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Per colpa di niko ;) e di una breve discussione in chat, mi sono trovato ad approfondire alcuni aspetti riguardanti la figura di Cibele nelle emissioni repubblicane e, visto che una volta partiti è difficile fermarsi, ho provato a concentrare un po' di informazioni secondo me interessanti e a formulare qualche soggettiva conclusione. Ringrazio per le consulenze e soprattutto per la pazienza Medusa e Legionario!

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CIBELE NEL DENARIO REPUBBLICANO

C. Fabius Hadrianus 102 a.C.

D\ EX A. PV Testa velata e turrita di Cibele a d.

R\ C. FABI. C.F Vittoria in biga verso d.; davanti, l’uccello buteo; sotto, lettera variabile

Cr. 322/1b; Syd. 590

P. Furius Crassipes 84 a.C.

D\ AED. CVR Testa turrita di Cibele a d.; dietro, un piede umano rivolto verso l’alto.

R\ P. FOVRIVS - CRASSIPES Sedia curule

Cr. 356/1c-1d; Syd. 735

M. Volteius M. f. 78 a.C.

D\ Testa di Attis a d.; dietro un simbolo variabile

R\ M. VOLTEI. M.F. Cibele su carro trainato da due leoni regge una patera; nel campo un numero in lettere greche

Cr. 385/4; Syd. 777

M. Plaetorius M. f. Cestianus 67 a.C.

D\ CESTIANVS Testa turrita di Cibele a d.; davanti, un globo; dietro, un muso di leone.

R\ M. PLAETORIVS AED CVR. EX. S.C Sedia curule entro corona di perle

Cr. 409/2; Syd. 808

A. Plautius 55 a.C.

D\ A. PLAVTIVS AED. CVR. S.C Testa turrita di Cibele a d.

R\ BACCHIVS IVDAEVS Sovrano orientale ai piedi di un cammello

Cr. 431/1; Syd. 932

La figura di Cibele nel denario repubblicano è, nella quasi totalità dei casi, utilizzata al fine di promuovere i Ludi Megalesi ed appare nel contempo in emissioni battute da Edili Curuli (spesso con autorizzazione straordinaria del Senato, EX. S.C. o S.C.). Questa stretta correlazione è indubbiamente coerente, in quanto tali celebrazioni venivano presiedute proprio da questi magistrati. In tal senso la sella curule del denario di Furius Crassipes e di Plaetorius Cestianus rimanda inequivocabilmente alla carica del monetario, così come le legende dei medesimi denari e di quello di A. Plautius. Il denario di Marcus Volteius, se analizzato singolarmente, potrebbe far pensare ad un’ emissione atta a celebrare ai massimi livelli il culto di Cibele e del “suo” Attis, in modo prepotente ed esclusivo, senza secondi fini diretti vista l’assenza di riferimenti alla specifica magistratura. Questo denario fa però parte di un’inequivocabile serie “ludica” di emissioni richiamanti i Ludi Romani (Cr. 385/1), i Ludi Plebei (Cr. 385/2), i Ludi Cereales (Cr. 385/3)e i Ludi Apollinares (Cr. 385/5); l’emissione in esame dunque non può che riferirsi ai Ludi Megalesi.

Al fine di concludere l’analisi iconografica dei denari riferibili a queste celebrazioni ed ai relativi Edili Curuli, è bene precisare che il rovescio dell’emissione della Plautia è quasi certamente inquadrabile nel contesto propagandistico di Pompeo Magno, in quanto vi è rappresentata la sottomissione di un sovrano orientale. Il nome Bacchius non trova alcun riscontro storico ma si è ipotizzato che possa trattarsi del nome in lingua ebraica di Aristobulo II, altri invece lo identificano con Aretas.

Manca all’appello l’emissione di più alta datazione, quella di Fabius Hadrianus. Le informazioni disponibili su questo denario però riguardano maggiormente non la figura di Cibele, ma altre caratteristiche quali la curiosa figura dell’uccello buteo, la presenza sistematica di marchi di controllo e legenda EX. A. PV, presente al dritto in una variante. La figura di Cibele passa purtroppo leggermente in secondo piano, ma l’associazione di questa divinità al dritto con la Vittoria in biga del rovescio, hanno fatto pensare ad una sorta di riferimento alla “speranza o prospettiva di vittoria”.

