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Inviato

La figura del delfino cavalcato da un uomo ci viene descritta nelle didracme di Taranto in due modi diversi.

Dalle prime didracme incuse fino alla comparsa dei primi cavalieri il personaggio viene spesso identificato come Falanto mentre dopo ci viene descritto come Taras.

Secondo un mito durante la guerra tra Sparta e Messene le donne spartane si lamentavano di non poter procreare a causa della mancanza dei propri mariti. Alcuni soldati venero allora rimandati a casa per incrementare le nascite. A questi figli, una volta cresciuti e chiamati Partheni, vennero tolti i diritti civili in quanto ritenuti illegittimi.

Sotto la guida del Giovane Falanto queste persone preferirono lasciare Sparta per iniziare una nuova vita. L'oracolo predisse a Falanto che la sua città si sarebbe erta sulle lontane coste degli Japigi in un luogo dove gocciolava a ciel sereno.

Per molto tempo gli uomini cercarono sulle coste questo luogo senza successo finchè un giorno Falanto stremato si assopì sulle gambe della moglie, questa stremata e demoralizzata si mise a piangere e le gocce caddero sulle guance dell'uomo.

La profezia si era avverata e Falanto fondò la sua città sottraendo le terre agli Japigi

Taras era figlio di Poseidone e della ninfa Satyria fondò la sua città nei pressi della foce del corso d'acqua che da lui prese il nome, il Tara, dopo aver visto un delfino segno di buon auspicio presso la riva. Non molto distante sorse un'altra città, Saturo, dedicata a sua madre Satyria o a sua moglie Satureia.

Con quale criterio gli studiosi diversificano la figura di Falanto e Taras sulle monete di Taranto?

lele


Inviato

Ad esempio: foto N. 1 Taras (da Coinarchives)

Foto N. 2 Falanto ( da Coinarchives)

esiste a vostro avviso una differenzazione precisa o si tratta solamente di confusione fatta dai diversi corpus ?

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Inviato (modificato)

Il fatto che Taras abbia un tridente e Falanto no, centra qualcosa ? :rolleyes:

Modificato da fra crasellame
Awards

Inviato
Il fatto che Taras abbia un tridente e Falanto no, centra qualcosa ?  :rolleyes:

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Potrebbe essere, ma moltissime rappresentazioni descritte come Taras ne sono sprovviste.

lele

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Inviato

Ok vedo. Il tridente era un evidente segno d'acqua, ora resta da vedere cosa tiene in mano nelle monete da te postate e se tali simboli possono ricondursi all'acqua.

Awards

Inviato

Vi sono diverse leggende sulla fondazione di Taranto, avvenuta attorno al 700 aC.

La prim, riportata correttamente da DanieleAlberti, la attribuisce a Phalantos, leader dei Partheniae, ovvero i figli delle donne nubili Spartane messe incinte dai soldati spartani tornati a casa proprio per questo scopo. Tali figli pero' fuono privati dei diritti civili e considerati cittadini di seconda classe. Per questo motivo, guidati da Phalantos, cercarono altrove una terra piu' accogliente finendo sulle coste della Puglia e fondando l'unica colonia spartana, dandole il nome di Taras in onore del dio figlio di Poseidone e della ninfa Satyria.

Un'altra leggenda vuole che fosse proprio il dio eponimo della citta', Taras, a fondarla. Altre leggende infine parlano anche di una fondazione per mano di Heracles.

Non vi e' invece alcun dubbio che il simbolo della citta', riportato ad abundantiam sulle monete tarentine, sia proprio Taras a cavallo di un delfino.

Non avendo i miei preziosi testi a portata di mano non posso essere piu' preciso in merito alla questione sul perche' spesso si descrva Phalantos a cavallo del delfino.

Non vorrei che la leggenda sulla fondazione ad opera di Phalantos si fosse 'con-fusa' con quella di Taras..

numa numa


Inviato

Discorso complicato, partiamo dalle fonti antiche:

1 Pausania ci riporta la leggenda che Falanto , fatto naufragio nel golfo di criseo sia stato salvato da un delfino.

2 Aristotele (secondo Polluce , nella Tarantinon Politeia) identificava con Taras il personaggio sulle monete di Taranto.

Probabilmente l'identità del giovane su delfino combiò tra la fine del V secolo e la seconda metà del IV secolo a.c.

ti consiglio di leggere:

Corsano, M., "Sparte et Tarente. Le mythe de fondation d' une colonie," RHR no. 196 (1979) 113-140.


