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Inviato

In questa parabola nel vangelo di Matteo troviamo ancora una moneta e per l' esatezza un denaro, qualcuno sà se anche nell' originale dal greco la moneta è il denaro o se è un adattamento per il latino e per le genti d' occidente? e se è proprio il denaro quale sarà stato forse questo ???

http://imagedb.coinarchives.com/img/baldwin/026/01827q00.jpg

Grazie

«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa, il quale, sul far del giorno, uscì a prendere a giornata degli uomini per lavorare la sua vigna. Si accordò con i lavoratori per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscì di nuovo verso l'ora terza, ne vide altri che se ne stavano sulla piazza disoccupati, e disse loro: "Andate anche voi nella vigna e vi darò quello che sarà giusto". Ed essi andarono. Poi, uscito ancora verso la sesta e la nona ora, fece lo stesso. Uscito verso l'undicesima, ne trovò degli altri in piazza e disse loro: "Perché ve ne state qui tutto il giorno inoperosi?" Essi gli dissero: "Perché nessuno ci ha presi a giornata". Egli disse loro: "Andate anche voi nella vigna". Fattosi sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: "Chiama i lavoratori e dà loro la paga, cominciando dagli ultimi fino ai primi". Allora vennero quelli dell'undicesima ora e ricevettero un denaro ciascuno.Venuti i primi, pensavano di ricevere di più; ma ebbero anch'essi un denaro per ciascuno. Perciò, nel riceverlo, mormoravano contro il padrone di casa dicendo: "Questi ultimi hanno fatto un'ora sola e tu li hai trattati come noi che abbiamo sopportato il peso della giornata e sofferto il caldo". Ma egli, rispondendo a uno di loro, disse: "Amico, non ti faccio alcun torto; non ti sei accordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare a quest'ultimo quanto a te. Non mi è lecito fare del mio ciò che voglio? O vedi tu di mal occhio che io sia buono?" Così gli ultimi saranno primi e i primi ultimi» (Matteo 20, 1-16).

In questa parabola molto nota del Vangelo di Matteo, Gesù si è sicuramente ispirato ad una esperienza vissuta dalla gente di Galilea.

E’ tempo di vendemmia: un proprietario terriero deve fare in fretta, perché i grappoli, quando sono maturi, non possono restare a lungo esposti al sole.

Il lavoro preme e il padrone esce in piazza a cercare la manodopera che gli è utile per portare a termine rapidamente il raccolto.

Il fatto che il padrone esca più volte durante la giornata a cercare uomini disposti a lavorare nella sua vigna, e soprattutto che sempre trovi braccia disponibili, getta una luce sulla situazione sociale della Palestina di 2000 anni fa: anche allora c’era tanta, tanta disoccupazione.

La ricompensa stabilita per una giornata di lavoro è di un denaro.

Ancora oggi nei paesi che noi chiamiamo “in via di sviluppo”, la contrattazione avviene ancora così: per una giornata di lavoro si pattuisce una somma che deve servire a comprare tutto il necessario per la famiglia del bracciante!

Fin qui il comportamento del padrone della parabola non differisce molto da quella dei “soliti padroni”. Senonchè, ripercorrendo la parabola con attenzione, giungiamo al cuore del racconto: il comportamento assolutamente “sovversivo” e sorprendente del padrone che paga gli ultimi venuti con la stessa ricompensa dei primi.

Tutti gli operai della parabola sono resi “primi”; in questa vigna ci sono solo “primi” o meglio tutti vengono trattati da “primi”. Al v. 14 il padrone della vigna dice apertamente: ”Voglio dare a quest’ultimo quanto ho dato a te”.

Dio difende energicamente questo suo diritto di partire dagli ultimi e contesta radicalmente la logica del rendimento, lo schema rendimento-ricompensa.

Dio guarda al nostro bisogno invece che al nostro merito; al nostro sforzo anzichè alla nostra riuscita. E qui comincia il punto del dissidio, del risentimento, del rifiuto.

Gli operai della prima ora, quelli che hanno lavorato l’intera giornata, “i giusti”, quelli che fanno sempre tutto bene, i “buoni”... protestano, cominciano a brontolare perché vedono che anche coloro che hanno lavorato solo un’ora nella vigna hanno ottenuto la stessa ricompensa.

Di primo acchito verrebbe da dire: certo questo padrone che non riconosce lo sforzo fatto da coloro che per tutto il giorno sotto il sole cocente, hanno fatto la maggior parte del lavoro nella sua vigna, non pratica la giustizia e non rispetta il diritto...

Ma proprio partendo dalla logica della giustizia e del diritto, dovremmo sempre di più nella vita cambiare rotta, convertire i nostri cuori e riproporci ogni giorno di partire dagli ultimi e dai deboli.

Non è un’operazione indolore, perché ogni giorno dobbiamo combattere contro le nostre mediocrità e rovesciare le nostre priorità.

