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luoghi di Culto


danielealberti

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Particolarmente importanti nel mondo greco erano i luoghi di culto, templi, santuari ed oracoli attorno a cui orbitava il mondo religioso greco e che influenzavano la vita di tutta la popolazione. Potrebbe essere interessante studiare la storia di questi centri religiosi e trovare se possibile loro rappresentazioni o collegamenti con la numismatica.

Daniele Alberti

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L’oracolo di Delfi

Ritenuto dai greci l’ombelico della terra era sito nella Focile, presso il versante meridionale del monte Parnaso. Il luogo fu conteso da varie città greche finche non cadde sotto il dominio dei macedoni dal quale passò ai romani. La leggenda narra che il tempio originario fosse stato fatto con piume d’uccello e cera d’api dai cretesi in onore della madre Gea venerata anche come dea-ape o dea-colomba, i primi sacerdoti furono due marinai scelti da Zeus in persona, mentre veleggiavano sulla loro nave sulle coste adiacenti la città. L’origine dell’oracolo era da ricercarsi nei vapori tossici ed eccitanti che fuoriuscivano da una fenditura della terra che gli antichi interpretavano come i responsi di Gea la Madre Terra. A seguito della distruzione del quinto tempio a causa di un incendio nel 584 a.C. gli Alcmenoidi ne ricostruirono uno splendido, di architettura dorica all’esterno e con foggia ionica all’interno, ad opera degli scultori Praia e Androsstene che lo completarono nel 430 a.C. Sul frontespizio erano scolpite le statue delle tre divinità delfiche: Artemide, Latona ed Apollo, all’interno le famose scritte “ Conosci te stesso “, “Nulla di troppo” e l’oscuro “Se”. Nella sala principale una statua d’oro di Apollo e l’ara su cui ardeva perennemente il fuoco con a fianco le due aquile d’oro mandate da Zeus per indicare il punto centrale della terra.

Una pietra di marmo bianco a forma di tronco di cono con una decorazione a rilievo che riproduceva una rete di bende di lana annodate rappresentava l’ombellico della terra. Era una pietra venerata e famosa conosciuta con il nome di “omphalos”, il fatto che venisse considerata l’ombellico del mondo fu confermato dagli scritti di Platone, Bacchilide, Eschilo e Sofocle dove s'insinuò anche al fatto che il mito delle aquile mandate da Zeus fu costruito a misura dai sacerdoti del tempio per renderlo più famoso. Alcuni miti raccontano di un’altra pietra mitica conservata nel santuario di Apollo di Delfi, era la pietra che Rea avvolse nelle fasce ed offrì al suo sposo Crono, perché la mangiasse al posto del neonato Zeus. La presenza della rete sull’“omphalos” può suggerire che esso rappresentasse proprio la pietra avvolta di bende divorata da Crono mentre la presenza di un serpente attorcigliato su di essa indicherebbe che la pietra fosse considerata anche la copertura del tumulo funerario del mostruoso Pitone.

Dietro la cappella si apriva una fenditura su cui sorgeva il tripode d’oro consacrato dagli elleni dopo la battaglia di Platea ( 479 a.C.) Nei tempi più antichi la Sacerdotessa dei vaticini, La Pizia, voce di Apollo era una giovane vergine seduta sul tripode che emetteva i suoi responsi masticando una foglia d’alloro, poi fu sempre una donna di oltre cinquanta anni vestita con abiti verginali. In seguito le sacerdotesse divennero due, inalando i vapori provenienti dalla terra entravano in trance ed il dio che le possedeva parlava per bocca loro con parole oscure e frasi sconnesse. Un sacerdote le trascriveva, le interpretava ed infine dava il responso all’interrogazione. L’oracolo veniva sempre interrogato prima della fondazione delle nuove colonie greche d’occidente, i coloni giungevano in Italia guidati dai consigli di Apollo. Il tripode presente sulle monete di Crotone sono un chiaro riferimento all’oracolo delfico esprimendo il nesso tra le fondazione di una nuova colonia e la vigile direttiva di Apollo al quale i coloni si erano rivolti per avere l’indicazione di dove fondare la nuova città.

nella foto un omphalos scovato al museo archeologico durante la mia ultima vacanza a Rodi, si notino le spire del serpente attorcigliato attorno ad esso

Daniele Alberti

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Delfi, IV sec a.C. statere

D: Capo di Demetra velato

R: Apollo seduto sull’”omphalos” e nel campo il tripode.