  • 5 mesi dopo...
Inviato

Il personaggio rappresentato sulle monete di Taranto ci viene descritto a volte come Falanto, soprattutto nelle prime emissioni, e poi, a partire dalla prime metà del V secolo avanti Cristo, come Taras. I due personaggi restano personalità mitiche distinte, ma furono spesso confuse tra loro a causa dei racconti degli storici contrastanti ed a causa dello stesso simbolo erroneamente adottato, il delfino. Aristotele, secondo Polluce, identificava con Taras il personaggio raffigurato sulle monete taratine, d’altro canto l’abbinamento al delfino ben si addice anche a Falanto che, secondo la leggenda di Pausania, dopo aver fatto naufragio nel golfo del Cristo sarebbe stato portato a riva da un delfino. La leggenda “TARAS” su queste monete non deve trarre d’inganno in quanto rappresenta il nome della città e non quello dell’eroe rappresentato ( Studniczka, Kyrene, p. 175).

Per una più chiara identificazione del personaggio rappresentato su dorso del delfino, ricorriamo ad altre testimonianze numismatiche che rappresentano lo stesso tipo adottato dalla città di Taranto identificandolo con Falanto.

Secondo un antico culto Brindisium, l’odierna Brindisi, ospitò l’esule Falanto dopo essere stato scacciato dai tarantini e nella città l’eroe fu sepolto dopo la sua morte. Il tipo di Falanto divenne il tipo principale delle monete di Brindisium. Rappresentazioni analoghe in altre città come Baletium fanno presupporre che tutto il popolo dei Messapi divinizzasse il culto dell’eroe proveniente da Taranto

Un’ ultima considerazione su Falanto, in Grecia il suo culto era praticato dalla popolazione arcade e dalle isole egee a seguito della migrazione degli arcadi stessi. Come arrivò il culto di Falanto a Taranto fondata dagli spartani ? Si può supporre che popolazioni arcade facessero parte dei colini inviati da Spatra per la fondazione della nuova colonia, ed in seguito il culto originario, cioè quello di Falanto e non di Taras, venne assimilato dalle colonie dei messapi delle colonie di Brindisium e Baletium.

lele


Inviato

Sull'argomento è a mio avviso ancora interessante, anche se datato il vecchio Evans, The "horsemen" of Tarentum. A contribution towards the numismatic history of Great Greece. Including an essay on artists' engravers' and magistrates' signatures (1889).

Disponibile per il download qui:

http://www.archive.org/details/horsemenoftarent00evaniala

Luigi


Inviato

Grazie mille luigi, il testo è superato per certe cose pero è interessantissimo per gli appassionati che non hanno mai avuto modo di consultarlo...............


  • 1 anno dopo...
Inviato

La figura del delfino cavalcato da un uomo ci viene descritta nelle didracme di Taranto in due modi diversi.

Dalle prime didracme incuse fino alla comparsa dei primi cavalieri il personaggio viene spesso identificato come Falanto mentre dopo ci viene descritto come Taras.

Secondo un mito durante la guerra tra Sparta e Messene le donne spartane si lamentavano di non poter procreare a causa della mancanza dei propri mariti. Alcuni soldati venero allora rimandati a casa per incrementare le nascite. A questi figli, una volta cresciuti e chiamati Partheni, vennero tolti i diritti civili in quanto ritenuti illegittimi.

Sotto la guida del Giovane Falanto queste persone preferirono lasciare Sparta per iniziare una nuova vita. L'oracolo predisse a Falanto che la sua città si sarebbe erta sulle lontane coste degli Japigi in un luogo dove gocciolava a ciel sereno.

Per molto tempo gli uomini cercarono sulle coste questo luogo senza successo finchè un giorno Falanto stremato si assopì sulle gambe della moglie, questa stremata e demoralizzata si mise a piangere e le gocce caddero sulle guance dell'uomo.

La profezia si era avverata e Falanto fondò la sua città sottraendo le terre agli Japigi

Taras era figlio di Poseidone e della ninfa Satyria fondò la sua città nei pressi della foce del corso d'acqua che da lui prese il nome, il Tara, dopo aver visto un delfino segno di buon auspicio presso la riva. Non molto distante sorse un'altra città, Saturo, dedicata a sua madre Satyria o a sua moglie Satureia.

Con quale criterio gli studiosi diversificano la figura di Falanto e Taras sulle monete di Taranto?

lele

Non ricordo che le fonti antiche dicessero proprio questo sui Parteni, Taras e Phalantos.