A livello geografico, la Cibele del denario repubblicano è principalmente ben ancorata all’Urbe, anche se è possibile intravedere un riferimento ad un’area orientale, probabilmente prossima alle terre natie della divinità, dato dal rovescio propagandistico di Pompeo. Questa allusione risulta però offuscata dalla chiara legenda A. PLAVTIVS AED. CVR. S.C, che riporta la nostra Cibele a Roma, alle celebrazioni a lei dedicate.

GLI AUREI DI CESTIUS E NORBANUS

L. Cestius e C. Norbanus 43 a.C.

D\ Busto velato dell’Africa in pelle d’elefante a d.

R\ L. CESTIVS / S.C - P.R; in ex, C. NORBATVS Sedia curule ornata con due aquile; sopra, elmo corinzio

Cr. 491/1a; Syd. 1153

L. Cestius e C. Norbanus 43 a.C.

D\ Busto velato dell’Africa in pelle d’elefante a d.

R\ L. CESTIVS / EX. S.C - P.R; in ex, C. NORBATVS Sedia curule ornata con due aquile; sopra, due serpenti

Cr. 491/1b; Syd. 1154

L. Cestius e C. Norbanus 43 a.C.

D\ C. NORBATVS / L. CESTIVS Busto di Sibilla a d.; nel campo, PR

R\ Cibele su carro trainato da leoni verso s.; nel campo, S.C

Cr. 491/2; Syd. 1155

Di queste tre tipologie monetali (il Crawford ne identifica due più una variante), una soltanto è caratterizzata dall’immagine della dea frigia, ma sia dal mistero riguardante la loro origine ed il loro significato che dalle attuali interpretazioni prodotte, traspare un nesso che accomuna queste emissioni auree.

La teoria più accreditata tende a mette in relazione i soggetti principali raffigurati in entrambe i tipi con tre legioni; per l’esattezza il tipo Cr. 491/1 alle due stanziate in Africa ed il tipo Cr. 491/2 ad una stanziata in Roma.

L’inquadramento cronologico corrisponderebbe al periodo che intercorse tra l’uccisione di Cesare e la costituzione del Secondo Triumvirato, ai tempi dei primi dissidi tra Marc’Antonio ed Ottaviano del 43 a.C.

Una diversa e più datata teoria tende ad assegnare uno scopo celebrativo per la figura del recentemente scomparso Giulio Cesare, con la conseguente identificazione del soggetto al dritto del tipo Cr. 491/2 con Venere; sia il Crawford che il Grueber però scorgono in questa raffigurazione i tratti tipici di Sibilla anche se, accanto all’identificazione del dritto, per ciascuna delle interpretazioni proposte dalle due correnti di pensiero, è immancabile il punto interrogativo, utile a lasciare aperta anche la teoria contraria a quella scelta.

Ma non potrebbero essere le passate vicende rintracciabili in tale iconografia a far cadere, almeno in parte, l’alone di mistero che caratterizza questa enigmatica figura?

Il dato certo di questa tipologia di aureo è, senza dubbio alcuno, la figura al rovescio: l’inconfondibile dea Cibele, raffigurata con la totalità dei suoi attributi.

A mio avviso, la più naturale e semplice correlazione tra la Magna Mater anatolica ed il soggetto del dritto, vede come altra protagonista Sibilla e non Venere, ed è la storia stessa a dircelo, in modo raramente così chiaro:

civitatem eo tempore repens religio invaserat invento carmine in libris Sibyllinis propter crebrius eo anno de caelo lapidatum inspectis, quandoque hostis alienigena terrae Italiae bellum intulisset eum pelli Italia vincique posse si mater Idaea a Pessinunte Romam advecta foret. id carmen ab decemviris inventum eo magis patres movit quod et legati qui donum Delphos portaverant referebant et sacrificantibus ipsis Pythio Apollini omnia laeta fuisse et responsum oraculo editum maiorem multo victoriam quam cuius ex spoliis dona portarent adesse populo Romano. in eiusdem spei summam conferebant P. Scipionis velut praesagientem animum de fine belli quod depoposcisset provinciam Africam. itaque quo maturius fatis ominibus oraculisque portendentis sese victoriae compotes fierent, id cogitare atque agitare quae ratio transportandae Romam deae esset.

