta e segnalata da giampy, vedete ad esempio queste monete e che conservazione...: http://www.repubblica.it/2006/08/gallerie/...be-roma/11.html

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Tema affascinante, centurioneamico!!! Quoto in pieno i complimenti e l'invito a continuare di Vento...

Sulle tracce di Demetra, ... segnalavo qui:

http://www.lamoneta.it/index.php?showtopic=33367

All’interno di una piccola struttura costruita in blocchi di peperino si trovava un piccolo altare su cui è stata rinvenuta una moneta bronzea (Asse di Domiziano), interpretabile come l’ultima offerta deposta prima dell’abbandono del santuario (tra la fine del I e l’inizio del II sec. d. C.).

Potrebbe essere la moneta di Domiziano che compare nel link di Vento????

Ora il tutto si trova al museo di Villa Giulia a Roma....

Riporto qui, quanto scrivevo:

Nel maggio-giugno 2006, in seguito alla segnalazione da parte dei Carabinieri di scavi clandestini che avevano parzialmente intaccato i depositi votivi, la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale ha eseguito uno scavo d’emergenza a Vetralla (VT), in località Macchia delle Valli, riportando alla luce i resti di un tempio rupestre etrusco-romano dedicato alla dea Demetra, (assimilabile all’etrusca Vei e alla romana Cerere).

All'interno dell'edificio, sono stati ritrovati preziosi reperti, tra i quali spiccano la statua in terracotta di una divinità femminile (III sec. a. C.) e manufatti raffiguranti organi genitali maschili e femminili, che hanno permesso di collegare la struttura alla dea della fertilità, Demetra appunto (III sec. a. C). Il simulacro raffigura una dea in trono che tiene nella mano destra una patera umbilicata mentre nella sinistra, mancante di alcune dita, doveva sorreggere probabilmente un mazzo di spighe.

Il culto ha carattere ctonio (cioè sotterraneo) ed è legato alla presenza dell’acqua, a cui si attribuirono anche virtù terapeutiche come dimostrato dai votivi rinvenuti che ne attestano il carattere propiziatorio per la fertilità e per la sanatio.

All’interno di una piccola struttura costruita in blocchi di peperino si trovava un piccolo altare su cui è stata rinvenuta una moneta bronzea (Asse di Domiziano), interpretabile come l’ultima offerta deposta prima dell’abbandono del santuario (tra la fine del I e l’inizio del II sec. d. C.). Le evidenze archeologiche attestano che la frequentazione del sito è iniziata nel periodo ellenistico e si è protratta fino ad età traianea (inizio II sec. d. C.).

Mi chiedevo se qualcuno avesse visitato il museo di Villa Giulia ...

Complimenti ancora e grazie

Valeria medusa


Inviato

Interessante Medusa, grazie per aver segnalato la discussione che mi ero perso.. :)

Sarei proprio curioso di vedere la moneta trovata sull'altare anche perchè nasce un'altro quesito, se realmente questa fù l'ultima ad essere deposta (presumo che per datare il sito, fra le altre monete rinvenute sul luogo, in fossa, ci siano monete coniate sotto Traiano o poco prima) è curioso sapere che è stata scelta la moneta di un imperatore condannato da Damnatio Memoriae, piuttosto che una moneta dell'amatissimo Traiano....strano vero? ;)

PS. devo riuscire a trovare la foto di quell'asse di Traiano falsificato di cui ho scritto sopra...spero nel week end.


Inviato

Bravo centurione ed anche gli altri che hanno implementato questa discussione con interessanti notizie, comunque dopo quello che ho letto una cosa la farò anchio quando mi toccherà vagare per i cieli e finalmente potrò conoscere, nerone, traiano ecc..... chiederò che mi venga messa una moneta nella b..a (azz chissà quanti accidenti mi mandate stasera) però dite la verità quati di voi hanno accarezzato l'idea della moneta?? ciao

max


Inviato

Come vi avevo promesso posto l'asse di Traiano trasformato in dupondio. Come potete notare la corona è stata incisa in maniera netta e inequivocabile

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Inviato
.... IL PARTICOLARE CASO DI UN ASSE DI TRAIANO

In compenso ho avuto la possibilità di osservare un asse di Traiano molto consunto con una curiosa particolarità: al dritto è stata ben incisa una corona radiata tanto che, la moneta, ad una prima rapida occhiata, potrebbe essere scambiata per un dupondio. Tale falsificazione, sicuramente praticata in antico (moneta e incisione presentano un forte strato di incrostazione piuttosto eterogeneo), era stata pensata per ingannare la normale utenza negli scambi commerciali di tutti i giorni, oppure serviva a ingannare la divinità, pagando così, per una grazia del valore di un dupondio, una moneta del valore di un asse? Quella moneta poteva certamente essere ingannevole in mezzo ad un buon numero di dupondii veri, ma una volta isolata era impossibile non individuarne la vera natura. Le ipotesi che posso avanzare sono essenzialmente tre:

1. Il fedele ha utilizzato la moneta, appositamente falsificata, per ottenere, al costo di un asse,  una grazia del valore di due assi (un dupondio);

2.  Il fedele, a sua volta precedentemente truffato ricevendo in pagamento quella moneta rivelatasi poi falsa e quindi rifiutata dal mercato, se ne è volutamente sbarazzato donandola alla divinità essendo, il dono monetale, puramente simbolico;

3.  La moneta, ritariffata (a rialzo) per continuare a circolare in un mercato oramai povero di monetato, era universalmente accettata dall’utenza e, di conseguenza, anche dalla divinità.

Basandomi su queste tre ipotesi giungo alla conclusione che nel caso del punto 1 il fedele non doveva assolutamente temere l’ira della divinità che certamente avrebbe riconosciuto la moneta falsa; dunque quale poteva essere il rapporto fra il credente e la divinità rappresentata da una fredda ed immobile statua?

Se invece guardiamo al punto 2 allora possiamo spiegarci tale gesto con il fatto che la donazione in denaro era del tutto simbolica e doveva dipendere esclusivamente dalle possibilità economiche del credente.

Infine il punto 3 ci dice che, come tante volte avvenne nella storia di Roma, la carenza di monetato porta ad operazioni di frazionamento per ottenere moneta spicciola, sia nella tarda repubblica sia nel bassissimo impero, oppure alla falsificazione autorizzata (vedi i sesterzi barbarici di ClaudioI).

Ovviamente queste sono solo ipotesi non avendo nessuna ulteriore testimonianza di monete simili ma spero che da questa discussione possano nascere ulteriori spunti.

PS: domani, se la ritrovo, posterò la foto dell'asse contaffatto di Traiano.

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Come vi avevo promesso posto l'asse di Traiano trasformato in dupondio. Come potete notare la corona è stata incisa in maniera netta e inequivocabile

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Sono davvero sbalordita ed .... estasiata ... :o

E' davvero assai intrigante questa moneta!!!! Sconoscevo del tutto l'esistenza di questi falsi rilevati pure in ambito votivo ... per cui di nuovo GRAZIE, Centurioneamico, per aver condiviso questo *archeo-giallo* con noi... :)

Mi auguro davvero che tra i tanti amici archeologi -di fatto o per passione - presenti tra di noi, ci sia chi abbia già ricercato su queste monete .... Eh! La curiosità ora è alle stelle .... ;)

Valeria medusa


Inviato

Grazie Medusa ;)

Spero anche io che qualcuno sia in grado di darci qualche dato in più per capire meglio la circolazione di questo tipo di falsificazioni in ambito votivo ma non solo..


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