Per il criterio con il quale gli studiosi diversificano la figura di Phalantos e Taras potresti consultare:

GARRAFFO 1995 S. GARRAFFO, La documentazione numismatica, in E. LIPPOLIS, S. GARRAFFO, M. NAFISSI (a cura di), Culti greci in Occidente, I, Taranto, Taranto 1995.

GUZZETTA 1989 G. GUZZETTA, L’eroe venuto dal mare, in Il Mediterraneo i luoghi e la memoria, (Taranto, Castello Aragonese 13 ottobre-15 novembre 1989), Roma 1989.

NAFISSI 1995 M. NAFISSI, La documentazione letteraria ed epigrafica, in E. LIPPOLIS, S. GARRAFFO, M. NAFISSI (a cura di), Culti greci in Occidente, I, Taranto 1995.

Sono testi che potrebbero illuminarti sull'argomento.


Inviato

...qualcosa di utile dovrebbe trovarsi anche all'interno della Sylloge Nummorum Graecorum. France 6,1, Département des monnaies, médailles et antiques, Paris 2003. ;)


Inviato (modificato)

Sul sylloge France 6.1 a pag. XXVII si parla della figura seduta sul delfino identificata ora come Falanto ora come Taras. Nell'impossibilità di scegliere uno dei due, la scelta dell'autrice Anna Rita Parente è quella di indicare la figura come ''jeune homme'' per tutte le emissioni.

Comunque trovo bellissima la storia del salvataggio da parte del defino e successiva fondazione della città in segno di ringraziamento agli dei Falanto o Taras che fosse.

Modificato da Arka PD

Inviato

Non ricordo che le fonti antiche dicessero proprio questo sui Parteni, Taras e Phalantos.

Questo il passo di Strabone (VI , 32) che riprende la versione di Antioco (F 13 J)

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Inviato (modificato)

Questo il passo di Strabone (VI , 32) che riprende la versione di Antioco (F 13 J)

Infatti, il passo narra che alla fine della guerra messenica gli Spartani che non avevano partecipato alla spedizione vennero dichiarati schiavi e chiamati Iloti. Tutti i figli nati durante la spedizione li chiamarono Parteni…

..Falanto fu inviato a Delfi per consultare il dio sulla fondazione di una colonia. Il dio rispose: "Ti dono Satyrion e ti concedo anche di abitare il ricco paese di Taranto e di diventare flagello per gli Iapigi"....

Continuando Strabone riporta anche la versione di Eforo:

.....durante la guerra messenica gli Spartani lasciarono a difesa della città i concittadini più giovani e più anziani. Trascorsi 10 anni di guerra, le donne spartane si riunirono e inviarono alcune di loro dagli uomini a lamentarsi per il fatto che quelli rimasti in patria continuavano a generare figli, mentre gli altri si erano acquartierati sui luoghi del combattimento lasciando le mogli come vedove..C'era il rischio che la patria rimanesse senza uomini...I combattenti allora inviarono quelli più vigorosi e giovani dell'esercito con il compito di unirsi con varie donne non sposate pensando che in tal modo avrebbero generato più figli. Venuti alla luce questi bambini furono chiamati Parteni........

PAUSANIA, Gr. descr., X 13, 10

....Dicono infatti che prima di giungere in Italia Falanto avesse fatto naufragio nel golfo Criseo e fosse stato portato a riva da un delfino..

PAUSANIA, Gr. descr., X 10, 6-8

...Poichè Falanto, sebbene riportasse vittorie sui barbari, non riusciva né a prendere una città né a impadronirsi di un territorio, si ricordò dell'oracolo. (La Pizia gli aveva vaticinato che si sarebbe impadronito di una città e di un territorio quando avesse visto piovere dal cielo sereno). Ciò che si realizza quando la moglie di Falanto, Aithra, si mette a piangere condividendo lo sconforto del marito..