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Un’ improvvisa superstizione aveva invaso la città in quel tempo, trovato un carme nei libri Sibillini, esaminati a causa della troppo frequente caduta di pietre dal cielo in quell’anno, (cioè che) qualora il nemico straniero avesse portato guerra alla terra dell’Italia, quello poteva essere cacciato dall’Italia e vinto se la madre Idea fosse stata trasportata a Roma da Pessinunte. Quel carme trovato dai decemviri tanto più ammonì i senatori che, cosa che anche i legati, che avevano portato un dono a Delfi, riferivano, e, facendo sacrifici proprio quelli ad Apollo Fizio, tutte le cose erano state liete e era stato comunicato dall’oracolo il responso che per il popolo romano ci sarebbe stata una vittoria molto più grande di quella dalle cui spoglie portavano doni. Nella sommità della medesima speranza univano l’animo di Publio Scipione, che quasi presagiva la fine della guerra perché aveva richiesto la provincia dell’Africa. Perciò, affinché più opportunamente fossero padroni della vittoria preannunciata dal fato, dai presagi e dagli oracoli, pensava e meditava su quale fosse il mezzo per trasportare a Roma la dea.

Tito Livio, Ab urbe condita, XXIX, 10

L’avvenimento narrato da Livio avvenne nel 204 a.C. (205 secondo altri) ed il nemico straniero di cui parla è naturalmente Annibale Barca, il condottiero cartaginese che da ormai 14 anni seminava distruzione in tutto il suolo italico.

Seguendo le profetiche indicazioni, il simulacro di Cibele, presumibilmente in pietra nera di forma conica, fu richiesto dal Senato romano al re Attalo I di Pergamo; nel medesimo anno arrivò a Roma dove fu accolto con solenni festeggiamenti. Nella primavera del 204 a.C. Scipione l’Africano sbarcò in Africa e nel 202 a.C. l’odiato cartaginese fu definitivamente sconfitto nella piana di Zama.

I Libri Sibillini e la divinità recentemente importata furono senza ombra di dubbio parte integrante della vittoria romana su Cartagine e conseguentemente l’accostamento Sibilla e Cibele, rispettivamente al dritto ed al rovescio dell’emissione aurea in esame, appare estremamente coerente ed intriso di un profondo e remoto significato.

La restante tipologia di aureo, recante al dritto il busto dell’Africa, appare invece molto più enigmatico del precedente vista la complessa simbologia presente sui rovesci delle due differenti varianti; la teoria tradizionale lo vede correlato alle due legioni che dall’ Africa mossero verso l’Italia in sostegno di Ottaviano. Tale associazione scaturisce probabilmente dall’immagine del dritto e dalle due aquile ornanti la sella curule ma, questi soli elementi, non corredati da ulteriori spiegazioni, potrebbero far apparire la teoria troppo debole e forse un po’ artificiosa. Basterebbe però variare una sola parola per far apparire questa associazione un po’ più chiara ed eloquente… le due aquile ornano la sella curule oppure la sorreggono?

Ragionando in questi termini le due aquile, ovvero le due legioni, risultano elementi importantissimi su cui poggia il potere, l’imperium. Le due aquile posso mai essere due decorazioni scelte in modo casuale?

Al di sopra della sella curule poi trovano posto o un elmo corinzio o due serpenti, elementi che il Crawford perfettamente identifica quali attributi di Minerva. In un contesto simile, quale divinità avrebbe potuto meglio rappresentare la militarizzata Roma e la situazione in cui questa si trovava in quel periodo?

Un aspetto interessante è rappresentato dalla presenza non di uno ma eccezionalmente di due serpenti, per giunta contrapposti, che stridono con le usuali rappresentazioni di Minerva e dei suoi attributi. La presenza di questa coppia di rettili che si fronteggia potrebbe ben rappresentare la situazione di conflitto in atto in quel periodo: figli di una stessa madre in quanto identici attributi di una stessa dea, si contrappongono sull’alto della sella curule, quest’ultima sostenuta dalle due aquile legionarie.

Il segnale citato dal Crawford, dato dall’aureo con Cibele al rovescio alla legione di Roma, potrebbe non essere diretto, ma l’esplicito richiamo all’episodio dell’introduzione del culto della dea frigia non può che far pensare ad un voluto riferimento ad una medesima situazione di incertezza riguardante le traballanti sorti di Roma stessa; Il legame dell’Urbe con Cibele appare dunque estremamente forte e profondo, non importa chi sia il nemico, ciò che conta è la salvezza di Roma.