Non significa solo aprire i nostri portafogli, ma anche essere un po’ felici di quello che abbiamo: il pane quotidiano, un tetto che ci ripara, le buone relazioni che abbiamo, il lavoro che facciamo... Sostanzialmente la parabola ci riconduce al “Padre nostro” che in una traduzione precisa recita così: “Dacci oggi il nostro pane necessario...”.

Come gli operai nella vigna, ci deve stare a cuore il necessario per tutti, anzichè il superfluo per pochi.


Inviato

sì, nel testo greco il termine è denario (denariou) - ma cosa sarà stato nella lingua parlata da Gesù, l'aramaico?


Inviato

che uno creda o no la parola di Gesù esprime concetti rivoluzionari per ora come per allora. Mi chiedo se nel denario fossero compresi i contributi previdenziali... :D


Inviato

Amen!

ma a parte la discussione sulla traduzione o meno del nome denario in greco o aramaico, tutto il resto cosa c'entra con il forum?

M :P


Inviato (modificato)

Carissimo Meja che sei un sacerdote? :D . Cmq non credo che c'entri molto quel denario che hai postato con la discussione che fai. In quel denario sono raffigurati Gaio e Lucio, rispettivamente figli di Agrippa e di Giulia quest'ultima figlia di Augusto, i quali avrebbero dovuto sostituire Augusto a capo dell'esercito, ma morirono prematuramente. Gaio e Lucio, che furono adottati da Augusto, vennero nominati consoli. Altra cosa, il Denario che tu posti è stato coniato tra il 2 e l'11 dopo Cristo quindi quando Gesù ancora era un ragazzino. Si presume che Gesù iniziò a predicare la parola di Dio negli ultimi anni della sua vita forse un 7 anni prima, quindi intorno al 26 d.c. La moneta era stata già coniata circa 20 prima. :D

Walter

Modificato da Arcano

Inviato

nel 26 d.C. probabilmente Gesù non aveva ancora iniziato a predicare la sua parola. Considerando che Nerone morì nel 4 a.C. e Gesù è nato sotto il suo regno, la sua nascita va datata intorno al 37°/38° anno del regno di Augusto e cioè intorno al 7 a.C. Riguardo alla sua morte, l'ipotesi più plausibile è quella che risalga al 14 Nisan del 30 d.C. (giorno della Pasqua Ebraica, probabilmente il 7 aprile 30). Quindi l'inizio della sua predicazione dovrebbe risalire al 28 d.C. e la parabola in oggetto si riferirebbe a monete in circolazione verosimilmente tra il 28 e il 29 d.C. Eccone alcune prese da un'altra discussione di questo forum tra quelle in circolazione in Giudea sotto il regno di Ponzio Pilato.

http://www.lamoneta.it/index.php?act=Attac...e=post&id=14763

M :P


Inviato

ops.. dimenticavo, le monete erano state postate da Roth37

M :P


Inviato

Cari amici non penso prorpio di essere un sacerdote, o almeno credo, devo controllare, :P

ho messo l'immagine del denario di Augusto con al rovescio Caio e Lucio perchè in un famoso ritrovamento sul monte Carmelo presentato da L. Cadman a Roma in Atti del congresso internazionale di numismatica ,nel 1965, relaziona di 160 denari romani ebbene 159 di questi erano quelli con l'effigie di Augusto con i nipoti nel rovescio e solo uno era quello di Tiberio con Livia nel rovescio e anche

come riporta Luigi Conti nel volume "le monete del tempo di Gesù"era il denario romano che aveva maggior diffusione in quegli anni in Palestina

aldilà delle verità scientifiche o meno a me piace molto l'idea di discutere delle monete che Gesù utilizzava nelle parabole, e siccome non è una moneta rara e non difficile da reperire chissà mai che nella collezione di qualcuno di noi ci sia proprio una moneta che usò Gesù .........a me l'idea da i brividi.

Meja


Supporter
Inviato

meja, scusa, non ti offendere, ma sei sicuro di sentirti bene ?

In un mondo dove scorrazzano "belve feroci", dove la sottodivisa spesso consigliabile sono le "mutande di latta", per non dire di peggio.. (cito da alcune recenti discussioni), tu ti metti a citare le parabole del vangelo ?

Io farei piuttosto altre citazioni, meno evangeliche ma sempre molto attuali, tipo "occhio per occhio, dente per dente"...


Inviato

Io trovo invece che la domanda e' lecita ed anche il modo in cui e' stata posta mi pare corretto: la citazione e' necessaria per cio' che si sta dicendo e le considerazioni aggiunte da meja possono essere condivise o meno nella forma ma credo che siano ineccepibili nella sostanza.