DIODORO SICULO, Bibl. St., VIII fr.21

...La Pizia rispose: ...cerca Satyrion e l'acqua lucente del Taras, e il porto sulla sinistra, e dove il montone respira con voluttà la salsedine marina, bagnando l'estremità della sua barba grigia. Lì costruisci Taranto, salda sopra Satyrion"...

vedi anche: GIUSTINO, Epitome, III 4. 10-18

(Ho riportato solo le parti principali di queste fonti) :P

Mi sembra che qualcuno sopra abbia fatto un minestrone :P :P

Modificato da scilace

Inviato

Scilace la vedo afferrato sull'argomento, sarei curioso di sapere la sua opinione sul quesito posto!

grazie Daniele


Inviato

Cercherò di dare il mio contributo...(avevo già pronto qualcosa su quest'argomento..appena ho un pò di tempo vi prometto che lo approfondirò )

Taras e Falanto sulle emissioni tarantine (Scilace :P )

L’individuo rappresentato sulle emissioni tarantine è stato identificato con Phalantos o con Taras. Aristotele (Aristotele, fr. 590 Rose) nella Costituzione dei Tarantini, opera ormai perduta, riportava la notizia secondo la quale sulle emissioni di Taranto era raffigurato Taras, figlio di Poseidone, su delfino. In Pausania, Taras è indicato come figlio del dio del mare e di una ninfa indigena (Satyria), egli è inoltre menzionato come l’eponimo della città e di un piccolo fiume che scorreva nei suoi pressi (PAUSANIA, X, 8).

Pausania inoltre (PAUSANIA, X, 13, 10), descrivendo un donario eretto dai Tarantini a Delfi per la vittoria ottenuta contro Iapigi e Peucezi, ha menzionato, tra le statue che lo componevano, Taras, Phalanthos e il delfino di costui. Nello stesso passo lo scrittore raccontava che Phalanthos, prima di giungere in Italia, era naufragato nel mare criseo dove era stato tratto in salvo e portato a terra da un delfino. Pausania ha indicato Phalantos come l’ecista storico di Taranto (PAUSANIA, X, 6). Antioco ha menzionato Phalantos che, scacciato da Sparta, insieme ai Parteni giunse in Italia per volere dell’oracolo delfico, dove fondò la città di Taras che prese il nome dalla divinità eponima (ANTIOCO in STRABONE, Geographia, VI 3,2).

Secondo Garraffo, Aristotele avrebbe sbagliato a identificare Taras con il “delfiniere” della monetazione tarantina; l’antico autore sarebbe stato tratto in inganno perché, spesso, dal IV secolo a.C., al tipo del giovane su delfino è associata la legenda Taras, riferita da Aristotele al nome dell’individuo rappresentato e non al nome della città (GARRAFFO 1995, p.148).

Secondo Garraffo, almeno dal IV secolo a.C., il tipo del giovane su delfino, sulla monetazione tarantina, sarebbe da identificare con Taras poiché da questo periodo su alcune emissioni il “delfiniere” ha le sembianze di un fanciullo. La divinità eponima della città di Taranto compare, con le sembianze di un bambino invocante l’aiuto del padre Poseidone, in una nota serie aurea tarantina (Ibidem, p.148).

Il culto di Taras sarebbe testimoniato anche da stateri e relativi nominali divisionali coniati durante l’epoca pirrica; questi presentano un efebo su biga che alluderebbe a gare di tipo agonistico connesse alle feste in onore di Taras (Ibidem, p.151).

Secondo Nafissi nelle prime emissioni tarantine, il giovane su delfino sarebbe Phalantos (NAFISSI 1995, p.295); la fonte citata di Pausania e la testimonianza di Aristotele indicherebbero che questo eroe ha assunto degli elementi mitici e iconografici di Taras. Ciò sarebbe avvenuto nei primi anni di vita della polis ionica, epoca in cui il culto di Phalantos sarebbe stato molto diffuso, a discapito di quello di Taras, perché legato alle famiglie nobili e a una classe aristocratica che vantavano origini antiche e spartane (Ibidem, p.296). Con l’avvento della democrazia, invece, si sarebbe diffuso maggiormente il culto di Taras che sarebbe divenuto, per tutti i tarantini, simbolo di promozione sociale(Ibidem,p.296). Secondo Nafissi, il recupero del culto di Phalantos sarebbe avvenuto all’epoca della spedizione di Archidamo, quando Taranto riallacciò nuovi rapporti con Sparta (Ibidem, p.298).

L’assimilazione tra Taras e Phalantos avviene in epoca tarda, come attesta la fonte Probo (PROB., Verg. Georg. II 197) in cui è descritta la vicenda di Tarentus, il quale, esule da Sparta, giunto in Italia, generò Italos.