Con questa immagine di Cibele salvatrice e protettrice di Roma è ora possibile fare alcune considerazioni:

La vittoria della seconda guerra punica generò una profonda e doverosa devozione del popolo romano nei confronti di tale divinità ma, vuoi per le particolarità dei riti, vuoi per quelle degli stessi sacerdoti preposti a tali culti, questo attaccamento alla dea andò con il tempo ad affievolirsi. Sorte peggiore toccò ai libri Sibillini stessi, che andarono distrutti in epoca sillana per via di un incendio.

Proprio qualche anno prima di quest’ultimo evento, nel periodo dell’egemonia mariana e delle prime apparizioni sul suolo italico di Silla dopo la guerra giugurtina, comparve per la prima volta sul denario la figura di Cibele… in quel medesimo periodo Cimbri e Teutoni minacciavano l’esistenza stessa di Roma.

Da questo momento in poi la Repubblica si avviò verso il suo inesorabile e definitivo tramonto e Cibele stessa, mediante le sue raffigurazioni monetali, pare l’accompagnò verso il suo inevitabile destino.

In questi termini anche la propaganda monetale dei curuli verso i Ludi Megalesi potrebbe celare un significato più nobile della semplice autocelebrazione del magistrato. Si potrebbe ipotizzare infatti che per le celebrazioni di quegli anni si siano messi in campo sforzi ed impegni complessivi maggiori, in ogni fronte, al fine di rendere quei ludi particolarmente sfarzosi al fine di riacquisire la massima benevolenza possibile della dea stessa.

Anche il Crawford, nelle note riferite all’aureo 491/2, attribuisce all'immagine della divinità anatolica un significato propiziatorio e di speranza di vittoria.

Per concludere va almeno citata la successiva restaurazione del culto di Cibele voluta da Augusto stesso ed il tentativo del primo Imperatore di recuperare le copie dei libri Sibillini o di trovare dei loro degni ed altrettanto validi sostituti. Tutto ciò non può che farci tornare in mente l’aureo Sibilla/Cibele.

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...di punti da chiarire e/o da approndire ce ne sono comunque ancora molti, anche in campo non strettamente numismatico...

Awards

Inviato

DE GREGE EPICURI

Splendido lavoro! Credo che lo si potrebbe inserire nelle ricerche tematiche completate.


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DE GREGE EPICURI

Splendido lavoro! Credo che lo si potrebbe inserire nelle ricerche tematiche completate.

355898[/snapback]

Quoto in toto!


Inviato
Per colpa di niko ;) e di una breve discussione in chat,  mi sono trovato ad approfondire alcuni aspetti riguardanti la figura di Cibele nelle emissioni repubblicane e, visto che una volta partiti è difficile fermarsi, ho provato a concentrare un po' di informazioni secondo me interessanti e a formulare qualche soggettiva conclusione. Ringrazio per le consulenze e soprattutto per la pazienza  Medusa e Legionario!

Complimenti, Rapax!!!!!

La tua ricerca monografica è davvero interessantissima e assai avvincente! Le tesi da te avanzate solleticano ora tutti noi a ricercare ulteriormente ... :P

Infine, ti ringrazio della gentilissima citazione ... :rolleyes:

In realtà sono sempre io che ringrazio TE e ognuno qui nel forum con cui ho avuto il piacere di parlare (ehm... scrivere/leggere): condivVvidere un frammento di nuova conoscenza, è sempre un regalo prezioso!!!! Per cui, *Grazie* a TE, Rapax !

vVv-medusa


Inviato
Per colpa di niko ;) e di una breve discussione in chat,  mi sono trovato ad approfondire alcuni aspetti riguardanti la figura di Cibele nelle emissioni repubblicane e, visto che una volta partiti è difficile fermarsi, ho provato a concentrare un po' di informazioni secondo me interessanti e a formulare qualche soggettiva conclusione. Ringrazio per le consulenze e soprattutto per la pazienza  Medusa e Legionario!

grazie a te! sei una miniera d'informazioni... penso di avere tanto su cui lavorare... :P

;)

e... non pensavo di avere una simile reazione... ho innescato una bomba!! :D

saluti,

N.


Inviato (modificato)

... e per fortuna mi avevi anticipato che avresti postato "qualche cosa" .... :P

Qui hai fatto invece un bel trattato su questa tematica. Complimenti. :)

Modificato da legionario

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