Immagine tratta da Coinarchives

Il mito descritto da Euripide nel V sec. a.C. racconta che lo stesso Apollo seduto sulla mitica pietra desse profezie ai mortali.

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Il santuario di Dodona.

Dodona era il più antico santuario oracolare della grecità ed era situato in Epiro.

Il luogo di culto era dedicato a Zeus Dodoneo, identificato in una sacra quercia, dove si riteneva abitasse il dio, era circondato da calderoni in bronzo collocati su tripodi.

Quando uno di essi veniva sollecitato, anche gli altri entravano in vibrazione provocando un suono variamente interpretato dai sacerdoti, che traevano presagi anche dal fruscio delle foglie di querce e dal volo delle colombe.

Oltre a Zeus, vi si veneravano Dione e Afrodite.

Secondo Omero, l'oracolo era affidato agli indovini detti «Elli, dai piedi sporchi, che dormono per terra»: un corpo sacerdotale di cui poco o nulla si sa, e che in séguito venne sostituito da una casta di sacerdotesse (indicate per lo più in numero di tre e note con il soprannome di «colombe»)

Inizialmente il luogo di culto era la quercia sacra a Zeus, presso cui le sacerdotesse vaticinavano in estasi. Solo nel IV secolo a.C. sorse sul luogo un piccolo tempio; le tavolette votive ritrovate in esso mostrano che l’oracolo era frequentato soprattutto da privati cittadini.

Secondo Erodoto il culto della quercia oracolare di Dodona, in Epiro, era contemporaneo a quello della quercia oracolare egizia di Ammone e delle sue colombe nere.

Allego le immagini di due esempalri , uno con Dione e Zeus Dodoneo al dritto e il fulmine, simbolo di Zeus con intorno un serto di foglie di quercia al rovescio.

Nell'altro esemplare sempre una magnifica immagine di Zeus Dodoneo (con una corona di foglie di quercia) e al rovescio l'aquila contornata sempre da da una corona di foglie di quercia.

Modificato da Arthas
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molto interessante il mito dell'Omphalos.

In diversi santuari greci venivano conservati queste affascinanti pietre ogivali tronco-coniche di cui alcune sono sopravvissute fino ad oggi (una, bellissima, si puo' ammirare presso il tempio di Apollo a Delfi, forse il santuario piu' sacro di tutta la Grecia).

Vediamo se qualcuno riesce a postare degli altri esempi di omphalos rappresentati su monete greche (valgono anche le greche del periodo romano) :D

numa numa

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molto interessante il mito dell'Omphalos.

Vediamo se qualcuno riesce a postare degli altri esempi di omphalos rappresentati su monete greche (valgono anche le greche del periodo romano)  :D

numa numa

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ce ne sono diversi

Modificato da Arthas
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questa è la più antica she son riuscito a trovare

Cizikus, 450 a.C. statere in elettro foto tratta da Coinarchives

Al dritto le due aquile mandate da Zeus per determinare il centro del mondo si ritrovano sull’”omphalos”, sotto un tonno simbolo della città

Al rovescio quadrati incusi.

Daniele Alberti

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Permettetemi di spostarmi un po dalla Grecia ma non possiamo parlare di antichità senza citare :

Il tempio di Gerusalemme.

Mi sembra riduttivo fare una minuta relazione su questa meraviglia dell'antichita , via allego un link, sperando di suscitare in voi curiosità nell'approfondimento.....

http://it.wikipedia.org/wiki/Tempio_di_Salomone

Via allego l'immagine di questo fantastico Tetradramma. con il Tempio e dell'Arca dell'Alleanza. , dall'altro lato i rami di palma e il cedro (lulav e ethrog), che sono un elemento cultuale durante la liturgia di Sukkot, la Festa delle Capanne............spero emozioni voi come ha emozionato me :P

Modificato da Arthas
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Delfi, IV sec a.C. statere

D: Capo di Demetra velato

R: Apollo seduto sull’”omphalos” e nel campo il tripode.