Guzzetta evidenzia che il giovane su delfino rappresentato sugli stateri tarantini appartiene al mondo marino (GUZZETTA 1989, p. 21). Lo studioso nota che spesso il giovane è associato a un repertorio di esseri acquatici o di oggetti marinari (Ibidem, p.21) . A volte l’eroe tarantino porta in mano oggetti che sembrano riferirsi alle risorse tipiche di Taranto, come il grappolo d’uva o la conocchia (Ibidem, p.21). Secondo Guzzetta, in alcuni casi il giovane su delfino sembra identificarsi con altre divinità: su alcune serie egli ha nella mano un kantharos che richiama il culto di Dioniso, in altre presenta un tridente che rimanda al dio Poseidone (Ibidem, p.21). Secondo lo studioso, la persistenza del tipo del giovane su delfino sugli stateri tarantini non dipende solo dalla popolarità del culto dell’eroe ivi rappresentato o da una tradizione religiosa che nel corso dei secoli si è arricchita di nuovi elementi mitici, ma soprattutto dalla volontà di rendere facilmente identificabile la propria moneta nei vari mercati.

Cordiali saluti

Oronzo Isceri :P


Inviato

Secondo Garraffo, Aristotele avrebbe sbagliato a identificare Taras con il “delfiniere” della monetazione tarantina;

Secondo Garraffo, almeno dal IV secolo a.C., il tipo del giovane su delfino, sulla monetazione tarantina, sarebbe da identificare con Taras poiché da questo periodo su alcune emissioni il “delfiniere” ha le sembianze di un fanciullo.

Non mi è chiara la posizione del Garaffo, Aristotele sbaglia ad identificare Taras nelle emissioni pre IV secolo?

Secondo Nafissi nelle prime emissioni tarantine, il giovane su delfino sarebbe Phalantos (NAFISSI 1995, p.295); la fonte citata di Pausania e la testimonianza di Aristotele indicherebbero che questo eroe ha assunto degli elementi mitici e iconografici di Taras. Ciò sarebbe avvenuto nei primi anni di vita della polis ionica, epoca in cui il culto di Phalantos sarebbe stato molto diffuso, a discapito di quello di Taras, perché legato alle famiglie nobili e a una classe aristocratica che vantavano origini antiche e spartane (Ibidem, p.296). Con l’avvento della democrazia, invece, si sarebbe diffuso maggiormente il culto di Taras che sarebbe divenuto, per tutti i tarantini, simbolo di promozione sociale(Ibidem,p.296). Secondo Nafissi, il recupero del culto di Phalantos sarebbe avvenuto all’epoca della spedizione di Archidamo, quando Taranto riallacciò nuovi rapporti con Sparta (Ibidem, p.298).

Ecco questa è la teoria secondo me più convincente

L’assimilazione tra Taras e Phalantos avviene in epoca tarda, come attesta la fonte Probo (PROB., Verg. Georg. II 197) in cui è descritta la vicenda di Tarentus, il quale, esule da Sparta, giunto in Italia, generò Italos.

Daccordissimo

Interessante anche il discorso del Taras Okistes in Michel P. Vlasto: Taras Oikistes: A contribution to Tarentine Numismatics. , che identifica il personaggio del rovescio come Taras e non come il Demos, e con al dritto Falanto nudo a cavallo del delfino.

Gli studi del 1995 riassunti da Scilace a mio parere non chiariscono tatalmente la qustione anche se ripeto la teoria del Nafissi è interessante, comunque personalmente concordo con la posizione assunta dal Rutter che preferisce descriverlo semplicemente come ''delfiniere''nella descrizione degli esemplari.


Inviato

Interessante anche il discorso del Taras Okistes in Michel P. Vlasto: Taras Oikistes: A contribution to Tarentine Numismatics. , che identifica il personaggio del rovescio come Taras e non come il Demos, e con al dritto Falanto nudo a cavallo del delfino.

Gli studi del 1995 riassunti da Scilace a mio parere non chiariscono tatalmente la qustione anche se ripeto la teoria del Nafissi è interessante, comunque personalmente concordo con la posizione assunta dal Rutter che preferisce descriverlo semplicemente come ''delfiniere''nella descrizione degli esemplari.

Non mi è chiara la posizione del Garaffo, Aristotele sbaglia ad identificare Taras nelle emissioni pre IV secolo?

Cercherò di essere più chiaro, scusatemi.

Aristotele, come sappiamo, vive nel IV secolo a.C. Il filosofo greco ha scritto che sulle EMISSIONI TARANTINE è raffigurato Taras su delfino.

L'antico autore, in pratica, utilizza come fonte il dato numismatico, cioè gli stateri che circolavano in quel periodo.

