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Inviato

non so se è già stato detto ma ls differenza tra oro giallo e oro rosso risiede nelle diverse percentuali dei medesimi metalli nella lega che compone l'oro da moneta:

l'oro giallo è composto da oro per 75%, argento per  12-17% e rame per 13-18% mentre l'oro rosso ha una quantità di argento pari a4-5% e di rame pari a 20,5%


Inviato

Preciso, dato che non avevo fatto prima, che le percentuali da me indicate sono riferite all'oro da gioielleria e che per i marenghi che sono in oro 900 devono essere rapportate diversamente. In ogni modo il principio che da la diversa colorazione rimane lo stesso.


  • 1 mese dopo...
Inviato

Ciao.

 

A proposito di "red spot", eccone un curioso esempio su una sovrana dell'Isola di Man (millesimo 1977) che ho in collezione.

 

Preciso che la moneta si trova da anni (almeno 10) in un monetiere insieme ad altre sovrane che non manifestano alcun fenomeno di "arrossamento".

 

La red spot non è quindi dovuta né al velluto del monetiere né all'atmosfera di conservazione.

 

Vai a capire....... :pardon:

 

M.

11gmxc4.jpg

  • Mi piace 1

Inviato

Il fenomeno è presente solo su dritto della moneta

Il rovescio è invece assolutamente normale.

 

M.

zvydy0.jpg


Inviato (modificato)

caro Michele,

a naso si tratta di ossido rameoso (Cu2O, di colore rosso) che in natura si trova sotto forma di cristalli (cuprite). Deriverebbe pertanto dal rame contenuto nella lega dell'oro che potrebbe risultare irregolarmente disperso sulla superficie della moneta.

;)

Modificato da Giov60

Inviato

Ciao Giovanni.

Si, penso che "l'arrossamento" si spieghi proprio come da Tua indicazione.

Non è quindi l'oro che si ossida ma il rame contenuto nella lega.

Vorrei semmai capire se la disposizione superficiale del rame contenuto nella lega è fenomeno casuale o provocato da una particolare modalità di lavorazione del composto oro-rame nella fase liquida.

Chissà, magari @@apollonia ci sa dire qualcosa...

Saluti.

Michele


Inviato

Ho provato ad approfondire almeno in parte tale argomento, ma non sono uno studioso di chimica dei metalli: posso dire che le leghe non sono composti stabili, e nelle monete antiche il fenomeno è particolarmente evidente nella cosiddetta "cristallizzazione" dell'argento, che tra l'altro vede implicati anche meccanismi elettrochimici che portano alla superficializzazione del rame.

In passato nelle zecche era abitudine di effettuare un trattamento di "sbiancamento" delle monete d'oro o d'argento, che permetteva di eliminare le impurità superficiali (soprattutto rame): si riscaldavano i tondelli (prima della coniazione), il che portava ad ossidazione del rame presente sulle facce della moneta, che veniva poi rimosso con blandi acidi organici (groma = tartaro delle botti, o soluzioni diluite di acido solforico) arricchendo la superficie di metallo prezioso "lucente" (da cui il termine).

Dunque un problema "di sempre" e le macchie rossastre o brune su monete d'oro e d'argento deriverebbero da lì (o così credo).


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