Immagine tratta da Coinarchives

Il mito descritto da Euripide nel V sec. a.C. racconta che lo stesso Apollo seduto sulla mitica pietra desse profezie ai mortali.

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Complimenti Daniele e Arthas per l'affascinante discussione!

Mi riallaccio al bellissimo Statere con Apollo sull'omphalos, circondato dai suoi attributi, per una riflessione sulla presenza dell'immagine di Demetra velata.

Scrive Erodoto, Storie-Libro VII: "Nello spazio fra il Fenice e le Termopili sorge un villaggio, chiamato Antela, accanto al quale scorre l'Asopo prima di andare a sfociare in mare; e intorno al villaggio s'apre un'ampia zona, dove sorge il tempio di Demetra Anfizionide e dove sono situate le sedi degli Anfizioni e il tempio dello stesso Anfizione.

Riporto in questa sezione quanto già scritto nella discussione sui Betili e Pietre Sacre qui:

http://www.lamoneta.it/index.php?showtopic=33095&st=0

PHOCIS. Delfi, Lega Anfizionica. 338-333 BC. Statere d’argento (11.93 gm).

Demetra velata e coronate di spighe di grano / ΑΜΦΙ—KTIO—ΝΝ, Apollo seduto sull’omphalos con i suoi tipici attributi tra cui l’alloro, il tripode sacrificale e la cetra.

In un anno compreso fra il 339/8 e il 337/6 il più antico organismo panellenico, l’Anfizionia delfico-pilaica, decise di fondere insieme le diverse monete accumulatesi nel tesoro del tempio di Delfi e di coniare una nuova moneta, il kainòn amphiktionikón. Questa emissione durò circa 5 anni e poi fu abbandonata. Tra le motivazioni (politiche o finanziarie) avanzate per spiegare questo tentativo di moneta comune a carattere panellenico rientrerebbe anche il proposito di finanziare la ricostruzione del tempio, distrutto da un terremoto nel 373.

Di questo avvenimento non ci informa nessuna fonte storica, ma soltanto alcune iscrizioni delfiche e una trentina di monete argentee di piede eginetico con l’immagine di Apollo e di Demetra e la leggenda kainòn amphiktionikón, che ne attestano l’esistenza. L’aggettivo kainós indica “nuovo” in senso assoluto: con la denominazione stessa della moneta, si è voluto sottolineare la novità e l’importanza dell’emissione.

Informazioni tratte da : "Marta Sordi, Un tentativo di moneta unica nella Grecia del IV secolo a.C.: il kainon amphiktionikon"

http://www.fondazionecanussio.org/atti2002/sordi.pdf

Valeria medusa

Betili___Pietre_sacre___by_medusa_3_Omphal_s_Delfi.pdf

Modificato da medusa
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L’artemision di Efeso

Una delle sette meraviglie dell’antichità’, l’Artemision fu uno dei tempi più grandiosi di tutta la Grecia. Realizzato attorno al 560 a.C. in un’area già interessata dalla presenza di altre strutture sacre, segno una svolta fondamentale nell’evoluzione dell’architettura greca. Teodoros, architetto greco che già aveva realizzato l’Heraion di Samo, dovette far mettere alla base delle fondamenta carbone e legna per stabilizzare il terreno paludoso. Le fondazioni furono realizzate con blocchi scisto mentre per il tempio venne utilizzato il marmo proveniente da Belevi nell’Anatolia, dovevano esserci 106 colonne disposte in doppia fila che occupavano un’area di 60 metri per 103. Le colonne di Marmo scanalate alte 18 metri terminavano in capitelli ionici e parte di esse erano ornate alla base da bassorilievi con scene di processioni di uomini ed animali (le celebri columnae caelatae)

Alla costruzione delle colonne contribuì re Creso di Lidia, come testimonia Erodoto, Storie 1,92 , ed il nome del re fu inciso in caratteri greci e lidi sui tori raffigurati nelle colonne da lui donate. Il primo Artemision andò distrutto nel 356 a.C. da un incendio causato dolosamente da Erostato, L’episodio narrato da Cicerone in “De natura deorum” II,27,69 ci permette di stabilire l’esatto anno della distruzione del tempio:

Alessandro era nato nella stessa notte in cui era bruciato il tempio di Diana Eresia, aggiunge che questo fatto non è per nulla strano, perché Diana era lontana dalla sua residenza volendo essere presente al parto di Olimpiade.