Secondo Garraffo, Aristotele avrebbe identificato il "delfiniere" con Taras perchè il filosofo sarebbe stato tratto in inganno dalla legenda TARAS.

In pratica, se quest'ipotesi fosse vera, la fonte Aristotele sarebbe errata e, quindi, l'antico autore avrebbe sbagliato a scrivere che " sulle emissioni tarantine è raffigurato Taras su DELFINO" (Notiamo che questa è l'unica fonte che indica Taras su DELFINO)...

A rafforzare quest'ipotesi vi è la fonte di Pausania...nn vi sembra strano che tal autore nella descrizione del donario faccia solo riferimento al delfino di Falanto, mentre nn cita un presunto delfino di Taras? :P


Inviato (modificato)

Perfetto, scusa ma leggendo sembrava una contraddizione del Garaffo.....ora ho capito cosa intendevi dire :P

Quanto al donario di Delfi sarebbe curioso sapere come era effettivamente composto, come era posizionato il delfino, se in mano a Falantos, ai suoi piedi o altro.............

Certo è comprendibile che la leggenda TARAS possa aver tratto in inganno qualcuno, però ragionando

la stessa scritta compare nella prima serie incusa dove compare solo e indiscutibilmente Apollo Hyakinthos quindi anche a mio parere Aristotele ha sbagliato nella sua identificazione, che poi nel corso dei secoli vi può essere stata una assimilazione tra i due personaggi è un altro discorso.

Modificato da Arthas

Inviato

Secondo Guzzetta, in alcuni casi il giovane su delfino sembra identificarsi con altre divinità: su alcune serie egli ha nella mano un kantharos che richiama il culto di Dioniso, in altre presenta un tridente che rimanda al dio Poseidone (Ibidem, p.21). Secondo lo studioso, la persistenza del tipo del giovane su delfino sugli stateri tarantini non dipende solo dalla popolarità del culto delleroe ivi rappresentato o da una tradizione religiosa che nel corso dei secoli si è arricchita di nuovi elementi mitici, ma soprattutto dalla volontà di rendere facilmente identificabile la propria moneta nei vari mercati.

Quoto e concordo con l'interessante ed intelligente ipotesi del Guzzetta.

L'ipotesi che identifica con Phalantos, dal periodo tardo arcaico e sino alla metà del V sec. a.C., il personaggio a cavallo del delfino, è quella che ha maggiore probabilità di essere veritiera...per motivi di ordine logico, storico, iconografico, meglio indicati e sviscerati in questa discussione dagli altri amici già intervenuti.

A sostegno dell'identificazione con Fhalantos è possibile evidenziare che la derivazione del toponimo non necessariamente deve derivare dall'eroe eponimo Taras, poichè non è da escludere l'etimologia dal nome del fiume Tara, oppure dal termine sanscrito taranta-h (cioè "mare").

E' altresì verosimile e non peregrina la teri del Guzzetta su quotata.

Le sponde del mediterraneo costituivano un mondo mercantile molto sofisticato che già in epoca arcaica aveva identificato quel mare interno come un insieme di itinerari navali complessi e molto frequentati...almeno da aprile alla metà di ottobre...tempeste e venti permettendo. In tali autostrade liquide, per ogni città importante era di rilievo la facile identificazione della propria valuta o moneta...che assumeva spesso la veste di mezzo di pagamento internazionale.

Per cui è molto probabile che l'iconografia che vede il personaggio sul delfino, noto nei quattro angoli del mare interno, non abbia potuto o dovuto subire variazioni...anche quando tale fosse stata l'intenzione dei tarantini.

Quindi per risolvere il problema quale migliore soluzione che modificare gli attributi e la simbologia: il Kantharos e Dioniso, il tridente da associare a Poseidone...e tutto va a posto...Falanto..nel tempo muta senza cambiare...diventa altri od altro...la moneta èsempre quella a testimoniare la potenza della Polis.

  • Mi piace 1

  • 3 mesi dopo...
Inviato (modificato)

Che storia fantastica ........e il tutto succedeva nella mia città !!! E' ormai molto tempo che cerco di trovare quella moneta....sapete percaso dove trovarla ad un prezzo ragionevole oltre il "noto sito" ??? (Anche se dalle mie parti ne sono state trovate molte)

Modificato da Maverick

Inviato

no che noto sito..........è una moneta che va presa in asta o da un commerciante che rilascia un certificato.

Ci sono molte aste dove compaiono stateri ad ottimi prezzi, se vuoi te ne segnalo qualcuna, anche in MP

Ciao


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