La risposta alla domanda di partenza, stabilito il fatto che la paga consisteva effettivamente in un denario, in questo caso e' pero' necessariamente aleatoria, trattandosi di una parabola: come si e' visto in passate discussioni e' gia' abbastanza complesso dare un "volto" a monete legate a fatti reali....

Caro Perporius

hai ragione Perporius , mi cospargo il capo di cenere e per farmi perdonare metto l'immagine di una moneta molto più adatta ai tempi( tra l' altro moneta che mi piace parecchio)

http://imagedb.coinarchives.com/img/cng/06...rged/611247.jpg

:P  :P

345811[/snapback]

:D

Credo che, perporius e meja, abbiate toccato una temetica estremamente interessante che merita, secondo me, un approfondimento: quella del legame tra la moneta (cio' che vi e' rappresentato) e la violenza... che e' pero' decisamente OT per questa discussione. ;)


Inviato

Le monete a cui si riferiscono, probabilmente, le parabole del Vangelo, con tutta probabilità non erano come comunemente noto, denari ma più modesti sicli d'argento di Tiro, le uniche monete accettate al Tempio di Gerusalemme per motivi religiosi dato che gli ebrei, in genere, non tolleravano la riproduzione di animali o uomini neanche sulle monete.


Inviato

caro Legio

permettimi di ricordare che nei vangeli vengono citate con il loro nome diverse tipologie di monete come la Prutah , la Dramma (Luca 15.8,10) lo statere ( Pietro 17.24,27) o il didramma e anche il quadrante e anche il talento .

Se ne deduce quindi che chi scrive parla a ragion veduta e con cognizione di causa e se è vero che per l'offerta al tempio i sacerdoti non accettavano denari romani , è anche vero che proprio per quello che il tempio era pieno di cambiavalute ,segno inequivocabile che la circolazione monetaria era quanto mai abbondante e variegata a probabile dimostrazione che se i denari non erano accettati come offerta al tempio erano molto apprezzatti per tutte le transazioni della vita quotidiana, come dimostrano i ritrovamenti in terrasanta, concludendo non vi sono elementi a mio parere per affermare che quando nel Vangelo si dice DENARI si possa pensare che in realtà si riferrissero a Sicli o almeno non in tutti i casi.

Meja


Inviato

Matteo se non ricordo male era un pubblicano e quindi sicuramente scriveva di valute con cognizione di causa; quindi il ragionamento di Meja non fa una piega. Il problema è che nell'episodio più importante, il tradimento di Giuda, il solitamente preciso Matteo ricorre (26,15;27,3) a un genericissimo "trenta pezzi d'argento": τριάκοντα αργύρια. E quindi siamo da capo ...

L'argomento è stato ampiamente sviscerato sul forum in passato: leggete QUI.

P. :)


Inviato (modificato)
Matteo se non ricordo male era un pubblicano e quindi sicuramente scriveva di valute con cognizione di causa; quindi il ragionamento di Meja non fa una piega. Il problema è che nell'episodio più importante, il tradimento di Giuda, il solitamente preciso Matteo ricorre (26,15;27,3) a un genericissimo "trenta pezzi d'argento": τριάκοντα αργύρια. E quindi siamo da capo ...

L'argomento è stato ampiamente sviscerato sul forum in passato: leggete QUI.

P.  :)

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Io ricordo quella discussione ho anche acquistato il libro "le monete di Giuda" e si preesume che non si trattava di 30 denari ma di 30 siclo di tiro. INfatti 30 denari erano troppo pochi per acquistare un appezzamento di terreno. Mentre un Siclo di tiro valeva 4 denari. Con 120 denari era possibile acquistare un appezzamento di terreno.

Modificato da Arcano

Inviato
Le monete a cui si riferiscono, probabilmente, le parabole del Vangelo, con tutta probabilità non erano come comunemente noto, denari ma più modesti sicli d'argento di Tiro, le uniche monete accettate al Tempio di Gerusalemme per motivi religiosi dato che gli ebrei, in genere, non tolleravano la riproduzione di animali o uomini neanche sulle monete.

Eppure il siclo (o tetradramma) di Tiro portava al D una rappresentazione della divinità fenicia Melqart (Melkart). Sembra che quello che interessava di più ai sacerdoti del tempio di Gerusalemme fosse proprio la rinomata bontà dell'argento di questa moneta.

cfr:

http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...ucID=52&Lot=711


Inviato

Ciao meja girando nel forum mi sono imbattuto nella tua discussione ed ho visto che l'hai aperta con una moneta che guarda caso uso come immagine nel mio nick, moneta da me acquistata poco tempo fa da un amico di roma, dopo ciò che ho letto, sono ancora più contento di averla acquistata per di più ad un prezzo accettabile, ed il fatto che tale moneta possa essere davvero passata fra le mani di gesù altrochè mette i brividi, di più direi. Ora esco dalla discussione frà un pò si va dormire vero meja domani ci si vede a Verona.

Ciao a tutti

max


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