L’Artemision fu ricostruito praticamente identico dagli abitanti di Efeso che declinarono l’offerta di Alessandro Magno di coprire la spesa. Incaricato dell’impresa fu, secondo Srabone, l’architetto Chirocrate che aumentò leggermente le dimensioni utilizzando come basamento un’enorme piattaforma in pietra per ostacolare l’innalzamento del mare. Nella seconda metà del V secolo a.C. fu indetta una gara in cui i maggiori scultori della Grecia si sfidarono per la realizzazione di una statua rappresentante un’amazzone ferita. Vi presero parte Fidia, Policleto, Kresilas e Phradomon. Plinio ci tramanda che il vincitore fu Policleto anche se tutte le statue presero posto nell’Artemision. Il tempio sopravvisse alla conquista romana, all’arrivo di San Paolo, ma non resistette alla violenza degli ostrogoti che lo distrussero nel 263 d.C.

Molte testimonianze monetali conservano il ricordo di tale meraviglia. Soprattutto in alcune monete provinciali romane gli incisori rappresentarono il tempio tardo classico rappresentato frontalmente con la statua di Artemide. In alcune monete Il numero delle colonne venne semplificato in quattro mentre il tempio doveva avere otto colonne frontali, ma la presenza della statua di Artemide Efesina non lascia dubbi sul fatto che la rappresentazione sia proprio dell’ Artemision. La prima moneta rappresentata mostra le otto colonne frontali del tempio con in centro un’ Artemide rozzamente abbozzata. La seconda moneta di Claudio risulta più elaborata, nonostante la semplificazione nel numero delle colonne, esse presentano in tipico capitello ionico, le rappresentazioni dei bassorilievi sul timpano sono più raffinate e l’insieme della rappresentazione appare più equilibrata ed armonica.

Daniele Alberti

1# moneta, antoninus pius tratta da

http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...AucID=41&Lot=67

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L'Asklepieion di Pergamo

L' Asklepion, l'antico complesso medico cioè un ospedale si trova fuori dalla città di Pergamo.

Fu chiaramente dedicato ad Esculapio, dio della medicina.

Venne cotruito gia dal IV secolo a.C. e contiene diversi locali accessori come un piccolo teatro con una capienza di 3500 persone, stanze dove i pazienti venivano guariti dal suono dell'acqua e della musica, il tempio di Eusculapio , il ginnasio e la biblioteca........

Inoltre i sogni dei pazienti venivano analizzati da loro medici (sacerdoti), a scopo terapeutico.

Uno dei più importanti personaggi della Asclepion fu Galeno.

Altri importanti Asclepiei sorgevano a Coo, a Tricca, ad Atene ma soprattutto ad Epidauro.

Interessante il racconto del retore greco Elio Aristide il quale cadde preda di una gravissima malattia psico-somatica che l'avrebbe poi accompagnato per tutta la vita. Abbandonato dai medici e quasi in punto di morte, l'ammalato non trovò altra via di scampo che abbandonarsi completamente ad Asclepio la divinità guaritrice

per eccellenza, giungendo a ricoverarsi, nell'estate del 145, nel santuario del dio a Pergamo.

Anche Caracalla , che soffriva di disturbi mentali visitò il santuario.

Allego immagine di un aureo di Caracalla che sacrifica davati all'Askepeion , accompagnato da un dignitario cittadino.

Modificato da Arthas
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scusate ma nel post precedente riguardante l'artemision non sono riuscito ad allegare la seconda monete di Claudius, tratta da Coinarchives

Daniele Alberti

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